Li svegliarono prima dell’alba. Il tempo di scendere dalla branda e di stropicciarsi le mani per il freddo, e furono sospinti fuori, nel gelo quasi irreale della steppa. Il cielo era ancora buio, solo molto lontano, a oriente, si andava tratteggiando una pallida striscia di luce, che poteva forse confondersi con la luminescenza opaca di una stella morente. Camminarono in fila, uno dietro l’altro, tremando di freddo e di paura. Le guardie, pesantemente vestite, li pungolavano con i fucili, incitandoli ad accelerare il passo. Raggiunto uno spiazzo, dove la neve era stata spazzata via, li fecero fermare, allineandoli in un’unica fila. L’ufficiale che comandava il plotone di esecuzione diede l’ordine di prepararsi al fuoco.
Era un uomo alto, imponente, i capelli biondi tagliati corti, baffi folti e ben curati, occhi di un azzurro color del ghiaccio. Con un sorriso sprezzante, osservò i volti angosciati dei condannati, le espressioni sgomente, gli sguardi terrorizzati. Si accese un sigaro e aspirò una boccata di fumo, quindi fece un cenno con la testa.
Fedor teneva il capo chino; indifferente ai preparativi dei soldati, aveva calcolato di avere ancora un minuto da vivere, ed era impegnato a suddividere quel minuto in venti immagini. Tre secondi per immagine, questo aveva stabilito. Un minuto poteva essere un’eternità: spesso, in un’esistenza normale, non ci si rende conto del reale valore del tempo; di quante cose si possono fare in sessanta secondi.
Riservò il primo pensiero all’infanzia, sensazioni più che ricordi, l’odore del latte materno, la forma dei seni di sua madre, un volo di piccioni nel cielo azzurro percorso dai raggi del sole. Poi, la prima volta che era andato a letto con una donna, lo stupore di un ragazzo davanti a quello splendido corpo, il profumo di lei, i baci appassionati, l’esplorazioni di luoghi fino a quel giorno sconosciuti e bellissimi. Una bevuta fra amici, risate, canzoni cantate alla luna, pacche sulle spalle e strette di mano, la complicità maschile.
Presto, il tempo stringe!, pensò Fedor. E, allora, ecco: il suo unico, grande amore, lunghi capelli biondi, sereni occhi celesti, lineamenti fini e delicati, un corpo sottile da accudire e proteggere. Forse, aveva sbagliato i calcoli; soltanto quattro ricordi, e il minuto era già trascorso. I soldati puntarono i fucili, in attesa del comando di sparare. Fedor distolse lo sguardo, fissandolo sull’immensa distesa di neve che si prolungava fino all’orizzonte. Più che paura, provava un forte senso di amarezza, dovuto al fatto che era innocente: abbracciare con il pensiero le giuste idee progressiste non significava avere ucciso. Egli non si era mai macchiato del sangue di alcuno.
A un tratto, udì un suono assurdo, un rumore che in quel frangente era assolutamente privo di significato: la risata di un uomo. Si guardò attorno. Un suo compagno era improvvisamente incanutito, un altro aveva il volto stravolto dalla pazzia, un terzo era scivolato per terra, simile a un fantoccio vuoto. Piantato a gambe larghe davanti a loro, l’ufficiale rideva. “Per ordine dello zar”, annunciò soddisfatto, “da ieri le condanne a morte sono state abolite!” Si voltò, raddrizzando le spalle in modo arrogante, e si allontanò dallo spiazzo. Fedor lo guardò andar via. Non è questo che ha insegnato Gesù!, fu il suo pensiero.
Le guardie intonarono un coro, forse per vincere il freddo. Poi i prigionieri furono riportati alle baracche.
Questo episodio è realmente accaduto. A Fedor Michajlovic Dostoevskij.
La vita nasconde sempre almeno una beffa, Questa è stata subdolamente di grande effetto. In un minuto ha causato trasformazioni nel corpo, i capelli bianchi del suo compagno, o la pazzia di un altro e la perdita di conoscenza del terzo, ne sono la testimonianza più visibile ed eclatante. Ma ciò che è successo a Fedor Michajlovic Dostoevskij lo hai raccontato benissimo tu. Ci hai descritto tutta l’amarezza di chi sa che non ci sarà più.
Belli i flashback,tutte tappe più tenere di un giovane sfortunato.
Devo elogiare la tua cultura, ricordare l’odore dl latte e il seno materno a quei tempi era possibile poichè i bambini venivano allattati fino ai quattro- cinque anni.
Sei proprio bravissima!!!
Un abbraccio e buona notte 🙂 XXX
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Un pezzo di vita del grande scrittore riportato da te magistralmente
Bravissima sempre
Abbraccione
Mistral
P.S. Crudeltà mostruosa
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La storia degli uomini, spesso è un disastro. Anche per responsabilità di ognuno di noi. Arriverà il giorno…spero! Saluti da Sar.
