Quando la vide provò un tuffo al cuore. Ricordava la piccola immagine racchiusa nell’avatar, raffigurante un volto giovane e grazioso, quello di una fanciulla pulita e serena, affamata di vita. Ma dal vivo era molto di più: una splendida ragazza, alta almeno un metro e settanta, i lunghi capelli neri che incorniciavano un viso semplicemente stupendo, un corpo perfetto, e soprattutto una luce profonda negli occhi scuri pieni di vita.
Antonio Malinverno si incamminò verso di lei, quasi esitando; abbozzò un sorriso timido, simile a quello di un ragazzo al primo appuntamento. E invece aveva sessant’anni.
Dopo la morte della moglie, era andato in pensione e aveva aperto un blog. Non contava molti amici, non gli interessava uscire di casa ed affrontare il mondo esterno senza di lei; la casa rappresentava un rifugio sereno e il computer uno svago che gli permetteva di scordare la sua solitudine. Incominciò a scrivere. Poesie meravigliose, ricche di immagini che scaturivano direttamente dal suo cuore; racconti realizzati con una prosa perfetta, squarci di vita vissuta oppure avventure incantate in mondi lontani e suggestivi.
Il primo post ebbe dieci commenti, il secondo quindici, poi, in rapida successione, diventarono trenta, quaranta, cento, duecento. Molti gli mandavano messaggi privati. Antonio rispondeva sempre. A tutti. Diventò un punto di riferimento: dispensava consigli, parole di incoraggiamento, frasi gentili e sempre sincere, perché era buono d’animo.
Poi arrivò Isabella. Era la sua prima lettrice, la prima fan. Ormai egli sapeva che avrebbe trovato il suo commento pochi minuti dopo aver postato, e si trattava di commenti profondi che rivelavano intelligenza e sensibilità. Il passo successivo fu rappresentato dai messaggi. Isabella si era innamorata di lui. Voleva conoscerlo.
Malinverno aveva scelto un avatar che raffigurava un pinguino, gli erano sempre piaciuti i pinguini; le rispose che aveva sessant’anni…non gli sembrava il caso. Ma Isabella insisteva. Con la caparbia tenacia dei giovani gli spiegò infinite volte che non era interessata all’aspetto fisico, ma alla sua anima. Al suo ingegno tanto vasto.
Alla fine, Antonio Malinverno acconsentì. Provava molta paura all’idea di
incontrare una ragazza così giovane, sapeva che, al di là della differenza di età, egli non era prestante; nemmeno da ragazzo era stato bello. Tuttavia Isabella era riuscita a stregarlo. Non sapeva cosa sarebbe successo, non voleva porsi domande alle quali non avrebbe potuto rispondere.
Ma desiderava vederla.
Parlare con lei. Assaporare il suo profumo. Bearsi della sua avvenenza. Fissarono un appuntamento in una città a metà strada. Entrambi descrissero come si sarebbero vestiti.
Sebbene fosse il 14 febbraio, il clima era mite. Nel cielo azzurro splendeva un sole che sapeva di primavera. Antonio Malinverno si fermò a pochi passi da Isabella. Sorrise nuovamente. Questa volta in modo più convinto. Ma poi…vide un’ombra passare nello sguardo della ragazza.
Cercò di interpretare l’espressione di quel viso tanto bello, di dare un senso alla nuova luce che passava in quegli occhi, di capire il motivo della strana piega che aveva assunto la sua bocca.
Non ne ebbe il tempo.
Isabella si voltò e fuggì via.
INCONTRO
1 agosto 2013 di Alessandra Bianchi
58 Risposte
Questo bel racconto pubblicato su Caffè Letterario (https://bistrotapigalle.wordpress.com/2013/07/31/incontro-3/) è veramente pregevole per come si snoda la storia e per come è stato scritto.
Un caro saluto
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Lo ricordavo bene. Un bellissimo racconto. Che forse potresti sviluppare, aggiungo. La butto lì…
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Incontrarsi, guardare finalmente negli occhi chi hai amato solo virtualmente…perchè no…eppure Isabella ha avuto paura, peccato!
Bello!
O.T L’ho letto “di là”, ogni tanto passo, ma ho evitato di leggere “altri incontri”…
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@ NEWWHITEBEAR hai fatto bene a mettere il link!
Un caro abbraccio.
