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IL COLORE DEI NOMI »

UNA NOTTE DI SANDRA E ROBERTO

26 novembre 2013 di Alessandra Bianchi

SandraA causa dell’educazione rigida che aveva ricevuto dalla sua famiglia, Sandra non replicò quando Roberto, ormai quasi ubriaco, cominciò ad alzare la voce. Il ristorante era pieno e la donna non avrebbe mai sopportato di dare scandalo. Pensava che, se non avesse ribattuto, lui si sarebbe calmato, abbandonando l’atteggiamento litigioso che aveva assunto negli ultimi minuti.
Si sbagliava. Quando uscirono dal locale e salirono in macchina, Roberto si mise quasi a gridare.
Mentre guidava in modo nervoso, a strappi, la ricoprì di insulti, dando libero sfogo a un risentimento che evidentemente covava da tempo. Sandra guardava fisso davanti a sé, chiedendosi come fosse possibile che il ragazzo delizioso che aveva sposato si fosse trasformato in un’altra persona, arrogante e grossolana, prepotente e meschina.
Anche l’aspetto fisico era cambiato: anni prima era stato un uomo bello e atletico, che sfogava in palestra la sua aggressività e riservava a lei il suo lato più dolce; adesso aveva il viso gonfio, cosparso di venuzze,  ed era diventato corpulento. Aveva dovuto sostituire tutte le camicie e le giacche. Ma questo sarebbe stato il minimo: anche Sandra non era più una ragazzina, però aveva conservato la finezza dei lineamenti ed era ancora una donna attraente.
Entrarono in casa e nell’ascensore lui toccò il fondo. “Se almeno sapessi scopare!”, esclamò con il chiaro intento di mortificarla. “Per fortuna ho conosciuto Giovanna. Altrimenti dovrei andare avanti a seghe.”
Sandra ignorò quelle parole, anche se immaginava che fossero vere. Giovanna era il suo nuovo braccio destro in ufficio, una donna che lei giudicava volgare, ma che indubbiamente possedeva molte di quelle prerogative che piacciono ai maschi. Era alta, formosa e statuaria; probabilmente le sue misure non si discostavano di molto dal classico novanta-sessanta-novanta. Inoltre portava scritto in faccia l’amore per il sesso.
Ma, benché lo avesse supposto, quella conferma rappresentò uno dei punti più bassi della sua vita: un’umiliazione che non era disposta ad accettare, perché superava il concetto di gelosia. Era la dimostrazione definitiva di quanto poco Roberto la stimasse, era una mancanza di sensibilità che la feriva e la sgomentava; e il fatto che lui avesse bevuto non rappresentava una giustificazione, dato che si riempiva di alcool tutte le sere e in quei momenti dava libero sfogo a una natura che era diventata violenta e incontrollabile.
Molte donne se la sarebbero presa con la rivale, ma non Sandra. Malgrado non stimasse Giovanna e la considerasse un’arrampicatrice sociale, intuiva che lei non provava nulla per Roberto; se era diventata la sua amante lo aveva fatto unicamente in funzione della carriera. Lui, invece, andava a letto con lei, perché era seducente e procace. Grazie al denaro poteva permetterselo, e questo era un particolare ripugnante che conferiva un’ ulteriore nota disgustosa a un quadro che già di per sé risultava squallido. Entrarono nell’appartamento. Sandra avrebbe voluto andare subito a coricarsi, ma Roberto la costrinse a seguirlo in soggiorno. Si versò da bere, e ricominciò a offenderla.
Paragonò il suo corpo a quello di Giovanna, con la maligna soddisfazione di vedere nei suoi occhi la frustrazione che anche la più intelligente fra le donne prova se messa di fronte allo scorrere del tempo e all’impietoso confronto con un’altra donna più giovane e avvenente.
Sandra ripensò a quando lo aveva conosciuto. Era accaduto in un’altra vita, tanto distante appariva ora. Lei aveva appena finito il liceo, lui si stava per laureare. Si erano incontrati al mare. Entrambi frequentavano una scuola di vela, e quando ci fu la regata di fine corso l’istruttore li mise assieme.
All’inizio non avevano parlato molto, concentrati com’erano a mantenere il vantaggio acquisito grazie a una partenza indovinata. Roberto era un timoniere molto dotato, ma anche lei era brava al fiocco. Era una ragazza forte e sapeva muoversi in modo agile e sicuro; inoltre, lo assecondava come se formassero un equipaggio collaudato da tempo. Quando capirono che la vittoria non gli sarebbe mai sfuggita, iniziarono a chiacchierare, scoprendo molti punti in comune. Sandra se lo sarebbe mangiato, per quanto era bello; e Roberto manifestava un interesse per lei che andava oltre la semplice simpatia.
Fecero l’amore quella notte, e compresero che erano fatti l’uno per l’altra, e che la vita si era dimostrata benevole con loro: erano una coppia perfetta, e non soltanto in barca. Seguirono anni bellissimi.

