ALESSANDRA:
La musica scorreva fluida.
Accovacciata sul divano, scalza e in pantaloncini corti, guardavo fuori della finestra. Era una bella serata di settembre, il cielo era luminoso, cosparso di stelle; la luna era perfettamente visibile. Una brezza leggera recava con sé il profumo del bosco. La chitarra di Jerry Garcia disegnava arabeschi, accarezzava l’anima; poi tutto il gruppo si univa a lui e “Dark Star” si trasformava in un sortilegio, un viaggio magico che mi incantava e mi faceva sognare. I ricordi del passato emergevano vividi, e il forte senso di malinconia che essi portavano in dono veniva stemperato dalla sublime bellezza di quei suoni.
Chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare lontano. Vidi una bambina felice che correva incontro al suo papà. Aveva sentito l’inconfondibile rumore della sua macchina ed era corsa fuori di casa per abbracciarlo. Era stato a Parigi per tre giorni, e la sua assenza le aveva pesato moltissimo. La bambina voleva bene alla mamma, ma adorava suo padre. Lui parcheggiò l’auto, scese e la prese fra le braccia, stringendola forte. Alla bambina piaceva molto la fragranza del suo dopobarba: anche se fosse stata bendata, lo avrebbe riconosciuto fra mille. Quel pomeriggio aveva giocato nel giardino, fingendosi Robin de Bois, e combattendo contro lo sceriffo di Notthingam. Aveva una piccola spada, un arco e una faretra piena di frecce colorate. Quando il sole era calato, era rincasata per cenare, e la mamma le aveva promesso che l’indomani l’avrebbe portata al cinema. Poi sarebbero andate al piccolo porticciolo, e avrebbero fatto il bagno in una linda spiaggetta che generalmente era poco frequentata, dato che si trovava lontana dalla Croisette. Sarebbe stata una giornata stupenda, la bambina lo sapeva, nello stesso modo in cui era stupenda quella serata. Il mare riposava tranquillo, appena mosso dal Mistral, in lontananza si scorgeva il profilo di una nave, le palme erano illuminate dalle luci di Cannes.
Fu quella sera che suo padre le raccontò la fiaba della piccola scimmia e del grande leone. Ora non la ricordava più, però rammentava che era una storia dolce, colma d’amore, serena. Così come era serena la bambina, in quella sera, seduta sul prato con le gambe incrociate, le ginocchia tutte sbucciate, mentre papà parlava, narrava, la conduceva per mano in Africa, dove si udivano mille suoni diversi, si vedeva il veld passare nel giro di pochi minuti dal crepuscolo alla notte, si percepiva la presenza di una quantità di magnifici animali.
Mi alzai per far ripartire il cd, e ancora una volta la stanza si colmò di quella musica straordinaria; di nuovo la chitarra che inseguiva tramonti e aurore, e poi il basso pulsante di Phil Lesh che trovava sentieri sconosciuti per raggiungerla, creando altre magie, perché a ogni ascolto, quella incredibile canzone assumeva sfumature inedite, armonie che si componevano e si scomponevano come trascinate dal vento, per giungere infine a toccare il cuore.
Non so se fu per quella musica o per il ricordo di una bambina serena che ascoltava la fiaba del leone e della scimmietta: so solo che incominciai a piangere. Le lacrime bagnarono il mio viso, mentre ripercorrevo strade che erano ben distanti da quel lontano tempo felice. La bambina era diventata una ragazza. La ragazza era diventata una donna. La donna aveva conosciuto l’amore per poi perderlo. Aveva guardato il mondo con occhi diversi, e molto di quello che aveva visto non le era piaciuto. Aveva capito che la vita non è una fiaba, che il tempo dei giochi era finito, che invidia e malvagità avevano scacciato gli elfi dalle foreste, i nani dalle loro grotte, le fate dai giardini incantati. La donna aveva lottato, sebbene sapesse che la sua battaglia era già persa in partenza, contrastata da folate di aria gelida, da piogge incessanti, dal cupo rombo del tuono.
