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IL FATTORE B 5

18 agosto 2013 di Alessandra Bianchi

Alexsandr Alexsandrovic StavroginIn una democrazia occidentale uccidere un uomo politico non è un’impresa impossibile, anche se il soggetto in questione è un autentico pezzo grosso, apparentemente invulnerabile. Un esempio su tutti è rappresentato dall’assassinio di John F. Kennedy. Anzi, tutto sommato, è un’azione relativamente semplice.
Ma a una condizione. Che il sicario sia disposto a intraprendere una missione suicida. In caso contrario, le cose sono molto più complicate. Gli uomini dell’OAS erano molto in gamba – rappresentavano l’elite dell’esercito francese – eppure, malgrado vari tentativi, non riuscirono a eliminare Charles De Gaulle. E la ragione è semplice: nessuno di loro era pronto all’estremo sacrificio; perciò tentarono, ma fallirono.
Josè Lopez intendeva trascorrere il resto della sua vita in qualche sperduta isola dell’Atlantico meridionale, godersi i due milioni di dollari oltre a quello che aveva già guadagnato in precedenza, e che non era poco, e concedersi tutte le donne che voleva. Di conseguenza, escludeva a priori l’idea di comportarsi da kamikaze. D’altro canto, non agiva per motivi ideologici, bensì per denaro e per il sottile piacere di eliminare un essere umano. E un domani, magari, avrebbe creato una propria organizzazione.
Pertanto, la situazione era complessa. Complessa, meditò mentre addentava un sandwich, ma non irrealizzabile.
Il piano andava studiato accuratamente: non l’attentato in sé, quanto la via di fuga. Conosceva bene la Germania, dove aveva già lavorato con successo, e questo era un primo punto a favore. Sapeva cambiare aspetto nel giro di qualche secondo, ed era un secondo vantaggio. Il terzo asso nella manica sarebbe stata l’azione diversiva: una bomba in una scuola, in una metropolitana, in una piazza affollata. Ciò avrebbe creato panico e confusione, e gli avrebbe permesso di scappare, subito dopo l’attentato. Naturalmente avrebbe sparato da lontano, utilizzando la migliore arma presente sul mercato mondiale. Però non era ancora sufficiente. Non si sarebbe potuto concedere il benché minimo errore; la pianificazione doveva essere di precisione… teutonica. Sorrise fra sé per l’ironia di quell’esempio.
Poi alzò gli occhi dal piatto per ordinare ancora caffè e notò l’uomo seduto all’altro lato del locale.
Ciò che vide non gli piacque.
Si guardò attorno. In apparenza, lo sconosciuto non era diverso dagli altri avventori. Due signore anziane intente a sorseggiare con garbo un tè. Una ragazza che indossava pantaloncini da ciclista di lycra nera accompagnata da un giovane dall’aspetto vigoroso, anch’egli in tenuta sportiva. Un uomo d’affari che trafficava con un portatile. Altre tre o quattro persone. Tutte comuni.
Ma l’individuo che aveva attirato l’attenzione di Lopez non era “comune”.
Josè non avrebbe vissuto tanto a lungo, considerata l’attività cui si dedicava, se non avesse posseduto quello che molti chiamano “il sesto senso”.
E ora sentiva come un campanello d’allarme. Forse si stava sbagliando.
Ma ne dubitava.
Ognuno dei presenti gli aveva lanciato almeno un’occhiata. Distratta, da parte delle signore anziane; interessata, quella della ragazza atletica; infastidita, quella del suo accompagnatore; più o meno lunghe, quelle degli altri.
L’uomo non lo aveva mai guardato.
Tuttavia, Lopez era sicuro che in qualche modo lo aveva scrutato. E poi, le spalle larghe, lo sguardo freddo, il portamento militaresco.
Perché si trovava lì?
Cosa voleva da lui?
A un osservatore distratto o scarsamente abituato a viaggiare, un particolare sarebbe passato inosservato.
Non a Lopez.
Di sicuro, pensò, non era italiano, e neppure un occidentale. Sebbene non bevesse nella loro maniera tipica, con il mignolo alzato tenendo la tazzina del cappuccino fra pollice e indice, portava il colletto della camicia fuori dalla giacca.
Era un russo.
Se – come aveva motivo di presumere – apparteneva a quella che un tempo era stata la prima direzione centrale del KGB, non poteva non conoscere certe regole.
Semplicemente, aveva deciso di ignorarle.
Questo lo sconcertò.
Lopez non era abituato a trascurare le coincidenze.

