Nemmeno da vecchia riusciva a leggere libri fantasy.
Eppure disponeva di molto tempo libero: i nipotini venivano a trovarla di rado, dato che suo genero, un uomo avido e di scarsa umanità, la detestava cordialmente. Tutto era incominciato molti anni prima, quando Margherita aveva preso le difese della figlia, arrivando a suggerirle la separazione. Molta acqua era passata sotto i ponti, ma l’odio dell’uomo persisteva.
Margherita curava il suo piccolo giardino, andava a fare la spesa al supermercato dietro l’angolo, e leggeva. Fin da piccola aveva amato leggere, era una lettrice onnivora e la più assidua frequentatrice della biblioteca comunale. Leggeva di tutto: saggi, romanzi d’amore, raccolte di poesie, ma non libri fantastici.
La bibliotecaria, una donna anziana e mite, sempre disposta al sorriso e a un buon consiglio, le aveva suggerito di provare almeno con “Il Signore degli Anelli”, che lei giudicava un capolavoro assoluto. Margherita aveva tentato, ma, sebbene si rendesse conto della bontà dell’opera, dopo poche pagine aveva deposto il voluminoso tomo. Si era alzata, era andata alla finestra e aveva guardato la neve scendere, il suo piccolo giardino riempirsi di un soffice manto bianco, e il cielo di gennaio farsi sempre più freddo. Poi, aveva pianto.
Il giorno dopo restituì il libro.
Mentre guardava fuori della finestra, in attesa che il caffè fosse pronto, il libro abbandonato sul divano a fiori e le sue amate piante disposte con cura nel soggiorno, aveva rivisto una bambina. La finestra della bambina naturalmente era diversa, poiché a quell’epoca viveva in un paese vicino; ma le lacrime di quella bimba erano le sue. La bambina aveva paura dei temporali. E quel giorno il cielo era nero e minaccioso, pioveva a dirotto e i lampi si rincorrevano disegnando figure spaventose. La bambina tornò a letto, si rannicchiò sotto le coperte e prese dal comodino un romanzo fantasy. Incominciò a leggere. La trama era avvincente, la scrittura scorrevole, gli eroi caratterizzati con perizia; ma non era quello che lei voleva. La bambina aveva bisogno di amore. I suoi genitori possedevano un emporio, e tutto il loro tempo era dedicato al lavoro.
La vita funziona così, e non c’era nulla di male in questo; tuttavia il cuore della bambina era ricoperto di gelo. Detestava la solitudine. Abitavano distanti dal centro, e nei paraggi non c’erano altri bambini con cui poter giocare. La bambina avrebbe tanto voluto che sua mamma fosse lì con lei, ad abbracciarla, a tenerla stretta a sé, a colmarla di calore. Invece, la sua stanza era triste e solitaria; e mentre, all’esterno il maltempo infuriava, l’animo della bimba era percorso da brividi che non erano dovuti al freddo degli elementi, ma a un sentimento interiore, che in certi momenti sembrava morderla, simile a uno di quei mostri di cui parlavano i libri fantasy.
Un giorno, prima che sua madre si recasse al lavoro, la bambina le chiese di tenerla sulle ginocchia; era incollata al suo collo, la riempiva di baci sulla guancia e le chiedeva di dirle “ti voglio bene.” La madre rise. “Non ti vergogni? Una signorina come te?”
La signorina aveva otto anni, e un cuore più bisognoso di altri di affetto. Da quel giorno non riuscì più a dire a nessuno “ti voglio bene”, neppure a suo marito, quando era ancora in vita.
A volte si fingeva malata, nell’ingenua speranza di trattenere i genitori a casa. Ma non potevano, e perciò le regalavano libri fantasy, in modo che le tenessero compagnia.
Quando arrivava la primavera, la bambina usciva in cortile e si siedeva sotto a una pianta di fichi; portava con sé uno specchio, e passava il tempo a specchiarsi, forse per cercare una risposta nei suoi occhi, che erano dolci e profondi, ma avvolti dalla malinconia.
Un mattino nel cortile approdò un gattino.
Divenne il suo più fedele amico.
Finalmente la bambina abbandonò tutte quelle storie di fate e di draghi, di negromanti e di impavidi cavalieri. Aveva trovato un amico, e da quel giorno la sua vita si trasformò, simile a un cielo che all’improvviso si schiarisce: le nubi scure scompaiono, il tuono tace, e il prodigio dell’arcobaleno penetra nei cuori delle persone più sensibili, mentre di lì a poco, trionfante, riapparirà il sole.
La bambina era felice: non aveva bisogno di maghi e di streghe. Solo d’amore.
