Aleksandr Stavrogin aveva preso una camera in un albergo di Lecco. Per qualche ragione, preferiva cambiare sistemazione ogni giorno. Dopo aver consumato un pasto a base di pesce di lago, che non gli sembrò particolarmente saporito, tornò in albergo e disse al portiere che non si fidava di lasciare la sua Bmw incustodita di notte. L’hotel non disponeva di posti auto, come la maggior parte degli alberghi della zona.
L’uomo gli suggerì il nome di due garage, ma Stavrogin dichiarò che preferiva un box privato. Una rapida consultazione del giornale locale permise di appurare che nei dintorni in effetti affittavano un box. Il portiere telefonò e si accordò per un mese di affitto, pagamento anticipato. Matrioska lo ringraziò, si recò all’indirizzo convenuto, saldò il conto e si fece consegnare le chiavi. Aspettò che aprissero i negozi e acquistò una tuta da meccanico, guanti da lavoro e una serie di attrezzi. Dieci minuti più tardi, dopo aver azionato il cric, era sdraiato sotto la macchina, intento a recuperare l’arma con la quale avrebbe ucciso Altmann.
Quella notte Aleksandr si concesse un sonno più lungo del solito. Si svegliò alle nove del mattino, si rase, fece la doccia e indossò vestiti puliti. A quell’ora non servivano più la prima colazione.
Uscì dall’albergo, si fermò in un bar vicino, dove ordinò cappuccino e una fetta di torta, quindi raggiunse a piedi il box.
Spirava un vento freddo che proveniva dalle montagne che sovrastano Lecco, però il cielo era sereno e sgombro da nubi. Il russo lanciò un’occhiata alle acque increspate del lago. Immaginava che fossero gelide; comunque era una visione affascinante. Sorrise fra sé al pensiero della baia dov’era ormeggiato il suo dragone: lì l’acqua era dieci volte più gelida. Come sempre, il sorriso non si estese ai freddi occhi grigi. Al largo intravide una barca solitaria, che riconobbe per un flying dutchman. Si soffermò a osservarla per alcuni momenti, riassaporando la profonda gioia che provava quando usciva in mare. A causa del lavoro che svolgeva, questo non accadeva sovente; d’altro canto, era un comunista convinto e sapeva di operare per il bene. Appartenere al KGB era un motivo di orgoglio. Se fosse arrivato alla vecchiaia, avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per dedicarsi alla vela. Abbandonò quelle riflessioni e girò le spalle al lago.
Una volta che fu all’interno del box, prese il fucile, lo smontò e lo rimontò con attenzione, controllando che tutti i meccanismi funzionassero perfettamente.
L’arma pesava circa quattro chili, aveva una portata di ottocento metri ed era dotata di un caricatore da dieci colpi. La canna, piuttosto sottile, terminava con un soppressore di fiamma ed era internamente cromata in modo da aumentare la resistenza alla corrosione.
Poi Matrioska si tolse giaccone e camicia per infilarsi un giubbotto antiproiettile di kevlar. Poiché il kevlar non è in grado di proteggere da una pugnalata o da un proiettile perforante, Stavrogin aveva aggiunto un leggero pannello metallico costituito da una combinazione di alluminio e rame. Si rimise gli indumenti e lanciò un’occhiata alle flashbang. Sebbene fossero stati gli agenti del SAS britannico a servirsi per primi di tali strumenti – che erroneamente molti chiamano “granate” -, i modelli M84 che Aleksandr aveva con sé erano di fabbricazione americana, a suo giudizio decisamente i migliori.
Quando fu pronto, salì sulla macchina e imboccò la strada che da Lecco conduce a Erba. Si fermò nei pressi di Valmadrera per consumare un pranzo leggero. Dopodiché attese che si facesse notte. Nel cruscotto della Bmw c’era un piccolo pc assolutamente sicuro. Poche ore prima, da Londra, aveva ricevuto la foto di Klaus Altmann, che aveva esaminato a lungo e attentamente. Avrebbe riconosciuto quel volto ovunque e in qualsiasi circostanza, anche a distanza di anni.
La strada che aveva scelto a tratti presentava forti pendenze e ripide discese, tanto che spesso veniva inserita nel percorso di una famosa “classica” del ciclismo, però era anche larga e spaziosa, a differenza di quella che portava a Bellagio costeggiando il bacino del ramo di Lecco. Aleksandr guidava con calma, senza fretta. Contrariamente a quanto aveva supposto Altmann, intendeva arrivare di notte per poi agire il mattino successivo. Il pensiero della morte di Klavdij gli infondeva una cupa determinazione.
Klavdij, il giocatore di scacchi; Klavdij, l’uomo aperto e solare, così diverso da lui; Klavdij, che amava le donne, il buon cibo e la vodka: Klavdij, uno dei quattro migliori agenti della prima direzione centrale del KGB.
A tre quarti del tragitto, i fari illuminarono un cartello, oltre al quale Matrioska notò le sagome di due tronchi d’albero. Rallentò, azionò gli abbaglianti e lesse la scritta sul cartello: accesso vietato a causa di lavori in corso. Non aveva senso. Spense il motore e scese dall’automobile. I tronchi d’albero non avevano senso.
