La prima volta che Marcus aveva ucciso un uomo non aveva provato alcuna emozione. Da ciò aveva dedotto che era refrattario a esse. Forse era per via del sangue del bisnonno o del nonno, o meglio ancora di entrambi: ma non gli interessava ragionarci sopra.
La seconda volta fu più difficile, perché si trovò costretto a eliminare quattro persone. Quel giorno scoprì che non conosceva la parola “paura”. Stava vagabondando per l’Europa, in attesa di recarsi a Londra dove, ne era certo, avrebbe fatto fortuna. Disponeva di pochi soldi, tuttavia sufficienti per comprare del pessimo hashish che poi rivendeva a qualche sprovveduto. Fu fermato da quattro energumeni che gli dissero qualcosa che lui non capì. Si trovava in Costa Azzurra e il francese era una lingua ostica, che non riusciva a comprendere. Per taluni era un linguaggio musicale; per Marcus un insieme di parole sconnesse prive della precisione del tedesco. Inoltre, i quattro si esprimevano in dialetto. Quello che afferrò era che non erano animati da buone intenzioni; probabilmente aveva invaso la loro zona, ed erano decisi a punirlo. Imbruniva ma c’era ancora abbastanza luce da consentirgli di scorgere i loro visi, che avevano fisionomie ottuse e brutali. Percepiva un forte odore d’aglio. Marcus non sopportava l’aglio. Il più grosso gli sferrò un pugno nello stomaco. Nella mano di un altro, piccolo e smilzo ma dall’aria cattiva, balenò un pugnale. Marcus si guardò intorno: erano in una piccola via nei pressi del vecchio porto di Cannes. Nei paraggi non c’era nessuno: né passanti, né prostitute, né poliziotti. Questo non cambiava le cose. Un passante sarebbe sicuramente scappato, una prostituta si sarebbe disinteressata di quanto stava accadendo, un poliziotto lo avrebbe arrestato, dato che era uno straniero. Era possibile che quei quattro fossero in combutta con la polizia: perciò l’avrebbero passata liscia.
Marcus ignorò il dolore, scoprendo che entro certi limiti era in grado di farlo; poi incassò la testa fra le spalle e colpì con inaudita violenza l’uomo che lo aveva attaccato per primo. Lo prese alla mascella, e un attimo dopo gli centrò i testicoli con un calcio. Fece un balzo e strappò il coltello dalle mani dello smilzo. Lo pugnalò alla gola. Quindi fronteggiò gli altri due. Il più coraggioso venne avanti con una sbarra di ferro, l’altro scappò. Marcus evitò il fendente diretto alla sua testa, si chinò e scattò con tale rapidità da impedirgli un secondo tentativo. Non provò gusto mentre la lama gli penetrava nella carne: stava semplicemente difendendosi. Era un atto meccanico, un atto necessario. In esso non vi erano sadismo, poesia o rabbia. Era un compito da svolgere: tutto qui. Si chinò sull’uomo grosso, ignorò il suo sguardo terrorizzato, non capì ciò che gli diceva – immaginò che lo stesse supplicando – e lo pugnalò a morte. Poi inseguì il quarto, lo raggiunse dopo un centinaio di metri, lo placcò come un giocatore di rugby, lo rovesciò a pancia in su e completò l’opera spingendo l’arma fino al cuore. Tornò indietro, appurò che erano tutti morti, gettò il pugnale e camminò fino all’altra estremità di Cannes, osservando con piacere le belle donne che percorrevano ingioiellate la Croisette. Si ripulì dal sangue a una fontana.
Poi entrò in un bistrot e ordinò una birra.
Marcus non provava emozioni, non aveva paura e considerava le femmine solo una momentanea fonte di piacere. Ogni sentimento era escluso. Era contento di se stesso, e riteneva di essere una persona assolutamente normale. Non conosceva morale ed etica, ma lo stesso discorso si applicava ai banchieri, ai ricchi industriali, ai nobili sfaccendati, alle donne che tradivano i mariti e ai mariti che picchiavano le mogli.
Riascoltò I love Janine, e mentre la limpida voce di Sarah Taverner riempiva la stanza, fece una scoperta che non gli piacque. Per Sarah e Janine aveva sviluppato una forma di ossessione, e ciò contrastava con la sua indole.