La donna aveva camminato a lungo, aveva cercato di ritrovare la serenità di un tempo, si era imbattuta in mendicanti che conoscevano antichi segreti, e in uomini avidi dal cuore di ghiaccio. Aveva scoperto che l’amicizia di altre donne celava sentimenti meschini. Invano, aveva continuato a lottare ostinatamente, mentre gli dei ridevano di lei.
Ma la donna aveva bisogno di sognare. La donna sapeva che da qualche parte, in un angolo sconosciuto e remoto del mondo, avrebbe trovato gli elfi, e i nani, e le fate.
Fu così che un giorno decise di scrivere.
In questo modo, non sarebbe stata più sola, perché a Lorien, nella terra dove risiedono gli ultimi elfi, la solitudine non esiste.
MICHELLE:
A Lorien
nella terra dei sogni
abitata da elfi e fate
il cielo s’illuminava
ammantato di stelle
nell’intensa meraviglia
colma di memorie
dove gioco o leggenda
diventava vita
su aurore di sole
tramonti a colori
nel cuore d’una bambina
diventata ragazza
/che ascoltava le fiabe e amava suo padre/
Aspersa dai ricordi
scorreva fluida la musica
su rimbalzi di corde
cantava l’aria
– suono di chitarra –
emozioni di note
di riso e di pianto
di vento nel vento
ritratti d’un tempo
di dolci magie – di tristi allegrie
e fu cosi che – la ragazza
diventata donna – custode dei sogni
decise di scrivere
Grazie per la tua meravigliosa poesia, mia carissima amica!
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Hai realmente scritto qualcosa di magico, un incanto, un intreccio di emozioni prodotto da realtà, ricordi e sogni in una creatura che è anche capace di piangere. Un pianto liberatorio che la conduce verso la strada che la porta verso la serenita’ e la gioia di vivere.
Scrivere per riacquistare la siamo vita.
😉
Buona notte, mia cara amica!
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Ciao, scusami, mi correggo: ‘scrivere per riacquistare la sua vita’.
😀
Have a nice morning and very fine day! 🙂
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Buongiorno cara Alessandra, ha iniziato la nuova era della coscienza, ti abbraccio e ti auguro una serena nuova era colmo d’amore e pace con sincera amicizia Pif♥
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Un gran post. Ebbene si, mi sono commosso. Mi è “passato” il cuore con cui l’hai scritta. Io spero che quella donna non smetta mai di lottare. Che accetti le sue fragilità… che fanno parte di un essere umano, anzi lo rendono unico e migliore. Il mito del superuomo non è per le persone intelligenti… ma per i creduloni e gli ottusi. Io spero che quella donna continui a sognare, senza vergogna, perchè il sogno si… è delle persone che hanno una mente fervida e mai doma.
Io spero, e ne sono convinto, che quella donna esaudirà i suoi sogni. Perchè la gente perbene esiste ancora… non è tanta ma ce n’è.
P.s.: fangù, se mi va in corto circuito la tastiera… me la paghi tu, ecco.
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E’ bella anche la poesia…
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Scrivere e sognare, aiuta a vivere, come in questi ambiti ben descritti. Salutoni da Salvatore….
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Toccanti sia la tua storia che la poesia di MIchelle 🙂
Purtroppo c’e’ chi bambino spensierato non lo e’ mai stato, come ci sono pochi fortunati che si scontrano con la drammaticita’ della vita solo in tarda eta’. E forse nemmeno allora.
Ma la maggioranza tra noi, in fondo, si riconosce in questa donna di cui parlate…
http://www.wolfghost.com
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@ CLE REVERIES commenti simili hanno il potere di commuovermi, anche se c’è chi dice che sono fredda.
Grazie, amica mia!
Lots of love*
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Cool mind , but hot heart, my dear, you know and can explain how sentiments live in human lives doing that in a magic way.
Nice weekend and a merry Christmas!:-* 😀
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@ CLE REVERIES 😛
Happy Christmas, my friend!
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@ REBECCA hai ragione: altro che fine del mondo!
Un abbraccio a te, cara.