Si avvicinò cautamente a quello sbarramento.
Il buio non era assoluto; in cielo, brillava la luna e alcune stelle erano perfettamente visibili. Ciò nonostante, ai lati della strada, c’erano molte zone oscure. Luogo ideale per un agguato, pensò il russo.
Avanzò ancora, con tutti i sensi all’erta. Una brezza leggera calava da settentrione. Un uccello notturno lanciò il suo richiamo. E a un tratto Aleksandr udì il rumore inconfondibile dei passi di qualcuno che si stava avvicinando, sulla sua destra, da un sentiero che in quel punto sbucava fuori da un bosco. Quasi nessuno avrebbe avvertito quei movimenti cauti, furtivi, ma un addestramento Spetsnaz prevedeva che, in seguito a sforzi indicibili, un uomo assimilasse i sensi di un animale, e ciò valeva per i suoni, gli odori e per l’inconfondibile alone della paura o dell’aggressività che viene emanato da un essere umano. Di sicuro non si trattava di uno scoiattolo, né di una volpe.
Si voltò e tornò verso la macchina per prendere il fucile.
Era a due metri dalla Bmw, quando si gettò a terra, rotolando su se stesso.
La pallottola lo mancò di un soffio.
Ma un istante dopo ci fu un secondo sparo.
E questa volta l’Uomo di Ghiaccio seppe di non aver mancato il bersaglio.
L’UOMO DI GHIACCIO 10 (THE KGB TRILOGY)
2 marzo 2014 di Alessandra Bianchi
50 Risposte
oooh… un finale che lascia il lettore in spasmodica attesa del capitolo successivo, è così che deve essere 😉
Si legge che sei nel tuo, anche la descrizioni di posti che certaente non sono di fantasia, se non forse per qualche dettaglio.
http://www.wolfghost.com
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Sisma c’è allo stato puro!
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adesso sto aspettando quelo che seguira………con ansia grande
come grande sei tu ,sia allo spirito e nell’anima..
un abbraccio fortissimo
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Ritorna Matrioska e l’attesa non è stata vana. Dettagli, particolari ma soprattutto suspense, adrenalina allo stato puro. Tutto questo miscelato nella tua prosa piacevole, fluida e diretta,
E’ proprio sicuro che l’uomo di ghiaccio non ha fallito il bersaglio?
Aspettiamo la prossima puntata.
Un caro abbraccio
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Finale travolgente, sembra di essere lì….
Sei brava come sempre e ogni volta un po’ di più!
Baci
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Matrioska è ritornato, uomo dal piglio sicuro, un vero stratega dell’azione. Un capitolo che mi ha tenuta incollata dall’inizio alla fine, per la narrazione senza pause e l’avvicendarsi delle situazioni.
Bravissima come sempre.
Un abbraccio domenicale
annamaria
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@ WOLFGHOST in effetti, sono posti che conosco bene e questo mi permette di descriverli senza il timore di sbagliare.
Sono contenta per la “spasmodica attesa” 😛
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@ GOGALOREDANA sisma… beh mi fa molto piacere!
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@ MAIRITOMBAKO un grande bacione, amica mia, e grazie ^^
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@ NEWWHITEBEAR domenica prossima, la tua domanda avrà una risposta.
Sono lieta di aver suscitato suspense e adrenalina.
Un caro abbraccio a te.
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@ MARI io mi impegno sempre al massimo, MIA guerriera, poi i risultati non dipendono dalla mia volontà.
Ti ringrazio e… desidero farti un piccolo regalo.
Bacioni * _________________ *
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Non é affatto piccolo! …ma solo alla mia condizione!
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@ MARI sì alla prima, no alla seconda 🙂
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@ ANNAMARIA49 sono lietissima che questo capitolo ti sia piaciuto. Matrioska…uno dei miei personaggi preferiti.
Grazie di cuore e un sorriso per una notte serena ^^
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Sarà una grande emozione!
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@ MARI ❤
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Dopo un dettagliatissimo resoconto della giornata e dei luoghi, un finale che spezza le ossa, nel senso che lascia a bocca aperta in attesa di sapere il seguito. Tanta suspance e adrenalina che va alle stelle in questa maniera. Bravissima Alessandra, vai alla grande, grandissima!!!
Serena notte, Pat
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Cara Ale, io non ho aperto nessun blog su wordpress, ho solo la registrazione per passare da te e da altri a commentare. Forse avrò fatto un po’ di confusione e non riesco a venirne fuori. Ora cliccando sul mio avatar è venuta fuori la richiesta di modifica, l’ho fatto, speriamo bene.
Buona giornata.
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@ PATRIZIA M. leggere molto, secondo me, è importante, e di certo male non fa. Wilbur Smith, ad esempio, utilizza spesso questa tecnica (non che io pensi minimamente di paragonarmi a lui).
Grazie, cara Pat!
Buona settimana.
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Leggere molto è importante, ma bisogna avere anche una predisposizione e una bravura innata per saper scrivere bene 🙂
Buona settimana a te. Pat
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@ PATRIZIA M. 😛
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@ ANNAMARIA49 ultimamente wordpress fa i capricci. Ho tentato invano di aprire un blog per una mia amica e il problema sembra essere simile al tuo.
