La prima Chaika passò davanti al capitano Miloslav Pomarev all’orario indicato. Sebbene conoscesse alla perfezione la strada, l’autista guidava con prudenza, a velocità moderata.
Un quarto d’ora più tardi, la seconda Chaika, anch’essa nera e priva di contrassegni, come la macchina che l’aveva preceduta, attraversò il bosco illuminato dagli ultimi raggi del sole. Alla luce del crepuscolo, il capitano riconobbe l’uomo seduto dietro e si irrigidì nel saluto militare; poi tornò a fissare la strada sterrata con i gelidi occhi inespressivi.
Pomarev aveva disposto un doppio cordone: il primo circondava il bosco da ogni lato, il secondo formava un cerchio più ristretto, attorno alla dacia. Entrambi erano composti da uomini del Gruppo Alpha del KGB, superbamente addestrati e armati fino ai denti.
Quindici minuti dopo, sopraggiunse una terza Chaika, e mezz’ora dopo una quarta. Pomarev si avviò in direzione della dacia. Anche se non li aveva visti tutti in faccia, sapeva perfettamente chi era a bordo di quelle auto.
Sulla prima, Vladimir Kryuchkov il presidente del KGB, che era il proprietario di quell’abitazione ubicata a est di Mosca. Kryuchkov possedeva un appartamento in città, la lussuosa dacia ufficiale a Usovo e una terza dimora sul Mar Nero, ma per quell’incontro, l’ultimo e il decisivo, aveva preferito una località isolata, di cui pochi erano a conoscenza, anche nelle alte sfere.
L’uomo dall’aspetto freddo e impenetrabile che Pomarev aveva salutato era Dmitry Yazov, il ministro della Difesa; gli ultimi due, rispettivamente Gennadij Janaev, vicepresidente dell’Unione Sovietica, e Boris Pugo, ministro degli Interni.
Miloslav Pomarev raggiunse a piedi la bassa costruzione che si ergeva in uno spiazzo attorniato dagli alberi e controllò la disposizione degli uomini. Annuì e si dispose all’attesa.
Nei lunghi mesi invernali quel luogo diventava quasi impraticabile: neve, ghiaccio, gelo, al punto che un’automobile che si fosse fermata davanti alla dacia, spegnendo il motore, molto difficilmente sarebbe riuscita a ripartire. Ma in estate e nei primi giorni d’autunno le tonalità dei colori del bosco erano simili a quelle di un quadro; lontano dai rumori e dalla confusione della città, il bosco sembrava un piccolo pezzo di paradiso. Indifferente a tutto questo, Pomarev era attento solo al suo lavoro.
Prima della fine di quel mese, sarebbe stato promosso. Lo aspettava una brillante carriera e, ciò che più contava, in Unione Sovietica sarebbe tornato il vero comunismo, quello di Lenin e Stalin, che aveva portato l’Urss a livelli di grandezza pressoché inimmaginabili prima della Rivoluzione di Ottobre. L’Armata Rossa aveva fermato e poi sconfitto il più grande esercito del mondo, quello tedesco; e in seguito aveva combattuto ad armi pari, spesso prevalendo, contro i ricchi Paesi imperialisti, Stati Uniti e Gran Bretagna. Gorbaciov stava portando alla rovina quella nazione orgogliosa e immensa. Ma sarebbe stato destituito.
Dopo aver consumato la cena, di questo avrebbero parlato i quattro eminenti personaggi, esaminando gli ultimi dettagli di un piano che era stato già preparato – e analizzato – da tempo; quindi sarebbero tornati a Mosca. Il suo compito era far sì che nessuno si avvicinasse alla dacia. Se qualcuno ci avesse provato, sarebbe morto.
Pomarev consultò l’orologio.
Erano le ventuno e trenta del primo agosto 1991.
Il rapporto fra Nadiya Nicolajevna Drosdova e Monica Squire era strano.
Certi giorni la russa si comportava in maniera esageratamente gentile, la colmava di attenzioni, si rivolgeva a lei chiamandola sempre “signora”, e le serviva pasti abbondanti e di ottima qualità.
