Quando Giorgio sentì squillare il telefono, prima ancora di sollevare la cornetta e di riconoscere la voce del dottor Roberti, seppe con assoluta certezza che Lorella aveva il cancro.
Non aspettava una chiamata del medico a quell’ora, e nemmeno in quel giorno: l’esito degli esami era previsto per l’indomani; e nei lunghi anni seguenti si interrogò spesso su quella consapevolezza estrema: non era stato attraversato da un dubbio, neppure da un forte dubbio, bensì raggiunto dalla sicurezza ineluttabile che dall’altra parte del filo c’era il dottore, e che veniva a portargli notizie di morte.
Naturalmente ci furono anche altre domande, tuttavia erano quelle banali, per quanto tristi, che in questi casi si fanno tutti. Avrebbe potuto riassumerle con un’unica parola: perché? Perché doveva capitare proprio a una donna bella e gentile di venticinque anni? Perché doveva succedere quando dopo tanto penare finalmente aveva trovato un posto di lavoro? Perché la sorte si era accanita contro una maestra che amava i bambini e gli animali? Perché proprio a sua moglie?
Poi finì anche il tempo delle domande.
Giorgio rimase appeso ai ricordi, come un palloncino quasi sgonfio che il vento si ostina a trascinare stancamente.
I ricordi, però, erano belli.
Non aveva che l’imbarazzo della scelta.
Aveva stabilito un metodo: ogni sera, mentre consumava la cena, si concentrava su un momento del passato, e lo ricostruiva nella sua mente. Era un disegnatore tecnico, perciò possedeva una mentalità scientifica. Gli attimi che decideva di rivivere non erano affidati al caso: li selezionava secondo un ordine temporale, quasi volesse rivedere, sera dopo sera, tutto il film della sua esistenza. Non ignorava che in questo modo si faceva soltanto del male, e che sarebbe stato meglio dimenticare; ma non era interessato a conoscere altre donne, e le soddisfazioni professionali non riuscivano a colmare il grande vuoto della sua vita. A volte, deviava dal percorso che aveva stabilito di seguire per tornare su un momento particolare, una serata speciale. Però accadeva di rado. Molto spesso rivedeva i suoi occhi, dolci e profondi, e sognava il suo sorriso. Era un sorriso unico, inconfondibile, che non avrebbe mai scordato.
Malgrado la sua formazione tecnica, credeva nel Karma, e nei momenti di maggiore sconforto pensava che dopo quell’infinito crepuscolo avrebbe avuto in dono un’esistenza più felice.
Lorella amava la cucina giapponese, e quando, una volta al mese, la portava nel suo ristorante preferito, lo sguardo di lei era simile a quello di una bambina che un mago buono ha condotto nel paese delle fate. Una sera, in quel ristorante, Lorella aveva pianto. Era successo dopo che lo aveva momentaneamente lasciato; e da quelle lacrime dense di rimpianto era nato il loro amore definitivo.
Al mattino, prima di recarsi al lavoro, mentre facevano colazione, conversavano a lungo, e Giorgio ricordava in ogni singolo dettaglio l’intelligenza delle sue osservazioni e il modo animato con cui le sosteneva. Talvolta lei si lagnava perché lui mangiava troppo avidamente. “Sembra quasi che tu abbia paura che qualcuno ti porti via il piatto!”, escamava un po’ irritata. A quelle parole, lui sorrideva: Lorella aveva ragione. Era sempre stato un suo difetto.
Trascorsero molti anni; ma il gelo interiore di Giorgio non trovò mai una nuova primavera. Era sempre inverno. Di quelli duri, rigidi, che non hanno pietà della terra, degli uomini e degli animali. Quelli investiti dalla tramontana, e sovrastati da cieli lividi e ostili.
Una notte, Giorgio si svegliò di soprassalto: aveva avuto un sogno da incubo, nel quale rammentava distintamente che aveva saputo del male incurabile di Lorella prima che suonasse il telefono. Forse solo un attimo prima, una frazione infinitesimale di tempo, tanto breve da non lasciar spazio non a un pensiero, o a una parvenza appena abbozzata di pensiero, bensì a un unico, terribile, presentimento.
Un istante dopo era arrivata la conferma.
Quel giorno compiva cinquant’anni. Non avrebbe mai saputo dire se prese quella decisione per un gesto di puro masochismo, oppure se in qualche modo rappresentasse una sorta di pellegrinaggio rituale; un viaggio negli abissi del passato.
