Quando finisce un amore vorresti nasconderti nella grotta più buia del mondo.
Quando finisce un amore a nulla vale la ragione che ti incita a proseguire, a nulla servono le manifestazioni di affetto, più o meno sincere, degli amici, o presunti tali. In realtà non credo all’amicizia, non credo più a niente. Credo solo al mio dolore.
Una volta ero famoso. Il mio libro, “Le Creature della Notte”, fu tradotto in varie lingue e vendette milioni di copie. Diventai molto ricco, ma in un tempo assai breve riuscii a dilapidare il mio patrimonio. E poi la bottiglia sostituì il computer. Adesso vago nelle terre dell’apatia, mi rifugio nei ricordi e aspetto la fine, contando i giorni. Giorni tutti uguali, che non regalano altro se non amarezza e rimpianto.
Elisa si affacciò alla grande finestra che dava sul mare. Era stanca ma felice. Per quanto stressante, la cerimonia della consegna del Premio Strega rappresentava il grande coronamento della sua carriera: dopo tre romanzi di buon successo, con il quarto era riuscita a realizzare un capolavoro, che ora aveva raggiunto la consacrazione definitiva. Senza contare che da “Ombre sul lago” avrebbero tratto un film con Stefano Accorsi e Giovanna Mezzogiorno. Quella sera aveva parlato a lungo con l’attrice, perché Giovanna voleva calarsi nel migliore dei modi nei panni della protagonista femminile e perciò desiderava conoscere a fondo la psicologia della scrittrice.
Elisa assaporò con piacere l’aria fresca della notte, lanciò uno sguardo distratto alle stelle e si apprestò a raggiungere Luca in camera da letto. Erano sposati da un anno e, sebbene lui non amasse leggere i suoi libri (e in generale nessun tipo di libro) con lui si sentiva felice e appagata. Luca dirigeva una grande agenzia immobiliare, aveva un animo imprenditoriale, ma era molto più vicino a lei di quanto non lo fosse mai stato Mauro.
Per qualche strana ragione, il suo pensiero andò al giorno in cui aveva conosciuto il suo ex marito. Mauro cercava una laureata cui affidare tutta una serie di incombenze legate al best-seller che aveva appena realizzato, “Le Creature della Notte”. Elisa aveva trovato detestabile l’uomo e pessimo il libro, una storia d’orrore e di sangue che era estranea alla sua sensibilità. Inoltre, non gli piaceva la sua scrittura, che giudicava stereotipata. Lavorando con lui, aveva lentamente cambiato idea: non sulle sue capacità letterarie, ma sulla sua anima. Si era presentato in maniera arrogante, però con il tempo aveva capito che quell’arroganza celava una sensibilità che malgrado fosse nascosta tuttavia esisteva; e aveva scoperto molto altro su di lui. Ma il matrimonio si rivelò un fallimento. Con orrore crescente Elisa vide Mauro cadere a ruota libera, perdere tutti i soldi che aveva e smarrire l’ispirazione, che benché fosse commerciale o forse proprio per questo, lo aveva portato al successo e alla ricchezza. Non sopportava che lui bevesse, e non accettava l’abulia che sembrava essere diventata il suo tratto caratteristico. Alla fine lo aveva lasciato.
Mentre attraversava il soggiorno, una lacrima apparve nei suoi occhi. Ignorava dove adesso si trovasse Mauro, cosa facesse e che pensieri gli attraversassero la mente.
Però ricordava una cosa.
A lui piaceva ciò che lei scriveva. E amava leggerla.
Cammino nella notte a caccia di fantasmi. A tratti penso a lei, a come è finita. Mi sento simile a Marmeladov, il padre di Sonja in Delitto e Castigo di Dostoevskij. Come lui mi compiaccio dei miei fallimenti, come lui getto al vento le migliori occasioni, traendone un piacere perverso. Stringo fra le mani una bottiglia, ormai quasi vuota. La notte mi è amica, e il fiume che costeggia la strada mi attrae in maniera irresisibile. Acque scure accarezzate da un vento lontano. Quante storie mi racconta il vento! Solo lui ne è capace, solo lui non mi annoia. E mi sussurra inviti cui è difficile resistere. Mi suggerisce la risposta al mistero della mia vita. E’ una risposta sensata, logica e inappuntabile. E’ la risposta. Cammino barcollando. Mi accendo una sigaretta. Scanso con fastidio una coppia invadente che cerca improponibili romanticherie nell’assurda convinzione che il loro innamoramento poi si trasformi in amore. Per quanto mi riguarda potrei anche augurarglielo, ma sarebbe un inganno, dato che ogni amore è destinato a finire.