Mentre l’assassino rifletteva, Silvio Berlini accolse con un sorriso Massimo D’Arco e lo accompagnò nel suo studio, invitandolo ad accomodarsi.
D’Arco era uno dei leader più importanti della sinistra, cioè lo schieramento che si opponeva a Berlini; ma, in seguito a vari intrighi interni e soprattutto a causa del suo carattere, non ne era più il capo indiscusso. Questo, però, non gli impediva di condizionare la politica del partito. Come ai tempi del medioevo, egli in pratica era “un grande elettore”: se non poteva assurgere al potere assoluto, poteva però favorire una carriera oppure distruggerla.
“Mio caro amico e squisito rivale”, disse Berlini, quando si furono seduti, “mi auguro che tu stia bene.”
D’Arco annuì con aria pensierosa. In parlamento si davano del “lei” e si combattevano, ma nel corso degli anni fra loro si era sviluppata una profonda simpatia. In diverse occasioni D’Arco aveva lodato le attività industriali di Berlini e pubblicava i suoi libri presso la casa editrice dell’imprenditore.
“Sono preoccupato per te.”, dichiarò dopo aver deposto la tazzina del caffè sul tavolino posto accanto alla poltrona. Erano stati serviti da una graziosa cameriera, vestita in modo alquanto succinto. “Le vicende giudiziarie…”
Berlini scrollò le spalle. “Non mi interessano.”, replicò. “Non mi interessano più. Ciò che sto per fare mi permetterà di passare alla storia, alla faccia delle toghe rosse.”
D’Arco inarcò un sopracciglio, perplesso. Giravano strane voci sulla salute mentale dell’ex premier. “Ci sono accuse gravi.”, osservò a disagio.
“Consentimi, Massimo.”, lo interruppe Berlini. “Hitler andava fermato, e così fu fatto. Ora, la Germania crede di aver già vinto la terza guerra mondiale, ma anche Hitler pensava di aver trionfato, quando prese la Francia e arrivò alle porte di Mosca. E adesso la situazione è simile, sebbene si combatta senza armi. Io… io sono il generale Patton di questo secolo! Io ridarò equilibrio e giustizia all’Europa. Poi che i magistrati facciano ciò che vogliono… se ci riusciranno, naturalmente. Il che non è detto.”
Massimo D’Arco lo fissò. “Stai preparando una solida strategia, però il governo… e quello di Firenze…” In realtà, il paragone con Patton lo aveva allibito.
Berlini tagliò corto. “Né l’attuale governo, né il bamboccio di Firenze potranno fermarmi.”
A D’Arco non sfuggì la luce messianica, da profeta dell’Antico Testamento, che ardeva nello sguardo del suo interlocutore. Neppure in televisione, era mai apparso così. Se rimase sconcertato, da consumato politico, non lo diede a vedere.
In quanto a Berlini, valutava freddamente le probabili conseguenze.
Quasi sicuramente, Lopez, dopo aver portato a termine il suo compito, sarebbe stato catturato. Avrebbe parlato, svelando il nome del mandante? Era pressoché certo. E quindi? Berlini sarebbe stato applaudito da Atene a Londra, attraverso tutto il continente. Ed era esattamente quello che voleva.
Si rivolse a Massimo D’Arco sorridendo.
“Ti fermi a cena, stasera? Risotto giallo, cotoletta alla milanese e torta dello chef. Il dolce è da non perdere!”

