MARI:
Resterò fermo
come roccia su cui scorre l’acqua tua
resterò fermo
ma non annegherò in te
nella tua saggezza
nella tua disperazione
Troverò la forza
sentirò scorrere l’acqua
come sangue nelle vene
resterò fermo
mi scivolerai addosso
nel tuo passato
nel mio passato
indifferente
indifferente a tutto
ALESSANDRA:
Quando finisce un amore vorresti nasconderti nella grotta più buia del mondo.
Quando finisce un amore a nulla vale la ragione che ti incita a proseguire, a nulla servono le manifestazioni di affetto, più o meno sincere, degli amici, o presunti tali. In realtà non credo all’amicizia, non credo più a niente. Credo solo al mio dolore.
Una volta ero famoso. Il mio libro, “Le Creature della Notte”, fu tradotto in varie lingue e vendette milioni di copie. Diventai molto ricco, ma in un tempo assai breve riuscii a dilapidare il mio patrimonio. E poi la bottiglia sostituì il computer. Adesso vago nelle terre dell’apatia, mi rifugio nei ricordi e aspetto la fine, contando i giorni. Giorni tutti uguali, che non regalano altro se non amarezza e rimpianto.
Elisa si affacciò alla grande finestra che dava sul mare. Era stanca ma felice. Per quanto stressante, la cerimonia della consegna del Premio Strega rappresentava il grande coronamento della sua carriera: dopo tre romanzi di buon successo, con il quarto era riuscita a realizzare un capolavoro, che ora aveva raggiunto la consacrazione definitiva. Senza contare che da “Ombre sul lago” avrebbero tratto un film con Stefano Accorsi e Giovanna Mezzogiorno. Quella sera aveva parlato a lungo con l’attrice, perché Giovanna voleva calarsi nel migliore dei modi nei panni della protagonista femminile e perciò desiderava conoscere a fondo la psicologia della scrittrice.
Elisa assaporò con piacere l’aria fresca della notte, lanciò uno sguardo distratto alle stelle e si apprestò a raggiungere Luca in camera da letto. Erano sposati da un anno e, sebbene lui non amasse leggere i suoi libri (e in generale nessun tipo di libro) con lui si sentiva felice e appagata. Luca dirigeva una grande agenzia immobiliare, aveva un animo imprenditoriale, ma era molto più vicino a lei di quanto non lo fosse mai stato Mauro.
Per qualche strana ragione, il suo pensiero andò al giorno in cui aveva conosciuto il suo ex marito. Mauro cercava una laureata cui affidare tutta una serie di incombenze legate al best-seller che aveva appena realizzato, “Le Creature della Notte”. Elisa aveva trovato detestabile l’uomo e pessimo il libro, una storia d’orrore e di sangue che era estranea alla sua sensibilità. Inoltre, non gli piaceva la sua scrittura, che giudicava stereotipata. Lavorando con lui, aveva lentamente cambiato idea: non sulle sue capacità letterarie, ma sulla sua anima. Si era presentato in maniera arrogante, però con il tempo aveva capito che quell’arroganza celava una sensibilità che malgrado fosse nascosta tuttavia esisteva; e aveva scoperto molto altro su di lui. Ma il matrimonio si rivelò un fallimento. Con orrore crescente Elisa vide Mauro cadere a ruota libera, perdere tutti i soldi che aveva e smarrire l’ispirazione, che benché fosse commerciale o forse proprio per questo, lo aveva portato al successo e alla ricchezza. Non sopportava che lui bevesse, e non accettava l’abulia che sembrava essere diventata il suo tratto caratteristico. Alla fine lo aveva lasciato.
Mentre attraversava il soggiorno, una lacrima apparve nei suoi occhi. Ignorava dove adesso si trovasse Mauro, cosa facesse e che pensieri gli attraversassero la mente.
Però ricordava una cosa.
A lui piaceva ciò che lei scriveva. E amava leggerla.
Cammino nella notte a caccia di fantasmi. A tratti penso a lei, a come è finita. Mi sento simile a Marmeladov, il padre di Sonja in Delitto e Castigo di Dostoevskij. Come lui mi compiaccio dei miei fallimenti, come lui getto al vento le migliori occasioni, traendone un piacere perverso. Stringo fra le mani una bottiglia, ormai quasi vuota. La notte mi è amica, e il fiume che costeggia la strada mi attrae in maniera irresisibile. Acque scure accarezzate da un vento lontano. Quante storie mi racconta il vento! Solo lui ne è capace, solo lui non mi annoia. E mi sussurra inviti cui è difficile resistere. Mi suggerisce la risposta al mistero della mia vita. E’ una risposta sensata, logica e inappuntabile. E’ la risposta. Cammino barcollando. Mi accendo una sigaretta. Scanso con fastidio una coppia invadente che cerca improponibili romanticherie nell’assurda convinzione che il loro innamoramento poi si trasformi in amore. Per quanto mi riguarda potrei anche augurarglielo, ma sarebbe un inganno, dato che ogni amore è destinato a finire.