Penso a Elisa. Rammento che la conquistai definitivamente quando una sera comprai per lei una rosa da una sordomuta. Non fu il fiore in sé a colpirla, ma un gesto che forse non credeva potesse appartenermi. All’epoca ero famoso, e mi trinceravo dietro a una facciata per nascondere la mia timidezza. Bevevo già molto e, sul finire della mia breve carriera, insultai una giornalista che si ostinava a rivolgermi domande idiote. Lasciai quell’insulso party, sbattendomi la porta alle spalle, suscitando scandalo e probabilmente perdendo proprio in quell’occasione mia moglie.
Quello che ho fatto dopo non è interessante. A dirla tutta, c’è ben poco di interessante nella mia vita. A mia volta, non provo interesse per gli altri. Vorrei Elisa, ma so che non è possibile. Questa sera l’ho vista in televisione: era bellissima, raggiante; accanto a lei Giovanna Mezzogiorno scompariva. Irradiava energia positiva. Quello che manca a me. Comunque, non è un problema.
Sta salendo un po’ di nebbia, adesso è il fiume che mi parla ed è l’unica cosa che in questo momento conti. Ho la barba lunga di tre giorni, gli occhi iniettati di sangue, e indosso una giacca che ormai è diventata troppo larga per me. Mi fermo. Voglio ascoltare bene. Con attenzione.
Il fiume racconta.
E’ talmente bravo a narrare che mi sembra di vedere un film. Però, è un film strano, a due dimensioni. Sul lato sinistro dello schermo vedo un bambino infelice, che cresce in una famiglia che tutto è tranne quello che dovrebbe essere. Il padre del bambino tradisce la madre. La madre del bambino beve e si riempie di psicofarmaci. Alla sera, il bambino mette la testa sotto il cuscino e piange.
Schermo destro: il bambino vive in una famiglia felice, unita. Alla domenica pranzano all’aperto, nel giardino davanti a casa. Arrosto di vitello e patate al forno. Crostata di mele. Io so che per il bambino quella crostata è fondamentale, è un simbolo, è la prova della serenità e dell’amore che regnano in quella famiglia. Scena tagliata, dice il fiume, trasformatosi in regista. Buona la prima.
Schermo sinistro: nuova scena. Un uomo scrive un libro di successo, conosce una donna di straordinaria sensibilità e di vasto talento letterario. Si sposano, ma il matrimonio fallisce. L’uomo annega nell’alcool le sue frustazioni e il suo odio nei confronti della vita.
Schermo destro: un uomo scrive un libro di successo, conosce una donna di straordinaria sensibilità e di vasto talento letterario. Vivono insieme felici. Lui la porta ad abitare in un un luogo bellissimo, a ridosso del mare. Invecchiano insieme. Serenamente. Nella comunanza di un affetto e di una complicità senza eguali. Scena tagliata. Buona la prima.
“Avrei preferito che il film fosse diverso.”
“E invece non è diverso.”, ribatte il fiume. “Non si può cambiare il passato, e anche se lo volessi non sarei in grado di fartelo rivivere, né di trasformarlo secondo i tuoi desideri. In ogni caso, non è questo il mio compito.”
“Qual è il tuo compito?”, gli chiedo, conoscendo in anticipo la risposta.
“Aiutarti.”, dice il fiume. “Aiutarti a dimenticare. Alleviare il tuo dolore. Cancellare passato, presente e futuro. Non ti aspetta nulla di buono, lo sai vero?”
Annuisco. Mi accendo l’ultima sigaretta. La fumo con calma.
Poi accolgo il suo invito.
L’acqua è gelida, ma stranamente mi sembra tiepida.
Prima di finire sotto, gli rivolgo un’altra domanda.
“Dimmi se Elisa sarà felice.”
Però la risposta mi sfugge.
Infine, l’ultima.
“Ma a volte sente la mia mancanza?”
“Sì.”, disse il fiume.
Quando finisce un amore non ci sono né vinti, né vincitori.
Anche se Elisa sembra essere felice, il ricordo di Mauro è una pecca per la sua vita attuale di successo e appagamento. Mauro invece poteva essere felice ma la sua natura è stata più forte di lui.
Alla fine solo il fiume lo ha “salvato” da sé stesso
Grazie, Alessandra, mi coinvolgi sempre con piacere
Bacioni
Mistral
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Per legge di natura, quando finisce un amore ne comincia un altro …..
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Molto bello, Anne, la tua scrittura ormai ha preso il volo. Essenziale, elegante. Significativo. Neanche una sbavatura. E vai.
