Janine era seduta a gambe incrociate sul divano. Mentre il lettore diffondeva le note dell’ultimo cd di Sarah, stava guardando delle foto. Erano state scattate a Cipro. Alcune ritraevano lei, altre Sarah e in due di esse apparivano assieme sulla spiaggia, grazie al gentile intervento di una ragazza del luogo. Il giorno in cui erano state scattate quelle fotografie si erano divertite moltissimo: al mattino avevano preso il sole e nuotato nelle acque limpide e tiepide del Mediterraneo; dopopranzo avevano dato un notevole contributo alla vittoria della rappresentativa femminile inglese di calcio su una selezione francese, siglando due gol a testa; e alla sera erano rimaste sedute su uno scoglio a osservare il mare che si tingeva di nero. Quindi, avevano cenato a lume di candela. Come infinite altre, era stata una giornata stupenda.
Janine sapeva che non avrebbe dovuto guardare quelle foto. Le avevano procurato solo tristezza, resa ancora più acuta dai bei ricordi. Per quanto si sforzasse non riusciva a venirne fuori: si svegliava in preda all’angoscia e andava a coricarsi sapendo già che il sonno avrebbe tardato a venire. Quel sonno poi sarebbe stato agitato e confuso, e durante la notte lei si sarebbe svegliata più volte.
Prima aveva tentato di leggere uno dei romanzi che le aveva regalato Sarah, ma aveva deposto inorridita il libro, quando era arrivata al capitolo in cui una pazza sadica minacciava di accecare una donna che giaceva immobilizzata su un letto con le gambe spezzate. Quella scena tremenda era ossessionante: pareva non finire mai. Il coltello si avvicinava e si allontanava dagli occhi della povera Monica Beauchamp, che nulla poteva fare per sottrarsi a quell’atroce sevizia.
L’autrice, meditò, doveva essere profondamente disturbata. In precedenza, Alex Alliston l’aveva addolorata perché il protagonista del romanzo sembrava destinato a un’esistenza priva d’amore, e questo le rammentava la sua situazione attuale. Non era il periodo più adatto per una simile lettura.
Accolse con fastidio il suono del citofono. Non aspettava visite e soprattutto non aveva voglia di vedere nessuno.
Pensò che fosse un vicino sbadato che aveva dimenticato le chiavi, si infilò le pantofole e andò a rispondere. “Sono Marcus.”, disse una voce che non conosceva. Però, lei sapeva chi era Marcus. Sarah le aveva parlato di lui. “Cosa desidera?”, gli domandò freddamente. Se credeva di poterle vendere della droga si sbagliava di grosso e, in ogni caso, come si permetteva di disturbarla a quell’ora? “Mi manda Sarah Taverner.”, rispose lui, e Janine impallidì. Aprì il portone, chiedendosi perché Sarah lo avesse mandato da lei. Forse non aveva avuto il coraggio di venire di persona, forse Marcus le avrebbe detto che Sarah era pentita e desiderava fare la pace, forse…
Sebbene quella di Marcus fosse una scelta strana, al momento preferì continuare a sognare: lei sarebbe corsa subito a casa di Sarah, si sarebbero abbracciate, la sua vita avrebbe ritrovato un senso. Con il cuore che le batteva forte, lo aspettò sul pianerottolo.
La prima cosa che la colpì furono gli occhi. Erano gialli, freddi, come quelli di un predatore. Non era una presenza rassicurante, e si chiese ancora una volta perché Sarah avesse mandato proprio lui e non qualche amica comune. Lo invitò ad accomodarsi e, benché fosse impaziente di conoscere il motivo di quella visita, preparò due tazze di cioccolata.
“Deliziosa.”, commentò Marcus. “Veramente squisita.”
“Grazie. E se ora cortesemente mi può riferire il messaggio di Sarah…”
“Sarah la ama.”, affermò Marcus, fissandola con quegli occhi inquietanti.
I battiti del cuore di Janine accelerarono. “Lo ha detto lei?”
