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« LA VALLE DI PHIL 4
RACCONTAMI DI TE DI MARI E ALESSANDRA »

IL CREPUSCOLO DELLA LUBJANKA 30

5 maggio 2013 di Alessandra Bianchi

Maggiore Miloslav PomarevLa mattina successiva, il maggiore Miloslav Pomarev scese dal letto un minuto prima che suonasse la sveglia.
Fece la doccia e si rasò con calma; quindi, consumò un’abbondante colazione che comprendeva pane, burro, marmellata, uova, pesce affumicato, cetrioli e tè. Dopo aver mangiato, aprì l’armadio. Scartò la mimetica, perché non era in procinto di andare a Kabul, com’era accaduto nel 1979, quando il Gruppo Alpha aveva conquistato in pochi minuti il palazzo di Hafisullah Amin. Indossò, invece, l’uniforme regolamentare, con la grande “A” rossa circondata di azzurro e di giallo. Per la stessa ragione ignorò il giubbotto antiproiettile. Da un cassetto prese la Sig Suer P226.
Una Chaika nera, priva di contrassegni, lo aspettava sotto casa. A bordo c’erano l’autista e un tenente. Pomarev prese posto sul sedile posteriore. Mentre l’auto correva per le vie deserte di Mosca, abbassò il finestrino e si sporse per scrutare il cielo ancora scuro. Si sentiva lucido e concentrato. Ogni cosa era stata già predisposta da tempo, ogni particolare esaminato, vagliato e riesaminato; e dal sopralluogo che aveva effettuato due giorni prima aveva tratto la certezza che tutto sarebbe filato liscio.
Lo spiegamento di forze che appoggiava il colpo di Stato era impressionante:  l’Armata Rossa, che nell’occasione schierava le divisioni Tamanskaya e Kantemirovskaya, rispettivamente secondo e quarto Corpo corazzato della Guardia, e la quasi totalità del KGB, appoggiato dal Gruppo Alpha e dal Gruppo Vympel.
La Chaika si fermò davanti al palazzo della Lubjanka e Pomarev scese per conferire con alcuni ufficiali, impartendo gli ultimi ordini. Quando l’unità al suo comando fu pronta, imboccarono il lungofiume Sofiskaja e passarono accanto all’ambasciata britannica. Pochi minuti dopo erano nei pressi della Duma.
La Duma è il parlamento russo e dai tempi di Stalin non contava assolutamente nulla, dato che era Josif a prendere tutte le decisioni; in seguito aveva continuato a non contare, poiché il potere effettivo, in Unione Sovietica, era nelle mani del Politburo e, in particolare, del segretario generale del PCUS. Ciò nonostante, aveva un elevato valore simbolico. Compito di Pomarev era occuparla.
Il maggiore aspettò che sorgesse il sole, che si levò alto e radioso; poi che dall’alba si passasse al mattino. Attendeva il comando definitivo dal maggiore generale Viktor Karpuchin.

