Il Maresciallo Tito era un croato, benché in molti pensino che fosse un serbo. Usando il pugno di ferro nel guanto di velluto, aveva tenuto unita la Iugoslavia, favorito il turismo ed eliminato la delinquenza, spedendo all’estero i peggiori malviventi in modo da ottenere da questi valuta pregiata, soprattutto tedesca. Se qualcuno avesse osato derubare o molestare un turista straniero, se ne sarebbe pentito amaramente per il resto dei suoi giorni.
A differenza di tutti gli altri Paesi dell’est europeo, l’Armata Rossa non aveva mai messo piede nel territorio iugoslavo. Questo a causa di due motivi: l’amicizia con Churchill, e quindi il sostegno britannico, e il fatto che era stato lui a scacciare i nazisti dal suolo patrio.
Alla sua morte, come tutti sanno, lo Stato iugoslavo si disintegrò, dando vita a guerre di una ferocia raramente riscontrata nei precedenti conflitti bellici, se si tralascia l’invasione dell’Urss da parte della Germania di Hitler.
Josif Stalin era un pazzo sanguinario, però aveva sconfitto il Terzo Reich, e prima ancora aveva debellato la rivolta dei nostalgici dello zar. Usando il pugno di ferro senza guanto di velluto, aveva tenuto unito l’impero sovietico e sfidato, su vari fronti, gli americani. Ai suoi tempi, pensava Kryuchkov, in una guerra combattuta con armi convenzionali, la Nato ne sarebbe uscita a pezzi e Stalin avrebbe potuto impadronirsi di Germania, Olanda, Belgio, Danimarca e Francia. Poi, fra l’Armata Rossa e la Gran Bretagna ci sarebbe stata di mezzo soltanto la Manica.
Dopo la sua morte, la situazione cominciò a peggiorare, in principio lentamente, successivamente in maniera sempre più rapida. Un declino che con l’avvento di Gorbaciov si era trasformato in una rovinosa caduta. Non erano riflessioni nuove, ma, prendendo spunto dal paragone fra Tito e Stalin, Kryuchkov si interrogava sull’importanza della personalità dell’uomo al comando di una nazione: Charles de Gaulle, in Francia, Mao in Cina, Margaret Thatcher in Inghilterra (in questo caso, una donna ma non faceva differenza).
Si concesse un sorriso, consapevole che nella dottrina marxista la sua era eresia pura: era come se il Papa prendesse in considerazione l’idea di santificare il giorno del sabato.
Peraltro Kryuchkov non condivideva i sogni di grandezza del maggiore Pomarev; era un uomo prudente, conservatore, oculato sebbene spesso titubante, e sapeva molto bene che, sia allo stato attuale sia in futuro, l’Unione Sovietica non avrebbe mai più potuto competere con l’America. L’importante era che l’impero non si sgretolasse, come invece stava accadendo. Kryuchkov non era un genio, né un uomo che spiccasse per qualche dote particolare, comunque era attento, meticoloso e a modo suo lungimirante. Invidiava l’intelligenza contorta di Putin e avrebbe voluto averlo vicino a sé in quelle ore. In linea teorica, avrebbe potuto obbligarlo a lasciare il rifugio di Dresda, dato che era un suo superiore, ma era pericoloso irritare Putin. Kryuchkov non ignorava il suo potere nascosto, rappresentato dall’Organizacija.
Peccato: sarebbe dovuto essere Putin ad apparire in televisione, anziché l’impacciato Janaev. Lo superava in carisma dieci a zero.
Il presidente del KGB chiuse la finestra e tornò alla scrivania a passi lenti. Fuori, il caldo era opprimente e accolse con piacere il ritorno all’aria condizionata. Si sedette e lesse tutti i rapporti con grande attenzione. L’ultimo, e il meno importante, era quello di Lebedev. In un altro momento, la notizia di avere “ingaggiato” Patrick Keynes lo avrebbe entusiasmato… con riserva, perché nutriva più di un dubbio sull’attendibilità di quel documento. Comunque, non aveva il tempo per soffermarsi su ciò che il colonnello aveva scritto.
Ora, c’era un colpo di Stato da portare a termine.
