La notte era calda e limpida, ma non silenziosa. Dal piazzale antistante la Duma giungevano le urla della folla inferocita; risuonarono alcuni spari che presto però cessarono. Si udivano le voci concitate degli agenti della seconda direzione centrale provenire da uno degli ingressi del Cremlino.
Ma non si sentì nessun rumore quando Martin Yarbes fece fuoco, poiché la sua arma era munita di silenziatore.
Un istante prima che l’americano premesse il grilletto, Pomarev si chinò per cercare di individuare chi lo aveva seguito fin lì. Percepì lo spostamento d’aria, causato dal proiettile, che lo mancò per meno di due centimetri.
Pomarev si gettò a terra, la pistola salda fra le mani, senza tuttavia sprecare inutilmente una pallottola. Doveva scoprire dov’era il suo nemico invisibile.
Yarbes soffocò un’imprecazione e sparò di nuovo, ma adesso il maggiore del Gruppo Alpha si trovava al riparo di un grande cespuglio.
Pomarev si allontanò, strisciando.
Yarbes provò per la terza volta, affidandosi all’istinto e mirando in basso. Questa volta il proiettile sfiorò una spalla del russo. Adesso Martin doveva ricaricare il fucile.
Pomarev si rialzò e correndo curvo si diresse verso il Cremlino. Ogni quattro passi, si buttava a terra, rotolava su se stesso e riprendeva a correre, evitando di muoversi in linea retta. Un minuto più tardi raggiunse un gruppetto di quattro agenti del KGB, mostrò loro il suo tesserino e indicò il parco. “C’è un americano.”, disse con calma. “Un uomo della CIA. Prendetelo. Lo voglio vivo.”
A Lefortovo, il cekista venuto da Langley avrebbe scoperto nuovi aspetti della vita. Rispetto a Squire, la sua agonia sarebbe stata più breve, ma non per questo meno dolorosa.
I quattro, armati della Tokarev calibro 9 d’ordinanza, si avviarono cauti verso i giardini Aleksandrovski. Il primo morì tre minuti dopo. Il secondo lo seguì nell’ultimo viaggio a distanza di dieci secondi. Erano abituati a spadroneggiare, a terrorizzare, ad arrestare e a torturare, ma, a differenza dei colleghi di Yazenevo o dei membri del Gruppo Alpha, non avevano l’esperienza necessaria per affrontare un nemico nascosto, non procedevano a ventaglio ed erano perfettamente visibili, quasi fossero sagome di un’esercitazione di tiro al bersaglio.
Miloslav Pomarev, invece, aveva esperienza da vendere.
Camminando silenzioso prese un sentiero che in apparenza si allontanava per poi riavvolgersi come le spire di un serpente, allargandosi e quindi restringendosi, e infine aggirando Yarbes.
I due superstiti si erano sistemati dietro a una panchina e si guardavano ansiosamente attorno.
Yarbes si mosse lentamente nella loro direzione.
E Pomarev finalmente lo vide.
Si portò alle sue spalle, senza produrre il minimo rumore – frutto del micidiale addestramento Spetsnaz – e gli premette la canna della pistola sulla nuca.
“Amerikanskiy”, disse glaciale, “lo sa come è morta la moglie del suo amico, il traditore Tarasov? E come ha finito i suoi giorni la sua complice, Susan Cooper? Oh, niente in confronto a ciò che subirà Monica Squire. Strillerà come un maiale, e morirà avvolta dalle sue feci, dopo aver sofferto in maniera indicibile. E ora, prego, mi segua.”
Yarbes lasciò cadere a terra il fucile.
Se Gennadij Janaev era stato arrestato ubriaco e in lacrime, poco dignitosamente nascosto sotto la sua scrivania, e se Boris Pugo aveva evitato l’arresto suicidandosi dopo aver ucciso la moglie, il Maresciallo Dmitry Timofeevic Yazov, ministro della Difesa dell’Unione Sovietica, forse a causa delle sue origini siberiane, si comportò in modo diverso.
Quando vennero a prenderlo, accolse gli uomini della Milizia con freddezza, e non pronunciò la frase che in seguito gli venne attribuita, e cioè “Sono un vecchio pazzo!” Non era nel suo carattere.
Era un soldato mediocre, ma un uomo coraggioso.
D’altro canto, molte furono le voci che si sparsero, in quei giorni e nei mesi successivi, e molte di esse risultarono infondate, tipiche leggende metropolitane
al pari di varie assurdità che circolano nel web, dall’attentato alle torri gemelle attribuito agli americani, al fatto che Armstrong non calcò mai il suolo lunare, o in ambito marittimo alle congetture più svariate sull’affondamento del sommergibile Kursk.
