Pomarev scese con calma dalla Chaika senza estrarre la pistola. Per una donna non occorreva.
Susan si avventò su di lui e gli sferrò un calcio di inaudita violenza in pieno ventre. Aveva delle gambe estremamente potenti e nel gesto aveva impresso tutta la sua forza: quel calcio avrebbe distrutto una donna esile, una ragazza robusta, un uomo di costituzione normale e anche un uomo molto forte. Si aspettava di stendere il russo e, una volta che fosse finito a terra, meditava di colpirlo ancora, questa volta alla testa.
Ciò che accadde lasciò increduli sia Wyman, sia Monica che si era girata per assistere alla scena. Per esperienza diretta, Squire sapeva quanto fosse vigorosa la sua giovane collega.
Il maggiore del Gruppo Alpha Miloslav Pomarev non batté ciglio.
Con un movimento elastico, afferrò l’agente della CIA, la costrinse a girarsi come se stessero danzando, e la colpì di taglio sulla nuca. Si era mosso con incredibile rapidità, con l’agilità di un ginnasta ma letale come un leopardo. Susan perse i sensi e cadde sul prato riarso dal sole che in quel punto fiancheggiava il sentiero. Poi Pomarev si diresse verso i due uomini della seconda direzione centrale. Indicò il giornalista. “Quest’uomo va espulso dall’Unione Sovietica. In quanto alla cekista, che mi ha aggredito davanti ai vostri occhi, verrà con me e con l’altra spia americana.”
Il Bastardo pensò che se l’era cavata più che bene, sarebbe tornato incolume a Londra e avrebbe scritto un articolo sensazionale su quello che era successo. Unito all’intervista a Eltsin e all’analisi della situazione russa, gli avrebbe fatto guadagnare un sacco di soldi e vincere numerosi premi.
Ma Susan Cooper?
Non sapeva ancora se era innamorato di lei, però sapeva che gli piaceva, che la stimava e che le voleva bene. Non era difficile immaginare la triste sorte che la
attendeva: ma lui cosa poteva fare?
Monica Squire avrebbe voluto correre da lei. Aprì la portiera, ma l’autista le puntò una pistola alla testa. “Niet!”, disse. Monica richiuse la portiera.
Quello che tuttavia accadde subito dopo sconcertò il Bastardo.
“I nostri ordini sono diversi, compagno maggiore.”, dichiarò il più anziano dei due uomini del KGB. “E provengono direttamente dal compagno presidente Vladimir Aleksandrovic Kryuchkov.”
“Io ho altre disposizioni.”, ribatté Pomarev. “E voi siete tenuti a obbedirmi.”
“Mi mostri un documento firmato dal compagno presidente.”
Nadiya, a causa della giovane età, si era dimostrata piuttosto ingenua. Non era il caso di Ivan Vorobyov, che era un veterano.
Pomarev sbiancò in viso per la rabbia. “Io vi sono superiore in grado!”
“Questo non conta.”, replicò Ivan senza alzare la voce. I suoi uomini hanno già cercato di sequestrare l’americana e io non l’ho permesso. Adesso lei rientrerà a Mosca con noi. Non solo: questo vale anche per la donna che è nella sua macchina, compagno maggiore. Sono compiti che esulano dalle competenze del Gruppo Alpha. Riguardano esclusivamente la seconda direzione centrale, che risponde unicamente ai propri superiori.”
Wyman capiva perfettamente ogni parola. Per qualche secondo che gli parve un’eternità rimase con il fiato sospeso. Era una situazione di stallo; si domandò chi avrebbe ceduto.
Ivan Vorobyov appariva sicuro di sé e rilassato.
Pomarev lo fissò. Era livido. Però sapeva che Vorobyov era dalla parte della ragione e che, al contrario del tenente Drosdova, sarebbe stato inflessibile. Nelle mani dei due agenti del KGB comparvero due pistole.
“Farò rapporto.”, annunciò Pomarev tanto per salvare la faccia, poi si trasse in disparte. Vorobyov raggiunse la prima Chaika, parlò seccamente all’autista e un attimo dopo Monica Squire poté scendere dall’auto. Lei e il Bastardo soccorsero Susan e la portarono fino alla macchina del KGB. Vorobyov salutò Pomarev, girò sui tacchi e tornò alla sua vettura, mentre l’altro agente saliva sulla macchina di Wyman.
