L’uomo aveva un aspetto tetro ed era visibilmente a disagio. Catherine lo osservava con aria comprensiva, cercando di metterlo a suo agio. Il che, date le circostanze, non sembrava affatto semplice.
In ogni caso, sebbene lentamente e interrompendosi di frequente, raccontò tutta la storia. “Lei si chiama Helen.”, disse. “Non avevo mai tradito mia moglie e – giuro – non lo farò mai più, però è accaduto.” Si guardò intorno ansiosamente, come se temesse che ci fosse un’altra persona nell’ufficio intenta ad ascoltare il suo vergognoso segreto; ma erano soli. Catherine gli offrì un bicchiere d’acqua. Meglio di un caffè, pensò, visto che era già fin troppo agitato. Indossava un impeccabile completo grigio, camicia bianca e una cravatta a righe, del tipo che molti chiamano impropriamente Regimental. Calzava scarpe italiane. Al polso, portava un Rolex d’oro. L’abbigliamento da uomo d’affari non gli conferiva un’aria meno lugubre.
Dopo un lungo silenzio, riprese: “Helen è una donna estremamente attraente, con grandi occhi azzurri e un corpo superbo. Per farla breve, siamo andati a letto due o tre volte assieme. Una sera mi svelò che in realtà lei era lesbica, io rappresentavo un’eccezione, perché in me aveva intravisto un grande fascino. Il fascino dei soldi.”, proseguì malinconicamente. Catherine notò che parlava con l’accento di Boston, malgrado lavorasse e vivesse in California. “Quella sera avevamo bevuto champagne e… assunto coca, molta coca, lei ne andava pazza. Sotto l’effetto combinato dell’alcool e della droga, mi aprii a mia volta, confessandole il mio sogno segreto, di cui nessuno al mondo era a conoscenza.”
Tacque, imbarazzato. “Coraggio”, lo spronò Catherine, “io non sono qui per giudicarla, bensì per aiutarla. E’ questo il mio compito.”
Lui trasse un profondo respiro. Forse avrebbe voluto andarsene da lì, ma sapeva di non avere alternative. “Ebbene”, disse, evitando lo sguardo della donna, “le dissi che il mio sogno segreto era… ehm… essere sodomizzato da un uomo. Helen annuì, sorridendo. – Si può fare, affermò – e io mi sentii soffocare dall’emozione. Accadde dopo una settimana. Il tipo era bello, giovane, forte; ciò nonostante, scoprii che alla fine non era poi così eccitante. Più doloroso che eccitante, non so se mi spiego.”
“Si spiega benissimo. La prego, continui.”
Trascorsero un paio di giorni e Helen si presentò nel mio studio. Possiedo una società che si occupa di transazioni finanziarie. Helen sapeva che non avrebbe dovuto venirmi a cercare lì, comunque dissi alla segretaria di farla passare. Lei si sedette di fronte alla mia scrivania, accavallò le gambe, frugò nella borsetta e tirò fuori alcune foto che mi mostrò una ad una.
Poi dichiarò che il suo silenzio valeva diecimila dollari. In caso contrario, si sarebbe recata da mia moglie e magari pure da Joan, la mia figlia di dodici anni. Ovviamente pagai. Ma non ebbi in cambio i negativi, soltanto le foto. Un mese più tardi lei tornò. Altri diecimila dollari. Di nuovo, pagai. E ieri si è rifatta viva. E’ un incubo, non finirà mai!”
Catherine aprì un cassetto, ne trasse un block-notes e cominciò a prendere appunti. “Cognome?”, gli domandò. “Parker. Helen Parker.”
“Dove abita, quali locali frequenta?”
Quando l’uomo uscì dall’ufficio, sembrava, se non rasserenato, almeno un po’ più calmo. Rivolse a Catherine perfino un timido sorriso.
Lei rifletté per qualche minuto, quindi convocò Heather. Anche Heather nascondeva un segreto, di cui solamente Catherine era al corrente. Amava le donne e stravedeva per Meg. Senza speranze, primo perché Meg era etero, secondo perché non avrebbe mai trovato il coraggio di manifestarle i suoi sentimenti. Di tanto in tanto, però, si concedeva un’avventura, anche se priva di coinvolgimenti. Catherine ispirava fiducia e Heather si era confidata con lei, intuendo che sarebbe stata capita.
Catherine le sorrise e disse: “Helen Parker.”
Heather non era esattamente bella – non come Meg, ad esempio -, ma aveva un fisico snello e atletico, era attraente e possedeva quel “quid” misterioso che può essere definito fascino oppure magnetismo.