In precedenza, se voleva una donna se la prendeva; se lei gli resisteva, la dimenticava subito. Il mondo era pieno di ragazze graziose, non c’era che l’imbarazzo della scelta. Lui mirava al guadagno, al lusso, ai ristoranti dove camerieri ossequiosi gli servivano quaglie e champagne, ai vestiti eleganti. Non certo all’amore.
Rifletté su quell’ultimo punto. Sentiva di poter escludere di essere innamorato di Sarah o di Janine. Però… c’era quell’ossessione… quella brama di possederle entrambe; e prima di allora non gli era mai successo. Erano belle, attraenti, affascinanti, tuttavia ciò non giustificava il suo interessamento morboso. Che fosse dovuto alla musica? Scrollò le spalle. Lo annoiava pensare troppo.
Il citofono suonò e Marcus andò ad aprire a Janine Leblanc.
Janine era tesa e ansiosa.
Marcus la invitò ad accomodarsi sul divano, ma lei prese a misurare a grandi passi il soggiorno. Spense il lettore e dichiarò: “Non è giusto quello che stiamo facendo!”
Marcus le rivolse un sorriso freddo. “Non la desideri più? In tal caso, sei libera di andartene. Non sarò io a costringerti a rimanere qui ad aspettarla.”
Janine si fermò davanti a lui. “Non si tratta di questo. Semplicemente mi sono comportata male e ho sbagliato ad assecondare il tuo piano. Sarie deve essere libera di…”
“Ho capito.”, la interruppe Marcus. “Non vuoi che lei sia felice.”
“Certo che lo voglio! Ma non tramite un inganno.”
Marcus scosse la testa e disse: “Non confondere i mezzi con il fine. Sarah ti ama, sebbene per il momento non intenda ammetterlo nemmeno a se stessa; e se tornerà con te, sarà felice. Adesso, invece, non lo è. Ecco perché è costretta a ricorrere a me. Ma, quando sarete di nuovo insieme, lei non avrà più bisogno di surrogati. Vedi… quello che io le procuro è semplicemente un surrogato dell’amore: potrebbe andare avanti all’infinito e la sua vita non cambierebbe comunque. Sei tu che le manchi!”
Janine si lasciò cadere sul divano. “Non ti credo. Se fosse così, mi avrebbe cercata.”
“E tu hai cercato lei?”
Janine meditò su quelle parole. “No.”, ammise infine. Era tutto così complicato, così contorto! Si era presentata da Marcus decisa a comunicargli che si tirava fuori, che non avrebbe più fatto da tramite fra lui e Sarah; però adesso si sentiva confusa. E se quell’uomo avesse avuto ragione? Esistevano mille motivi che potevano spiegare il fatto che Sarah non aveva mosso il primo passo. Era una donna orgogliosa. Forse pensava che lei, Janine, non l’avrebbe più voluta. Oppure era combattuta e magari sarebbe stato sufficiente un gesto, un sorriso, per riconquistarla. Ma perché ricorrere alla droga? Per avere una scusa per incontrarla ancora.
A un tratto, fu colta da un terribile sospetto.
Si alzò dal divano. Con le gambe larghe e le mani sui fianchi fissò quell’uomo enigmatico. Puntò un dito contro di lui. “Tu le hai venduto cocaina, vero? Non… altro?”
“Certamente.”, rispose Marcus. “Cosa avrei dovuto darle, altrimenti?”
“Io ho sentito la sua voce al telefono. Era come disperata. La coca non dà assuefazione.”
Marcus si alzò a sua volta. “E non ti domandi da dove proveniva quella disperazione, quell’angoscia? Dall’amore che prova per te.”
Janine lo guardò dubbiosa.
Marcus la abbracciò e la baciò sulla bocca.
La prima reazione di Janine fu di incredulità.
Sconcertata, non trovò la forza per reagire con prontezza; poi si riscosse e cercò di liberarsi dell’abbraccio. Ma Marcus era molto più forte di lei. Però esercitava quella forza con gentilezza; non c’era violenza in lui. Emanava un buon profumo. Ed era bello. Senza essere pienamente consapevole di ciò che faceva, Janine socchiuse la bocca. Le lingue si incontrarono. Marcus era molto delicato: baciava meglio di Sarah e anche di tutti i ragazzi che lei aveva frequentato prima di essere sedotta da una donna.