“Non precisamente.” Marcus si guardò attorno, valutando l’ambiente in cui si trovava: era un soggiorno decoroso, perfettamente lindo e ordinato, tuttavia non particolarmente lussuoso. I quadri appesi alle pareti erano di illustri sconosciuti, gli scaffali colmi di libri e di cd erano modelli componibili, acquistati in qualche “fai da te”; non vide tappeti preziosi né oggetti di valore. L’unica cosa che spiccava era una splendida fotografia dell’artista italiana Patrizia Mezzogori: riprendeva il mare in una giornata d’autunno. Marcus la contemplò per qualche istante. Da sempre era abituato a prendere nota di ogni particolare che potesse tornargli utile, e anche quell’immagine rivestiva un significato.
“Al citofono lei mi ha detto che la mandava Sarah!”, lo accusò Janine. Era profondamente delusa. I sogni che le avevano attraversato la mente, mentre aspettava l’ascensore, le parvero un castello di cartapesta. Marcus era un millantatore, ma allora a cosa era dovuta la sua visita?
“Ascoltami.”, disse Marcus, passando al “tu” e continuando a fissarla. Janine distolse lo sguardo a disagio. “Sarah ti ama e, grazie a me, tornerete insieme. Poi ti spiegherò come. Prima, però, mi devi raccontare tutta la storia, nei minimi dettagli, senza omettere un solo particolare. D’accordo?”
Janine sospirò. Non nutriva grandi speranze, e soprattutto non si fidava assolutamente di un uomo che per vivere spacciava droga, ciononostante si aggrappò a quel sottilissimo filo: una probabilità su cento, pensò, era sempre meglio dello zero assoluto. Si ritrovò a raccontargli ogni cosa: il concerto, l’atteggiamento provocante di Sarah, la sua intesa sul palco con Susan, e poi la lite, l’insulto, fino al momento in cui era stata cacciata.
Marcus annuì. “Benissimo. Ora ho le idee più chiare.” Finì di bere la bevanda calda, posò la tazza e disse: “Adesso ti spiegherò cosa faremo.”
Janine lo ascoltò in religioso silenzio.
Il nuovo disco non stava venendo bene.
Sebbene si fosse impegnata al massimo, Sarah era ben distante dal blues-rock caldo e avvolgente di Susan Driver. I testi erano abbastanza buoni, ma la musica sembrava una pallida imitazione di quella dei vecchi draghi del passato. Mancavano i riff micidiali di Keith Richards, le torride atmosfere dei Led Zeppelin, le cavalcate infinite degli Allman Brothers. Con stizza si disse che se Susan poteva essere considerata una Janis Joplin moderna, lei al massimo era una sbiadita copia di Avril Lavigne. L’unica canzone valida era quella che aveva composto con Susan: il resto era da gettare.
Janine aveva avuto ragione, e lei torto. La sua voce, perfetta quando affrontava temi jazz o folk, echeggiava sgraziata dagli altoparlanti. Micky Thomas, il produttore, evitava ostentatamente di guardarla, i musicisti bevevano birra con aria cupa, il tecnico del suono armeggiava invano nell’improbabile tentativo di conferire una veste dignitosa a brani sconclusionati e privi di una vera anima. Erano tutti bravi professionisti e a loro non poteva imputare alcuna colpa.
Furibonda con se stessa, lasciò la sala di incisione, dichiarando che era stanca: avrebbero continuato il giorno dopo.
Tuttavia sapeva di mentire.
Il progetto era fallito, doveva prenderne atto e tornare sui suoi passi. Dal vivo aveva funzionato, ma solo perché si era esibita in coppia con Susan. E in quell’occasione lei aveva fatto da spalla.
Micky Thomas l’avrebbe uccisa. Gli aveva fatto sprecare tempo e denaro. Con che faccia gli avrebbe annunciato che il materiale era da buttare, e che avrebbe ripreso il suo genere classico? Poi pensò che sarebbe stato inutile dirglielo, dato che sarebbe stato lui a dirlo a lei, posto che non la mandasse al diavolo.
