Quando Liz si fu ripresa del tutto, ricominciò a frequentare la palestra di arti marziali. Praticava judo e kick-boxing. Al mattino andava a correre, poi consumava una robusta colazione a base di cereali e si recava al lavoro: aveva trovato un buon impiego come commessa in un negozio di dischi. Prima di cena, nuotava per un’ora. Benché avesse sempre amato l’oceano e non le piscine, faceva di necessità virtù. Non nuotava per divertirsi, ma per raggiungere uno stato di forma ottimale. Dopo aver cenato, raccoglieva i capelli a coda di cavallo, senza curarsi della cicatrice che le deturpava la parte destra del viso. Era comunque ampiamente compensata dalle lunghe gambe atletiche, dal seno alto e pieno e dagli splendidi occhi verdi. Indossava una tuta aderente e degli scarponcini da pugile, e usciva di casa.
Alla Johnsson’s Fitness non c’era più una ragazza disposta ad allenarsi con lei: doveva confrontarsi con i maschi, e spesso li metteva in difficoltà. Era abbronzata, forte e in piena salute. La pelle del viso era luminosa, le braccia muscolose, le gambe scattanti e toniche. L’attesa non la disturbava. Al contrario, pregustava ogni giorno che sarebbe passato prima che si sentisse pronta.
Infine, si fece prestare il vecchio pick-up di suo fratello e tornò alla Green Valley. Mentre guidava, ripassava mentalmente il piano che aveva ideato. La Legrange non costituiva un pericolo, ma Weir era intelligente e imprevedibile. Ricordava un vecchio testo di storia, l’unica materia che non la disgustava completamente. C’era stato un generale francese, Bona… qualcosa, che quando doveva affrontare due eserciti nemici, li attaccava separatamente. Fu sconfitto a causa della negligenza di un suo sottoposto: per la prima volta, infatti, fu costretto a combattere simultaneamente contro gli inglesi e i messicani… forse non erano messicani, ma il concetto non cambiava. Avrebbe applicato quella tattica.
Il posto di blocco la colse alla sprovvista. Un soldato antipatico, armato di tutto punto, le intimò di andarsene immediatamente. La valle apparteneva all’esercito, e non erano ammessi i ficcanaso. Liz era sconcertata. Phil e Patsy erano stati cacciati dalla Green Valley: come avrebbe fatto a trovarli?
Il giorno dopo si presentò a casa Legrange.
Patsy assomigliava moltissimo a suo padre: gli stessi capelli biondi, gli occhi chiari e la medesima arroganza. La differenziava da lui soltanto l’altezza. William Legrange, infatti, era un omone di almeno un metro e novanta. Ricevette Liz nel suo studio privato, palesemente infastidito; ma quando l’ebbe esaminata con attenzione cambiò immediatamente atteggiamento. Elizabeth indossava una minigonna inguinale, alti stivali neri, e portava i capelli sciolti sulle spalle. Il seno premeva orgogliosamente sulla camicetta parzialmente sbottonata. Era una giornata calda e lungo il tragitto aveva sudato. Emanava un buon odore di giovane donna sana.
Legrange le disse senza problemi dove si trovava sua figlia. La presenza della moglie (Liz non la vide, ma la sentì chiamarlo da un altro locale) gli impedì di spingersi oltre. Si capiva lontano un miglio che avrebbe fatto carte false per portarsela a letto.
Elizabeth risalì sul pick-up con il sorriso sulle labbra.
Paola Chianese doveva la sua brillante carriera nell’FBI all’istinto. Era un dono innato: dove i suoi colleghi si rompevano la testa a furia di congetture, analisi linguistiche, estenuanti ricerche al computer, pedinamenti e indagini, lei riusciva a risolvere la maggior parte dei casi grazie a un’ intuizione. A detta di suo padre, che era nato a Pescara, ciò dipendeva dal fatto che, malgrado fosse cittadina americana a tutti gli effetti, nelle sue vene scorreva copioso sangue italiano. E gli italiani erano più immaginifici degli anglosassoni.
Paola aveva trentasei anni, era intelligente e determinata, ma non eccelleva in altri campi. Non era una grande tiratrice, nelle esercitazioni sportive riusciva a cavarsela solo per il rotto della cuffia, non era particolarmente abile negli interrogatori. Però, aveva quel quid in più che le era valso il soprannome di “Magic Paula”. Era graziosa più che bella. Non curava molto l’aspetto esteriore, eccezion fatta per i capelli cui dedicava infinite cure. Erano castani, e si intonavano agli occhi, scuri e profondi.
Lesse ancora il rapporto.