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@ BRUMBRU questa volta ho perso la scommessa.
Ero certa che non ti sarebbe piaciuto.
E che splendido commento!
Credo che Michelle passerà di qui e ti risponderà per la sua parte.
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@ SALVATORE RIZZI è verissimo quello che affermi.
Grazie e un sorriso per te.
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@ WOLFGHOST caro lupo, “la donna di cui parliamo” ti ringrazia.
Le tue considerazioni, sebbene siano amare, corrispondono al vero. La vita è proprio così.
Baci lupeschi 😛
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Ed io, invece, ti invio baci teneri, Alessandra, mossi dalla dolcezza del tuo racconto, tra le lacrime di una donna cresciuta, che ha scoperto, come noi tutti, la realtà di una vita priva dei nani, delle fate, degli elfi delle foreste.
Ma il bambino che è sempre vivo in noi, il famoso “fanciullino”, ha preso la sua rivincita, e si è riaffacciato alla mente di lei, ed è stata commozione, pervasa dalle note di una chitarra, che sembrava anche lei cercare una risposta plausibile al perchè la vita debba, col nostro crescere, cambiare, e certamente non in meglio.
____________________
Pensando a quel papà affettuoso ed a quella bambina, questa mia poesia, scritta poco fa, prima di leggere il tuo racconto, che, se non si adatta proprio a misura, si avvicina al senso del tuo scritto.
L’ho già postata in altra parte, in risposta ad una poesia sulla famiglia scritta da una persona registrata al Forum Merini, di cui, tra parentesi, sono l’attuale moderatore. Un po’ di sana pubblicità certamente me la concedi, sicuro che non faccia male.
Noi come una casa,
abitata dai ricordi,
da presenze buone
dei nostri cari,
viventi o scomparsi.
Lucidare i pensieri,
e portarli al sole,
perchè risplendano
di quell’immenso
che li contiene.
Ricordi d’infanzia,
i nostri a proteggerci,
la loro saggezza,
accenni di vita
per il nostro futuro.
Cesare
Bisous!
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La donna che sogna, che ha trovato gli elfi e le fate ci ha fatto sognare!
E le donne che oggi mi hanno emozionato sono due! siete amiche mie, siete fantastiche!
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Buona serata…..da Salvatore….
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@ CESARE la tua bella poesia arricchisce questo post.
Grazie per la tua presenza e per le tue parole.
Un sorriso per una lieta serata che ti infonda allegria e serenità.
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@ MARI io sono una strega e immagino molte cose che ci uniscono. Ti voglio molto bene! Ti ringrazio e ti abbraccio, anche a nome di Michelle.
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Alessandra….sorrido….l’ultima volta una strega mi ha dato fuoco per farmi fuori! Ahahah!
A parte gli scherzi, immaginando insieme, ti abbraccio…un bacio!
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@ MARI ma io non sono una strega cattiva 😛
Due baci**
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@ SALVATORE RIZZI ricambio, Sar.
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Semplicemente fantastico e commovente. L’ho letto più di una volta prima di scriverti qualche cosa, anche perché non ho parole adatte per dirti quanto mi sono emozionata. Una bambina fantastica che crescendo di scontra con la dura realtà ma che riesce a trovare rifugio nel mondo della fantasia insieme ad elfi che le fanno compagnia. Un modo per trovare forza e continuare a lottare e nello stesso tempo continuare a sognare, perché il sogno è naturale ed è delle persone che non sono mai dome, mai ferme!!!
Complimenti a te Alessandra e a Michelle per la poesia!!!
Serena notte e Serene Festività
Pat
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@ PATRIZIA M. ecco perché il mio tempo non è mai sprecato qui! E’ vero: è molto difficile riuscire a trovare editori seri, che non chiedano soldi; ed è altrettanto vero che mi piacerebbe tanto poter scrivere quattro ore al giorno, anche per uno stipendio modesto, e che ciò non pare possibile: ma, alla fine, le emozioni non hanno prezzo!
E tu me ne hai appena regalata una.