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@ BRUMBRU “di là” una gentile lettrice di nome Kara mi ha chiesto di scrivere un seguito, dalla parte di lei. Le ho detto che cercherò di accontentarla. Con “Mister Charlie” – l’altra faccia del medesimo tema -probabilmente non ci riuscirei, ma con “Incontro” forse sì.
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Non diciamo sciocchezze. Tu puoi far tutto. Ci scommetto.
A grande richiesta, dunque….
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@ BRUMBRU troppo buono!
Comunque ci provo.
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@ MARI su questo avrei scommesso 😀
Grazie, MIA guerriera!
Un abbraccione.
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Anzi, ti sfido: tu scrivi il seguito di “Mister Charlie”, e me lo mandi via mail. O lo posti da me. Fai tu. Io lo leggo, e se va bene -per me- lo pubblichi. Fammi giocare al piccolo editore de noiantri, una volta!
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@ BRUMBRU ah… pensavo a “Incontro”…
Uhm. Questo non è per nulla facile, visto che c’è un lieto fine.
Però… amo le sfide 😀
Ok!
Deciderà Sir Brumbru Alliston ^^
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Anche se mi sono già espresso, aggiungo, lo svolgersi della vicenda è semplicemente deliziosa. Anche se porta qualche situazione negativa. Saluti da Sar.
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Molto bello questo racconto, che penso rispecchi anche la realtà. Direi che il finale lascia aperta la possibilità di un seguito e scommetto che lo farai, sei troppo brava a scrivere.
Ciao, un caro saluto
Pat
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Anch’io vedrei bene un seguito: ad esempio, Antonio manda a ca*are Isabella e tutte le ragazzine come lei e carica una prostituta cinquantaseienne sulla statale, che non si fa tanti problemi e per 35 euro lo prende anche nel didietro. L’avrebbe fatto Isabella? Non per 35 euro, sicuramente.
Questo è solo uno spunto, naturalmente.
Ma se ci si lavora un po’, viene bene.
Ciao.
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Breve, bellissimo, scorrevole racconto che ho già letto
e che potrebbe lasciare alla mente una continuità….
Bisous ma chère!
Michelle
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@ SALVATORE RIZZI è una pagina di vita, e come tale presenta anche lati oscuri.
Grazie, Sar.
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@ PATRIZIA M. in effetti, me lo hanno già chiesto in tre. Vorrà dire che proverò a lavorarci sopra.
E’ bello rivederti, cara Pat!
Un bacione e un sentito grazie.
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@ GUSTAVO DANDOLO la tua idea è buona, però non credo che Malinverno desiderasse questo.
Comunque, ci penserò.
Benvenuto nel mio blog e grazie!
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@ VENTIDIPRIMAVERA a questo punto – viste le richieste – sarò proprio costretta a scrivere un seguito 😛
Ti ringrazio, chèrie.
Bisous, Michelle*
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Mi unisco alla richiesta del seguito perchè una storia mica può finire così, eh!
Mentre leggevo la tua prosa asciutta ed esaustiva al contempo, facevo le mie previsioni di lettrice. Capita di farle quando leggi una narrazione che ti coinvolge, ma arrivata al s. Valentino…splash…finito e previsione completamente sbagliata! Naturalmente non te la dico per non influenzare il tuo sequel, ma era una conclusione tanto carina… 😉
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@ ILI6 e io obbedisco!
Per consolarci a vicenda, ripropongo “Mister Charlie”:
Manuela uscì dalla metropolitana, risalì i gradini che portavano a San Babila e imboccò corso Vittorio Emanuele. Si era vestita in modo casual: un paio di scarpe da ginnastica, jeans a vita bassa e un giubbotto sportivo. Dato che era una bella ragazza, attirava comunque gli sguardi dei passanti; ci era abituata e, a seconda del suo umore, la cosa poteva infastidirla o colmarla di segreto orgoglio.
Camminando a passo sostenuto, raggiunse il luogo dell’appuntamento. Guardò l’orologio e vide che era in anticipo di qualche minuto. Meglio così: si sarebbe preparata mentalmente all’incontro.
Era da molto tempo che lo sognava, ma le erano occorsi infiniti sforzi per ottenerlo e, adesso che si trovava vicina alla meta, si sentiva agitata e quasi confusa. Aveva commesso una sciocchezza? Avrebbe dovuto ascoltare gli ammonimenti di Davide? Trasse un profondo sospiro, mentre involontariamente scrollava le spalle. Era sempre stata abituata a lottare per ottenere ciò che voleva, sapeva di non essere soltanto attraente ma anche intelligente e perspicace, e il desiderio di incontrare Mister Charlie era del tutto legittimo. Alla fine lui aveva ceduto, acconsentendo a conoscerla di persona: solo questo contava!
