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UN SOGNO AMERICANO 19

22 ottobre 2013 di Alessandra Bianchi

La valle di Phil 2Weir alzò lentamente le braccia sopra la testa.
Davanti a sé ora vedeva Paola Chianese e Sidney Saryo. Entrambi impugnavano una pistola.
Questa volta sei spacciato, ragazzo!
Lanciò uno sguardo torvo a Liz. Ci voleva poco a capire chi lo aveva tradito. Poi si costrinse a sorridere. “Buon giorno, agente Chianese! A cosa debbo questo onore?”
Rispose Saryo. “Due omicidi, un tentato omicidio e il forte sospetto di altre due “esecuzioni”. Non ha mai conosciuto un certo Freiberg?”
“Perché, dovrei?”
“Adesso basta!”, intimò Paola. “Faccia a terra e mani dietro alla nuca!”
Phil obbedì. Si stese a pancia in giù, chiedendosi cosa aveva spinto Liz a chiamare i federali. Lui non sbagliava mai a giudicare la gente, ma in questo caso aveva preso un granchio colossale. Patsy non era morta per colpa sua, bensì a causa della follia di Elizabeth. Non riusciva a trovare una sola ragione plausibile che potesse giustificare il comportamento della ragazza. Sentì i passi di Paola che si avvicinavano, vide due belle caviglie sottili.
Era l’unica possibilità che gli rimaneva.
Se aveva una dote, era la prontezza di riflessi: ne aveva dato prova sia quando lavorava come broker, sia quando aveva eliminato Jack Straw, Tom Collins e quel lurido trafficante d’armi.
Scattò con la rapidità di un leopardo: afferrò le caviglie della donna e diede un forte strattone verso l’alto. Paola finì a gambe levate.
Weir si alzò e corse verso la foresta. Il dolore lo raggiunse un istante prima del rumore dello sparo. Cadde per terra con un mugolio, ma si rialzò subito. Scartò di lato ed evitò di un soffio la seconda pallottola. Udì un terzo sparo e capì che adesso erano in due a prenderlo di mira. La gamba gli faceva un male atroce, ma sapeva che non avrebbero sbagliato un’altra volta: si tuffò in una macchia di vegetazione, scomparendo provvisoriamente alla vista.
Si tirò su e zoppicando risalì il fianco della montagna. Era menomato e i due agenti erano giovani e in perfetta forma fisica; tuttavia, ignorò il dolore e si inerpicò sulla scarpata. A un centinaio di metri di distanza c’era una grotta, la cui apertura era nascosta da una grossa roccia. Se fosse riuscito a raggiungerla prima che gli fossero addosso, avrebbe avuto ancora una chance. Non erano dei ranger, non sapevano seguire le tracce né individuare ogni anfratto del terreno: erano abituati a muoversi in città, mentre lui conosceva a menadito quella zona. Ci fu un nuovo sparo, che però era indirizzato lontano. Weir strinse i denti e continuò a trascinarsi verso la caverna. Li sentì incespicare; uno dei due doveva essere scivolato. Era pronto a scommettere che non si erano messi delle calzature adatte a un inseguimento nei boschi.
Ora la grotta era vicinissima e con essa la salvezza. Phil si disse che Paola Chianese era un’agente dell’ FBI: laureata, sofisticata, colta, ma che probabilmente, prima di quel giorno, non aveva mai sparato a nessuno. Intuiva che, se l’avesse sfidata a farlo, non sarebbe riuscita a ucciderlo a sangue freddo.
Ma forse l’altro sì.
Si raddrizzò e cercò di accelerare l’andatura.
