Phil ricordava che una decina di metri sotto c’era una cengia. Si era lanciato nel vuoto contando di afferrarsi alla roccia; da lì poi avrebbe preso un sentiero che lo avrebbe fatto risalire, portandolo proprio dietro ai due federali. Le sue dita sfiorarono la sporgenza, però non riuscirono ad effettuare una presa sufficientemente salda.
Weir precipitò nel burrone.
Se fosse atterrato direttamente sul fondo della scarpata, sarebbe morto sul colpo; ma, per sua fortuna, le fronde di un albero frenarono la caduta. Weir si attaccò a un grosso ramo, dondolando nell’aria per qualche secondo, quindi si lasciò andare. Evitò per un soffio una fila di macigni acuminati, simili a giganteschi denti aguzzi, e finì in un piccolo specchio d’acqua. L’impatto gli svuotò l’aria dai polmoni. Sebbene fosse estate, l’acqua era talmente gelida che gli ghiacciò i testicoli. Tentò di raggiungere la riva, ma era completamente intorpidito. Dopo poche bracciate, il lago parve risucchiarlo in una morsa d’acciaio. Riemerse con un disperato sforzo di volontà, ma l’acqua lo catturò nuovamente chiudendosi su di lui.
Provava un terribile bisogno di respirare, tuttavia si costrinse a tenere la bocca chiusa e lottò per risalire. Poi le forze lo abbandonarono. Si rese conto che stava per morire, eppure non provò paura: solo un senso di distaccato stupore. Era come se si osservasse dall’esterno e ciò che vedeva non gli procurava alcuna sensazione particolare. Non era lui quello che affogava, bensì un altro Phil Weir, un Phil Weir che non conosceva.
E all’improvviso si sentì felice. Aveva raggiunto il karma. Si trovava in una dimensione parallela fatta solo di luci; il silenzio era assoluto, e provò un senso di pace che non aveva mai sperimentato in tutta la sua vita. Da molto lontano, lentamente, arrivò un suono ed era una musica bellissima: il fruscio delle foglie accarezzate dal vento, il rumore della risacca, la pioggia che tamburellava sui vetri della finestra in una fresca mattina primaverile.
Tornò nella Green Valley, com’era prima dell’intervento dell’uomo. Rivide i boschi percorsi dalla brezza, i ruscelli gorgoglianti, i prati illuminati dal sole, i fiori dai colori stupefacenti. Sentì il canto degli uccellini e ritrovò le tracce di un vecchio, maestoso, cervo. Assaporò il profumo squisito della natura e rammentò le notti stellate. Le sue labbra si schiusero in un sorriso. Bevve e l’acqua gelida lo riportò alla realtà. Non doveva arrendersi: il suo compito non era ancora terminato. Impresse nelle gambe tutta la forza che ancora gli rimaneva. Incominciò a risalire. Ma la superficie era troppo lontana; capì che non sarebbe mai riuscito a salvarsi. Accettò la morte… e in quel momento respirò.
Era riemerso. La testa gli doleva in modo terribile; aveva male alle ossa; la ferita alla gamba pulsava. Ignorò la sofferenza e nuotò verso la riva. Distava solo pochi metri, ma quando sollevò il capo per guardare scoprì che non esisteva alcuna riva: il laghetto era circondato da un muro di roccia. Un muro privo di appigli che si innalzava ripido e impraticabile, come un mostruoso cilindro.
Phil si mise a dorso per riprendere fiato. Era impossibile uscire da quella prigione di ghiaccio, ciononostante si rifiutò di arrendersi. Scrutò con attenzione la parete della montagna, alla ricerca di una venatura che gli permettesse di arrampicarsi. La roccia sembrava farsi beffa di lui: era liscia come una palla da bigliardo. In quel momento un gorgo lo trascinò di nuovo sotto. Si ritrovò in un inferno di freddo e smise di lottare. Finì contro uno spuntone e la fiammata di dolore lo riscosse per un attimo.
Vide un buco nero che penetrava nella montagna. Non sapeva dove conduceva. Era probabile che fosse a fondo cieco. Tuttavia rappresentava anche l’ultima speranza. Tornò a galla. Fu tentato di ricorrere all’iperventilazione, ma sapeva che era un procedimento pericoloso, dato che riducendo l’anidride carbonica creava un’illusoria tranquillità in carenza di ossigeno, perciò si limitò a un unico, profondo, respiro.