Alle sette di sera varcò la soglia del ristorante giapponese. Erano cambiati i proprietari, tuttavia il locale era uguale ad allora. Ordinò sushi e sashimi.
Mentre mangiava, una ragazza entrò nel ristorante. A quell’ora era ancora vuoto; ma fra tutti i posti disponibili scelse un tavolino vicino al suo. Non consultò la carta e chiese un piatto abbondante di alghe. Poi anche lei optò per sushi e sashimi.
Lorella adorava le alghe.
Giorgio alzò lo sguardo dal piatto per incrociare il suo. La ragazza, o piuttosto la giovane donna dato che dimostrava circa venticinque anni, non abbassò gli occhi, che erano dolci e profondi, e ricambiò lo sguardo.
Cenarono in silenzio, mentre man mano arrivavano altri clienti. Ogni tanto Giorgio la osservava di sottecchi. Sebbene si rendesse conto della differenza di età che li separava, per la prima volta da quando era mancata Lorella si sentiva attratto da un’altra donna. Forse perché le assomigliava vagamente? Scosse la testa. Lorella era bionda e non bruna; inoltre la sconosciuta era molto più alta.
L’unica cosa che le accomunava era lo sguardo.
Sciocchezze!, si disse. Era semplicemente un frutto della suggestione causato dalla magia di quel locale, dove aveva trascorso serate indimenticabili, sebbene ormai fossero avvolte nella nebbia di un lontano passato.
Cambiò corso ai suoi pensieri, meditando sulla giornata di lavoro che lo attendeva il giorno dopo. A un tratto, inaspettatamente, lei si rivolse a lui. “Ma non ci siamo già visti da qualche parte?”
“Non saprei…” Giorgio esitò per una frazione di secondo, poi si lanciò. “Però, potremmo rivederci qui. Vorrei invitarla a cena. Mi sembra di capire che lei ama la cucina giapponese.”
Lei sorrise. “Perché no?”, rispose. “In effetti, mi piace moltissimo. Ma posso dirle una cosa senza che lei si offenda?”
“Certo.”
“Guardi che nessuno è qui per rubarle il piatto. Dovrebbe mangiare in maniera meno avida.” Rise. “A questa condizione, accetto!”
meraviglioso!
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E certamente romantico. Brava. Ma questi sono solo ‘antipasti’, no?
Un saluto.
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Dire molto bello è riduttivo. Un racconto che prende l’anima e la trascina nel vortice dei ricordi di Giorgio, nel suo credere al Karma, alla reincarnazione della persona amata.
Il finale è il sugello di un percorso di introspezione sul personaggio e sul dolore per la perdita della moglie.
Complimenti
Un grande abbraccio
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@ DANIELARANUCCI grazie di cuore!
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@ UNIVERS beh, sì, in attesa dei romanzi. Però so che molti lettori preferiscono i post “singoli”.
Buon proseguimento di giornata, amico mio, e grazie!
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@ NEWWHITEBEAR sono veramente lusingata.
Ti ringrazio! Dimostri sensibilità e grande attenzione. D’altro canto, non è da oggi che ti conosco…
Un caro abbraccio.
P.S. Io un po’ ci credo nel Karma.
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La morte strappa anche i fiori giovani e belli senza avere nessuna pietà
né per chi porta con sé, né per chi resta.
Giorgio, dopo tanto freddo, forse, ha ritrovato un raggio dell’amore perso
Un racconto che penetra nel cuore e nell’anima
Bravissima
Abbraccione
Mistral
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Un incanto, un racconto dolcissimo che mi ha preso il cuore. La narrazione vellutata e ben condotta mi ha trascinata via e sono entrata nella storia che, pur se triste, ma la vita ha di questi risvolti, purtroppo, ho letto con piacere. Nel finale ho colto come un dono per l’uomo ancora innamorato di sua moglie, il dono è forse una figlia che possiede l’anima di sua madre e la sua spiritualità, chissà?
Bravissima, ti lascio un abbraccio.
annamaria
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Sono ancora indecisa, non so se questo racconto a lieto fine mi sarebbe piaciuto di più con una conclusione diversa.
Aspettami e ci ripenso dopo averlo riletto……
^……*.
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Emozione.
Grazie.
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25 + 25 = 50. non so se c’entra, ma l’ho pensato (dunque per me c’entra).
