Per un momento Marcus parve non badare a ciò che aveva fatto Sarah.
Probabilmente stava eiaculando, pensò lei con una smorfia risentita. Era incredibile che un uomo potesse eccitarsi assistendo a una scena di violenza: in lui malvagità e perversione viaggiavano di pari passo. La cantante si rialzò, meditando di saltargli addosso, ma il pensiero della pistola la frenò.
Poi, però, Marcus si scosse. Si avvicinò alla donna e la colpì con un violento manrovescio. Sarah finì a terra.
In quell’attimo suonarono alla porta.
Marcus esitò. A quell’ora non aspettava nessuno, tuttavia non era affatto infrequente che un suo cliente si precipitasse da lui senza preavviso. In quei casi Marcus si comportava con arroganza, si faceva supplicare e intascava il doppio di quanto avrebbe guadagnato in circostanze normali.
Indeciso, valutò la situazione. Guardò Janine: gli sembrava svenuta. Se avesse legato e imbavagliato Taverner, avrebbe potuto andare ad aprire senza problemi. Sarebbe stato sciocco rinunciare alla possibilità di un lauto guadagno.
Ormai aveva goduto e il gioco era finito. Momentaneamente, si corresse. Quando si fosse sentito nuovamente eccitato, avrebbe violentato Sarah e quello sarebbe stato il culmine.
Aprì un cassetto e prese una corda. Ne aprì un secondo e ne trasse un paio di calze. Gliele ficcò in bocca, dopodiché si occupò dei polsi e delle caviglie.
Lanciò un’altra occhiata a Janine.
Poi uscì dalla camera.
Elke si girò e guardò impietrita Hans Schweinsteiger.
L’uomo le rivolse un sorriso crudele. “Non tollero che non si mantengano i patti. Noi avevamo un accordo preciso che tu non hai rispettato.”
Elke lo fissò senza ribattere. Gli aveva già spiegato le sue motivazioni: cosa poteva aggiungere? Il suo pensiero corse a Dieter. Se fosse stato lì, l’avrebbe protetta. Cercò di calcolare fra quanto sarebbe arrivato, ma non avevano un appuntamento preciso; dipendeva dai suoi impegni. Poteva essere fra un’ora o magari fra due o anche più tardi. Se fosse riuscita a tenere a bada Hans finché lui non fosse sopraggiunto, avrebbe potuto cavarsela. Sapeva, infatti, che Schweinsteiger non era venuto da lei per parlare – lo avevano già fatto in negozio -, ma per punirla e sospettava che avesse in mente qualcosa di atroce, anche se non immaginava di che genere di castigo si trattasse. L’avrebbe picchiata? Era disposta a subire. L’avrebbe sfregiata? Questo non sarebbe riuscita a sopportarlo. L’avrebbe uccisa? Forse no, si disse per farsi coraggio, però era letteralmente terrorizzata.
Doveva trovare un modo per guadagnare tempo. Se fosse riuscita a trattenerlo con qualche scusa fino a quando non fosse giunto Dieter…
Ma era paralizzata dal panico e non aveva il barlume di un’idea.
A un tratto ebbe un’intuizione.
Avrebbe potuto offrirsi a lui.
Non era un’idea intelligente. Hans la considerava ancora una prostituta, perciò non sarebbe stato particolarmente attratto da una notte di sesso con una delle tante puttane di Berlino. Avrebbe potuto averne a iosa. E non era solo quello; concedendosi a lui, avrebbe tradito Dieter. Non si sarebbe mai perdonata, avrebbe perso per sempre il rispetto di se stessa, non si sarebbe dimostrata migliore di Hans Schweinsteiger.
Avrebbe acquistato l’eroina. Ecco: quella era la soluzione migliore, forse l’unica.
Tuttavia, negli ultimi giorni aveva fatto fronte a molte spese e non pensava di avere il denaro sufficiente per pagarlo. Stabilì di bluffare. “D’accordo.”, dichiarò. “Mi sono comportata male, però ho deciso di rimediare: acquisterò la droga.”
Gli occhi gialli la fissavano, attenti. “Hai i soldi?”
“Sì.”, mentì Elke.
“Se sali in casa, te li darò.”
Entrarono nel monolocale e lei lo invitò ad accomodarsi. Hans rimase in piedi. “Vuoi bere qualcosa?”, gli domandò Elke.
“Voglio ciò che mi è dovuto.”, replicò lui.
Elke finse di frugare in un cassetto. Poi si voltò. L’abitazione era ben riscaldata, ma non era per quello che sudava. Si sforzò di assumere un’espressione convincente. Si batté una mano sulla fronte. “Che sciocca!”, esclamò. “Mi ero dimenticata di avergli prestati a Karin. Però siamo fortunati. Mi ha garantito che me li avrebbe resi proprio questa sera. Basterà pazientare un poco. Al massimo, un’ora.” Sarebbe stata sufficiente un’ora?