Margherita spense la fiammella del gas, poi, prima di bere il caffè, chiamò a raccolta i suoi amici.
Sei gattini corsero immediatamente da lei.
“E’ pronto il latte!”, disse Margherita.
LA BAMBINA CHE LEGGEVA LIBRI FANTASY
23 aprile 2013 di Alessandra Bianchi
48 Risposte
L’amore che ci possono dare gli animali è proprio quello che va diritto al cuore senza intermediazione di parole o ipocrisie e falsità. La bambina sentiva la mancanza di attenzioni spontanee e dedizione e il gattino sapeva darle tutto. 😀
Buona notte e… ricambio il doppio abbraccio! 😉
*—-*
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P.S. Ho sempre letto e penso che leggere serve ad espandere le nostre conoscenze, accrescere le capacità critiche. Questo è valido solo quando si hanno già esperienze, anche se non dirette. Leggere di sogni o di amore, non aiuta chi cerca amore. Come dice il mio “principe”: “stu core, ca tu pa’ man, lle purtat a scola, e se mparat a scrivere, e se mparat a lleggere sultanto ‘na parola: Ammore e niente cchiu'”.
Ci vuole un contatto fisico, la mano che ti porta a scuola, la scuola della vita, Questo è ancor più valido per i bambini, non hanno bisogno di libri o video, ma di sguardi amorevoli e coccole che insegnano l’amore alla vita e fanno sognare. “a mmore enient chiù!”
Love & Smiles *—–*
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Ho rivisto un pezzo di me negli anni della mia fanciullezza
Circondata dalla solitudine, con l’unica compagna di vita, una gattina di nome
Stellina che assorbiva tutto il mio amore e mi ricambiava senza condizioni
Grazie Alessandra, l’amore non ha nome e neanche confini
Abbraccio
Mistral
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Non bisognerebbe mai vergognarsi di dire “ti voglio bene”. Te lo dice uno di quelli che si vergogna a farlo.
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A te piacciono, i racconti fantasy, vero? ahahah
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I bambini hanno bisogno di sentire, di toccare, di sorrisi, di coccole….te lo dice una mamma che a volte si trasforma in “mostro sbaciucchione” ahahahah!
Un altro bellisssimo racconto che ci regali, donandoci pezzetti di te e delle tue emozioni….
Un abbraccione
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Una bella storia di solitudine che viene riempita dall’amore verso gli animali, anzi verso una gatta che poi gli ha donato sei gattini.
Delicata, intensa riesce a riempire i nostri cuori di lettori con la tua piacevole e fluida vena di scrittrice.
Un caro abbraccio
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Piccola storia tanto affascinante quanto tenera e dolce, sempre con il sottinteso incredibile di una genuinità che quasi… disarma. Le tue qualità vengono ben evidenziate. A presto.
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@ CLE REVERIES tutto quello che scrivi è saggio e profondo, e mi trova perfettamente d’accordo!
Lots of love * _____________ *
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@ OMBREFLESSUOSE questo racconto è proprio dedicato ai bambini e alle bambine che hanno conosciuto la solitudine.
Baci, Mistral ^^
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@ BRUMBRU già… ahahahah 😛
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@ MARI allora sei una brava mamma, mia guerriera!
Grazie e un abbraccione a te*
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….a volte ruggisco…..ahah!
Tre kiss!
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@ MARI quando ci vuole…
Quattro kiss****
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@ NEWWHITEBEAR e le tue parole scaldano il mio, di cuore.
Un caro abbraccio.
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@ UNIVERS sono felice di… disarmare.
Grazie!
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Qualcosa di mio, a proposito di lettura, da ragazzo, leggevo un sacco di fumetti e studiavo poco. Cominciando a lavorare a 15 anni, mi iscrissi alla biblioteca, e non smisi più di leggere, al punto da essere soverchiato dai libri…etc…Sempre brava e coinvolgente, sei. Saluti da Sar.
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@ SALVATORE RIZZI anche i fumetti possono portare cultura. Comunque, leggendo i tuoi pensieri nel tuo blog, si evince chiaramente lo spessore che possiedi.
Ciao, Sar!
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Un racconto bellissimo con uno sfondo
iniziale di tristezza e d’ immenso bisogno d’affetto
con un dolcissimo e tenerissimo finale
come l’amore quando riempie….
Un abbraccio grande cara Alesandra e dolcissima notte
Michelle
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Molto gentile, un caro saluto da Salvatore.
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Una storia deliziosa e molto dolce. L’infanzia è il periodo che resta impresso nel cuore e che marchia per sempre, anche quando inconsciamente non ne siamo a conoscenza. Tutto parte da quel delicato periodo: gli individui futuri edificano su quelle basi.