In Italia era quasi l’alba, ma a Langley mezzanotte era passata da poco.
Martin Yarbes trasse un profondo respiro. Sua moglie Monica non apparteneva più alla CIA e ciò che lui stava per fare contravveniva a ogni regola.
D’altronde, Monica era una donna provvista di un’intelligenza e di una perspicacia fuori del comune, l’unica persona con la quale desiderava confidarsi.
Si versò un goccio di bourbon e le rivolse uno sguardo ammirato. Ai suoi occhi, era ancora bellissima.
Monica intuì che qualcosa lo angustiava. Ormai conosceva bene il marito. “Se vuoi aprirti con me, caro, io sono qui.”, disse prendendogli il bicchiere dalle mani e bevendo un sorso di Jack Daniel’s. Yarbes se ne versò un altro.
“Già.”, affermò pensieroso. “E’ successa una cosa molto strana. Ho riflettuto a lungo, senza venirne a capo.” Esitò per un istante. “Sono stato a Mosca e ho conferito con Vadimir Putin.”, aggiunse subito. In fretta, prima di cambiare idea.
“Ebbene?”
Yarbes le spiegò il motivo della visita, quanto si erano detti e l’accordo finale che avevano stipulato. Dollari, macchinari fra i più sofisticati, assistenza tecnica. In cambio, la vita di un uomo. Per il bene dell’Europa.
Monica Squire con il passare degli anni stava assumendo posizioni sempre più liberal. Storse il naso, però evitò commenti.
“Il viaggio era stato programmato e preparato con tutte le cure del caso.”, proseguì Yarbes. “Chiaramente l’argomento era top-secret, ma chi di dovere “sapeva” che non dovevano fermarmi, interrogarmi né tanto meno perquisire i miei bagagli. E, invece, ciò è accaduto. Sono stati molto gentili, certo, comunque hanno trovato – e credo fotografato – documenti che erano riservati al solo Putin.”
“Strano, davvero!”, commentò incredula Monica.
“L’ordine è partito dall’altro.”, continuò Yarbes. “Ma di sicuro non dal presidente. Io penso che un dirigente abbia deciso di sabotare la missione che Putin ha affidato a un capitano del’SVR. E sto cercando di capire perché. Soprattutto devo scoprire chi è quest’uomo, e in che modo intende far naufragare il nostro piano. Abbiamo una talpa a Mosca, di grado elevato. Attendo notizie. Però, sono preoccupato. Se il capitano dovesse fallire, sarebbe il caos. Noi dobbiamo impedire che si verifichi una simile, terribile, eventualità. Ma per riuscirci mi occorrono al più presto informazioni.”
Preferì non accennare al fatto che “il capitano” in questione era il figlio di Matrioska. Sapeva quello che era successo nel cottage vicino al lago, sua moglie non gli aveva nascosto nulla. Anche se poi era stata proprio lei a uccidere la mitica spia russa. Ciò nonostante, Martin sospettava che l’agente del KGB dallo sguardo di ghiaccio fosse stato il vero, unico, amore della sua donna.
“Avvisa Putin.”, disse Monica.
Yarbes scosse la testa. “E’ un uomo imprevedibile. Sarebbe capace di mandare tutto a monte, in attesa di scovare il traditore. E’ questione di giorni, Monica. Forse di ore.”

Quaranta minuti più tardi Maruska Filippovna Baraskova atterrò all’aeroporto della Malpensa con un volo dell’Aeroflot e sbrigò ogni formalità alla dogana senza problemi.

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Pubblicato su il fattore b | 42 commenti

42 Risposte

  1. su 18 agosto 2013 a 15:37 Mari

    …”mi consenta”…quell’aria messianica mi fa arricciare i capelli! (che già ci vuol poco!) ahahah!
    La MIA strega ha capacità fuori dal comune!
    Stasera ripasso….
    Baci

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  2. su 18 agosto 2013 a 15:49 Alessandra Bianchi

    @ MARI “mi consenta” è ormai una frase mitica 😛
    Grazie, MIA guerriera!
    A stasera, allora.
    Bisous, chèrie*

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  3. su 18 agosto 2013 a 15:49 newwhitebear

    La storia prende il verso giusto. Berlini e D’Arco, due vecchi mestieranti. Chissà cosa avrà in mente il nostro mitico Berlini e come l’altro intrigante gli terrà bordone.
    Ancora Monica alla ribalta con Yarbes che fiuta il pericolo. Nuovo personaggio inquientante attera alla Malpensa.
    La storia si fa intrigante e aspetto il prossimo capitolo.
    Un caro abbraccio

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  4. su 18 agosto 2013 a 15:56 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR come quasi sempre mi accade, una storia che inizialmente avevo previsto in quattro o cinque puntate poi mi prende la mano e i capitoli si moltiplicano…
    Dopo la pausa estiva, la programmazione tornerà normale, e presto le tue domande avranno una risposta.
    Grazie e un grande abbraccio!

