Il vecchio sedeva su una panchina del parco comunale. Attorno a lui, alcuni bambini giocavano a pallone, strillando e litigando per ogni presunto fallo commesso; poco più distante, due mamme sospingevano le rispettive carrozzine, chiacchierando in tono sommesso e lieve. Benché fosse una bella giornata di sole, allietata da un cielo incredibilmente azzurro, faceva molto freddo. Il vecchio si strinse nel liso cappotto di Loden, che non cambiava più da quando era morta sua moglie. Cercava di godersi gli ultimi raggi di quel pomeriggio invernale, e la sua mente distratta vagava senza un percorso stabilito; non pensieri, piuttosto frammenti di passato che filtravano dalla memoria in ordine sparso, a volte addirittura in modo incongruo. Le serate di maggio, avvolte nella tiepida aria primaverile; gli occhi scuri delle ragazze che si avviavano alla funzione tenendosi sottobraccio; l’odore dei campi che rilasciava il sapore del sole fin lì trattenuto.
E poi Marta. Era la più bella fra loro. Se il vecchio si concentrava riusciva ancora a scorgerne il profilo nella mente, la cascata di capelli scuri, ricci e ribelli, il sorriso che aveva una nota vagamente sfrontata e irridente, ma che nello spazio di un breve istante sapeva trasformarsi in un’espressione che pareva contenere tutta la dolcezza di questo mondo. Il vecchio non rammentava più quando si erano scambiati il primo bacio; tuttavia, sebbene fosse simile a un’onda uguale a moltitudini di altre, ne conservava intatto il ricordo: le labbra dapprima timide e incerte, quasi timorose di congiungersi; il profumo della bocca di lei; la passione che improvvisa divampava nel basso ventre di lui.
Gli ultimi raggi di sole illuminarono un rettangolo di prato, ritagliando una zona luminosa, mentre il resto del parco si avviava al congiungimento con la sera. I bimbi lasciarono la loro partita in sospeso, rimandandola all’indomani; le mamme si allontanarono, dirette ai preparativi per la cena. Un soffio di vento freddo calò improvviso dalla montagna che sovrastava il paese. Ma il vecchio rimase seduto ancora un po’. Impressioni sfilacciate nella mente. Lampi di passato che emergevano, crudeli come squali. Altri più dolci. Il pensiero della morte della moglie allontanato a viva forza dalla soglia del cervello, cacciato, bandito. Sostituito infine da altri ricordi sfilacciati, tramonti e albe, il respiro del mare e i colori di un bosco autunnale… tappeti di foglie e grandi alberi spogli. La lontana musica di un organo in una chiesa ormai dimenticata. Ed eccoli nuovamente: gli artigli della disperazione che lo avevano ghermito quando aveva sentito quelle parole.
Prognosi infausta.
Il sorriso di Marta. Il vuoto lasciato da Marta.
“No, non pensare!”, si disse il vecchio, alzandosi dalla panchina.
IL SORRISO DI MARTA
3 aprile 2013 di Alessandra Bianchi
52 Risposte
Breve ma intenso come il sorriso di Marta. Quando l’amore ti coinvolge, questo non ti lascia più. Ecco cosa è successo al vecchio ripensando al viso di Marta,
Un caro abbraccio
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I ricordi, specie quelli del cuore non ci lasciano mai
Grazie Alessandra
Baci baci
Mistral
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E’ un pò quello che faccio io quando mi prendono cattivi pensieri. Me li scrollo di dosso a viva forza… e mi immergo in altro.
Funziona.
Racconto breve, ma piacevolissimo.
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Mai cancellare ricordi, anche quelli spiacevoli, meglio scacciarli giù nella memoria recondita facendo affiorare solo quelli belli. E’ faticosissimo ma aiuta a vivere,
Molto bello, scritto in modo perfetto, una chiara analisi dei sentimenti umani, non solo senili, e un utile esempio di maturità per i giovani!
:* 🙂
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Bellissimo, bionda. Ma già letto sul blog del presunto caffè letterario, che frequenti per ragioni a me oscure. Roba nuova! Roba nuova! 😀
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La vita è fatta di queste cose, poi restano i ricordi, se rimane la memoria del vissuto. Brava…un saluto da Salvatore.
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Credo purtroppo che in molti si riconosceranno in questo vecchio che così bene dipingi. Per molti di noi è solo questione di tempo…
Tra l’altro già l’arrivarci alla vecchiaia è di per sé un happy problem! 😀
http://www.wolfghost.com
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Quoto tutti quelli che sostengono che é meglio liberarsi dei attivi pensieri e lasciare affiorare solo quelli positivi. Però … però diventa sempre più difficile quando avanza la maturità degli anni e gli inverni si susseguono come i vortici delle rapide.
Marta é IL raggio di sole che scalda fino alla fine di tutto.
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@ NEWWHITEBEAR è successo esattamente questo.
Un caro abbraccio.
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@ OMBREFLESSUOSE non so per gli altri, per me comunque è così.