Jack Straw era stato visto per l’ultima volta in uno sperduto paesino di montagna. Qualcuno ricordava che Straw aveva offerto una birra a una specie di hippy che abitava nella Green Valley. Un investigatore aveva compiuto un sopralluogo, ma la valle adesso era una base dell’esercito. Il sergente Fowley aveva detto di aver mandato via una coppia di abusivi. Dalle descrizioni l’uomo era l’hippy, la donna una biondina. C’era qualcosa che non quadrava. Le frontiere erano sorvegliate; foto segnaletiche dei due banditi erano state distribuite negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. Senza contare i posti di blocco e le soffiate degli informatori. Jack Straw e Tom Collins non potevano essere svaniti nel nulla. Avevano commesso una serie di reati gravissimi, fra cui l’uccisione di un agente di polizia: andavano arrestati e puniti.
Comunque fosse, ormai era trascorso troppo tempo. E se non li aveva trovati il collega che l’aveva preceduta, come poteva sperare di riuscirci lei?
“Perché sei Magic Paula.”, l’aveva blandita il suo capo ridendo.
Paola Chianese lesse per la terza volta il rapporto.
Più tardi andò a bere un caffè con Sidney Saryo. Saryo la corteggiava invano da un anno. Era alto, biondo, con luminosi occhi azzurri. Aveva la capacità quasi diabolica di estrapolare le rare informazioni utili dal computer di Quantico. Il problema era che quel mostruoso ingranaggio conservava un numero talmente elevato di dati che risultava difficilissimo trovare ciò che realmente poteva essere utile ai fini di un’indagine. Paola gli parlò della Green Valley. Sidney sorseggiò la bevanda bollente. “Niente da fare.”, disse. “E’ una base dell’esercito.”
“Lo so.”, replicò la donna. “Ma io cerco qualcosa… qualcosa di strano o di singolare che sia avvenuto prima che l’esercito arrivasse.”
Saryo la fissò, pensieroso. “Hai già delle idee?”
Paola rispose con prontezza: “Naturalmente, no. Non ho la minima idea.”
Patsy uscì di buon’ora per andare a Los Angeles. Non aveva molta voglia di sobbarcarsi quattro ore di macchina, ma sapeva che era indispensabile. Suo padre stravedeva per lei, ma era anche intransigente: se non avesse rispettato i patti, avrebbe chiuso i cordoni della borsa. Quella notte avrebbe dormito a casa dei suoi; sarebbe tornata l’indomani, viaggiando con il fresco della sera.
Accese il motore e imboccò l’unica strada che conduceva fuori dalla Bush Valley. Attraversò un ponte e si diresse verso la montagna. Ai lati della strada c’era una vasta foresta.
Fu costretta a frenare bruscamente per non andare a sbattere contro un tronco d’albero che ostruiva il passaggio. Tirò il freno a mano e scese dalla macchina imprecando. Si era vestita in maniera elegante e ai piedi aveva delle ballerine di Armani. E adesso avrebbe dovuto sporcarsi per spostare quel dannato tronco! Pensò di tornare indietro per farsi aiutare da Phil, poi alzò le spalle e si chinò per spingere via l’ostacolo.
Fu in quel momento che udì un rumore di passi. Fece per rialzarsi, ma qualcosa di duro la colpì alla nuca. Non provò molto dolore, perché perse subito i sensi.
UN SOGNO AMERICANO 6
21 agosto 2013 di Alessandra Bianchi
30 Risposte
Liz medita la vendetta. Magic Paula è la new entry. Patsy torna in città. Tre ingredienti che sono ben miscelati in tre episodi distinti. Tre donne diverse ma accomunate da un particolare: sono tutte e tre determinate nel raggiungere i loro obiettivi.
Nuovi orizzonti si aprono e mostrano scorci di sereno e nuvolaglie nere.
Lo trovo maturato, fluido e scorrevole. Un vero piacere leggerlo.
Un caro abbraccio
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Tu hai quel quid in più!
Liz è in gamba, è un bel personaggio.
Questa Paola ha fiuto, una di quelle persone che hanno grandi capacità innate…
Sei sempre bravissima! I miei complimenti MIA strega!
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@ NEWWHITEBEAR tre donne… tre destini diversi.
E qui Phil Weir è assente, come nella prossima puntata – la più “horror” che io abbia mai scritto. Ma metterò un bell’avviso!
Grazie e un grande abbraccio.
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Ma lo leggerò ugualmente! I tuoi horror sono da cineteca.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR troppo buono!
Un caro abbraccio.
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Dico la verità!
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR 😛
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@ MARI Paola è un personaggio notevole, ma Phil Weir è Phil Weir 😀
Ti ringrazio di cuore, Mia guerriera!
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Liz, Magic Paula e Patsy tre donne guerriere.
Mi sa che il destino del mondo è nelle mani delle donne.
Mrs. Alessandra le faccia cambiare rotta, destinazione, le manda in Siria a, castigare coloro i quali hanno usato gas nervino per sterminare degli innocenti.