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Vicenda narrata in modo eccellente. Grande Ale!
baci
Giò
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@ CLE REVERIES grazie di cuore, darling!
Dostoevskij è il mio autore preferito (per me, il più grande di tutti i tempi). Ho voluto rendergli un modesto omaggio con il ricordo di quell’atroce esperienza.
Lots of love*
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@ OMBREFLESSUOSE come è vero, cara Mistral: crudeltà mostruosa!
(Una prerogativa del genere umano).
Ti ringrazio molto.
Bacioni vari ^^
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@ SALVATORE RIZZI ciò che scrivi è giustissimo. Condivido in pieno.
Ciao, Sar.
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@ ROSAOSCURA sono lusingata, chèrie*
Un forte abbraccio.
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L’ho letto due volte Alessandra e mi viene
una sola parola… Eccellente sotto ogni aspetto!!
Un altro esemplare della Tua bravura!
Un abbraccio cara e dolce sera!
Michelle
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Sessanta secondi….il film di una vita in una manciata di secondi…
di grande emozione, di grande valore!
L’ho letto la prima volta questa mattina presto, ma non avevo la giusta lucidità per commentare….rileggerlo è stato ancora più bello!
Un bacio!
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Quando la fantasia accompagna la realtà. Un reale episodio tradotto in immagini con l’aiuto della fantasia. Veramente pregevole è questo post dove hai descritto con molta maestria i pensieri del grande Dostoevskij a un passo dalla morte.
Complimenti.
Un grande abbraccio
O.T. Per marzo su Caffé letterario è rimasta vuota la casella del 31 la occupi tu? Oppure vuoi scambiarla con me che esco il 24 febbraio? aspetto tue notizie
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A proposito: è arrivata una raccomandata che tu non hai ritirato. Sembra di Equitalia. Valla a prendere. Domani sono impegnato, puoi passare tu, dalla mamma, a portarle i giornali?
Domani, mi ha detto Piero, passano “quelli” della raccolta del vetro. Una volta, dico una volta soltanto: alzati per tempo e metti il sacchetto fuori.
Domani sera sono al Circolo. Ti ho lasciato tre camicie da stirare (mi raccomando i colletti, non fare come al solito).
Mi servono al più presto.
PS: ha telefonato TUA madre: voleva sapere che fine avessi fatto. le ho fatto la stessa domanda.
Metti i bimbi a nanna e vieni a letto anche tu. ma fai piano, sono apezzi e se mi svegli m’incavolo.
Beata te che ti riposi sempre.
Ciao
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie, bella Michelle.
Un bacio e un sorriso.
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@ MARI ti ringrazio e ti abbraccio, amica mia.
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@ NEWWHITEBEAR l’ultima frase in corsivo è veramente sua, i suoi pensieri sono invece frutto di fantasia.
Grazie e un caro abbraccio.
O.T. Il più tardi possibile, visti i problemi tecnici che mi causa quel blog 😦
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allora il 31 marzo è per te. Io userò il 24 febbraio
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@ NEWWHITEBEAR se ci sarò ancora…
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Perché? Dove sarai, se non sono indiscreto.
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@ NEWWHITEBEAR francamente sono rimasta molto delusa da chi sostiene di apprezzare “I love Janine”, ma poi si limita a leggere e a commentare il post successivo. Trovo ciò deprimente. E anche molto superficiale.
Da qui nuovi pensieri di chiusura.
Perché fare tanta fatica, poi?
Se penso alle copie di “Alex Alliston” che ho venduto grazie al blog, mi viene da ridere 😀
Tu, naturalmente, non c’entri niente, mio carissimo amico!
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Capisco la tua amrezza, perché sprechi tempo e parole che poi non vengono apprezzate.
Alex Alliston l’ho giudicato un bel romanzo corale, completo e ottimaente sviluppato. E’ un vero peccato che sia stato snobbato.
Ho concesso di scaricare gratis l’ebokk Goethe e la felicità nascosta. In un mese ci sono stati 60 download! Non mi pare un gran successo ma non me ne importa nulla. Pazienza.
Vedrai che riesci a superare anche questo momento di crisi.
Un abbraccio sincero.
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio molto. Veramente!
Scrivere non è facile – almeno per me. Comporta impegno, sacrificio e anche gioia chiaramente. Però, io come te e altri quando scrivo lo faccio seriamente. Non butto giù quattro parole a caso. E talvolta mi domando se ne vale davvero la pena.
Poi leggo un commento come il tuo… e mi rimbocco le maniche.
Un caro abbraccio.
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Non pensi che anch’io a volte non mi senta frustrato? Poi mi dico perché dovrei smettere? Mi piace scrivere e c’è una amica come Alessandra che mi segue.. e continuo.