Bacini e bacioni, Mistral*
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@ BRUM è vero, funziona.
Forse non sempre, ma molto spesso sì.
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Forse non sempre…
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@ CLE REVERIES grazie, darling!
Se non fosse come dici tu, che vita sarebbe?
Un sorriso per te ^^
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…l’ho riletto… mi ha condotto verso sorrisi che non vedrò più, ma sono lì… intatti… grazie a Dio!
…così contagiosi che ho sorriso anch’io 😀
Have a nice weekend, my dear! :-*
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@ CLE REVERIES amica, mi hai commossa.
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@ INTESOMALE nuova è l’impaginazione 😛
Molti anni fa – su Splinder – fui io a creare “Caffè Letterario”. Mi basai su due precisi presupposti: la programmazione dei post, cosa che non avveniva in altri blog simili dove tutti scrivevano quando volevano con conseguente grande confusione, e la qualità degli scritti. Io, allora novellina, riuscii a convincere a partecipare quelli che per me erano il top di tale piattaforma: Briciolanellatte, Pappina, Max Web, etc. etc.
All’inizio “Caffè Letterario” ottenne un notevole successo, sia “artisticamente”, sia a livello di riscontri; in seguito, non essendo un “soggetto” e quindi non commentando mai altri blog, inevitabilmente decadde un po’, secondo una ben nota logica. Ma i post erano sempre validi.
Qui, su WordPress, ho ceduto il timone, però partecipo, anche se non spesso.
Saluti dalla bionda!
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@ SALVATORE RIZZI e i ricordi sono importanti.
Ti ringrazio, Sar.
Buona prosecuzione di giornata.
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@ WOLFGHOST beh, tu però sei ancora un ragazzino 😛
Grazie, caro lupo.
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Uh, come no! 😀
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@ WOLFGHOST i lupi sono sempre giovani 🙂
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@ CAPEHORN e io quoto il tuo commento.
Marta… penso che tutti abbiano avuto una Marta, chi con maggiore e chi con minore fortuna.
Un caro saluto.
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Una Marta é necessaria nella vita di ciascuno di noi. Concordo
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Dolce e tenero racconto, che mi ha fatto venire
in mente mio padre nel ricordo di mia madre
che se ne andata anni fa e che tiene dentro
tutti i giorni della sua vita…
Ogni volta che lo porto al parco seduti su la stessa
panchina a ripetermi le stesse storie…
Mi sono commossa, con la lacrima sul viso, con questa
storia; non solo perchè mi ricorda papà del suo
fortissimo e ancora vivo sentimento, ma mi ha
ricordato anche mamma….
Un abbraccio cara e dolce proseguo di serata!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA un bacione grande, grande, Michelle!
A me ricorda mio padre, perché non è più qui.
Grazie infinite*
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Un racconto che sento un po’ mio, un racconto che porta con sé tutto l’amore di chi non c’é più. L’amore che ci hanno dato e che ci hanno lasciato è immenso. Vivere per loro e con i loro insegnamenti lo sento come una preziosita….
Marta era la più bella….il mio papà era il migliore…..
Bravissima! Un bacione, anzi due!
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Colpisce quel cappotto liso che non ha più cambiato dopo la morte di Marta.
La vita che si anestetizza…Frammenti di passato, teneri, dolci, amari che a volte è meglio ricacciare indietro.
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@ MARI quando leggo frasi come “un racconto che sento un po’ mio”, non posso che dichiararmi contenta. Il mio scopo è entrare nel cuore degli amici, non nelle storie di spionaggio o di avventura – certo – perché lì il mio intento è quello di divertire e, se possibile, di appassionare.
Ma nei post, diciamo “intimi”, è diverso.
Grazie, Marina, e quattro baci****
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@ ILI6 il cappotto è forse un simbolo, quello di un grande amore.
La vita, si sa, è dura, e in qualche modo bisogna affrontarla, compresi i ricordi, che compongono una gran parte di essa.
Un abbraccio, amica mia!
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Sono sempre molto particolareggiate le descrizioni che fai e i luoghi e le persone balzano davanti al lettore. Una storia che colpisce molto, perchè davvero in molti, anche indirettamente, si possono immedesimare. Brava!!!
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@ RAGGIOLUMINOSO grazie mille, cara!
Questa è una storia di vita, e la vita presenta dolori e felicità, ma mai nella stessa misura.
Ti auguro sogni d’oro ^^
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Storia di vita, infatti, la vita quando si protrae sino alla vecchiaia è anche questo: arriva il momento della disunione, della perdita delle persone care. E se si tratta del proprio congiunto è come dividere un’esistenza a metà, difficile convivere con i ricordi. Sai la mia mamma desiderava che andassero via in due, lei e il mio papà, perché quando si è giovani è più facile accettare la perdita, da anziani è molto più doloroso.
Un racconto toccante che giunge al cuore per la dolcezza del tuo narrare. Brava! Sai trattare qualunque argomento, cara Ale.