Roberto biascicò che voleva il divorzio. Forse il giorno dopo si sarebbe pentito di quelle parole avventate, e di averle raccontato di Giovanna; ma adesso sembrava convinto, deciso a chiudere per sempre la loro storia. Sandra si dichiarò d’accordo. Quella sera lui aveva toccato il fondo, e non sarebbe stato possibile dimenticarlo. Non lo avrebbe mai perdonato.
Lui assunse un’espressione che voleva essere astuta, ma che tuttavia appariva patetica. “Dovresti scopare con Giovanna. Almeno scopriresti cos’è una vera donna. Forse ti aiuterebbe a superare la frigidità.”
Sandra non si degnò di rispondere. Non era frigida, non lo era mai stata. Semplicemente, non amava più fare sesso con lui, perché per lei fare l’amore era correlato al sentimento, e questo ormai si era perso lungo i crinali del tempo.
All’improvviso, con grande sorpresa della moglie, lui si accasciò per terra e iniziò a piangere. “Lo sai che non sono attratto dalle more.”, disse quasi in tono di accusa. Sandra lo fissò in silenzio. “Non c’è mai stato nulla fra me e Giovanna. Ho inventato tutto, al solo scopo di ferirti. Io amo te, e desidero unicamente te, ma tu mi detesti.”
Sandra scosse lentamente la testa. “Non detesto te.”, rispose con calma. “Ma il tuo demone.”
Roberto tirò su con il naso. “Sei sempre così controllata, così sicura di te; a volte la tua freddezza mi uccide.”
“Forse è meglio che tu vada a dormire.”
“Non voglio andare a dormire!”, protestò lui con la petulanza di un bambino che non intende rinunciare a giocare. “Voglio parlare, e desidero che tu mi ascolti!”
“Non sei nelle condizioni di dire qualcosa di sensato. E poi non ho nessuna intenzione di ascoltarti. Non dopo la disgustosa scena che hai fatto al ristorante. Questa sera hai oltrepassato ogni limite.”
Ci fu un silenzio, interrotto solamente dalle voci della notte. La prima nebbia dell’anno saliva lentamente, avvolgendo la casa nel suo manto impalpabile. “Io… vorrei che tu mi considerassi di più. Mi sono inventato la storia di Giovanna per vedere se eri gelosa; invece, non te ne importa nulla. Io non conto più per te.”
Sandra avrebbe voluto rispondergli che c’era stato un tempo, un tempo assai lontano, in cui invece lui aveva contato moltissimo per lei; avrebbe voluto dirgli che lo aveva amato con tutta se stessa, e che lo aveva stimato per quanto sapeva dimostrarsi generoso, attento e premuroso. Per il suo sorriso sincero. Per la risata allegra e contagiosa con cui accoglieva le sue battute di spirito. Per il suo spessore umano e per la sua gentilezza. Ma le cose erano cambiate. E sapeva che quel tempo, il tempo delle risate e della gioia, non sarebbe mai più tornato. Sapeva anche non intendeva più condividere i suoi giorni con lui.
Esiste sempre un istante decisivo, quando alla fine di un viaggio nelle terre della delusione, arriva il momento di dire basta, e di voltare pagina.
L’indomani avrebbe chiesto la separazione. Ignorò il suo sguardo supplice e si avviò verso la camera da letto.
Aprì la porta e indugiò per un momento.
E se Roberto avesse avuto, sebbene in minima parte, un fondo di ragione? Si era trasformato in un uomo sgradevole, è vero, però era altrettanto vero che lei non aveva mai mosso un passo nella sua direzione, trincerandosi dietro a una facciata di gelida cortesia.
“Sciocchezze!”, pensò e accese la luce.

