L’ambasciata britannica si trova di fronte al Cremlino, sul lungofiume Sofiskaja.
In realtà, è il corpo principale e più antico di quell’enorme apparato diplomatico; altre sedi minori sono infatti dislocate altrove.
Alle nove di mattina del due agosto, con il sole già alto nel cielo minacciato da un manto di foschia, due uomini osservavano la bandiera inglese, riflettendo su un modo per penetrare nell’imponente edificio. Era un’impresa impossibile, ma questo lo sapevano già. La polizia russa stazionava tutt’intorno al caseggiato, e sia Yarbes sia Tarasov avevano buoni motivi per evitare di essere fermati.
Lì dentro, però, c’era l’unico contatto utile cui Yarbes potesse rivolgersi. Si trattava del funzionario che aveva organizzato l’incontro con Putin. Yarbes non vedeva alternative, se non quella di vagare per i dintorni di Mosca, in attesa di essere arrestati, interrogati e fucilati. Recarsi all’ambasciata americana naturalmente era fuori questione.
Tarasov avrebbe potuto seguire la famiglia in Siberia; ma sarebbe stato altrettanto pericoloso, perché anche i treni erano controllati. Moglie e figlio potevano passare insosservati, il maggiore del GRU no. Non dopo la morte di tre agenti del KGB, avvenuta a pochi metri da casa sua, mentre erano in procinto di portarlo alla Lubjanka.
Yarbes aveva la barba lunga e gli occhi iniettati di sangue di chi non dorme da molte ore. Non era diverso da una quantità di persone che a quell’ora si aggiravano per Mosca nell’illusione di procurarsi da qualche parte del cibo. Tarasov indossava indumenti puliti: abiti normalissimi che non attiravano l’attenzione di nessuno.
Probabilmente restarono fermi troppo a lungo, e fu questo a insospettire l’uomo che li individuò per primo. D’altro canto, erano stanchi, a digiuno, e avevano i riflessi intorpiditi. Altrimenti Yarbes non avrebbe mai commesso un simile errore, e neppure Tarasov. In ogni caso, non furono fortunati.
Il maggiore del GRU vide tre poliziotti che si avvicinavano. “Filiamo!”, sibilò. Yarbes annuì e i due si incamminarono verso il ponte di pietra che attraversa la Moscova. I tre che li stavano seguendo si fermarono, incerti. L’idea di mettersi a correre, scansando vecchi, donne, oziosi e turisti, non era entusiasmante e comunque il loro compito era di fermare gli intrusi non di rincorrerli per le strade di Mosca.
Yarbes notò con la coda dell’occhio che avevano rinunciato a seguirli e rallentò il passo, Tarasov lo imitò.
Pochi secondi più tardi si trovarono di fronte a un capitano del Gruppo Alpha che proveniva dalla parte opposta, accompagnato da quattro agenti. Al capitano non era sfuggito il fatto che i due uomini si erano allontanati dall’ambasciata quando i poliziotti si erano diretti verso di loro. E adesso scrutava attentamente i volti di quegli individui sospetti.
Pomarev sapeva che a Mosca c’erano tre spie americane. Una era reclusa alla Lubjanka, la seconda – considerata meno pericolosa, era libera tuttavia strettamente sorvegliata -; il terzo era un uomo, di cui aveva visto la fotografia. Con ogni probabilità si accompagnava a un traditore, il maggiore Leonid Tarasov del GRU.
Pomarev non dimenticava mai una fisionomia.
Fece un cenno ai tre poliziotti che accorsero subito.
Nel frattempo, aveva estratto la pistola.
“Generalità?”, chiese.
Tarasov si arrese. Era abituato a dare la caccia ai nemici, non a nascondersi e a scappare. Batté i tacchi. “Maggiore Tarasov.”, dichiarò.
Pomarev posò i freddi occhi su Yarbes. “CIA, suppongo.”
L’americano annuì stancamente.
“Seguitemi.”, disse. Yarbes e Tarasov furono ammanettati e sospinti rudemente. I tre tornarono davanti all’ambasciata britannica. Due occhi inespressivi avevano seguito la scena senza apparente interesse.
