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UN SOGNO AMERICANO 13

17 settembre 2013 di Alessandra Bianchi

La valle di Phil 2Mentre guidava, diretta alla Bush Valley, Paola Chianese ripensò alla notte trascorsa con Saryo.
Inizialmente si era trattato solo di sesso, ma a poco a poco Sidney era riuscito a conquistarla, toccando corde che le erano ancora sconosciute. Si era dimostrato allegro, appassionato, dolce. Avevano riso, e questa per Paola era una novità assoluta. Era la prima volta che un uomo non si limitava a farla godere, ma riusciva anche a rendere gioioso un atto che lei aveva sempre considerato sotto tutt’altra luce. Inoltre, aveva scoperto con piacere che Saryo non era dotato soltanto di un grande cervello…
Dal canto suo, Paola riteneva di essersi guadagnata sul campo l’appellativo di Magic Paula.
Accantonò l’argomento per concentrarsi sulla missione che la attendeva. Non vedeva l’ora di arrivare e pigiò con decisione sul pedale dell’acceleratore. Vicino a lei, c’era lo stesso giovane agente che l’aveva accompagnata dai Garcia. Paola non gli avrebbe riservato una relazione particolarmente positiva: sembrava sempre assente e annoiato.
Era una giornata limpida; le montagne si stagliavano sullo sfondo di un cielo immacolato, il vento era leggero e tiepido. Trovò facilmente la casa di Patsy Legrange e suonò al campanello.
Venne ad aprirle un uomo dall’aria vacua. Indossava un paio di jeans che avevano conosciuto tempi migliori e calzava dei sandali sui piedi nudi. Sebbene fosse attraente, l’espressione stranita del viso e gli occhi privi di luce lo facevano sembrare un ritardato mentale. Paola gli mostrò il tesserino e lui le biascicò di entrare. Incespicò e guadagnò a fatica una sedia.
Questo è completamente fatto!
“Il signor Phil Weir, presumo.”
Poi accadde qualcosa di singolare.
Paola strabuzzò gli occhi, sconcertata dal cambiamento repentino che avvenne nel giro di pochissimi secondi: all’improvviso, lo sguardo di Weir divenne attento e lucido, la sua postura eretta; ogni presunta traccia di obnubilamento scomparve. Sembrava di essere di fronte a un altro uomo.
Subito dopo, fece un’altra scoperta. Quando si trovavano davanti a lei, le persone avevano due reazioni tipiche: diffidenza, unita a una certa aggressività, oppure nervosismo e paura. Weir era imperturbabile.
Phil si era ripreso con un sforzo di volontà. Era furibondo perché era stato sul punto di ricevere delle informazioni estremamente importanti che riguardavano il suo karma, tuttavia si rendeva conto che quella visita non era casuale. Non sapeva come avessero fatto, ma era un dato che l’FBI sospettava qualcosa. Valutò in pochi istanti la donna e l’altro agente. Era stata lei a rintracciarlo, anche se ovviamente non a causa di Patsy. La piedipiatti era carina. Se non avesse avuto priorità più importanti, se la sarebbe portata volentieri a letto.
Le offrì un caffè e si mise a trafficare con la macchinetta. Sorbirono in silenzio la bevanda calda, poi Paola venne al dunque. Aveva conosciuto Jack Straw e Tom Collins? Chi aveva sparato a Elizabeth Margraeve?
“Li ho conosciuti.”, rispose Weir. “Ero andato in paese a fare provviste. Mi si avvicinò un tale, che disse di chiamarsi Sugar. Presumo fosse Jack Straw. Mi sequestrarono e vennero ad abitare per un po’ nella Green Valley. Immaginai che fossero due ricercati. Un giorno se ne andarono, prendendo Liz in ostaggio. Da allora non li ho più rivisti.”
Paola lo scrutò per qualche istante. “Perciò furono loro a ferire Elizabeth Margraeve?”
“Già.”
“Capisco. Elizabeth fu salvata da un ragazzo texano che si era accampato sul valico. Lui sostiene che la Margraeve gli disse una certa frase…”
Phil la guardò senza parlare. Paola aveva usato un tono insinuante, ma non scorse il minimo interesse nello sguardo dell’uomo. Irritata, aggiunse: “Sembra che abbia pronunciato queste parole: maledetti bastardi! E non si riferiva a Straw e Collins, bensì a lei e alla signorina Patsy Legrange.”
Weir scoppiò a ridere. “Per forza!”, disse. “Liz e Patsy non si sopportano. E in più lei è gelosa.”
“Sarebbe interessante sentire la versione della signorina Margraeve.”
“Lo credo anch’io.”
Phil la osservava con un sorrisetto divertito, e Paola si irritò ancora di più. “Peccato che non sia possibile, vero?”
Ora il sorriso di Weir era palesemente beffardo. Questa troietta forse era intelligente, ma per arrivare al suo livello avrebbe dovuto fare tre volte il giro della California. Non c’era nessuno all’altezza di Phil Weir: Sugar era stato un avversario sicuramente temibile, ma non abbastanza.
Grazie all’esperienza e all’intuito, Paola sapeva riconoscere gli uomini pericolosi. Aveva imparato a distinguere la differenza che intercorre fra un qualunque bullo di periferia, tronfio ma subito pronto a sgonfiarsi come un palloncino bucato, e un individuo intelligente e gelido. Weir rientrava in questa seconda categoria. Le era odioso, però non doveva lasciarsi fuorviare dai risentimenti personali. Era sicura che le stava nascondendo qualcosa, e aveva bisogno di riflettere; era una faccenda complicata, con implicazioni al momento oscure. Lei aveva altre carte in mano, ma era bene non scoprirle subito tutte. Si disse che ne avrebbe parlato con Saryo.
Poi lui la provocò deliberatamente. “Ho sentito dire che le italiane hanno il sangue caldo. Sarebbe interessante sentire la sua versione.”
Paola gli lanciò un’occhiata gelida. “Se fossi in lei, farei meno lo spiritoso. E’ ufficialmente indagato per il ferimento della signorina Elizabeth Margraeve. Le consiglio dunque di misurare le parole per non aggravare…”
Weir sogghignò e si girò in direzione della porta. “Liz!”, chiamò. “Vieni un po’ a conoscere la federale qui presente.”
 