Due minuti più tardi, la Chaika ripartì, seguita dall’auto del Bastardo.
Pomarev li guardò andar via. Il suo sguardo era quello di un serpente.
Il colonnello Piotr Ivanovic Lebedev entrò nel suo ufficio a Yazanevo e si sedette alla scrivania. Durante il volo che lo aveva condotto da Londra a Mosca aveva riflettuto a lungo.
Non c’era ragione per cui un alto dirigente della CIA come Patrick Keynes si fosse preso la briga di venire in Inghilterra, rivelare che l’associazione per la cooperazione tra Stati Uniti e Urss era fasulla, rinunciando così a anni di lavoro, e informarlo che in Unione Sovietica si stava preparando un colpo di Stato, se questo non fosse stato vero. Lebedev aveva preso in considerazione tutte le implicazioni possibili, pervendo sempre alla medesima conclusione: Keynes non aveva nulla da guadagnare da quella faccenda; se gli aveva mentito, significava che aveva perso il lume dell’intelletto. Ma in tal caso, a Langley lo avrebbero già cacciato.
Ora, il problema era: che fare.
La prima direzione centrale non aveva autorità in patria. In Unione Sovietica comandavano quelli della Lubjanka. Inoltre, Keynes gli aveva svelato il nome di alcuni congiurati, ma non di tutti. Questo comportava molte difficoltà, dato che non sapeva di chi potersi fidare. Grazie al suo grado elevato, Lebedev era libero di muoversi come meglio credeva, però avrebbe dovuto pur sempre giustificare il motivo del suo ritorno a Mosca. Si sarebbe inventato qualcosa, pensò. Altri erano i veri problemi.
La cosa più grave in assoluto era che Kryuchkov figurava fra gli artefici del complotto, e ciò voleva dire che quasi tutto il KGB sarebbe sceso in campo, unitamente all’esercito, al GRU e al Gruppo Alpha: era uno schieramento di forze impressionante, invincibile. Quanti, come lui, non avrebbero obbedito agli ordini di Kryuchkov e del ministro della Difesa? Lebedev sospirò. Pochi, si disse. Il fatto che Putin fosse andato in Germania aveva un significato molto chiaro: sarebbe stato alla finestra a guardare per poi salire sul carro del vincitore. Perciò su di lui non si poteva contare.
Il colonnello non stimava particolarmente Boris Eltsin: si era opposto con ostinazione al segretario generale e beveva troppo. Era inutile fare affidamento sull’orso.
Lebedev aveva una visione molto chiara della situazione. Era leale nei confronti di Gorbaciov, ma non si trattava soltanto di questo. Per contrastare gli Stati Uniti, i predecessori dell’attuale segretario generale – in particolare Andropov – avevano portato la spesa bellica a livelli che erano insostenibili per l’economia sovietica. Ciò significava povertà, fame, disagi e privazioni per il popolo russo (Lebedev non era interessato alle altre etnie). Michail Gorbaciov aveva cercato di porre rimedio a tutto questo con la glanost e la perestrojka, e di fatto aveva chiuso il capitolo della guerra fredda. Se fosse caduto, le cose sarebbero tornate come prima con conseguenze drammatiche.
Per quello bisognava opporsi al colpo di Stato.
Lebedev prese in considerazione l’idea di recarsi in Crimea. Avrebbe informato Gorbaciov. Tuttavia, per intraprendere quel viaggio, avrebbe dovuto escogitare un pretesto sensato, poiché era altamente probabile che anche il responsabile della prima direzione centrale facesse parte dei congiurati.
E questo non era affatto semplice. Qualsiasi informazione avesse appreso a Londra avrebbe dovuto riferirla al suo superiore; non aveva titoli per conferire personalmente con il segretario generale del PCUS, soprattutto mentre questi si trovava in vacanza.
Esisteva una sola soluzione: sebbene fosse assai rischioso, sarebbe dovuto andare in incognito. Lebedev decise di rimandare la decisione all’indomani. La notte portava consiglio.
Uscì dall’ufficio per rincasare e commise un grave errore.
Monica Squire si stupì nel vedere la dura Nadiya in lacrime.
Susan Cooper non aveva riportato danni rilevanti ed era stata riaccompagnata in albergo. Wyman era con lei, benché ignorasse se sarebbe stato espulso dal Paese come ospite indesiderato oppure se gli avrebbero concesso di trattenersi a Mosca per qualche altro giorno.