Malgrado la menomazione, stava guadagnando terreno. Con le loro scarpette da città non riuscivano a tenergli dietro. Ancora pochi metri e avrebbe trovato una siepe; superata quella, avrebbe raggiunto l’imboccatura della caverna. Oltrepassò la siepe, ma a un tratto vacillò. Incominciava ad avvertire la stanchezza, la testa gli pulsava come se avesse la febbre e la gamba gli trasmetteva violente vampate di dolore. Era madido di un sudore malsano, provocato dalla pallottola; la sete lo divorava.
Coraggio, sei quasi arrivato!
Adesso i passi dei suoi inseguitori si stavano allontanando; avevano imboccato una pista che conduceva in direzione opposta. Era la riprova che non si trovavano nel loro elemento. Phil trasse un sospiro di sollievo e si fermò per qualche secondo a riprendere fiato. Il sole stava salendo rapidamente nel cielo; nei punti in cui i suoi raggi filtravano attraverso la cupola di fronde, il sottobosco riluceva di una luce calda e dorata. Un vento tiepido portava con sé un lontano profumo di fiori. Phil si rimise in cammino con l’animo più sereno.
Poi però udì un’esclamazione e comprese che si erano resi conto di aver sbagliato strada. Paola Chianese disse qualcosa a proposito del sangue. Subito dopo i passi tornarono ad avvicinarsi. Weir era in grado di riconoscerli: agili e leggeri quelli della donna, che correva sulla punta dei piedi; più pesanti quelli dell’uomo, che appoggiava prima il peso sul tallone.
Ma ormai era in prossimità della grotta. Un ultimo sforzo e sarebbe entrato nel rifugio. I federali sarebbero passati oltre, senza notare quel nascondiglio incassato nella montagna; avrebbero perso tempo ed energie, cercandolo invano altrove. Una volta che fosse sopraggiunta la notte sarebbe stato nuovamente libero di agire.
Finalmente vide il macigno che celava l’ingresso della caverna. Era facilmente riconoscibile perché sembrava l’opera di uno scultore; infinite piogge lo avevano levigato, conferendogli una forma perfettamente simmetrica.
Ce l’ho fatta!
Barcollò ancora, ma con un enorme sforzo di volontà riuscì a non cadere. Il mondo sembrava ondeggiare attorno a lui, come se fosse una nave investita da una tempesta. Un passo dopo l’altro si avvicinò al pertugio scavato nella roccia. Aveva la mente attraversata da strane immagini: il sorriso di Patsy, un mattino luminoso in cui aveva fatto l’amore con lei, il ricordo nitido dei tramonti che infuocavano la Green Valley. Scrollò la testa e percorse gli ultimi metri.
Gli sarebbero bastati pochi secondi per mettersi in salvo. Ma si mosse troppo lentamente. Sentì le loro voci concitate e capì che erano dietro di lui. Si fermò e si guardò attorno. Fece un profondo respiro e cambiò direzione, correndo per quanto poteva verso un sentiero che portava al valico.
Fu un errore. In quel momento, i federali sbucarono alle sue spalle.
“Fermo!”, gridò la donna.
“Phil si voltò. Ebbe la visione di una cella buia, dove non penetrava la luce del sole. Scorse le fila dei detenuti, tutti ugualmente grigi e disperati. Il suono di una campana avrebbe scandito ogni attimo della sua vita. Una sudicia branda, chiusa fra quattro mura, avrebbe sostituito i prati che tanto amava. Al posto del cielo sconfinato ci sarebbe stato un soffitto polveroso. Il vento non sarebbe riuscito a raggiungerlo, ed egli avrebbe dimenticato la gioia che provava quando lo sentiva sulla pelle. Non ci sarebbe stato più un ruscello in cui lavarsi.
“Mi arrendo.”, disse in tono neutro.
Paola colse una strana luce di trionfo nei suoi occhi. Corrugò la fronte e stava per ordinargli di mettersi a terra, quando Weir spiccò un balzo e precipitò nel burrone che si apriva sotto ai suoi piedi.
 
