Se Janine Leblanc avesse dovuto scegliere il momento, o il giorno, più bello che aveva trascorso con Sarah, si sarebbe trovata in grande imbarazzo.
Erano stati tutti belli. Le vacanze in Italia e a Cipro, i concerti a cui aveva assistito, le notti passate assieme. Quando faceva l’amore con Sarah, Janine sperimentava sensazioni travolgenti, di cui – prima di conoscerla – era assolutamente all’oscuro. E, incredibile a dirsi, ogni volta era migliore della precedente. Sembrava che Sarah conoscesse il suo corpo meglio di lei, sapeva individuare in modo infallibile ciò che la eccitava di più; a seconda degli stati d’animo, si dimostrava focosa e incalzante oppure dolce e tenera: e quello che sbalordiva Janine era il fatto che indovinava sempre i suoi desideri, come per magia.
Ma non c’era soltanto il sesso. Esistevano anche amore, comprensione, stima reciproca, comunanza. Se l’una in un dato momento era triste, l’altra riusciva a rasserenarla, a farla ridere, a restituirle la gioia di vivere. Per Sarah aveva abbandonato senza indugio l’America, le amicizie, i contatti di lavoro, e non se n’era mai pentita. Aveva sempre creduto che sarebbero state insieme per sempre. Certe notti in cui tardava a prendere sonno, le accarezzava delicatamente il viso perdendosi in rêverie che la commuovevano. Pensava a tutto quello che avrebbero fatto, ai posti nuovi che avrebbero visitato, fino ad arrivare al giorno in cui ormai anziane ma ancora innamorate avrebbero passeggiato davanti al mare tenendosi per mano. Quello sarebbe stato un amore calmo e maturo, frutto di anni e anni di convivenza, privo forse dell’antica passione ma ugualmente bello e forse addirittura più importante.
Se, invece, avesse dovuto scegliere il ricordo più brutto, l’unico in realtà, non avrebbe avuto alcuna esitazione. Quando tornava con la mente a quella terribile mattina, gli occhi le si riempivano di lacrime, mentre una profonda angoscia la straziava: era come se una belva feroce le dilaniasse il cuore. In quegli attimi di disperazione era attraversata da mille pensieri. Pensava al sollievo che le avrebbe arrecato la morte, pensava di annegare la tristezza nell’alcool, poi sognava di riuscire a farsi perdonare. Le aveva telefonato tre volte, ma quando aveva sentito la sua voce aveva riattaccato senza parlare. Le aveva scritto due lettere, mai spedite. In una sera di pioggia e di vento era andata ad assistere a un suo concerto. Pur non approvando il nuovo corso che aveva dato alla sua carriera, era rimasta affascinata a guardarla, l’aveva applaudita e aveva gridato con gli altri fino a perdere la voce, per poi fuggire travolta dalla pena. Piangendo si era rifugiata a casa.
A volte provava rabbia. Per una parola, una sola parola, Sarah aveva troncato con lei: ma l’amore non avrebbe dovuto renderla meno inflessibile? Allora cupamente pensava che forse Sarah non l’aveva mai amata veramente.
A volte, si malediceva. Era stata lasciata a causa di una gelosia esasperata. Non avrebbe mai dovuto dirle che era una sgualdrina. La colpa era soltanto sua.
In entrambi i casi, poi si abbandonava sul letto, in cerca di un oblio che non avrebbe mai trovato.
In genere Marcus aveva lo sguardo sfuggente, ma quel pomeriggio fissava Sarah in un modo che a lei parve sfrontato. Lo studiò. Non era molto alto, però le spalle erano larghe e il torace ampio. La vita snella, la maniera quasi felina di muoversi e l’abito elegante che indossava gli conferivano un certo fascino. Il suo aspetto sano era incongruente con il lavoro che svolgeva, pensò Sarah. Tuttavia, gli occhi, di un singolare colore giallo, erano gelidi. Mentre lui disponeva su uno specchietto una sottile striscia bianca, Sarah provò uno strano moto d’apprensione. Marcus arrotolò una banconota e gliela porse. “E’ roba di prima qualità!”, affermò con un sorriso che non si estendeva agli occhi. “Una partita eccellente. A Londra è impossibile trovare di meglio, posto che ciò sia fattibile altrove, e francamente ne dubito.” Si esprimeva in un ottimo inglese, peraltro Sarah colse delle inflessioni che la indussero a pensare che fosse straniero… forse di un Paese latino. Non che le importasse, comunque. Si chinò sul tavolo e aspirò con il naso. La scarica di adrenalina fu istantanea. Si sentì subito forte, vitale, piena di energia. Annuì. “E’ buona.”, convenne. “Ne prendo tre grammi.”