Un caro abbraccio
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Ricambio! Sar…
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@ OLDBLACKMONKEY mr. Papp, l’inizio è ottimo ma troppo breve: ho bisogno di più materiale per andare avanti.
Anche se uccidere un esponente di Equitalia…
Baci.
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@ SALVATORE RIZZI sei sempre molto gentile, caro Sar!
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Mr Papp?
Più materiale per andare dove?
Baaaciii? o_o
Semi radiosità meno un quarto!
(Bellissimo il post, superfluo sottolinearlo: colpisce nel sentimento irradiando lo sdegno sia per la mancanza di umanità, sia per il dolore che non è mai né l’ultimo figlio, né secondo a nessuno.)
Raggetti radiosi
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Esageri! Saluti ricambiati.
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Sono incuriosito dal fatto che ogni tanto ti piaccia – se non sbaglio – intrufolarti nelle vite dei personaggi famosi. Come mai?
Ciao, Anne.
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@ OLDBLACKMONKEY adesso che mi viene mente deve essere la seconda volta che succede: pensavo che fosse Pappina, dato che il suo stile di scrittura è simile. Da tempo progettiamo un secondo racconto insieme (o un terzo?) E credevo che quello fosse l’incipit.
Otto decimi di radiosità ^^
(E grazie per le belle parole!)
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@ SALVATORE RIZZI è vero.
(Non che esagero, ma che sei molto gentile).
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@ LUIGIFURO innanzi tutto, benvenuto nel mio blog.
Esistono dei personaggi che amo, chi per un motivo, chi per un altro. “I racconti non si sa come nascono”, però è comunque probabile che a livello inconscio io desideri parlare di loro. Ma non succede spesso.
Ciao e grazie per l’interessamento.
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Rieleggendo…..ti abbraccio!….e…un bacio!
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@ MARI trasmissione del pensiero? ^^
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Sei strega….giusto? Allora SÌ!!!
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@ MARI certo che sì!
Sono la TUA strega 😀
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Questo me lo ricordo bene, uno dei cavalli di battaglia su splinder, anche allora mi era piaciuto moltissimo…
in quanto a crudeltà mi sa che la vita reale batte di gran lunga la finzione letteraria…
un abbraccio
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@ MARIA D’AMBRA ci conosciamo da molto, allora 🙂
Sono d’accordo con te sulla crudeltà della vita reale. L’essere umano è capace di nefandezze incredibili.
Ti ringrazio di cuore e ti mando un grande bacione ^^
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Direi di sì, considerato che sono dalloway, credevo lo sapessi… un bacio
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@ MARIA D’AMBRA l’ho scoperto – con grande gioia – solo dopo aver scritto il commento. Due baci**
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@ NEWWHITEBEAR ti abbraccio qui, perché ho notato già nel post precedente che non sempre le “repliche” funzionano (questo dopo due o tre volte).
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Accidenti! Questa sì che è una sorpresa! 😀 Sono rimasto di stucco, chi l’avrebbe mai detto? 😮 E che dire… che lo Zar poi si rivela meno peggio di chi l’avrebbe poi destituito… 😉
http://www.wolfghost.com
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Mi sono fortemente commossa nel leggere questo stralcio di vita di Fedor Michajlovic Dostoevskij da te magistralmente scritto. Grazie Alessandra.
Un abbraccio. Dolce notte e buona domenica
Pat
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Dostoevskij è stato un grande amore, e perciò ti ringrazio tanto, e ti ringrazierebbe anche lui!
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@ WOLFGHOST così sembrerebbe, dear Wolf.
Calcola, però, che a quei tempi la Russia era assimilabile all’Inghilterra del 1200…
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@ PATRIZIA M. io mi sono commossa scrivendolo. Grazie a te, mia cara amica!
Un bacio e un sorriso per una serena domenica ^^
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Buonanotte alla MIA strega, che i sogni siano teneramente morbidi….
Baci
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@ MARI la TUA strega ti ringrazia e a sua volta ti invierà sogni d’oro.
Tanti baci * ___________ *
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@ LILLOPERCASO mi hai colpita al cuore*
Ti abbraccio, Dani!
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Una vita in sessanta secondi. dalla sicurezza di perderla allo stupore, seppur doloroso, di averla recuperata e l’angoscia di non sapere cosa farsene.
Credo che sia venuto il momento che che affronti anch’io la letteratura russa. E’ un anno di cambiamenti e di svolte
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@ CAPEHORN è anche – e soprattutto – una questione di gusti.
Per me rappresenta il massimo!
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Si evince dalla passione con cui ne scrivi e come dichiari il tuo amore per gli scritti di Fedor
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@ CAPEHORN in effetti è difficile nasconderla.
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🙂
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Rievoca piacevoli ricordi del passato splinderiano questa tua ri-edizione. Un saluto.
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@ UNIVERS è proprio così, caro amico.
Kiss.
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