La Brianza è un territorio situato nell’Italia settentrionale. I suoi confini sono, a nord, Asso, un paese posto sulla strada che conduce a Bellagio, dove i due rami del lago di Como, quello descritto da Manzoni e quello occidentale, si congiungono per formare un unico bacino; e a sud la città di Monza. Ai lati è delimitata da due fiumi, l’Adda e il Seveso. Sebbene non sia propriamente una regione, molti la considerano tale. I suoi abitanti hanno in comune tre caratteristiche: sono estremamente laboriosi, forti risparmiatori e piuttosto chiusi di carattere. L’industria prevalente è quella del mobile. In un’epoca di crisi, cittadine come Meda e Cabiate prosperano grazie ai ricchissimi acquirenti arabi.
Erba è una delle località più belle, immersa nel verde e in una cornice di ridenti colline. Dista pochi chilometri da Asso. La villa più grande di Erba è circondata da un vasto parco, delimitato da uno spesso muro, alto più di due metri, e sormontato da un reticolato di filo spinato. Il parco, così come il bosco, orientato a settentrione e a sua volta cintato, è sorvegliato giorno e notte da guardie armate. Al tramonto, vengono liberati i cani. Un sistema di telecamere controlla ogni centimetro della proprietà. Due macchine dei carabinieri stazionano in permanenza davanti all’unico ingresso. Da lì un lungo viale porta alla villa.
Silvio Berlini possedeva case a Milano, Roma, in Sardegna, in Giamaica, ma considerava la dimora di Erba il suo rifugio e vi trascorreva quasi tutti i fine settimana. Quando arrivava con l’elicottero personale si liberava dell’abito doppio petto blu, della camicia, della cravatta e indossava una comoda tuta da ginnastica.
Figlio di un dirigente di banca, Berlini aveva costruito un impero nel campo delle telecomunicazioni. Ma, in realtà, le sue attività erano talmente numerose e diversificate nei settori più disparati che era difficile stendere una mappa precisa dei campi di cui si occupava.
Anticomunista viscerale, mentre in Italia infuriava lo scandalo di tangentopoli e la Democrazia Cristiana si dissolveva, Berlini aveva fondato in tre mesi un partito, era riuscito nell’incredibile impresa di dar vita a un’alleanza con i neofascisti e la Lega – vale a dire, cani e gatti – e aveva vinto le elezioni. Successivamente, le aveva perse salvo poi rivincerle. Alla fine, era stato il presidente della repubblica a togliergli l’incarico di primo ministro.
Metà del popolo italiano lo amava, l’altra metà lo detestava. Ciò aveva reso l’Italia ingovernabile.
Negli ultimi tempi, il luminare che fungeva da suo medico personale a tempo pieno era alquanto preoccupato. Le dosi massicce di ormoni, uniti ad altri medicinali, che Berlini assumeva, contro il suo volere, per potersi permettere frequenti incontri sessuali con ragazze più giovani di quarant’anni, stavano minando il suo equilibrio mentale. Questo, almeno, era il pensiero del dottore.
Vero o meno che fosse, era comunque indubbio che da mesi Berlini coltivava un’ossessione quasi patologica.
Il capitano Stavrogin parlava correntemente quattro lingue. Oltre al russo e al tedesco, l’inglese e il francese. Con l’italiano se la cavava, ma con qualche difficoltà. Per questo, quando varcò senza problemi la frontiera di Ventimiglia, aveva con sé un passaporto perfetto a nome di Julien Leblanc, agente immobiliare di Antibes. Nel doppiofondo della valigia, ve n’era un secondo, intestato a Patrick Driver, un mobiliere di Manchester.
Stavrogin non aveva un aspetto tipicamente russo. Aveva preso dai nonni, in particolare quelli materni che erano originari della Baviera: poteva sembrare un tedesco, un austriaco, un inglese o un francese.
Era a bordo di una Bmw 320 turbo diesel di seconda mano, regolarmente acquistata a Nizza da un rivenditore di auto usate. Meno regolare era ciò che aveva nascosto nel bagagliaio e sotto l’auto; ma anche la perquisizione più attenta e scrupolosa molto difficilmente sarebbe servita a scoprire quello che era stato celato con grande abilità in entrambi i posti. E comunque non c’era motivo per cui la polizia lo fermasse e ispezionasse l’auto. Stavrogin rispettava i limiti di velocità, viaggiava sulla corsia di destra e aveva tutta l’aria del turista intento a godersi una bella vacanza in Italia. In Russia era ancora pieno inverno, con i fiumi ghiacciati e i giardini coperti di neve; in Liguria il clima era già primaverile, sebbene fosse soltanto l’otto marzo. Stavrogin immaginava che probabilmente, più a nord, il tempo sarebbe stato meno mite. Ma il capitano amava il freddo.