Se decideva di flirtare con un’altra ragazza, non incontrava problemi a sedurla. Benché non fosse colta, sapeva parlare di tutto; era spiritosa e allegra. Non esistevano traumi nel suo passato e grazie al carattere forte non si struggeva sapendo che non avrebbe mai avuto Meg fra le sue braccia. Lavorava per Catherine spinta dalla passione per gli intrighi e a causa di un sia pur vago senso di giustizia. Non le sarebbe dispiaciuto diventare un’agente dell’FBI, ma andava bene così: si divertiva e veniva pagata per farlo. Le piaceva anche il fatto che fra loro quattro non esisteva alcun genere di competizione, sebbene in realtà lei fosse molto competitiva: ma soprattutto con se stessa. Perciò non invidiava la forza fisica di Meg, la profonda cultura di Patricia o il carisma di Catherine. A ciascuna, il suo campo.
Trovò Helen Parker dopo cinque sere di appostamenti. Era una donna notevole, vestita all’ultima moda e dotata di notevole classe. La studiò, ricavando l’impressione che fosse intelligente, perversa, ammaliatrice.
Era seduta da sola in un bar elegante e beveva champagne. Le parve annoiata, come se quella sera si fosse aspettata qualcosa di eccitante che invece per un motivo o per l’altro non si era verificato.
Heather si diresse verso il suo tavolo senza esitazioni e in modo sfrontato, con una punta di arroganza, prese posto accanto a lei. “Mi offri da bere?”, le domandò in atteggiamento maschile. L’intuito, infatti, le suggeriva che, malgrado la forte personalità, Helen amava essere “la donna”.
Se rimase sorpresa, Parker non lo diede a vedere. Squadrò la ragazza, quindi annuì. “Non ti invito a sedere.”, disse sarcastica. Chiamò un cameriere e si fece portare un secondo bicchiere. Versò lo champagne e lo porse a Heather. “Se sei in cerca di soldi, scordateli!”, disse in maniera brusca, mentre la giovane beveva. La fissò con attenzione. “Sei soltanto una ragazzetta sfacciata e presuntuosa. Non fai per me.”
“Pazienza.”, replicò Heather, alzandosi.
La tecnica dell’abbandono, che aveva appreso da Patricia.
Funzionò. “Torna a sederti.”, disse Helen in tono di comando.
“Non prendo ordini da te!”, ribatté Heather. “E poi sono soltanto una ragazzetta sfacciata e presuntuosa. E non ti piaccio.”
Helen esitò. In realtà, si sentiva attratta da quella giovane spavalda e impertinente. Meditava vagamente che le sarebbe piaciuto fare l’amore con lei. “Per favore.”, disse. “Siediti. Ti chiedo scusa.”
Heather tornò a sedersi. Come molte persone abituate a dominare, a Helen Parker solleticava l’idea di essere dominata. E Heather lo aveva capito. Questo confermava che, in linea di massima, a letto amava essere posseduta e non viceversa. Heather scolò la sua coppa di champagne, riempì nuovamente il bicchiere e disse: “Stasera ho altri impegni. Ma, se vuoi, potremmo rivederci qui domani alla stessa ora.” Finì di bere, si alzò di nuovo e uscì dal locale, lasciando Helen frastornata. Era abituata a ottenere quello che voleva e la “ragazzetta” l’aveva snobbata. Fu colta dall’ira.
E dal desiderio.
La sera successiva, Heather arrivò con cinquanta minuti di ritardo. Non si stupì minimamente di vedere Helen Parker seduta allo stesso tavolo con la rituale bottiglia di champagne e due bicchieri, uno dei quali vuoto. Aveva lo sguardo freddo, ma Heather notò in lei ansia e frustrazione. Non si sognò nemmeno di scusarsi per il ritardo. Indossava una mini mozzafiato che fece girare molte teste. Si accomodò, indicò la bottiglia e attese che l’altra la servisse. “A casa tua?”, poi domandò.
Helen l’avrebbe schiaffeggiata. Ma voleva quel corpo.
Un’ora più tardi, stava godendo, era rossa in faccia e ansimava.
Sul comodino c’era un piccolo specchio dove erano disposte quattro grosse strisce di polverina bianca. Al terzo orgasmo, Helen Parker implorò una pausa. Prese lo specchietto, una banconota che arrotolò e… commise il più grave errore della sua vita.
Heather portava orecchini molto vistosi e sufficientemente grandi per contenere una micro macchina fotografica, ultimo modello Advanced Photo System.
Si ritrovarono al “loro” bar la sera dopo.
“Devo informare la polizia?”, chiese candidamente Heather, esibendo le foto di una bella donna nuda che sniffava avidamente cocaina.
Bé, termevo finisse in modo più… drammatico, e in fondo non sarebbe stato giusto, anche lui non era certo un santo. Così invece… la legge del contrappasso e pari e patta! 😀
Carini davvero questi intermezzi al romanzo, ottima combinazione! 😉
http://www.wolfghost.com
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Fregata con il suo stesso sistema, fotografata per essere poi ricattata, anche se in questo caso il ricatto era per farla smettere di tormentare la sua vittima.
