“Katia è un nome da bionda.”, si disse Stefano uscendo dall’appartamento. “E ha un corpo da bionda!”
Era un vecchio gioco: fin da ragazzo aveva trovato divertente accostare i nomi femminili al colore dei capelli. Monica, Nicoletta e Marzia non potevano che essere bionde; Silvia, Laura e Milena, invece, erano certamente more. Poi esisteva qualche nome dal significato controverso: ad esempio Chiara. Una Chiara poteva risultare indifferentemente bionda o bruna. Rise fra sé per quelle facezie mentre l’ascensore lo portava al piano terra. Era un vecchio ascensore, particolarmente lento, che gli infondeva un vago senso di insicurezza; però lo preferiva alle scale.
Quando si trovò all’aperto respirò con piacere la fresca aria primaverile. Era una notte stupenda. Stefano salì in macchina, accese il motore e ingranò la marcia. Il suo pensiero tornò a Katia. C’era un luogo comune che andava assolutamente sfatato: alcuni suoi amici sostenevano che le more erano nate per il letto, mentre le bionde spesso erano fredde e passive. Era un’idea del tutto sbagliata. Katia gli aveva regalato due ore di fuoco, la scopata del secolo, forse, o almeno dell’anno.
Guidò con calma per le vie cittadine ormai quasi deserte, riassaporando con la mente i baci ardenti, le carezze audaci e la lingua incredibilmente abile della sua amante. Katia era nata per il sesso.
Giunto sotto casa, parcheggiò la Mercedes e preparò il solito discorsetto. Non era semplice inventare ogni volta una scusa diversa, ma lui in queste cose era un mago; inoltre Simona non spiccava per acume. Era intelligente, ma totalmente sprovvista di malizia; la sua ingenuità talvolta appariva disarmante. Simona, nome da mora: ma adesso invece era viola, sebbene fosse una bionda naturale.
Si domandò se era ancora sveglia. Spesso si coricava presto, e se l’avesse trovata addormentata non avrebbe dovuto perdere tempo a giustificarsi. In ogni caso, la bugia era già pronta; gli erano bastati pochi secondi per imbastire una storiella credibile. Flavio aveva litigato con Sonia, e lui era stato costretto a trascorrere la serata con l’amico, l’aveva ascoltato e doviziosamente consolato. Simona si fidava ciecamente di lui e non avrebbe mai controllato.
“Io amo mia moglie?”, si chiese oziosamente in ascensore. L’aveva tradita molte volte, è vero, ma generalmente si era trattato di occasionali scappatelle. Katia era la sua prima vera amante. Un pensiero balenò inaspettato: se fosse stato costretto a prendere una decisione, se Katia lo avesse messo alle strette, e prima o poi era molto probabile che accadesse, chi avrebbe scelto? Fece una smorfia annoiata. Ci avrebbe pensato a tempo debito. Da un lato la passione, da quell’altro sicurezza e affetto che tuttavia stavano diventando una sorta di peso, a volte difficile da sopportare. “Simona mi ama.”, pensò. Scrollò le spalle. Ogni cosa a tempo debito.
Benché gli avesse sempre detto che non avrebbe mai potuto vivere senza di lui, in caso di divorzio l’avrebbe riempita di soldi, e questo avrebbe risolto ogni tipo di problema. Soddisfatto da quel ragionamento, uscì dall’ascensore ultra moderno e tirò fuori le chiavi dell’attico. Entrò. Buio e silenzio.
Perfetto! Simona dormiva.
Andò in bagno, si infilò sotto la doccia, indossò un pigiama pulito e raggiunse la camera da letto.
Inizialmente non si accorse di nulla. Ma quando gli occhi si abituarono all’oscurità notò un foglio bianco posato sul suo cuscino. Accese la lampada e scorse rapidamente una lettera di sua moglie che giudicò incomprensibile. Soffocando uno sbadiglio, si ripromise di parlarne con lei l’indomani. Pareva lo scritto di un ubriaco.
Si stese sul letto e stava per spegnere la lampada, quando notò il sangue.
Si voltò verso Simona.
Sembrava che dormisse. Non c’era niente fuori posto.
Tranne il fatto che si era tagliata le vene.
