Marcus consultò l’orologio e prese atto che Janine non sarebbe andata da lui. Si alzò dal divano per versarsi da bere. Era un fatto strano, ma non del tutto sorprendente. Strano, se pensava al trasporto con cui lei aveva fatto l’amore, alla passione, alla sensualità quasi selvaggia che aveva rivelato, agli sguardi adoranti che gli aveva rivolto. Non del tutto sorprendente, perché sospettava che ci fosse di mezzo Sarah Taverner.
Sarah l’aveva vista nuda in casa sua, come lui aveva fatto in modo che accadesse, e rosa dalla gelosia si era successivamente recata da lei. Quella mattina o quel pomeriggio, non faceva differenza. Evidentemente era riuscita a convincerla a riprendere la loro storia, e questo Marcus non l’aveva previsto: perciò era contrariato.
Secondo i suoi piani, le cose sarebbero dovute andare diversamente. Aveva immaginato la reazione di Sarah, tuttavia non l’arrendevolezza di Janine, non così immediata almeno. Sebbene fosse un ottimo psicologo, l’aveva sopravvalutata considerandola più forte e risoluta di quello che era. Questo lo rendeva perplesso, dato che generalmente non sbagliava mai. Si figurò l’incontro fra le due donne, chiedendosi a quali mezzi fosse ricorsa la cantante: aveva pianto, l’aveva implorata? Lo escludeva. Non era quel tipo di persona. Probabilmente aveva fatto leva sui molti ricordi condivisi, l’aveva avvolta in una tela impalpabile fatta di miele e di tenerezza o forse l’aveva sedotta, trascinandola a letto. Comunque fosse, la debole Janine aveva ceduto, e ora Marcus avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo. Andare a letto con Janine Leblanc era stata un’esperienza impagabile, ma egli voleva di più, molto di più. Le voleva entrambe e assieme. Solo allora sarebbe stato soddisfatto.
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalla fantasia. Sarah avrebbe succhiato i capezzoli di Janine, Janine l’avrebbe leccata in mezzo alle gambe; una delle due – non importa quale – avrebbe posseduto l’altra con il dildo che si era procurato. E poi… le avrebbe amate ambedue.
Però, Janine l’aveva tradito: doveva essere castigata. Con un fremito di eccitazione la immaginò mentre si contorceva per il dolore. Questo sarebbe accaduto dopo, naturalmente, e a infliggerle una sofferenza atroce non sarebbe stato lui, bensì Sarah. Marcus “sentiva” che Sarah Taverner non sarebbe più ricorsa alla droga. Non c’erano elementi certi per prevederlo, soltanto il suo intuito, che gli suggeriva che avrebbe dovuto ricorrere ad altri metodi per indurla a seviziare Janine. D’altro canto, anche se Sarah avesse avuto un disperato bisogno di eroina, non l’avrebbe mai torturata allo scopo di ottenerla. Ma questo era ininfluente.
Inserì I love Janine nel lettore e trasse un profondo sospiro.
Si sbottonò i pantaloni con la fronte imperlata di sudore.
Iniziò ad accarezzarsi.
Sapeva che esisteva un modo infallibile per costringere la cantante a eseguire i suoi ordini, per obbligarla a martoriare il corpo dell’altra, facendola urlare e invocare pietà.
Tale consapevolezza lo portò in breve tempo all’orgasmo.
Janine giaceva sul letto in preda all’ansia.
Accanto a lei, Sarah dormiva serenamente.
Malgrado avesse ricevuto, e dato, piacere, Janine si sentiva ancora confusa. Aveva fatto la scelta giusta? Non avrebbe rimpianto Marcus? Fino a quella sera la sua esistenza in fondo era stata semplice. Non si era mai trovata davanti a un bivio; quando aveva deciso di legarsi a una donna, si era sentita intrepida e coraggiosa, dato che in molti l’avrebbero disapprovata: ma l’unica persona che avrebbe potuto fermarla – suo padre – ormai non c’era più, e il parere degli altri non contava nulla per lei.