Monica era tornata alla Lubjanka.
Dalla reazione della sua “carceriera” capì che Nadiya l’aveva data per spacciata; quello che aveva pensato anche lei. “Sono stata una sciocca!”, esclamò la russa dopo aver ascoltato con attenzione il resoconto di Squire. “Avrei dovuto comportarmi esattamente come il compagno della seconda direzione centrale. Quel Pomarev!”
“E’ acqua passata, ormai.”, la tranquillizzò Monica.
D’impulso Nadiya la abbracciò e la baciò sulla bocca.
Monica accolse quella manifestazione di affetto (o di amore) con un profondo senso di gratitudine. Era proprio ciò di cui aveva bisogno.
La russa emanava un profumo delizioso. Era probabile che fosse appena uscita dalla doccia. Monica si vergognò, perché avvertiva che il suo corpo aveva un odore acre e sgradevole, l’odore della paura.
Quando aveva visto Susan balzare addosso all’odioso Pomarev si era detta che la sua collega era impazzita; nel contempo aveva provato un forte moto di ammirazione per lei: Susan Cooper stava rischiando la sua vita per salvarla, e la scarsa simpatia reciproca rendeva ancora più encomiabile il suo coraggio. Il tentativo era fallito, poi però la situazione era cambiata e il maggiore del Gruppo Alpha era stato sconfitto. Ma se non fosse stato per Susan, gli uomini del KGB non l’avrebbero seguita e lei sarebbe morta.
Scacciò da sé il ricordo dell’angoscia che aveva provato.
Quella sera la violenza era esclusa da ogni suo pensiero. “Sarò dolce con te.”, annunciò alla russa con un sorriso. “Da domani sarai nuovamente la mia schiava, ma questa notte no.”
Più tardi, abbracciate l’una all’altra, con grande stupore di Squire, Nadiya disse: “Parlami ancora dell’America.”
Monica si sorprese a pensare che tutto sommato non le sarebbe dispiaciuto vivere con lei. Non riteneva di essere lesbica e certamente avrebbe smesso i panni della “padrona” per indossare quelli più pratici e razionali della “compagna”. Peraltro, non c’erano uomini all’orizzonte, non più dopo la morte di John Lodge e di Matrioska; e, in fondo, cosa significava la parola “lesbica”? Niente. L’amore, per definizione, trascende la differenza o la comunanza di sesso, di cultura, di etnia, di convinzioni politiche.
Nadiya le piaceva. Lo scoprì proprio quella notte, mentre ascoltava il suo respiro pacato e riassaporava l’intensità dei suoi baci. Forse dipendeva dallo shock che aveva subito quel giorno, però non ne era sicura.
Si addormentò con un piacevole senso di aspettativa.
Mentre le due donne giacevano nel tepore della stanza, Pomarev preparava i suoi piani.
Bé, che Pomarev non si fosse già dato per vinto me l’aspettavo 😉 Non mi aspettavo invece che Nadiya avrebbe finito per conquistare davvero Monica 😮
Un gran bel capitolo, ricco ma non scontato in nessuna delle sue tre parti 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST Pomarev non demorderà fino all’ultimo 😦
Nadiya e Monica: infatuazione, legata alle circostanze, oppure qualcosa di più profondo? Lo scopriremo più avanti.
Sono lietissima che questo capitolo ti sia piaciuto, caro lupo!
Grazie.
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Eccomi. Di corsa perché certe minacce mi spaventano…
ma sto Pomarev, no dico, non ha proprio altro da fare? No perché Monichina ora mi pare abbastanza a…suo agio.
Ho preso Lesbo su Amazon. Non mi piace leggere un libro al pc, ma per te faccio un’eccezione, ci mancherebbe. Vuoi una prova? Ok: Cutugno non li rattrista i Jefferson, lui li ammazza proprio!
Un bacio vediamo dove…uhm adesso non mi sbilancio…vado a fare…una doccia!
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Gli intrighi internazionali, attuali, fanno un baffo al tuo dire…se contestualizzati!!!!!!!!! Sempre capace. Saluti da Salvatore.
