Chiedo scusa ai miei amici lettori, poiché sono costretta a rimandare a domenica prosssima il nuovo capitolo di “Il fatttore B”.
Mi tremano le mani e faccio molta fatica a scrivere.
Questa mattina due ragazze su un motorino per poco non mi hanno messa sotto sulle strisce pedonali. Io le ho mandate al diavolo. Loro hanno inchiodato, sono scese e mi hanno presa a sberle e a pugni. Ho cercato di difendermi, ma erano sui vent’anni. Inoltre erano più alte e robuste di me.
Per fortuna un gentile signore ha visto la scena ed è intervenuto. Non intendo sporgere denuncia perché tanto non servirebbe a niente. (E poi magari mi verrebbero a cercare).
Adesso mi sento meglio, ma per scrivere queste poche righe ci ho messo una vita.
Prima di sera mi auguro di aver superato lo schock e di poter rispondere ai commenti. Comunque, fisicamente sto bene.
Vi propongo un racconto che qui è inedito, ma che è stato già postato tempo fa su “Caffè Letterario”.
Si addormentò mentre scriveva.
Succedeva spesso perché lavorava di notte, al fioco lume di una lampada, dopo una giornata di lavoro che lo aveva visto imbottigliato nel traffico per la gran parte del tempo. Per effettuare quattro consegne Simone doveva fare ricorso a tutte la sua pazienza, che non era poca, preso com’era fra due fuochi: da un lato, la città che sembrava impazzita; da quell’altro, la voce stridula di Laura che dall’ufficio lo tempestava di telefonate, invitandolo a muovere il culo. Simone detestava Laura, anche se l’avrebbe portata a letto volentieri. A volte la immaginava mentre godeva e gli sussurrava che lo amava, lo aveva sempre amato, e che da quel giorno non lo avrebbe più tormentato.
Aveva la sensazione netta che lei non gli credesse e che attribuisse i ritardi delle consegne alla sua pigrizia. Ma cosa ne sapeva del traffico, visto che passava tutto il giorno in ufficio a ragliare?
Simone stava scrivendo un grande libro, il suo libro. Era certo che quando lo avesse finito, sarebbe stato pubblicato, avrebbe ricevuto una quantità di recensioni positive e sarebbe balzato in testa alle classifiche di vendita. Poi ne avrebbero tratto un film, di cui lui avrebbe curato la sceneggiatura. Sarebbe diventato ricco e avrebbe potuto portare Livia in America. Lì sarebbe stata operata dalla migliore equipe del mondo e finalmente sarebbe guarita. Avrebbe ripreso a camminare, dapprima lentamente e a fatica, in seguito sempre più agevolmente. Forse sarebbe addirittura tornata a correre. Quando l’aveva conosciuta, Livia aveva appena vinto i campionati italiani dei cento metri e si stava preparando per le Olimpiadi. Poi il destino aveva mischiato le carte.
Quella notte Simone fece un sogno bellissimo. Era al mare con sua moglie. Nuotavano, facevano l’amore, alla sera bevevano un drink al bar della spiaggia. Si svegliò di soprassalto e guardò l’orologio. Erano le quattro e aveva scritto solo poche righe. Le rilesse, corrugando la fronte per la concentrazione.
Il suo concetto di scrittura esulava da regole che prevedessero mille o duemila parole al giorno: ciò che contava era la qualità. Tuttavia si rendeva conto che stava procedendo con eccessiva lentezza. Le gambe di Livia non potevano aspettare i suoi tempi. Se voleva farla operare, doveva accelerare e scrivere di più. Si alzò sbadigliando, andò in cucina e si preparò un caffè. Livia dormiva nella sua stanza. Il silenzio della notte era perfetto. Non riusciva a lavorare di giorno, a causa dei rumori che gli toglievano l’ispirazione; aveva bisogno di pace e di tranquillità.
Decise che avrebbe scritto fino al mattino. Avrebbe recuperato il sonno perso nella pausa di mezzogiorno. Il libro era a buon punto, doveva solo accelerare. Accelerare in modo da portarlo a termine entro un mese. Poi lo avrebbe subito spedito a dieci case editrici. Sarebbe stato immediatamente contattato. Gli avrebbero dato un anticipo consistente. Avrebbe prenotato l’ospedale.