Yazov seguì i cinque della Milizia senza proferire una parola.
Dresda, in Sassonia, è una città che conta oltre mezzo milione di abitanti. Conosciuta anche come la Firenze sull’Elba per le sue bellezze artistiche, durante la seconda guerra mondiale fu bombardata più volte dagli aerei americani dato che era un importante centro industriale.
Patrick Keynes e Vladimir Putin si incontrarono nella latteria Pfund, da poco riaperta, che si trova al numero 79 di Bautzner Straße. Davanti a un piatto di formaggio e a un bicchiere di latte, Putin espose all’americano i suoi progetti.
In Russia, spiegò, il potere sarebbe passato nelle mani di Boris Eltsin, ma non per molto. Eltsin era sulla strada per diventare un alcolizzato (e quando Boris si recò negli Stati Uniti per una serie di conferenze se ne ebbe la riprova: due agenti dell’FBI avevano il compito di riportarlo in albergo tutte le sere e di metterlo a letto). Perciò non avrebbe retto a lungo. Putin prevedeva di sostituirlo nel giro di qualche anno. Intendeva riformare completamente la Russia, rilanciando l’economia e favorendo il progresso in ogni campo. Dichiarò di essere profondamente democratico e desideroso di una stretta collaborazione con l’America, per la quale provava sentimenti di sincera amicizia. Per questo aveva aiutato l’agente della CIA Martin Yarbes. Poi con nonchalance accennò agli aiuti economici di cui avrebbe avuto bisogno. La Siberia aveva più petrolio dei Paesi arabi e più materie prime del resto del mondo, però mancavano le strutture e la necessaria tecnologia per utilizzare al meglio quelle immense ricchezze. Se Washington gli avesse procurato il sostegno finanziario e tecnologico necessario, sarebbe diventata la principale beneficiaria di tale patrimonio.
Pregò Keynes di riferire tutto questo a Bush.
Keynes, che a Londra aveva avuto un breve colloquio assolutamente riservato con l’ex primo ministro Margaret Thatcher, che aveva conosciuto ai tempi della guerra delle Falkland e dalla quale era stimato, non poté esimersi dal fare un confronto fra i due: quanto la lady di ferro era diretta e spontanea, tanto Putin era freddo e imperscrutabile. Sebbene fosse stato piuttosto esplicito, celava dentro di sé una personalità enigmatica, che risultava impossibile decifrare.
Come una sfinge, pensò l’americano.
L’intreccio qui descritto, mette in evidenza, se vi era bisogno ancora, la tua capacità di entrare a testa bassa, nei meandri segreti dei “servizi”, della grandi potenze e non solo. Un saluto da Sar.
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Un intrigo internazionale descritto con molti particolari credibili e verosimili che dimostra quanto sei brava nell’inserire dettagli e annotazioni assolutamente pertinenti. Bene la storia pareva volgersi al termine ma in realtà non è così.
Meglio
Un grande abbraccio
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@ SALVATORE RIZZI io ci metto un grande impegno e, quando i miei amici lettori si dichiarano soddisfatti di quanto hanno letto, non posso che esserne contenta.
Un salutone, Sar!
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@ NEWWHITEBEAR non conosco la scadenza precisa, però vorrei concludere prima della pausa di agosto, in modo da evitare eventuali riassunti.
Per quanto riguarda l’attendibilità storica, mi sono documentata molto, anche se poi naturalmente questa storia è comunque di fantasia.
Grazie e un caro abbraccio.
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“E mi perdo fra le note della mia lontana giovinezza”. Il “profumo” dell’umidità che, alle sei del mattino, circondava la mia casa (era una serie di appartamenti dentro una vecchia scuola) in Bautzner Straße al n.61 di Dresda. Mio padre, ufficiale italiano, era addetto militare presso il locale Consolato d’Italia e mi lasciava quasi sempre 50 Pf per andare a fare colazione presso la “Salumeria” (non esiste un termine corrispettivo in italiano) per fare colazione.
Così, intorno alle 8,00 del mattino, mi recavo da Herr Walter che mi inondava di bontà. Con 40 Pf mi assicuravo un ottimo “leberwurst mit kraut”, dentro un piccolo panino bollente il cui sapore e profumo sento ancora adesso. Ricordo la difficoltà (vi rimasi per tre mesi) a legare con i ragazzi della scuola primaria. Io ero un bambino italiano che veniva da una nazione di traditori, “amica” degli americani. Cristo, quanto cattivo può essere o diventare un adulto nei confronti di ragazzino di sei anni!