Il sole si liberò delle nubi e l’aria divenne soffocante.
Intorno al piccolo gruppo – Pomarev davanti, seguito dai due prigionieri, i quattro membri del Gruppo Alpha dietro -, la folla cresceva. C’erano numerosi turisti, contadini venuti per tentare di vendere la loro mercanzia, ragazze belle e brutte, uomini dallo sguardo assorto, altri dall’espressione assente, bambini, soldati. Era così tutti i giorni.
Pomarev fendeva la moltitudine che intralciava il passaggio. Tarasov pensava alla moglie che non avrebbe più rivisto. Yarbes cercava una via d’uscita, più che altro per abitudine, dato che non ce n’erano.
Fu lui a notare il trambusto.
A circa trenta metri di distanza, due uomini si stavano picchiando selvaggiamente. Una vecchia urlava, invocando aiuto.
Pomarev proseguì, allargandosi sulla destra per evitare di finire in mezzo alla rissa.
Cinque energumeni sbucarono all’improvviso e presero a calci e pugni uno dei due contendenti. Altri tre emersero dalla parte opposta, prendendo le sue difese. Alcuni bimbi imitarono gli adulti, rotolandosi avvinghiati per terra. Una biondina dall’aria inoffensiva pensò di regolare vecchi conti in sospeso e si scagliò addosso a una giovane bruna, la quale reagì tirandole con forza i capelli. Un attimo dopo, un carretto che trasportava frutta si rovesciò e mani avide si protesero per impossessarsi del contenuto.
La confusione era indescrivibile.
Pomarev tirò fuori la pistola.
Ma in quel selvaggio assembramento serviva a ben poco.
Yarbes notò che, come per uno strano disegno, una parte dei combattenti si stava spostando in modo da frapporsi tra il capitano del Gruppo Alpha e i suoi prigionieri. Gli altri, spingendosi e insultandosi, finirono alle spalle dell’americano. La manovra fu così rapida e ben congegnata che soltanto lui se ne accorse.
Poi una voce disse in pessimo inglese: “Venite con me! Ora!”
John Wyman bevve un secondo caffè. Lasciò correre lo sguardo per il locale e si animò all’improvviso.
“Stratford-upon-Avon!”, esclamò. “La patria di Shakespeare”.
Susan lo guardò perplessa. Stava finendo un abbondante piatto di uova; in precedenza si era dedicata con entusiasmo al pesce affumicato, al burro e alla marmellata. Malgrado fosse inglese, Wyman mangiava molto poco al mattino.
“Pivot dei Los Angeles Lakers.”, dichiarò lui. “Quaranta punti sbattuti in faccia ai Boston Celtics.”
Susan seguì la direzione dei suoi occhi.
“Mi sembra un po’ basso.”, commentò.
Il Bastardo sospirò. La ragazza era ignorante, tipico degli americani, però il seno… e le gambe…”
“Mi riferisco a Adrian Newey.”, spiegò. “E’ il numero uno, il più grande progettista del mondo. Scuderia Williams. Ed è nato a Stratford-upon-Avon. Quest’anno il titolo andrà a Senna, ma la prossima stagione non sfuggirà a Mansell. Cosa diavolo ci fa a Mosca? Quasi quasi, vado a salutarlo.”
“Eltsin!”, lo bloccò Susan.
“Già, Eltsin.”, borbottò lui. “Mentre dormivi, castamente avvolta nelle tue lenzuola, io ho lavorato. E’ un ubriacone.”
“I russi bevono, si sa.”, commentò tranquillamente Susan.
“Non Gorbaciov.”, obiettò il Bastardo.
“Credevo che avessimo raggiunto un accordo.”
“Ed è così. Aspetto una risposta. A quanto pare, il tuo Boris sembrerebbe smanioso all’idea di essere intervistato da un giornalista inglese. E io sono il migliore.”
Alla faccia della modestia!, pensò lei, ma non lo disse.
“Bene.”, annunciò Wyman. “E’ ora di muoversi.”
