Elizabeth si medicò approssimativamente ciò che rimaneva dell’orecchio. Era sconvolta e squassata dalle vertigini. Non era facile ragionare in quelle condizioni. Sapeva solo due cose: che per il momento non era in grado di affrontarli, e che avrebbe dovuto lasciare subito la valle. Se fosse rimasta nella foresta, sarebbe morta. Pensò confusamente di rubare il pick-up, ma poi si rese conto che così avrebbe svelato la sua presenza. Era meglio che la credessero morta.
Aspettò il tramonto, rannicchiata per terra. Tremava e, a tratti, perdeva conoscenza. Molte persone si sarebbero arrese, lasciandosi semplicemente morire. Ma non lei. Era tenace ed era animata dall’odio, una delle pulsioni più forti dell’essere umano.
Si trascinò verso il sentiero che conduceva alla gola. Ogni passo le costava una fatica terribile. Facendo appello a tutte le sue risorse, riuscì a compiere un tragitto incredibilmente lungo. Poi si accasciò, incapace di muovere un solo muscolo. Precipitò in un sonno popolato da fantasmi; era divorata dalla febbre e scossa dai tremiti.
Si svegliò all’alba. Fu colta dalla disperazione all’idea dell’interminabile salita che la attendeva. Però ricordava gli insegnamenti di Weir. Trasse una serie di respiri profondi e liberò la coscienza.
Om saha naavavatu
Saha nau bhunaktu
Sebbene adesso disprezzasse Phil, non ignorava che in questo modo avrebbe rasserenato il proprio animo, trovando risorse inaspettate di coraggio. Chiuse gli occhi, lasciando la mente libera di vagare.
Aum
Dopo qualche minuto si alzò. Era una mattina luminosa; il sole splendeva in un cielo limpido, privo di nubi. Dal valico giungeva una piacevole brezza. Liz riprese il cammino.
Non avrebbe mai dimenticato la sofferenza atroce di quel giorno. Nel corso dell’ascesa perse due volte i sensi. E ogni volta fu l’odio a spingerla a continuare. Quando non riusciva a camminare, avanzava a carponi. Si fermava per riposare a intervalli regolari, tuttavia quelle soste sembravano debilitarla ancora di più. Alla fine decise che sarebbe andata avanti fino a quando fosse arrivata oppure che sarebbe morta per strada.
Una massa di aria fredda era rimasta intrappolata fra le Montagne Rocciose e la Sierra Nevada. A causa della pressione elevatissima, diede vita a una corrente che si scaraventò sulla California del Sud. La compressione adiabatica la rese rovente. Il Respiro del Diavolo investì la Green Valley a metà pomeriggio, con una velocità di ottanta chilometri orari. Portava con sé nubi di polvere e di terra.
Conosciuto anche come Santa Ana, secondo vecchie leggende proveniva dall’inferno: i demoni cavalcavano la rabbia degli elementi per tormentare gli uomini e rapire i bambini.
Liz si gettò al suolo, aggrappandosi a una roccia e chiudendo gli occhi. L’aria era secca e le penetrava nella gola mozzandole il respiro. Liz si tolse la canotta, avvolgendola sul viso. Si stese a faccia in giù.
La montagna rabbrividiva sotto le sferzate del vento. Il cielo si era oscurato e le cime dei monti avevano assunto l’aspetto di una fila di denti aguzzi che sembravano voler azzannare le nuvole. Una grosso macigno scese rotolando. Combinato all’azione del vento provocò uno smottamento del terreno. Fu come se una gigantesca mano invisibile avesse afferrato le caviglie di Liz e la stesse trascinando in basso. La ragazza perse la presa, si aggrappò a un ciuffo d’erba, ma non fece altro che sradicarlo. Continuò a scivolare all’indietro, cercando invano di trovare un appiglio.