Io non sono lesbica, pensò confusamente: Sarah lo è, a me invece sono sempre piaciuti gli uomini, e lei rappresenta un’eccezione.
Accolse completamente la lingua di Marcus e corrispose al bacio quasi con rabbia. Sarah Taverner era una donna fredda ed egoista, l’aveva umiliata e mortificata, flirtando con Susan Driver davanti ai suoi occhi; e poi l’aveva lasciata per una scena di gelosia che era più che giustificata. A nulla era valso supplicarla.
Marcus era gentile e premuroso. Si guadagnava da vivere in modo sbagliato, ma lei avrebbe potuto convincerlo a cambiare. Non erano pensieri formulati secondo una sequenza logica: piuttosto lampi che si affacciavano al suo cervello, confondendola. Erano sensazioni, emozioni: risentimento nei confronti di Sarah, dolore, angoscia… desiderio. Sentiva il bisogno di essere amata, protetta, consolata.
Quando Marcus le toccò il seno, provò un brivido. Si strinse a lui, sporgendo il bacino. Era una follia? No, non lo era. Si staccò e questa volta Marcus glielo permise; si tolse le scarpe e cominciò a spogliarsi. Lui la imitò. Un momento dopo giacevano avvinghiati sul divano. Si sentì penetrare, si inarcò e subito iniziò a godere. Lo morse, gli graffiò la schiena e provò un senso di profonda gioia quando lui venne. Strinse le gambe per tenerlo dentro di sé. Lui la guardava con un’espressione estasiata che la commosse. La baciò teneramente, le accarezzò il viso, continuando a fissarla con uno sguardo che non lasciava adito a dubbi: l’amava. E poi fu ancora pronto. Lo sentì crescere, farsi sempre più duro. Fecero nuovamente l’amore, questa volta con estrema dolcezza; e fu ancora più bello.
Entrambi erano riluttanti a separarsi. Non parlavano. Lei lo osservava, studiava il suo volto, gli scompaginava i capelli. Si rendeva conto di non soffrire più, di non pensare più a Sarah… di essere felice.
Marcus disse: “Sei bellissima, tesoro!”
Janine sorrise. “Anche tu sei bello. Non avrei mai immaginato di… di…” Arrossì, pensando che forse adesso lui la stava giudicando. Marcus parve leggerle nel pensiero. “Abbiamo fatto la cosa giusta, non ti devi vergognare.”
Lei accolse quelle parole con sollievo. Per un attimo si era biasimata: in fondo aveva aperto le gambe a uno sconosciuto, ed era bastato che lui la baciasse perché ciò succedesse. Molti uomini l’avrebbero considerata una donna leggera, avventata, se non peggio. Ma gli occhi di Marcus non mentivano e aveva saputo dirle esattamente quello che lei avrebbe voluto sentirsi dire. Questo denotava una grande sensibilità. Gli fu grata e lo strinse forte a sé. Una quantità di pensieri le attraversavano la mente, però lei li scacciò; desiderava soltanto prolungare quel meraviglioso momento di intimità, assaporare altri baci, vivere nuove emozioni. Ci sarebbe stato tempo per pensare: ma non ora.
Sarah rilesse il messaggio, chiedendosi irritata per quale motivo Janine avesse dato il suo numero di cellulare a Marcus. Ma forse era stato un bene e comunque adesso aveva solo fretta di comprare dell’altra coca. Una coca strana, diversa, che però le piaceva molto più dell’altra. Non si limitava ad eccitarla, a renderla forte e lucida; la portava in mondi strani e sconosciuti, vagamente pericolosi, che tuttavia la appagavano e la facevano sognare. La sera prima aveva litigato aspramente con Meaghan O’Reilly e c’era il rischio che il progetto di incidere un disco insieme andasse in fumo. Per la sua carriera sarebbe stato un danno irreparabile. Avrebbe dovuto essere preoccupata, ma lo era solamente in minima parte: allo stato attuale, Marcus era più importante di quell’irlandese irascibile.
L’sms la informava che il citofono era guasto. Marcus non sapeva quando lo avrebbero aggiustato, perciò avrebbe aperto il portone all’ora convenuta. Infatti, Sarah entrò senza problemi. Raggiunse l’appartamento di Marcus e, come da istruzioni, non bussò.
