La valle era molto pittoresca. Formava una specie di conca, circondata da alte montagne. Rispetto alla Green Valley, era meno grande, ma forse più ridente. La collina su cui si trovavano Phil e Patsy era situata quasi nel mezzo: non particolarmente alta, era un luogo suggestivo che d’estate si ricopriva di verde e d’inverno si ammantava di bianco. L’avevano scelta come meta ideale per i loro picnic. Dopo aver mangiato, in genere si assopivano l’uno fra le braccia dell’altra, cullati dal vento tiepido che proveniva dal Messico. Ai piedi della collina si stendevano i campi, che declinavano verso ovest fino ai primi contrafforti dei monti. Dalla parte opposta un sentiero attraversava un prato, conducendo alla loro casa.
Era la prima volta che facevano l’amore in mezzo alla natura, e fu splendido. Patsy si liberò delle scarpe con un calcio, Phil le tolse i calzoncini e gli slip. Patsy si inarcò, slanciando le gambe per accoglierlo meglio. Phil la penetrò con dolcezza; poi la possedette con vigore. Quando capì che lei stava per venire, aumentò la frequenza dell’amplesso. Patsy gridò. Raggiunsero l’orgasmo insieme, poi rimasero abbracciati, sussurrandosi frasi d’amore. Phil adorava l’odore del corpo di Patsy: sapeva di giovane donna eccitata; era un profumo che denotava salute e vigore. Presto, fu di nuovo pronto.
A circa venti metri di distanza, nascosto da una roccia, qualcuno li osservava. Li guardava con occhio malevolo, e intanto rifletteva. Avrebbe incominciato con la bionda. L’avrebbe tormentata e umiliata. Le avrebbe riempito la vagina di habanero, il peperone messicano più piccante del mondo. Era uno dei metodi di tortura preferiti dai guerriglieri cubani: procurava un dolore intollerabile e poteva portare alla pazzia. Poi l’avrebbe accecata e l’avrebbe guardata morire. Prima, però, le avrebbe parlato a lungo. L’annientamento psicologico avrebbe preceduto quello fisico: voleva sentirla supplicare, voleva sentire l’odore acre della paura e assaporare la sua angoscia infinita.
Con l’uomo se la sarebbe sbrigata più in fretta. Lo avrebbe tramortito, gli avrebbe tagliato i testicoli e glieli avrebbe ficcati in bocca. Il pugnale che portava alla cinta avrebbe completato l’opera, tranciandogli la gola.
Gli occhi dell’osservatore erano gelidi, ma la bocca si dischiuse in un sorriso beffardo.
Si allontanò silenziosamente, pregustando ciò che avrebbe fatto.
Raggiunse il suo rifugio, nel cuore di un piccolo bosco che confinava con i terreni coltivati, sul versante orientale della Bush Valley. Si sedette a gambe incrociate accanto a una pozza d’acqua, e studiò il piano che avrebbe portato Patsy Legrange prima alla disperazione e quindi alla morte. Dopodiché sarebbe venuto il turno di Phil Weir.
Tornarono a casa tenendosi per mano. Patsy era raggiante. Phil aveva la capacità diabolica di indovinare sempre ciò che in quel momento lei desiderava. Era come se leggesse nella sua mente, o forse nel suo corpo: poteva essere delicato come una fanciulla, vezzeggiandola e titillandola con estrema grazia, per poi trasformarsi nel più infuocato degli amanti, fino a farle perdere il controllo.
Nella Green Valley era stata costretta a dividerlo con Liz, e ne aveva sofferto molto. All’inizio, tutto era andato bene: lei ed Elizabeth erano fortemente attratte l’una dall’altra, e Patsy aveva scoperto quanto poteva essere eccitante fare l’amore con una donna. Dopo che si erano donate reciprocamente piacere, interveniva Phil e le soddisfaceva entrambe. A quell’epoca Patsy non era gelosa e aveva creduto davvero possibile il sogno di Weir: un amore a tre, puro, privo di competizione e di invidie. Poi, però, era subentrata la rivalità, e con essa la gelosia. L’atmosfera si era avvelenata, e le due ragazze erano diventate nemiche irriducibili.
Adesso che non c’era più Liz, Patsy viveva giorni di felicità totale, assoluta, e non vedeva nubi all’orizzonte. Phil l’amava, non l’avrebbe mai lasciata, e dedicava ogni attenzione solo a lei. Senza l’ingombrante presenza di Elizabeth, Patsy aveva realizzato il senso della propria vita.
Con un sospiro soddisfatto andò in bagno e fece scorrere l’acqua calda.