: )
ottimo racconto circolare, intriso di sentimento e presentimento: per quanto sviluppata nell’arco di poche righe, la figura di giorgio possiede un suo inverno psicologico tridimensionale, come pure è pudicamente tratteggiata con silenzio straziante la morte di lorella prima e i “molti anni” tra il prima e il dopo. il lieto fine resta in qualche modo *sospeso* e non disturba.
insomma, notevolissima suggestione.
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@ OMBREFLESSUOSE il destino scaglia i suoi dadi a caso, cara Mistral. Se così non fosse, molte ingiustizie sarebbero evitate. Ci sono in giro esseri perfidi, felicemente appagati, e uomini buoni, travolti dalla malasorte.
Grazie, Mistral!
Grande bacio ^^
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@ ANNAMARIA49 il finale è aperto, lasciato alla fantasia di chi legge. Io ne ho uno chiaro in mente, però lo tengo per me.
Ti ringrazio, amica Isabel!
Abbraccio più che ricambiato*
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@ CLE REVERIES per una volta che sono buona… 😛
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… ma tu sei sempre buona, anche quando sembri spietata. Qui, secondo me, hai pensato alla metempsicosi che ci lascia la magia giusta per sognare, Ma è una storia molto amara, per chi come me non crede alla reincarnazione. Come vedi l’ho riletto e ho capito che con me la magia non poteva funzionare. 🙂
Un bacio e buona notte
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Un abbraccio e felicissima giornata, bella e spensierata!
Tanti sorrisi 😀
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@ CLE REVERIES questa è una chiave di lettura, darling, però ne esiste almeno un’altra, che uno spirito pragmatico sicuramente sceglierebbe: una pura e semplice coincidenza.
Bacioni 😛
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… e io che sono pragmatica avrei preferito un finale più verosimile.
Per esempio, che Giorgio ancora in preda alle sue crisi avesse avuto le allucinazioni al ristorante rivedendo sua moglie, così come la rivedeva da venticinque anni :-D.
Un abbraccio e uona notte
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@ KRIS che bello rivederti!
Grazie a te * ________________ *
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@ MALOSMANNAJA benvenuto nel mio blog!
Se l’hai pensato, ciò significa che sicuramente c’entra. D’altra parte, i numeri sono importanti, in vari sensi.
Sono contenta che tu abbia apprezzato questo scritto.
Buona serata.
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Un fondo di malinconia e di sentimento in questa
piacevolissima lettura, nell’immersione di Lui nei ricordi,
ancora inamoratissim di Lorella…
e chissà, se questa ragazza porterà un nuovo sorrido
nellla sua vita..
Un bacione cara a presto!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA il finale è libero, come ho scritto rispondendo all’amica Annamaria. Io ne ho uno in mente, ben preciso, ma lascio che ciascuno scelga il suo.
Ti abbraccio forte, Michelle, e ti ringrazio ^^
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Quoto, ombreflessuose, e ti saluto….. Salvatore….!
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@ SALVATORE RIZZI mi piace questa tua nuova abitudine 🙂
Ciao!
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Questa è la magia dell’amore, la magia che in qualche modo fa tornare le persone, fa riessere e rivivere le emozioni…bellissimo!
Baci dal divano… 🙂
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@ MARI la tua è la mia interpretazione, anche se i racconti non andrebbero mai spiegati.
Dopo questo post, nutro forti dubbi sul senso di proseguire “serie” che, a quanto pare, interessano molto meno ma che però mi costano fatica e sudore.
Un grande grazie e baci… sul divano 😛
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Mi piacciono le “serie” che diventano romanzi, mi piacciono i racconti che restano post o diventano romanzi….mi piace quel che scrivi….perché fare una scelta? Ciao MIA scrittrice….
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@ MARI sei molto, molto cara!
Ma sai quanto ci metto a scrivere un racconto? E, quanto, invece, a realizzare un capitolo della “Lubjanka”? Poi molti vengono qui e nemmeno si accorgono che è stato postato; altri scompaiono per settimane. (E anche mio nonno ormai saprebbe che posto la “Lubjanka” solo di domenica).
E chi mi paga per fare un lavoro così impegnativo?
Baci*
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Io, anche in natura volendo 🙂
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Complimenti. Non c’è altro da dire.
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Altrimenti si rischia di dire cose, usuali, quindi cambio. Ciao….
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Molto bello. Anche se la storia è piuttosto diversa mi ricorda un film con la Paltrow.
Ciao da Vale
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@ KRIS 🙂
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@ BRUMBRU prendo e porto a casa, naturalmente ben contenta.