Si fermò per fare il pieno e per mangiare un sandwich nei pressi di Pavia. Come aveva previsto, pioveva e il cielo era grigio. Giunto a Milano, imboccò l’autostrada dei laghi, prese la deviazione per Como e uscì al casello di Lomazzo. Aveva studiato attentamente tutta la zona e sul sedile del passeggero c’era una carta geografica. Il panorama, bello nei mesi caldi, dava una sensazione di tristezza. Passò per Cermenate, evitò Cantù svoltando a sinistra e, quando fu a Olmeda, girò a destra. Dieci minuti più tardi era a Montorfano. Posteggiò la Bmw e attraversò la strada per bere un caffè al bar Crème.
Si sedette a un tavolino d’angolo, dove fu servito da una ragazza molto carina.
Decise che avrebbe aspettato l’indomani per andare a Erba a effettuare una prima ricognizione. Era abituato a preparare i suoi piani con estrema cura, senza tralasciare il minimo aspetto; quando tutti i tasselli combaciavano e il quadro era completo, allora sferrava il colpo… e non falliva.
Lanciò un’occhiata alla ragazza del bar. Era alta e flessuosa, ma non era il momento di pensare al sesso. Si limitò a ordinare un secondo caffè.
Quella sera cenò da Sonia, una pizzeria vicina al lago di Montorfano, e si coricò presto, all’hotel Albavilla, dove aveva prenotato una camera telefonando da Nizza.
Benché fosse alquanto sorpresa, Maruska non manifestò in alcun modo il suo stupore.
Si limitò ad ascoltare, ad annuire e a prendere nota mentalmente di ogni dettaglio. Il mondo era strano, pensò, ma il suo compito non era quello di filosofeggiare, bensì di obbedire agli ordini e di agire.
Maruska aveva ventotto anni, era alta un metro e settantacinque, pesava sessantasei chili ed era in condizioni di forma invidiabili. Era anche decisamente attraente, anche se non graziosa. Soprattutto aveva un quoziente d’intelligenza elevatissimo. Questo le aveva permesso di affrontare con successo molte prove, e in un prossimo futuro – ne era certa – l’avrebbe fatta salire molto in alto. Se aveva un difetto era l’eccessivo orgoglio, che però a conti fatti poteva essere un pregio. Erano le due facce della stessa medaglia.
L’uomo seduto di fronte a lei non le fornì spiegazioni e Maruska non fece domande.
Quando uscì dall’ufficio, andò a casa a preparare i bagagli.
Mi lascio trasportare da quanto scrivi, perchè scritto bene e coinvolge…
Un abbraccio
Ros
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Silvio Berlini ??? Mi suona familiare. Spero che almeno tu gli farai fare la fine che merita.
Che genio però! Silvio Berlini! Mi raccomando, conto su di te. Nessuna pietà!
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Interessante questa storia, signorina.
L’uomo che lei descrive è certamente un uomo dall’intelligenza superiore.
PS: al bar Crème non c’é alcuna ragazza alta e flessuosa. L’avrei notata, eccome. 😉
Mi perdoni, e mi consenta, mi piacerebbe tanto trattenermi, ma ho due compressine azzurre da assumere. sa com’é: l’età. 😀
Le faccio i miei migliori auguri e… Forza Italia.
🙂
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Una BMW, 320 e disel?
Un bel tamarro!
😦
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Zone che mi sono familiari…
Una storia che prosegue scorrevole e molto piacevole.
Quel Silvio lì mi ricorda qualcuno!!! spero finisca male 🙂
E mi piace sempre di più come ti diverti anche nei commenti!
Brava bravissima la MIA strega!
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Berlini! 😀 Certo… l’avevo pensato, ma… perché senza la sua ingombrante presenza la sinistra avrebbe certamente vinto le prossime elezioni? 😐 Io penserei al contrario… Vero che molti italiani hanno lasciato il suo partito perché c’è lui, ma… credo che molti di più non l’hanno fatto per lo stesso motivo, basta guardare le elezioni amministrative, dove il centrosinistra vince sempre a mani basse, ad esempio.
Comunque incuriosisce davvero questo romanzo (da quanto ho letto nei commenti allo scorso post, forse è più corretto “miniromanzo”… giusto?), non vedo l’ora di leggere il seguito 😉
P.S.: “in Liguria il clima era già primaverile, sebbene fosse soltanto l’otto marzo”… ahahah temo che non sia più così da parecchi anni ormai… ma voi “nordici” continuate a crederlo, eh! 😀
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@ ROSEMARY3 grazie mille!
Un bacione, Ros*
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@ SUZIEQ11 darling, notoriamente sono spietata 😀
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@ SILVIO BERLINI forse non l’ha vista, signor presidente.
Talvolta non c’è.
Sa… i turni.
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@ SILVIO BERLINI beh, un russo 😛
Radiosità.
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@ MARI guarda che non sono io. Avrei troppa paura a sloggarmi dopo quanto è successo recentemente.
Un abbraccione, tesora * ___________ *
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Ooooiesss! Lo so, sono VIP ammiratori della MIA strega-scrittrice…
Bacio
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@ MARI hai indovinato, MIA guerriera!
Due baci**
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@ WOLFGHOST caro lupo, veramente ho scritto il contrario: cioè che la sinistra avrebbe perso.