Hans mosse un passo verso di lei e la schiaffeggiò. “Mi credi un idiota? Non esiste nessuna Karin, e tu stai cercando di prenderti gioco di me.” La schiaffeggiò ancora, strappandole un grido di dolore. Scosse la testa. “Così non va bene, Elke!”
“Ti assicuro che Karin esiste e che sarà qui a momenti. Perché dovrei mentirti?”
Hans fece una risata priva di allegria. “Semplice: perché sei una troia, e le troie sono abituate a mentire.”
“Posso giurare che…”
“Non mi interessano i tuoi falsi giuramenti.” Rifletté per qualche istante, quindi disse: “Ma si dà il caso che questa sera io mi senta buono. Come sai, sto per lasciare la Germania, e ho deciso di perdonarti, dato che non ci vedremo mai più. Farò di meglio, anzi: ci sarà un dono d’addio per te. Talvolta anche Hans Schweinsteiger sa mostrarsi generoso. E’ la tua serata fortunata, Elke. Siediti.”
Lei obbedì, chiedendosi insospettita che cosa avesse in mente. Non credeva minimamente a quell’improvvisa generosità. Lo conosceva come un uomo duro e spietato, certamente non incline a perdonare né a elargire regali.
Lo scrutò, ansiosa.
Hans tirò fuori una siringa. “Sarà gratis per te.”, annunciò con un sorriso maligno.
Elke rabbrividì.
“Coraggio, dammi il braccio.”
“No.”
“Non avevi detto che l’avresti comprata? E allora perché rifiuti il mio dono?”
Elke trovò una risposta pronta. “La compro per non venir meno a un impegno, non per assumerla.”
Hans la osservò, divertito. “Hai molta fantasia. Però, io sono più intelligente di te. Come puoi illuderti di fregarmi giocando con le parole?”
Si avvicinò a lei. “Il braccio!”
Ti prego, Dieter, arriva!, pensò lei disperata.
Dieter Haller guidava rilassato, con calma. Era soddisfatto perché quel giorno aveva risolto un caso importante e si sentiva felice perché Elke lo stava aspettando. Aveva trovato il tempo per prenderle un piccolo gioiello, nulla di impegnativo, ma era certo che l’avrebbe resa contenta.
Pregustava la serata. Avrebbero parlato, forse ci sarebbe stata una torta da mangiare, le avrebbe consegnato il pacchettino elegantemente confezionato, si sarebbero baciati, poi avrebbero fatto l’amore.
Dieter era freddo, ma Elke era riuscita in parte a scalfire la sua corazza; lo aveva come scaldato, nello stesso modo in cui un camino una volta acceso diffonde il proprio calore in un’abitazione da tempo disabitata. E quell’abitazione all’improvviso cambia aspetto, diventando un luogo confortevole, un piacevole rifugio, e non più un luogo desolato.
Dieter riteneva di poter tranquillamente fare a meno dell’amore; questo, tuttavia, non significava che amare non fosse bello. E ormai era sicuro di amare Elke. A volte si poneva ancora delle domande su come avrebbero affrontato il futuro, ma poi le scacciava.
Quello che contava era il loro amore.
Benché lui l’avesse aiutata, Elke era riemersa dal baratro principalmente grazie al suo coraggio, alla fede nella vita, alla determinazione di cui aveva dato prova. Se lui non l’avesse stimata, non avrebbe potuto amarla. E comunque anche lei lo aveva aiutato. Da quando la conosceva si sentiva diverso. Se n’erano accorti perfino alla centrale: non che fosse diventato esattamente gioviale, però era meno cupo e intransigente.
Guardò l’orologio luminoso della Bmw. Era in anticipo. Lei lo avrebbe accolto con gioia.
Sorrise.
E in quel momento il camion gli piombò addosso.
Vizioso, sporco, vomitevole e senza coscienza quel Marcus
Mi viene voglia di buttarlo ai coccodrilli ( ma rifiuterebbero il pasto)
Ma anche la povera Elke non se la cava affatto bene, visto anche che, forse, Dieter non ci sarà più a proteggerlo. Ho sempre di più la certezza che chi nasce con una cattiva sorte, quasi mai riuscirà a cambiarla in meglio
Grazie Alessandra,
Abbraccio
Mistral
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Io magari non mi ecciterei… frustando Marcus, ma devo dire che probabilmente mi piacerebbe… 🙂
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Solo il fatto violento, non mi piace, il resto scorre come sempre. Saluti da Sar…
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Noooo il camion nooo!!!….L’angelo non può andarsene così e lasciarci quel diavolo di Marcus!!!! Ma non è che Dieter si salva??? Eh????
Brava come sempre!
Un bacione
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Ottima puntata anche questa, sotto svariati punti di vista, ovvio che qualche personaggio ‘piace’ più di altri. Marcus è cattivissimo e ormai le avvisaglie c’erano ma c’è un alone piacevolissimo di cose ancora indefinite che presuppone prossimi colpi di scena. A presto.