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  5. su 18 agosto 2013 a 17:29 salvatore rizzi

    Quoto, New, perchè, anche in questo caso, mi convince. Saluti da Salvatore…

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  6. su 18 agosto 2013 a 19:41 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI fai bene a quotarlo, secondo me, perché è un lettore estremamente attento.
    Un salutone.

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  7. su 18 agosto 2013 a 22:20 wolfghost

    Oh, che strano ritrovare Monica in versione… casalinga 🙂 Però sembra che il rapporto funzioni bene, questo è… imprevisto 😀
    Il dialogo tra Berlini e… Massimo D’Arco 😛 mi ha divertito parecchio 🙂 Non so se davvero il nostro sia così fuori di testa, ma il racconto è quantomeno… verosimile 😉

    http://www.wolfghost.com

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  8. su 18 agosto 2013 a 22:21 Der Krieger der Nibelungen, freund der Walküren!

    IIL FATTORE B 5
    IL FATTORE B 5
    😎

    Anche noi siamo estremamente attenti!

    Siegfried, der krieger der Nibelungen, freund der Walküren!
    Senator Marcus Porcius Cato
    Mr.Phil Weir
    Sir Alexander Alliston
    Gen.Albert Sidney Johnston
    Ecc. ecc.

    😎

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    • su 23 agosto 2013 a 17:36 DanzaVita

      Saluti a tutti Voi anche da parte mia!

      Giò

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      • su 23 agosto 2013 a 17:39 Alessandra Bianchi

        DANZAVITA un abbraccione, Giò!

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  9. su 18 agosto 2013 a 22:39 Mari

    Eccomi….ma questa Maruska… mmmmah! Sembra una dalle spalle larghe! Ahahah…
    Baci serali, la mia coccola…

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  10. su 18 agosto 2013 a 22:50 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST mi auguro che tutti abbiano capito chi è quel Massimo…
    Monica in versione casalinga? Può essere, ma visto che io l’amo tanto, chissà 😛
    Grazie, lupissimo!

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    • su 25 agosto 2013 a 10:50 wolfghost

      Caspita, mi sorprenderebbe il contrario! Mi riferisco a “Massimo”, naturalmente 😉

      http://www.wolfghost.com

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      • su 25 agosto 2013 a 18:15 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST di te non dubitavo assolutamente ^^

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  11. su 18 agosto 2013 a 22:54 Alessandra Bianchi

    @ DER KRIEGER non ne dubitammo mai!
    Radiosità a tutti questi nostri cari amici ^^

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  12. su 18 agosto 2013 a 22:58 Alessandra Bianchi

    @ MARI sì: ha le spalle larghe. Ed è molto intelligente.
    Tanti bacioni a te, MIA guerriera!

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  13. su 19 agosto 2013 a 15:24 ventidiprimavera

    Mi sembra di leggere un capitolo al quanto
    intricato e che mi incuriosisce molto…
    Ho sorriso pensando a Silvio, come quel Massimo poi… e,
    devo dire che mi piace sapere che leggeremo ancora di Monica,
    chissà quanti intrecci si presenteranno,
    come l’arrivo di Maruska….

    Un abbraccio cara e a presto!
    Michelle

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  14. su 19 agosto 2013 a 18:51 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA Massimo sai chi, vero?
    Spero in intrecci interessanti e positivi.
    Bisous, chou*

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  15. su 19 agosto 2013 a 19:32 ventidiprimavera

    E siii quel D’…….
    nonb può essere che, chi penso io……
    mi ha fatto sorridere….
    buon proseguo di serata, bisous*

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    • su 19 agosto 2013 a 21:50 Alessandra Bianchi

      @ VENTIDIPRIMAVERA volevo proprio farti sorridere.
      Sogni d’oro, tesora!

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  16. su 19 agosto 2013 a 21:31 Mari

    E mi sembra di essere in tua compagnia….MIA strega….ti abbraccio forte

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  17. su 19 agosto 2013 a 21:59 Alessandra Bianchi

    @ MARI ci beviamo una birra, là dove conobbi tale Elisabetta?
    E’ un posticino tranquillo e fresco.
    Grande abbraccio, MIA guerriera ^^

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  18. su 19 agosto 2013 a 22:06 Mari

    Sí MIA strega!

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  19. su 19 agosto 2013 a 22:25 Alessandra Bianchi

    @ MARI che bella serata, sarà!