Phil avrebbe voluto avere un M4. L’M4 è un fucile d’assalto variante della versione M16A2. Rispetto al suo predecessore è molto più leggero e maneggevole; inoltre, è predisposto per l’inserimento di un lanciagranate M203. I soldati americani lo avevano utilizzato con ottimi risultati in Afghanistan. Ma senza i soldi di papà Legrange era impossibile acquistarlo. Weir aveva gettato la carta di credito di Patsy: non era prudente usarla. Mettendo insieme i liquidi di Liz, di Patsy e i suoi, poteva al massimo procurarsi un AK-47.
Non era affatto un’arma malvagia, da anni era lo strumento di morte preferito dai terroristi e dai rivoluzionari di tutto il mondo. Di fabbricazione sovietica, il Kalashnikov pesa poco più di quattro chili ed è estremamente pratico e funzionale. Ha un unico difetto: la tendenza a impennare a destra e in alto durante il fuoco automatico. E’ un’arma eccellente, in grado di segare in due un uomo. Fra l’altro è facilmente reperibile. Ma non è un M4.
Rivolse uno sguardo risentito a Liz.
La ragazza era distesa sul letto, fissava un punto imprecisato del soffitto, e ogni tanto si metteva a piangere. Weir incominciava a non sopportarla più.
Adesso paparino ti consolerà.
Liz era in mutande e t-shirt. Phil considerò fra sé che la povera Patsy, benché più fine di lineamenti e complessivamente più bella, non aveva potuto vantare gambe così strepitose. Quelle di Elizabeth erano lunghe, slanciate e forti. Malgrado fossero robuste, erano assolutamente proporzionate: le caviglie erano solide tuttavia non grosse; le cosce non presentavano il minimo filo di grasso, sebbene quello fosse un punto assai delicato per le donne. Il ventre era piatto, le braccia muscolose, le spalle simili a quelle di una nuotatrice. Aveva il fisico scolpito, e Weir immaginò che si era allenata duramente per raggiungere un tale livello di eccellenza. Ha lavorato sodo, la compatì… per potermi uccidere!
Ma non avrebbe mai avuto la sua forza mentale.
I lunghi capelli scuri incorniciavano il viso, sottraendo alla vista la cicatrice provocata dalla pallottola. Gli occhi verdi erano luminosi, come se le lacrime li avessero puliti rendendoli più brillanti. Soltanto lo sguardo era opaco.
Vediamo di ridarti il sorriso.
Si spogliò e la raggiunse sul letto.
Liz non si oppose ai suoi baci, ma era assente e apatica. Weir non aveva bisogno di preliminari: gli fu sufficiente sentire il contatto tiepido del suo corpo per raggiungere in breve una potente erezione. La penetrò con l’arroganza del predatore, e pochi attimi dopo fu chiaro a entrambi chi era il padrone e chi la schiava.