Come spesso accade, era entrata nel blog di Mister Charlie del tutto casualmente. Aveva letto il post, sgranando gli occhi per la meraviglia. Si trattava di un racconto bellissimo, scritto a tinte pastello, deliziosamente surreale e ricco di insegnamenti nascosti. Aveva lasciato un commento entusiasta, e il giorno dopo Mister Charlie era venuto da lei a ricambiare la visita. Il blog di Manuela, ManuFollia, era un diario vivace e spontaneo. Mister Charlie l’aveva gratificata con una nota di apprezzamento. Da quel giorno, lei aveva letto e commentato tutti i suoi post, rimanendo sempre più affascinata da un talento che, a suo giudizio, non aveva eguali in Splinder. Era stato inevitabile scrivergli un messaggio privato, al quale lui aveva risposto…
Quando Splinder aveva chiuso, dopo essersi consultati, erano andati entrambi su WordPress e si erano scambiati gli indirizzi e-mail.
Manuela si guardò intorno per vedere se Davide stava arrivando. Le aveva garantito di essere una persona puntuale, e la regolare cadenza con cui pubblicava i suoi racconti (inevitabilmente, al mercoledì e alla domenica) deponeva in tal senso. Sapeva che avrebbe visto un uomo anziano, basso di statura, piuttosto grasso, con una giacca blu e dei pantaloni di flanella. Un uomo che lei sentiva di amare, perché non aveva mai cercato la bellezza fine a se stessa, bensì l’ingegno, la sensibilità, la cultura e la bontà d’animo. E Davide possedeva ampiamente queste quattro caratteristiche: decine di pvt stavano a testimoniarlo. Mister Charlie l’aveva messa in guardia. Un conto era la rete, altro la vita reale. Anche lui sentiva di amarla, ma la delusione che lei avrebbe provato vedendolo avrebbe spento sul nascere quel rapporto idealizzato e virtuale. Non esisteva un futuro per loro, se non a livello di amicizia. Caparbiamente Manuela aveva insistito, ribadendo che sapeva quello che voleva; a venticinque anni non era più una ragazzina, e aveva le idee molto chiare. Certo: sarebbe stato meglio se Davide fosse stato più giovane, o almeno non obeso e flaccido (così si era descritto); tuttavia per lei l’amore nasceva dall’anima e non dal basso ventre.
Cambiò piede d’appoggio, chiedendosi se per caso lui non avesse cambiato idea. Era in ritardo di dieci minuti. Osservò le persone che le passavano accanto, ma nessuno era anziano, piccolo e grasso. Non c’erano giacche blu nei paraggi, né pantaloni di flanella. Dopo venti minuti di attesa incominciò a innervosirsi. Benché fosse una mattinata invernale, il sole splendeva alto nel cielo e iniziava a far caldo. Manuela sbuffò.
A un tratto un bel giovane di circa trent’anni le si avvicinò. Era moro, alto, con gli occhi verdi attraversati da pagliuzze dorate. In un altro momento l’avrebbe sicuramente attratta. Sembrava intimidito.
Lei lo guardò con fare interrogativo, visto che non accennava a parlare e si limitava a fissarla.
Finalmente lui parve trovare il coraggio. Sorrise e disse: “Il tuo post di ieri era splendido!”
Poi Mister Charlie la prese per mano.
Un abbraccio, Marirò.
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Che gradevole racconto!
Però…nel virtuale succede anche che qualcuno si dia 30 anni in più?!? ma nemmeno nel reale! Tutti 3 anni in meno e 2 taglie giù 😉
mi complimento con Mister Charlie e con Manuela 🙂
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@ ILI6 la vita è bella (forse), perché è strana.
Grazie!
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Mister Charlie… che bel racconto anche questo!
Una bella sorpresa prima di dormire…
Buonanotte MIA strega
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Perchè Malinverno non ha rincorso la ragazza? Se fosse stato svelto avrebbe potuto raggiungerla e chiederle il perchè di quella fuga. Forse la ragazza era troppo veloce per lui, già anziano? No, doveva provarci comunque: magari la ragazza si sarebbe fermata alla fermata dell’autobus, e lui l’avrebbe potuta agguantare lì. O se avesse perso un tacco? Uguale. Malinverno, perchè non hai corso? Perchè non sei corso?