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Monotono dire che è un bel capitolo? Ricco di intense e significative azioni e intrighi avvincenti. Protagonisti con la P maiuscola che si muovono con maestria in uno scenario perfetto. I sentimenti e le sensazioni si percepiscono perfettamente, poche parole giuste che lasciano all’immaginazione di fantasticare.
… e poi la frase emblematica: “L’amore, per definizione, trascende la differenza o la comunanza di sesso, di cultura, di etnia, di convinzioni politiche.”
ha il sapore di un manifesto 😀
Alla prossima!
Hugs and loves
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@ KRIS io la doccia l’ho appena fatta. Sai, devo prendere un drink con Monica…
Pomarev, secondo me, è indispensabile ai fini del racconto. Lo vedo come un Matrioska più crudele e, tutto sommato, meno capace. Ma non per questo poco temibile!
I Jefferson 🙂
Un bacio dove dico io 😛
E grazie per la fiducia!
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@ SALVATORE RIZZI sei troppo buono, caro Sar.
Felice serata ^^
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@ CLE REVERIES confesso che in questi casi a me la monotonia piace 😛
Il tuo commento è splendido, e ho assai apprezzato la citazione*
Lots of love, darling * __________ *
Thank you!
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Grazie,
un caro saluto e un augurio per un buon inizio di una settimana ricca di bellissime novità. 😉
*_________* e buona notte!
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@ CLE REVERIES kiss*
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Lo so che Pomarev è indispensabile, purtroppo (o per fortuna). E anche che Matrioska è di un’altra categoria.
Monica mi ha detto che vi sareste viste stasera e che farà un po’ tardi… Spero non si stanchi troppo! Non è più una ragazzina.
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@ KRIS nemmeno io, cara 😛
Mi avvicino ai quaranta…
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Capitolo molto intenso e carico di domande che meritano una risposta.
Monica cosa farà? Pomarev è una serpe e si prepara a mordere, Ma chi?
Il Bastardo e Susan cosa faranno?
La storia si complica con lo sfondo di colpi mancini alle spalle tra le varie fazioni russe.
Insomma un bel giallo thriller che tiene il lettore col fiato sospeso.
Aspettiamo la prossima per leggere se il fumo si è diradato.
Un caro abbraccio
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Letto senza fermarmi, sospesa fino all’ultima frase;
capitolo intenso e intrigante..
Odioso, raggiratore quel Pomarev pur di arrivare ai suoi scopi;
storia ricca e complicata di colpi di scena e di congiure politiche…
Sempre più avvincente!
Un caro abbraccio Alesandra
Michelle
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Diventa sempre più interessante ed intrigante, con risvolti inaspettati e chissà quante altri colpi di scena ci riserverà Pomarev (seppur antipatico al massimo) e quali altre disavventure dovranno affrontare le protagoniste.
Sempre bravissima, tieni alta la tensione e l’attenzione del lettore cara Alessandra. Complimentissimi.
Ciao, serena notte e buona nuova settimana
Pat
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Sempre eccellenti le ricostruzioni storiche, l’accuratezza nei dettagli e nella descrizione dello scenario fanno il libro…
devo ancora leggere i capitoli precedenti, ma spionaggio, servizi segreti sovietici, CIA, sono ingredienti irresistibili per me…
un abbraccio
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Ecco l riprova, provata e provante, di quanto sostenuto in precedenza.
Le vite di ciascun personaggio, le loro essenze, s’intrecciano tra loro e vivacizzano la vicenda ancor più acuendo l’interesse. Non è più un intreccio dove si può spargere, con mestiere: sesso, droga e polvere da sparo.
Emergono vivide le psicologie degli attori, tanto che oramai ad alcuno siamo affezionati, ad altri regaleremmo volentieri un collare zulù e siamo quasi costretti a riandare, con l’aiuto di san Wiki o simili, a quei concitati giorni.
Ci si diverte, ma la mente riesce ad occuparsi anche di grandi temi. Ci si industria a rispondere, ciascuno secondo sensibilità, alle domande che sono impresse in noi.
L’amore, ad esempio. E’ veramente trascendente all’uomo, oppure é legato con fili invisibili alla condizione umana?
La tua sensibilità ha già dato una risposta che brilla.
E’ interessante il compagno Lebedev, ma ancor più interessante sarà scoprire l’errore da lui commesso.