Mentre Susan e il Bastardo consumavano la loro colazione, e Yarbes sfuggiva a Pomarev, Monica Squire era a letto con Nadiya. Era successo anche la notte prima. Monica si era dimostrata pragmatica: le donne non le piacevano, ma erano pur sempre meglio delle docce gelate e di tre giorni senza cibo.
Prima di accettare, precisò solo che non gradiva le punizioni corporali. Nadiya non sollevò obiezioni. E se il primo impatto fu freddo e deludente – due sconosciute che si baciavano senza passione, e una mano che non destava alcun desiderio all’americana -, il secondo incontro si rivelò invece estremamente intrigante, con grande stupore di Squire.
Nella sua immaginazione, peraltro scarsamente interessata all’argomento, aveva sempre pensato che l’amore lesbico fosse dolce, poetico, e noioso. Scoprì che le cose non erano esattamente così. Nadiya la possedeva come avrebbe fatto un maschio, con la differenza che nel frattempo la accarezzava e la baciava come un maschio non avrebbe saputo fare.
Monica raggiunse l’orgasmo in tempi molto brevi; e, suo malgrado, si sentì in dovere di ricambiare. All’inizio, si sentì goffa e quasi ridicola; presto, però, comprese come funzionava la cosa e provò un piccolo brivido di soddisfazione quando la russa cominciò a urlare.
Non era come Aglaja, rifletté: quella era stata una pazza sadica, violenta e intellettualmente sottosviluppata. Nadiya era molto diversa: viziosa, certo, ma anche intelligente e, perché no, carina, sebbene non fosse propriamente bella. E poi, pensò maliziosamente, l’aveva sbattuta alla grande.
Al Bastardo quel gergo non sarebbe piaciuto.
L’intreccio dei servizi segreti e dell’ingorgo dato da amori di sotterfugio e di peggio indicano le controversie nascoste in quegli ambiti così difficili. Poi, a proposito di godimenti femminili, o punto -G-, ho avuto l’impressione di riferimenti a fatti attuali, vedi GRILLO….etc…etc. Sempre brava e capace. Un saluto da Salvatore.
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@ SALVATORE RIZZI personalmente sono più interessata alla prima parte del capitolo, però ogni personaggio va seguito. E il quadro, giocoforza, è destinato ad ampliarsi. Ti ringrazio moltissimo, caro amico!
Buona serata ^^
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Sorpresa! Un’ottima puntata ci hai scodellato con qualche giorno d’anticipo. Tre episodi tutti e tre intriganti per motivi diversi.
Il primo è veramente notevole per l’intreccio che hai saputo costruire con intelligenza e abilità.
Il secondo fa intuire come il Bastardo sia un con gli attributi mentre Susan appare alquanto stranita. Sembra incredibile che l’abbiano mandata allo sbaraglio ma sono certo che estrarrà dalla manica l’asso vincente.
Il terzo è quello che sorprende maggiormente. Monica pare cavarsela egregiamente anche dentro alla Lubianka.
Veramente complimenti.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR io sono fatta così: quando scrivo qualcosa che mi soddisfa – modestia a parte – lo posto in breve tempo, e poi mi sembra che gli interessati abbiano già letto più o meno tutti il capitolo precedente.
Il primo episodio è quello a cui tengo di più, il secondo è un po’ ironico, il terzo svela un volto di Monica che non conoscevamo ancora.
Su Susan hai pienamente ragione…
Grazie di cuore!
E un caro abbraccio.
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Mi piacciono particolarmente gli episodi con varie sfaccettature di azione al suo interno, un po’ come una puntata di una serie tv che movimenta l’azione e il corso delle vicende… colpi di scena a parte, sai abilmente giostrare situazioni e personaggi in gioco e Monica ne è esempio lampante. Mi è piaciuto soprattutto la seconda parte. Un saluto e un abbraccio.
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@ UNIVERS nella parte che preferisci, mi sono cimentata forse per la prima volta con lo humor inglese. Sono lietissima che ti sia piaciuta.
Un caro saluto a te e un bacione!