Qualche ora più tardi, due persone ascoltarono davanti al teleschermo il discorso del vicepresidente Gennadij Ivanovic Janaev. Una di queste due persone era confinata nella sua dacia in Crimea e stentava a vedere bene le immagini e a capire con chiarezza le parole di Janaev. Durante la notte, la televisione era stata riparata, però non funzionava in modo perfetto.
L’altra persona si trovava a Dresda, in Germania, e scuoteva la testa.
Totalmente sprovvisto di carisma e di capacità oratoria, Gennadij Janaev si esprimeva in maniera incerta e, quando rispose alle domande dei giornalisti, si mise a farfugliare, dichiarando comunque che “l’amico Gorbaciov” era gravemente malato e non sarebbe tornato a Mosca prima di sei mesi. A parte questo, annunciò che una revisione critica delle ultime decisioni prese dal segretario generale aveva portato lui, il presidente del KGB, Vladimir  Kryuchkov, il ministro della Difesa, Dmitry Yazov,  il ministro degli Interni, Boris Pugo e altri personaggi di spicco, a riconsiderare il quadro politico. Sarebbero state prese decisioni conseguenti.
Quando il titubante Janaev terminò di parlare, in Germania e in Crimea i due televisori vennero spenti.
A Dresda, Vladimir Putin considerò freddamente che aveva fatto molto bene ad appoggiare soltanto moralmente il golpe; nella dacia di Foros, Michail Gorbaciov, furibondo, rilasciò una dichiarazione con mezzi di fortuna, utilizzando una vecchia cinepresa, nella quale accusava Janaev di aver violato la legge e la Costituzione.
Il fido Anatolij Verganskij, l’uomo che aveva lavorato fino a tarda ora per riparare il televisore, si mise all’opera con grande impegno, ma la registrazione era mossa e si interrompeva spesso.
Tuttavia Gorbaciov parlò con forza ed eloquenza. “Io mi sono opposto all’ introduzione dello stato d’emergenza nel Paese, però nessuno ne ha voluto tener conto, e sono stato isolato e messo in stato d’arresto con tutti quelli che sono con me. Dicono che le mie condizioni di salute sono gravi, ma, come vedete, io sto benissimo”.
Poi Anatolij aprì la cassetta registrata, la riprodusse quattro volte, estrasse il nastro con cautela e lo consegnò alla moglie che lo tagliò in quattro segmenti uguali da distribuire a quattro “messaggeri”. La segretaria personale di Michail se ne infilò una copia nelle mutande.

Altri tre uomini assistettero all’impacciata apparizione televisiva di Janaev.
La loro reazione variava, oscillando fra perplessità e disgusto.
Subito dopo, uscirono da Yazenevo e si diressero verso Mosca. Lebedev, Yarbes e Weber, accompagnati da un autista, guidavano un piccolo corteo di cinque automobili, dove erano stipati gli agenti della prima direzione centrale rimasti fedeli a Gorbaciov.
Prima della loro partenza, Olga aveva chiesto di potergli accompagnare. Sebbene fosse ancora attratto da lei, anche se solamente a un puro livello sessuale, il rezident di Londra l’aveva già giudicata e condannata. Le sorrise tiepidamente, rifiutando l’offerta. “Non è un posto da donne.” Olga insisté. “Sono forte e vigorosa, potrei esservi utile.”
Non ottenne risposta.
Durante il tragitto, Lebedev si rivolse a Martin Yarbes. “Quando incontrerò di nuovo Patrick Keynes, gli regalerò una cassa di Moskovskaya.” disse.
Yarbes rifletté sul fatto che a Keynes piaceva solo il bourbon.
I pensieri di William Weber si soffermavano sull’immensa disparità di forze. “Oh, beh.”, si consolò. “Anche la Luftwaffe sembrava invincibile, ma poi i nostri aquiloni hanno vinto.”
Si insegnavano molte cose al MI6, fra le quali una, che Weber considerava la principale: era vietato arrendersi. In qualsiasi circostanza e a fronte di qualunque pericolo. Questa era stata la grande lezione di Sir George Mansfield Smith-Cumming, il primo direttore, e si sarebbe tramandata per sempre.

Magdalina non possedeva una televisione, però aveva una vecchia radio. Spinta da un presentimento, Monica la pregò di accenderla. Le due donne avevano trascorso la notte insieme. Prima di cenare, avevano scavato una fossa nel bosco per seppellire il cadavere di Kuznetsov. Avevano scelto un luogo isolato nel folto degli alberi: lì nessuno lo avrebbe mai trovato. Malgrado le percosse subite, Magdalina era molto più in forma di Squire e aveva svolto la maggior parte del lavoro; ciò nonostante Monica, esausta, era andata a dormire subito dopo aver mangiato.
Magdalina era rimasta alzata sino a notte inoltrata, intenta a riflettere. Doveva la vita a Monica e, benché lo considerasse pericoloso, cercava il modo migliore per farle raggiungere Mosca.
Alla radio interruppero un programma di canzoni cosacche. La voce incerta di Janaev echeggiò nella stanza. La russa e l’americana ascoltarono in un silenzio teso.