Immersa in una nuvola di schiuma, si disse che quella sistemazione era ottimale. Abitavano in un posto meraviglioso, e Phil poteva continuare a coltivare il suo sogno; nel contempo, non erano più costretti a vivere come pionieri. Il piacere di un bagno bollente era impagabile. Assunse un’espressione languida, mentre riassaporava mentalmente i baci e le carezze che si erano scambiati sulla collina.
Le eccezioni portano direttamente all’inferno: altro che confermare la regola, pensò Phil Weir osservando soddisfatto la carbonella. Mise a cuocere quattro grosse salsicce e un paio di hamburger. Patsy aveva preparato una bella insalata; nel secchiello del ghiaccio c’era una bottiglia di vino bianco californiano. Alla Green Valley erano stati parsimoniosi e avevano mangiato quasi sempre cibo vegetariano, sposando in pieno il loro ideale. Ma da quando si erano trasferiti le cose erano cambiate. Patsy aveva una carta di credito che le permetteva di spendere duemila dollari al mese; era un dono di suo padre che provvedeva anche a pagare l’affitto. In cambio, Patsy andava a trovarlo ogni quindici giorni.
Phil nutriva dei dubbi su questa nuova situazione, tuttavia aveva finito con l’adattarsi. Era intransigente solo a riguardo delle città: non sarebbe mai tornato in quei luoghi rumorosi e inquinati. Fece una smorfia, quando fu investito da una raffica di note. Patsy si era comprata un lettore e una serie di cd che sembravano partoriti da un’orda di diavoli.
Quando la carne fu cotta, prese posto accanto a Patsy. D’estate cenavano sempre sulla veranda, con lo spettacolo delle montagne davanti agli occhi. Il sole stava tramontando in un prodigio di colori. Phil si alzò dal tavolo per andare a spegnere la musica. Adesso la quiete regnava assoluta: l’unico suono era quello del vento che accarezzava la campagna. Mangiò avidamente, inaffiando il pasto con l’ottimo vino californiano, quindi scostò il piatto. Con calma, si arrotolò uno spinello.
Mentre la notte avvolgeva la valle nella sua eterna magia, Phil Weir diventò parte integrante del cosmo.
UN SOGNO AMERICANO 2
10 luglio 2013 di Alessandra Bianchi
38 Risposte
Si stanno “civilizzando”. Acqua calda dal rubinetto, carta di credito, lettore musicale….
Sarà un bene?
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@ BRUM questo non lo so. Comunque, i guai arriveranno soprattutto dall’esterno… e dalle troppe “visioni” di Weir.
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seee, la trama la ricordo. Non del tutto, ma in parte si.
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@ BRUM non del tutto nemmeno io…
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Ahahaha. Non mi fare confusione, adesso, e non rimestare tutto, eh?
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@ BRUM qualcosina rimesterò, però spero di non fare confusione 😛
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😉
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@ BRUM 🙂
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Bello questo nuovo racconto intriso di eros!
Serena giornata
Giò
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Lo trovo molto migliorato nella lettura che è ancor più fluida e piacevole. Quella figura inquietante dell’episodio centrale getta un’ombra da cupio dissolvi sulla storia. Ma credo che siamo solo all’inizio.
Aspetto la prossima puntata.
Un caro abbraccio
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L’ho sempre pensato che la montagna troppo isolata può portare alla follia!! Chi è quel guardone rivoltante??Fossi in Patsy me ne tornerei subito al centro di qualsiasi caotica e superaffollata city!
Lettura scorrevole, emozionante e piacevole. Brava Alessandra.
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@ ROSAOSCURA sono contenta che ti piaccia, cara Giò.
Baci ^^
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@ NEWWHITEBEAR a distanza di tempo, si vedono i difetti con maggiore chiarezza e si cerca di porre rimedio.
Questa storia, in effetti, avrà molte tinte cupe e scabrose.
Grazie e un grande abbraccio.
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@ ILY6 e se io fossi Patsy seguirei il tuo consiglio senza indugio!
Ti ringrazio di cuore, amica mia * ____________ *
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Un pezzo forte, in cui emozioni fisiche e tratti psicologici sono snocciolati con naturalezza e bravura…
Il terzo incomodo mi mette angoscia e terrore, perciò anche per questo sei eccezionale!
É super la MIA strega!
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@ MARI il “terzo incomodo” avrà un ruolo importante. E credo che continuerà a incutere angoscia e terrore…
MIA guerriera, grazie!
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Sempre efficace e completa la narrazione, bella la descrizione del posto che in linea con quella dei personaggi fa preannuncia qualcosa di subdolo ed infido su una facciata di “normalità”. Un piccolo centro americano da sogno che tu, come fai presagire, farai diventare un incubo.