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Pubblicato su un sogno americano | 39 commenti

39 Risposte

  1. su 17 settembre 2013 a 17:13 newwhitebear

    Dunque Paula trova Phil e cominciano le schermaglie tra i due, troncate sul più bello con la chiamata di Liz.
    Cambia lo scenario nel secondo episodio ma è altrettanto tosto.
    Una puntata intermedia che serve per traghettare la storia verso altri lidi. Però è ugualmente gustosa e piacevole da leggere.
    La scaltra Paula riuscirà a incastrare Phil? Liz troverà il modo di vendicarsi?
    Domande appassionanti che troveranno risposte nei prossimi capitoli.
    Un grande abbraccio

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  2. su 17 settembre 2013 a 17:15 brumbru

    Phil deve essere di quelli il cui motto è: basta che respiri. 🙂

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  3. su 17 settembre 2013 a 20:01 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR direi che il primo round se lo è aggiudicato Weir.
    Ci aspettano ancora vari capitoli che conterranno le risposte alle tue domande.
    Grazie e un caro abbraccio!

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  4. su 17 settembre 2013 a 20:03 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU uhm… lui mira più in alto… 😛

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    • su 18 settembre 2013 a 08:01 brumbru

      Ma ha una pessima mira…

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      • su 18 settembre 2013 a 19:32 Alessandra Bianchi

        @ BRUMBRU finora non direi…

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      • su 19 settembre 2013 a 08:00 brumbru

        Insisto. Liz è ancora viva… per esempio.

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      • su 19 settembre 2013 a 15:50 Alessandra Bianchi

        @ BRUMBRU e hai proprio ragione!
        (Questa volta).

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      • su 20 settembre 2013 a 10:04 brumbru

        Certo. Ogni volta che ho ragione, ho sempre ragione QUELLA volta. ahahaha.

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      • su 20 settembre 2013 a 10:06 brumbru

        Amica, fai poco la spiritosa, comunque. Io so il finale, ricorda. E posso sempre spifferarlo a tutti.

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      • su 20 settembre 2013 a 18:15 Alessandra Bianchi

        @ BRUMBRU questo si chiama ricattare a sangue freddo… 😀

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  5. su 17 settembre 2013 a 20:28 Mari

    Datemi un M4!!! Ammazzo Weir e torno! 🙂
    Mi farò aiutare da Paula! Ahahah
    Sei strepitosa…
    Baci

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  6. su 17 settembre 2013 a 20:40 Alessandra Bianchi

    @ MARI ahahahah!
    E tu sei fortissima, MIA guerriera.
    Grazie e bacioni a te*

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  7. su 17 settembre 2013 a 21:11 Mari

    Fai bei sogni….
    Baci
    OT sandraoale….

