Antonio Garcia era perplesso. “Non sapevo che prendere una multa per eccesso di velocità fosse un reato federale.”
“Non lo è, infatti.” Paola gli sorrise per tranquilizzarlo. “Sono venuta a trovarla solo per rivolgerle qualche domanda.”
“Non capisco. Io non ho niente da dire.”
Così non andava. A differenza del giovane collega che l’aveva accompagnata e che masticava distrattamente chewingum, Paola percepiva l’ostilità del giovane. Come molti altri, vedeva nelle forze dell’ordine un nemico prepotente e invasivo; non si rendeva conto che lei lavorava per la gente, affinché le persone perbene potessero dormire tranquillamente alla notte. Se non ci fosse stata l’FBI, gli Stati Uniti sarebbero stati sommersi da un’ondata indescrivibile di crimini. Lei e i suoi colleghi rappresentavano la diga della giustizia; era una diga non priva di crepe e spesso non riusciva a trattenere i flussi malefici della cattiveria umana, però era anche una diga robusta che nell’insieme teneva. Se ci fosse stata maggiore comprensione da parte di tutti i cittadini, la diga sarebbe potuta diventare impenetrabile.
Spostò lo sguardo su Rosita Garcia, che fissava ostentatamente la parete. “Lei è nata in Texas, signora?”
La donna scosse la testa.
“Antonio sì, però.”
Rosita annuì.
Ti hanno tagliato la lingua?
“Vede, signora, l’America è grande. Ed è abitata da gente che proviene da ogni parte del mondo. E’ uno Stato democratico, basato sulla libertà e sull’uguaglianza. Mio padre è di Pescara, una piccola città italiana, piccola per i parametri di qui. E’ un lavoratore onesto e ha potuto farmi studiare, tuttavia non è ricco. Io… non sono bionda, non ho gli occhi azzurri e sono cattolica, però godo degli stessi diritti di qualsiasi wasp di Boston o di Philadelphia. Lo stesso vale per lei, e per suo figlio Antonio. In ogni caso, io sto indagando su un crimine che non ha nulla a che vedere con la famiglia Garcia. Ma forse, Antonio è in possesso di informazioni che potrebbero essermi molto utili.”
Fece una breve pausa, quindi si rivolse nuovamente al giovane, passando al “tu”.”Perché andavi così forte in macchina?”
“L’agente che mi ha fermato non mi ha fatto domande. Ho pagato la contravvenzione, non sono mai stato dentro. Credo che questi siano fatti miei.”
“Hai ragione, sono fatti tuoi. Ma tu eri diretto al valico che sta sopra alla Green Valley. E ho ragione di credere che lì sia successo qualcosa di strano.”
“La mia tenda, la mia roba. Avevo paura che qualcuno me la rubasse. Al mio posto lei cosa avrebbe fatto?” Garcia le lanciò una sguardo di sfida.
“Credo proprio che avrei spinto a tavoletta! Ma come mai le tue cose erano rimaste incustodite?
“Ero partito per Los Angeles in fretta e furia.”
“Posso sapere perché?”
Antonio esitò per un attimo. “Quella bella ragazza… temevo che morisse.”
Paola Chianese sentì un brivido che le attraversava la spina dorsale.
“Quale ragazza? Come si chiama?”
“Non lo so.”, rispose Antonio. “Non mi ha detto il suo nome.”
Il giorno dopo Patsy Legrange dormì per quasi tutto il tempo, svegliandosi soltanto per mangiare. L’indomani incominciò l’addestramento.
Finì per quattro volte a terra. Aveva la schiena dolorante e si sentiva a pezzi. Oltretutto si stava battendo in mutande e reggiseno per non sciupare gli abiti, e il suolo era duro e cosparso di sassi. “Basta!”, esclamò. “Io non dovrò lottare contro Phil.”
Liz le rivolse uno sguardo duro. “Ah no? E se lui mi eliminasse? Proprio tu mi hai parlato della sua crudeltà, della sua mancanza di scrupoli. Spero di evitare uno scontro diretto, però devi essere pronta a tutto! Coraggio, datti una mossa.”
Patsy si rialzò. Sebbene fosse esausta, era stata punta sull’orgoglio. Si scagliò contro Liz, ma all’ultimo momentò scartò, spostandosi di lato. Elizabeth era pronta a ghermirla, tuttavia si trovò sbilanciata. Prima che si riprendesse dalla sorpresa, Patsy le fu addosso. Le fece uno sgambetto e rotolò a terra con lei. Ma era sopra. Le prese un braccio e lo torse con violenza. Liz mugolò di dolore.
