Quando Patsy aveva annunciato che sarebbe andata a vivere per un anno in un luogo sperduto fra le montagne, suo padre aveva cercato in tutti i modi di dissuaderla. Era un uomo abituato a programmare ogni cosa. Voleva che sua figlia finalmente si laureasse, si trovasse un fidanzato e si sposasse. Ma Patsy si era dimostrata irremovibile.
Naturalmente aveva taciuto il fatto che sarebbero stati in tre, un uomo e due donne, e aveva parlato vagamente di un gruppo di amici. Sul resto non aveva mentito, perché pensava che un’esperienza di dodici mesi fosse più che sufficiente. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare una vita priva di comodità, che probabilmente sarebbe stata costretta a lavorare e che a volte avrebbe rimpianto quella decisione. Tuttavia voleva provare. Era affascinata da Phil e le piaceva molto Elizabeth.
Patsy non era mai stata con un’altra donna, la sola idea la disgustava; ma quando aveva fatto l’amore con Liz era rimasta sorpresa. Era stato Phil a convincerla. Quella sera aveva fumato uno spinello ed era entrata nel letto con una certa riluttanza. Elizabeth le aveva procurato cinque orgasmi, uno più devastante dell’altro.
Anche Phil era un amante straordinario, perciò pregustava un anno di sesso sfrenato e di vita all’aria aperta. A Los Angeles si annoiava spesso e negli ultimi tempi si era accorta di non avere più stimoli. Una lunga vacanza l’avrebbe fatta tornare quella di prima.
Poi la situazione era cambiata.
Da un lato si era accorta di detestare Elizabeth, da quell’altro aveva capito che amava Phil. Era un uomo dotato di una personalità eccezionale, aveva un carisma magnetico, era intelligente e risoluto. Fino ad allora non si era mai innamorata seriamente, anche se aveva avuto numerosi flirt; ma Phil era diverso da tutte le persone che aveva conosciuto. Non sarebbe riuscita a vivere senza di lui. Per questo decise che il suo piano iniziale andava sostanzialmente modificato: non avrebbe abbandonato la valle dopo un anno, sarebbe rimasta lì per sempre. Avrebbe accettato i disagi e sarebbe stata felice.
Il problema era Liz. Non la sopportava. Aveva pensato di chiedere a Phil di scacciarla, ma sapeva che lui non avrebbe mai acconsentito. Doverlo condividere con lei diventava sempre più intollerabile. Patsy aveva cercato di dominarla, però aveva scoperto che aveva un carattere molto forte. Si divertiva a provocarla, con il risultato di esasperare Phil. Si prendeva la rivincita a letto, trovando quasi sempre il modo per fare l’amore con lui per prima. Dopo averla appagata, Phil si dedicava a Elizabeth. Tuttavia si trattava di una ben misera vittoria: avrebbe gridato per la frustrazione sentendola ansimare e gemere. Si costringeva a non guardare, tentava di pensare ad altro, ma era soffocata dalla gelosia. Durante i primi mesi aveva fatto sesso con lei anche in assenza di Phil; in qualche occasione era perfino accaduto che lo escludessero. Ultimamente, invece, andava a letto con Elizabeth soltanto se Phil glielo chiedeva. Era ancora un’esperienza eccitante, sebbene facessero l’amore quasi con rabbia, senza dolcezza.
Elizabeth pretendeva che si adattasse a svolgere i lavori più umili. Patsy riteneva che non spettassero a lei. Era più colta, più intelligente e proveniva da una famiglia ricca. Non era nata per fare la serva.
Liz rientrò nel capanno. Patsy si stava arrovellando il cervello per trovare una soluzione. Avrebbe escogitato un modo per mettere Phil con le spalle al muro. Costringerlo a una scelta. O lei o Elizabeth. Sarebbe stato difficile, difficilissimo, ma doveva riuscirci.
E se le avesse risposto che preferiva l’altra? Sarebbe stata un’eventualità terribile, ma non si sarebbe rassegnata tanto facilmente. Era disposta a tutto pur di non perderlo.