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@ OMBREFLESSUOSE concordo in pieno su Marcus.
Altro non posso aggiungere… alla prossima – e ultima – puntata.
Grazie a te e un bacione, Mistral*
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@ BRUMBRU questo vale anche per me 😀
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Embè, quello se le cerca proprio… 😉
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@ BRUMBRU preciso! 😛
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@ SALVATORE RIZZI conoscendoti, ne ero certa.
Ciao, Sar.
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@ MARI ancora una sola puntata e poi sapremo tutto.
Ti ringrazio, cara Marina.
Baci dalla strega ^^
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@ UNIVERS ti ringrazio molto.
Ai fini della narrazione, direi che Marcus è indispensabile.
Un sorriso per una lieta serata.
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Un saluto sincero, Salvatore.
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@ SALVATORE RIZZI ricambio, Sar!
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Altro capitolo veramente importante tra ricordi passati e tempi presenti. Sei riuscita a creare un clima di suspence veramente incredibile. Chi suona alla porta di Marcus? Elke riuscirà a sopravvivere? Dieter come farà a salvarla?
Tu hai portato il tuo lettore a essere curioso e di conoscere quello che seguirà.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR miglior complimento non può esistere!
Grazie.
Con il prossimo capitolo anche l’ultimo nodo sarà sciolto.
Un caro abbraccio.
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A piccoli passi ci avviciniamo alla fine. Piccoli colpi di scena che fanno aumentare l’ansia di sapere come andrà a finire.
Nel capitolo precedente avevo ipotizzato uno sviluppo dei fatti diverso, ma siamo ancora nella fase di stallo.
In più siamo in ansia per la fine di Dexter che sembra non riuscirà a salvare Elke dalle grinfie di quel perfido maiale di Marcus. Con lei la farà franca certamente, ma con Janine e Sara non penso che la scamperà. a meno che tu non inventi un altro stratagemma dei tuoi.
Tu sai come tenerci sulla corda! 🙂
Un abbraccio e tanti sorrisi 🙂
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non farci aspettare troppo per la conclusione, Ho appena finito di leggere e avrei pagato oro per sapere tutto subito! sei bravissima complimenti
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No! Ero così presa dalla storia incalzante, sempre di più, sempre di più e tu la interrompi e non solo: lui viene investito da un camion! Povera Elke, che peccato, hai lasciato in sospeso tre storie, ma è la tua abilità, vero Ale?
Buona giornata, carissima.
con affetto
annamaria
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… acc… il camion non lo ricordavo proprio! 😦 Che iella! 😦
http://www.wolfghost.com
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@ CLE REVERIES domani, credo, editerò l’ultimo capitolo, dove ogni nodo verrà al pettine.
Grazie, darling! 😛
Lots of love ^^
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@ DANIELARANUCCI ti ringrazio, cara.
Con ogni probabilità, domani ci sarà il nuovo – e ultimo – episodio.
Un sorriso per te.
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@ ANNAMARIA49 sai che sono malvagia, cara Isabel 😀
Grazie e un bacione ^^
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@ WOLFGHOST eh eh eh… già il camion, dear Wolf 😛
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Che essere quel Marcus odioso, schifoso e ancora, ancora
ancora….
Rileggere questo capitolo
mi ha letteralmente angosciata forse ancora di più
della prima volta…
E Tu cambi scena e ci lasci sempre sul più bello…
Un bacione cara e dolce proseguo di serata!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA vedo che Marcus è amatissimo da tutti 😛
Beh, in effetti, il mio scopo era proprio quello di renderlo odioso. E anche di angosciare con questo capitolo.
Grazie, Michelle*
Ti auguro una serata stupenda!
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Yeah, I’m proud be as I’m.
I like this.
And now, with your new Pope Francis I, we’ll sing in chorus:
“We’re the champions, my friends! … ”
Friendliness, four kisses, rays and green skies
😈
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@ MARCUS lo sapevo che eri fiero di te.
Però… ricorda che a Londra adesso c’è un certo Dieter 😀
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Il racconto prosegue in parallelo fra le due storie. Siamo in attesa degli eventi finali. Ad occhio e croce si intuisce che, in una storia, la fine sia favorevole alle due ragazze, con l’intervento decisivo della visita inaspettata da Marcus. Pure nell’altra vicenda succederà qualcosa, sebbene Dieter sia andato incontro ad un incidente nello scontro con un camion, come appena accennato.
Suspence, insomma, e noi siamo qui ad attendere, non esenti, eventualmente, da un imprevisto finale. Tu ci hai ormai abituato a sorprese dell’ultimo minuto!
A bientot, Alessandra! 🙂
Cesare
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@ CESARE che bel commento, amico mio!
Grazie e a presto 😛
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Suspance e desiderio di sapere come finirà.
Marcus è il classico tipo che non vorrei mai incontrare nella vita!
scrittura incalzante e mozzafiato.
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@ ILI6 grazie infinite, cara!
(Nemmeno io vorrei mai incontrare Marcus).
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