Mentre tornava a sedersi sorrise, il cuore gonfio d’amore e di tenerezza. Livia non sapeva che stava lavorando a un best seller, non immaginava che fra poco avrebbe ricominciato a vivere. Quando avrebbe ripreso a camminare, avrebbero fatto un figlio. Simone sarebbe stato felice di avere una bambina, una Livia in miniatura, ma anche un maschio lo avrebbe reso contento. Alla domenica sarebbero andati a vedere assieme la Roma. Suo figlio avrebbe studiato; grazie ai soldi del libro si sarebbe laureato.
Erano pensieri bellissimi, ma ora doveva scrivere. Scrivere.
Prese la penna e aprì il quaderno su una pagina bianca. La mano si muoveva veloce per trasformare in parole le mille idee che gli affollavano la mente.
“Barbara entrò nella casa chiedendosi se suo marito la perdonerà. Lo aveva tradito ma era sicura che quando le spiegherà perché lo aveva tradito lui la perdonerà. Perché“, esitò un attimo, quindi aggiunse: “perché era il più migliore degli uomini.”
Lavorò tutta la notte.
Pazzesco, mi spiace veramente. Però dovresti denunciare. Un abbraccio.
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Il racconto e’ bellissimo e su questo non avevo nessun dubbio. Spero che ora vada un po’ meglio dopo quanto ti e’ capitato. Ormai viviamo in un mondo dove la violenza e la prepotenza predominano sempre di piu’. Mi dispiace immensamente per quello che ti e’ capitato. Per fortuna quel signore ti ha aiutata, cosa che capita sempre piu’ raramente. Sta diventando impossibile vivere tranquillamente. Ti abbraccio forte forte. Pat
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Come più robuste di te? Scrivi romanzi di donne forti e gagliarde e poi la loro mamma si lascia picchiare da due sbarbatelle …
Battute ironiche a parte, ti capisco che l’esperienza è davvero scioccante ma spero che fisicamente non siano rimaste tracce dell’aggressione. Forza ti siamo vicini e ti aspettiamo con calma.
Per quanto riguarda il post Simone sogna, sogna a occhi aperti. Forse sarebbe meglio se riposasse di più perché il best seller, dalle poche righe che si leggono, se lo sogna …
Per me è completamente inedito e l’ho trovato veramente piacevole da leggere inseguendo con Simone i sogni di poter far tornare il sorriso a Livia.
Un grande abbraccio
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Rimango sbalordito a leggere di quanto ti é accaduto.
Personalmente non lascerei cadere la cosa. Anzi.
Comunque ti auguro di trovare tutta la forza necessaria per superare questo momento.
Il racconto é “tuo”, in ogni frase riconosco la tua sensibilità, la tua fantasia . Anche se fosse anonimo credo che lo sarebbe per poco.
Almeno per noi, tuoi affezionati lettori.
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Sono spiacente per la disevventura che ti è capitata, a mi avviso dovresti sporgere denuncia anche per far capire a quelle persone incivili che non possono permettersi tali comportamenti.
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Cara Ale, mi spiace davvero tanto, la malvagità e l’inciviltà sono sempre più in aumento. Spero che tu ti possa riprendere al più presto. Io sono Annamaria Tanzella, non sono riuscita a fare l’accesso: sono con una chiavetta che si collega poco. A presto, un abbraccio.
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E invece è andato a buon fine, non ci capisco nulla.
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@ ANNAMARIA49 misteri di WordPress…
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@ TANTOPERCANTARE se la caverebbero con una ramanzina…
Grazie, cara!
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Mi dispiace per l’accaduto. Riferendomi anche al post precedente, una cosa è la cattiveria narrata e fantasiosa, un’altra è quella della realtà.
Puoi anche decidere di non denunciare, ma non permettere a nessuno, nemmeno a chi è più alto e robusto di te, di toglierti il piacere di ciò che, tra le altre cose, più ami: scrivere. Dimentica la malvagità e l’inciviltà e vai avanti.
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PATRIZIA M. è vero: viviamo in un mondo violento e, secondo me, insensato. E non mi riferisco solo a quello che mi è capitato oggi.
Un grande abbraccio a te*
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Mi piace questo racconto.Molto significativo.
Un abbraccio, ciao.
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NEWWHITEBEAR loro erano in due. E io sono vicina ai quaranta…
Le hai in mente le ragazze di oggi?
Aggiungo che a mio modo di vedere provavano piacere a picchiarmi.
Conseguenze: occhiali da sole per qualche giorno 😛
Il post lo hai inquadrato in modo perfetto.
Un caro abbraccio.
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Certo che ti capisco. Certe ragazze di oggi sono più manesche di molti uomini. E credo pure che abbiano provato piacere … Immagino che delle loro prodezze se ne siano vantate su Facebook.