Phil era appoggiato al bancone del bar e sorseggiava una Lone Star. Aveva sete, ma era anche ansioso di ripartire. Non si sentiva a suo agio lontano dalla valle. E poi era eccitato. Guidare lo annoiava, perciò lungo il tragitto si era abbandonato a varie fantasticherie. Con gli occhi della mente aveva rivisto i corpi delle sue donne, molto diversi ma entrambi superbi. Aveva immaginato di possederle. Prima gli sarebbe piaciuto assistere a qualche giochino. Appoggiò la bottiglia e corrugò la fronte. La sensazione che qualcosa non stesse girando per il verso giusto non lo abbandonava. Liz e Patsy litigavano troppo spesso. Quando facevano l’amore non si baciavano. Non gli piaceva quel clima ostile, voleva che la sua famiglia fosse felice.
Si ripromise ancora una volta di parlarne con Elizabeth. Le avrebbe ricordato la loro filosofia di vita: avevano scelto la strada della purezza, dell’armonia e dell’amore libero; si erano lasciati alle spalle ipocrisie e falsità. Con il suo atteggiamento aggressivo Liz rischiava di sciupare tutto. Ma era una ragazza intelligente e avrebbe capito. Patsy andava presa com’era, perché quello era il segreto che li poteva tenere uniti: avevano rifiutato il conformismo, i sorrisi di circostanza, le ambiguità. Ciascuno di loro aveva il diritto di comportarsi come meglio credeva, senza doverne rispondere agli altri. Il primo inverno era stato duro, non si erano organizzati bene e, quando erano rimasti bloccati da una bufera di neve, avevano patito la fame. Malgrado l’aspetto fragile, Patsy aveva affrontato con coraggio quella prova. Era una ragazza un po’ viziata, abituata agli agi, eppure aveva stretto i denti guadagnandosi il suo rispetto. D’altra parte, anche Liz non era esente da difetti.
Finì la birra e tirò fuori il portafoglio per pagare.
“Amico, il secondo giro lo offro io!”
Phil si voltò.
Jack Straw gli rivolse un sorriso smagliante. Era cresciuto sulla strada e sapeva come si conquistava la gente. Sapeva molte altre cose: quando c’era da picchiare bisognava colpire per primi, se si incontrava un avversario più debole andava sottomesso senza pietà, se era più forte occorreva comportarsi con astuzia rendendoselo amico. Le donne servivano solo per scopare e apprezzavano chi si dimostrava capace a letto. Era una filosofia spicciola, che però funzionava.
Ordinò due birre, ignorando lo sguardo perplesso dell’hippy. “Mi chiamo Paul.”, disse tendendogli la mano. “Paul Ribbens. Ma gli amici mi chiamano Sugar.”
Phil gli restituì meccanicamente la stretta. “Phil Weir.”
“Bene, Phil Weir”, disse Jack dopo aver bevuto un sorso di Lone Star, “da dove vieni di bello?”
Phil inarcò le sopracciglia. Avrebbe voluto chiedergli perché gli aveva offerto da bere e rispondergli che veniva dal postochenonso, ma decise di essere gentile. Fece un gesto vago. “Abito nella Green Valley. E’ piuttosto distante da qui. E tu?”
“Santa Maria. Sto cercando di scrivere un maledetto libro, però non trovo l’ispirazione. Ho guardato una carta geografica e cosa ti vedo? Proprio la Green Valley! Deve essere un posto tranquillo, quello che serve a me.”
“Hai già pubblicato dei libri?”
Jack esitò un attimo. Era una domanda insidiosa. Poi si disse che ogni giorno uscivano centinaia di libri, e nessuno poteva pretendere di conoscerli tutti. “Due.”, rispose. “Romanzi d’azione.”
“Come si intitolano?”
Jack fissò con attenzione il suo interlocutore. Lui sapeva conquistare la gente perché la capiva. In genere, le persone erano superficiali, parlavano a vanvera e non ascoltavano quello che dicevano gli altri. Jack era diverso. Si metteva sempre nei panni di chi gli stava di fronte e cercava di ragionare nello stesso modo. Capì di non essere simpatico all’hippy, e comprese anche che non era un tipo da prendere alla leggera. Era acuto e perspicace. Sottovalutarlo sarebbe stato un grosso errore. Ma lui era Jack Straw, e non aveva mai conosciuto nessuno che fosse alla sua altezza. Era l’uomo più dannatamente in gamba della California.
Improvvisò. “Strage a New York e Le notti dell’inferno.” Poi cambiò subito discorso. “Mi servirebbe appunto un luogo isolato, dove poter lavorare in santa pace. Mi chiedevo se tu magari…”
Phil scosse la testa. “Non ci sono stanze libere su da me. Mi dispiace.”
