Phil seguì una pista che si inoltrava nel folto degli alberi. Dopo una serie di curve, il sentiero si interruppe bruscamente davanti a una parete di roccia. Weir scese di una cinquantina di metri, lungo un pendio scosceso, e trovò un’altra mulattiera, parallela alla prima, che girava intorno alla montagna. Era guidato dal chiarore lunare, quella notte particolarmente intenso, e non ebbe bisogno di usare la torcia elettrica. Si era chiesto più volte chi avesse tracciato quei sentieri, pervenendo alla conclusione che dovevano essere stati gli indiani, in un passato molto lontano.
Proseguì per circa mezz’ora e trovò il passaggio che cercava: uno stretto camminamento che si insinuava fra due pareti rocciose. Si fermò un istante a riflettere. Probabilmente era stato troppo ottimista: pur considerando che Liz era una ragazza forte e agile, un solo viaggio non sarebbe stato sufficiente per trasportare il Kalashnikov, le bombe a mano, i caricatori e soprattutto le due casse di dinamite. Si infilò il maglione che portava allacciato alla vita, perché l’aria era diventata fredda, e percorse la strettoia, cercando di calcolare i tempi esatti che gli sarebbero occorsi. Alla fine si trovò su una terrazza naturale, posta sotto allo spartiacque. Aveva evitato le sentinelle che stazionavano in alto e ora la Green Valley si stendeva ai suoi piedi.
Guardò in basso e sentì che il suo sangue si gelava. Sconvolto, rimase fermo con gli occhi sbarrati.
Quello che vedeva era un paesaggio desolato e terribile. La foresta di pini non esisteva più. La Green Valley era ridotta a una specie di cratere lunare, dove spiccavano grandi costruzioni metalliche, circondate da un muro di cinta, e più all’esterno da un’alta recinzione. Dove un tempo c’era stata la sua baracca, avevano ricavato uno spiazzo che ora era occupato da due vecchi Sea Stallion. Dall’altra parte gli parve di riconoscere la rampa di lancio di un missile. In base alle dimensioni di quella che in tutta evenienza era una caserma, calcolò approssimativamente che dovevano esserci circa duecento soldati.
Li avrebbe uccisi tutti! Quello che avevano fatto era uno scempio, un autentico abominio. E Weir non era così ingenuo da non immaginare a quali orribili esperimenti si dedicassero in quel posto isolato e protetto dai monti. Avevano abbattuto gli alberi; gli animali della valle erano sicuramente morti. Avevano portato la distruzione e il terrore in un luogo sacro, avvelenando la natura, sopprimendo ogni forma di bellezza.
Dovevano pagare.
Immobile come una statua, avvertì l’ira crescere dentro di sé. Cercò di tacitarla, sebbene fosse difficile, per non perdere la lucidità. Scelse la postazione dove si sarebbe messo con l’AK-47. Era un crepaccio nascosto, protetto da un solido spuntone di roccia. Li avrebbe costretti a venire allo scoperto con la dinamite. Si segnò mentalmente i punti più adatti per provocare il maggior numero possibile di vittime. Individuò sulle torrette quattro sentinelle che non gli sembrarono particolarmente attente: era chiaro che si sentivano al sicuro. Chi avrebbe potuto attaccare una remota base dell’esercito degli Stati Uniti?
Io.
A un tratto sentì l’inconfondibile rumore di un elicottero che si avvicinava, ma era quasi impossibile che lo scorgessero.
Si voltò e scrutò in alto. La montagna si profilava contro il cielo, scura e gigantesca. Weir captò la sua collera. Era la guardiana della valle e adesso reclamava vendetta.
Non appena l’elicottero toccò il suolo, Paola Chianese balzò a terra. Elizabeth Margraeve li aspettava, a non più di trecento metri di distanza. Paola si incamminò verso di lei, seguita da Saryo. Quando la raggiunse, vide che la ragazza era in lacrime. Paola le cinse una spalla con fare protettivo. “Stai tranquilla.”, le disse. “Hai agito nel modo migliore.”
La telefonata era stata lunga e penosa. Elizabeth alternava brevi frasi a interminabili silenzi. Malgrado la linea fosse disturbata, si capiva benissimo che stava piangendo. Grazie alla sua esperienza, Paola era riuscita a farla parlare; il fatto di essere una donna l’aveva indubbiamente aiutata.