Sarà bene che qualcuno, molto più qualificato del sottoscritto inizi a prendere in esame questo scritto e i precedenti suoi genitori, ché si sta dipanando una splendida trilogia ed esiste il “fil rouge” che li lega.
ps: a diciannove righe dalla fine, la prima parola : Scaccio = Scacciò
Il vecchio proto dell’ Ufficio Rèfusi.
Mai esodato, non ancora pensionato 🙂
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@ NEWWHITEBEAR molte domande, è vero, ed alcune risposte non tarderanno ad arrivare. Per le altre bisognerà aspettare.
Fra le varie fazioni russe esisteva (esiste?) un forte senso di rivalità, come in America dove CIA e FBI si vedono come il fumo negli occhi.
Grazie e un caro abbraccio a te!
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@ VENTIDIPRIMAVERA ai fini della narrazione, Pomarev è indispensabile. Sebbene siano personaggi assolutamente diversi, appartenenti a epoche lontane fra loro, e sebbene Pomarev sia estremamente lucido, mentre lei era una pazza, il maggiore riveste un po’ il ruolo che fu di Silvia (“Alex Alliston”).
Ti ringrazio, chèrie!
Bisous*
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@ PATRIZIA M. indubbiamente, Pomarev è antipatico al massimo. D’altra parte, questa è la sua funzione. Per la “gioia” dei miei amici lettori ci accompagnerà fino all’ultimo…
Grazie, Pat.
Un sorriso per te 🙂
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@ MARIA D’AMBRA benvenuta nel mio blog, cara!
Se ti piacciono i servizi segreti sovietici, la CIA e lo spionaggio, beh qui troverai molto di questo, anche nel mio precedente romanzo “Matrioska”, sempre editato su WordPress.
Grazie mille per le tue parole e un abbraccio a te ^^
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@ CAPEHORN l’Ufficio Refusi è sempre utile. Per quanta attenzione ci si metta, uno o più refusi sono sempre in agguato… anche sui libri della Mondadori 😛
Permettimi una domanda, Carlo. E’ la seconda volta che parli di “trilogia”: Matrioska, Il crepuscolo della Lubjanka… e?
Ciò detto, se vorrai, e se succederà (ma non succederà), la prefazione spetterà ancora a te. Altro che “qualcuno, molto più qualificato…”
Il problema è che in Italia pubblicano Licia Troisi 😦
Grazie, amico mio!
(Di Lebedev sapremo presto).
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Matrioska parte I e parte II .
Se così non fosse allora … occorre il terzo
🙂
Licia Troisi?
Bhè … hanno pubblicato gente che deve ancora far pace con il proprio cervello, quindi …
ps: é bello essere il prefatore ufficiale di qualcuno.
Ne sono orgoglioso … ecco !!!
🙂
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@ CAPEHORN Matrioska parte prima e seconda, ci può stare.
Sempre meglio de “Il figlio di Matrioska” 😛
P.S. non per nulla, la chiamano “Maestro” ^^
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Bhè … “Matrioska Family” avrebbe un respiro … internazionale. Vuoi mettere.
🙂
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@ CAPEHORN eheheh 😛
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🙂
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@ CAPEHORN ^^
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😉
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L’amore trascende,l’amore accomuna, l’amore unisce….e quel che importa è che genera amore…
Questo rende l’uomo (in senso universale) uno spirito GRANDE….tu sei GRANDE!
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@ MARI concordo con te sul concetto di amore.
Però, tu sei troppo buona!
Kiss*
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Come ti ho già detto sinceramente, non mi attira il genere spionistico, ma tu sei davvero brava, complimenti.
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@ DOMENICA LUISE grazie, cara!
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Mi stupisco, cara Signorina, del fatto che lei ha sempre esposto
odio puroun parere negativo verso le opere di Licia Troisi, conperfida maldicenza e notevole acredineun segnato senso critico. Eppure lacaprascrittrice potrebbe dispensarle e quindi elargirle molti suggerimenti appenala smette di copia/incollareda lei interpellata, sulla eventuale titolatura di nuovi racconti legati a Matrijoska.A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, dunque:
1°: Matrijoska;
2°: Il crepuscolo della Lubjanka;
3°: Cronache dalla Lubianka;
4°: La guerra per la Lubjanka;
5°: La leggenda della Lubjanka;
6°: A volte ritornano: Matrijoska II;
7°: La vendetta di Matrijoska;
8°: Matrijoska e il mare: parla il suo dragone;
9°: Matrijoska ultimo atto;
10°:Total recall. L’uomo che visse due volte: Matrijoska;
etc. etc. e … compagnia cantante.