Molto bello, come sempre sai coinvolgere il lettore e questo è una tua prerogativa molto importante e soprattutto lo fai benissimo!!!
Bravissima Alessandra, complimenti!!
Dolce notte, Pat
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Di bene in meglio. Anche questo secondo episodio delle nostre quattro angeliche ragazze ha colpito il segno.
Fluido, lineare e con un’analisi spietata di come Heather è riuscita a coinvolgere Helen. Quel sottile filo psicologico che tradisce le donne visziose (una che sniffa non può essere che viziosa).
Bene. Aspetto il terzo episodio. Sarà il turno di Patricia?
Un caro saluto
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@ WOLFGHOST come ho già scritto, questa è una “serie-non serie”, nel senso che ogni episodio può essere letto indipendentemente dagli altri.
Lui non era un santo, lei nemmeno… “la legge del contrappasso”, come giustamente osservi.
Sono lietissima del tuo apprezzamento, dear wolf!
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L’ha ribloggato su menteminima.
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@ PATRIZIA M. è esatto ciò che affermi. Diciamo un ricatto a fin di bene.
Il metodo con il quale Heather seduce Helen è stato un po’ preso dalla liasion fra Monica e la russa, nel “Crepuscolo della Lubjanka”.
Grazie di cuore, cara Pat*
E non ti dirò sogni d’oro 😛
Sai il perché 🙂
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Eh si, lo so benissimo 😉
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@ PATRIZIA M. * ________________________ *
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@ NEWWHITEBEAR questo in verità era il terzo 😦
Comunque, hai indovinato: ora toccherà a Patricia.
Le donne viziose hanno sempre il loro punto debole…
Un grande abbraccio, e thank you!
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Hai ragione. La mia memoria perde colpi. Il primo dei quattro, con Catherine, non l’avevo associato a Meg e Heather.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR nessun problema, mio caro amico.
Ciò che conta e che mi rende felice è il fatto che mi segui sempre con interesse e partecipazione.
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Mi piace leggere i tuoi post. La tua scrittura mi intriga moltissimo. Quindi è un piacere seguirti.
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@ NEWWHITEBEAR è un piacere assolutamente reciproco.
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O.T. per febbraio su Caffè Letterario è rimasta vuota la casella del 12, perché ci sono state diverse rinunce. Pensi di riuscire a colmarlo?
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Ok!
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Grazie!
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@ NEWWHITEBEAR grazie a te!
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Un sorriso
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@ MENTEMINIMA grazie di cuore ^^
Il tuo è uno splendido regalo!
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Intrigante….mi piace come Heather approccia con strafottenza l’ignara Helen. Chi là fa l’aspetti , e poi….lei se lo è meritato!!!!serena notte.
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@ TOSCA è un metodo che talvolta funziona. E che certi esperti studiano a tavolino. Ti ringrazio e ti auguro una notte colma di sogni incantati*
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quanta intriga…mi piace il senso di mistero ..mi piace il tuo modo da scrivere
sei G R A N D E
GRZ
UN BACIO AFFETTUOSO AMICA STUPENDA
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@ Heather è la più forte di tutte. Magnifico racconto.
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@ MAIRITOMBAKO e tu sei veramente una cara amica!
Un bacio da parte mia*
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@ CHIARA questo non saprei dirlo… certo si è rivelata formidabile!
Grazie!
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Sono sincera: stasera non riesco a leggerti sono molto stanca.
Ti lascio un bacio, domani sera sarai la mia coccola….
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@ MARI dormi serenamente, MIA guerriera.
La tua streghina veglierà su di te.
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Mi piace la piega più professionale che ha preso la serie delle adorabili vendicatrici. Mi piace anche il conoscere meglio le nostre quattro. Mi piace che questa volta vendichino un uomo, anche se i cocainomani mi stanno sulle balle (più che altro per via del narcotraffico).
Insomma… me gusta!
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Un intreccio, come sempre, intenso ed intensamente vissuto. Saluti da Salvatore.
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@ LILLOPERCASO la cocainomane forse era Helen. A parte questo, il tuo commento mi fa molto piacere. E concordo con te sul fatto che questo episodio è meglio strutturato dei precedenti.
Beh, meno male 😛
Si cerca di migliorare, laddove sia possibile…
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@ SALVATORE RIZZI grazie, gentilissimo Sar!
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Questa nuova puntata denota l’assoluta e prorompente scena di una Heather spiatata. Lussuria a go go, insomma. Mi piace, incolla alla lettura. Attendiamo il proseguimento. A presto, Univers.
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@ UNIVERS81 Heather ha dato una grande prova di sé.