Il giorno dopo, la lasciava senza cibo e senza acqua e non si faceva vedere per tutta la giornata. Il mattino successivo si ripresentava sorridente e affabile. Come per un tacito accordo, le due donne non parlavano di quello che era successo appena ventiquattro ore prima. Monica pensava che fosse un classico espediente del KGB per piegare la sua volontà; Nadiya si comportava come se non si fosse verificato niente di insolito.
Evidentemente, seguiva le istruzioni di Kryuchkov, si diceva Monica, anche se non capiva bene dove volesse arrivare.
Poi, al quinto giorno, affamata e depressa, sollevò la questione.
Ciò che le disse Nadiya la stupì enormemente.
“Gli ordini del compagno presidente sono chiari.”, dichiarò la russa, guardandola negli occhi. “Servirle sempre un vitto eccellente e soddisfare ogni sua esigenza. Però, io ho introdotto alcune modifiche.”
“Perché?”, le domandò sconcertata Monica.
“Per mostrarle le due facce della stessa medaglia, signora, in modo tale che lei sia in grado di scegliere quella che preferisce. Facciamo un piccolo esempio. Nei prossimi tre giorni la lascerò a digiuno, avrà la luce accesa per tutta la notte e le verrà applicata una cuffia che trasmetterà musica a un volume insopportabile. Subirà anche qualche doccia… particolarmente gelata.”
“Ma perché?”, chiese Monica, sconvolta.
Nadiya sorrise. “Oppure mangerà in abbondanza, avrà riviste americane da leggere, bagni caldi e la musica che preferisce, naturalmente suonata a un volume assolutamente ragionevole. Sta a lei scegliere, signora.”
“Beh, la scelta è ovvia!”, esclamò Monica.
“Certo. E io rispetterò la sua scelta, a patto che lei si dimostri molto, molto, disponibile. Può riflettere fino a questa sera, signora Squire. Si ricordi solo che la prima risposta è quella che vale.”
Prima di uscire dalla camera, Nadiya aggiunse: ” Per inciso, io sono una donna molto esigente. Sono previste punizioni, ma dato che si tratta di punizioni fisiche c’è chi si comporta male appositamente con lo scopo di riceverle. Anche questa è una questione di scelte. Se lei non ama un certo tipo di sofferenza, posso anche essere estremamente dolce.”
Monica la fissava allibita.
In precedenza, al Bastardo non era mai successo di arrivare quasi a pentirsi per aver conquistato una donna giovane e bella. “Conquistato” forse non era un termine preciso, visto che non si erano ancora nemmeno baciati; in ogni caso, l’attrazione reciproca c’era, e anche forte.
Ma Kelly Wright non era soltanto una donna giovane e bella: era anche, e soprattutto, una rompiscatole. La vivace americana continuava a battere sempre sullo stesso chiodo: a posteriori, un’intervista a Boris Eltsin si sarebbe dimostrata un grande scoop. Kelly sembrava smaniosa di incontrare Eltsin, e questo rendeva perplesso il Bastardo. John Wyman si trovava in Russia per realizzare un magistrale reportage sulla glanost e sull’intraprendente segretario generale del PCUS, Michail Gorbaciov; di Boris Eltsin sapeva poco o nulla, tranne che aveva rischiato grosso schierandosi apertamente contro la nomenklatura e talvolta contro lo stesso Gorbaciov, e comunque di lui non gli importava assolutamente niente. Ma Kelly era insistente, quasi ossessiva. Dura come un mattone, pensò Wyman riandando con la mente a un celebre album dei Jethro Tull che aveva molto amato.
Tuttavia non era solo insistente ma anche persuasiva. E ciò che diceva non era mai superficiale. A causa di quel martellamento il Bastardo aveva incominciato a prendere in considerazione l’idea. Malgrado avesse un’altissima opinione di se stesso, era disposto a rivedere le sue convinzioni, quando e se ne valeva la pena.
Però, c’era qualcosa che non quadrava.