Jack annuì, come se si aspettasse quella risposta. “Peccato.”, commentò. “Sono sicuro che avrei scritto delle buone pagine. Vorrà dire che mi cercherò un altro posto.”
“Già.” Phil posò la bottiglia e gli strinse la mano. “A buon rendere, amico!”
Uscì dal locale, pensando che Sugar non gli piaceva. Quel tizio non aveva affatto l’aria dello scrittore e probabilmente gli aveva raccontato un sacco di balle. In ogni caso, non voleva estranei nella sua valle e comunque non aveva camere da affittare.
Jack Straw pagò le consumazioni.
“Ma davvero?”, disse.
Un triangolo incrinato che diverrà un poligono, un segmentoo un punto? 🙂
Storia intrigante…
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Mi chiedevo, rileggendolo, se una persona accorta e sagace avrebbe, dopo questo capitolo, potuto intuire lo svolgimento successivo degli eventi. Ma questa storia ha tanti rovesciamenti di fronti che è davvero difficile, in questo stadio, capire come andrà a finire.
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“la loro filosofia di vita: avevano scelto la strada della purezza, dell’armonia e dell’amore libero; si erano lasciati alle spalle ipocrisie e falsità”. Bell’enunciato che è una vera utopia, più vicina ad una realtà pasticciata che alla soluzione di chi è alla ricerca di una vera libertà Non mi piace questa volontà di pretendere negli altri i cambiamenti e gli adattamenti che si preferiscono, a scapito delle libere decisioni degli altri.
In tutto questo appare chi probabilmente intorbiderà di più le acque!
Speriamo che non ci sia nella storia una svolta tristemente disgustosa, ho lo stomaco un po’ sofferente! 😀
Un salutone *—–*
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bravissima, tratti con tatto temi che potrebbero facilmente scadere nella volgarità… ma tu voli alto, siamo al sicuro, con te!
In attesa del seguito
baci
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Si dipana un intreccio complesso e possibile, come nella realtà accade. Sempre coinvolgente. Ciao da Salvatore.
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ero ancora adolescente quando esplose la moda degli yippy e dei figli dei fiori: li guardavo con un misto di ammirazione e di sospetto perchè qualcosa non mi convinceva e mai mi ha convinta, pur capendone la filosofia. Perchè a saper vivere nella società, contornata da conformismo, bigottismo, ecc…, sapendosi ritagliare una fetta propria di serenità è più difficile che andare a vivere nella valle di Phil.
Attendo la 4 parte.
Marirò
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Letto con estrema attenzione questa pagina: risvolti di vissuti che indubbiamente tratti con molto tatto…
Un caro saluto
Ros
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Liz l’abbiamo già conosciuta. Ora è il turno di Patsy che osserva l’atmosfera dalla sua posizione.
Phil lo scopriamo poco a poco. Un altro pezzetto di lui esce dal colloquio con Jack Straw.
Siamo agli inizi ma già si cominciano ad assaporare i vari personaggi che escono nitidi e distinti dalla tua penna.
Aspettiamo la prossima mossa.
Un grande abbraccio
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mi hai scritto:
“@ TADS a differenza di altri, non ho mai cancellato, né mai cancellerò un commento negativo.
Non condivido la critica – altri, secondo me, sono i miei difetti – ma ne prendo comunque atto.
Felice serata.
Io vivo nel mondo dell’editoria da oltre 30anni, tu pensi veramente di imbatterti in un editore disposto a pagarti profumatamente per pubblicare un libro che hai già mandato in rete a pezzi?
Tu pensi veramente che i tuoi “difetti”, in qualità di scrittrice, siano altri, come più volte mi hai detto? Sei una persona dotata di talento ma priva di guida, sceneggi troppo, ti fossilizzi in particolari inutili, ti manca l’effetto plot, ti manca il colpo “razzia psicologica”, ti manca una struttura solida. Però io credo tu abbia notevoli margini di miglioramento. Se tutto questo lo vivi come un astio…!!!!
scusami, è solo una questione di onestà intellettuale.
TADS
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@Ale: scusami se rispondo io a Tads. So che non ami le polemiche, dunque eviterò di sollevare una querelle, ma almeno una cosa gliela devo dire.