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vivere felici è contenti è proprio da personaggi. il regista mi ricorda un po’ il pierre menard che riscrisse il don chisciotte nelle solite finzioni di borges (ma solo per metà, infatti buona la prima)
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@ OMBREFLESSUOSE analisi perfetta. Un bacio, Mistral*
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@ MAIPISENSA più che altro mi avevano rovinato il post sotto con alcuni interventi deliranti, perciò mi sono girate le scatole e ho cambiato argomento.
Ci vuole una gran forza per sopportare il genere umano!
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@ MAXWEB bah… se lo dici tu…
Io preferisco di gran lunga le mie storie di spionaggio.
E poco mi importa se sono seguite solo da dieci persone.
Kiss ^^
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@ WORDINPROGRESS benvenuto nel mio blog, e chapeau!
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Entri come sempre nei meandri propositivi, con l’intensità delle cose legate alla vita, come sai fare….tu!!!!!!!!! Sar………………
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@ SALVATORE RIZZI cose legate alla vita… grazie!
Un abbraccio, Sar ^^
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Quando finisce un amore si deve cambiare pagina, come suggerisce il fiume. E’ inutile macerarsi inseguendo dei se e dei ma. Un taglio netto e nuova vita.
Elisa è felice? Non credo. La lacrima che scende sul viso dice una cosa sola: si sente infelice, prigioniera del sogno di non essere riuscita a recuperare Mauro.
Bel post con un interessante duetto tra Elisa e Maura.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR il fiume suggerisce il suicidio…
In ogni caso il mio interesse per questo post è assai vicino allo zero.
L’ho editato solo perché mi avevano rovinato il capitolo della Lubjanka.
La prossima volta che dovesse succedere chiuderò baracca e burattini.
Un caro abbraccio.
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Quando finisce un amore si ferma tutto, si ferma il sangue nelle vene, si ferma il pensiero e cosi, impietriti si rimane….mentre tutto il resto continua come immagini che scorrrono fuori da noi…
Mi e’ piaciuto molto!
Un abbraccione
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Due vite che si incontrano ma che poi si dividono, ma non totalmente perché entrambi sono ancora legati nonostante tutto, entrambi non riescono totalmente a dimenticarsi l’uno con l’altra. Ci pensa il fiume a dividerli per sempre, un fiume che accoglie lui con un ultimo abbraccio caldo, quello di lei che lo pensa.
Un racconto triste tutto sommato, ma di grande bellezza, che lascia dentro un fremito .
E non azzardarti a chiudere baracca e burattini, ho visto che lo hai scritto sai?? Mica mi è sfuggito, metti in moderazione i commenti piuttosto, così se vedi che c’è chi se ne approfitta gli seghi le gambe direttamente
Un abbraccio e serena notte.
Pat
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Storia molto triste,è vero. Sarebbe molto squallida scritta da altri,ma con il tuo magico tocco ne hai fatto un vero gioiello. Hai reso perfettamente la nostalgia, il rimpianto insieme alla rabbia di aver distrutto la propria felicità. La rassegnazione al proprio destino che sembra regnare, in effetti è una maschera che nasconde un amore che non è mai realmente finito.
😥 Sono molto triste per quello che è successo nell ‘altro post, anzi chiedo scusa se mi sono fatta tentare col mio OT. In questi casi trovo molto opportune le moderazioni, sono molto migliori delle divagazioni fuori tema.
Un abbraccio e un affettuosissimo ‘buona notte e sogni d’oro’ 🙂 :-*
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Molto bello.
@Pat: finchè ci sono io, Ale non va da nessuna parte. Mi piace pensare così… mi ha fatto una promessa.
@Cle: Nell’altro post non è successo niente. Nulla per cui valga la pena di rinunciare ad un proprio sogno.
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@brumbru
Bene, mi fa molto piacere 🙂
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…una triste fine,,, ma del resto è lo stesso epilogo che avrei scelto io!
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@ MARI in poche parole hai saputo dire “tutto”!
Grazie, cara, e un grande bacione ^^
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@ PATRIZIA M. ormai non dovrei più stupirmi per la bellezza dei tuoi commenti, e invece ogni volta riesci a sorprendermi ancora!
P.S. non mi piace l’idea della moderazione… preferisco affidarmi al buon senso delle persone. Certo che se scrivo un trattato sugli elefanti, e poi i commenti vertono sulle zanzare che gli pungono le orecchie, non posso dichiararmente entusiasta…
Un abbraccio a te, Pat 😛
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@ CLE REVERIES ed ecco un altro magnifico commento, del quale ti ringrazio molto.
Tu non devi proprio scusarti di nulla!
Ammetto che ieri sera ero inviperita – non con te, sia chiaro -, perché avevo lavorato con grande impegno a quel capitolo; ma ormai è acqua passata.