Nella sua camera, perennemente chiusa a chiave, dove peraltro riceveva un trattamento di riguardo, cibo buono e abbondante, giornali e riviste inglesi da leggere, il Bastardo, al secolo John Wyman, fu l’ultimo a spegnere la tv. Da eccellente giornalista qual era, si rammaricò di non poter procedere immediatamente con interviste, commenti e analisi che avrebbero dato vita a una serie di fantastici reportage. Visualizzava già i titoli sui principali quotidiani di tutto il mondo.
E da attento osservatore, fornito di vasta esperienza, si domandò perché i congiurati avessero scelto un imbecille come portavoce. Non gli era sfuggito che, mentre parlava, gli tremavano perfino le mani.

Ma, se Janaev si era dimostrato impacciato e poco brillante, di tutt’altro spessore erano le forze speciali che si stavano predisponendo ad attaccare il parlamento.
Pomarev notò che si andava formando un assembramento, evidentemente ostile al golpe. Guardò con disprezzo quella piccola folla. Nessun problema, pensò. Seguiremo l’esempio degli zar.
Il che significava sparare su tutti quelli che avevano intenzione di opporsi, uomini o donne che fossero.
Chi fosse scampato, sarebbe finito a Lefortovo, in mezzo ai topi.
Un uomo alto, dalle spalle ampie – in seguito si sarebbe scoperto che aveva combattuto con valore in Afghanistan – mosse un passo verso il maggiore del Gruppo Alpha. Aveva un’espressione minacciosa.
Senza esitare, Pomarev estrasse la pistola e fece fuoco.
L’anziano soldato crollò a terra, esanime.

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Pubblicato su il crepuscolo della Lubjanka | Contrassegnato da tag spionaggio | 41 commenti

41 Risposte

  1. su 5 maggio 2013 a 18:27 Valentina

    Un nuovo capitolo bellissimo che ho letteralmente divorato.
    Ciao da Vale.

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  2. su 5 maggio 2013 a 19:17 wolfghost

    Ricordo vagamente Janaev, direi più o meno un fantoccio, e ricordo la preoccupazione con cui l’occidente seguì gli avvenimenti. Complimenti davvero per la ricostruzione, ancora più delle precedenti che hai fatto: in questa fase storica avrà anche avuto più materiale da cui pescare, ma è, forse anche per questo, ancora più delicata da riportare in dettaglio.
    Aspetto il finale 😀

    http://www.wolfghost.com

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  3. su 5 maggio 2013 a 19:25 newwhitebear

    Direi che è un ottimo pezzo per stile narrativo e per intensità. Il golpe visto da visuali differenti, ognuno con la sua angolazione.
    Ottimo, ottimo. Realtà e fantasia sono un mix straordinario, utilizzato con acume e intelligenza.
    Un’autentica no-fiction come dicono gli anglossassoni.
    Aspettiamo il seguito.
    Un grande abbraccio

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  4. su 5 maggio 2013 a 19:38 Alessandra Bianchi

    @ VALENTINA grazie, cara Vale ^^

    "Mi piace""Mi piace"


  5. su 5 maggio 2013 a 19:42 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST un fantoccio: esatto, caro lupo. Vorrei aggiungere qualche particolare, ma al momento non posso 😀
    Pensa, invece, che il materiale è scarso, tranne che sui siti russi 😦
    La fine, comunque, è ancora lontana 🙂
    Un saluto a Lady Wolf 😛

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    • su 6 maggio 2013 a 13:56 wolfghost

      Davvero si trova scarso materiale? 😮 E… i siti russi… in inglese, immagino! O sai russo e cirillico?? 😮
      Avrei detto che la fine fosse vicina (del romanzo, non parlavo in senso biblico :-D)… ma se ricordi, io vedo sempre il finale quando è ancora in là da venire 😀 Bé, è un merito tuo, significa che i romanzi che scrivi non hanno mai un andamento scontato 😉
      Ok, ti saluterò Lady Wolf 🙂

      http://www.wolfghost.com

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      • su 6 maggio 2013 a 19:50 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST purtroppo, non conosco il russo 😛
        E anche le carte geografiche sono difficilissime da consultare.
        Cerco traduzioni in inglese… certo, se fossero in francese impiegherei metà tempo.
        Grazie!