La furia del Respiro del Diavolo aumentava, il calore era diventato intollerabile. Liz fu raggiunta da un’altra pietra che la ferì a una spalla. Poi precipitò in una voragine che si era aperta all’improvviso. Sapeva che doveva risalire immediatamente, altrimenti sarebbe stata sepolta dalla terra e dal pietrisco; ma era un’impresa che esulava dalle sue forze. Per un attimo pensò di arrendersi, poi si disse che se era sopravissuta fino a quel momento, ciò significava che il suo destino era vivere. Vivere per vendicarsi. Gridò senza sentire la sua voce, sommersa dall’urlo della tempesta. La canotta le fu strappata dal volto; serrò le labbra per non ingoiare sabbia e polvere. Anfanò, disperata.
Tastò alla cieca e trovò un appiglio, una sporgenza rocciosa sufficientemente salda. Si aggrappò con entrambe le mani. Era sul punto di svenire: ma se non avesse tenuto duro, sarebbe precipitata nel baratro che si stava allargando sotto ai suoi piedi. Si morse la lingua fino a farla sanguinare e restò sospesa con le braccia tremanti per la fatica.
Se il Santa Ana avesse superato i cento chilometri orari, sradicando alberi e provocando grandinate di sassi, Elizabeth non si sarebbe mai più rialzata. Per sua fortuna, non aveva ancora raggiunto la velocità massima. Passò con la furia di un demone e andò a sfogare la sua collera altrove. Liz si tirò su a fatica e cercò di rimettersi in piedi.
Ma aveva chiesto troppo al suo fisico. La sete la tormentava; non mangiava dal mattino del giorno prima.
Cadde per terra, picchiò la testa contro un tronco morto e svenne.
UN SOGNO AMERICANO 4
30 luglio 2013 di Alessandra Bianchi
40 Risposte
molto buono
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@ DORIS grazie e benvenuta nel mio blog!
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Grande pezzo col quale sei riuscita a creare il clima giusto per descrivere le sensazioni di Liz, la sua forza di volontà alimentata dall’odio e dalla voglia di vivere. Veramente un crescendo di tensione che tiene avvinto il lettore.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio molto!
Liz indubbiamente è una donna forte. E il desiderio di vendetta accresce la sua forza.
Un caro abbraccio.
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Assolutamente perfetto! Bellissimo, magnifico pezzo!
Mi è piaciuto tanto, tanto! Grande anche Liz!
MIA strega, sei brava come e più di sempre!
Bacio
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Leggendo lo svolgersi della fatica di Liz, ho percorso sentieri propri di quegli ambiti, anche se da me, mai visitati di persona. Molto esauriente, la descrizione degli eventi difficili e complessi del merito della storia dispiegata. Saluti da Sar.
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@ MARI ma sai quanto ti voglio bene?
Grazie di cuore, MIA guerriera, e un bacione.
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Non abbastanza….ahahahah!
Baci tanti
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@ MARI :-D, Sinclair 😛
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@ SALVATORE RIZZI tu hai compiuto altre imprese, fondamentali per un’Italia più giusta!
Un caro saluto.
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Grande puntata, decisa, coinvolgente, precisa in alcuni particolari sul tratto psicologico di Liz. Continua così ma forse non c’è bisogno che te lo ricordi io. Un saluto, a presto.
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Mari 1 – sinclair 0
Alessandra vince!
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Vince Mari 🙂
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@ UNIVERS grazie mille!
Un abbraccio*
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Donna tosta la Liz! In effetti lo spirito di vendetta che dipingiamo sempre negativo, può aiutare a non soccombere.
Grandi passi descrittivi:bravissima!
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@ ILI6 talvolta le pulsioni negative funzionano meglio di quelle positive.
Un grandissimo grazie, Marirò!
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Secondo me c’è un eccesso di avvenimenti (positivi e negativi) in questo brano. Questa eccessiva (a mio parere) “fortunosità” tende a far perdere credibilità al racconto. Che si sia salvata per miracolo e con grande sforzo… è concepibile. Che lo abbia fatto superando tutte quelle avversità, meno. Ma sono il solo ad aver avuto questa impressione… dunque deve essere dovuta alla mia eccessiva pragmaticità, che ben conosci.
