ALESSANDRA
A Cannes soffiava sempre il Mistral.
Per questo la bambina aveva associato il vento alla felicità. Scoprì la magia del fare e l’importanza dei sogni. C’era una piccola strada che portava alla ferrovia, in direzione opposta al mare su cui si affacciava il Palais des Dunes.
Ancora adesso era in grado di ricostruire la successione dei negozi: dapprima la boulangerie del signor Mercier. Sua figlia, Janine, era la migliore amica della bambina. Spesso si sedevano su un muretto con le gambe penzoloni, sbocconcellando una baguette appena sfornata e raccontandosi quei misteriosi segreti che non appartengono agli adulti.
Si divertivano a dare un nome a ogni nuvola e a immaginare chi vivesse lassù.
Quindi c’era una cartoleria. Quello era un posto veramente magico: era pieno di penne, di quaderni, di matite colorate. Nel periodo di carnevale facevano la loro comparsa maschere di ogni tipo, coriandoli e stelle filanti. In uno scaffale disposto vicino al banco si vedeva un assortimento di scatole dai colori vivaci; ciascuna di esse prometteva un divertimento speciale. La commessa era una giovane graziosa, con i capelli biondi e gli occhi grigi; si chiamava Corinne, e le regalava sempre qualcosa. Molti anni dopo la bambina si sarebbe ricordata di lei, dando il suo nome alla protagonista di un racconto.
Poi c’era una boucherie. Jean, il proprietario, sosteneva di vendere le migliori bistecche della Costa Azzurra. Era un uomo affabile, dalle spalle larghe e con il collo taurino, che amava giocare a bocce. Sull’altro lato della ferrovia, leggermente spostata verso nord, si apriva una grande piazza che conteneva almeno venti campi. Lei non ci andava quasi mai; ma era comunque uno spettacolo osservare tutti quei vecchietti impegnati in partite che si protraevano fino al calar del sole e ascoltare le loro pittoresche imprecazioni. Proseguendo in quella direzione, si raggiungeva un porticciolo di pescatori, che un promontorio separava dalla rada di Cannes.
Dopo la macelleria, c’era una rivendita di biciclette, e, proprio al termine della via, abitava una delle due sorciere della città; però era sufficiente fermarsi prima per non correre rischi.
Tornando indietro, la bambina passava accanto al porto nuovo, per raggiungere infine la spiaggia.
Il mare era lì, che la aspettava. Una serie di rocce costituiva il confine settentrionale della baia; in quel punto l’acqua era meno pulita che nei lidi a pagamento; non c’erano ombrelloni, né ristorantini, e la sabbia era umida e piena di alghe.
Tuttavia, era il luogo ideale per giocare con la fantasia invincibile dell’infanzia. Entrava scalza nell’acqua e, camminando lungo il litorale, guardava gli alberghi lussuosi della Croisette – il Martinez, il Carlton, il Majestic – con le bandiere che sventolavano, mosse dal vento, sullo sfondo del cielo di un blu intenso. Si rimetteva le scarpe per entrare nel suo negozio preferito: un negozio che vendeva giornali e libri; lì c’era sempre un profumo speciale, di carta appena stampata e di chewing-gum alla menta.
A circa trecento metri di distanza, c’era il porto vecchio; e, dall’altra parte, l’imbocco di Rue d’Antibes, la strada dei cinema, dei bistrot e delle farmacie.
Quindi, la bambina compiva il percorso inverso fino al Palais des Dunes. Come in un rituale, si fermava davanti al Petit Lapin, un delizioso ristorante, ormai scomparso, dove aveva trascorso uno splendido compleanno; e poi ancora presso la tabaccheria sull’incrocio, da cui dipartiva un’altra via che conduceva alla Rue d’Antibes. Prima di pranzo, avrebbe giocato con il suo arco, pensando di essere Sandrine des Bois; prima di cena, avrebbe guardato il sole tramontare, e la sera farsi notte.
E una volta a letto avrebbe aspettato l’inconfondibile rumore della macchina di suo padre.