Depressa e irritata, camminò a lungo per le vie di Londra. Inseguiva pensieri confusi che, come scatole cinesi, nascondevano altri pensieri, l’ultimo dei quali era piuttosto un’immagine: il volto di Janine. Entrò in un bar e ordinò tè e pasticcini. Un ricordo balenò nella sua mente. Si trovavano a Cipro. Erano giovani, smaglianti, piene di vita e d’amore. Se Janine non si fosse comportata così male, quell’amore sarebbe durato per sempre. Janine aveva rovinato tutto, forse anche la sua carriera.
In fondo al cuore, sapeva che non era vero, però non era disposta ad ammetterlo: aveva bisogno di un bersaglio su cui sfogare la propria collera.
Quandò risalì in macchina e l’avviò, si rese conto che si stava dirigendo verso la casa di Marcus.
Sarebbe stata l’ultima volta.
In quel momento si sovvenne delle sue parole: “Oh, dicono tutti così. Ma poi tornano sempre. E come se tornano!”
Ma lei era diversa.
Lo dicono tutti. Lei lo sarà davvero?
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Nonostante tutto il pensiero di entrambe corre sempre all’altra. Il loro è un legame molto solido e mentre Janine si dispera, Sarah continua ad imputare a Janine la colpa di ogni cosa che non va per il verso giusto anche se consapevole che non è vero. Un filo le lega innegabilmente, un filo che sembra essersi reciso ma non è così. Ma c’è Marcus in agguato, Marcus che si è finalmente insinuato tra loro e chissà a cosa le porterà…
Cara Alessandra che dire, la tensione si sta facendo più forte e la curiosità sale. Sicuramente Marcus ha un ruolo molto importante nella storia tra le due ragazze, quale siano le conseguenze del suo essersi finalmente insinuato tra entrambe lo scopriremo con i prossimi episodi.
Ehm, grazie per la citazione. Appena letto il mio nome sono rimasta un attimino stranita e mi sono detta… naaaa ma che ho letto, mi sono sicuramente sbagliata e invece no, hai proprio citato me 😳
Grazie di cuore e complimenti per questo nuovo episodio che sicuramente preannuncia avvenimenti avvincenti
Serena notte, Pat
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Marcus è entrato in gioco. Con un furbo strattagemma si è fatto aprire da Janine, e si è fatto ricevere. Incomincia il suo gioco sottile per raggiungere lo scopo prefissosi, di portarsi cioè a letto entrambe le donne.
Janine non trova pace. Il vedere le fotografie scattate con Sarah le ha provocato una grande tristezza. La lettura, poi, specie del genere scelto, non può facilitare il ritrovamento di una calma di sorta, e dal colloquio con Marcus, in fondo, pur essendosi insinuato in lei un dubbio, si attende molto. Ma Marcus è furbo, e si fa raccontare tutto da lei.
Nemmeno Sarah trova pace, e pensa sempre a Janine. La storia incomincia a prendere quota.
Allacciamo le cinture, e prepariamoci ad un volo pieno di sicure turbolenze!
Buonanotte anche da parte mia, Alessandra!
SMACK!
Cesare
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” ….. Alcune ritraevano lei, altre Sarah e in due di esse apparivano assieme sulla spiaggia, grazie al gentile intervento di una ragazza del luogo. …..”
Mi viene da pensare che tu abbia nessuna fiducia nel genere maschile se anche per lo scatto di alcune foto scegli una ragazza …..
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Forse quello del racconto è un mondo di donne. Al solo Marcus il ruolo maschile. Ma come sarà illustrato? Nel bene o nel male? Si propende per il secondo aspetto. Comunque sia, l’uomo sarà certamente determinante!
…
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L’inaffidabile Marcus sta sferrando il suo attacco e le due ragazze stanno per cadere nella rete. Sarah ripensa a Janine e la povera Janine sta soffrendo tantissimo, entrambe sono fragili e il predatore non attende altro.