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La puntualità e la riuscita delle descrizioni e dei pensieri di Liz non si discute, naturalmente. Ma non è una novità, questa, per te. Secondo me hai un pelo esagerato nel susseguirsi delle situazioni, ecco. Spero di essermi spiegato meglio.
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Solo l’amore e l’ odio riescono a fare miracoli
Se Liz supererà il dolore del cuore, del corpo e la forza implacabile della natura, vorrà dire che la vendetta è già nel suo destino
Eccitante episodio, sempre brava
Abbraccio
Mistral
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“Where’s a will thre’s a way” (tr. Volere è potere) sembra che sia vero. Nel caso di Liz sembra sia la chiave di lettura della sua vita su cui hai articolato questo capitolo che sembra sia la prima mossa per l’avventuroso romanzo.
Attendo con molta curiosità di sapere come ha fatto ad uscire dal suo inferno, conto sulla tua bravura, 😉
Un abbraccio *……….*
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p.s però occhio!, non so se questo sia un racconto alla E.A.Poe, perchè dovrebbe essere breve, le premesse ci sono tutte.
“Secondo me comunque sia, sarà un successo”!
un altro abbraccio 🙂
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Sei di una gentilezza indescrivibile, ciao e a presto. Salvatore.
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@ BRUM potrei dirti di leggere Ludlum, però non lo farò perché non sarebbe corretto. Ci sta. Ci sta. Ma, se fischiate il baritono, sentirete il tenore 😛
Nel senso che Weir farà cose ancora più inverosimili…
D’altro canto, questa è una storia americana 😀
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Eccerto. Anche quando devono salvarsi… non lo fanno facilmente, come i comuni mortali. 🙂
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@ BRUMBRU sò americani 😛
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@ OMBREFLESSUOSE così è, cara Mistral.
Grazie e bacione ^^
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@ CLE REVERIES non sarà poi tanto breve. E un capitolo in particolare susciterà la tua indignazione (però metterò un avviso, della serie: sconsigliata la lettura alle anime sensibili).
Ti ringrazio, darling.
Doppio abbraccio**
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Se tutti i capitoli saranno così ricchi di colpi di scena alla Texas Ranger e uno in particolare pensi chi mi “indignerà”, bene, li leggerò divertendomi un sacco. 😀
Bontà tua, mia cara! L’autore ha sempre ragione 😉
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@ CLE REVERIES che bello il riferimento che hai fatto 😛
Grazie!
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@ SALVATORE RIZZI sono sincera.
Ciao, Sar!
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Bei sogni….fra le stelle. Buonanotte
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I colpi di scena si susseguono, la storia è sempre più avvincente e la lettura è sempre più gradevole. I miei complimenti e ringraziamenti 🙂
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Pure io, tento, di esserlo spesso. Ciao.
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@ MARI e buon pomeriggio a te!
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@ URIEL ti ringrazio moltissimo, amico mio 😀
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@ SALVATORE RIZZI 🙂
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Splendida lettura in un susseguirsi di eventi
che solo l’odio può tenere in vita…
Un abbraccio Alessandra e dolce proseguo di serata!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA è verissimo quello che dici! L’odio può dare grande forza.
Ti abbraccio anch’io e ti ringrazio, cara Michelle.
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“era animata dall’odio, una delle pulsioni più forti dell’essere umano”, vero. Una delle pulsioni più forti, ed anche ingiustamente rinnegate. L’odio ha una sua importanza, ci permette di trovare la forza per staccarci da situazioni altrimenti insostenibili. L’importante è che non venga mantenuto troppo a lungo, altrimenti si trasforma in rancore logorante.
La descrizione che hai fatto del “Santa Ana” è davvero ben fatta e coinvolgente. Non conoscevo neanche la leggenda… interessante 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST io penso che l’uomo non sia buono di natura, né da bambino né da adulto. L’odio è una conseguenza di questo.
Detto ciò, ti ringrazio tantissimo, caro lupo 😛
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