Nella sua vita, non ci fu un altro periodo simile, e a nulla valse tornare periodicamente in quella città, in cui aveva vissuto giorni tanto spensierati da apparire quasi inverosimili.
Ma un tardo pomeriggio d’inverno, dopo essersi spinta fino allo studio dell’oculista che aveva frequentato da bambina, si fermò sotto a una palma per osservare una finestra.
Fu un’attesa di pochi minuti, perché poi la luce si accese, e quella luce, e quella finestra, le stavano recando in dono un altro tipo di magia. L’incantesimo che puoi trovare a ogni angolo di strada, ma che tuttavia non sempre è possibile riconoscere.
Oppure, rappresenta soltanto un frammento e non il tutto. Un frammento destinato a svanire, assorbito dalla nebbia del ritorno, dai lacci inesorabili tesi dal destino, dall’angoscia così abile a rubare il posto alla gioia, a togliere illusioni e speranze, a cancellare anche l’ultimo squarcio di serenità.
Il cammino prosegue, dato che questa è la volontà degli dei; e ci saranno opliti e non emozioni, navi dalle vele nere e non condivisione di affetti; ci saranno giorni del colore dell’ardesia, mentre in cielo il blu scolorirà rapidamente per trasformarsi in un manto di foschia.
Poi, subentreranno noia e rassegnazione. Voltandosi indietro e guardando, attraverso le barriere del tempo e dello spazio, si scorgeranno sensazioni che furono condivise, ma che adesso sono diventate la pallida luce di una notte rischiarata da poche stelle.
Eppure un tempo, un tempo ormai così lontano da sembrare solo un sogno, le stelle brillavano a migliaia.
Quel tempo riecheggiava i passi sicuri di una bambina scalza che amava il mare e il vento.
E che amava sognare.
Ma i sogni muoiono, così come le fate.
MICHELLE (VENTIDIPRIMAVERA)
A Cannes soffiava il Mistral
su istantanee di immagini
dove il tempo che scorre
-custodisce i ricordi-
su una cornice a colori
stemperata di battiti
-e-
traboccante di sogni
attraverso emozioni
-depositate-
negli occhi e nel cuore
incanto -forse- sciolto
di una bambina scalza
che amava il mare e il vento.
I sogni che si fanno da bambini ci fanno vedere sempre le cose splendide anche quando non lo sono, perché la fantasia è illimitata, genuina e pulita, libera da condizionamenti. Nel tuo racconto lo esprimi benissimo, è come vedere la bambina mentre percorre le strade, mentre arriva al mare in una spiaggia che non è sicuramente delle migliori, ma che per lei è una vera oasi di bellezza dove potersi sentire come una principessa o come una fata. Ma il tempo cambia le cose, ce le fa vedere con occhi diversi, con occhi che vedono la realtà e quindi anche il vero aspetto dei luoghi che un tempo apparivano magici. Il grigiore prende il sopravvento sui colori, la tristezza sulla gioia di un tempo. Però basta anche un piccolo particolare a far tornare alla mente quei momenti, anche se poi le luci si spengono nuovamente.
Molto bello, veramente molto bello e come sempre con la conclusione in poesia di Michelle che rende il tutto ancora più affascinante. Complimenti ad entrambe, bravissime!!!
Ciao, dolce notte. Pat
P.S. I sogni però non muoiono se noi sappiamo mantenerli vivi, se noi lasciamo che la nostra parte bambina abbia ancora il suo spazio!!! 🙂
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Il Palazzo delle Dune… Me lo immaginavo del tutto diverso!
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i signi sono parte di cio’che siamo dentro.il nostro materiale …i nostri desideri.voglie ,,parole mai dette e pensieri nascosti e profondi perche ci sono i nostri…unici e segreti…
molto bello ,interessante ,un po intrigante un po di tutto…come lo sei tu donna misteriosa 🙂
ti abbraccio cara amica ,sereno giovedi
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… è un bellissimo viaggio nel tempo!