Il vento soffiava, forte e teso. La barca a vela bordeggiava al largo, sopravento rispetto a tutte le altre. Il mare scintillava ai raggi del sole, e il sole riempiva il cielo con la sua presenza. Con le gote arrossate per l’eccitazione, Sandra esclamò: “Stiamo vincendo!” Lui le sorrise, e fu allora che lei capì che lo amava, e che lo avrebbe amato per sempre, qualsiasi cosa fosse successa. Perché non sei tu a scegliere l’amore. E’ lui che ti sceglie.

Tornò in soggiorno, prese la bottiglia di bourbon e la scaraventò sul pavimento.
Gli tese la mano. “Andiamo a letto.”, disse.

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Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag amore | 56 commenti

56 Risposte

  1. su 26 novembre 2013 a 22:32 mairitombako

    ciao persona stupenda…una notte ..che notte 😉
    un abbraccio fino a te…

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  2. su 26 novembre 2013 a 22:38 newwhitebear

    Una bella storia con un finale che non ti aspetti. La gelida, ma non troppo, Sandra è una signora compassata ma è dotata di anima e corpo e quella frase finale ne è la prova.
    Un caro abbraccio

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  3. su 26 novembre 2013 a 22:48 Alessandra Bianchi

    @ MAIRITOMBAKO anch’io ti abbraccio, cara!

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  4. su 26 novembre 2013 a 22:51 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR questa volta non sono stata cattiva 😛
    Un grande abbraccio e grazie ^^

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    • su 26 novembre 2013 a 23:29 vpindarico

      Sono stupefatto 😮

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      • su 27 novembre 2013 a 16:53 Alessandra Bianchi

        @ VPINDARICO la spiegazione è molto semplice: i miei personaggi hanno letto un tuo commento e hanno deciso di fondare un sindacato 😀

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  5. su 26 novembre 2013 a 23:12 Patrizia M.

    Bisogna avere una grande forza e soprattutto capire di amare ancora veramente una persona per superare fasi come queste che descrivi nel tuo racconto. Un finale che non ci si aspetta, ma forse lui non aveva veramente tutti i torti, di solito si dice che si è in due a sbagliare anche se magari non in parti uguale. Sarà così?? Non lo so sinceramente, ma nel racconto a quanto pare direi di si!! Brava come sempre Alessandra. Serena notte, Patrizia

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  6. su 26 novembre 2013 a 23:23 Alessandra Bianchi

    @ PATRIZIA M. vedi, cara Pat, i nostri nonni superavano insieme ogni problema: litigavano, certo, chi non litiga mai? Però, avevano un senso di comunanza che oggi sembra essersi smarrito. Alla prima difficoltà, ci si lascia, e questo secondo me non è giusto.
    Io credo che Roberto e Sandra torneranno ad amarsi. Talvolta, uno sfogo – anche se violento e fuori luogo – può servire.
    Ti ringrazio, cara, e ti auguro dolci sogni * ____________ *

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  7. su 26 novembre 2013 a 23:33 Mari

    …e quanto mi appartiene questo tuo racconto: barche a vela, sole, mare, qualche litgio, e la decisione di riprendere il timone…perché alla fine siamo noi donne a decidere..
    La MIA strega-scrittrice é sempre la migliore! Notte di morbidi sogni

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  8. su 27 novembre 2013 a 01:38 Cle Reveries

    … è forse la tua prima vera storia “a lieto fine”, 🙂
    C’è la finezza, l’eleganza, la buona educazione e tanta dignità di una donna che fa il punto sulla sua vita col suo uomo. All’inizio pieno di buone qualità, educato, allegro ed innamorato, ma col tempo si è trasformato in un estraneo volgare e cattivo, anche con sè stesso. Però l’ultimo litigio è anche il momento decisivo per mettere finalmente un punto fermo alla loro vita. E’ uno squallido litigio (scritto e reso in modo perfetto;-) ) è servito a lei, a guardarsi meglio dentro e a capire molte cose sul loro rapporto, Le ha fatto capire che deve aiutare suo marito, lui non ha mai smesso di amarla. Sta a lei, che lo ama ancora tanto, fargli riprendere la sua dignità e la sua vita di uomo ancora innamorato della sua donna!
    Sembrava una storia lamentosa sui maltrattamenti delle donne ma…. invece è
    una bella storia sulla forza delle donne!
    Un abbraccio