Amava ancora Sarah? La amava veramente? O aveva ceduto alla libidine? Nonostante avesse fatto da poco l’amore con lei, provava ancora del risentimento nei suoi confronti. Non poteva scordare la mattina in cui l’aveva lasciata, e la maniera sprezzante con cui si era comportata. Ma anche se avesse voluto vendicarsi, non ci sarebbe riuscita: se avesse detto a Sarah che non voleva più stare con lei, questo non l’avrebbe distrutta. Sarah avrebbe lottato, non si sarebbe arresa e, quando avesse infine capito che la sua era una battaglia persa, non si sarebbe disperata; avrebbe cercato conforto in qualche paradiso artificiale o magari avrebbe riprovato con Susan Driver, e forse questa volta sarebbe andata bene.
Si rigirò nel letto. Il basket era così semplice! Certo: esistevano mille schemi, mille tipi di difesa, comunque alla fine vinceva chi aveva segnato un canestro di più. La vita era molto più complicata.
Si rese conto che quelli erano pensieri meschini. Non desiderava vendicarsi, voleva che Sarah fosse felice.
Però aveva paura.
Alla fine si assopì, ma era un sonno inquieto popolato da sogni sgradevoli. Poi avvertì che qualcuno le stava accarezzando dolcemente i capelli; dopo un momento capì che era Sarah e nel dormiveglia sorrise.
Dieter Haller consumò una cena leggera nel ristorante dell’albergo. Pioveva ancora, pertanto rinunciò a fare quattro passi e tornò in camera. Si sedette sul letto e tirò fuori dal portafoglio la foto di Elke.
Quando aveva ripreso i sensi per un lungo momento non aveva ricordato dove si trovava, né perché fosse stato aggredito. Aveva un male atroce alla testa e una profonda ferita all’orgoglio: prima di quella notte nessuno lo aveva mai sorpreso alle spalle e non avrebbe mai pensato che ciò potesse accadere. Era una situazione umiliante. Si tirò su a fatica, poi barcollò.
“Hai bisogno di una bevanda calda e di due aspirine.”
La donna era emersa dal buio, come un fantasma. La luce di un lampione gli permise di scorgere il suo viso. Era graziosa, non bella. Bionda. Gli occhi forse erano chiari; era piccola e minuta.
“Come ti chiami?”, le domandò.
“Elke.”, rispose lei. “Seguimi. Abito qui vicino.”
Faceva molto freddo; era una classica notte invernale berlinese. Dieter guardò l’orologio. Le quattro del mattino.
“Ho finito di lavorare.”, disse Elke, senza un motivo preciso. Si incamminò e Dieter le andò dietro. “Hai visto chi mi ha colpito?”
Lei si voltò. “Certo.”, disse. “E’ stato un poliziotto. Lo conosco: è un bastardo, si chiama Karl.”
Dieter annuì. Karl era un agente corrotto. La disciplinare non era riuscita a raccogliere prove sufficienti per incriminarlo, e Dieter aveva deciso di occuparsene di persona. Karl era scaltro, però quella notte aveva commesso un grave errore: avrebbe dovuto ucciderlo. Probabilmente era stata questa la sua intenzione, ma la presenza di Elke glielo aveva impedito. Adesso avrebbe cercato di espatriare, ma Dieter non gliene avrebbe dato il tempo.
Percorsero una stradina buia. Dieter si accorse che stava sanguinando. Elke sembrò avergli letto nel pensiero.
“Siamo arrivati.”, disse. “Ora ti medicherò.”
Elke abitava in un modesto monolocale, situato al secondo piano di un vecchio stabile. C’era un angolo cottura ma non il bagno, che era fuori sul ballatoio. I mobili erano dozzinali, tuttavia l’ambiente era caldo e confortevole, oltre che assolutamente lindo. Fece sedere Dieter, esaminò la ferita e disse: “Niente di grave.” Prese dell’ovatta e una boccetta di alcool. Aveva le mani molto delicate. Lo medicò, poi gli porse le aspirine.
“Grazie.”, disse Dieter. La guardò. Elke gli stava sorridendo, ma nei suoi occhi c’era una luce triste. “Perché non ti cerchi un lavoro normale?”, le chiese.
“Quando potrò andarmene da qui lo farò.”, rispose lei. Esitò per un istante, quindi aggiunse: “Sono stata dentro, perciò nessuno mi vuole assumere.”