Se il racconto incolla alla lettura, non posso che dichiararmi più che soddisfatta!
A presto, caro.
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Evvvvaiiiii! Brava Heather e tutte quante! Una squadra vicente!
Mi piacciono tutte. Bravissima, baci
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@ MARI una equipe particolare, ma in effetti vincente.
Kisses ^^
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Notte senza confini, notte perché volare si può….
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@ MARI a te il medesimo augurio, MIA guerriera!
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Bella personalità, si discosta un po’ dalla altre conosciute. Forse meno crudele poiché la vittima aveva fatto una scelta, e l’alea in quei casi è il ricatto, lo doveva sapere!
*————–*
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Seguo con piacere questa “serie” : “The Avengers”.
Ognuna di loro esprime fascino e particolarità.
Questa è la volta di Heather che porta a casa con destrezza e intelligenza il suo compito.
Amo le tue Vendicatrici
Bacioni
Mistral
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Un saluto vivo! Da Salvatore.
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@ CLE REVERIES credo che abbia escogitato una “vendetta” molto sottile.
A ogni modo, Heather è veramente in gamba!
In seguito, scopriremo Patricia.
Lots of love*
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@ OMBREFLESSUOSE cara Mistral, mi piace “The avengers”!
E d’altro canto lo sono.
Non conosciamo ancora benissimo Catherine, ma Meg e Heather si sono già date da fare. Ora sarà la volta di Patricia.
Grazie e bacioni ^^
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@ SALVATORE RIZZI un sorriso per te!
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Uh mi ha incuriosita una risposta che hai dato nel post di Meg. Parlavi delle ragazze? Però non riesco a trovarla.
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@ CHIARA perché l’amica LILLO l’ha inserita direttamente nella foto dell’episodio di Heather. E io ho risposto lì. Voleva sapere chi erano. Ecco la mia risposta: da sinistra a destra, Catherine, Meg, Patricia e Heather.
Ciao ^^
E grazie per l’interessamento!
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Diciamocela tutta. Queste ragazze non sono poi così “cattive”. Anzi sono brave ragazze che traggono dalla cattiveria altrui il modo per ripagare gli altri della medesima moneta.
Come qualcuno ha sostenuto, applicano identico contrappasso.
E’ un senso di giustizia un po’ fuori dagli schemi, il loro. Forse fin troppo, ma come insegna la fisica ad ogni azione, ne corrisponde una uguale e contraria e per loro tutto ciò é eticamente giusto.
Bisogna trovare un nome a quest’agenzia “ripara torti”. Il bello di tutto ciò é che riparano torti singoli e non si ergono a paladine per il mondo intero, però é la goccia che scava la pietra. E a scavare sono veramente brave.
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@ CAPEHORN é’ tutto vero quello che scrivi, tranne un piccolo particolare: non rispettano le leggi…
Catherine non esitò a evirare in uomo.
Grazie, MAESTRO!
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Ed io che mi ero persa questa puntata! Bellissima narrazione ed il finale perfetto e… non vedo l’ora di leggere il seguito. Intrecci amorosi che hanno risvolti negativi, ma vi sono loro le punitrici, sei proprio brava.
Ti auguro una buona domenica.
bacioni
annamaria
p.s.(è un periodo in cui il tempo è assorbito da molti impegni, spero di rifarmi)
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@ ANNAMARIA49 buona serata, Isabel!
Ti ringrazio e ti invito a non preoccuparti.
Besitos ^^
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eh sì, le ragazze riparatrici di torti piacciono, eccome! Hether, poi, che risolve con fulminea velocità e senza muover muscolo, anzi godendo, beh, la si può solo ammirare! ma il merito va a Catherine che sa scegliere chi mettere in azione in base a varie caratteristiche.
Il merito della gradevolezza della lettura, invece, va tutto all’autrice e alla sua bravura.
Un abbraccio, ciaooo 🙂
Marirò
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@ ILI6 hai perfettamente ragione: Catherine è la “mente”. Più avanti, la conosceremo meglio. Finora si è dimostrata estremamente intelligente, ma anche crudele… quando evirò un uomo…
Per il resto, grazie cara Marirò!
Baci 😛
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Finalmente sono riuscita a leggere anche questo episodio,
nel piacere coinvolgente, (malgrado la stanchezza di questi giorni)
di seguire le aventure di queste tremendissime ragazze, ognuna
diversa dall’altra…
Ti lascio la dolce notte cara, gros bisous
Michelle
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Ben scritto, come al solito… e molto piacevole. Forse andava… allungato un pò. Manca la suspance che sei solita darci.
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@ VENTIDIPRIMAVERA tremendissime, come è vero!
Gros bisous, cara Michelle*
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@ BRUMBRU mi piacciono le critiche costruttive 🙂
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