“Ti arrendi?”
“No!”
Patsy le portò il braccio all’altezza della scapola.
“Va bene. Va bene. Mi arrendo!”
Patsy la lasciò. Elizabeth scoppiò a ridere. “Me le hai suonate di santa ragione! Brava, Hon… Patsy!”
Patsy si ravviò i capelli biondi con una luce di trionfo negli occhi.
Quel pomeriggio Liz le insegnò alcune tecniche di strangolamento.
Patsy si era irrobustita nell’ultimo anno; inoltre, era sveglia e imparava facilmente. Liz sferrò una serie di calci. Patsy osservò attentamente i suoi movimenti, e poi li imitò alla perfezione. Provarono la lotta a terra, e Liz le mostrò come liberarsi da una presa alla gola.
Dopo un paio d’ore di allenamento, si fermarono per riposare. Patsy dubitava di poter affrontare Phil con qualche probabilità di successo, ma Liz era convinta del contrario. “Sei rapida come un serpente. Potresti mettere in difficoltà chiunque. No, non è questo che mi preoccupa. Ma se tu ti tirassi indietro all’ultimo momento…”
Patsy la guardò. Elizabeth aveva raccolto i capelli dietro alla nuca e la cicatrice che le deturpava il viso era perfettamente visibile. Con i soldi di suo padre avrebbe potuto farla operare dal miglior chirurgo plastico di Los Angeles. Però, non provava ribrezzo: Liz la stava conquistando grazie alla sua energia, alla determinazione con cui perseguiva i suoi scopi, alla dolcezza che le riservava quando facevano l’amore. Ma il pensiero di Phil incombeva su di lei come una nube scura, gravida di pioggia. Amava Phil: come avrebbe potuto ucciderlo?
“Non mi tirerò indietro.”, disse, chiedendosi se avrebbe trovato il coraggio necessario per mantenere la promessa.
Una promessa che le era stata estorta…
Poi pensò a ciò che Liz le aveva detto: aveva visto Phil con un’altra donna. Conoscendolo, non stentava a crederle. Provò una fitta improvvisa di gelosia, cui fece seguito un altro pensiero. Weir aveva sparato a sangue freddo a Liz, dimostrando di essere un uomo spietato. L’amore che nutriva per lui le aveva fatto dimenticare quell’episodio; ma ora si chiedeva se era possibile amare un assassino. Un assassino che non esitava a tradirla. Per converso, si sentiva fortemente attratta da Liz, come ai primi tempi, quando la rivalità non le aveva ancora divise. Ciò nonostante, se si escludeva la sensuale delicatezza con cui riusciva a condurla all’orgasmo, Elizabeth basava il loro rapporto sulla prevaricazione.
Oggi ho steso questa manza. Potrei riuscirci ancora. In questo caso…
Si sentiva confusa.
Decise di darsi ancora del tempo per capire quello che voleva veramente.
Un’ ora dopo che si era fatto buio, Phil Weir uscì sulla veranda.
Patsy sarebbe dovuta tornare la sera prima da Los Angeles. Aveva pensato che fosse stanca per il viaggio e che avesse deciso di rimandare di un giorno, ma adesso incominciava a essere preoccupato. Patsy era sempre stata puntuale. Avrebbe potuto telefonarle, naturalmente, però odiava quello strumento del demonio. Patsy guidava meglio di un uomo, e Phil non pensava a un incidente.
Ha abbandonato la valle! E il mio dannato pick-up?
Sebbene fosse un’ipotesi assurda, era la sola che gli venisse in mente. Alla fine, aveva ceduto alle lusinghe dell’abborrita società. O forse non lo amava più. No, questo era impossibile. Nessuna donna dotata di un briciolo di cervello avrebbe mai lasciato Phil Weir. L’ultima volta che erano stati a letto assieme, l’aveva fatta impazzire; e poi sapeva leggere nel cuore della gente.
Tornò in casa per prendere la chitarra. Sull’aria di un motivo country, incominciò a improvvisare:
Dove sarai
mi senti?
e vesto pensieri
dentro la pelle
di cose piene
respiro respiri
dalle tue labbra
ho voglia di baci
di dare e ricevere
di carne e carezze
mi piace con Te
Dove sarai
li senti?
ho brama di Te*
“Per chi è questa canzone?”, si chiese. Era per Patsy, stabilì, ma anche per Nicole. Nicole aveva una concezione gioiosa del sesso. All’inizio lo aveva quasi irritato, poi però aveva finito per eccitarlo. Era come fare l’amore con una bambina. Una bambina alta e formosa, che continuava a ridere, ma che aveva un seno invidiabile, gambe lunghe e tornite, la pelle candida come il latte e una bocca capace di stimolare un uomo in mille modi diversi, grazie all’uso sapiente della lingua e dei denti, che erano affilati come quelli di un roditore. Inoltre, si era dimostrata insaziabile, ma anche molto generosa nel tener desta la sua virilità.