Penso a Elisa. Rammento che la conquistai definitivamente quando una sera comprai per lei una rosa da una sordomuta. Non fu il fiore in sé a colpirla, ma un gesto che forse non credeva potesse appartenermi. All’epoca ero famoso, e mi trinceravo dietro a una facciata per nascondere la mia timidezza. Bevevo già molto e, sul finire della mia breve carriera, insultai una giornalista che si ostinava a rivolgermi domande idiote. Lasciai quell’insulso party, sbattendomi la porta alle spalle, suscitando scandalo e probabilmente perdendo proprio in quell’occasione mia moglie.
Quello che ho fatto dopo non è interessante. A dirla tutta, c’è ben poco di interessante nella mia vita. A mia volta, non provo interesse per gli altri. Vorrei Elisa, ma so che non è possibile. Questa sera l’ho vista in televisione: era bellissima, raggiante; accanto a lei Giovanna Mezzogiorno scompariva. Irradiava energia positiva. Quello che manca a me. Comunque, non è un problema.
Sta salendo un po’ di nebbia, adesso è il fiume che mi parla ed è l’unica cosa che in questo momento conti. Ho la barba lunga di tre giorni, gli occhi iniettati di sangue, e indosso una giacca che ormai è diventata troppo larga per me. Mi fermo. Voglio ascoltare bene. Con attenzione.
Il fiume racconta.
E’ talmente bravo a narrare che mi sembra di vedere un film. Però, è un film strano, a due dimensioni. Sul lato sinistro dello schermo vedo un bambino infelice, che cresce in una famiglia che tutto è tranne quello che dovrebbe essere. Il padre del bambino tradisce la madre. La madre del bambino beve e si riempie di psicofarmaci. Alla sera, il bambino mette la testa sotto il cuscino e piange.
Schermo destro: il bambino vive in una famiglia felice, unita. Alla domenica pranzano all’aperto, nel giardino davanti a casa. Arrosto di vitello e patate al forno. Crostata di mele. Io so che per il bambino quella crostata è fondamentale, è un simbolo, è la prova della serenità e dell’amore che regnano in quella famiglia. Scena tagliata, dice il fiume, trasformatosi in regista. Buona la prima.
Schermo sinistro: nuova scena. Un uomo scrive un libro di successo, conosce una donna di straordinaria sensibilità e di vasto talento letterario. Si sposano, ma il matrimonio fallisce. L’uomo annega nell’alcool le sue frustazioni e il suo odio nei confronti della vita.
Schermo destro: un uomo scrive un libro di successo, conosce una donna di straordinaria sensibilità e di vasto talento letterario. Vivono insieme felici. Lui la porta ad abitare in un un luogo bellissimo, a ridosso del mare. Invecchiano insieme. Serenamente. Nella comunanza di un affetto e di una complicità senza eguali. Scena tagliata. Buona la prima.
“Avrei preferito che il film fosse diverso.”
“E invece non è diverso.”, ribatte il fiume. “Non si può cambiare il passato, e anche se lo volessi non sarei in grado di fartelo rivivere, né di trasformarlo secondo i tuoi desideri. In ogni caso, non è questo il mio compito.”
“Qual è il tuo compito?”, gli chiedo, conoscendo in anticipo la risposta.
“Aiutarti.”, dice il fiume. “Aiutarti a dimenticare. Alleviare il tuo dolore. Cancellare passato, presente e futuro. Non ti aspetta nulla di buono, lo sai vero?”
Annuisco. Mi accendo l’ultima sigaretta. La fumo con calma.
Poi accolgo il suo invito.
L’acqua è gelida, ma stranamente mi sembra tiepida.
Prima di finire sotto, gli rivolgo un’altra domanda.
“Dimmi se Elisa sarà felice.”
Però la risposta mi sfugge.
Infine, l’ultima.
“Ma a volte sente la mia mancanza?”
“Sì.”, disse il fiume.
Grazie, Mari!
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Cominciamo dalla poesia, che trovo forte, profonda e intensa, che ritmata sul sulle sensazioni che produce un amore finito si trasforma in uno scudo protettivo contro il dolore che lascia dentro di noi. Complimenti Mari.