Buona giornata, un caro abbraccio.
annamaria
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ci sono presenze invisibili agli occhi di tutti: i ricordi. E alcuni agiscono sul presente, con la stessa intensità e le stesse sensazioni di un tempo. Emozionante racconte.
Baci
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“Lampi di passato che emergevano, crudeli come squali. Altri più dolci. Il pensiero della morte della moglie allontanato a viva forza dalla soglia del cervello, cacciato, bandito. Sostituito infine da altri ricordi sfilacciati, tramonti e albe, il respiro del mare e i colori di un bosco autunnale… tappeti di foglie e grandi alberi spogli. La lontana musica di un organo in una chiesa ormai dimenticata. Ed eccoli nuovamente: gli artigli della disperazione che lo avevano ghermito quando aveva sentito quelle parole.”
Quante sfumature la vita lascia dentro le anse dei nostri ricordi.
Sfumature non sempre contornate da vividi colori. Sfumature che colorando, condizionano la vita, i gesti e i pensieri. Ultima e non ultima, quella disperazione che attanaglia il cuore dentro la solitudine del proprio mondo.
Ho sempre creduto, ottimisticamente, nella forza del “giorno dopo” e nell’alba dopo la notte tempestosa. Alcune volte, però, tutto questo è vanificato dalla “goccia” che fa traboccare un vaso: il nostro.
Quella goccia, ultima, che uccide la speranza e mortifica il cuore.
Marta interviene!
Marta è presente!
Quando tutto si perde, fuorché il ricordo forte e caldo che ispira gli ultimi giorni della nostra vita ecco il ricordo e quel ricordo, dopo, uccide definitivamente.
Parlo e mi riferisco alla mia, propria, esperienza personale.
Tra circa un mese, quella la “dolcezza” del ricordo della mia Maria Gabriella cadrà addosso, con violenza, sulle spalle della mia vita.
“No, non pensare!”, si disse il vecchio, alzandosi dalla panchina …
…e tutto questo diviene, un po’, anche mio!
Cordialità
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@ ANNAMARIA49 ti ringrazio, cara Isabel.
Ultimamente, a me piace scrivere di spionaggio, però ciò non toglie che provi forti sentimenti verso situazioni come quella descritta in questo racconto. Molti di noi hanno subito una perdita e magari vissuto il profondo dolore di uno dei due genitori.
Storie di vita, già…
Ricambio l’abbraccio con affetto.
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@ INFRANOTTURNA precisamente!
I ricordi sono spesso il sale della vita; talvolta – ma forse più raramente – lo zucchero.
Grazie!
E un bacione*
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@ NINNI RAIMONDI se possibile, seguite l’esempio del protagonista di questo racconto… se possibile.
Maria Gabriella vi rischiari il sentiero, come la più luminosa fra le stelle!
Rappresenta uno dei principali significati della vostra esistenza.
Ma, come credo di aver già scritto, una Marta è presente in molti e non è semplice cancellare il dolore causato dalla mancanza.
Però, è giusto provarci.
Un forte abbraccio.
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Ricambio i saluti e buon fine settimana…..Sar….
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@ SALVATORE RIZZI spasibo, Sar ^^
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Il mio sorriso per te!
Un bacione grande…
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È un bellissimo racconto, che lascia immaginare il ricongiungimento chissà in quale dimensione, quando la prognosi infausta aprirà la fragile porta di entrata. L’amore può essere solo eterno, è nella sua natura: per sempre.
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I ricordi dolorosi, per quanto si cerchi di sprofondarli nell’oblio, trovano sempre una strada per tornare a galla, un’immagine, un odore, un suono… un sorriso…
bellissimo racconto!
un abbraccio
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@ MARI un abbraccio grande come il mare!
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@ DOMENICA LUISE è bellissimo ciò che scrivi.
Grazie, cara.
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@ MARIA D’AMBRA penso proprio che le tue parole siano vere: i ricordi non smarriscono mai la strada.
Ti ringrazio e ti abbraccio ^^
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Piccolo racconto di una tenerezza e delicatezza interiore molto incisiva. Un saluto.
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@ UNIVERS grazie, mio “vecchio” amico.
Un sorriso per te.
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Che grande intensità in questo breve racconto, i ricordi legati all’amore della moglie, ai primi incontri, ai primi baci e poi il volere scacciare gli ultimi ricordi, quelli legati alla sentenza infausta che gliel’ha portata via per sempre. Ricordi che fanno male e fanno pesare ancora di più la sua mancanza!!!
Bellissimo e commovente !!
Ciao, Pat
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@ PATRIZIA M. cara Pat, io sono rimasta commossa dal tuo commento!
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Sono i tuoi racconti che mi fanno uscire spontanee le parole, mi entrano dentro quando li leggo 🙂
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@ PATRIZIA M. sei troppo buona ^^
(E comunque mi rendi felice).
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Te lo meriti!! 😛
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@ PATRIZIA M. ❤
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