Marcus non sopportava i clienti che mercanteggiavano sul prezzo. Quando esageravano li scacciava, rifiutandosi di servirli ancora; ma sapeva già che Sarah Taverner non rientrava in quella squallida categoria. Spesso, anzi quasi sempre, si trattava di gente ricca: avvocati, medici, manager, ma non per questo erano meno avari. Avvolse la cocaina in un sottile foglio di carta che infilò in una busta.
Sarah prese il portafoglio, contò i soldi e gliegli diede. Marcus li fece sparire in una tasca della giacca. Fu in quel momento che Sara notò I love Janine, il suo cd.
Con un senso di tristezza osservò la copertina. Janine le mancava molto e conoscendola era sicura che stesse soffrendo le pene dell’inferno, ciononostante non provava pietà per lei. Non l’avrebbe mai perdonata. Aveva ricevuto due o tre telefonate da un cellulare che risultava anonimo. Avevano riagganciato senza parlare: non poteva che essere Janine. Come comportamento era alquanto infantile, e la cosa l’aveva irritata.
Marcus seguì il suo sguardo. “E’ un disco stupendo!”, dichiarò. “Io sono il tuo primo ammiratore.”
“Grazie.”, disse Sarah. Adesso voleva solo andarsene. Non era soddisfatta di se stessa, inoltre Marcus la inquietava. Si ripromise che quella sarebbe stata l’ultima volta, poi scrollò istintivamente le spalle; tre sniffate non facevano di lei una drogata.
Si avviò verso la porta.
Marcus la fermò. “Un attimo, per favore.”
Sarah si girò, lanciandogli un’occhiata interrogativa.
“E’ per la tua musica.”, disse lui. “In segno di riconoscenza per tutte le emozioni che mi hai regalato, desidero farti un dono.” Le consegnò un portapillole.
“Cos’è?”, gli domandò Sarah.
“MDMA.”, rispose Marcus. “Questo ti farà volare!”
Contrariamente a quanto si pensi, la MDMA, più nota come ecstasy, non è affatto una droga nuova. Il suo principio attivo, la MetilenDiossiMetaAnfetamina, fu sintetizzato nel 1912, e secondo alcuni venne utilizzato nella prima guerra mondiale per non fare avvertire fame e stanchezza ai soldati; il fatto tuttavia non è accertato. Benché non sia la droga più nociva in assoluto, essa è comunque pericolosa.
Sarah scosse la testa. “Preferisco la cocaina.”
Un’ombra di rammarico passò sul volto di Marcus. “Peccato.”, commentò. “Avresti provato delle emozioni indimenticabili.”
“Appunto.”, replicò asciutta Sarah. Poi si costrinse a mostrarsi educata. “Comunque, ti ringrazio per il pensiero.” Si voltò di nuovo, e ancora una volta lui la fermò. “In questo caso”, disse, “permettimi di invitarti a cena. Conosco un ristorantino delizioso.”
Sarah lo guardò, sorpresa. “Non credo che sia una buona idea.”
Marcus posò gli occhi sui suoi. Da essi non trapelava la minima espressione. “Capisco. Però se adesso rifiuterai anche un drink, potrei finire per offendermi. In fondo, sono il tuo più grande ammiratore.”
Sarah era esasperata. “Non ci rivedremo più, perciò non vedo il motivo di bere assieme.”
Marcus rise. Una risata assolutamente priva di allegria. “Oh, dicono tutti così. Ma poi tornano sempre. E come se tornano!” Indicò le Jimmy Choo che Sarah portava ai piedi. “Belle scarpe.”
“Mi dispiace, ma ora devo proprio andare.” Sarah uscì quasi correndo.