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Tre episodi completamene diversi uno dall’altro che si intrecciano in questo racconto sempre più interessante, arricchendolo di particolari e colpi di scena.
Sai come tenere alta l’attenzione, il tuo narrare è sempre scorrevole e nello stesso tempo lascia quel ché di mistero che non guasta mai. Piacevolissimo come sempre. Bravissima Alessandra.
Serena notte, Pat
P.S. Scusami se mi permetto, ma credo (se non erro) che in questa frase ti sia sfuggito un refuso:
Tarasov avrebbe potuto seguire la famiglia in Siberia; ma sarebbe stato altrettanto pericoloso, perché che i treni erano controllati…
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Sorrido per il finale… (quel gergo al Bastardo non sarebbe piaciuto) e rifletto su alcuni aspetti dell’amore…
Sai sempre coinvolgere, piacevolissima lettura!
Ti abbraccio
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Bellissimo e molto coinvolgente Alessandra…
Sorprendente episodio nelle varie sequenze, che s’intreccia
tra un personaggio e l’altro con molta abilità e scorrevolezza
Intrigante soprattutto la parte finale quella di Monica e di Nadiya..
Ti abbraccio cara e dolcissima notte!
Michelle
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Passavo di qua per un salutino….Ora risalgo sulla scopa e me ne vado.
Un bacio.
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La battuta è d’obbligo: si vede che la seconda volta Nadiya aveva preso la mano….
Seriamente: si comincia ad entrare nel racconto… alcuni pezzi vanno al loro posto. La fase di contorno pare finita.
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Sensazionale intreccio di eventi molto interessanti, narrati, anche qui magistralmente, tutta suspense di prima qualità!
😦 Nell’ultima parte, per me c’è un pizzico di empatia in più (ma proprio piccolissimo), l’evento è fondamentale e va narrato, ma tu sai fare meglio di quelli che si aiutano con altro genere di scrittura. 🙂
Ti ammiro troppo per non essere sincera 🙂
Nel gradimento dell’opera vado in crescendo, non so dove arriverò poichè sono partita da una soglia molto alta!
Un abbraccio e un bacio
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RICAMBIO CON LA SIMPATIA DI SEMPRE…………Sar….
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@ PATRIZIA M. innanzi tutto, grazie per le belle parole.
Ho letto e riletto il pezzo “incriminato”… ma non trovo refusi.
Se ti va, spiegami.
Sai, la vecchiaia 😛
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Alessandra, io lo trovo nella frase che ti ho indicato, ma ho anche scritto che probabilmente sbagliavo io. Te la riscrivo :
Tarasov avrebbe potuto seguire la famiglia in Siberia; ma sarebbe stato altrettanto pericoloso, perché che i treni erano controllati.
A mio parere, dovrebbe essere:
Tarasov avrebbe potuto seguire la famiglia in Siberia; ma sarebbe stato altrettanto pericoloso, perché anche i treni erano controllati.
Ma ripeto, non è detto che sia uno sbaglio, ma che probabilmente mi sto sbagliando io 🙂
Ciao, Pat
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@ PATRIZIA M. “ANCHE” i treni… alzheimer galoppante! 😀
Grazie, cara!
(Ora correggo immantinente).
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Ma che alzheimer galoppante, capita a tutti mentre si scrive di non digitare correttamente una parola 🙂
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@ PATRIZIA M. sì, ma non di rileggerla dieci volte – dopo un cortese avviso – senza trovare il refuso 😦
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Beh dai, la mia indicazione non era nemmeno tanto chiara, ma non sapevo come indicartela in altro modo 🙂
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@ PATRIZIA M. no, no, tu sei stata carissima!
Ti nomino direttrice generale della seconda direzione del K… ops dell’Ufficio Refusi 😛
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ahahahha sei simpaticissima. Ok, accetto 😆
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@ MARI l’amore ha molti aspetti, per definizione tutti (o quasi) belli.