Paola si affacciò sul baratro. Non riuscì a vedere Weir. La donna si sentiva in colpa. Era stata un’azione preparata male, e la responsabilità di quel fallimento ricadeva su di lei. Non avrebbe voluto che Weir morisse: il suo compito era quello di assicurarlo alla giustizia in modo che fosse processato. Si era comportata con troppa leggerezza, dando per scontato che sarebbe stato sufficiente dire “FBI, non ti muovere!” per indurre Weir alla resa. Invece avrebbe dovuto pianificare con maggiore cura quell’operazione.
Saryo si accese una sigaretta. “Non è stata colpa tua, Magic.”, disse, quasi le avesse letto nel pensiero. La conosceva bene e gli bastava guardarla in faccia per capire che era profondamente amareggiata.
Paola scosse la testa, poi tornò a guardare il burrone. “Dobbiamo recuperare la salma. Sidney, per favore, chiama la centrale. Chiedi un altro elicottero.”
Tornarono stancamente al pick-up e Saryo riferì a Liz quello che era successo. Le sue parole furono accolte da una risata stridula. I due agenti osservarono la ragazza, perplessi. “Non è morto!”, sbottò Elizabeth. “Lui… non muore così facilmente. E adesso verrà qui per uccidermi.”

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Pubblicato su un sogno americano | Contrassegnato da tag Phil Weir | 48 commenti

48 Risposte

  1. su 22 ottobre 2013 a 19:11 ombreflessuose

    Incalzante, senza un attimo di stasi, una corsa affannosa dietro Phil e gli agenti
    Ho partecipato con tanta emozione a questo bellissimo episodio e conoscendo un po’ il tuo stile e bravura, Liz, fa bene ad avere paura, perché lui non è morto, ha sette vite come i gatti ( se mi sbaglio, pazienza)
    Bravissima, davvero
    Abbracci
    Mistral

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  2. su 22 ottobre 2013 a 19:14 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE dalle mie parti si usa dire che l’erba grama non muore mai 😀
    Liz fa molto bene ad avere paura…
    Grazie, cara amica!
    Un bacione, Mistral*

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  3. su 22 ottobre 2013 a 20:27 newwhitebear

    Dire bello, sembra quasi voler sminuire la forza del racconto. Intenso, incalzante, senza una sbavatura che faccia calare la tensione narrativa ci accompagna dall’inizio alla fine.
    Certo che Liz tremi, conosce Phil e sa che è duro a morire.
    Un grande abbraccio

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  4. su 22 ottobre 2013 a 20:28 mairitombako

    ma che bella aventura ogni volta leggerti
    mi lasci senza fiato..senza respiro ,mi fai sentire che vivo anchio in ogni episodio grazie di cuore cara amica mia
    sei grande!!!

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  5. su 22 ottobre 2013 a 20:43 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR ti ringrazio moltissimo, caro amico!
    Un abbraccione.

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  6. su 22 ottobre 2013 a 20:45 Alessandra Bianchi

    @ MAIRITOMBAKO il tuo commento mi fa arrossire.
    Grazie di cuore, amica mia ^^

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  7. su 22 ottobre 2013 a 21:02 Mari

    Mi é venuto il fiatone! Phil tanto é pessimo tanto é capace di una grande forza di volontà e astuzia…
    Brava bravissima! Il tuo talento é notevole….direi notevolissimo!!!
    Baci

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  8. su 22 ottobre 2013 a 21:12 Alessandra Bianchi

    @ MARI esatto: “Phil tanto è pessimo tanto è capace di una grande forza di volontà e astuzia”… e lo dimostrerà ancora.
    Ti ringrazio infinitamente, MIA guerriera.
    Baci a te, Marina.

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  9. su 22 ottobre 2013 a 22:43 ili6

    Ho iniziato la lettura che quasi stavo dormendo dalla stanchezza per una giornata faticosissima e ora sono più che sveglia! sarà che ho corso con Phil verso la salvezza? No, impossibile! Phil mi sta simpatico a metà, lo sai. Ma l’incalzare della tensione narrativa ha fatto il suo effetto.
    Bravissima Alessandra,
    attendo già il capitolo ventesimo.

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  10. su 23 ottobre 2013 a 07:07 koredititti

    complimenti, merita una lettura più attenta ripasso stasera..

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  11. su 23 ottobre 2013 a 19:01 Alessandra Bianchi

    @ ILI6 il tuo è un grandissimo complimento!
    Grazie, Marirò.
    (Il ventesimo arriverà al più presto).