Phil sospirò, immaginandola fra le braccia di Patsy. Le confrontò mentalmente: Patsy era più perversa, Nicole più rassicurante. Prima le avrebbe guardate giocare fra loro, poi le avrebbe sodomizzate entrambe. Corrugò la fronte: posto che Patsy fosse tornata. Per scacciare la negatività si fece una canna. Guardò la luna che risplendeva nel cielo. Era quasi piena e dispensava una luce soffice che aveva un alone di magia. L’aria della notte era fresca e pungente; a tratti, il silenzio veniva interrotto dai movimenti furtivi di qualche animaletto.
Patsy sarebbe tornata, adesso ne era certo; tuttavia comprese che non era la sua assenza che lo angustiava. La valle! Gli mancava la Green Valley: il ruscello dove ogni mattina si era lavato, gli spazi sconfinati, l’aspetto selvaggio… la Bush Valley rappresentava solo un surrogato. Una parte del suo cuore era morta, quando aveva dovuto trasferirsi.
Da tempo, non fumava più dell’innocua erba. Era passato al Peyote, i cui effetti sono assimilabili a quelli di un acido.
Mi chiamo Phil Weir!
E ho sempre ottenuto ciò che volevo.
Fu il suo ultimo pensiero razionale, prima che l’universo lo accogliesse, rendendolo simile a una stella.
NOTA: La canzone di Phil è stata composta da Michelle (VENTI DI PRIMAVERA).
Quattro episodi diversi come stile e come pathos. Paula si dimostra una buona psicologa nel rompere le difese di Garcia e scopre una misteriosa ragazza.
I due che vedono come protagonisti Liz e patsy pur essendo simili sono visti da due angolazioni differenti: quella di Liz e quella di Patsy. Ma veramente Liz vuole insegnare a Patsy come uccidere Phil? Non sembra che Patsy sia molto d’accordo, anche se l’altra le instilla il veleno della gelosia.
Infine Phil che trascende, diventa universo, ragiona e canta ma rimane fondamentalmente se stesso.
Bello il testo della canzone. Complimenti Ventidiprimavera.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR “Magic Paula” è molto intelligente.
Io credo che il sogno di Liz – la sua idea di vendetta – sia proprio quello che Weir cada per mano di Patsy. Come dicevi tu, nel capitolo precedente, le donne sono sottili…
In quanto a Phil, ormai incominciamo a conoscerlo bene.
Ringrazio di cuore te e la cara amica Michelle – davvero brava!
Un grande abbraccio.
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Tu continua a scrivere che io copio e faccio il libriccino. Ma dove sei finita? Ti dedico una Sinead O’ Connor e tu la ignori?
Ho detto qualcosa che non va che ti ha fatto arabbiare?
Chiarire please
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Puntata che diverte leggerla, ben scritta, con la solita sapienza di ingredienti, varie scene e ‘sottotracce’ utili per la storia in sè… buona l’idea di inserire il testo della canzone (e complimenti a chi l’ha scritta). Phil è un personaggio delineato, ormai. Ma qualche piccola sorpresa me la riserva sempre. Un caro saluto, a presto. Univers
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@ SUZIEQ11 bene, così poi mi mi passi il libriccino 😛
Nulla di tutto questo, cara!
Non mi piace fare la piagnucolosa, ma spesso ho molto male a una spalla (a seguito dell’aggressione subita). Ciò mi rende difficile scrivere.
Guarda, tesora, a differenza di un mio caro amico che talvolta si lagna, perché non gli garbano certi miei commentatori, a me non importa una pippa se da te vengono K e M.
Tu sei una mia cara amica!
E fra pochissimo passerò da te ^^
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@ UNIVERS11 e credo che Weir ti riseverà ancora qualche sorpresa.
Grazie e un bacione.
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Un allenamento che non mi dispiacerebbe affatto…
Paola é veramente Magic Paula!
E Phil anche se diviene simile a una stella rimane quel che é…
E sei Super come sempre!
Michelle straordinaria!
Baci ad entrambe
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@ MARI allora ci alleneremo insieme 😛
Eh, sì: Paola è super!
Phil Weir… in seguito vedremo…
Michelle è Michelle, vero?