“Perché?” Il tono di Dieter fu più brusco di quanto volesse.
“Ho rubato in un supermercato e mi hanno presa. Avevo fame.” Il sorrise si spense. “Se avessi saputo quello che mi attendeva in prigione, mi sarei tenuta la fame.”
Dieter poteva immaginare cosa le era successo in carcere. In linea di principio, lo trovava giusto: era come una punizione aggiuntiva, e i criminali la meritavano. Ma Elke non aveva l’aspetto di una criminale. Distolse lo sguardo. Sicuramente era stata violentata, picchiata, umiliata; eppure non gli sembrava indurita: piuttosto, era rassegnata, amareggiata, e certamente mentiva a se stessa pensando che un giorno le cose sarebbero cambiate. Ma forse quell’illusione la aiutava a vivere.
Dieter si alzò. Doveva tornare immediatamente alla centrale e predisporre l’arresto di Karl.
Ma, per qualche strana ragione, era riluttante a lasciare quel monolocale.
mi piace tutta la stesura, ma non gli avrei fatto fare lo psicologo a Marcus, e nemmeno ottimo, chè di solito non hanno fascino.
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Puntata serrata come ritmo e al solito ben descritta e delineata, presuppone sviluppi ‘agitati’ per l’immediato futuro. Dieter ha ottime potenzialità come personaggio. Un saluto, alla prossima lettura.
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@ DANIELARANUCCI psicologo in senso lato… in realtà, Marcus è uno spacciatore di droga.
Grazie, cara Daniela!
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@ UNIVERS a me Dieter piace molto, più di Sarah e di Janine.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
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Marcus per il momento appare sconfitto, ma sicuramente mediterà di riprendere il bandolo della matassa fra le sue mani. Intanto Janine e Sarah si sono amate e si sono ritrovate, con tutti i dubbi, ma tenui, di Janine nei confronti dell compagna. Dieder dà l’idea di essere un duro, e penso che nel seguito lo dimostrerà.
Un fine gioco psicologico interessa ogni personaggio nell’incrocio delle proprie diverse personalità.
Puntata O.K., Alessandra! 🙂
C’è attesa.
Cesare
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Di Marcus…taccio…Dieter mi piace, insieme alla tenera Elke.
Un abbraccio
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@ CESARE su Marcus puoi scommetterci… ma anche su Dieter!
Grazie per l’apprezzamento, caro.
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@ MARI come credo di aver già scritto, Dieter e Elke sono i miei due personaggi preferiti.
Marcus è l’emblema del male.
Due abbracci, Marina**
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Rileggendo……anche il basket è qualcosa di mio…. 😉
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@ MARI lo sai che ti voglio bene, vero?
Forse l’ho già detto, ma repetita iuvant ^^
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Il solito Marcus, meschino e vizioso, la ritrovata (forse) armonia di
Janine e Sarah insieme a Dieter e alla sfortunata Elke fanno di questo episodio
un altro fiore all’ occhiello della tua bravura.
Abbraccione
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE sei carinissima, Mistral!
Marcus, meschino e vizioso: mi piace!
Bacione * ____________ *
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Impareggiabile come gli altri capitoli. 🙂
Piccolo neo Marcus, era già uno schifoso verme, disgustoso e volgare, bastava così, senza dargli anche l’opportunità di manifestare i suoi perfidi luridi propositi e le sue sudice fantasie in un modo così sfrontato.
After all I’m an old lady, my dear 😀
Lots of smiles and hugs!
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Ancora un’ottima puntata ben calibrata sui tre personaggi: Marcus, Jannine e Il nuovo arrivato Dieter.
La fine psicologia coi quali ha creato queste tre figure mostrano i diversi lati degli stessi. Marcus ha intuito che deriva dall’isitinto di conservazione per quello che fa: spacciare droga. Se vuole durare a lungo ed evitare i tranelli deve essere un abile conoscitore della psiche umana. E lui queste caratteristiche le ha.
Jannine è combattuta tra due fuochi: il senso di vendetta e l’amore per Sarah. La sua anima è lacerata ma per ora prevale il secondo istinto.