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  12. su 23 ottobre 2013 a 19:03 Alessandra Bianchi

    @ KOREDITITTI ti aspetto, cara 😛

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  13. su 23 ottobre 2013 a 20:45 Mari

    MIA strega, MIA scrittrice, sognamo anche noi un sogno americano… 😀 😉

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  14. su 23 ottobre 2013 a 21:00 Alessandra Bianchi

    @ MARI sarebbe veramente bello, MIA guerriera!

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  15. su 24 ottobre 2013 a 20:19 Mari

    Per la MIA strega ogni desiderio….

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  16. su 24 ottobre 2013 a 20:34 Alessandra Bianchi

    @ MARI così per la MIA guerriera…

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  17. su 25 ottobre 2013 a 00:37 ventidiprimavera

    Un pezzo che ho trovato frenetico e bellissimo
    letto tutto d’un fiato, senza quasi respirare e credo
    che Liz possa avere ben paura…

    Un bacione cara e dolce notte
    Michelle

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  18. su 25 ottobre 2013 a 09:02 Uriel

    Che catturare mai non si possa questa dannata Primula rossa! 🙂

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  19. su 25 ottobre 2013 a 09:51 wolfghost

    Un capitolo che tiene inchiodati al blog 😉 Non so se davvero Phil se la sia cavata o meno, dipende da quanto a lungo l’autrice del romanzo pensa ancora di farlo durare 😀 Mentre lo leggevo, immaginavo un finale “romantico” (si fa per dire) con Phil che riesce sì a seminare i federali grazie alla grotta ma che non riesce a sopravvivere alla ferita e che muore immergendosi nel suo adorato universo…
    Comunque, per quanto si possa avere simpatia per questo personaggio, resta un pluriomicida senza troppi scrupoli. Paola non ha affatto fallito, ha eliminato un individuo molto pericoloso… o perlomeno così sembra! 😉

    http://www.wolfghost.com

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  20. su 25 ottobre 2013 a 10:21 TADS

    ciao Alessandra,
    ecco, quando si arriva a trasmettere ai lettori gli stati d’animo dei protagonisti in modo così penetrante si è raggiunto l’obiettivo.
    Ottimo

    TADS

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  21. su 25 ottobre 2013 a 13:52 Cle Reveries

    Il numero 19 è il capitolo capolavoro,da considerare nelle sue splendide incalzanti descrizioni delle azioni e dei sentimenti dei suoi protagonisti. Prima della pubblicazione dell’anteprima del numero 20, avrei chiesto: “…ma Phil non muore, vero?”
    Ora posso dire con le parole sentite da qualche parte d’Italia, “l’erba trista non la vuole manco Cristo”.
    E’ così?
    *———–*

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  22. su 25 ottobre 2013 a 16:04 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA Liz conosce bene Weir, i due agenti dell’FBI no…
    Un abbraccio, Michelle, e l’augurio di una serata felice.
    Grazie, chou*

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  23. su 25 ottobre 2013 a 16:06 Alessandra Bianchi

    @ URIEL chi lo sa, amico mio… 😛

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  24. su 25 ottobre 2013 a 16:10 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST non posso dire molto, ma mi sa che…
    E no, devo proprio tacere 🙂
    Concordo con te sul fatto che Phil non sia un tipo esattamente raccomandabile.
    Ti ringrazio, lupissimo!

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  25. su 25 ottobre 2013 a 16:12 Alessandra Bianchi

    @ TADS il tuo commento mi lusinga moltissimo.
    Grazie. E un caro saluto ^^

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  26. su 25 ottobre 2013 a 16:16 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES anche dalle mie parti c’è un detto simile.
    Altro non posso aggiungere, se non un caloroso ringraziamento per le parole che hai scritto!
    Lots of love * _____________ *

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    • su 25 ottobre 2013 a 17:47 Cle Reveries

      …ma cosa è successo al numero 20?
      ^-^ :-*

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  27. su 25 ottobre 2013 a 17:59 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES era solo una prova.
    Ma arriverà 😀

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    • su 25 ottobre 2013 a 18:59 Cle Reveries

      Eh, cosi non vale! 😉

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      • su 25 ottobre 2013 a 19:34 Alessandra Bianchi

        @ CLE REVERIES lo ammetto 😦

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  28. su 25 ottobre 2013 a 21:12 Mari

    Kiss goodnight

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  29. su 25 ottobre 2013 a 21:21 Alessandra Bianchi

    @ MARI happy dreams!