        "Mi piace""Mi piace"


  6. su 5 maggio 2013 a 19:46 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR grazie mille, amico mio!
    Angolazioni diverse per un avvenimento che, comunque, impressionò fortemente.
    Un caro abbraccio!

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  7. su 5 maggio 2013 a 20:02 Mari

    L’intreccio realtà-fantasia è magnifico! Come magnifica è Magdalina che veglia su Monica pensando per lei la soluzione migliore….
    E magnifico è stare qui sul mio divano a leggerti! Un relax impagabile…..
    Bacissimi

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  8. su 5 maggio 2013 a 20:14 Alessandra Bianchi

    @ MARI tesora bionda, ti ringrazio di cuore!
    Magdalina, in effetti, è una bella persona.
    Bacissimi a te, Marina*

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  9. su 5 maggio 2013 a 20:23 Emma Vittoria

    un abbraccio… ci sei; e ne sono felice….

    ti leggo

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  10. su 5 maggio 2013 a 20:33 Alessandra Bianchi

    @ EMMA VITTORIA e io sono felicissima che tu mi legga.
    Un bacione ^^

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  11. su 5 maggio 2013 a 22:28 Cle Reveries

    Molto interessante l’analisi e la descrizione di fatti, fatti che ci giunsero certamente ma solo come confusi avvenimenti che ci fecero preoccupare molto. E’ bello come ce li racconti!
    Li vediamo attraverso i vari personaggi che li vivono con differenti sentimenti, e questo è un espediente che lega ancora di più chi ti legge.
    Qualche capitolo fa mi sembrava fossimo alla fine del romanzo, ma ora è evidente che dobbiamo ancora leggere altre belle e affascinanti pagine. 🙂
    Un abbraccione e un bacione!

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  12. su 5 maggio 2013 a 22:43 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES all’epoca ero una ragazzina, comunque ricordo che rimasi incollata davanti alla tv. Provavo sgomento e paura.
    Gli avvenimenti, come giustamente osservi, non erano chiari, bensì frammentari.
    In questo racconto cerco di riprodurli, ma chiaramente spaziando anche nella fantasia.
    Due abbraccioni e due bacioni**

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  13. su 6 maggio 2013 a 07:52 brumbru

    Aumenta la curiosità su cosa mai ci fosse scritto, in quel rapporto. Ma ce la terremo ancora, mi sa.
    Bel capitolo….

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  14. su 6 maggio 2013 a 16:21 capehorn

    Non poteva essere diversamente. Precisione ed accuratezza anche nei minimi particolari, come per le Divisioni a difesa di Mosca ( Mi vien da pensare che Clancy abbia trovato una buona e volenterosa discepola).
    Le reazioni psicologiche degli attori presenti in palcoscenico, in questo capitolo sono cose da palati raffinati. Il buon gusto non manca mai.
    Adesso che gli AK47 cominciano a cantare si entra nel vivo.
    Un’altra settimana di trepidazione.

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  15. su 6 maggio 2013 a 19:52 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU prova a rileggere il capitolo precedente… 🙂

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    • su 8 maggio 2013 a 07:37 brumbru

      Mi sò perso quaccheccosa?

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      • su 8 maggio 2013 a 07:42 Alessandra Bianchi

        @ BRUMBRU forse sì…

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  16. su 6 maggio 2013 a 19:55 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN beh… Clancy possiede un aereo privato nonché una squadra di football americano 😛
    (Nel caso, ti assumerei. Vanno bene tremila euro al mese?)
    Ti ringrazio molto!

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    • su 7 maggio 2013 a 14:26 capehorn

      Dove devo firmare?
      :-p

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      • su 7 maggio 2013 a 14:27 capehorn

        :-p

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      • su 7 maggio 2013 a 14:37 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN devo dire che non sei esoso 🙂

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      • su 11 maggio 2013 a 16:12 capehorn

        Come argent de poche va bene … ma … lo stipendio?
        🙂 😛 😀

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      • su 11 maggio 2013 a 21:04 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN ecco! Mai fidarsi degli italiani 😛
        Guicciardini docet 🙂

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  17. su 6 maggio 2013 a 20:33 Mari

    Rileggo….ed è come se tu mi raccontassi una storia…raccontami di te….perché quando ho mal di testa, adoro ascoltare una bella storia….