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Mi hai spazziato! Sembrava tutto così leggero….invece!
La mia amica Katia è bionda, Silvia è bionda, Marzia è mora, Alessandra è mora….ecco, giusto per alleggerire….
Un bacione a più tardi!
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… tristissima!!
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@ MARI GUERRIERA alleggeriamo… io sono bionda, tutte le Nicolette che conosco sono bionde, e tutte le Silvie more 😛
Besitos.
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Buonanotte di notte fatata….
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@ MARI dolce serata a te!
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CLE REVERIES vero 😦
Kisses.
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Finale shock ma ci sta perfettamente.
Mentre leggevo questo piacevolissimo racconto, mi domandavo se Simona era effettivamente ingenua e sciocca come credeva Stefano.
Va bene tutto, ma quando si supera un limite, le pentole sono scoperchiate.
Ottimo e intrigante.
Un caro abbraccio
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E per fortuna che la moglie non si sarebbe accorta di niente, Poveretta, che brutta fine ha scelto di fare, era meglio se lo lasciava e si faceva mantenere alla grande…..
Finale che lascia senza fiato, un racconto che fila liscio liscio.
Ben fatto, come sempre ovviamente, bravissima Alessandra 🙂
Salutone e buona serata
Pat
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@ NEWWHITEBEAR io credo che lo stolto fosse Stefano.
Un grande abbraccio.
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@ PATRIZIA M. mia cara amica, vorrei scrivere sempre racconti a lieto fine, ma talvolta (spesso) non ci riesco.
Sono d’accordo: se io fossi stata Simona, mi sarei fatta mantenere alla grande.
Grazie e salutone a te, Pat!
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la vita riserba ogni tipo di finale a sorpresa, si arriva in fondo ( alla vita, o al finale ) quasi correndo perché è piacevole la lettura
grazie
notte serena
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Un racconto, abbastanza diretto e crudo, con un finale minimalista.
Saremo sinceri: dalla vostra penna leggemmo ben altro. ovviamente alti e bassi si susseguono come il lento ticchettare della vita stessa. in questo caso, finale compreso, la ritmica, forse, si è inceppata. Descrivere l’universo uomo, con gli occhi di una donna, si inceppa. E viceversa, ovviamente.
Salutazioni, mia signora e cordialità.
(PS: da rilevare, però, la sempre freschezza evocativa: quella vi è invidiata da molti.)
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UN PO CRUDO DIREI…MA SEI SEMPRE TU..OTTIMA BRAVA E CI LASCI CON UN PENSIERINO IN FONDO…QUESTO FA SEMPRE BENE CARA
UN ABBRACCIONE X TE
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Concordo con Lord Ninni….un caro saluto…Sar.
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@ VENTISQUERAS un caldo benvenuto nel mio blog!
E grazie.
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@ LORD NINNI poiché su Splinder mi chiamavano panettiera, potrei dire che non tutte le ciambelle riescono con il buco. Di più, il racconto “Ricordi di un amore mancato” non è stato capito da NESSUNO! Ora, quando accade questo, la “colpa” non è mai di chi legge, bensì SEMPRE di chi scrive.
Ciò detto, mi fa piacere la vostra frase finale.
Radiose radiosità.
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@ MAIRITOMBAKO forse… molto crudo 😀
Ti ringrazio e ti abbraccio, amica mia * _____________ *
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@ SALVATORE RIZZI un caro saluto a te, “vecchio” Sar.
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Lady Alessandra Bianchi
Ma no, mia signora.
Lungi da noi il tentativo di dequalificarVi. Jamais! Il nostro fu un commento dettato dall’immediatezza.
In breve:
1) La storia c’è.
2) Ben strutturata
3) Con le giuste pause e interludi
4) Un testo scorrevole e “fresco”, come già detto.
Quello che ci colpì fu il finale, nella sua crudezza, ma (almeno da noi) ampiamente previsto.
la caratterizzazione di lui, a nostro umilissimo parere (sia inteso), fu un po’ stellare, ovvero (sempre per noi) un po’ scontatella.