A proposito di onestà intellettuale, Tads… devo dirti che per come la penso io il fatto che tu stia da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria non depone certo a tuo favore. Gli editori sono, in generale (ma spero tu sia un’eccezione), un pò come i palazzinari (quando addirittura non sono imbroglioni che sfruttano i sogni di persone ingenue). Sono alla ricerca di occasioni per fare soldi…e questo è per certi versi lecito, ci mancherebbe. La cosa che non mi piace, del loro operato, è che non abbiano lungimiranza ed un minimo di propensione al rischio. Cosa penseresti, tu, se una squadra di serie A non investisse denaro per i Pulcini? Che ha i paraocchi, suppongo. E che sbaglia.
Beh, io credo che una casa editrice che potesse vantarsi di tale nome dovrebbe investire su Ale, perchè -come hai tu stesso riconosciuto- ha delle potenzialità. Grandi, aggiungo io. Su chi dovrebbe investire, se non su una brava come lei?
Ecco come la penso. Per quel che vale, ovvio. Ti risparmio la mia opinione sui critici. Non sarebbe così benevola.
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P.s.: Non sono un parente di Ale, e non l’ho nemmeno mai incontrata. Non conosco il suo vero nome (se è diverso da questo ) e non so di dove sia. Inoltre, non sono un frustrato da mancata pubblicazione che ce l’ha con gli editori per vendicarsi di un torto subìto. Non ho velleità da scrittore e non ho mai mandato un mio scritto a chichessia.
Ma mi pare che col loro modo di fare, gli editori privilegino esclusivamente la quantità. Dovrebbero strizzare l’occhio anche alla qualità, di tanto in tanto. E la qualità di Ale è testimoniata dai commenti, qui.
Ora taccio, ok. 🙂
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condivido molto di quello che hai scritto, comunque io non sono un editore, sia chiaro, mi sono permesso di esprimere “civilmente” una critica costruttiva, se la cosa è interpretata in modo negativo… si cancellino pure i miei interventi, non succede assolutamente nulla.
TADS
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ps: non sono neanche un critico, li combatto a spada tratta da sempre
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Nessun problema, Tads… per quanto mi riguarda. E’ che hai toccato un tasto dolente. Leggo a volte dei libri davvero insulsi… e non mi pare giusto che non pubblichino Ale, di contro. Mi fa piacere che uno del mondo dell’editoria -dunque lo conosce- la pensi come me. Spero di essermi comportato altrettanto civilmente e di non averti offeso. Se l’ho fatto, involontariamente, scusami.
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@ BRUMBRU grazie di cuore!
(So che non ti piace).
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Allora conosci anche la risposta che do, quando qualche amico/a mi ringrazia: fangù. E’ quello che penso, non ho inteso farti un piacere.
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@ BRUMBRU meglio ancora! 😀
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… uhm, con tutto il rispetto per la padrona di casa, che non conosco di persona ma che ammiro per la sua grande carica umana e morale, oltre che per il suo innegabile talento, mi permetto di manifestare la mia perplessità su cosa ti possa spingere a provocarci a riflessioni che non ci sfiorano e non ci hanno mai sfiorato.
Che a te, uomo mascherato, da 30 anni in editoria, non editore, non critico, e a mio avviso “enunciatore” di complimenti negativi per una tua “onestà intellettuale” ( luogo comune che rigetto perchè non ne comprendo il significato) chiedo di riflettere su come hai potuto offendere me che seguo questo blog e leggo quello che scrive Ale, e tutti gli amici che commentano senza stupida ipocrisia o altro.
La rete ci rende anonimi, ma non riesce a nascondere quello che effettivamente siamo, anzi facilita il suo emergere.e rende evidenti i valori e i non valori agli occhi di tutti.
Scusami, ma nessuno, nemmeno nella rete, mi ha mai detto che non capisco nulla e leggo senza riconoscere e valutare quello che è il messaggio espresso da chi scrive,
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@ CLE REVERIES amica mia, qui ognuno può scrivere ciò che vuole, anche commentando alla Marc’Antonio:
“Amici, Romani, compatriotti, prestatemi orecchio; io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia di Cesare. Il nobile Bruto v’ha detto che Cesare era ambizioso: se così era, fu un ben grave difetto: e gravemente Cesare ne ha pagato il fio. Qui, col permesso di Bruto e degli altri – ché Bruto è uomo d’onore; così sono tutti, tutti uomini d’onore – io vengo a parlare al funerale di Cesare. Egli fu mio amico, fedele e giusto verso di me: ma Bruto dice che fu ambizioso; e Bruto è uomo d’onore.”