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@ SonoSolo
Scusa, ma è ovvio che Malinverno non può rincorrere la ragazza: il racconto non permette questa possibilità. Forse non l’hai letto bene, o forse sei solo un cretino analfabeta. O magari entrambe le cose. Io non so cosa ci fa certa gente in questi blog culturali, se sono analfabeti, ignoranti e cretini. Io uno così lo bannerei subito.
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@Sig. Gustavo Dandolo,
quanto da lei significato la dice lunga sulle sue origini, genitrice compresa e sulla sua educazione medio bassa. In questo blog, da che io sappia, è possiile confrontarsi – anche con toni duri (è successo in passato), senza offendere le persone o emettere giudizi e/o sentenze.
Il suo arrivo, già da quella “schifezza” di commento che ha lasciato (1/8/2013 ore 21:09) l’ha qualificato!
Non contento di aver fatto la figura di un “cafonal” al quadrato, si lancia in invettive e attacchi verso un commentatore che ha “legittimi” diritti (come ampiamente garantito dalla titolare di questo Blog a carattere letterario, in passato) nel poter esprimere i propri intendimenti.
Se poi, nella sua turpe e turpiloquesca sceneggiata, il commento del Sig. SonoSolo se lo è scritto, appunto, da solo, (sarà – sempre – la titolare di questo blog cotrollati gli indirizzi IP alla voce “commenti”), lei pecca di “ineducata” considerazione, sia verso Alessandra Bianchi, sia verso i lettori.
Ho tenuto a sottolinerare l’espressione ineducata in quanto ritengo che i suoi genitori, Mr. Dandolo, hanno provato o provarono a darle una educazione almeno “basale”, trovando in lei un “tamarro, crozzone, becero ignorante” refrattario a tutto. Se così non dovesse essere, mi scusi: lei è un maleducato proprio)
Proprio lei, che si erge a professore acculturato sostituendosi, in maniera stupida e quantomeno inopportuna, a chi “sa scrivere” offendendo quanti sanno apprezzare gli scritti che appaiono qui.
Compreso il Sig, SonoSolo, che ha espresso alcune domande e/o perplessità su un brano, decisamente, lineare ed esteticamente bello.
Lei, oltre ad infangare la famiglia Dandolo (assumendone maldestramente l’dentità), fautrice della storia della Serenissima Repubblica e matrice di quella italiana dalla specchiata cultura e civiltà, si comporta come un arrogante, ignorante e presuntuoso mestatore nei confronti delle “altrui” volontà.
Noi, l’italia, è stanca di soggetti come lei!
A questo proposito chiedo perdono ad Alessandra Bianchi per le mie parole, ma non riesco – realmente – a tollerare la sbruffonaggine di certi soggetti ai quali farei assaggiare, ben volentieri, quella sferza culturale e fisica che meriterebbero.
Il mio nome e cognome ne sono una garanzia, sia per i trascorsi, sia per la difesa – comunque – della civiltà (dalla sua inciviltà).
Si faccia ricoverare.
Slava Rossii!
Johnston
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La guerriera sorveglia…
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@ MARI sono contenta di averti fatto passare un buon momento 😛
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ahahah 😀 a quanti è successa una cosa del genere, da una parte o dall’altra! 😀 Anche a me, certo! Non sul blog, e nemmeno sul forum dove scrivevo in precedenza, ma ancora prima, agli albori dei siti di incontri, ne frequentai per qualche tempo uno, più qualche… come si chiamavano? Erano tipo programmini di messanger, ma davvero diversi da quelli di oggi… anzi, quelli di oggi non so nemmeno come sono, diciamo come quelli di “ieri” 😉 Anche l’usanza di mettere una foto era molto rara… altri tempi! Oggi sui vari social network pubblicano di tutto e di più 😀
Non accaddero cose così eclatanti, ma certamente qualche volta fui “respinto”, altre volte “respinsi” io… ma cercavo sempre di farlo in modo garbato, senza creare sensi di inferiorità: in fondo era una ruota, non si può piacere a tutti, no? E chi accetta il gioco deve saperlo questo ed essere preparato. Così la pensavo 🙂
Comunque ricordo una volta nella quale “lei” si era descritta come “avente un fisico atletico anche se non troppo poiché non amava troppe restrizioni”. Quando la incontrai… non esagero: era più larga che alta! 😀 Fui garbato: prendemmo l’aperitivo, pagai, ci dicemmo il solito “allora ci rivedremo!”… e poi sparì 🙂 D’altronde dare ulteriore spago per “buonismo” sarebbe stato controproducente anche per lei, e poi… buoni sì, ma mi sentì anche un po’ preso in giro: perché mentire così spudoratamente? Anche questo era controproducente, trovo 😉