In attesa di nuove informazioni, prese il telefono e impartì alcuni ordini. Fra le altre disposizioni, disse di liberare John Wyman. A Mosca regnava il caos e il mondo intero stava seguendo in diretta quello che stava succedendo. Che il giornalista facesse pure il suo lavoro. Non c’erano più segreti da nascondere, e l’ultima cosa che Kryuchkov desiderava era irritare Stati Uniti e Gran Bretagna. Poiché un tempo era stato a capo della prima direzione centrale, conosceva bene la mentalità di entrambi i popoli e sapeva che non scordavano mai un torto subito; prima o poi te la facevano pagare. Per questa ragione, oltre che per le implicazioni del rapporto Lebedev, dispose anche di far cessare la caccia all’agente della CIA.
Mentre la tormentava, la donna non distoglieva lo sguardo da lei.
Era una tortura spietata, frutto della conoscenza che l’aguzzina aveva del suo corpo e dei suoi punti deboli. Lei implorava pietà, anche se non sarebbe servito a nulla: ne era perfettamente consapevole, viste le esperienze passate; però questo non le impediva di supplicare, perché il dolore era troppo forte, superiore all’orgoglio, pur vasto, che possedeva.
Qualche minuto più tardi, tuttavia, alla sofferenza si sostituì il piacere. Sfrenato, totale, quale mai aveva provato in precedenza. Lei urlava e non per scongiurarla, ma per l’orgasmo devastante che la investiva. Poi, con maggiore calma, dichiarò di amarla. E sussurrò il suo nome: Monica.
Nadiya Nicolajevna Drosdova si svegliò, ansante e sudata. Era mattino e dalla finestra la luce del sole illuminava la stanza, piccola ma pulita e ordinata, con il letto addossato alla parete di fronte e i pochi mobili d’acciaio inchiodati al pavimento. La finestra era priva di grate: solamente un pazzo si sarebbe lanciato nel vuoto con il risultato di sfracellarsi al suolo, e in tal caso nessuno lo avrebbe rimpianto.
Nadiya trasse un profondo respiro e attese che i battiti del cuore si calmassero. Nel frattempo, pensava. Fisicamente si sentiva molto meglio e dalla sera prima, dopo l’ultima visita del dottore, aspettava con ansia che venissero a prenderla. Conosceva alla perfezione i metodi del KGB: paragonati a essi le torture che le aveva inflitto Squire erano un gioco per bambini. Inspirò ancora, cercando nella mente una via di uscita.
Quando entrò l’infermiera, Nadiya le rivolse un sorriso tanto radioso quanto falso. Poi balzò giù dal letto e la colpì di taglio sulla nuca. Un gesto da esperta, sufficiente per farle perdere i sensi, però non letale. L’infermiera non aveva colpe.
Nadiya la spogliò e indossò la sua divisa.
Aprì con cautela la porta e sbirciò fuori. Il corridoio era deserto. Lo percorse camminando sulla punta dei piedi. Giunta al punto in cui si biforcava, sporse la testa e scrutò nelle due direzioni. Una era a fondo cieco, terminava davanti a un muro; l’altra conduceva a una porta, davanti alla quale vide due uomini della seconda direzione centrale. Anche se fosse stata in piena forma, non avrebbe avuto alcuna chance. A parità di addestramento, erano in due contro una. Senza contare che erano armati.
Tornò nella camera e prese il vassoio del pranzo che l’infermiera aveva portato con sé. Poi esaminò con occhio critico la donna. Purtroppo erano molto dissimili. Sebbene fossero alte pressoché uguali e avessero lo stesso numero di scarpe, i lineamenti del volto, i capelli, gli occhi erano completamente diversi.
Uscì nuovamente e ripercorse il corridoio. Arrivata all’angolo, si diresse verso la porta. I due agenti non stavano guardando nella sua direzione, parlavano fra loro. Nadiya non sentì quello che dicevano.
Si avvicinò.
Gli uomini alzarono lo sguardo su di lei.
Nadiya finse di incespicare e tenne alto il vassoio, all’altezza del viso.
Miloslav Pomarev ripose il cellulare e annuì soddisfatto.
Tutti i centri di potere di Mosca erano nelle loro mani. Alcuni, come il ministero della Difesa o quello degli Interni, naturalmente lo erano già da prima; gli altri erano stati presi senza eccessivi sforzi.
Adesso toccava alla Duma.