Felice serata.
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Eh, Matrioska è sempre Matrioska!
È la tua creatura preferita e si nota benissimo da come ne parli!
In questo capitolo ogni frase è ben congetturata ad esaltare tutte le qualità possibili ad un uomo di gran classe e di grande valore!
Aspetto anch’io domenica! 🙂
*_______*
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UN CAPITOLO DOPO L’ALTRO E RIMANGO INCOLLATA AL VIDEO, HO SCOPERTO QUANTO MI PIACCIONO I TUOI RACCONTI DI SPIONAGGO, E QUANTO MI PIACE ALEKSANDR/MATRIOSCA. CONOSCO IL LUOGHI CHE RACCONTI, E SONO VERAMENTE BELLI COME TU CON GRANDE MAESTRIA LI DESCRIVI. MI HAI CONDOTTO VERSO NUOVE LETTURE CHE TROVO APPASSIONANTI E DI QUESTO TI RINGRAZIO. BUONA SETTIMANA IN ATTESA DI UN CALDO SOLE PRIMAVERILE.
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Il mitico Matrioska, suscita sempre curiosità e fascino
Episodio bello e ben curato dalla tua immancabile bravura
Attendo con piacevole ansia il prossimo
Abbraccio
Mistral
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Grande Ale! Una puntata molto curata, ricca di informazioni, di sfumature, di emozioni. Il passo finale,poi, la dice lunga sulla tua bravura. E ora attendiamo il resto con trepidazione!Quel pannello di alluminio e rame mi sa che ha svolto il suo compito (spero).
Un abbraccio, ciao 🙂
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@ CLE REVERIES hai ragione, mia Lady: ho un debole per Matrioska. Scrivendo di lui nell’omonimo romanzo ho trascorso ore molto felici.
Ti ringrazio e, aspettando domenica, posterò un nuovo episodio delle “ragazze terribili”.
Sweet dreams*
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@ LOREDANA lo spionaggio non piace a tutti, perciò mi rende felice il fatto che questa storia ti appassioni. Poi, lui, beh, è unico ^^
Un sorriso per una serena serata, e un sentito ringraziamento.
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@ OMBREFLESSUOSE l’anno prossimo uscirà il libro, con qualche aggiunta e qualche correzione, rispetto al testo originale. Matrioska lo merita 😛
Baci, cara Mistral, e grazie!
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@ ILI6 si vede che hai letto con attenzione 🙂
Però, non posso sbilanciarmi 😀
Due abbracci, amica mia!
Non è superfluo aggiungere che ti ringrazio di cuore.
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Rileggendo….un abbraccio, un bacio, un complimento….
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@ MARI tre doni, come i Signori degli Elfi che possedevano un Anello magico. In questo caso, tu sei Galadriel (fra l’altro, premio Oscar 2014).
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Cate….un nome, una presenza…http://princessgaladriel.tumblr.com/post/34382651133/galadriel-and-frodo
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@ MARI grazie per il link. Cate è davvero stupenda.
(E, se non vado errata, era Elke in “Matrioska”).
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Buonissima puntata che aspettavo con interesse, ottime descrizioni, un personaggio molto particolare come Stavrogin… cos’altro aggiungere? Complimenti, alla prossima. Univers
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@ UNIVERS81 Stavrogin è… Stavrogin 😛
Grazie, mio “vecchio” amico.
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Un passo ricco di preziosi dettagli e un finale pieno di adrenalina. Complimenti.
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@ CHIARA a mio avviso, i dettagli rivestono grande importanza.
In quanto al finale, ti ringrazio!
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La descrizione attenta degli eventi e dei particolari con cui esponi i fatti e’ coinvolgente e seduce il lettore trasformandolo in spettatore silenzioso in un angolo della scena.anche questa volta Alessandra come Aleksandr non ha mancato il bersaglio!!! Inutile ripeterlo mia cara Amica,sei brava.
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@ TOSCA che magnifico commento!
Grazie di cuore, cara amica ^^
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….
Bella puntata, molto coinvolgente che lascia spazio
a tanti risvolti e suspence…
come sempre Tu sei impeccabile!
Un abbraccio Alessandra e buona domenica!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA buona domenica sera, cara Michelle, e un abbraccio grande!
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Se uno non sa e tifa per Alijosha si spaventa, perché lo immagina spacciato.
Chi sa, non si preoccupa più di tanto perché … lo sappiamo. Però sorge spontanea la domanda: come ne esce? Con quante ossa rotte? Soprattutto come riuscirà a rompere quelle per cui si é dato così tanto da fare?
Appesi al filo della suspance, con titubanza leggeremo il prossimo capitolo.
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@ CAPEHORN però tu sai, caro Capeh 😛
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So, ma non so ancora con quante ossa rotte ne esce il nostro eroe
🙂
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@ CAPEHORN questo è vero 😛
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🙂
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Strabiliante
Cordialità
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@ LORD NINNI sbaglio o percepisco ironia nelle Vostre parole?
Radiosità.
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