Spero che lo choc sia passato e che rimanga solo uno spiacevole ricordo.
A presto e un grande abbraccio
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@ BISTROTAPIGALLE eccome se sono manesche!
Forse hanno visto troppi film.
Adesso è tutto ok. Grazie!
E un caro abbraccio a te.
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@ CAPEHORN grazie, ora sto meglio.
E sì, il post è mio, caro Carlo.
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MAIPISENSA ti ringrazio, caro amico.
Ma sarebbero soldi e tempo buttati via.
E poi magari me la farebbero pagare.
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è un comportamento codardo che non si addice a te …
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@ MAIPISENSA forse hai ragione.
Ma fra quanti anni ci sarebbe il processo?
Io non sono finita in ospedale, perciò credo che verrebbero assolte.
E poi trovarmene quattro sotto a casa mia non è un’idea che mi entusiasma molto 🙂
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@ ANNAMARIA49 sono felice di rivederti qui!
Un bacione.
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@ ILI6 ti ringrazio per le tue care parole.
Ti confesso che ho avuto molta paura.
La violenza, che sia fisica o verbale, mi sgomenta.
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@ ILI6 ancora grazie, Marirò!
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….tutto perchè io non ero lì! La guerriera ti avrebbe difesa….anche se io i quaranta li ho già visti passare!
Il racconto mi ispira!….
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@ MARI la GUERRIERA e la STREGA le avrebbero distrutte!
Grazie, cara * __________________ *
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Mi dispiace per l’accaduto,rimettiti presto!
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@ MTCAVA ti ringrazio molto, mia cara amica!
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mi dispiace per l’accaduto, per come la vedo io e per come sono fatto io a quelle due in motorino non gliel’avrei fatta passare liscia. e chiudo l’argomento. cerca di riprenderti presto. ti aspetto nel mio nuovo spazio. forza e coraggio
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@ CYBERMAX ti ringrazio e ti auguro una notte di dolci sogni.
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Ti ci vorrebbero due robusti bodyguard, oppure un cane come il mio Gastone.
Scherzi a parte, mi dispiace per quello che ti è successo. Stai meglio ora?
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Pazzesco! Capisco però la tua decisione di non sporgere denuncia
un abbraccio forte
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@ SUZIEQ11 sì: prestami Gastone 😛
Ora sto bene, grazie, amica mia!
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@ MAGICAMENTE73 credo che sarebbe solo una perdita di tempo… e di soldi.
Un grande abbraccio a te ^^
(Pazzesco, veramente).
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Non ho parole!
(e non riesco nemmeno a scriverne tante: connessione lenta)
Ti abbraccio forte forte!!<3 ❤
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@ CLE REVERIES e io ricambio di cuore il tuo abbraccio!
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Solidarietà per l’episodio inqualificabile, ma purtroppo non sorprendente. Si va diffondendo questo atteggiamento, sulle strisce pedonali e non solo, per cui chi si trova in posizione di forza ha diritto a fare ciò che vuole, e chi non glielo riconosce va punito.
È capitato anche a me, l’ultima volta giusto ieri, di sfanculare chi non mi lasciava passare sulle strisce, ma io sono grosso e non si fermano a discutere.
Per quanto riguarda la decisione di non procedere con la denuncia in linea di principio non sono d’accordo con te, ma per dare un giudizio sensato dovrei conoscere il contesto.
Complimenti per il racconto, che non conoscevo.
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Intanto il mini-racconto è molto bello, stranamente me lo dovevo essere perso perché non lo ricordavo.
Venendo a quanto ti è successo, parlando con i colleghi poco tempo fa’, ci siamo resi conto di quanto sia pericoloso anche il minimo gesto fatto in strada, anche e soprattutto verso qualcuno che è al volante di qualche mezzo: non sai davvero mai chi puoi trovarti di fronte. Però la cautela è più facile quando si tratta di un camion, ad esempio, difficilmente si pensa che potrebbe capitare qualcosa del genere da due ragazze su un motorino: non potevi davvero immaginarlo.
Sono certo che ti riprenderai in fretta, in più Milano (giusto?) è grande: è molto molto probabile che quelle tizie tu non le riveda mai più.
Sulla denuncia… in quei momenti si fa ciò che ci si sente di fare, più che la cosa giusta. E’ chiaro che ognuno di noi penserebbe che è un’ingiustizia che la facciano franca, ma nelle cose… bisogna esserci, ed alla fine molti di noi, sono certo, agirebbero come hai fatto te.