E’ vero quello che dici: perfino a Cannes il tempo è peggiorato 😦
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Scusa, perso!! Volevo dire perso! Infatti avrebbe più senso il contrario, come ho scritto (per invertendo “perso” con “vinto”! :-D) … ?
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@ WOLFGHOST è possibile che tu abbia ragione, ma io sono convinta del contrario 😛
Ultimamente la sinistra non mi sembra in buona salute. E’ proprio Berlini che la tiene unita 🙂
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Mah… sarà! Tanto non lo scopriremo mai: Berlini è un highlander! 😀
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@ WOLFGHOST temo proprio di sì 😀
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Una intensa descrizione del tempo in cui ero più impegnato in politica. Una capacità straordinaria, la tua. Saluti da Sar.
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@ SALVATORE RIZZI ti ringrazio moltissimo, caro Sar.
Ciao!
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Sì quel Silvio Berlini mi suona familiare come un certo … lasciamo perdere e cerchiamo di capire il russo e la russa (Maruska suona tanto di russa) e cosa ci fanno l’uno in Italia nella Brianza operosa, l’altra non si sa dove andrà a finire.
Comincio a intravvedere un barlume sul fattore B … ma spettiamo il seguito con impazienza.
Ti sei lanciata alla grande nelle storie di spy mystery
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR preciso: Maruska sa tanto di russa!
E presto sapremo qual è il suo compito.
Ammetto di essere in preda a un’ossessione quasi patologica per le storie di spionaggio. 😛
Grazie e un grande abbraccio.
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T.V.B.
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@ MARI anch’io.
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…per ora ti lascio un abbraccione per un buona notte, a domani!
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@ CLE REVERIES buona domenica, cara amica!
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Eccomi qua!
Ho letto con gusto la bella ed accurata descrizione della nostra splendida Italia, anche tu la ami, si vede benissimo.
” I suoi abitanti hanno in comune tre caratteristiche: sono estremamente laboriosi, forti risparmiatori e piuttosto chiusi di carattere”. Mi è piaciuto, perchè è vero e caratterizza maggiormente la descrizione.
“L’industria prevalente è quella del mobile” sembrava non essere proprio indispensabile, ma continuando a leggere si è capito quanto sei brava. 😉
La storia sta prendendo carattere, e che carattere!
Aspetto l’altro capitolo!
Un abbraccio e buona domenica anche a te!!!
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@ CLE REVERIES il mio grazie più sentito!
Un abbraccio grande grande * ________________ *
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goodnight my dear witch….tesora…
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Ho riso. Sallo.
E Maruska sembra intrigante… Nel senso che si caccerà presto in qualche imbroglio, vero?
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@ MARI buon pomeriggio di sole, stellina*
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@ BRUM anch’io ho riso 🙂
Uhm… spero di non passare qualche guaio… già sono controllata dal SVR 😀
Su Maruska credo che tu abbia ragione.
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Bellissima introduzione della Brianza con una bella e limpida
risata, nel seguire questo interessante, nonchè curioso capitolo,
pensando fra me e me, dove ci porterai tra questi nostrani
e conosciuti confini..
Romanzo che si fa molto interessante, ma non poteva che essere
cosi…
Un bacio Alessandra e buon inizio di settimana!
Michelle
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Eh sì. I particolari contano. Danno la cifra dei personaggi e di come sanno muoversi per passare assolutamente inosservati. Anche se gironzolare con una targa gialla e lo 06 o il 13 tra i numeri, a qualcuno può far venire qualche sospetto, ma si sa … quanta distrazione c’é in giro.
L’autogrill di Dorno? Non é il massimo, però …
Silvio Berlini? A volte basterebbe saltare una lettera e il mondo potrebbe cambiare o comunque dare un senso agli ultimi vent’anni di storia patria. E lo da, visti i fatti e misfatti trascorsi.
Maruska? Visto che siamo in zona .. chi é costei? Uno degli angoli di questa figura geometrica, che si va componendo?
Come sempre … cucina ricca di sapori, la tua.
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@ VENTIDIPRIMAVERA di norma non rido quando scrivo, ma in questo caso ho fatto un’eccezione.
Avevo previsto una storia di circa quattro puntate… però, come al solito, mi lascerò prendere la mano. Lo sento 😀
Un bacione a te, Michelle, e grazie!
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@ CAPEHORN buon appetito, allora!
“Matrioska”, “Il Crepuscolo della Lubjanka”… ecco la terza parte che chiedevi 🙂
Bah gli autogrill più o meno si equivalgono, tranne quelli dalle parti di Bologna.
Maruska… poi sapremo.
Ti ringrazio!
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Il mistery in terra nostrana è così attraente e tu lo rendi verosimile, cara. Ottime ed essenziali le descrizioni che usi. Brava, a presto.
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@ UNIVERS grazie, mio “vecchio” amico!
Un caro saluto.
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Howdy! This post could not be written any better!
Reading through this post reminds me of my old room mate!
He always kept talking about this. I will forward this page to him.
Pretty sure he will have a good read. Many thanks for sharing!
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Thank you very much!
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