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  18. su 6 maggio 2013 a 20:39 Alessandra Bianchi

    @ MARI e io, quando scrivo, penso sempre a chi mi leggerà, soprattutto alle persone più care.
    Ti racconterò di me…

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    • su 6 maggio 2013 a 20:47 Mari

      …e sarà una bella storia! Ascolterò per ore ed ore….

      "Mi piace""Mi piace"


      • su 6 maggio 2013 a 21:35 Alessandra Bianchi

        @ MARI spero di non deluderti.

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  19. su 6 maggio 2013 a 20:58 salvatore rizzi

    Gli intrighi sempre attinenti alla realtà storica, per caso eri presente ai fatti? Scherzo, brava! Saluti da Salvatore.

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  20. su 6 maggio 2013 a 21:37 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI sì, sì, ero lì: in realtà, sono Monica Squire!
    Scherzo anch’io ^^
    Grazie, amico mio.

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  21. su 7 maggio 2013 a 07:39 kris

    Cetrioli a colazione! Non riesco a immaginare nulla di più orripilante per dare il via alle giornate.

    Io invece non ho mai pensato che la fine di questo racconto fosse vicina, sempre avuto la sensazione che ci siano ancora molte questioni da intrecciare e dipanare.

    Ehi, non dire più che sei Monica Squire!!! In quel caso non riuscirei più a limitarmi ai baci virtuali… 🙂

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  22. su 7 maggio 2013 a 08:46 elisabettapendola

    ciao tesora! ❤

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  23. su 7 maggio 2013 a 10:06 Alessandra Bianchi

    @ KRIS cetrioli, sì! Non mancano quasi mai sulla tavola di un russo.
    In quanto al resto, hai ragione due volte: il racconto proseguirà ancora a lungo… e, in realtà, io sono Aglaja resuscitata 😛
    Bacissimi*

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  24. su 7 maggio 2013 a 10:08 Alessandra Bianchi

    @ ELISABETTAPENDOLA un grande abbraccio, stellina ^^

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  25. su 7 maggio 2013 a 12:09 salvatore rizzi

    Un caro saluto ad una ragazza che stà agli scherzi di Sar.

    "Mi piace""Mi piace"


  26. su 7 maggio 2013 a 12:14 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI un caro saluto a Sar!

    "Mi piace""Mi piace"


  27. su 7 maggio 2013 a 16:45 ventidiprimavera

    Un altro magnifico capitolo, analisi e esposizione di
    grande rilievo e Tu con innata maestria riesci ogni
    volta a tenermi qui ferma, davanti senza che niente e
    nessuno possa distrarmi…
    Però non vedo l’ora di sapere, di conoscere cosa m
    succederà in futuro a quella parte di fantasia che mi
    stimola ulteriomente… Magdalina, Monica, il bastardo….
    Un abbraccio Alessandra e buon proseguo di giornata!!

    "Mi piace""Mi piace"


  28. su 7 maggio 2013 a 16:58 Univers

    Puntata di intelligenza e abilità narrativa quasi lampante, nel saper soprattutto giostrare tra riflessioni e azione, tra fantasia e realtà di riferimenti storici. Aspetto il seguito con impazienza. Pomarev è un “gigante”. Un saluto.

    "Mi piace""Mi piace"


  29. su 7 maggio 2013 a 19:07 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA Magdalina, Monica, il Bastardo avranno tutti ampi spazi.
    Il tuo complimento, mia cara, è fra i più belli che si possano ricevere.
    Un abbraccio grande a te, Michelle * __________ *

    "Mi piace""Mi piace"


  30. su 7 maggio 2013 a 19:10 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS concordo su Pomarev!
    E ti ringrazio di cuore per le tue parole.
    Un sorriso.

    "Mi piace""Mi piace"



I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
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    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
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