Che tu – non io – ti senta offesa, è però molto comprensibile.
Kiss*
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Grazie, ma so che qui da te accogli tutti, ed è bello che sia così, mi aspetto di incontrare persone semplici e ricche di valori umani e mi piace confrontarmi con loro. Non mi piacciono i “bacchettoni ” a tempo perso.
Scusami ma se questo mio commento merita una risposta,mi sarebbe piaciuto non venisse da te. Così mi fai sentire scorretta e un tantino meschina.
Se serve a confrontarmi per migliorarmi, vale molto anche quello che pensa TADS, anzi se gli sono sembrata offensiva gli chiedo scusa e lo ringrazio, perchè il suo intervento è servito per confrontarmi anche lui.
🙂
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@ CLE REVERIES vediamo se ti risponderà.
Io ti stimo molto e non credo affatto che tu sia stata meschina.
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Altro episodio che rende intenso il racconto che sento
sempre più avvincente; con nuovo spunti caratteriali
sulla personalità di Patsy e sull’atmosfera che si sta creando
fra le due donne…. Ma non solo…
Straordinaria sempre in tutto quello che scrivi… In attesa
del prossimo capitolo, Ti lascio un grande abbraccio!
Michelle
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@ URIEL quesiti geometrici 😛
Al momento, sarei per un quadrato.
Grazie!
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@ BRUMBRU lo penso anch’io, anche se non sta certo a me dirlo.
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@ CLE REVERIES non devi arrabbiarti con me per i pensieri di Phil Weir! 🙂
Lots of love * ____________ *
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:-D, ma nooo! Mi sono solo fatta prendere da un coinvolgimento personale momentaneo.
Trai molti difetti c’è anche questo 😉
Let’s always smile !
Hugs and love
(show me the paw,please!) 🙂
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@ CLE REVERIES 🙂 😛
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Tutto sommato, “la vita è bella perchè è varia” 😉 😀
Buona domenica, mia cara Ale *—–*
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@ CLE REVERIES buona domenica a te, cara * ^^ *
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@ INFRANOTTURNA la volgarità non la sopporto proprio! Ho scritto e pubblicato un romanzo erotico, “Lesbo è un’isola del Mar Egeo” (in realtà, su commissione dell’editore) e mi ha fatto molto piacere leggere, nelle varie recensioni sul web o su IBS, che nessuno parlava di pornografia.
Grazie e bacioni ^^
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@ SALVATORE RIZZI la storia si dipanerà attraverso vari colpi di scena, che mi auguro risultino graditi.
Ciao, Sar!
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@ ILI6 Phil Weir, a mio giudizio, non è un figlio dei fiori: è qualcosa di diverso. Lo scopriremo man mano.
Forse qualche scoperta non sarà piacevole.
A presto, cara Marirò*
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@ ROSEMARY3 ti ringrazio e ti abbraccio, Ros!
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@ NEWWHITEBEAR è vero: un capitolo per Liz e uno per Patsy.
Adesso vedremo meglio Jack Straw.
Phil Weir è naturalmente il primo protagonista.
Grazie e un caro abbraccio.
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@ TADS pazienza.
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@ VENTIDIPRIMAVERA molti conflitti sono in arrivo, chèrie.
Ti ringrazio moltissimo, amica Michelle!
Buona serata e un bacione grande * ___________ *
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Finora tutto bene, ma ricorda che io sono qui in rappresentanza del Sindacato dei Personaggi e ti sto tenendo d’occhio 😉
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@ VPINDARICO sei troppo forte! 🙂
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“Ciascuno di loro aveva il diritto di comportarsi come meglio credeva, senza doverne rispondere agli altri….”….ecco questo mi ricorda qualcuno. Qualcuno che prendendo la libertà come una bandiera da sventolare e come una spada, ha pensato bene di agire senza dover dare spegazione alcuna…..
Ma pazienza, questa è un’altra storia, più noisa della tua….
Questa storia mi piace, la trovo scorrevole, piacevole e coinvolgente…..come un film, sì riesco a vederla!