Entrò e si guardò attorno.
All’inizio pensò che non ci fosse nessuno. Marcus si era scordato dell’appuntamento?
No. Altrimenti non le avrebbe lasciata aperta la porta.
Poi le sembrò di udire dei rumori che provenivano da una stanza attigua.
Bene. Marcus c’era.
Senza una ragione precisa, spostò lo sguardo sul divano.
Avvampò in viso.
Sul divano c’era Janine ed era nuda.
Inizialmente, le parve sgomenta.
Ma un istante dopo Janine Leblanc le rivolse uno sguardo trionfante.
E qui si aprirebbe un grosso interrogativo mai risolto: parrebbe -nelle coppie etero- che un tradimento effettuato dal/la partner con uno/a di sesso uguale al suo bruci più che uno compiuto con qualcuno di sesso diverso. Questo, trasferito alle coppie omo… dovrebbe essere l’inverso.
Insomma, A Sarah questo tradimento brucerà ancora di più visto che è compiuto con un uomo?
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@ BRUM uhm… io penso di no. Però non credo che esista una regola generale. In fondo, un’altra donna sarebbe vista come una “vera” rivale, un uomo non so. In ogni caso, è stata Sarah a lasciare Janine…
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Nuovo ritratto alla Goya o alla Blake, particolari minuziosi di un personaggio fatto di perfide contraddizioni. La cattiveria scorre nelle sue vene senza creargli problemi, nei suoi occhi dallo sguardo torbido e determinato al male, c’è la possibilità di leggere sentimenti normali. E’ l’Angelo del Male che affascina, coinvolge e travolge fino a causare la inesorabile perdizione di chi usa per i suoi piani malefici, e nessuno se ne accorge fino a quando ormai è troppo tardi. Vedremo….
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@ CLE REVERIES che commento stupendo!
Grazie*
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Sicuramente tra le prime 11 puntate questo è il brano migliore. Le analisi dei pensieri, dei comportamenti inducono a riflettere, a soffermarsi sui due personaggi: Marcus e Janine.
Ne escono due descrizioni a tutto tondo. Marcus con la sua freddezza e incapacità a donare amore, Janine con la sua fragilità e insicurezze.
Solo attraverso il rapporto amoroso sembrano sciogliersi, a scrostarsi di dosso quella patina che li ricopre.
La scrittura è diventata più morbida e matura. E’ piacevole leggere e seguire i tuoi ragionamenti.
Complimenti.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio moltissimo!
E mi auguro che ti piacciano anche le prossime puntate, secondo me le più interessanti. Dopo un inizio volutamente lento, credo infatti che questa storia acquisirà un maggior ritmo.
E’ bello avere lettori così attenti, e commenti che sono vere e proprie recensioni!
Un caro abbraccio.
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Un risvolto a sorpresa che penso sia il preludio ad altri colpi di scena. Marcus, così freddo e determinato sembra sciogliersi quando fa l’amore con Janine. Si lascia andare, forse anche sorpreso lui stesso da quello che sta provando. Janine invece si lascia andare, ma nonostante tutto si sente in colpa, aperta ai giudizi di altri, ma nello stesso tempo trionfante quando vede Sarah, come se l’averla ferita la ripagasse di quanto patito per essere stata lasciata.
Sarà veramente così?? Io sono sicura che le prossime puntate ci riserveranno altre sorprese, altri risvolti inaspettati. Letto tutto d’un fiato, con curiosità, con piacere. Scorre che è una meraviglia Alessandra, complimentoni!!
Ciao, un abbraccio
Pat
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Giochi pericolosi, giochi in cui da vincitore diventi perdente…o viceversa….giochi che possono bruciare per sempre…Marcus è veramente sempre piü pericoloso….chi fa giochi strani, giochi poco chiari, giochi che possono far male….è sempre una persona da tenere distante!
Sei GRANDE! un bacione
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Un intreccio narrante, a perdifiato, con tutti i corollari del caso. Amore e droga, più il sesso, a mio avviso portano fuori strada, comunque…ognuno decide per sè. Un saluto da Sar.
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@ PATRIZIA M. in realtà, Marcus è un freddo calcolatore. Tutto quello che fa è studiato in anticipo, compreso il suo “finto amore” per Janine.