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  9. su 27 novembre 2013 a 14:03 salvatore rizzi

    Come sempre la narrazione è coinvolgente…inoltre condivido, New..e ti mando un saluto…Sar.

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  10. su 27 novembre 2013 a 14:48 ili6

    Racconto elegante, raffinato, carico di plumbee atmosfere che, infine, svelano squarci di luminosità.
    Se ci soffermassimo più spesso a ripensare al passato e ai suoi momenti magici forse modificheremmo decisioni e atteggiamenti del presente. Ma è il presente che si vive, non più il passato. Vero è che si cambia e vero è che si sbaglia sempre in due. Prenderne consapevolezza è un buon passo verso il futuro. Quella barca a vela non c’è più , ma ce ne sarà un’altra e se remeranno forte e bene, insieme, anche questa potrà vincere.
    Un sorriso, ciao.

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  11. su 27 novembre 2013 a 16:56 Alessandra Bianchi

    @ MARI le donne sanno essere forti, molto forti. Un uomo – e chiedo scusa ai maschietti – non riuscirebbe mai a sopportare il dolore del parto.
    Barche a vela, sole, mare: ciò che amo.
    Grazie, MIA guerriera ^^

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    • su 27 novembre 2013 a 21:54 Mari

      Dicono che i dolori del parto poi te li dimentichi. Non é vero! Ricordo tutto.
      É che secondo me si trasformano in amore…
      Baci

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      • su 27 novembre 2013 a 23:01 Alessandra Bianchi

        @ MARI ciò che hai scritto è una splendida poesia!
        Kiss.

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  12. su 27 novembre 2013 a 17:03 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES rispondendo a MARI, ho proprio parlato della forza delle donne. Hai inquadrato in modo perfetto questo racconto, non l’unico a lieto fine (mi viene in mente “Mister Charlie”), ma senz’altro fra i pochi.
    Le tue parole poi mi hanno lusingata moltissimo!
    Ti ringrazio e ricambio di cuore l’abbraccio.

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    • su 27 novembre 2013 a 18:49 Cle Reveries

      Ho riletto “Mister Charlie”, lo ricordavo perfettamente, anche se mi sembra strano che non abbia lasciato un commento. Una bellissima favola, meritava un lieto fine, altrimenti saresti stata una vera carogna 😉 !
      Questa invece è una storia molto più sottile. E’ l’analisi dei sentimenti di due che hanno equivocato tutto, e addirittura si sono assuefatti a tal punto da arrecarsi solo amarezze e sfascio. Sono inconsapevoli del fatto che si vive in due e che quotidianamente ci si migliora!
      E’ una storia a soluzione aperta e tu ci hai dato la soluzione più lieta e saggia possibile! *———*

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      • su 27 novembre 2013 a 19:12 Alessandra Bianchi

        @ CLE REVERIES mia country-lady, non sono proprio così carogna 😛
        Ma veniamo a Sandra e Roberto. Direi che ancora una volta la tua analisi è ineccepibile. Io ho cercato nei ricordi del passato… ho ripensato ai miei genitori. Anche loro litigavano, certo senza la volgarità di Roberto; ma poi trovavano sempre un accordo. La perfezione non esiste, questo è sicuro, ciò nonostante un legame può essere migliorato, giorno dopo giorno, esattamente come sostieni tu.

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  13. su 27 novembre 2013 a 17:05 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI prendo atto del tuo “quotare” e ti saluto caramente.

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  14. su 27 novembre 2013 a 17:10 Alessandra Bianchi

    @ ILI6 mi piace moltissimo il finale del tuo commento. In esso vi è ottimismo, volontà di ricostruire… vita.
    Si può sbagliare – tutti noi lo facciamo -, però si può anche cambiare, soprattutto se si rema insieme, come giustamente scrivi.
    Grazie mille e un sorriso per te!