Liz tirò su con il naso. “Non lo so, però non volevo che tutte quelle persone morissero.”
“Hai fatto bene!”, ribadì Paola, sorridendole. “Ora spiegami tutto con calma.”
“Lui… sta esplorando la valle. Poi tornerà per prendere la dinamite. Secondo i suoi piani, avremmo dovuto muoverci la prossima notte.”
Paola annuì. “Perciò adesso è disarmato?”
“Sì. C’è un Kalashnikov, ma è nel mio pick-up.”
“Forse dovremmo avvisare la base.”, interloquì Sidney.
Paola rifletté. “E’ inutile.”, poi disse. “Sta soltanto perlustrando il territorio. Quando farà ritorno qui, lo arresteremo.” Si rivolse nuovamente a Liz. “Vi siete dati un appuntamento?”
“Non preciso. Ma credo che tornerà all’alba.”
“Bene. Non ci resta che aspettarlo.”
Diede la mano a Liz e gliela strinse. Sapeva quanto le stava costando quello che lei a torto giudicava un tradimento; aveva inquadrato la sua personalità: era una donna energica e volitiva, ma purtroppo era stata plagiata da Weir. La ammirò sinceramente per il coraggio che aveva dimostrato chiamandola.
E all’improvviso fu come se si fosse rotto un argine. Liz raccontò tutto, ogni cosa: dal primo incontro con Phil fino all’uccisione di Patsy; non nascose nulla e non cercò di trovare alcuna attenuante. Sembrava un fiume in piena, tuttavia si esprimeva con grande chiarezza. L’umanità di Paola aveva toccato corde nascoste che forse nemmeno lei pensava di possedere. Infine tacque, e il silenzio della notte li avvolse.
Saryo tossì, rompendo quell’incantesimo. “Ero distratto.”, disse a bassa voce. “E non ho ascoltato.”
“Io sì, invece.”, ribatté Paola. “Io ho ascoltato con molta attenzione.” La luna illuminava il suo viso, creando giochi d’ombre; la donna aveva un’espressione severa, ma gli occhi rimanevano nascosti. “Però c’è un problema. Non le ho letto i suoi diritti.”
Scosse la testa. “Quindi è come se Elizabeth non avesse parlato.”
Weir distolse lo sguardo dalla Green Valley.
I soldati non si erano limitati a estrometterlo dalla sua valle, negandogli con questo il karma: avevano anche profanato una terra di sublime purezza, trasformando quello che un tempo era stato un paradiso terrestre in un inferno vivente. Da ragazzo Phil aveva letto “The Lord of the Rings”, il famoso libro di J.R.R. Tolkien; ricordava bene le descrizioni di Mordor, la cupa landa del Signore del Male. Ecco, quelle descrizioni si adattavano perfettamente a ciò che era diventata la Green Valley. Erano morti alberi, animali, fiori. Era morto lo spirito magico dei boschi e dei prati. Non esisteva peccato più grave, e la punizione poteva essere una sola.
Quel ricordo ne portò con sé un altro, questa volta legato all’infanzia. Si trovava su una spiaggia, in riva all’oceano, e aveva appena finito di costruire un magnifico castello di sabbia. Nella sua immaginazione quel castello era reale ma, mentre lo contemplava orgogliosamente, fantasticando su cavalieri, principesse e draghi, il gioco fu interrotto da due bulletti che calpestarono la sua creazione. Erano due bambini più grandi di lui, abitavano vicino a casa sua, e anche in seguito lo avrebbero tormentato e mortificato. Poi, però, Weir era cresciuto…
Tornò indietro, cupo in volto. Benché non dormisse da ventiquattro ore, era sostenuto dall’adrenalina.
Si domandò se Liz si sarebbe dimostrata all’altezza del compito che la attendeva. Scrollò le spalle. In fondo, avrebbe dovuto solo portare dei pesi, e magari lanciare qualche bomba. Al resto avrebbe pensato lui.
Il sole sorse a est, illuminando le montagne. Una brezza calda proveniva da sud. Weir si tolse il maglione.