La folla, palesemente ostile, era aumentata; ma questo non lo preoccupava minimamente. Lanciò un’occhiata ai suoi uomini, quindi guardò il carro armato fermo davanti al palazzo. Non appena avesse ricevuto l’ordine dal maggiore generale Viktor Karpuchin, avrebbe dato l’ordine di sparare. Il cadavere del veterano che aveva ucciso era stato gettato su un camion. Presto quel camion sarebbe stato pieno di salme.
La città era oppressa dall’afa, una cappa rovente che toglieva il respiro. Il maggiore del Gruppo Alpha non l’avvertiva: era abituato a ben altro. Guardò ancora la folla, senza nascondere il suo disprezzo. Esseri inutili, incapaci, che non meritavano comprensione né pietà. Immaginava che non fossero russi, bensì “neri”, vale a dire esponenti dei popoli inferiori dell’Unione Sovietica, individui che andavano semplicemente schiacciati. Nessuno aveva osato ribellarsi, quando aveva premuto il grilletto, a riprova di quanto fossero vili.
Non erano considerazioni originali: è difficile trovare qualcuno che sia più razzista di un russo.
Poi il maggiore notò che quella massa informe si stava scostando per lasciare passare un uomo.
L’uomo si diresse, senza esitazioni, verso il carro armato.
Interessante puntata che ci avvicina al finale con tre personaggi diversi tra loro ma ugualmente scaltri razionali: Kryuchkov, Nadiya e Pomarev.
Come finisce il golpe è storia, come finiscono i tre non si sa.
Attenta, lucida scrivi con fluida scorrevolezza e leghi i tuoi lettori fino alla fine.
Attendiamo gli sviluppi.
Un caro abbraccio
O.T. Per il 30 giugno di Caffè Letterario c’è un buco, perché sia Briciola sia Nunzia hanno chiesto una tregua di un paio di mesi. Uno, lo copro io, l’altro è tuo?
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@ NEWWHITEBEAR grazie, amico mio!
Sapremo sicuramente quello che accadrà ai tre protagonisti di questo capitolo. Saranno tre destini diversi.
Un grande abbraccio.
O.T. Ok ^^
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Oh… chi sarà quell’uomo?? 😮 🙂
Difficile trovare qualcuno che sia più razzista di un russo? Ma è esperienza personale o… ? 🙂
Sempre molto coinvolgente e su vari fronti, una volta iniziati a leggere i tuoi capitoli, li si divora in un attimo! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST penso che tu lo sappia 😀
No. Non è esperienza personale. Ma ho letto molto, anche su questi temi.
Ti ringrazio per le tue belle parole, dear wolf 😛
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Mi auguro che qualcuno faccia fuori Pomarev!
Ciao da Vale
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@ VALENTINA credo che questo sia l’augurio di molti lettori.
Felice serata, cara Vale ^^
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Anche questo capitolo è veramente interessante, e questo è frutto della tua genialità.
Sai sviluppare più temi contemporaneamente legandoli insieme in modo fantastico.
Fatti storici facilmente verificabili con intrecci di personaggi verosimili che fanno da supporto all’intera trama. Ma mai una sbavatura, sempre attenta alla verità storica e nel contempo grande abilità di dosare la tua ricca inventiva nello sviluppare con garbo il plot così avventuroso e affascinante.
Mi piace anche il modo attento di chiudere ogni capitolo, segui rigorosamente la tecnica dei feuilleton. Il fatto conclusivo sviluppato quasi totalmente, ma con un elemento molto intrigante nell’ultimo rigo che lascia uno spiraglio per capovolgere tutto, lasciando al lettore la possibilità di trarre la sua conclusione. In questo caso quell’uomo tra la folla, molto deciso ma anche misteriosissimo.
…. chi sarà?
Nel Corriere dei Piccoli (forse era proprio luiè passato così tanto tempo 😉 ) ad ogni fine di episodio, era scritto: “la cosa è rimandata alla prossima puntata”
…ed è così 🙂 😉
Buona settimana, mia cara, e buona notte
^——-^
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Curiosità a mille! Riuscirà Nadiya a scappare? E quest’uomo chi è?…
Ecco, mi lasci qui sul divano con tutte queste domande….