Voi, lady Alessandra, ci avete abituato a ben altro:
1) Oh, se tu sapessi … (che ci commosse tantissimo – con allegata poesia di Ludmilla Parker, densa e profondamente bella)
2) La magia di Meg … (che, ancora, ricordiamo con attenzione)
3) Den lille pige e tutta la sua magia (ne abbiamo, ancora, i brividi)
4) Sosa … (raffinato, elegante, introspettico e geniale.)
(Come avete visto usammo quattro di tutto, a paragrafo …)
Voi, mia signora, segnaste gli anni a molti e, per ogni scrittura prodotta, avete davanti voi stessa, che vi incalza.
Abbiate la nostra profonda e radiosa stima.
Cordialità
PS: Ringraziamo, per l’attenzione, il preg.mo Sig. Salvatore Rizzi, che seguiamo da molto tempo.
Grazie
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@ LORD NINNI quattro… il mio numero preferito, e i quattro post da voi indicati sono tutti nel mio cuore. Vi ringrazio per le citazioni, segno di grande memoria e lusinghiera attenzione. Il finale “secco” fu una scelta. Concordo sulla caratterizzazione “stellare” dell’energumeno. Peraltro, esistono molti uomini così. Ehm… moltissimi, mi azzardo a dire. Certo, non fra i miei lettori.
Milord, amo sinceramente le critiche costruttive, perché aiutano a crescere.
Senza di esse, scriverei ancora le idiozie con le quali esordii su Splinder, e senza di esse non sarebbe mai nato “Alex Alliston” (poi bisogna vedere se questo è un bene per l’umanità).
Vi abbraccio.
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Un saluto pomeridiano alla MIA strega per augurarle una magnifica serata.
Ad incontrarci stasera!
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@ MARI GUERRIERA a presto, allora, MIA poetessa!
Abbraccione*
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E’ molto bello anche se agghiacciante.
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@ CHIARA sull’agghiacciante non posso certo darti torto.
Un sorriso per una serata serena.
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Buon fine settimana dal vecchio…Salvatore….!
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@ SALVATORE RIZZI ricambio con affetto!
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Bellissimo racconto che inizia quasi come un gioco…
ma che tragico finale… Troppo triste chérie…
Un abbraccio
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA troppo triste, lo so!
Non lo faccio apposta…
Un bacione grande, Michelle*
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un pugno nello stomaco con quel finale. E con quella razza di uomo.
Un abbraccio, ciao.
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@ ILI6 era un pugno voluto, cara Marirò 😛
Quanti uomini si comportano come il protagonista di questo racconto?
Un abbraccio a te, cara amica!
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Scontato e cretino, questo Stefano, come diversi uomini in circolazione
Feriscono e sanno di ferire, ma ripetono vigliaccamente a sé stessi che tanto dall’ altra parte c’ è qualcuno che aspetta e perdona sempre
Stavolta i conti non sono tornati
Mi Illumini sempre
Bacioni
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE il ritratto che fai di Stefano è perfetto!
“Ma stavolta i conti non sono tornati”.
Grazie, Mistral*
Tanti baci.
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Un gran bel racconto. Brava. A volte si sottovalutano gli effetti delle proprie azioni, superficialmente. Solo dopo ci si rende conto di quello che si è combinato. Un grande sintomo di immaturità.
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@ BRUM sono onorata e contenta!
Concordo sull’immaturità.
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Temevo che il finale potesse essere simile… Logica conclusione tra chi ormai non ha più interesse ad ascoltare e da tutto per scontato, e chi – forse per il quieto vivere, che davvero quieto non lo è mai – preferisce non dire nulla e tenere tutto dentro di sé…
http://www.wolfghost.com
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Bellissima idea dietro questo pezzo, le metafore, alcune associazioni dirette, la tua scrittura abile e un finale… shock. Un caro saluto. Univers.
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@ WOLFGHOST “temevi… vista la nostra lunga conoscenza 😛
Ottima analisi, caro lupo.
Senza emoticons? 😀
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@ UNIVERS81 forse con un po’ di presunzione, ma davo per probabile che questo racconto ti piacesse. Sono situazioni che ti appartengono. Un caro saluto a te!
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Magari se le è tagliate per un altro, o un’altra.
Povera 😦
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@ LILLOPERCASO prima un racconto che induceva a un – cauto – ottimismo, poi, per non smentirmi, ecco questo 😀
Un bacione.
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