Abbandonando le cose serie e leggendo le sue amenità, rilevo la frase:
“[ … ] Kryuchkov figurava fra gli artefici del complotto [ … ].
Ma secondo lei il buon, caro, e promettente Pavlov cosa faceva? (Pensi, al fine di saperne di più sulle congiure, si era rivolto alla nota Società Catilinov, Caininski, Giudarev & figli) e che il 4° Reggimento corazzato Guardie della Div. Kantemirovskaya, nel promettere il proprio immediato appoggio, dispose immediatamente la Banda musicale dei Reggimenti Divisionali in parola. E al suono di: Come è bello far l’amore da Vladivostòk in giù …. (starring Rafflina Carràschenko – era di origini ucraìne -), riuscirono a definire l’amore tra Monica Scudiero e “quell’altra”.
Per quello che mi riguarda, invece, una “certa” rigidità fornisce certezze e sicurezza. Un profilo non indifferente per poter reggere quel covo di spie.
Resta inteso che, i miei interventi, sono sempre mirati e senza di me, questa storia non avrebbe sale. Un po’ come se nella vostra religione cattolica apostolica romana non esistesse Lucifero e il male fosse, sempre, abbattuto e messo in minoranza. Sa che noia?
Ma noi, invece, siamo dotati di spirito imprenditoriale: meglio quattro morti oggi, che dieci feriti domani! Che gusto ci sarebbe, altrimenti, se tutti fossero buoni?
La saluto, vado a fare colazione: c’é un bambino di tre mesi che mi aspetta. Mi hanno assicurato che è estremamente tenero. Un “buon” bambino.
С наилучшими пожеланиями и спокойной ночи
Beste wense en ‘n goeie nag
أطيب التمنيات ليلا وجيدة
כל הטוב והלילה טוב
ご多幸とおやすみなさい
最良好的祝愿和美好的夜晚
와 바램 좋은 밤
வாழ்த்துக்கள் நல்ல இரவு
Beste Wünsche und gute Nacht
Salutamme Milé!
(Poi dicono che non impariamo e siamo duri come capre. Tsé. Temo di essermi confuso un po’ con quella storia, ma lei capirà)).
Pomarev
PS: quando cliccherà sul mio nome, lì su a sinistra, vedrà cosa ho nel cuore!
до свидания!
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C’é un messagginski in moderazionev.
Semprev con me, verov?
Mah!
Salutanski
Pomarev
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Adessov ci sonov dueiev messagginsky in moderazionev.
Arì salutilnikov.
Pomarev
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@ MILOSLAV POMAREV misteri di WordPress! In realtà, ho trovato altri dieci commenti inseriti negli “spam” e me ne sfugge il motivo dato che io non applico la moderazione.
Bene: scriverò tutti i romanzi indicati 😛
In quanto al discorso su Lucifero lei mi trova d’accordo.
E veniamo a Licia Troisi. Qui su WordPress, ci sono almeno venti persone – o trenta? o quaranta? – che valgono più di lei. E’ indegno che tale scorfano ignorante sia pubblicata!
Приятного дня.
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C’è sempre alta tensione, sospensione della realtà alcune volte e ottime descrizioni di animi e personaggi. Ci mancavano anche i colpi bassi e certe coltellate alle spalle… e quel Pomarev è viscido. Un saluto.
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@ UNIVERS sono molto contenta che tu abbia trovato tensione e buone descrizioni!
Pomarev è certamente un pessimo elemento.
Grazie e un bacio.
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Spionaggio, intrighi e amore, tutto condito con abilità scrittoria. Pomarev è il personaggio giusto in questa storia che prende sempre più quota.
Grazie per questa bella e avvincente lettura.
un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 Pomarev è decisamente il personaggio che ha fatto più presa.
Grazie a te, cara Isabel, e un bacione*
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Bel capitolo. Azione… riflessioni varie… c’è di tutto.
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@ BRUMBRU il suo commento mi rende contenta, Messere!
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riesci sempre a intrecciare molte storie molti personaggi… brava brava … ma quanti giorni mancano al colpe? tic tac tic tac ….
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@ POCHEPRETESE ormai pochi, caro.
Tic tac tic tac 😛
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