Passiamo al racconto con la visione a due dello stesso aspetto: l’amore tra Elisa e Mauro. Angolazioni differenti esaminano i motivi per i quali quell’amore tanto travolgente all’inizio si arena sulle secche dell’indifferenza. Velate di malinconia sono le riflessioni di Mauro che non riesce a disincagliare i propri pensieri dall’apatia che l’hanno travolto. Più nostalgia sono quelle di Elisa, che un pizzico di sentimenti prova ancora verso l’ex marito. La notorietà, i soldi, l’amore di Luca non riescono a sanare quella ferita ancora aperta verso Mauro.
Molto suggestivo e toccante è il colloquio finale tra Mauro e il fiume, quando lui decide di andarsene per sempre.
Ottimo racconto e ottima poesia.
Un caro abbraccio a entrambe
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Ho molto apprezzatto leggere sia la poesia che il racconto, benchè la seconda forma letteraria rientra maggiormente nei miei canoni. Un caro saluto. A presto. Univers
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@ NEWWHITEBEAR che splendida analisi!
Grazie, a nome mio e di Mari.
E un grande abbraccio da entrambe (penso che Mari me lo permetterà).
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@ UNIVERS81 in questo siamo simili, amico mio.
In effetti, io faccio molta fatica a commentare le poesie, anche le più belle.
Un caro saluto a te ^^
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Grazie a te Alessandra! Lo sai, per me è un onore….
e grazie di cuore a tutti i tuoi lettori.
Un abbraccio, goodnight
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Ho apprezzato tutto di questa lettura, davvero tutto.
Quando finisce un amore io mi nascondo sulla cima piu’ alta di una montagna, come un’eremita e rimango ad ascoltare il silenzio che mi avvolge.
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Quando si dice “Un bellissimo post”. E lo è davvero per completezza, sentimenti espressi e letteratura, in versi e in prosa. Si legge con piacere ed emozione.
Complimenti ad entrambe.
Marirò
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Ottimo matrimonio tra bella poesia di Mari e il tuo gradito e toccante racconto
L’ amore unisce e divide, fa piangere e gioire e noi non abbiamo armi per
difenderci quando Lui si allontana per sempre
Grazie, Alessandra
Abbraccio
Mistral
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Un insieme splendidamente intenso….
Magnifico racconto che si connubia con la poesia
di Mari, lasciando di fondo, un velo di infinita tristezza…
Complimenti e un abbraccio a entrambe!
Michelle
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@ MARI la gioia e l’onore sono miei * _____________________ *
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@ CYBERMAX tu una montagna, io una grotta…
Ti ringrazio moltissimo per le tue parole!
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@ ILI6 grazie infinite, cara Marirò.
Anche per conto di Mari.
Un sorriso per te 😛
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@ OMBREFLESSUOSE è molto profondo ciò che scrivi… è la vita.
Ti ringrazio di cuore.
E ti mando un grande bacione, Mistral!
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@ VENTIDIPRIMAVERA tristezza che forse è un po’ più mia. Mari voleva rendere più ottimistico il tutto; ma io ho fatto la prepotente :-), e lei è stata bravissima!
Bisous, Michelle, e un grande grazie.
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Un’accoppiata fantastica. La profonda poesia di Mari e le parole di Alessandra che come sempre affascinano e coinvolgono totalmente.
Complimenti ad entrambe!!!
Ciao, Pat
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@ PATRIZIA M. un sentito grazie da me – e penso proprio anche da Mari!
La tua presenza, qui, mi rende sempre felice.
Ciao, cara Pat ^^
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…lo ricordo ancora….
forse telo dissi allora, te lo ripeto: SEI GRANDE!
MARI mi squote l’anima!
un salutone (te lo mando ora che mi dura la connessione)
un abbraccione x due
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@ CLE REVERIES un immenso grazie e quattro abbraccioni, darling*
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Siete due scrittrici formidabili. Bravissime.
Mi dispiace molto per quello che ti è successo.
Se c’ero ti avrei dato una mano.
Ciao da Vale.
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@ VALENTINA grazie per entrambe le cose!
Un bacione, Vale ^^
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Tutto si dimentica. O rimane un ricordo così vago da affacciarsi solo raramente, in maniera quasi indolore.
Bisogna solo saper aspettare. E’ il tempo che può aiutarci, non il fiume.
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@ BRUMBRU talvolta sì, talvolta no.
Almeno, questo è il mio pensiero.
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Una volta tanto non concordiamo, visto? ahahaha
Continua così e ti tolgo l’appellativo di Brumbra, ti avverto…
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@ BRUMBRU per una volta?
Anvedi! 😛
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ahahaha. Le selezioni per diventare Brumbre sono rigidissime…
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@ BRUMBRU beh, io ho superato quelle del KGB… ahahah 🙂
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Spiritosa, vedo! Confermata a pieni voti.
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@ BRUMBRU 😛
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