Serena notte a te, cara Pat, e grazie * ______________ *
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Non può che farmi piacere se questa volta sono stata io a donare a te un’emozione ^____^
Kiss, Pat
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Questo è un pezzo di vita cara Alessandra, scritto
con l’anima, sul battito dei ricordi, con le lancette
puntate al cuore…
un pezzo di vita vissuto dove dolcezza, tenerezza e dolore
si fondono risvegliando emozioni sull’altalena dei pensieri…
E sono lietissima cara, di aver partecipato a questo magnifico
racconto!
Un forte abbraccio!
Michelle
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Onorata per esserci stata, ringrazio di cuore
per l’accurata attenzione e per ogni pensiero scritto.
Un caro saluto e buon fine settimana!
Michelle
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A parte l’impatto emozionale dell’ambiente che già è forte di suo, la conosco perchè sono stata spesso in quei luoghi che descrivi così magistralmente, quello che ho provato leggendo è una forte malinconia e una punta di invidia per il legame che c’è tra padre e figlia, legame che a me è mancata per fatti legati alla mia infanzia. E’ bello poterne parlare e piangere così.
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Tenera e malinconica, emoziona nel profondo
Mi ricorda un po’ la mia infanzia che ingeunua e credulona aspettavo il Natale come una bella favola.
Le favole sono ancora nel cuori, ma piangono dentro ogni bimba ormai adulte
Un dolce racconto con la complicità dei bei versi di Michelle
Grazie ad entrambe e Buon Natale
Baci
Mistral
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Dolcissima storia intrisa d’amore e immensa nostalgia per quell’infanzia struggente. La vita nella sua evoluzione delude e quando si vive un’infanzia così dolce, non è facile trovare lo stesso appagamento da grande: la vita da adulti è una battaglia difficile. Ma ciò vuol dire crescere e affrontare la realtà spinosa del mondo dei grandi.
La storia è toccante e molto ben scritta, la poesia della cara Michelle è il giusto connubio. Bravissime entrambe!
un abbraccio bis
annamaria
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bella idea queata particolare “quattro mani”.
Complimenti ad entrambe!
Un bellissimo scorrere di emozioni.
Bacioni
Giò
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Leggerti è sempre stupendo, perché sai estrarre dalle parole i sentimenti e trasmettere tutto quello che sta dentro di te. Incastonata in questo magnifico racconto, che descrive emozioni vecchie che sembrano di oggi, c’è una splendida poesia di un’amica, Michelle, che stimo molto.
Un abbraccio grandissimo ad entrambe.
A Michelle auguro che le prossime festività sia dolci, tenere e serene.
a Alessandra li faccio domani.
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@ VENTIDIPRIMAVERA ancora grazie per il tuo gioiello ^^
Bisous, Michelle*
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@ SUZIEQ purtroppo io ho perso il mio papà troppo presto. A lui dedico questo racconto.
“Non sempre le lacrime sono un male”. Gandalf.
Un bacio grande, Suzie!
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@ OMBREFLESSUOSE tutti noi conserviamo dei ricordi nello scrigno del cuore.
Grazie e un caro abbraccio, Mistral ^^
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@ ANNAMARIA49 quello che scrivi è profondamente vero.
Ma non sempre si trova la forza per lottare.
Grazie di cuore e baci da me e da Michelle*
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@ ROSAOSCURA ti ringrazio, Giò!
Un sorriso per te, mia bella amica.
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@ NEWWHITEBEAR sono davvero lusingata!
Ed è sempre un grande piacere vederti qui.
Anche a nome di Michelle, un forte abbraccio * _________ *
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Grazie di cuore per ogni pensiero citato, e per la bellezza
di leggere ogni Vostro commento che ne esalta la storia,
storia che intreccia momenti e sfumature in un crescendo
di emozioni e di vita vissuta….
Un grazie particolare ad ognuno di Voi e uno speciale ai cari
amici di blog, che leggo sempre con piacere.
Colgo l’occasione per augurare la dolce notte e
l’augurio di luminoso e radioso Natale.
Abbiate Tutti giorni sereni…
Michelle
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