Mi piace il climax di questo secondo capitolo è di ottimo livello, brava! 😀
( 😦 anche qui il solito scivolone, una frase che ripeti sempre come acme dell’amplesso… tu sai descrivere meglio e con un garbo che è poesia, senza essere monotonamente ripetitiva).
Scusami, è più forte di me *___________*
Un abbraccio e…buona notte!
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Sembra Tutto cosi bello, un pò come aver raggiunto uno stato
di dolce serenità, anche se…
Accidenti, sembra che il pericolo per loro sia molto
vicino e che pericolo, al pensiero mi vengono i brividi…
Capitolo letto d’un fiato con il mio solito fervore, misto
all’ansia di chi come me, riesce a entrare nei Tuoi personaggi
completamente..
Ti lascio un immenso abbraccio Alessandra e un sorriso
su questo giorno!
Michelle
.
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Di una intensità vertiginosa e non solo. Saluti e alla prossima, Sar.
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@ CLE REVERIES e pensare che ho tolto una frase proprio perché altrimenti mi sarei aspettata un rimprovero da te 😛
Mi sa che in questa storia sarò spesso sgridata 😦
Bacioni e grazie ^^
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😉 tu lo hai detto, sono molto esigente con chi riconosco che sa dare e può dare moltissimo. I talenti è meglio investirli facendoli fruttare. Scrivi in un modo divino per natura o studio, o le due cose insieme, non so, ma so che fai tanto per realizzare opere in cui tutti quelli che ti leggono riescono ad immedesimarsi e li trasporti nei tuoi sogni. Basta un “venire insieme” non ripetuto in ogni capitolo, per rendere meno monotono e banale un momento che hai costruito in un italiano perfetto e armonioso, quasi una poesia, per conquistare tutte le Cle Reveries che amano sognare! 😀
Sei sempre la mia scrittrice preferita, la mia Hemingway al femminile del XXI secolo, ma ti concedo altri quattro “venire” in tutta l’opera, mettili tu dove vuoi, ti prometto che non ti rimprovererò più 😀
Un fortissimo abbraccio e con tanto affetto ti auguro di passare una splendida serata.
*__________________*
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@ CLE REVERIES non scherzo: ho le lacrime agli occhi!
Conserverò il tuo commento come un dono assai prezioso… un gioiello, di più: qualcosa che scalda il cuore.
Il mio è spesso freddo anche d’estate.
Quattro è il mio numero preferito.
Perciò stai tranquilla.
Un bacione grande, grande, amica mia ^^
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A caress and a kiss for your tears,my darling 🙂
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@ CLE REVERIES le “Cle Reveries” che amano sognare sono nel mio cuore 😛
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@ VENTIDIPRIMAVERA il tuo è un grandissimo complimento, Michelle!
Ti ringrazio, ricambiando il sorriso e l’abbraccio * __________ *
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@ SALVATORE RIZZI grazie mille, amico Sar!
E buon proseguimento di giornata.
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Ricambio con simpatia.
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@ SALVATORE RIZZI ciao 😛
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goodnight my witch…. un bacio
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Apparentemente a Patsy e Phil, sembra non mancare nulla
Vivere in mezzo alla natura, ma non isolati, coi soldini del caro babbo per rifocillare il corpo a lo spirito non è un brutto vivere. Ma la vita riserva sempre
sorprese, e questa volta sarà proprio dura per i protagonisti
Sei divinamente brava
Abbraccio
Mistral
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Ciao Carissima, al momento ti lascio un grande saluto e l’augurio di un buon fine settimana. Non perdo nulla di quello che scrivi, ma voglio rileggere tutto con più calma, prima o poi troverò il tempo di farlo, scrivi troppo bene e sei molto coinvolgente.
Un caro saluto, Pat
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@ MARI due baci**
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@ OMBREFLESSUOSE ti ringrazio per il bellissimo commento!
Bacione, Mistral ^^
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@ PATRIZIA M. è sempre bello vederti!
Non ho certo dimenticato le tue splendide foto e i tuoi interventi qui, sempre magistrali.
Un caro saluto a te, Pat.
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ahahah quando Phil diventa “parte integrante del cosmo” non posso fare a meno di sorridere 😀 Bravo lui a riuscirci, comunque! 😛
Accidenti… chissà come mai il centro-americano (almeno così pare essere) ce l’ha così tanto con loro… non sembra un folle, ma qualcuno animato da spirito di truce vendetta…
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST e io sorrido mentre lo scrivo 😛
“animato da spirito di truce vendetta”… hai detto molto, caro lupo!
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Puntata dal piglio narrativo indubbiamente sicuro e forte delle ‘esperienze’ letterarie finora accumulate. Ho idea che la storia proseguirà con interesse crescente. Un saluto, cara.
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@ UNIVERS mi auguro che sia come dici tu.
Un salutone, mio “vecchio” amico.
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