Una emozione ed una nostalgia che delicatamente ci raggiunge e ci trasporta lontano coi tuoi ricordi.
GRAZIE PER IL BEL DONO!
Un bacio e un abbraccio
🙂 :-*
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Grazie anche alla delicatezza, alla sensibilita’ e al talento della bravissima Michelle!
🙂
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Un dolcissimo racconto dai toni delicati e nostalgici, un affresco di sensazioni risvegliato dai ricordi.
Molto bello ed elegante,
quanto la poesia di Michelle che ne esalta il pregio.
un abbraccio ad entrambe,
siete un bel binomio di bravura.
annamaria
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Concordo con Patrizia….saluti da Sar. Sempre brava…!
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Non so se i sogni muoiono come le fate, so che c’è un tempo per credere ai sogni e alle fate. E c’è un tempo per vivere i sogni, un tempo che non ha fine…
Questa sera mi hai portato a spasso per Cannes, come due amiche a passeggio…che bello, grazie! E poi lungo la strada incontrare Michelle… insomma, stasera mi hai regalato un sogno! E ci voleva proprio…
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@ PATRIZIA M. quanto mi piacerebbe saper scrivere commenti uguali ai tuoi, cara!
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Io vorrei saper scrivere, almeno in parte, come scrivi bene tu 🙂
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@ PATRIZIA M. 😛
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@ LILLOPERCASO quel giardino, forse piccolo, per me era enorme, Daniela.
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@ MAIRITOMBAKO anch’io ti abbraccio e ti ringrazio per le tue splendide parole.
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@ CLE REVERIES mia country-lady, grazie a te, di cuore!
Anche a nome della bravissima Michelle.
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@ ANNAMARIA49 Michelle è un talento nato. Ci tengo a sottolinearlo, cara Isabel.
Baci.
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@ SALVATORE RIZZI lei sa proprio commentare bene!
Ciao, Sar, grazie!
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@ MARI i sogni aiutano a vivere meglio. Non ricordo chi lo ha detto, ma è una cosa in cui credo. E questo post per me rappresenta un sogno, anche se il finale è amaro.
Ti abbraccio, MIA guerriera.
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Ma questo é un sogno! Vissuto e ancora da vivere… non é un sogno mai sognato…
Baci alla MIA strega
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@ MARI ancora da vivere? Non lo so, MIA guerriera…
Kisses
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Mi prendi in giro 😀 ? Me lo immaginavo… più modesto!!!
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Non ti lascio altri complimenti… sarebbe la terza volta!! Me la cavo con un Like
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Troppo bello! Non ho parole adatte, però posso dire che spero di poter tornare presto da quelle parti. Grazie Cip.
Un bacio.
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Oh! Si!
à Cannes
nel blu cielo
soffiava il vento
negli occhi
su sogni e cuore
a piedi scalzi
d’una bambina
che non smise mai
d’amare il mare “et le Mistral”
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@ LILLOPERCASO lungi da me l’idea, Dany 😛
Grazie!
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@ SUZIEQ11 smack ^^
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@ VENTIDIPRIMAVERA sei una Maestra, chèrie!
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Goodnight MY witch, my favorit writer…
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Una Alessandra in versione poetico-intimista… essere eclettici è un’altra qualità notevole e sapere creare alleanze che completano la propria scrittura arricchendola con quella altrui è anche segno di grande generosità interiore, perciò altri complimenti…
a proposito della perdita di un passato che si ricorda come chimerico sono convinta che in realtà non si perda mai niente, perché un frammento è anche il “tutto”…
un abbraccio
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Un’emozione il leggerti!
Ros
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Questa, mia signora è uno dei più bei racconti che leggemmo, presso le vostre, radiose, pagine.
Classe, stile ed eleganza sono padrone del lessico.
Il tutto corroborato, vieppiù, dalla presenza di versi in rima sciolta di “colei” che Vi nobilitò con l’arte poetica.