Ritrovò il punto in cui bisognava risalire una scarpata per imboccare il sentiero parallelo. Salì agilmente fino alla parete di roccia; qui giunto, proseguì diretto al pick-up.
Scorse la silhouette di Liz.
Lo stava aspettando in piedi.
Aveva l’aria ansiosa. C’era luce a sufficienza per distinguere l’espressione del suo viso. Sarà tesa per questa sera, pensò. Decise che quel giorno avrebbero meditato: era la maniera migliore per prepararsi. Lui non aveva paura, ma poteva capire che Elizabeth fosse spaventata.
Ormai era a dieci metri da lei.
All’improvviso, si fermò.
C’era qualcosa che non andava. Osservò con attenzione il volto di Liz. Era mortalmente pallido. Le guardò le mani e notò che tremavano.
Era una reazione eccessiva. Mancavano ancora molte ore…
Avvertì come una sensazione di pericolo, però non riuscì a decifrarla appieno.
Liz era stata sorpresa da una sentinella?
Si guardò attorno, ma non vide nessuno. C’erano solo Liz, il pick-up…
Poi sentì dei passi.
E una voce femminile.
“FBI, non ti muovere!”
UN SOGNO AMERICANO 18
16 ottobre 2013 di Alessandra Bianchi
46 Risposte
wow….ma sei fantastica..e non faccio i complimenti
leggo senza fiato…e non smetto …rileggero ma sei brava…ecco come trovo tutto
bravissima
serena serata mia cara 🙂
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Veramente ottimo. Lo ricordavo bello, ma rileggendolo stasera mi ha affascinato. Descrizioni accurate, analisi dell’animo umano precise e coinvolgenti e Phil il visionario che vuole raggiungere il suo Karma.
Riuscirà Paula a fermarlo? Le prossime puntate ce lo diranno.
Un caro abbraccio
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@ MAIRITOMBAKO grazie di cuore, mia cara amica!
Cerco di fare del mio meglio.
Felice serata a te*
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@ NEWWHITEBEAR beh, mi rendi davvero felice.
E’ un racconto, questo, che ho scritto con grande passione.
Phil e Paula ora sono uno di fronte all’altra… vedremo cosa succederà.
Un grande abbraccio.
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Quello scempio avrebbe impietrito anche me…
Weir ha un grande dono: sa leggere nelle situazioni e nelle menti…
Ma rimane una brutta persona.
Paula non mi deluderà….magica Paula!
Bravissima la MIA strega, direi super!
Bacioni
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OT: in questi giorni fatico a raccogliere le idee, a vivere emozioni…
non riesco ad esserci come vorrei e il mio blog ne risente…recupererô…
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@ MARI e me.
Weir possiede un’intelligenza diabolica. Non saprei come definirlo. Brutta persona? Qualcosa di più e di meno, almeno a mio parere.
Magic Paula è vicina al successo, forse…
Grazie, MIA guerriera!
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@ MARI quante volte mi è successo in tutti questi anni! E quante volte ho pensato di chiudere baracca e burattini. Poi, torna lo voglia di esprimere le proprie emozioni… e così sarà per te, cara Marina.
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TVB ❤
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@ MARI * ___________________ *
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Letto d’un fiato e con emozione crescente.Attendo già il seguito. Per Weir il tempo stringe…
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@ ILI6 grazie, cara!
“Per Weir il tempo stringe”: ne sei proprio sicura? 😛
Un abbraccione.
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no, non ne sono sicura. Come potrei con Liz già resuscitata? 🙂
I colpi di scena in questo racconto non sono mancati, quindi…
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@ ILI6 in effetti 😀
Mi auguro che ti piacciano i prossimi.
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… non mi sembra che si stia per concludere la storia, ma questo potrebbe essere un glorioso finale!
Bellssimo capitolo ad effetto, c’è tutto il pathos dell’intera storia. Magnifico il flashback di Phil che lo rende più umano (ha avuto un’infanzia, quindi!)
Un’appassionante lettura,
grazie! *——————-*
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Non sorprende il fatto che Liz abbia potuto “tradirlo”… se pensiamo che ci sono madri che denunciano i propri figli.
Un bel capitolo.
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@ CLE REVERIES strano a dirsi, ma sì, Phil ha avuto un’infanzia 😛
Mancano ancora diversi capitoli, alquanto “rocamboleschi”.