Marcus andò a mettere il cd nel lettore. Bene. Faceva la sostenuta. Che respingesse pure i suoi inviti. Non gli interessava cenare con lei né tanto meno offrirle un aperitivo. Presto avrebbe scoperto ciò che lui voleva da lei.
Passato e presente che si intrecciano. Janine che ricorda i momenti belli, la nascita del grande amore con Sarah, le giornate trascorse insieme e anche il futuro che le vedeva ancora insieme. Rimpianto e dolore si uniscono in una muta preghiera di perdono lanciata con le telefonate e con lettere che non vengono spedite. Il senso di colpa prevale e la sofferenza diventa ancora più forte. Sarah che fa ricorso alla cocaina, dicendo a se stessa che ciò non fa di lei una drogata, per sfuggire alla delusione ed anche al forte dolore che sicuramente sta sentendo ma che non riesce a far breccia nella rabbia che prova nei confronti di Janine. E Marcus, questo personaggio subdolo che sicuramente influirà molto nel loro rapporto, approfittando di quanto sta succedendo.. ma questo lo sapremo in seguito, per ora resta la suspance di sapere come evolverà questa storia.
Grande Alessandra, letto tutto d’un fiato scorre che è un vero piacere. Non si riesce a staccare lo sguardo dalle parole finché non si arriva alla fine e la storia si sta facendo sempre più avvincente.
Ti auguro una buona giornata, serene e gioiosa
Ciao, Pat
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L’amore certamente rende meno inflessibili. E’ anche vero che un tradimento di qualunque tipo brucia maggiormente se a farcelo è una persona che stimiamo… o addirittura amiamo. Da cui non ce l’aspettiamo. Ma io credo che alla fine si possa e si debba perdonare.
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Sei sempre impareggiabile nel descrivere le emozioni e i sentimenti delle tue “creature” e qui più che mai. La doppia faccia del rimorso è così tangibile.
La ragnatela che sta tessemdo viscidamente Marcus è resa benissimo dalla descrizione dei suoi occhi che sicuramente richiamano quelli dei rettili.
Non so, ma questo capitolo mi piace, 🙂 bah… vediamo come andrà a finire.
Comunque qui abbiamo sempre “Isse, Esse e o Malamente (motiplicato per due in tutta la storia)
Ciao e buona giornata, mia cara
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Solo la conoscenza del limite e l’autostima, potrebbero impedire cose del genere.Ad esempio, io ho bevuto, ho fumato, però….non ho mai assunto droghe, ai miei tempi, ci si poteva lasciar andare, mentre non l’ho fatto anzi….ho dato delle dritte a dei miei amici, i quali non mi ascoltarono…etc. Sempre scorrevole il tuo dire. “Di fumare per vizio, smisi nel 1969, poi….ho fumato ogni tanto….e piano piano, ho smesso completamente.” Ciao………….Sar….
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Bellissima pagina descrittiva di emozioni che si fondono con le variegate sfumature dell’animo…
Ros
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Mi piace come allora questa storia, oggi, però, si colloca in un mio stato d’animo diverso da allora….e devo dire che l’emozione è più forte…
Ti abbraccio
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@ PATRIZIA M. mia cara amica, definire il tuo un semplice commento sarebbe oltremodo riduttivo! Questa è una splendida recensione, della quale ti ringrazio con tutto il cuore.
Buona serata, Pat*
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Il merito è tutto tuo Alessandra, le mie parole sono sgorgate spontanee dopo averti letta 🙂
Ciao, buona serata a te carissima.
Pat
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@ PATRIZIA M. grazie, ancora. Davvero! Questo mi dà una grande forza… e ne ho bisogno perché domenica ci sarà un appuntamento molto importante con la “Lubjanka”.
Ciao, Pat ^^
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Benissimo 🙂
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@ BRUM uhm… ma non avevi sostenuto il contrario, in un commento precedente?
Comunque, solo i muli non cambiano mai idea… io la cambio tre volte al giorno 😛
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Potrebbe essere. Non credo, ma potrebbe essere, e non ci sarebbe nulla di male. Più che aver cambiato idea, credo di aver detto due cose contrastanti, che però ritengo entrambe vere. Tra il dire ed il fare… ecc ecc, no?