Grazie di cuore, MIA guerriera!
Da parte mia, un doppio bacio ^^
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Michelle é Michelle! Grande!
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@ MARI confermo… ma anche tu sei grande!
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Concordo in pieno col dire di New…! Saluti da Sar.
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@ SALVATORE RIZZI e questo per me è uno splendido elogio!
Un caro saluto, Sar.
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Bellissima puntata che si divide in diverse
parti, molto scorrevole e scritta divinamente..
ma vediamo che succederà…
Grazie a Tutti e grata per la generosità di pensiero..
Un abbraccio
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA sono io che ringrazio te per il tuo spendido contributo!
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Io avrei una domanda, ma Patsy non si è convinta troppo in fretta di accordarsi con Liz per fare la pelle a Phil? I dubbi che adesso alimentano i pensieri di Patsy sono da interpretare come una apertura a un doppio gioco della ragazza? Penso di no. Comunque anche qusto capitolo fila che è una meraviglia. 🙂
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@ NUMERONOVE a me le domande fanno sempre piacere, perché denotano interesse.
Devi pensare che Patsy stava per morire e, sebbene fosse proprio Liz la sua carnefice, in fondo a lei doveva la vita.
Poi, adesso – come credo che sia naturale – la ragazza è in preda a forti dubbi.
Grazie!
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Finalmente un pò di dolcezza in Phil. Magari sarà momentanea, però somiglia ad una boccata d’ossigeno.
Complimenti all’autrice dei versi e a te per la scorrevole eleganza di scrittura in un intreccio che si complica sempre più.
Ciao, buonanotte 🙂
p.s. + 14 !!
non farmi pensare…quantità mostruosa 😦
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@ ILI6 sai la dolcezza di Phil è particolare…
Grazie, amica mia!
Ma tu sei una fanciulla 😛
Good night!
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… la matassa si ingarbuglia!
Un bel salto nel passato e chisà….?
Un Phil sempre più contorto e …(porco?boh)
Dipanala tu.
In questo sei bravissima!!!!!!!!
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Complimenti a Michelle!!!!!!!
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ahahah un post bellissimo, ricco di piccole perle! 😉
La reazione di orgoglio di Patsy e la sua abilità… scommetto che vorresti trovare un’insegnante di lotta come Liz 😉 ma forse sarebbe meglio di no… già ti vedo dietro le sbarre per “eccesso di reazione” 😛
“prima che l’universo lo accogliesse, rendendolo simile a una stella”, beato lui che ha questa capacità! 😀
http://www.wolfghost.com
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@ CLE REVERIES grazie, mia grande amica!
Concordo su Michelle ^^
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@ WOLFGHOST ahahahah 😛
Mi sa che hai proprio ragione.
Phil Weir… sta imboccando una strada molto singolare…
Ti ringrazio, caro lupo!
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Grazie, Alessandra, un altro episodio che mi tiene con piacere compagnia. Non so perché ma il personaggio di Paola non ancora riesce a coinvolgermi e la mia attenzione è tutta riservata al triangolo Patsy, Liz, e Phil
Alla prossima e complimenti a Michelle
Abbraccio
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE credo che sia anche questione di gusti personali.
Prima o poi, mi piacerebbe avere l’onore di condividere un post con te.
Grazie, Mistral, e un bacione * __________________ *
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Мы, русские, вахту. Внимание!
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@ KGB Ио амо иль воср ла востра патрия!
(Dubito molto della mia traduzione, ma questa sera ho il pc completamente imballato).
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Uhm, a me invece Paola spiacicchia parecchio. Vediamo come si evolve. Patsy e Liz in fondo hanno bisogno una dell’altra per completarsi. Mi pare.
Lui è…lui, abbastanza detestabile per molti versi. Poi volendo lo si può anche adorare.
Ciao, ti stritolo!!! Anzi no meglio di no se la spalla è ancora dolorante (accipicchia mi dispiace davvero…). Ma quando facciamo la spedizione punitiva? Ho voglia di menare le mani…
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Здравствуйте наш дом ваш дом!
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🙂
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“La prima valle non si scorda mai”, potremmo dire. 🙂
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@ KRIS mi piace molto la definizione che hai dato di Phil. In fondo, è quello che io penso di lui.
Stritolami pure, ora sto bene 😛
(Per menare le mani, però, non sono ancora pronta).
Bacione ^^
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@ KGB spasibo!
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@ BIG PHIL è bellissimo 🙂
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@ BRUM direi che è esatto.
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Grazie di nuovo ad ogni pensiero!
Un sorriso
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie a te, Michelle!
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