Grazie a te, darling!
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@ BRUMBRU madri coraggiose, secondo me, che hanno capito che quello è l’unico modo per salvarli. Forse anche la confusa Liz la pensa così.
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.
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Certo. Voler bene non significa assecondare in tutto. Quella è solamente la via più semplice per non litigare.
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@ BRUMBRU preciso!
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😉
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@ BRUMBRU 😛
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Baci a te e a Paula… 😀
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@ MARI io e Paula ricambiamo 😛
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Quoto, New…e aggiungo, sei sempre coinvolgente. Da Sar.
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Ma….
Commenti recenti
There are no public comments available to display 😦
Perchè???
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Mi piace, ogni episodio è un piccolo tesoro di scrittura e bravura
Non penso affatto che per Phil sia finita, e anche e non mi fa piacere essere
solidale con un folle assassino, condivido tutto il dolore provato da Weir per
la crudele scoperta: la Green Valley ridotta ad luogo arido e deserto
Ci lasci sul più bello, ma è giusto tenere il lettore in suspense
Ti seguo, aspetto la mossa di Phil
Abbracci
Mistral
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@ SALVATORE RIZZI grazie, Sar!
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@ MARI non saprei… ogni tanto WordPress si splinderizza…
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@ OMBREFLESSUOSE condivido anch’io il suo dolore, pur sapendo di cosa è capace…
La mossa di Phil sarà, credo, inaspettata.
Ti ringrazio, Mistral.
Besos ^^
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Goodnight MY Witch favorite writer
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@ MARI Спокойной ночи, МВД воина!
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Un pò di fiato sospeso con questo racconto, soprattutto
quando phil cerca di capire il volto di liz e le sue mani tremanti..
Mi chiedo ora cosa succederà…
Bellissimo e appassionante….
Ti lascio un abbraccio grande grande per un buon fine settimana!
Michelle
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Per Giove! Non vedo l’ora di leggere il seguito…
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Ero su questo portale e sono passata per lasciarti
un sorriso e un buon proseguo di giornata…
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA Phil Weir forse capisce con un attimo di ritardo, però bisogna vedere cosa poi farà.
Grazie di cuore, carissima Michelle!
Un bacione e un sorriso per te*
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@ URIEL forte il richiamo a Giove!
Io mi appello a Diana per far sì che i prossimi capitoli risultino avvincenti.
Buona serata ^^
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@ VENTIDIPRIMAVERA sei una vera stellina, Michelle.
Sogni d’oro per questa notte.
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Uhm… così non va’. Capisco la correttezza di Paola, ma così gli daranno il tempo di reagire. La vedo male 😐
Mi è invece piaciuta (Paola) quando ha voluto sorvolare sulle colpe di Liz, anche se, a rigore, ha sbagliato.
Devo dire che Weir si è macchiato di molte colpe e certamente è un pazzo, ma… una bomba l’avrei tirata pure io alla vista di quello scempio! 😀
Comunque stai preparando davvero un bel finale, assolutamente degno del romanzo. Credo che tutti siamo un po’ col fiato sospeso in attesa del prossimo capitolo 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST hai ragione: a rigore Paola non avrebbe dovuto sorvolare sulle colpe di Liz. E’ stata la sincerità della ragazza a muoverla in quella direzione. Spero che il finale non deluda…
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Sì, lo so, è chiaro, e per questo credo che tutti l’abbiamo ammirata 🙂 Però… ha sbagliato 😀
Non mi è ancora capitato un tuo finale di romanzo deludente, non credo sia possibile 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sei troppo buono, lupissimo!
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dopo anni sei ancora qui a scrivere nella blogosfera … si tratta di un insieme di vile acquiescenza. saluti compassionevoli.
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@ DONATO ricambio i saluti.
Già, dopo sette anni, sono ancora qui…
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C’è buon ritmo narrativo in questa puntata, che colpisce e stabilisce altri dettagli su alcuni personaggi, su tutti Phil. E lasci in sospeso l’azione in maniera congeniale. Brava. A rileggerci presto. Univers.
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@ UNIVERS81 nei miei piani, adesso ci dovrebbe essere il rush finale.
Vedremo se piacerà.
Grazie, caro amico!
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