Ti ringrazio e ti stringo forte^^
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Indubbiamente sî! La mia riflessione in particolare era centrata sulla frase: ” …come un maschio non avrebbe saputo fare…”Ecco, a volte gli uomini non ci sanno fare…(non tutti per fortuna!)…ma l’Amore é fantastico, in tutte le sue forme!…
Un abbraccio
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@ MARI condivido ogni tua parola.
E ti mando un grande bacione. Che il vento ti porti sogni fatati*
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@ VENTIDIPRIMAVERA a occhio, mi sembra che la parte finale sia quella che ha ottenuto il maggior numero di consensi. Io avrei pensato alla prima, ma va benissimo così!
Grazie, Michelle*
Bisous.
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@ SUZIEQ11 due baci * ___________ *
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@ BRUM dici che era ora? 🙂
Scherzi a parte, l’andamento lento è stato una scelta voluta, secondo me adatta a questo tipo di storia.
Poi, magari sbaglio…
(Buona la battuta!)
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Naaaaaaa, esprimevo solo una mia impressione. Non volevo farti fretta. Tu sai cosa fare.
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@ BRUM 😛
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@ CLE REVERIES e io spero di non deluderti, chèrie!
Di certo, lavorerò sempre con grande impegno. E’ una questione di rispetto: per me e per gli amici che hanno la bontà di leggermi.
Grazie mille!
Due abbracci e quattro baci*
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@ SALVATORE RIZZI un grande sorriso per te ^^
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Ti stupirò ma…anche a me è piaciuta soprattutto la prima parte. Da spy story classica perfettamente congegnata. E poi sto Yarbes m’attizza sempre di più.
Il Bastardo no, non mi piace granché, borioso va anche bene, ma così… anche se via via devo dire che sta migliorando. Susan per ora pesce fuor d’acqua. Quella troietta che si divertiva a torturare fisicamente la mia Monica, le sta bene…
Monica? Me l’aspettavo. Perché mettersi a combattere guerre perse in partenza? Pragmatica e realista. E mi aspettavo anche che a conti fatti l’esperienza non le facesse proprio schifo… Poi chissà, magari arriva l’occasione giusta e il gioco si rovescia…
Go on!!!
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Davvero geniale lo “arrivano i nostri”! 😀 Devo dire che il quel frangente non me l’aspettavo! 😉
Dunque Nadiya ha ottenuto cio’ che voleva… d’altronde partiva da una posizione di assoluto vantaggio 😀 Tuttavia la sconfitta non pare pesare molto all’americana… 😉
http://www.wolfghost.com
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Sono sempre più convinto questa deve essere la parte finale di un bel romanzo di spy-stories. Matrioska, Il ritorno di Matrioska e quest’ultimo. Forse occorrerà trovare un nome, un titolo al romanzo, ma é sicuramente una cosa su cui dovrai riflettere, cara la mia cara … bindina:
Ecco l’ho detto.
Aggiungo che la tripartizione del capitolo, ben ci sta.
Un montaggio filmico é quello che ci vuole per dare ritmo e incalzare la curiosità del lettore I ricordi e le figure dei personaggi non si sfumano troppo velocemente.
La prima parte é una chicca. Suspence, azione ribaltamento di situazioni, colpo di scena finale; tutti ingredianti che non possono mancare ma che possono anche essere stucchevoli se troppo abusati. Invece … dove viene dimostrato che gli aiuti ti arrivano da dove meno te li aspetti.
I due “ragazzi” sembrano prorpio due pesci fuor d’acqua. Lui sempre più cosmopolita, come “forma mentis”. Salta dal basket alla Formula 1, dal Bardo inglese al possibile salvatore della Patria.
Lei irrimediabilmente pragmatica, puritana e molto “WASP”, sempre come “forma mentis”. Mai una coppia fu così mal assortita, viene da pensare e ppure proprio i sapori così discordanti, messi insieme con la giusta proprzione fanno di una ricetta, un gran piatto, capolavoro dello chef.
L’utimo poi é la cigliegina sulla torta. Uno dei principi dell'”Aikido” é quello di sfruttare a proprio vantaggio la forza dell’aversario. Assecondarlo nella sua azione per batterlo. Monica quindi asseconda Nadiya e ne trae tutte le soddisfazioni del caso. Un duello di intelligenze, più che di muscoli da seguire con molta attenzione.
ps: E’ stato riaperto l’Ufficio Refusi?