Sai come la penso. Provo a fare un riassunto: Un tradimento brucia in maniera proporzionale alla stima e l’affetto che si prova. E’ vero. In teoria, questo porterebbe a pensare che se ci tradisca uno/a che amiamo, non sia possibile perdonarlo (ed io per natura sono di quel genere lì… ma non me ne vanto, perchè bisogna saper perdonare ed è giusto perdonare, dare altre possibilità). Però… però: quando si ama, se è vero che il bruciore è tanto… è anche vero che è tanto l’amore, ed alla fine, nella stragrande maggioranza dei casi, l’amore vince, e si perdona ugualmente.
Spero che ora sia più chiaro… Il discorso è contraddittorio, lo so… ma è quello che io penso.
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Rido. Se non sò stato chiaro nemmeno così.. me tocca fà un post… Fammelo sapere… 😉
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@ CLE REVERIES grazie!
In ogni caso, prima o poi, arriveranno altri due personaggi, entrambi molto importanti ai fini della storia.
Un sorriso per te, cara ^^
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@ SALVATORE RIZZI ho sempre pensato che tu fossi un uomo di valore, e ciò che scrivi lo conferma.
Ciao!
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@ ROSEMARY3 benvenuta nel mio blog!
Ti ringrazio molto per le tue parole, Ros.
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@ MARI per qualche verso, è una cosa che intuivo. Mi auguro solo che tu sia felice.
Grazie, e un grande bacio * ___________ *
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Alessandra, mi manca qualcosa, qualcuno, ma ho la mia famiglia che amo e mi ama…bruciano certe ferite, ugualmente….
Grazie a te!
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@ MARI lo so, cara.
Purtroppo sono un’esperta in questo campo.
Ti abbraccio forte!
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Thanks!
Happy Anniversary!You registered on WordPress.com 1 years ago!
Thanks for flying with us. Keep up the good blogging!
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Letto con avidità nonostante la stanchezza accumulata durante il giorno. Janine ricorda i momenti belli e brutti del suo rapporto con Sarah. Marcus tesse la sua tela nella quale cerca di far cadere la cantante. Due episodi, che cominciano a illuminare i vari protagonisti e mette la curiosità nel leggere il proseguimento.
Aspetto con impazienza.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR è un momento questo… diciamo un “lungo momento”, nel quale la mia vita non è certo felice; negli ultimi giorni, inoltre, non sono stata molto bene, anche se oggi va un po’ meglio… perciò, che sia virtuale o meno, questa realtà per me è una fonte di benessere: leggere i post degli amici, ricevere commenti belli e gratificanti come il tuo… poi si spera sempre anche che succeda qualcosa d’altro…
Ciò che oggi conta, comunque, è che sono contenta che questo racconto continui a piacerti e mi auguro che lo stesso accada per “Il crepuscolo della Lubjanca”, che riprenderò a pubblicare con regolarità domenica.
Un grande abbraccio!
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Alessandra, sai come ti vedo? Ti vedo come il regolare scorrere di un fiume, in queste tue due ultime puntate, che ritengo preparatorie di altre, più movimentate ed intense. Oltre che brava scrittrice ti dimostri un’ottima psicologa, entrando nelle pieghe dei tuoi personaggi, presentandoceli così bene da farceli ancor più apprezzare, nel positivo e nel negativo, che di loro certamente poi si evidenzierà sempre di più.
Fluidutà delle frasi, semplicità ed efficacia del racconto.
I protagonisti si delineano vieppiù (mi piace questo “vieppiù”), con una maggiore attenzione per l’infido Marcus, finora un po’ al margine della vicenda.
Quanti commenti hai ricevuto in breve tempo, Alessandra! La tua nota in proposito dimostra come bene tu li abbia accolti! 🙂
Cesare
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Cmq se non l’hai capito non mi interessi più.
Ciaoooo
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😦 Tra le negatività di internet, e di un blogger in particolare, c’è quella di non poter aiutare un amico quando ha bisogno di un conforto reale. La necessità di uno sguardo di solidarietà, di una mimica di intesa e di una pacca sulla spalla che ci consolida il legame di amicizia e che di solito fa anche scivolare tutte le sofferenze e far posto al solitol sorriso, qui te lo scordi.