La prima volta di un incontro online invece mi insegnò molto. Sulla carta eravamo fatti l’una per l’altro, ma lei preferiva non correre e così ci frequentammo esclusivamente via Internet e al massimo per telefono per diversi mesi… Troppo, troppo a lungo! Quando finalmente ci incontrammo non fu così sgradevole come l’esempio di sopra, ma… non scattò nulla, non mi piaceva. E, allora, sapevo che se una donna non mi piaceva almeno un poco esteticamente non c’era nulla da fare. Anche l’occhio vuole la sua parte, no? Così decisi di “allontanarmi” e dopo qualche tempo smettemmo anche di sentirci. Ricordo ancora l’ultimo suo sms nel quale mi diceva che aveva un forte raffreddore e lo condì con una faccetta-emoticon scontenta 😦
Mi pentì presto del mio atteggiamento. Sono certo che avremmo potuto essere amici (diverse amicizie femminili le conobbi, in seguito, sul web) e invece, con la “auto-scusa” che fosse meglio per lei (con che diritto, poi, decidere cosa è meglio per l’altro…), mi dileguai in breve tempo. Non me lo sono mai perdonato. E pensare che quasi certamente lei invece si dimenticò l’episodio nel giro di qualche mese 😉
Comunque, imparai a forzare i tempi: mai rapporti esclusivamente “epistolari” lunghi. Se non accettavano l’incontro… saluti e… sconosciuti come prima 🙂
Vabbé… è storia antica ormai 🙂 Ormai non solo non ho più l’età e la condizione (adesso sono felicemente sposato), ma anche quei sistemi arcaici non esistono più.
Quelli sì che erano “appuntamenti al buio”! 😛
http://www.wolfghost.com
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@ SONOSOLO beh, devi mettere in conto la sorpresa, l’incredulità, lo stordimento, la mancanza di riflessi…
Buona serata.
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@ GUSTAVO DANDOLO la sua presenza qui non è più gradita. Non tollero gli insulti verso altre persone.
Dopo aver riflettuto, ho deciso che cancellerò ogni suo eventuale commento.
Vada a dandolare altrove
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@ Gen.Albert Sidney Johnston
non so perché ma sono sempre stata dalla parte dei confederati. Forse il motivo sta nel fatto che agli Yankee non interessava la sorte degli schiavi. Alla base di quel conflitto c’erano soprattutto ragioni economiche, esattamente come nel caso della guerra contro il Giappone. Lei fu un grande, sebbene morto troppo presto.
Le polemiche…basta che non si presenti qui “La Signora in Nero” 😀
Ignoriamo il Dandolo maleducato.
Radiosità e grazie!
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@ MARI mi fai morire, MIA guerriera 😛
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@ WOLFGHOST grande commento, lupo!
“avente un fisico atletico anche se non troppo poiché non amava troppe restrizioni” è micidiale 😛 😀 🙂
Da parte mia, ho avuto un appuntamento al buio… e nacque un breve amore. Molto breve, a dire il vero. Quella persona aveva un blog su Splinder, scriveva divinamente, e, bontà sua, amava ciò che scrivevo io.
All’inizio fu davvero bello, ma le cose belle durano poco 😦
Almeno per me.
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Le cose belle durano quanto possono durare, a volte un battito di ciglia, a volte una vita. Basta un solo incontro ben riuscito per cancellarne cento finiti male.
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST lupo filosofo!
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Buon fine settimana….da Salvatore.
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Anch’io vorrei il seguito.
Per una storia così bella la parola fine è ancora lontana
Grazie ancora, Alessandra
Abbraccio
Mistral
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@ SALVATORE RIZZI sei una persona squisita!
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@ OMBREFLESSUOSE e seguito sarà.
Non mi aspettavo proprio che me lo chiedessero così tanti amici.
Grazie a te, cara Mistral.
Bacione ^^
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Fai bei sogni, MIA strega…
Kiss
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@ MARI mi porto in vantaggio… a te li auguro per questa notte.
Bisous
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Bei commenti,tutti da quotare!