Un bacionissimo!
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eheheh l’arroganza è sempre pericolosa… vero Jack? 😀
Invece Patsy non ha speranze… se pensa di poter convincere Phil… allora non lo conosce 😉
http://www.wolfghost.com
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@ MARI quel “qualcuno” era un Phil Weir meno affidabile. Phil ha molti difetti – li scopriremo – ma non abbandona mai.
Grazie e tanti bacioni*
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@ WOLFGHOST Patsy come Liz: entrambe molto ingenue, caro lupo.
E poi concordo anche sull’arroganza 😛
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Nei tuoi scritti, anche quando vi è violenza, che rifuggo, leggo. Saluti da Salvatore.
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@ SALVATORE RIZZI e questo per me è molto gratificante!
Un salutone, Sar.
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Mi piace rileggerti, mi piacciono le tue storie, mi piacciono i tuoi romanzi….ribadisco: dovrebbero pubblicare tutto quel che scrivi!
Baci
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@ MARI sei adorabile, Marina 🙂
Un bacione grandissimo ^^
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Io non mi faccio tanti problemi, seguo l’istinto. Spesso entro in libreria e mi guardo attorno. Mi lascio colpire prima dalla copertina, poi dai colori dell’illustrazione, poi sfoglio il libro, lo tocco insinuando le dita tra le pagine, annuso l’odore dell’inchiostro….è importante per me, devo stabilire un contatto fisico con quel libro. Se questo contatto non avviene lascio il libro dov’è, se invece c’è il feeling lo compro, anche se non conosco l’autore, anche se non l’ho mai visto recensito, incensato da qualche parte. Anzi più sono strombazzati e reclamizzati più mi astengo dal comprarli. Quindi, non vedo perché non dovrei comprare un libro di Alessandra Bianchi anche se non ho mai sentito parlare di lei prima. Perché è sconosciuta e non attira? Se non la pubblicate come si fa a conoscerla? E poi chi è che stabilisce quali sono i criteri secondo i quali uno scrittore va scelto? Girovagando tra i blog mi capita di leggere pagine di rara bellezza, che però nessuno leggerà mai per tutte le ragioni citate più sopra (priva di guida, sceneggia troppo, si fossilizza ecc…), Mentre invece il libro di Caio Vattelapesca sarà reclamizzato e pompato anche se noioso. Ma già, un conto è Alessandra Bianchi, un altro Caio Vattelapesca….
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Hai un modo di scrivere analitico e senza fronzoli, che attira.
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Piaciuta molto, come vedere una fiction a puntate
Brava sempre
Abbraccione
Mistral
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@ SUZIEQ11 l’odore dei libri! E’ paragonabile a pochi altri: quello di una macchina nuova, quello dell’autunno, quello… ehm… sto zitta 😛
Anch’io ho trovato nel web autori-autrici fantastici, bravissimi, poi però la Mondadori pubblica Licia Troisi 😦
Grazie, mia cara amica!
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@ DOMENICA LUISE è il mio modo di scrivere, e sono lieta che ti piaccia.
Un sorriso per te*
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@ OMBREFLESSUOSE mi mancherà l’effetto plot (?), ma faccio ciò che posso.
Baci e bacini ^^
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Buonanotte di notte di stelle, di notte di vento e di sogni, buonanotte di notte
di luna e di pensieri spettinati…..Buonanotte MIA strega….
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@ MARI grazie alle tue stupende parole, la strega farà sogni d’oro****
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Cara Ale, mi ricordo bene della valle di phil dell’era splinderiana! ma è sempre un piacere rileggerti, raramente si trovano capitoli così ben dosati e ricchi di sfumature che incrementano il piacere della lettura senza essere mai pedanti, noiosi, eccessivi…
un abbraccio
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@ MARIA D’AMBRA sei molto buona con me e meriti un grande bacione!
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Puntata in qualche maniera d’attesa, che fa presagire possibili sorprese della storia e che tratteggia come sempre impeccabilmente alcuni dei personaggi principali anche attraverso l’uso sapiente di alcuni dialoghi che tu puntualmente non disdegni. Ottimo, a rileggerci.
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@ UNIVERS sono lietissima del tuo riscontro.
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Il classico triangolo che presto diventerà, penso, un …quadrato!
Cesare
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@ CESARE pensi giusto, amico mio.
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