Lots of love, darling * ____________ *
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@ BRUMBRU sono contenta che questo racconto ti sia piaciuto.
In quanto al resto, se lo dici tu…
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@ PATRIZIA M. lui fa e dispone 🙂
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Ahahah. Non esageriamo. Ti conosco un pò… e ti stimo una persona intelligente e ragionevole. In genere. Ma è giusto così. Quanno ce vò… ce vò….
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@ BRUM 😛
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@ NUNZIADAQUALE eh eh eh, ci avrei scommesso!
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Che ne dici Alessandra, forse con un po’ di buona volontà potrebbe andare bene questa mia poesia che ho scritto tre giorni fa. Se così non fosse, prendila solo come una poesia.
NOSTALGIA DI UN AMORE
Nostalgia di un amore
passato, trascorso,
perso nei giorni e nelle notti
andate nel tempo.
Malinconia e dolcezza
fuse nel ricordo,
nei sospiri lasciati
su chiari di luna sfumati.
Notti che parevano minuti,
fuggite alle regole
di un andare più veloce,
a ingannare le ore.
Ora notti più lunghe,
che sembrano non finire,
nel battere dell’orologio
ogni sessanta infiniti minuti.
Cesare
(15-11-’12)
_________
Grazie, ed al solito, bisous! 🙂
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Non si può tornare indietro il passato è stato scritto
e quando finisce un amore, finisce ci si veste di graffiante
dolore mentre soffia forte il vento e scorre pieno il fiume…
I ricordi, quel vissuto da bambino infelice, l’amore e gli errori
di una vita che si intrecciano inesorabilmente uno dopo l’altro..
Struggente e bellissima storia… Quando finisce un amore la
vita si dilata e un urlo si alza forte nel silenzio del cuore…
Un abbraccio cara e radiosa giornata!
Michelle
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Quanto mi piace leggerti, mi coivolgi e non posso staccarmi senza aver finito.
Buon fine settimana! 🙂
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@ CESARE molto bene!
Felice serata.
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@ VENTIDIPRIMAVERA e questa è un’altra bellissima poesia, cara Michelle ^^
Bisous, chèrie*
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@ FAUSTA68 grazie, amica mia!
Sogni d’oro.
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Davvero toccante. Spesso gli animi più profondi sono quelli più “dannati”, non è vero? 😐
Vorrei soffermarmi sul punto in cui Mauro fa partire la sua “riscrizione” della storia partendo da una famiglia felice, anziché “disgraziata”. Se è vero che ovviamente la nostra famiglia di origine conta, sono tuttavia convinto che ognuno di noi abbia la possibilità di cambiare la propria storia personale, distinguendosi ed allontandosi dagli errori dei genitori, anziché ripercorrerne le orme.
Mauro però non l’ha fatto, purtroppo…
http://www.wolfghost.com
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Ciao Ale, senti un attimo a me… E quando non finisce mai un amore? Solo che non può essere un vero amore? Fino in fondo voglio dire…
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@ WOLFGHOST è vero ciò che dici, lupo. Purtroppo, Mauro si è dimostrato debole 😦
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@ KRIS secondo me, sono rari i veri amori…
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@ LILLOPERCASO questo è il primo album di Francesco Guccini. E la canzone che hai scelto è quanto mai appropriata. La considero un regalo, Dani 🙂
Grazie!
(Questa sera mi sentivo così triste… ma avere gli amici che ho io è bello).
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Eh… ma una canzone così… A me viene il ‘nodo’ quando l’ascolto.
Ma io credo nell’amicizia, anche in quella detta virtuale.
(Visto quante belle doppie?)
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uhhhhhh, son tornate le doppie a Lilloooooooo!!!!!! Uccidiamo il vitello grasso!
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Uno di quei racconti che insegna qualcosa, che ti lascia dentro una ‘lezione’.
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Dolce e struggente, graffia il fondo del cuore.
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@ LILLOPERCASO anch’io credo nell’amicizia detta “virtuale”.
Viva le doppie 😛
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@ BRUM e poi mangiamo l’abbacchio 🙂
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@ UNIVERS il tuo è un grande complimento!
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@ URIEL grazie mille ^^
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ti donano le frasi brevi, bionda.
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@ INTESOMALE credo che questo valga per tutti, amico mio.
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mica vero… ci sono autori da frase lunga e autori da frase breve.
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@ INTESOMALE da frase lunga non mi acchiappano… a meno che non sia un monologo di Dostoevskij.
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quando finisce un amore è molto dura si c’è qualcuno che rischia davvero di parlare al fiume un buon racconto ciao
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@ ZEBACHETTI e il fiume ti ascolta e poi ti accoglie…
Grazie!
E un caro saluto ^^
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