Bravissima come sempre, un bacio e buon 25 aprile.
annamaria
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Bella dall’inizio alla fine, l’ho letta anche con stupore, Comunque io del Sgnoe degli anelli, non sono mai riuscita non solo ad andare avanti oltre la prima facciata, ma nemmeno ho retto un minuto del film … certe storie proprio non mi piacciono e una delle terribili per me è quella del maghetto che ho rimosso e di cui nemmeno mi viene il nome … roba da matti di quel che mi capita …
Un forte abbraccio Ale!
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie, cara Michelle!
Un bacione grande grande ^^
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@ SALVATORE RIZZI sono sincera, amico Sar.
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@ ANNAMARIA49 non a caso, esiste una famosa frase dei gesuiti al riguardo, che più o meno suona così: “dateci un bambino fino ai sei anni…”
Ti ringrazio, Isabel, e ti abbraccio*
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I Gesuiti non sono gli unici preti che vorrebbero un bambino fino ai sei anni, a quanto pare 🙂
Scherzi a parte: complimenti, e toglimi una curiosità: tu sei più “gattara” o “canara”?
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@ VPINDARICO sei malizioso! Ma purtroppo hai anche ragione 😦
Grazie per i complimenti e l’augurio di sogni d’oro ^^
“Gattara”.
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@ RAGGIOLUMINOSO il maghetto, eh eh eh 😛
Harry Potter 🙂
Grazie cara. Un abbraccione ^^
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Lascio qui un baci, per questa splendida bambina….
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@ MARI e baci a te, cara!
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La solitudine che percepiscono i bambini può dare vita a solchi profondi che poi nemmeno da adulti si riuscirà a colmare, tuttavia una cosa accomuna tutte le fasi della vita, ovvero l’amore generoso e rigenerante che gli animali sanno offrire sempre…
un racconto molto delicato, cara Ale
un abbraccio
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Mi sono (ri)letta Tutto e pensavo
ma quanto assomigliava a Te quella bambina….
Un immenso abbraccio e buon fine settimana!
Michelle
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@ MARIA D’AMBRA concordo al cento per cento!
E gli animali non fanno calcoli, offrono solo amore.
Grazie, cara!
Un bacio grande.
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@ VENTIDIPRIMAVERA per certi versi, sì.
Un abbraccio anche da parte mia, Michelle*
Ti auguro una bellissima domenica ^^
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ahah bellissima! 😀 Credo che parecchie persone, che non sono state amate – non almeno in maniera aperta, e che hanno trovato l’affetto dei nostri piccoli amici a quattro zampe (ma a volte anche alati o perfino sguazzanti nell’acqua :-D), si riconosceranno in questa storia, triste, certo, eppure con un lieto fine…
http://www.wolfghost.com
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Pet therapy: ‘per amore, solo per amore.’
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@ WOLFGHOST grazie, caro lupo 😛
Qui erano dei gattini, ma giustamente il concetto vale per ogni animale da compagnia.
Non credo per rettili e scorpioni, però non si sa mai 😀
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oooh… per qualcuno valgono anche quelli! 😀
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST in effetti, mai dire mai 😛
Sapevo di un tale che in giardino aveva una pantera 😀
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@ LILLOPERCASO esatto, cara Daniela!
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Racconto delicato dedicato al rapporto uomo-animale.
Gli amici aninali sanno donare amore senza chiedere nulla in cambio.
Baci
Giò
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@ ROSAOSCURA condivido in pieno il tuo pensiero, amica mia.
Bacioni, Giò ^^
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Che tenerezza!
Posso capire Margherita, anche io non riesco a leggere i libri fantasy.
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@ URIEL a parte “Il Signore degli Anelli”, neanch’io.
Anche se su Splinder scrissi ben due storie fantasy 😀
Buona serata!
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Ho trovato il vostro blog su google e sto leggendo alcuni dei tuoi post iniziali. Il tuo blog è semplicemente fantastico.
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@ ANTONIO benvenuto in questo spazio e grazie mille!
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E’ molto brutta la solitudine, già è difficile affrontarla da adulti, figuriamoci quanto lo è se si è ancora bambini. Non c’è libro che possa sostituire l’amore dei genitori, non c’è libro che riscaldi quanto una carezza, nonostante ce ne siano a iosa di bellissimi e di ogni genere. Quel gattino per Margherita è stata la salvezza, come tanti piccoli animali lo sono per tanti bambini e anche per tanti adulti che sono rimasti soli.
Dolcissimo e bellissimo!
Pat
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@ PATRIZIA M. e questa è una storia vera. La bambina era una mia amica di Splinder. Ti ringrazio molto, Pat!
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