L’importante adesso è che ti lasci tutto alle spalle, con i tuoi tempi, senza correre. Come ho scritto prima, sono certo che farai presto, ma le aggressioni lasciano segni che si superano solo con pazienza ed amore verso sé stessi: prenditi tutto il tempo che ti serve.
Un forte abbraccio!
http://www.wolfghost.com
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@ VPINDARICO innanzi tutto, ti ringrazio per la tua solidarietà!
Mi sono consultata con un’amica legale, la quale mi ha detto che una denuncia era tempo perso.
Io non sono grande e grossa, però mi sarebbe piaciuto vedermela con una delle due. Una contro una non so come sarebbe finita.
Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto.
Un abbraccio*
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@ WOLFGHOST essere aggredita e picchiata… certo, lascia un segno.
Non me lo sarei mai aspettatata da due ragazze!
Dimenticherò, certo.
Mi dispiace che adesso la violenza fisica dilaghi anche fra le donne.
Grazie per l’elogio al racconto (non era mai apparso qui).
Ti abbraccio, mio caro amico lupo!
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Splendido racconto letto in un attimo…
ma Tu sei sempre cosi unica nel raccontare storie…
In quanto a quello che Ti è successo, sinceramente non ho parole, spesso mi chiedo in che mondo viviamo….
Mi dispiace immensamente Alessandra…
Ti lascio il mio buongiorno e un bacione
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA sei sempre molto cara con me!
Per quanto mi è successo… ormai è acqua passata. Un bello spavento, certo, ma fortunatamente danni non gravi.
Poteva andare peggio.
Bisous, Michelle * _______________ *
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Nonostante la brutta esperienza che ti è capitata, hai la forza interiore di regalarci un bel racconto, quando dovremmo noi tutti regalartene a testa uno per tirarti su il morale o quantomeno provarci. Forza e coraggio, passerà e tornerai più forte e combattiva che mai, cara. A rileggerci presto. Buona guarigione.
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@ UNIVERS81 mi hai commossa!
Grazie, amico mio.
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Ciao Ale.
Prima di tutto scusami per la lunga inqualificabile assenza. Non che non passassi di qui. Non che non leggessi. Solo non mi veniva nulla da scrivere. E colpevolmente nemmeno un ciao… Spero tu possa perdonarmi per questo.
Quanto alla brutta storia che ti è successa. Mi dispiace davvero molto. Forse io avrei denunciato, anche sapendo perfettamente che è solo una perdita di tempo. Ma dico forse, non so.
Quello che conta è che tu adesso sia serena, che non sia intimorita, impaurita. Voglio dire: certo non puoi avere la meglio fisicamente contro due energumene (con una sola…anche se lei è giovane e grossa e tu esile e sulla quarantina non è mica detto, magari con la rabbia giusta… Vorrei averla tra le mani io per qualche minuto…), certo puoi rimanere qualche segno sul fisico per qualche giorno, ma assolutamente non puoi permettere a nessuno, dico a nessuno, di tenerti in soggezione psicologica, neanche per un minuto.
Ma tu sei una guerriera!
Un fortissimo abbraccio.
E ti chiedo ancora di perdonarmi, se puoi, per l’assenza.
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Sono con te, e ti capisco anche tanto. Anch’ io avrei reagito come hai fatto tu, i pedoni sono prede da asfaltare sulla strada
Due contro una è una bella vigliaccata, adesso come stai?…
Non basta denunciarle ( tanto non succede nulla) a quelle e a tipi del genere occorre un altro linguaggio: occhio per occhio.
Un abbraccio forte
Mistral
Il racconto mi piace, come sempre
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@ KRIS come sono felice di vederti!
Tempo addietro, ti salutai in un post.
Ho male a una spalla, per il resto sto benino.
Concordo con te: mi sarebbe piaciuto vedermela una contro una. Due per me erano troppe. Anche perché erano alte e vigorose.
In ogni caso, adesso non sono più impaurita.
Un fortissimo abbraccio a te e grazie!
Grazie di cuore*
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@ OMBREFLESSUOSE cara Mistral, sì: due contro una è una vigliaccata!
Oggi mi sento meglio. Hai ragione: altro che denuncia! Se io fossi Monica Squire le sistemerei per benino 😀
Ti ringrazio e ti abbraccio ^^
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Accidenti, mi è sfuggito il tuo saluto! Lo ricambio adesso.
Ma certo che non sei più impaurita. Non avevo dubbi. Possono abbatterti fisicamente, specie se sono in due giovani grandi e grosse, ma psicologicamente non glielo permetterai mai, neanche fossero in cento.