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  8. su 17 settembre 2013 a 21:21 numeronove

    Secondo me Phil è un extraterrestre nel corpo di un umano :))) Prosegue magnificamente questo racconto, ma l’assenza di Patsy pesa. 🙂

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  9. su 17 settembre 2013 a 21:38 Alessandra Bianchi

    @ MARI ho disattivato la mia posta, perché mi imballa il pc.
    Un abbraccio stritolante 😛

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  10. su 17 settembre 2013 a 21:48 Alessandra Bianchi

    @ NUMERONOVE mi rendo conto che molti rimpiangano la bella Patsy – io fra loro – ma così è la storia.
    Mi piace la tua descrizione di Phil 😛
    Grazie, amico mio!

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  11. su 18 settembre 2013 a 01:20 univers81

    Qui metti in scena una transizione di eventi, alcuni dei quali deflagreranno nelle prossime puntate, tipo alcune mosse di Phil e, ovvio, di Liz. Le sorprese non mancheranno, lo so anche senza che tu me lo anticipi, cara. Un abbraccio, a presto. Univers.

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  12. su 18 settembre 2013 a 07:35 Cle Reveries

    Ho avuto, e continuo ad avere, la stessa impressione dell’amico NUMERONOVE.
    Stai costruendo la storia dell’invasione degli extraterrestri di “Pigworld?
    …bellissimo l’incontro di Pola con Phil, bel contrasto “bene-male”! 😉
    Un abbraccio

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  13. su 18 settembre 2013 a 12:23 salvatore rizzi

    Un insieme di questioni controverse e di più, “alieni”, compresi. Sempre capace e coinvolgenti le trame. Saluti da Sar.

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  14. su 18 settembre 2013 a 13:34 ombreflessuose

    Forse Paola mi sta conquistando. Mi sembra una, in grado di tener testa a quel Phil .Certe perdite,come Patsy, pesano parecchio, ma nuove avventure ci attendono. Non mi tradire Paola…
    Cara Alessandra, noto che sei esperta anche di armi, e sei una sorpresa nella sorpresa
    Brava, con lode e ammirazione
    Abbracci
    Mistral

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  15. su 18 settembre 2013 a 13:40 ili6

    e si va avanti nella storia di casa Weir. Via una (Patsy), entra in scena un’altra preda. Phil, dall’alto della sua magnificenza, è già certo che la renderà sua schiava. E Paula? giuro che se cederà andrò a cercarla nella valle per bastonarla! Liz sembra ormai persa, ma confido in un suo impeto di riscatto.
    Insomma. guerra aperta contro Phil !

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  16. su 18 settembre 2013 a 16:48 wolfghost

    “Era furibondo perché era stato sul punto di ricevere delle informazioni estremamente importanti che riguardavano il suo karma” ahahah mi fa morire ‘sto qua! 😀 Anche se devo dire che è sempre più antipatico 😐
    Allora… 5 a 1 che Saryo ci lascia le penne 😉
    In quanto a Paola, mi ricorda un altro tuo personaggio: Monica.

    Riflettevo sul fatto che, salvo sporadici inserimenti, questo romanzo e il precedente (La valle di Phil) hanno sempre due protagonisti assoluti in lotta tra loro: Phil vs. le donne. Di una cosa sono sicuro: se Phil prima o poi ci “lascerà” sarà per mano di una donna 😉 Ma la considerazione più interessante, per me, cioé quella psicologica, deve ancora arrivare: cosa rappresenta Phil per… l’autrice di questi libri? 🙂 Visto che è in perenne contrasto con le donne, credo che simboleggi qualcosa di particolare per te… forse un aspetto degli uomini che da un lato osteggi ma dall’altro ti “affascina” 🙂

    http://www.wolfghost.com

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  17. su 18 settembre 2013 a 18:37 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS81 tutto quello che prevedi è perfetto!
    Mi auguro che, poi, le sorprese ti siano gradite.
    Un abbraccione, “vecchio” amico ^^