Le sorprese sicuramente ci saranno: spero che siano buone.
Grazie, carissima Pat!
Un bacione*
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@ MARI è vero: Marcus andrebbe tenuto lontano, però…
Sia Sarah sia Janine si sono dimostrate alquanto ingenue, ma attenzione: fra breve arriverà l’uomo alto.
Ti ringrazio molto!
Un grande abbraccio, Marina ^^
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@ SALVATORE RIZZI e come non darti ragione!
Grazie per le belle parole e l’augurio di una splendida serata.
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Sarà che ho amato i gialli Mondadori che giravano per casa, così come ho amato le personalità border line ritratte nei romanzi che leggevo da ragazzina, ma leggerti è come bere un bicchiere d’acqua fresca in un caldo pomeriggio afoso.
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Il persionaggio Marcus è sempre più sorprendente. Incredibile come si sia sbarazzato degli energumeni, lui solo contro tutti!
E poi con Janine l’amore sul divano, cogliendola di sorpresa. Ma quandi i sensi si scoprono, allora non ci sono più freni, e c’è addirittura posto per un atteggiamento delicato seppur passionale del grezzo Marcus!
Con la meraviglia di Sarah,
i giochi si stanno facendo sempre più interessanti!
Cesare
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Scusami per qualche errore di battuta.
Cesare
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Buon fine settimana carissima Alessandra
Un grande abbraccio, Pat
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Buongiorno, cara, bellissima puntata ricca di emozioni. Marcus non è uno stinco di santo e tu ne descrivi benissimo i primi approcci da assassino e poi lo svolgimento amoroso fra lui e Janine. Sarah, giunge al momento opportuno, cosa accadrà? Non c’è che dire sai come lasciare il lettore sul più bello, alla prossima puntata allora.
Ti auguro un buon fine settimana.
un abbraccio
annamaria
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( o t) Ho notato che la pioggia è finita ed è anche evaporata! :).
Ripioverà, lo spero 🙂
BUON WEEKEND
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@ NOTI che bellissimo complimento!
Benvenuta nel mio blog ^^
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@ CESARE gli errori di battuta sono l’ultimo dei problemi: ciò che conta è la profondità di quello che si scrive, come nel tuo caso.
Grazie!
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@ PATRIZIA M. un bacione, Pat * ____________ *
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@ ANNAMARIA49 nelle prossime puntate faranno la loro apparizione due personaggi nuovi, che contenderanno la scena al perfido Marcus, all’ingenua Janine e all’intransigente (ma per quanto ancora?) Sarah.
Buona serata, amica mia, e grazie!
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@ CLE REVERIES quella pioggia per il momento si è nascosta…
Nutrivo dei dubbi: ampliare, lasciare il tutto com’era – scritto di getto in cinque minuti di orologio – o cancellare.
A presto una decisione.
Come sei attenta, cara, e di questo (e di altro) ti ringrazio moltissimo!
Buon fine settimana a te 😛
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… Taci.
Potevi parlare prima, e forse lo hai fatto: forse sono stata io a non comprendere le tue parole. Detesto la poggia. Amo il sole, il mare e il vento; e i boschi illuminati dal sole nascente oppure al tramonto, l’ora più bella per chi ha qualcuno che lo aspetta …
……..
La bellezza che emerge dal racconto di Janine, è una bellezza infusa con sentimento; una bellezza diversa dalla bellezza del paesaggio o dalla fredda perfezione della forma.
E’ una bellezza che ha attraversato il dolore della desolazione fino a quando le parole o la musica che emergono nell’anima diventano identici alla fame e alla disperazione.
Va detto anche che non tutte le sofferenze riescono a trovare la strada verso la bellezza.
Dove la sofferenza può essere raffinata in bellezza avviene una meravigliosa trasfigurazione.
Marcus è il dolore, il muro, il silenzio che diventano pacere.
Dopo sarà il piacere a diventare dolore, ma non troppo: in sottofondo la voce di Sarah Taverner, nel caldo della sua voce, porgerà una mano che ci accompagnerà, dolcemente, al finale!“.