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  30. su 25 ottobre 2013 a 23:49 ventisqueras

    mi dispiaccio solo di una cosa, che non ho tempo per leggere i precedenti capitoli
    molto avvincente
    passa una notte serena
    Ven

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  31. su 26 ottobre 2013 a 11:48 maria d'ambra

    A costo di ripetermi non posso che concordare con i commenti precedenti. Si tratta di un capitolo veramente eccezionale, ineccepibile da qualsiasi punto lo si esamini… un piacere a tutto tondo per il fortunato lettore che incontra i tuoi scritti. Purtroppo sappiamo bene come l’editoria italiana sia incapace di premiare chi merita…
    un bacione

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  32. su 26 ottobre 2013 a 13:19 salvatore rizzi

    Quoto, New…per il sentire….saluti da Sar.

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  33. su 26 ottobre 2013 a 16:23 Alessandra Bianchi

    @ VENTISQUERAS benvenuta nel mio blog!
    Scriverò anche racconti singoli, comunque. E molti ne ho scritti in passato.
    Grazie e un caro saluto, Ven.

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  34. su 26 ottobre 2013 a 16:27 Alessandra Bianchi

    @ MARIA D’AMBRA in effetti, ho ricevuto commenti bellissimi che mi hanno fatto davvero piacere. Il tuo, naturalmente, è fra questi.
    L’editoria italiana… ormai mi sono rassegnata.
    D’altro canto, vanno forte i libri di cucina 😦
    Due bacioni, cara amica**

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  35. su 26 ottobre 2013 a 16:29 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI fra voi c’è un feeling speciale.
    Un salutone, “vecchio” Sar.

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  36. su 26 ottobre 2013 a 21:05 Mari

    Nell’attesa di dormire un’ora di più….buonanotte MIA strega-scrittrice

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  37. su 26 ottobre 2013 a 21:28 Alessandra Bianchi

    @ MARI sleep well, MY warrior.

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  38. su 26 ottobre 2013 a 21:39 ventidiprimavera

    Di passaggio cara amica per augurarti
    una dolce e serena notte
    e una radiosa domenica…
    Un caro abbraccio
    Michelle

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  39. su 26 ottobre 2013 a 22:23 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA grazie, tesoro!
    Ricambio di cuore.

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  40. su 28 ottobre 2013 a 08:36 brumbru

    Liz ha avuto la sua vendetta, ma la paga a caro prezzo. I fantasmi sono i più difficili da far scomparire.
    Bel capitolo.

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  41. su 28 ottobre 2013 a 19:39 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU posto che sia un fantasma…
    Bel capitolo? Ne sono davvero contenta!

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  42. su 30 ottobre 2013 a 01:40 univers81

    Puntata molto interessante perchè si nota un innalzamento vertiginoso del ritmo narrativo. E un ‘demonio’ come Phil non si trova comunemente tutti i giorni. Brava, a rileggerci presto. Univers.

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  43. su 30 ottobre 2013 a 02:18 suzieq11

    Ma che bello! L’ho letto tutto di un fiato…..
    Meglio morire piuttosto che finire i propri giorni in una cella, meglio buttarsi nel verde e nell’oro del sole.
    Brava brava brava!
    Bacione a Cip

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  44. su 30 ottobre 2013 a 21:20 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS81 mi piace molto la tua definizione di Phil.
    Baci.

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  45. su 30 ottobre 2013 a 21:22 Alessandra Bianchi

    @ SUZIEQ11 anch’io avrei fatto come lui.
    Grazie, Ciop, e bacione ricambiato.

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
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    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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