Un giornalista non può affermarsi nella sua professione se non è dotato di intuito, e Wyman ne aveva da vendere. Kelly non era la persona che dichiarava di essere: l’assistente di una biologa che il Bastardo non aveva mai visto, giunta a Mosca per una specie di viaggio premio. Era troppo informata, troppo atletica… troppo evasiva, quando lui toccava certi tasti legati al suo lavoro.
Era incuriosito.
Quella sera, mentre finivano di cenare nell’elegante ristorante dell’albergo, affrontò l’argomento. A quell’ora Pomarev stava controllando l’efficienza del suo doppio cordone e Monica Squire aspettava inquieta la visita di Nadiya.
“Bene.”, disse. “Mi hai quasi convinto. Tutto sommato, della glanost hanno già parlato in tanti. Di questo Eltsin, invece, si sa ben poco e, se come sostieni tu, è destinato a un grande avvenire, potrebbe essere interessante scambiare quattro chiacchiere con lui, sempre che sia possibile.”
Sorseggiò il vino e aggiunse: “Però…”
Susan inarcò un sopracciglio. “Però?”
“Tu non sei laureata in biologia, non me la racconti giusta. Chi sei, veramente? Di certo, non la sprovveduta turista che vorresti far credere.”
Susan lo fissò per qualche attimo in silenzio.
Se gli avesse rivelato la sua vera identità, e Keynes fosse venuto a saperlo, l’avrebbe cacciata su due piedi. Ma senza l’aiuto del giornalista Susan non poteva muovere un passo. Decise di fidarsi.
“Hai ragione.”, disse con calma. “Sono un’agente della CIA. E la dottoressa Milly Stewart è il mio capo. In realtà, si chiama Monica Squire; attualmente si trova alla Lubjanka. E non so proprio se uscirà mai di lì.”
Gli tese la mano. “Susan Cooper.”
Il Bastardo restituì la stretta e annuì.
“In questa sala ci sono due uomini del KGB.”, osservò in tono pacato. “Seconda direzione centrale, credo. Non sono abituati a muoversi con discrezione, non a casa loro. Li avevo già individuati da un’ora. E adesso capisco il motivo della loro presenza.”
Il Bastardo si versò ancora da bere.
“Ci sarà da divertirsi.”, commentò poi, sfoggiando uno dei suoi sorrisi irresistibili.
Il giorno dopo, Martin Yarbes e il maggiore Leonid Tarasov furono arrestati.
Ciò fu dovuto in parte alla sfortuna e in parte alla stanchezza.
Oh caspita, ci sono diversi colpi di scena che sicuramente sono il preludio ad azioni molto interessanti ed importanti… Io se mi permetti, questa puntata la definisco di transito, perché svela certi aspetti dei personaggi ma nello stesso tempo crea un’atmosfera di suspance molto molto elettrica…
Come sempre ben dettagliato e scritto cara Alessandra.
Ciao serena notte e buona domenica
Pat
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@ PATRIZIA M. come ha detto un famoso scrittore, i lettori sono molto attenti e non si possono scrivere cose assurde, sia pur nell’ambito di un romanzo di fantasia: io cerco di attenermi a questa regola.
Puntata di transito, certo, che come giustamente osservi porterà a nuovi sviluppi, che mi auguro risultino interessanti.
Grazie, Pat!
Sogni d’oro*
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Rammento cosa dicevi tu, tempo addietro, su SPLINDER, ….QUOTO, in questo caso….io, quoto….ciò che dice PATRIZIA, altrimenti avrei scritto più o meno le stesse argomentazioni….scusa sto divenendo prolisso. CIAO….sar…..
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Povera Monica! Non voglio sapere!….invece si… !!!
Un abbraccione
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Io voglio sapere…eccome se voglio sapere.
Dunque questa Aglaja 2 è insieme tante cose. Forse, come si temeva, ancora peggio dell’originale. Comunque piano coi “povera Monica”, faccio sommessamente notare che Monica è ancora lì, la terribile e forzuta Aglaja invece è sotto terra. Insomma, Monica sarà anche in apparenza indifesa tra le erinni, ma se puoi piegarla, poi riuscire a spezzarla è un altro affare.