Nuotando soltanto con le gambe, le braccia tese davanti a sé, entrò in un mondo di tenebra. Il cunicolo si restringeva man mano che procedeva, tanto che urtò più volte contro le sporgenze appuntite che costituivano i due lati del tunnel subacqueo. Era sospinto dall’ira, non dal panico. Un’ira violenta nei confronti dei militari, dell’ FBI, di Elizabeth.
Il passaggio divenne ancora più stretto e a un certo punto Phil si trovò imprigionato. Non poteva andare avanti, né tornare indietro. Si sentì soffocare.
Per vincere il terrore liberò lo spirito.
Aum
Incominciò a scalciare furiosamente. Avanzò centimetro dopo centimetro, ignorando i morsi della roccia. Era una situazione da incubo, ma si impose di non perdere il controllo dei nervi. Si spezzò le unghie, raspando contro la parete del tunnel. Il dolore alimentò la sua forza; continuò a nuotare, attingendo a ogni risorsa. Strinse le spalle e allungò le braccia, mentre muoveva le gambe come pistoni. Con un ultimo sforzo immane riuscì a evadere da quella trappola mortale. Il tunnel si allargò, consentendogli di procedere in modo più rapido.
Benché fosse ai limiti dell’esaurimento fisico, aveva trovato nuovo coraggio dalla corrente che lo ostacolava. Questo significava che il fiume sotterraneo portava a uno sbocco. Il problema era quanto lontano fosse, perché i polmoni gli sembravano sul punto di scoppiare. A un tratto vide una luce, probabilmente il riverbero del sole sulla superficie dell’acqua. Lo colse un ardente desiderio di rivedere il cielo, di sottrarsi a quel budello infernale. Nuotò con rinnovato vigore verso la salvezza. Fu sfiorato da una creatura guizzante; pensò che fosse un pesce, forse una trota: era un altro segnale positivo. L’intensità della luce aumentava. Era vicinissimo a quella che doveva essere una sorgente oppure il tratto all’aperto del fiume.
Un ultimo sforzo, si disse.
Poi andò a sbattere contro una lastra di roccia che bloccava il passaggio.
Non sarebbe mai uscito da lì.
UN SOGNO AMERICANO 20
29 ottobre 2013 di Alessandra Bianchi
44 Risposte
sei tremenda..non mi stanco dirti questo mai 😉
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Veramente notevole questo nuovo episodio pieno di grinta e di tensione tanto che il lettore si immedesima in Phil, lottando con lui per uscire dalla situazione critica nel quale si trova.
Se l’acqua fluisce, se un pesce guizza, il lastrone non può bloccarlo.
Però tu sei una meastra nel disegnare le opzioni di pericolo e di risolverle con maestria.
Alla prossima.
Un caro abbraccio.
O.T. dal ricordo della precedente lettura mi sembra questa ancora migliorata.
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@ MAIRITOMBAKO un po’ tremenda lo sono, è vero 😀
Un bacione!
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio moltissimo.
In certi frangenti si è spinti a tifare anche per chi, magari, non gode di eccessive simpatie… vedi Phil Weir, nella fattispecie.
O.T. ogni capitolo viene riveduto e corretto.
Un grande abbraccio.
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.. strepitoooosoo!
*—-*
OT: mi son ancor contro i fati! 😀 :-*
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@ CLE REVERIES ma grazie!!!!
O.T. siamo in due, allora 😦
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Ogni volta ‘sto Phil stupisce e mentre sembra non farcela riesce a trovare l’energia….ufffff….
Sei brava brava come pochi MIA strega!
Un bacione!
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non per sperticarmi in elogi ma…
narrare al passato remoto senza annoiare è veramente difficile,
very nice
TADS
ps: non amo il genere, seguo la forma 😉
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Dimenticavo: la vignetta é semplicemente splendida! Ma te lo avevo già detto….
Lui é una persona speciale….
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@ MARI Phil, a suo modo, è speciale.
Quattro bacioni, MIA guerriera, e grazie!
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@ TADS passato remoto… sì, devo dire che lo uso spesso.
Per me la forma va benissimo 😛
Un sorriso per te.
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@ MARI la vignetta, davvero fantastica, è del mio amico Lord Ninni ^^
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Ma che brava, Alessandra! Sequenze narrative veloci ed efficaci, connotazione al cardiopalmo, lessico raffinato:dieci e lode!