Il racconto per me ha una morale semplicissima,non si può pensare di poter ovviare al gap che esiste tra realtà e virtualità. Sì,c’è la forza dell’essere dietro la maschera della virtualità, ma quando si ritorna nella vita comune cade tutta la sicurezza e …..
La vita reale è fatta di valori strettamente collegati a tutti i sensi, dalla vista all’olfatto.
Quella virtuale solo ciò che le parole permettono di rivelare e poi essere percepite o recepite dall’altro.
Unabbraccio e buona domenica
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Idem………!
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@ SALVATORE RIZZI un salutone.
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Si dovrebbero arginare e tenere sotto controllo le esternazioni che potrebbero offendere sia la giovincella, sia l’uomo maturo.
Basta internet!
Basta i gossip!
Basta sognare!
Come era bello, ai miei tempi, accendere la luce sotto il moggio e nella diffusione delle ombre, ottenere la tranquillità, di fine giornata, dopo il duro lavoro.
Basta proseguire, in innumerevoli puntate, quanto di bello risiede in un racconto semplice che fa riflettere e basta.
Basta insistere con le prosecuzioni di avvenimenti da cui si potrebbe trarre una morale e che, grazie a 2.193.721 puntate, perderebbero il mordente delle prime battute.
La vita, nella sua brevità, impegna momenti belli, tristi, gradevoli, orribili.
Non sono condizioni, però.
Sono momenti, la cui somma producono la vita stessa.
Ho fatto un figlio a ottant’anni: quanto sarebbe dovuta durare una chat se ci fosse stata internet?.
Non avrei fatto il figlio, no?
Si deve censurare la lascività delle chat, emoticon, Coca cola, Fanta, i pannolini, le vacanze con “un click”, le scarpe acquistate su “Zelotando”.
Ma anche le autovetture, gli hamburger, la pizza e il pinzimonio.
Lasciamo crescere la cultura spontanea, fresca e pulita, della parola e dello scritto.
Libri come: Gli ultimi eroi, Figlia del sangue, Le due guerriere, dovrebbero farci riflettere sulla reale bellezza della letteratura.
Non più, dunque, sterili puntate, ma sobrie rappresentazioni di vita che toccano il cuore (ulteriore esempio: I gemelli di Kuma).
Acerbi inimici saepe nobis verum dicunt, dulces amici numquam.
M.P.Cato
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M.P. Cato…ahahah! La Signora Licia Troisi è un mostro! Un mostro di bravura…ahahah! Ma mi faccia il piacere!…
Cordialità
La guerriera
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Preg.ma Sig.na,
l’
orribile capraottima scrittrice alla quale, lei, si riferisce è un faro acceso per tutte le genti.A tal fine la delizio con il link enciclopedico che parla del “nostro” riferimento letterario.
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Licia_Troisi
Una pena indicibileOnore e vanto della letteratura italiana.Cordialità a lei.
M. P. Cato
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@ CLE REVERIES sebbene anche prima del web esistessero gli “appuntamenti al buio”, concordo con te.
Grazie, darling!
Baci tanti ^^
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@ MARCIO PORCIO CATONE
va detto:
che eravate contro le donne, i medici greci, il lusso, la cultura ellenistica.
Va aggiunto che fomentaste la distruzione – a quel punto – crudele e inutile di Cartagine.
Ceterum censeo Carthaginem esse delendam.
Capisco, comunque, il Vostro punto di vista, benché esso non sia condiviso dagli altri amici lettori.
Ma è giusto che ciascuno esprima il proprio parere.
Non mi pronuncio sul finale 😀
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Guardi,
non le rispondo nemmeno, fermo restando che Cartagine deve essere distrutta.
Odiavo le donne, tsè: lei non ha MAI conosciuto mia moglie!
Vada a ripassarsi un po’ di Fantasy.
M. P. Cato
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@ MARI forte la MIA guerriera 😛
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:))
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M.P. Cato….la nonciclopedia è il luogo adatto per cotanti “mostri”, luogo dove la riproduzione della specie non dovrebbe poter essere possibile…ahahahah! ma quante ne sa, lei?
Dovrei, forse, trascorrere una settimana dalle parti di Cannes, ha qualche lettura da consigliarmi?
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Bel racconto dal finale amaro che mi sembra di aver già letto così come il sequel. I commenti a questo post: una lettura deliziosa!
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@ URIEL confermo entrambe le cose.
E i commenti sono davvero fantastici.
Grazie. E un sorriso!
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Lo commenterò dal bistrot, cara. Un saluto.
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@ UNIVERS e un abbraccio a te.
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