Ma … é tutto una polvere, c’é odore di chiuso, le tende sono sporche … che figura con Patty.
😦
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@ KRIS è la parte che piace di più a me, però in effetti pensavo che anche tu optassi per la terza.
Ti ringrazio per i complimenti!
Il Bastardo? Io lo adoro ^^
Susan? Potrebbe riservare sorprese.
Monica? Anch’io avrei fatto come lei.
Nadiya? E se…
Un bacione, mia cara amica*
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@ WOLFGHOST grazie mille, caro lupo!
E’ verissimo: la sconfitta non pare pesare molto all’americana.
Anzi 😛
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@ CAPEHORN la tua è un’idea molto suggestiva: Matrioska più Il Crepuscolo.
Magari indirò un concorso per trovare un titolo.
Concordo: suspence e colpi di scena vanno dosati. In questo è un Maestro Wilbur Smith, anche se alcuni lo reputano noioso. Secondo me, prima ci vuole la preparazione. Comunque è anche questione di gusti. Ho letto un romanzo di Dan Brown nel quale in ogni pagina c’era un colpo di scena. Però, adesso non ricordo quasi più niente di quel libro.
“Mai una coppia fu così mal assortita”: è vero. Però…
E infine Monica. L’Aikido… un paragone perfettamente calzante!
P.S. meno male che Patty è buona 😛
(Io era rossa di vergogna).
Grazie, Carlo!
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Storie che s’intrecciano, spionaggio va a braccetto anche col piacere e la storia fra Monica e Nadiya sembra prendere quota.
Sempre più intrigante con quella suspense coinvolgente che fa attendere il seguito.
Ciao, cara Ale, ti lascio un abbraccio e ti auguro una buona serata.
annamaria
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@ ANNAMARIA49 sono felicissima che questa storia ti piaccia e mi auguro fortemente di non deluderti in seguito.
Un caro abbraccio a te e l’augurio di una serata magica.
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Caro Capehorn, a proposito di ufficio refusi, Lei non faccia poi tanto il professore e controlli la sua cigliegina con la GL…
Ovviamente sto scherzando eh….. Trovo che in questo posto ci sia un sacco di gente godevole e piacevole da leggere, anche quando magari i tuoi pensieri sono differenti.
Un bacio speciale alla deliziosa padrona di casa!
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Assolutamente. So benissimo che nello scrivere dimentico lettere, allittero e quant’altro. Porto avanti come scusa, che ho le dita grosse, scrivo troppo velocemente e che la tastiera funziona male. (quest’ultima é veramente vera).
Fino ad ora la nostra ospite non mi ha bastonato sulle dita. Bontà sua. 🙂
Ciliegina o cigliegina? Ho la memoria corta!
😛
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@ KRIS carissima, io sono molto orgogliosa soprattutto di una cosa: chi passa di qui “LEGGE”, cioè legge veramente. Non succede in tutti i blog. E, per la verità, quando ero su Splinder e ricevevo più di cento commenti a post non tutti erano sinceri. Qui, invece, avverto una grande partecipazione, che cerco di ricambiare con il mio impegno.
Un bacio a te!
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@ CAPEHORN si scherza e si gioca. Inoltre, credo che in un commento – i tuoi, poi, sono sempre ampi e profondi – contino i concetti.
Comunque, ho nominato Patrizia direttrice dell’Ufficio Refusi 😛
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bello l’arresto “temporaneo” di yarbes e tarasov…. ci hai fatto credere – nel precedente episodio – che sarrebbero stati arrestati … vero certo ma temporaneamente brava!
belle – ma qui se forte – gli iintrecci delle tre storie parallele …
… come al solito vedremo cosa succede …
PS; dai! sto risalendo! .. lentamente
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@ POCHEPRETESE mi fa un immenso piacere che tu stia leggendo questa storia!
Grazie, amico mio*
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