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  18. su 18 settembre 2013 a 18:41 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES e non finisce qui, mia country-lady!
    Qualcuno, tempo addietro, citò Tarantino.
    Ora, sia chiara una cosa: non mi sognerei mai di paragonarmi a lui! Voglio essere più chiara: NON MI SOGNEREI MAI DI PARAGONARMI A LUI!
    Bene. Nessun equivoco, quindi.
    Ciò detto, alla lontana, mi sembra che il senso di delirio abbia qualche vaga attinenza.
    Baci e grazie*

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  19. su 18 settembre 2013 a 18:43 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI è una storia, questa, che spero riservi ancora qualche colpo di scena, alieni a parte.
    Un saluto sincero!

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  20. su 18 settembre 2013 a 18:47 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE quel genere di esperienza nasce dalle ricerche – talvolta estenuanti – che ho svolto per scrivere “Matrioska”.
    Non mi piacciono le cose fatte a metà.
    Paola… non posso dire nulla…
    Grazie, mia cara Mistral, e un grandissimo bacione ^^

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  21. su 18 settembre 2013 a 18:51 Alessandra Bianchi

    @ ILI6 noto che Phil è molto amato 😀
    In ogni caso, Paula non cederà mai in quel senso.
    Ti ringrazio per l’arguzia!

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  22. su 18 settembre 2013 a 19:03 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST ah, splendido, lupissimo!
    Incomincerò ripetendo una cosa che ho già detto – o scritto, va beh – varie volte: Phil Weir è diverso da tutti gli altri miei personaggi principali. Non assomiglia ad Alex Alliston, a Carrick, a Matrioska (se non per la feroce determinazione), a Helen, a Dieter, a Silvia, a Pomarev.
    E’ semplicemente unico. Ama la libertà, le donne, la vita all’aria aperta fra le montagne; però a causa di ciò che fuma sta perdendo il lume della ragione, ma – attenzione – nel senso dei suoi progetti, non certo nella capacità di portarli a termine. Non so se mi sono spiegata.
    Concordo sul paragone Paola-Monica.
    Infine, la tua domanda.
    Non ho “una” risposta. Credo, tuttavia, che la tua interpretazione sia corretta.
    Baci lupeschi 😛

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    • su 19 settembre 2013 a 09:44 wolfghost

      Mah… solo a causa di quel che fuma? Secondo me un po’ congenitamente pazzo lo era da prima 😉

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      • su 19 settembre 2013 a 15:52 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST eheheh, ci sta 🙂

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  23. su 18 settembre 2013 a 20:05 salvatore rizzi

    Ricambio e attendo. Sar.

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  24. su 18 settembre 2013 a 20:33 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI che l’attesa sia buona ^^

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  25. su 18 settembre 2013 a 21:19 Mari

    MIA strega, rileggo e mi prendo la mia coccola serale..
    OT ma adesso senza mail come faccio?

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  26. su 18 settembre 2013 a 21:40 Alessandra Bianchi

    @ MARI io sono una strega e per magia ti farò sapere il mio numero di telefono 😛

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    • su 18 settembre 2013 a 22:29 Mari

      😀 😀 🙂

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      • su 19 settembre 2013 a 15:53 Alessandra Bianchi

        @ MARI kiss ^^

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  27. su 20 settembre 2013 a 11:22 ventidiprimavera

    Una storia che s’intreccia e che si fa sempre più accattivante
    nelle sorprese che sembrano susseguirsi..
    Certo che Phil, ha una sua unicità, che affascina e intriga…

    Come sempre altro episodio eccellente!
    Un abbraccio cara e buon proseguo di giornata, fra una pausa e
    l’altra se riesco passo a leggere l’altro episodio…
    Michelle

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  28. su 20 settembre 2013 a 18:18 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA non posso certo negarlo: Phil è unico 😛
    Grazie, mia carissima amica, e l’augurio di una splendida serata*

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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