Erano i tempi degli interscambi culturali tra Italia e Repubblica Democratica Tedesca (almeno i governi democristiani di allora li definivano così) dove, in effetti, la nostra presenza serviva per tutelare la comunità italiana molto numerosa (ma che la propaganda occidentale definiva insignificante).
Leggendo questo nuovo capitolo (non ne ho persi nessuno, malgrado gli impegni) mi sono ritrovato a respirare l’aria di allora (al paragrafo della “latteria“) constatando, semplicemente, che lì io ci sono stato. Non era una latteria, ma Keynes e Putin sono posteriori al mio periodo e dunque …
Un capitolo, questo, che mi ha avvinto per la sua peculiarità: è corretto nelle parti e nel suo insieme. Perfettamente scorrevole e aderente alla realtà.
La finzione romanzesca, poi, è orchestrata “a dovere”. Nel senso che è credibile. Sia per i personaggi inventati, sia per quelli reali. Noi non possiamo conoscere la verità dei fatti (quella più trasparente) proprio perché assenti o semplicemente al di fuori della cerchia dei suoi protagonisti.
Io, personalmente, sono convinto che un’opera così bella e bene impiantata non possa essere né commentata, né spiegata. Proprio come un componimento poetico. Posso soltanto asserire che, quando tutto sarà “compiuto” e i posteri potranno usufruire di tante immagini e ottimi brani di letteratura, io c’ero fin dall’inizio!
Io ho visto nascere, crescere e vivere questa storia, da co-protagonista, semplicemente perchè, leggendoli, li ho visti.
Perchè una mano ferma, intelligente e preparata, è riuscita a spiegarmela, facendomela capire e amarla.
Tanto tanto tempo fa, conobbi un ufficiale dal carattere non dissimile dal compagno maggiore Pomarev. Duro, arrogante, prevaricatore e allo stesso tempo intelligente e rapido.
Imparai a conoscerne i segreti. La sua spietata durezza era improntata alla medicina: amara per guarire.
Lo assolsi, tanto tempo fa, perché – almeno – era onesto e fermo nei suoi principii morali e politici. Onestà che è difficile, allo stesso modo, trovare in “democratici e altruisti” personaggi odierni.
Un favore, mia Signora: considerata la Vostra approfondita conoscenza del mondo politico/militare, potreste mettere una buona parola al fine di convincere l’Unione europea, dopo gli “ennesimi” scandali prevaricativi da parte dei soliti USA, di modificare il primo articolo della Costituzione Europea nel seguente modo:
1) Yankee go home!
Grazie.
Siete un’artista.
(Il Kursk vive!)
Salutazioni e radiose cordialità
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Sì, è vero: Piacque anche a noi.
Cordialità
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E’ il minimo leggere, altrimenti cosa si commenta? Ciao dal vecchio Salvatore.
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@ LORD NINNI sebbene io detesti la violenza, quando da ragazzina vivevo a Cannes feci a botte con una coetanea francese che mi aveva chiamato “sale italien”. A distanza di anni compresi il motivo di quell’ingiuria.
Il Vostro commento mi appaga in pieno, mi colma di immodesta soddisfazione e mi commuove.
Quando scrivo, spesso mi domando “chi leggerà?”, “cosa penserà?”, “è sufficiente il capitolo di oggi?”
Domande alle quali avete risposto in un modo per me eccezionale. Dopo una bella giornata di sole, sono doppiamente rinfrancata!
E’ possibile che Pomarev risponda ai canoni da Voi esposti. Certo è che egli è protagonista assoluto di questa vicenda.
Farò in modo di assecondare il Vostro desiderio 😛
Grazie infinite e radiosità!
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@ NINNI RAIMONDI un sorriso e l’augurio di una bella serata.
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@ SALVATORE RIZZI so che sei un lettore non solo attento, ma anche estremamente competente.
Ciao, Sar ^^
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Editori di tutto il mondo!!!! Non vi accorgete che qui c’è un capolavoro? Dove siete?
Qui ci vuole Alex Alliston!!!! Uno che ne capisce….
Alessandra amica mia, MIA strega, è sconvolgente la bravura con cui porti avanti questo romanzo…sei bravissima, non riesco ad esprimermi altrimenti.
Un grande abbraccio dalla TUA guerriera
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@ MARI sai che mi hai veramente commossa, MIA guerriera?
Amerei tanto poter parlare con Alex… per me lui è esistito veramente…
E lui sì che capiva.
Ti abbraccio forte e ti ringrazio dal profondo del cuore!
La TUA strega.
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Alex mi è rimasto nel cuore, come un amico vero….non abbiamo il suo numero??? Ahahah non sai quanto mi piacerebbe!
Baci Bacissimi
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@ MARI lui sarà nel mio cuore per sempre!