Io adoro la transizione. Spesso più dell’evento a cui porta. Certo c’è transizione e transizione, se è scritta così, è qualcosa di particolarmente promettente, eccitante. Per me gran capitolo. Uno dei migliori.
Baci!
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Nelle transizioni, si possono formulare le ipotesi più disparatee si aprono gli scenari più diversi. La formazione di una compagine golpista. L’emergere dalla nebulsa “nomenklatura” di nuove e più rifulgenti stelle, delle quali, per altro, poco o nulla si conosce.Più che transizione é preparazione ad incalzanti eventi futuri.
Di diversa dinamica invece sono le due storie che ad un certo punto della narrazione dovranno incrociarsi.
Monica e Nadiya, vittima e carnefice, con quest’ultimo più raffinato, più preparato mentalmente, decisamente più intelligente, ma non per questo meno pericoloso di quello che già abbiamo incrociato. Anzi é l’intelligenza l’arma in più da cui difendersi con altrettanta, se non maggiore attenzione.
Susan e “Il Bastardo” (Scopriremo se lo é fino in fondo?), due poli opposti. Così difficile da far convivere. Lei così terribilmente americana, lui così insopportabilmente “british”. Lui borioso “predatore”, lei attualmente smarrita e fallita “controllore”. Un’alleanza difficile da gestire da ambe due le parti
In tutto ciò la variabile pazza, il colpo di scena finale, forse quello che metterà in moto ciò che andremo a leggere in futuro.
Perché la lealtà é una forza potente.
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Anche questo è un bel capitolo! Si delinea lentamente con tratti ben decisi ed efficaci una storia che ancora mi sembra tutta da immaginare. La chiusura del capitolo mi sembra una vera tortura! Per me che non posso girare la pagina e continuare a leggere 🙂
…e io aspetto!!! 🙂
Buona serata …!
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Stiamo entrando nel vivo della storia. I protagonisti cominciamo a muovere le pedine e rivelarsi. Il complotto sta prendendo forma. Monica è sempre incerta. Il bastardo sarà un elemento determinante. Susan gioca le sue carte, Yarbes che fine farà?
Un bel mix di persone dai tratti diversi che si intrecciano e si incrociano.
Ottimo capitolo scritto con tuo stile pulito e fluido che rende gradevole la lettura.
Aspettiamo gli eventi.
Un caro abbraccio
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@ SALVATORE RIZZI non sei mai prolisso, caro Sar.
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@ MARI e saprai 😀
Baci.
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@ KRIS anche a me piace la preparazione, l’attesa: forse è per questo che amo molto Wilbur Smith.
Nadiya è molto più intelligente di Aglaja, e per questo è più temibile. Al momento, comunque, l’unico pericolo che corre Monica è quello di concedersi al sesso… Martin Yarbes si trova in guai ben peggiori.
Anche per me, questo è uno dei capitoli migliori – o meno peggio, via – e sono davvero lieta che ti sia piaciuto.
Kiss!
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@ CAPEHORN il dado è tratto… e mancano pochi giorni al golpe. Visto oggi forse può far sorridere, ma chi allora lo seguì in diretta non rideva affatto.
Il “Bastardo”, che poi bastardo non è, è però indubbiamente british: colto, raffinato, ironico, pieno di sé… può piacere o meno, a seconda delle inclinazioni.
Susan, giustamente, è la classica vigorosa americana… e la russa è un’astuta serpe.
Grazie per il bellissimo commento.
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@ CLE REVERIES ti ringrazio, stellina mia!
Il limite di un romanzo postato in rete è quello da te indicato. Però, non è cosa nuova: un tempo, molti libri furono pubblicati così, sugli inserti dei giornali, credo alla domenica. E parlo di autori famosi.
Grazie, cara, e una buonissima serata a te*
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Aahhh, feuilletons!!!!
Carolina Invernizio o Honorè de Balzac della rete?!
o Alexandre Dumas padre?
A loro il romanzo d’appendice portò molta fortuna, la auguro anche a te 😉
Buona giornata e buona settimana! ***
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@ CLE REVERIES ti ringrazio di cuore!