Ti abbraccio, goodnight my friend, my witch ❤
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@ CLE REVERIES dire che il tuo commento mi ha lusingata è dir poco.
Io scrivo con impegno, mi documento e cerco di non commettere errori; il responso, poi, è sempre degli amici lettori.
Nella fattispecie, il tuo mi ha dato tanto entusiasmo!
Grazie e buona notte a te, preziosa amica 😛
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That’s so,my darling, nothing more,only the truth!
Good night my skillful friend, Sleep tight!
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@ CLE REVERIES sleep well, happy dreams and thank you!
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@ MARI la tua curiosità mi rende lieta.
L’uomo in questione diventerà molto famoso… altro non posso aggiungere.
Mi siedo accanto a te, sul divano, e ricambio l’abbraccio ^^
Baci dalla TUA strega.
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Saprò aspettare…
Mettiamoci comode… già, che bello sarebbe! E sentirti raccontare come va a finire….
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@ MARI sarebbe splendido, stellina!
Magari parleremmo fino alle prime luci del nuovo giorno 😛
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Capitolo essenzialmente dedicato alla ricostruzione storica… ma si intuisce che presto tornerà l’azione.
P.s.: onestamente, avevo dei dubbi, ed ho fatto dei controlli. Esisteva già l’aria condizionata. Confermo.
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Questa volta, quoto, newwhitebear, perchè a mio avviso ha colto l’attimo….! Ciao da Salvatore.
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@ BRUMBRU mi fa piacere: è segno di grande attenzione.
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@ SALVATORE RIZZI benissimo.
Un salutone!
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….ricambiato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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@ SALVATORE RIZZI 🙂
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Parlerei con te fino a non contare il tempo….
Bacissimmi alla mia strega!
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@ MARI un abbraccione dalla TUA strega!
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goodnight to my witch, goodnight to my writer … ❤
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@ MARI good night my dear friend. My warrior.
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…. and you are a very very sensible and dear kid, thank you *——*
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@ CLE REVERIES and you’re a nice person *
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Mi togli una piccola curiosità. Ma tu conosci il russo?
Ciao da Vale
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@ VALENTINA no, mia cara. Conosco il francese, nel senso che lo parlo correntemente e capisco quello che mi dicono. Purtroppo, però, non so scrivere in quella lingua.
Buona notte!
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Una scrittura sempre appassionante, di ottimo livello, dove ambiente storico e persone spiccano senza sfocature. Sempre brava, Alessandra.
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@ DOMENICA LUISE ti ringrazio, carissima!
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I sogni di grandezza a volte rovinano le persone. Potrebbe accadere anche a Pomarev.
Nadija di ritorno non me l’aspettavo. Rivedrà Monica? A questo punto mi pare probabile.
Ah, si attende anche il ritorno in azione del giornalista…
Sorry for the delay. Still here, of course. Kisses!
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@ KRIS meno male! Altrimenti, avrei smesso.
Pomarev credo che resterà protagonista fino all’ultimo capitolo… poi si vedrà.
Non potevo abbandonare Nadiya: secondo me, sarebbe stato imperdonabile. E ciò vale anche per il giornalista.
Ti abbraccio ^^
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Ulteriore episodio scritto con grande impegno
molto interessante e ricco di risvolti storici…
con una spiccata curiosità di sapere come si
svolgeranno i fatti nella pare fantasiosa…
ora il pensiero su Nadiya cosa succederà, e
su quell’uomo..
Ti lascio un abbraccio me dolce proseguo di settimana!
Michelle
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Puntata asssolutamente strepitosa, ma i fuochi d’artificio non sono finiti qua. Pomarev è un grande personaggio, senza più alcuna remora da parte mia.
Un saluto, a rileggerci presto.
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@ VENTIDIPRIMAVERA l’impegno è sempre massimo, Michelle. Per quanto riguarda i risultati, mi auguro che siano buoni, e il tuo gentile commento mi conforta in tal senso.
A presto con Nadiya e con “quell’uomo”.
Bisous, chèrie * _______________ *
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@ UNIVERS mi rendi felicissima!
Quoto il tuo giudizio su Pomarev.
Un abbraccio.
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Vorrei tranquillizzare te e i tuoi lettori: per la seconda volta mi investi di troppa responsabilità, ma se dipende da me, tu non smetterai mai.
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@ KRIS grazie!
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