Bellissima lettura.
un abbraccio e buona giornata.
annamaria
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Ora che la storia sta assumendo un carattere più dinamico con intrighi, strategie e rimpianti meno scontati, comincio a provare più interesse. 🙂 😉
Un saluto(one)
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Cosa mi è venuto alla mente, mentre scorrevo il tuo dire, ultimamente è venuto meno un mio caro amico, il quale era un dirigente della Warner-Music, al cui funerale non ci sono potuto andare, la cosa mi rattrista, fortunatamente era presente un mio fratello più giovane. Egli, è sempre nei miei pensieri, pensando a quando eravamo giovani e spensierati, purtroppo era più giovane di me. Un caro saluto Ale, dal vecchio Salvatore.
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A volte ci vuole un momento di depressione, di tristezza… per capire che l’euforia dalla quale si è stati presi è vuota e senza significato. E che le cose che contano sono quelle che avevamo.
Non è bello che sia così.. e forse non è giusto, perchè le cose si dovrebbero godere quando si hanno. Ma è così che accade….
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@ LILLOPERCASO forse si, forse no, mia cara Dani 😛
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@ PATRIZIA M. ti ho citata perché ti reputo veramente bravissima.
Il tuo commento è profondo e analitico: ma questa non è certo una novità.
Grazie, amica mia, e felice proseguimento di serata ^^
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Ti ringrazio tantissimo Alessandra 🙂
Buon proseguimento di serata anche a te
Pat
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@ PATRIZIA M. 😛
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@ CESARE dimostri sempre una lettura estremamente attenta, e di ciò ti ringrazio molto. Anche questo commento mi ha resa contenta… fa freddo qui, molto freddo, ma i miei amici di WordPress hanno il potere di riscaldarmi il cuore.
P.S. la lettura cui accenni è il romanzo “Alex Alliston” della sottoscritta 🙂
Bisous.
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Alessandra, ti ringrazio, e credo tu possa essere davvero soddisfatta, come anche affermi, di tutti i commenti positivi che ricevi. Del resto lo meriti in pieno.
Non sono solito a sviolinature, che odio, frutto di falsità e poca correttezza. Perciò posso tranquillamente ribadire il concetto della tua abilità nel descrivere situazioni e passioni umane con rara efficacia. Devi essere una brava psicologa, oltre che scrittrice.
In quanto a riscaldarti il cuore, penso che tu debba essere tutta “calda”, a seguito dei nostri consensi, e non solo per quelli, perché riconosco in te una carica passionale notevole, per saperti così pienamente addentrare nella sensualità dei tuoi personaggi. E sicuramente lo riaffermerai ancor più nelle prossime puntate.
Bisous e buonanotte! 🙂
Cesare
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@ CESARE grazie, amico mio!
E buona giornata ^^
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@ MAIPISENSA ehm… forse a livello inconscio 😛
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@ CESARE presto farà la sua comparsa l’uomo alto…
E diversi capitoli saranno dedicati a lui.
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@ ANNAMARIA49 “il predatore”, hai detto giusto!
Ma… qualcuno sta per giungere dalla Germania…
Ti ringrazio, carissima!
Un abbraccio a te ^^
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@ CLE REVERIES mi auguro che vada ancora meglio in futuro, dove tra breve l’azione e gli intrighi si intensificheranno.
Lots of love * ____________ *
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@ SALVATORE RIZZI mi dispiace molto, caro Sar!
Un grande abbraccio.
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@ BRUM la tua riflessione è magnifica. Veramente.
Ecco cosa amo del mio blog: persone che leggono, che discutono, che criticano o apprezzano nella massima libertà. Ed ecco perché dico sempre che smetterò e poi non smetto mai…
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Uno sfogo ogni tanto ci sta. Fai bene a sfogarti, non sei una che accetta che le cose vadano male passivamente. E questo ti fa onore. Così come ti fa onore avere la forza di ripensarci su e tornare a scrivere dopo uno sfogo. Solo gli ottusi non cambiano mai opinione.
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@ BRUM “solo gli ottusi non cambiano mai opinione.”
Concordo in pieno!