Buona settimana a te * _________________ *
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@ NEWWHITEBEAR è esattamente come dici tu. Il grande respiro che precede il balzo. Il complotto ormai è pronto, accuratamente preparato; e Yarbes rischia la fucilazione. Hai indovinato: il Bastardo si rivelerà molto importante. Altro non posso aggiungere.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
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Per essere degli agenti segreti… fanno un sacco di trambusto, eh? Hanno contattato praticamente tutti… succederà un casino.
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Per non tediare, poi siccome amo la poesia e meno la prosa…..!Un saluto vero da Sar…..
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@ BRUM un gran casino! 😀
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@ SALVATORE RIZZI mi piacerebbe scrivere poesie, però purtroppo non ne sono capace.
Buona serata.
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Il comunismo ai tempi di Stalin, prima della rivoluzione di ottobre del 1917, commise molti errori: il regime sovietico imponeva restrizioni e tartassava il popolo che insorse. Recuperare l’antico comunismo all’inizio degli anni novanta fu solo un’illusione, l’indipendenza portò ad un governo di tipo liberale. La tua storia, molto interessante per i cenni storici, i riferimenti temporali e conoscitivi di quell’importante nazione, considerata seconda potenza mondiale, s’inserisce in quel contesto. Monica sarà torturata? il giornalista, denominato Bastardo, entrerà in suo aiuto? E i servizi segreti? E’ tutto un intreccio che sarà sempre più coinvolgente.
Cara Ale, la tua passione ti porta anche a fare delle ricerche approfondite, un vero lavoro certosino, bravissima.
Ti lascio un affettuoso saluto.
annamaria
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@ ANNAMARIA49 la tua è un’analisi lucidissima, che condivido appieno.
E veniamo alle domande. Sta a Monica decidere: o la tortura oppure un’esperienza sessuale per lei insolita. Il Bastardo a me piace molto, con quella sua aria snob 😛
Ma non sottovaluterei nemmeno la gagliarda Susan.
Riguardo alle ricerche, sono indispensabili, mia cara. Questo se si intende scrivere qualcosa di credibile.
Grazie, Isabel, e un bacione grande!
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A ciascuno il suo, diceva qualcuno….saluti da Sar….
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@ SALVATORE RIZZI preciso! (Esatto in romano).
Kiss.
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Preparatissima e bravissima come sempre a livello storico….
Sono davvero curiosa di sapere quale sarà la sorte di Monica
e la sua risposta…
Il romanzo diventa sempre più coinvolgente e si sta delineando
nei vari aspetti scoprendo piano piano i vari personaggi e
sono diverse le domande che vorrei fare…
Ma per ora rimango in attesa aspettando la prossima puntata!
Ti lascio un abbraccio cara e un buon proseguo di serata!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA dato che sono fatta a modo mio, credo proprio che questa settimana sovvertirò tutte le regole: perciò posterò “Lubjanka” domani o mercoledì e poi anche domenica, e forse qualcosa (“I love Janine”?) giovedì o venerdì.
Perciò, alcune risposte arriveranno molto presto.
Bisous*
E grazie!
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Splendida esplosione di alcuni caratteri dei personaggi in questa puntata gustosa e di tensione buona… Yarbes decisivo a mio parere, ma una come Susan può rimescolare gli eventi, diciamo. Ottimo.
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@ UNIVERS nonostante tutto, giocherei su Susan… beh… anche su Yarbes.
Insomma, come suol dirsi, poche idee – le mie – ma confuse.
Ti ringrazio e ti mando un bacione ^^
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eheheh che ci sara’ da divertirsi ne sono certo! 😛
Pero’ al momento trovo piu’ interessante lo strano rapporto che tra le due donne, Nidyia e Monica. O meglio, il rapporto che sta cercando di instaurare la russa, piu’ che altro, e che non e’ proprio chiaro…
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sarà chiaro nel prossimo capitolo.
Se ci sarà da divertirsi?
Me lo auguro caro lupo 😛
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