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  15. su 27 novembre 2013 a 17:19 capehorn

    La vita impone delle scelte. Alcune sono solo singolari, altre giocoforza da affrontare in due. Quelle che sono mancate ai due personaggi. Scelte comuni, da affrontare in ogni caso in due. Rimane un rabbioso disincanto per l’uno verso l’altra.
    Se il finale é di loro due, allora hanno ritrovato o meglio trovato un obiettivo comune: riprovare a ricomporre ciò che si é spezzato, ma possibile di essere ricomposto, seppur con sforzi da ambe due.
    Se invece appartiene ad un’altra Sandra, non più legata al vecchio amore, allora lei ha deciso, forse per tutti e due o solo per se stessa, di darsi una nuova occasione. Di tornare a trovare quella che fu un tempo.
    Una donna che sa farsi scegliere dall’amore
    Perché come dice il Liga: “le donne lo sanno, le donne l’han sempre saputo”

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  16. su 27 novembre 2013 a 17:28 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN il finale di questo racconto è volutamente lasciato alla libera interpretazione di chi lo legge. Per una volta, io sono ottimista, ma potrei sbagliare…
    E in ogni caso, il mio compito, qui, è quello di scrivere, non di indirizzare in un senso o nell’altro.
    Il Liga la sa lunga…
    E a me piacciono molto le fini “incompiute” della gran parte dei romanzi di John Grisham.
    Buona serata, Cape!
    E ricordati: l’introduzione è mia 😛

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    • su 29 novembre 2013 a 17:38 capehorn

      E’ questo finale aperto che mi ha favorevolmente colpito e stupito. Di norma lasciano sempre un po’ di amaro in bocca, invece questa volta … sarà che il Natale é vicino?

      Assolutamente, niente e nessuno te lo potrà portar via .

      "Mi piace""Mi piace"


      • su 29 novembre 2013 a 19:59 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN * _____________________ *

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  17. su 27 novembre 2013 a 17:36 brumbru

    Non credo che un angelo si possa trasformare in un mostro. Prima non era l’angelo che lei credeva, oppure ora non è il mostro che lei pensa. Forse un po di tutt’e due le cose. Ma se una storia finisce, la colpa è sempre di entrambi. Di questo sono certo.

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  18. su 27 novembre 2013 a 18:32 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU non ho una sola parola da aggiungere!
    Un abbraccio.

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  19. su 27 novembre 2013 a 19:29 Roberto

    Vabbè, vabbè … e durante la notte io l’ho ammazzata lo stesso e anche radiosamente!
    Ecco.

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  20. su 27 novembre 2013 a 19:35 матрёшка

    Come sarebbe?
    Anch’io ho preso una copia, per natale, anche per Pomarev, Yarbes, Putin e Mr. Berlini.
    Ma non vengo citato lo stesso!
    Bah!
    (Se lo viene a sapere Carrick e Jack S., finisce male!)

    😯

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  21. su 27 novembre 2013 a 19:41 Jack S.

    Mi fischiano le orecchie!
    😦

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  22. su 27 novembre 2013 a 21:09 Alessandra Bianchi

    @ ROBERTO spererei di no…

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  23. su 27 novembre 2013 a 21:13 Alessandra Bianchi

    @ MATRIOSKA ma tu sei il mio numero uno!
    Certo che sarai citato 😛

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  24. su 27 novembre 2013 a 21:15 Alessandra Bianchi

    @ JACK STRAW sicuramente, è Phil Weir 😀

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  25. su 28 novembre 2013 a 01:55 suzieq11

    …..perché non sei tu a scegliere l’amore, è lui che ti sceglie…..
    Romanticona! No comment.

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    • su 28 novembre 2013 a 18:23 Alessandra Bianchi

      @ SUZIEQ11 vedrai il prossimo racconto 😀

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      • su 29 novembre 2013 a 02:51 suzieq11

        Non mi diventare troppo sdolcinata
        😛

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    • su 29 novembre 2013 a 16:35 Alessandra Bianchi

      @ SUZIEQ11 direi che il pericolo non sussiste…

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  26. su 28 novembre 2013 a 01:57 suzieq11

    L’ha ribloggato su suzieq11.