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Anche questo capitolo scorre via veloce nella sua aderenza al concetto di piacevole lettura… Sarah e Janine, per quanto fragili, sono anche buone nell’indole e come si dice? Mai far arrabbiare un buono. Proseguiamo interessati. Alla prossima.
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@ UNIVERS “mai far arrabbiare un buono”: giusto.
Ma, tempo al tempo, e conosceremo un uomo che non è affatto fragile. Un’ombra che provviene dal passato.
Ti aspetto, caro: sono sempre felice quando passi da me ^^
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Quando riguardi delle foto, quando rileggi, quando riprendi in mano un quadro…quando tutto questo ti ricorda chi non è più al tuo fianco, quando si riapre una ferita…fa sempre tanto male, ma contemporaneamente il cuore ripercorre quei battiti e quel calore riscalda la fredda assenza…
E come sempre, mi doni piacevolissimi momenti…..
Un abbraccione
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Marcus tesse la sua tela per imbrigliare sia Janine sia Sarah. Però la bellezza del capitolo è come hai analizzato i pensieri delle due protagoniste, che man mano si forma e cresce.
Una lettura piacevole mi fa compagnia nella sera con i loro pensieri e le loro ansie.
Un grande abbraccio
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Buona serata e….notte! Salvatore…..
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@ MARI sono esperienze che ho vissuto in prima persona, perciò le conosco bene.
Un abbraccione a te, e grazie infinite!
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@ NEWWHITEBEAR sono lieta che tu abbia colto l’aspetto psicologico di questo capitolo.
E soprattutto, nel mio piccolo, di farti un po’ di compagnia.
Un caro abbraccio.
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I tuoi post sono una simpatica e dolce cmpagnia
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@ NEWWHITEBEAR sei molto caro!
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Ci conosciamo da tempo e ti leggo sempre con attenzione.
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@ NEWWHITEBEAR so bene con quanta attenzione mi leggi, e da molto ormai. E sono sempre felice quando ti vedo qui.
Felice notte!
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@ SALVATORE RIZZI ciao, Sar!
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Buona giornata Alessandra.
Salutone, Pat
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@ PATRIZIA M. buon giorno a te, cara Pat!
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Congratulations on getting 1,000 total likes on anneheche blog.
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I pensieri di Janine scorrono verso Sarah riportando alla
mente dolci trascorsi… Mentre arriva Marcus che scorre
sul filo dell’ambiguità insinuandosi nella sua vita, malgrado
la forte diffidenza di Lei , con la speranza di riuscire con il suo
aiuto di riconquistare la donna che ama…
Altra bellissima puntata aperta a tante altre sorprese…
Un abbraccio Alessadra e dlcissima serata!
Michelle
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*Alessandra dolcissima* pardon errare corrige
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Te pareva stasera forse non dovevo scrivere, scusa cara… errate*
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@ VENTIDIPRIMAVERA le sorprese ci saranno… mi auguro che poi piacciano.
Ti ringrazio per le tue parole, carissima Michelle!
Bisous * _____________ *
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@ VENTIDIPRIMAVERA un abbraccio, amica mia 😛
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Un capitolo in cui due ragazze in modo diverso affrontano la solitudine del distacco, mentre un individuo (Marcus) losco e astuto trama alle spalle
Complimenti
Baci
Mistral
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Avevo perso un paio di puntate di questa splendida storia e oggi mi sono messa in pari.
Sempre più intrigante… con nuovo predatore in agguato!
Bacioni cara Alessandra!
Giò
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@ OMBREFLESSUOSE e continuerà a tramare!
Grazie, cara Mistral.
Bacioni ^^
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@ ROSAOSCURA ben tornata, amica Giò.
Ti ringrazio e ti abbraccio*
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“L’autrice, meditò, doveva essere profondamente disturbata” ahahahah 😀 Chissa’ cosa avra’ pensato tate autrice a queste parole!? 😛
Geniale il richiamo ad Alex Alliston 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST complimenti caro lupo!
Sei l’unico ad aver notato quel passo 😛
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