Ma dietro quel lastrone c’è magic Paula, vero? 😉
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leggendo mi è venuta una sensazione di claustrofobia… bravissima–
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Tensione thriller in questa puntata, da pericolo imminente ma credo che il nostro Phil ce la farà a spuntarla… salvo essere immancabilmente smentito, si intende. A presto. Univers
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Ma nooo! Ma che sfortuna…..Adesso rimane lì come un salame? Fai qualcosa, poveretto o mi si congela tutto. Però scusa,sei un po’ fetente, gli mancava solo che gli caschino tutti i denti e poi è a posto…..
Donna senza pietà! Però mi è piaciuto!
😀
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Si libererà? Non si libererà? Questo è il dilemma…
Che fortuna, però… questo Phil… 🙂
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“…anche per quel motivo, spesso, lo quoto, come in questo caso.!” Saluti da Salvatore.
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ahahah intanto la vignetta è troppo forte! Stra-autoironica! 😀
Ma noooooo, povero! Sai che penso che in fondo se l’è cercata, ma così, lottando in questo modo per poi non farcela, è davvero troppo, perfino per lui!
Sei cattiva e crudele! 😦 😀
La descrizione è talmente ben fatta, vivida ed accurata da far provare al lettore un vero stato di angoscia. O almeno così è stato per me! 😉
http://www.wolfghost.com
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La fine (?) di Phil mi ricorda quella del trombettiere di “Holliwood Party”, penso che avanti a lui nella classifica dei redivivi ci sia solo Tex Willer 🙂
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@ ILI6 sono lusingatatissima, amica mia!
Magic Paula?
Forse 😛
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@ KOREDITITTI ti ringrazio, cara!
(Era il mio intento).
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@ UNIVERS81 qui non posso dire nulla…
Sono lieta di aver suscitato tensione.
Besos.
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@ SUZIEQ11 donna senza pietà, dici, però tutti lo volevano vedere morto 😀
Ma…
Sono contenta che la lettura ti sia piaciuta 🙂
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@ BRUMBRU bella la citazione di Amleto!
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@ SALVATORE RIZZI lo avevo intuito, caro Sar.
Saluti ricambiati ^^
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@ WOLFGHOST la mia crudeltà è nota 😀
E l’autoironia mi piace 😛
L’ultima frase del tuo graditissimo commento rischia di farmi montare la testa 🙂
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Oh, non credo che succederà 🙂 Comunque è assolutamente vero quanto da me dichiarato 😉
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@ WOLFGHOST mi conosci bene, caro lupo 😛
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@ URIEL sei fortissimo!
E grazie per i grandi accostamenti.
In quanto alla fine di Phil…
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Certo che sei riuscita a tenermi sospesa fino all’ultimo
ho trovato quest’ episodio intensamente tremendo…
Dolce e serena notte Alessandra, un abbraccio
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA a me è piaciuto molto scriverlo. Adesso sono indecisa. Non so se postare il nuovo capitolo del “Fattore B” o, date le circostanze, un nuovo episodio di Phil.
Ti auguro una notte stellata, mia grande amica!
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Volerlo morto è un conto, ma questa è perversione, accanimento puro!
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Devi fare quaalcosa, dopo tutta questa lotta non
può morire cosi…
Gros bisous ma chère et bonne journèe
Michelle
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@ SUZIEQ11 e non è finita qui 😀
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@ VENTIDIPRIMAVERA vedremo, chou*
Gros bisous a toi aussi, Michelle.
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Cara Ale, anche questo un capitolo stupefacente, un incubo da “vivere” parola per parola… complimenti a go-go!
bacio
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La puntata è una radiosa manifestazione scenica della precedente estensione.
Quasi, preferimmo l’attuale, alla pregressa.
Tuttavia, faro e luce del 2discorso” rimane la vignetta riassuntiva e solutoria del racconto stesso.
Siete grande Milady!
Salutazioni e indefinite radiosità
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@ MARIA D’AMBRA un incubo “da vivere”: che bella espressione, cara!
Due baci**
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@ LORD NINNI la Vostra vignetta è indubbiamente strepitosa, Milord.
Spero che la prossima puntata non deluda le aspettative.
Grazie e cordiali radiosità ^^
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🙂
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@ BRUM 😛
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Grande Alessandra, lasci senza respiro
Phil è una canaglia, ma è anche uno che non perde mai la testa
Grazie
Abbraccio
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE concordo con te riguardo al giudizio su Phil.
Sono contenta di lasciare senza respiro…
Ti abbraccio anch’io, Mistral, e ti ringrazio!
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