E poi… era anche bello 😛
Tanti, tanti, baci*
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…e tu nel suo…sei una bella persona…
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Quattro parole al volo, (tra poche ore parto):
E così, la sorte dei nostri amici è ancora incerta, sono tutti nelle tue mani!
Si salveranno?
La cosa è rimandata alla prossima puntata!
Un abbraccione e… buona settimana!
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Un capitolo molto appassionante. Bello.
Essere espliciti non implica necessariamente essere franchi. Anche se in genere le persone dirette sono anche sincere.
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@ MARI * ________________ *
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@ CLE REVERIES buone vacanze, darling!
E a presto 😛
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@ BRUMBRU la penso come te, elogi a parte.
Felice serata!
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Ricambio, con simpatia….!
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@ SALVATORE RIZZI con pari simpatia ^^
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Puntata che rimarrà nella memoria perchè in un certo senso stravolge e mette a repentaglio qualche certezza che avevi fatto intendere e costruire a chiunque finora ha letto. Atmosfere e vicende, per certi aspetti, da film di intrigo geo-politico. Proseguiamo, cara. A presto.
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Catturi cara Alessandra ogni volta che si entra per leggere
e come sempre uno scritto di eccezionale bravura…
In attesa di leggere, di sapere quali saranno le sorti dei
Nostri personaggi preferiti..
ti lascio un grande abbraccio
e sia dolce e radioso l’inizio di questo nuovo mese…
Michelle
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@ UNIVERS lusingata, ti ringrazio!
Un caro saluto*
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@ VENTIDIPRIMAVERA credo che questo, in assoluto, sia il mio mese preferito, e lo immagino per te bello e sereno.
Grazie, carissima Michelle * ______________ *
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Abbracciandoti….
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Una puntata eccellente, interessante e tanto avvincente. Putin aveva predisposto ogni cosa, ed è ancora sulla scena, un abile calcolatore e accentratore. Tu sei bravissima a rendere un argomento di questo genere appassionante e stimolante, tra l’altro mi dai la possibilità di ripercorrere passati avvenimenti sbiaditi dal tempo.
Complimenti per la narrazione e per la ricerca perfetta.
un grande abbraccio
annamaria
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@ MARI anch’io ^^
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@ ANNAMARIA49 ti ringrazio infinitamente per le tue parole, cara Isabel!
Un bacione.
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Ancora una volta é dimostrato che le brutte bestie son difficili da far fuori. Difficile, ma non impossibile e a questo punto incuriosisce il modo con cui sarà fatto.
Capitolo esemplare, assolutamente da top ten.
Il valore aggiunto? L’analisi, anche a posteriori, ma assolutamente in linea con la Storia, dell’evoluzione politica di Putin e della sua ascesa nel firmamento politico nazionale e mondiale. La scuola del vecchio KGB si é confermata ancora una volta di altissimo livello.
Non so perché ma sto cercando di fare un posto nella mia libreria.
A buon intenditore …
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@ CAPEHORN sarebbe bello, caro Carlo: “Matrioska / Il Crepuscolo della Lubjanka”! Ma forse resterà un sogno. D’altro canto, devo dire che le vendite di “Alex Alliston” sono praticamente risibili 😦
Ormai non gli faccio nemmeno più pubblicità.
A parte questo, un sentito grazie!
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La crisi non solo morde …. azzanna. 😦
Meno male che c’é il copiaincolla e allora …
Ma non é la stessa cosa. “Alex” é lì, in prima fila.
Ogni tanto mi guarda sconsolato … in attesa di tempi migliori.
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@ CAPEHORN è in poche case, ma buone 🙂
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🙂
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@ CAPEHORN 😛
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Ihihihihihihih
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@ CAPEHORN eppure è vero ^^
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Sì, é vero
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@ CAPEHORN yes, confermo!
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🙂
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@ CAPEHORN e riconfermo ^^
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eh, ancora adesso non è che Putin sia tanto diverso! 😀 Diciamo che forse ha scoperto che “americanizzando” la Russia avrebbe avuto di che guadagnarci anche lui 😉
Devo dire che tu tendi a difendere sempre i tuoi eroi, eh, anche quelli “negativi”… come Matrioska si salvava sempre per un pelo, Pomarev sembra sulla stessa linea! 😀 Mannaggia a lui! 😛
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST esiste un motivo alla base di ciò: senza di loro, la storia avrebbe perso sale. Inoltre, Matrioska godeva delle mie simpatie. Uhm, Pomarev un po’ meno 😀
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Buongiorno Signora Bianchi,
vorrei contattarla per proporle un racconto privato..potrebbe darmi la sua mail?
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@ FABIO è una richiesta un po’ strana. Comunque: sandraoale@gmail.com
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