R4d1051tà
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@ THE CONTROLLER e arriverà, con una sola piccola modifica:
Taci. Potevi parlare prima, e forse lo hai fatto: forse sono stata io a non comprendere le tue parole. Detesto la poggia. Amo il sole, il mare e il vento; e i boschi all’alba oppure al tramonto, l’ora più bella per chi ha qualcuno che lo aspetta…
Talvolta mi domando se abbia un senso scrivere “Il crepuscolo della Lubjanka”. Occorrono ore di sforzi, di ricerche, di scrittura, di rilettura, di seconda stesura…
Ho scritto la mia parte del post con Briciola in circa trenta minuti. E se guardo i commenti e i “mi piace”…
A parte questa digressione, desidero ringraziarti di cuore per il tuo magistrale intervento!
Radiosità.
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Occorrono ore di sforzi, di ricerche, di scrittura, di rilettura, di seconda stesura…
Questo è il senso.
Aleksandr Sergeevič Puškin, elaborò artisticamente alcune fiabe (come Il pesciolino d’oro) che gli erano state in parte raccontate dalla sua nutrice. Ecco: il patrimonio di un raccontino serale, diventa dei molti. Deve essere terminato, però.
Si potrebbe correre il rischio che l’attenzione evocata dalla frase:C’era una volta … possa divenire … or non c’é più.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Lev Nikolàevič Tolstòj, Michail Afanas’evič Bulgakov (soprattutto lui dopo “Il maestro e Margherita” addirittura incompiuto), non avevano commenti oppure i mi piace! Eppure hanno raccontato “il Crepuscolo” di qualcosa!
Quel qualcosa che noi stiamo, ancora, leggendo per imparare!
Internet point di Cipro? Quale, La Repubblica turca di Cipro del Nord? Che è riconosciuta soltanto dalla Turchia? Sapevi che, proprio in questo lembo di terra ci sono i più grandi server (e molto potenti anche) di pornografia d’Europa e del medio oriente?
Guarda che bizzarrìa.
R4d1051tà
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Riecomi cara dopo qualche giorno di latitanza,
ma ci sono, non mi sarei perduta di certo di (ri)leggere
questa grande puntata, intensa, ricca e bellissima di colpi di scena
che si avvia se ben ricordo ad intrecci sempre più ambigui e
ad altra storia…
Sei mitica!
Un grande abbraccio Alessandra
Michelle
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Capita che una mancanza ci spinga a trovare… forme di compensazione. Quando succede però non dura a lungo, ci ri rende conto presto che ciò ha portato solo ad una infatuazione provvisoria, utile sì, per superare il momento difficile, ma poi inutile da mantenere. Janine era proprio in un momento così, di grande fragilità, e per Marcus non è stato difficile approfittarne.
http://www.wolfghost.com
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@ THE CONTROLLER esempi troppo illustri!
In ogni caso, la mia era solo una considerazione: e infatti, oggi, come tutte le domeniche, ci sarà il nuovo capitolo.
A Cipro ero nella parte greca.
Un saluto radioso.
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@ VENTIDIPRIMAVERA ricordi molto bene, chèrie!
“si avvia ad intrecci sempre più ambigui e
ad altra storia…”
Ti ringrazio davvero moltissimo, Michelle*
Bisous ^^
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@ WOLFGHOST il tuo è un commento profondissimo!
E rispecchia perfettamente la situazione.
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In questo episodio mi hai completamente catturata.
Non solo per aver assistito al connubio di sensualità e amore tra Marcus e Janine, ma soprattutto per la tua indubbia bravura nel saper tirar fuori il meglio di ciascun personaggio
Baci baci
Mistral
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Pezzo che strabilia, come puntata in sè è di buonissima qualità, con picchi elevati e una Janine personaggio tratteggiato delicatamente come un fiore. Pare che non abbia un futuro definito e invece sono pronto a scommetterci su. Brava. Un saluto.
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@ OMBREFLESSUOSE grazie, mia cara amica!
Baci, bacini e bacioni*
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@ UNIVERS sono felicissima del tuo commento!
E credo proprio che tu abbia vinto la scommessa.
Un caro saluto*
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Marcus è troppo sicuro di sè…
Ciao!
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@ LILLOPERCASO e talvolta questa è un’arma a doppio taglio…
Ciao, Dani!
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Giustamente! E scommetto che si farà male 😀
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@ LILLOPERCASO eh eh eh, questo però non posso dirlo 😛
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