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  20. su 20 agosto 2013 a 10:10 ombreflessuose

    Alessandra, questo post, sempre scritto col tuo stile inconfondibile, è molto
    stuzzicante, in particolare i due personaggi Silvio e Massimo
    Parenti quasi stretti di altri due che bazzicano nella nostra politica
    Ti seguo ( sono molto curiosa sui due)
    Abbraccio
    Mistral

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  21. su 20 agosto 2013 a 11:07 Cle Reveries

    Quoto Wolf, la penso come lui e anche perchè ho una connessione “ballerina”
    Un salutone e un abbraccione!
    Cle

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  22. su 20 agosto 2013 a 15:10 univers81

    Puntata che prosegue i ‘colpi’ in canna descritti precedentemente, adoro questo realismo post-moderno da parte tua, con la ripresa di scenari politici che non si discostano dalla realtà. Ancora brava, a presto, saluti d’agosto. Univers

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  23. su 20 agosto 2013 a 16:22 capehorn

    Si ritorna a volare alto. La storia russa prima. Quella italiano ora.
    Meno male, perché già dalle prime battute liquidare un racconto così in quattro, cinque capitoli era raccapricciante.
    I mastini cominciano a sentire l’uno, l’odore dell’altro. Bene.
    Dalle parti di Langley, non hanno perso lo smalto, a quanto si legge e la nuova entrata, con una missione precisa in tasca, penso che arrivi ignara dell’altro contendente.
    Le carte stanno per essere distribuite tutte.
    Signori .. fate il vostro gioco.

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  24. su 20 agosto 2013 a 19:22 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE Silvio e Massimo… sono sempre stata convinta che non fossero veri nemici.
    Abbraccio a te, Mistral, e grazie ^^

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  25. su 20 agosto 2013 a 19:24 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES i lupi sono molto saggi!
    Kisses, my sweet Lady.

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  26. su 20 agosto 2013 a 19:27 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS81 mi piace molto il tuo inquadramento.
    Buona serata d’agosto.

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  27. su 20 agosto 2013 a 19:32 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN un gioco a quattro, direi. O a cinque? Vedremo chi avrà la meglio.
    Ignoro la battutaccia che or ora hanno fatto “I Ragazzi”!
    Suvvia, un po’ di serietà…
    Perciò respingo fermamente l’idea di un incontro sessuale fra Monica e il giovane capitano 😀

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    • su 21 agosto 2013 a 10:36 capehorn

      Lungi da me osare solo pensare ad un abboccamento, di qualunque genere tra il giovane cosacco e la signora “upper side” .
      Piuttosto ho notato come i due maturi sposi s’intendano molto bene riguardo gli affari della “Casa”. Uno si accorge che gli hanno visitato il bagaglio, l’altra sa toccare le corde giuste del maturo marito e gli mette in moto le sinapsi.
      Piuttosto la “new entry” avrà sicuramente in mano le carte giuste. Che poi le riesca a giocare tutte e tutte bene … bèh … il croupier sei tu.
      🙂

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      • su 21 agosto 2013 a 10:37 capehorn

        Birretta ai Ragazzi, così si chetano
        😛

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      • su 21 agosto 2013 a 13:23 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN in gamba sono in gamba, però talvolta vanno tenuti a freno 😛
        Birretta, ok!

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      • su 21 agosto 2013 a 15:18 capehorn

        E’ estate … fa caldo … le ferie … diamogli un po’ di briglia, tanto settembre é dietro l’angolo
        😛

        "Mi piace""Mi piace"


      • su 23 agosto 2013 a 17:42 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN e poi arriva la stagione del vino 😛

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      • su 24 agosto 2013 a 10:48 capehorn

        Nella speranza che non associno in modo troppo bizzarro vino e cibo.
        I russi hanno una pessima fama in questo campo.
        🙂

        "Mi piace""Mi piace"


  28. su 20 agosto 2013 a 22:03 Mari

    Goodnight my witch

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  29. su 20 agosto 2013 a 22:37 Alessandra Bianchi

    @ MARI happy dreams, my warrior!

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  30. su 23 agosto 2013 a 17:38 DanzaVita

    Belli ed intriganti questi nuovi personaggi…

    Bacioni

    Giò

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  31. su 23 agosto 2013 a 17:41 Alessandra Bianchi

    @ DANZAVITA grazie, carissima Giò ^^

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

  • Il mio primo libro

  • Il mio secondo libro

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