Sai che ti dico? Per metabolizzare completamente l’accaduto, un giorno potresti trasformarlo in un raccontino. In cui diventi una sorta di Monica Squire che si vendica andandole a trovare una ad una. S sottoponendole a qualcuna di quelle torture così ingegnose e spietate.
Se invece vuoi farlo davvero, e non solo raccontarlo, allora vengo anch’io. Non si sa mai. Meglio essere in due! Per quanto i centimetri non mi manchino, sono l’esatto contrario di un colosso, ma un po’ di arti marziali le conosco. E quelle due mi hanno fatto incazzare di brutto.
Adesso scopri la spalla dolorante per favore che ti do un bacetto lì 🙂
Ciao!
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@ KRIS sono entrambe due ottime idee!
Grazie per il bacetto 😛
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Per me fai bene a dimenticare tutto al più presto. Troveranno qualcuno più forte di loro che ti vendicherà. E’ ovvio che cercavano la rissa. Vigliacche. Tu in quel campo non puoi competere…lascialo a loro.
Ti. Abbraccio.
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@ BRUM cercavano la rissa, lo penso anch’io.
Comunque sto pensando di andare a lezione di judo 😛
Abbraccione a te!
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Sai come la penso. Se sei tondo, non muori quadro. Tu hai una coscienza. Una certa formazione…per cui far del male e’ peccato o comunque non si fa. Se pure tu riuscissi a far del male a delle persone che fanno della rissa il loro orgoglio, ti sentiresti in colpa. Il che sarebbe peggio di qualche schiaffo…preso da due vigliacche.
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Vado al racconto, che non conoscevo. Molto bello. Come e’ tuo solito, lasci aperte molte discussioni ed instilli quesiti nei lettori. Senza dare risposta. Sei “interattiva” (rido).
E’ giusto che anche una persona non del tutto avvezza alla sintassi, diciamo, scriva? Senz’altro, direi.
E’ giusto che abbia velleità di pubblicazione dei suoi scritti? Si.
E’ giusto che sogni di diventare un grande e famoso scrittore? Certamente.
Ne aggiungo uno io, forse da te non considerato: potrebbe mai piacere un libro scritto da qualcuno che non conosca del tutto l’ uso di congiuntivi…ecc? Si. La tecnica e la sintassi non bastano, affinché un libro diventi un buon libro. La cosa più importante e’ il cuore….e’ ciò che passa. A meno che non sia un testo scolastico. L’ arte, quella vera, prescinde dalla tecnica -pur utilizzandola- e va oltre, nel significato.
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@ BRUM chapeau per entrambi i commenti!
Sono veramente notevoli.
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Questo commento, scritto in tempi non sospetti… (o perlomeno io non ne sapevo ancora nulla…) mi pare si inserisca perfettamente nella diatriba, però. Sembra scritto apposta…
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E l’ho scritto prima dello stop, quindi non lo cancellare, eh? ahahahah
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@ BRUM è vero! Sembra fatto su misura.
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@ BRUM certo 😛
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Che non si dica che ho “aggiustato” le mie idee pur di dare ragione a Mari, dunque. 🙂
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@ BRUM questo è fuori questione, caro!
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leggo solo adesso e amarezza e rabbia hanno toccato anche me. mi spiace ma spero che il dolore e la rabbia stiano svanendo. scusa se non intervengo mai nei commenti ma assaporo quando posso tutto ciò che scrivi e sono sempre preziosi momenti. sei ammirevole anche al di fuori delle tue solite righe e perciò “più migliore” di questo marcio mondo. un abbraccio
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@ RENATO ti ringrazio dal profondo del cuore!
(Sì, stanno svanendo).
Un caro abbraccio a te.
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Cavoli! Credevo che fosse l’inizio del tuo racconto…
Forse lo potrebbe diventare? Far fruttare i propri dolori: roba da scrittori!!
In teoria, dovresti denunciarle. In pratica… So come ci si sente.
Comunque, quelle due cercano rogne, e le troveranno, di sicuro.
In quanto al racconto, è bellissimo. Simone non pubblicherà (per sfortuna sua ma fortuna nostra), ma che voglia e possa scrivere è buono.
Ciao, mia cara.
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@ LILLOPERCASO parto dal fondo: come sempre, la tua ironia è impagabile!
Per quanto riguarda il resto, pazienza: le ho prese!
Denunciarle sarebbe inutile.
Troveranno qualcuno/a che le ripagherà di quello che hanno fatto a me, concordo.
Ciao, stellina*
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