Almeno nel virtuale possiamo assaggiare un pò di giustizia.
Un cortese baciamano, Edo
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@ EDOARDOPRIMO un applauso!
E una riverenza.
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Buona sera, mia Signora e un augurio di un’ottima serata a tutti i Vostri ospiti, meno uno!
Il Vostro racconto è meritevole, in ogni caso, di pregevoli commenti (come avvenne, giustamente, già su Splinder). Vi dedicammo, addirittura un disegno che rigurdò “due” delle Vostre eroine. Bei ricordi. ricordi che, questa sera, terminano qui).
Vi lasciammo il link delle nostre motivazioni, anche per pubblica lettura.
http://emiliadiroccabruna.wordpress.com/2013/01/01/facciamo-un-gioco/comment-page-1/#comment-178
(che sicuramente ricorderete …).
Abbiamo sempre odiato le “stupiderie” e per evitare il tanfo miasmatico di alcuni soggetti, preferimmo fare un passo indietro.
Abbiate le nostre cordialità.
평양에서 안녕하세요
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Last but not least eccomi. Appena tornata, fresca di verdi boschi, cime innevate, laghetti blu…..Troppo scontata e stucchevole? Cambio subito: fresca di polenta variamente condita, fonduta, bourghignonne, pierrade, fontina…..Troppo prosaica? Ma benedetta ragazza, che vuoi che ti dica? Insomma sono tornata. Tutto bene? Direi di sì a giudicare da quello che scrivi, sempre impeccabile e gradevole.
Un bacione.
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Ci associammo al milord.
Salutazioni
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Sempre interessante e piacevole leggerti. Magic Paula mi piace e non solo per le origini italiane. Qualcosa mi dice che sarà un personaggio importante nello sviluppo delle azioni e anche positivo.Attendo il seguito con impazienza.
Serena giornata, ciao.
Marirò
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Episodio scorrevolissimo e bellissimo, ricco di sviluppi
che incuriosiscono sempre di più…
Tre donne, tre personaggi ognuno interessante, Paula
nuovo personaggio, dove ci porterà?
Liz che medita vendetta, ora ripresa super allenata,
in ottima forma…
E Patsy ora, in che pericolo potrebbe trovarsi…
In attesa dei prossimi sviluppi….
Je te laisse des Gros bisous et un bon après midi!
Michelle
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@ NINNI RAIMONDI sono lieta di vedervi – e mi piacerebbe avere quel disegno -, però qui ci troviamo ad affrontare un argomento già trattato su Splinder.
Fra quella piattaforma e questa mi avvicino alle 500.000 visite. E’ umanamente impossibile che io sappia a priori quali lettori vi garbano e quali no.
Ci vorrebbe un computer.
E poi se uno si presenta in modo garbato, cosa dovrei fare?
Radiosità.
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@ SUZIEQ11 ben tornata, mia cara e arguta amica!
Abbraccione ^^
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@ LORD NINNI ribadisco il mio pensiero…
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@ ILI6 Paula si dimostrerà molto importante!
Grazie e un grande sorriso, Marirò*
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@ VENTIDIPRIMAVERA posso anticiparti che il prossimo capitolo sarà molto drammatico.
Bisous, Michelle ^^
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Patsy….anche con le ballerine di Armani, non mi piace… 😀
Un bacio
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@ MARI MIA GUERRIERA, non è proibito tifare per Liz 😛
Bacioni.
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Sempre più avvincente. Aspetto gli ulteriori sviluppi che, a quanto ho inteso, è meglio non leggere di sera 🙂
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@ URIEL grazie, amico mio!
Beh, anche di sera, a patto di aver consumato una cena leggera 😛
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Attratta dal tuo avviso, ho letto per primo l’ultimo episodio di Un Sogno Americano
Ma anche in questo episodio la tua bravura artistica eccelle con merito
Abbraccio
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE eh eh eh, dovevo immaginarlo che quell’avviso avrebbe prodotto l’effetto contrario 😀
Abbraccio a te, Mistral, e grazie.
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Ah, però! Il paparino di Patsy!! 😛
Mi ricordo di Paola Chianese… avevi già adoperato questo personaggio, vero? Non ricordo però in quale racconto… ?
Si potrebbe pensare che Patsy sia stata ingenua, ma come pensare che la sua nemica l’aveva scampata e adesso era pronta a dar battaglia? 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST in “questo” racconto, caro lupo ^^
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Puntata molto piacevole e ricca di piccole sorprese, a mio modo di vedere. Quando si descrivono caratteri femminili in scontri o antitesi, o intrecci… beh è sempre interessante, magari più di certi comportamenti maschili, nonostante sia un maschio. Complimenti cara, a presto.
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@ UNIVERS81 forse perché le donne sono più sottili e perfide.
Grazie per i complimenti!
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