Dieter mostra due lati del suo carattere: è un duro, un implacabile nel inseguire la preda ma nel contempo riesce a essere umano, comprendendo chi è caduto ma vuole rialzarsi.
Bene. Aspettiamo la prossima.
Un grande abbraccio
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@ CLE REVERIES storie! Per me tu sei una mia coetanea 🙂
E, comunque, Marcus andava dipinto definitivamente per quello che è.
Grazie, darling*
Happy dreams ^^
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@ NEWWHITEBEAR che splendida analisi!
Un caro abbraccio e un sentito ringraziamento ^^
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L’intreccio è la cosa che più mi ha coinvolto, amore, intrighi, sport…etc.! Sempre dipani le cose in modo coinvolgente. Saluti da Sar.
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@ SALVATORE RIZZI come sempre, sei molto buono.
Un salutone, Sar!
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Accipicchia che ritmo Alessandra, le parole volano che sono una meraviglia e le situazioni diventano sempre più interessanti. Un intreccio fantastico, vai proprio alla grande carissima!! E chissà quali altri sorprese ci attendono 😉
Buona serata e serena notte!!
Ciao, Pat
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@ PATRIZIA M. per prima cosa, ti ringrazio di cuore!
In quanto al ritmo, credo che dipenda dalle situazioni. In certi casi, mi piace partire lenta per poi accelerare (ricordo ancora le tue perplessità riguardo al primo capitolo della “Lubjanka”: più che giustificate, direi; se non avessi saputo che molti cari amici mi avrebbero seguita comunque, non avrei sicuramente iniziato un nuovo romanzo in quel modo).
Le sorprese non mancheranno. Mi auguro che siano buone sorprese 😛
Ciao, cara Pat!
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Oh… ora mi sovviene la storia tra Haller e Elke… 😐 Ma non voglio togliere la sorpresa ai nuovi lettori…
Invece se devo essere sincero non ricordo come prosegue tra le due donne… Che bello essere smemorato, a volte mi sembra sempre di leggere i racconti per la prima volta! 😀
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Iuvant semper….odddio, si può dire???? Ahahah ❤
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@ WOLFGHOST che tu ci creda o meno, caro lupo, a me succede lo stesso ogni volta che “ripesco” un nuovo capitolo per leggerlo e apportare le necessarie correzioni. E, ripetendomi, ciò è veramente singolare, dato che è proprio questa seconda parte che mi piace di più.
Gli anni passano 😀
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Si, infatti e’ piu’ strano per te che per me, essendone tu l’autrice 😀 E… scommetto che rimani sorpresa te stessa dall’abilita’ della tua stessa scrittura e inventiva! 😛
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST suvvia! 😛
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@ MARI ❤
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Bella Bella bella!!
Una puntata che si allarga con nuovi intrecci coinvolgenti
e interessanti, l’entrata di Dieter e Elke che portano alla
storia ancora tante sorprese e che Tu narri alla perfezione..
Bellissima e accattivante!!
Un abbraccio cara e dolcissima notte!
Michele
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😦 Ho perso il filo, questo Dieter da dove salta fuori?
Do un’occhiata alle puntate precedenti.
Ciaociao!
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Sei capace, ecco il vero! Ciao da Salvatore.
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie di cuore, chèrie!
Bisous*
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@ LILLO Dieter è comparso da poco: spero che ora tu abbia le idee più chiare.
Un sorriso, Dani ^^
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Certo, certo, l’ho ripescato e ho riletto anche le precedenti. sarebbero da leggere tutte in fila, tutt’un’altra suggestione
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@ LILLO in effetti, è una cosa diversa, cara Dani.
Però, spesso manca il tempo necessario per farlo.
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@ SALVATORE RIZZI sono lusingata, Sar.
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L’entrata in scena di Elke rende la storia molto più interessante. Marcus ha fantasie erotiche e non solo, ma Janine prenderà la giusta decisione? La storia diviene sempre più interessante.
Sei molto brava, cara Ale, hai la stoffa della scrittrice.
Un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 la parte “tedesca” di questa storia è la mia preferita, soprattutto perché mi piacciono Elke e Dieter.
Janine… passerà dei guai…
Grazie, Isabel!
Un bacione.
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