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  27. su 28 novembre 2013 a 09:59 annamaria49

    Una storia a lieto fine, pensa un po’ siamo tanto abituati che accada il contrario che ci sembra non vera. E invece molte storie coniugali sono fatte così: non bisogna demordere e riflettere su quell’amore che c’è stato e potrebbe ancora esserci.
    Hai ragione i nostri nonni portavano avanti il matrimonio con tanta pazienza e se c’era il sentimento ad unirli facevano bene: i figli hanno bisogno di certezze familiari. Ovvio che un matrimonio impregnato di violenza o di altri gravi problemi è meglio che non sia più tale.
    Sono contenta che la coppia in questione non si sciolga e quando accadono situazioni così si è sempre in due a sbagliare.
    Bravissima!
    Un caro abbraccio
    annamaria

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  28. su 28 novembre 2013 a 12:18 ombreflessuose

    Quando si è giovani, belli e forse anche benestanti, l’amore si colora con i colori dell’ arcobaleno e ci porta in capo al mondo
    Col passare degli anni, l’ “atmosfera” cambia, solo l’amore resta sempre giovane e colorato.
    Occorre coniare un aggettivo per la tua autentica
    bravura
    Grazie, un abbraccio
    Mistral

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  29. su 28 novembre 2013 a 18:25 Alessandra Bianchi

    @ SUZIEQ11 sono onorata!

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  30. su 28 novembre 2013 a 18:29 Alessandra Bianchi

    @ ANNAMARIA49 “Ovvio che un matrimonio impregnato di violenza o di altri gravi problemi è meglio che non sia più tale.”
    Questo è assolutamente vero. Negli altri casi, però, bisognerebbe seguire l’esempio dei nostri nonni.
    Grazie, e un bacione, Isabel ^^

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  31. su 28 novembre 2013 a 18:32 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE così mi fai arrossire, cara Mistral!
    Quoto il tuo “forse anche benestanti”. Sarà forse triste, ma è verissimo.
    Besos & besitos.

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  32. su 28 novembre 2013 a 18:56 koredititti

    brava, proprio brava… davvero vero. .9

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  33. su 28 novembre 2013 a 19:58 Alessandra Bianchi

    @ KOREDITITTI grazie, carisssima!

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  34. su 28 novembre 2013 a 23:21 vpindarico

    Questo è uno dei tuoi racconti che preferisco.

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  35. su 29 novembre 2013 a 16:36 Alessandra Bianchi

    @ VPINDARICO mi fa un grande piacere ^^

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  36. su 29 novembre 2013 a 21:49 ventidiprimavera

    E’ vero che spesse volte la freddezza uccide… portando
    dentro una sofferenza atroce…

    Sono in ritardo lo so, ma ci sono…
    Un abbraccio cara e dolce proseguo di serata!
    Michelle

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  37. su 29 novembre 2013 a 21:53 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA la freddezza può essere tremenda, concordo cara Michelle.
    Lo so che ci sei, chèrie!
    Je t’embrasse*

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  38. su 3 dicembre 2013 a 17:18 wolfghost

    Un finale a sorpresa: ormai sembrava fatta! 😛 Chissà se il futuro dirà che Sandra ha scelto bene…

    http://www.wolfghost.com

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  39. su 3 dicembre 2013 a 18:50 univers81

    Storia molto interessante da leggere, condotta con il solito tuo stile. Alla prossima. Univers

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  40. su 4 dicembre 2013 a 18:13 Lillopercaso

    MOLTO bello.

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  41. su 4 dicembre 2013 a 18:31 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST per una volta voglio essere ottimista: per me sì 😛

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  42. su 4 dicembre 2013 a 18:33 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS81 posto che io abbia uno stile, tu ormai lo conosci benissimo!
    Un sorriso per una buona serata*

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  43. su 4 dicembre 2013 a 18:35 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO grazie, cara Dany!

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  44. su 5 dicembre 2013 a 19:04 Lillopercaso

    E non banale. Stavolta, il lieto fine è quello che non ti aspetti!!

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  45. su 5 dicembre 2013 a 19:23 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO ti abbraccio ^^

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

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