Vorremmo sottolineare, con questo, la Vostra rimarcata bravura che, come un magnete, attira le sorgenti della fine poesia, dentro i versi.
negli occhi e nel cuore
incanto -forse- sciolto
di una bambina scalza
che amava il mare e il vento..
Cornice degna d’incanto e tripudio.
Ma, come si dice, la vita riserva un palpito ancora!
Ecco il Vostro trionfo finale:
Eppure un tempo, un tempo ormai così lontano da sembrare solo un sogno, le stelle brillavano a migliaia.
Quel tempo riecheggiava i passi sicuri di una bambina scalza che amava il mare e il vento.
E che amava sognare.
Ma i sogni muoiono, così come le fate.,
laddove il cuore e le emozioni, lasciano spazio al palpito di un tempo che fu, ma che – vestito in un ricordo – lascia il sapore della vita, stretto fra le braccia dell’innocenza.
Siete impareggiabile.
Radiosità
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Ovviamente refusi a parte!
(mai una volta, dico mai …).
😥
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@ MARI good afternoon, MY warrior!
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@ MARIA D’AMBRA io ti considero una eccezionale critica letteraria, perciò le tue parole mi fanno doppiamente piacere.
Un bacione.
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@ ROSEMARY3 ti ringrazio, cara Ros!
Un sorriso per te.
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@ LORD NINNI ho i brividi, Milord, e non scherzo!
Vi ringrazio dal profondo del cuore, anche a nome di Michelle. (Per me è un onore collaborare con lei).
Che dire?
Sono commossa. Il Vostro commento – con citazioni del testo – è bellissimo e assai gratificante.
Radiosità a Voi!
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@ LORD NINNI 2 eh eh eh: impareggiabile 😛
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Buona domenica….ragazza! Da Sar….!
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Sei una maga, ogni volta è un dolce incantesimo
Grazie, bravissima
Complimenti anche a Michelle
Bisous
Mistral
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@ SALVATORE RIZZI anche a te, ragazzo 🙂
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@ OMBREFLESSUOSE una maga? Troppo buona!
Il mio grazie più sincero, Mistral.
Besos e besitos ^^
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Ti lascio un bacio…
A te e a Michelle
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@ MARI e io lo ricambio!
Credo anche Michelle.
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Non posso che confermare quanto detto qualche post prima su questo magnifico testo. Aggiungo i complimenti a Michelle per i versi delicati e pieni di incanto.
Marirò
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@ ILI6 è stato proprio dalle osservazioni relative a questo testo, inserito come commento, che mi è venuto il desiderio di riproporlo in forma di post. Grazie ancora, dunque, cara Marirò.
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Ricordavo il post. Probabilmente anche l’altra volta devo averti detto: “i sogni non muoiono mai.” O qualcosa del genere.
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In uno dei tuoi racconti commentai che la conoscenza di Cannes e il frequente ricordarla erano certamente sintomo di un tuo reale passato lì… e potrebbe essere proprio questo post! 😀
Vero che nell’avventura della vita non si ripassa dal via, ma… è anche vero che c’è chi bei periodi da ricordare non li ha mai avuti e che, un giorno, solo quelli avremo 🙂 Sono pezzi di vita che prima o poi ricorderemo con un sorriso, contenti solo di averli avuti. E pazienza se sono “andati”… è la vita 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ BRUM credo proprio che sia così.
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Le mie risposte sono sempre molto scontate, specie per chi mi conosca. Ne do due a lprezzo di una.
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@ BRUMBRU non dire così 😛
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@ WOLFGHOST è esattamente come dici tu: ho trascorso la mia infanzia a Cannes.
Profondo (come sempre) nella seconda parte del commento!
E’ la vita… 😀
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Immaginavo… senza esserci stata, e per un pezzo, così bene non potresti descriverli nemmeno documentandoti 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST è vero. Inoltre, da adulta, ci sono tornata varie volte.
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Intima, elegante, mai banale. Buon pezzo, complimenti cara. A rileggerci. Univers
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@ UNIVERS81 sei molto caro, amico mio.
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