Perciò non mi resta altro che fartele immaginare con un:
🙂 STAI SUUUU, STAI SUUUUU e conta su di noi!!!
Un abbraccio forte forte e un felice weekend!!!
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Sei troppo gentile, pure io ho dei difetti, parlo troppo ed a volte alzo la voce. Salutoni….Sar…
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@ CESARE le tue parole sono sempre belle e mi fanno sempre molto piacere!
Ti ringrazio per questo e per l’estrema attenzione con cui leggi quello che scrivo.
Bisous ^^
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@ DANY uhm… interessante…
Mi piacerebbe anche sapere chi sei 😛
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@ CLE REVERIES la pacca sulle spalle mi è arrivata, cara: grazie!
Un abbraccio forte forte a te*
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@ SALVATORE RIZZI e chi non ha difetti, caro Sar?
Ciao!
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Entrambe soffrono, cosa fa l’eccessiva gelosia, avvelena i rapporti. Questa storia romantica mi piace molto, spero che Sarah ci ripensi e non si lasci andare alla droga.
Ciao, cara, un abbraccio.
annamaria
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@ ANNAMARIA49 questo lo scopriremo presto, mia cara: ma attenzione a Marcus!
Un bacione*
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Un’altra magnifica puntata piena di ricordi che si rincorrono
uno dopo l’altro su questa bellissima storia d’amore..,
ed ecco che si prospetta l’arrivo incisivo di Marcus che si
insinua con l’astuzia di essere il grande ammiratore di
Sarah…
Non ci si stanca mai di leggere ciò che scrivi….
Ti abbraccio dolce!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMEVERA e l’importanza di Marcus è destinata a crescere…
Ti ringrazio tantissimo, chou!
Io mi adopero affinché questa storia risulti buona, e quando leggo che piace ne sono veramente contenta.
Un abbraccio dolce a te, Michelle.
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Ricordare i momenti di un amore è sempre frutto di dolore e sconfitta.
Sarah, secondo me, si pentirà di questo
Marcus, personaggio astuto e falso darà il suo meglio (peggio) nei prossimi
episodi (credo).
Bravissima come sempre
Bacioni
Mistral
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Scappando di corsa Sarah ha mostrato la sua debolezza e Marcus questo particolare non se lo e’ certo fatto sfuggire…
Eh, in quanti ci siamo rispecchiati nella disperazione di Janine, almeno una volta nella vita? 😐 Pero’ ho sempre pensato che certi errori siano troppo clamorosi per essere veri errori, di solito sono gesti che vengono compiuti perche’ sotto sotto non si sopporta piu’ la situazione che si sta vivendo e, non avendo la forza di modificare le cose a freddo, lo si fa grazie a un “colpo di testa”… anche se poi ci si puo’ pentire 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ OMBREFLESSUOSE su Marcus, hai proprio indovinato, cara Mistral.
A parte questo, le tue considerazioni iniziali rispondono esattamente al vero.
Grazie e tanti bacioni*
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WOLFGHOST certo: a Marcus certe cose non possono sfuggire. E’ troppo abile, e perfido, quell’uomo.
La disperazione di Janine?
Io l’ho vissuta 😦
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L’essere stati disperati ci rende poi più ‘morbidi’ nei confronti degli altri; almeno questo, almeno ci si consola dicendoci che a qualcosa di buono è servito, cara Alessandra!
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Ripensandoci, forse non è del tutto vero: ad alcuni fa l’effetto opposto: si induriscono. Non credo che sia il tuo caso 🙂
Nemmeno il mio, ma non si può mai dire 😦 Come dicevi su, chi non ha difetti, magari dormienti?
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@ LILLOPERCASO io sono solo un po’ più fredda, cara Dani.
Ma non sono indurita, però 😛
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Quando hai arretrati da leggere, soprattutto di questa fattura e abilità narrativa, è sempre un piacere, mai un dovere. Un abbraccio e continua così.
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@ UNIVERS forse scrivo troppo, mio caro amico!
Un abbraccio a te e grazie per la pazienza.
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