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🙂
A casa hai il cestino vuoto e non sai come riempirlo?
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@ BRUMBRU ahahah 😛
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@ SALVATORE RIZZI e io quoto il tuo cambiare!
Ciao ^^
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@ VALE non ci avevo proprio pensato. Che bel film: mi è piaciuto moltissimo.
Un caro saluto, Valentina!
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Non avevo dubbi, salutoni!
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beautiful dreams, my witch!
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@ SALVATORE RIZZI fra noi ci intendiamo 🙂
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@ MARI lots of love, honey*
Your witch.
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Lo definirei un racconto all’inverso, mi spiego: il morto c’è stato subito e così ci siamo tolto il pensiero, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Poi piano piano si riavvolge il filo dei ricordi fino ad arrivare all’incontro fatale. Un finale lieto….ma è poi un finale? O forse è un inizio?
Dico questo perché di solito tu inizi in modo splendido per poi finire in tragedia; questa volta hai fatto il contrario, l’hai fatta morire subito per poi farla tornare, in un certo senso.
Ovviamente mi piace molto.
Besitos
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@ SUZIEQ11 che commento strepitoso!
Elogi a parte (che comunque fanno sempre piacere), hai analizzato in modo splendido questo racconto.
Besos ^^
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VERAMENTE BELLO!
I “ritorni” sono sempre meravigliosi…
Baci
Giò
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@ ROSAOSCURA grazie, carissima Giò!
Bacioni.
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Bello, molto curato: assieme alla trama non hai trascurato alcuna parte psicologica, e questo mi ha… sottratto conclusioni, perché le hai messe te 😀
Sai, mi è successo a volte di incontrare persone che incredibilmente somigliano, per “usi e costumi” piuttosto che per aspetto, a qualcuno che avevo conosciuto molti anni prima. E’ come se… la vita fosse una ruota che ripresenta ciclicamente personaggi simili negli stessi luoghi.
Ricordo ad esempio di una bella ragazza – avrà avuto poco meno di 30 anni – che amava ballare in discoteca, non andava lì per fare conoscenze, anche se inevitabilmente le accadeva, ma proprio perché le piaceva ballare e aveva un modo suo di farlo. Diventammo amici ma, dopo qualche tempo, per motivi che non sto qui a scrivere, ci allontanammo. Già in precedenza lei meditava di trasferirsi altrove e… credo che in effetti l’abbia fatto. Erano altri tempi: non c’era facebook, Internet era usato molto meno, i numeri di cellulari erano forzatamente cambiati se cambiavi gestore, insomma… non ne seppi più nulla.
Dopo parecchi anni però, penso in uno degli ultimi periodi in cui andavo nelle discoteche, vidi una giovane ragazza più o meno abbigliata nella stessa maniera, nello stesso locale, ballando al medesimo modo, con gli stessi modi di fare. A differenza del tuo racconto io non la avvicinai, era davvero troppo più giovane di me (e conta che mia moglie ha dodici anni di meno, per dire quanto puoi immaginare che fosse vero), e posso dire che non mi interessava nemmeno farlo, semplicemente… rimasi colpito dalla ciclicità della vita, arrivando ad immaginare che, da qualche parte, ci fossero “altri me” che si aggiravano per la mia o altre città… 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST caro lupo, il tuo è un commento spettacoloso 😛
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e’ difficile trovare persone competenti su questo argomento, ma sembra che voi sappiate di cosa state parlando! Grazie
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@ MARTA grazie a te e benvenuta nel mio blog!
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Grazie all’autore del post, hai detto delle cose davvero giuste. Spero di vedere presto altri post del genere, intanto mi salvo il blog tra i preferiti.
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@ DITTA-TRASLOCO ti ringrazio!
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Un racconto triste e molto dolce nello stesso tempo, che ti lega parola dopo parola fino ad arrivare ad un finale che riporta il sorriso.
La fedeltà di Giorgio per la moglie nonostante gli anni passino inedorabili dopo la sua morte ed un incontro particolare proprio nel locale fa lei adorato e le sue stesse parole sul modo vorace di mangiare di Giorgio!!!
Molto bello,fine, delicato, cara Alessandra!!
Ciao ciao e buona serata. Pat
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@ PATRIZIA M. questo è un racconto che ciascuno può interpretare come preferisce. Una fortunata coincidenza… oppure il karma…
Grazie, cara Pat!
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