Susan Cooper andò a letto presto, si addormentò subito e malgrado la differenza di fuso orario dormì benissimo.
Si svegliò verso le otto, fece una doccia, si vestì e bussò alla porta di Monica, ma nessuno le rispose. Pensò che Squire avesse tardato a prendere sonno, cosa del tutto spiegabile, e scese nella hall.
Consumò un’abbondante colazione, poi chiese se nell’albergo c’era una palestra. No, ma qualora le fosse interessato il Radisson Slavyanskaya Hotel disponeva di una piscina. Susan nuotò vigorosamente per più di un’ora, quindi si asciugò, si rivestì e uscì a fare quattro passi. Non aveva dato peso agli sguardi pieni di ammirazione con i quali due o tre uomini avevano osservato il suo corpo atletico e voluttuoso, probabilmente vagheggiando di possederla.
Era una giornata calda ma non afosa; il sole splendeva nel cielo terso.
Le sarebbe piaciuto comprare una cartina turistica di Mosca e esplorare la città, ma non si trovava lì per divertirsi. Un’ora più tardi tornò in albergo e andò a bussare nuovamente alla porta della camera di Monica. La stanza era aperta e una cameriera la stava rigovernando.
Susan trascorse il resto della giornata aspettando invano che la collega si facesse viva. Man mano diventava sempre più nervosa. Alla fine comprese che stava lavorando da sola; non l’aveva informata deliberatamente.
Susan pensava che il comportamento di Squire fosse sciocco e puerile. Siccome era stata messa sotto nella lotta, perdipiù davanti al capo, adesso si rapportava in maniera capricciosa. Eppure, qualsiasi persona dotata di buon senso avrebbe accettato il fatto che in uno sport da combattimento generalmente è il più forte a prevalere. Susan si era limitata a svolgere il proprio lavoro.
Capiva che per una donna che a Langley era abituata a primeggiare doveva essere stata un’esperienza frustrante; però questo non la giustificava. Rimpianse di averla illusa per venti minuti, quando avrebbe potuto immobilizzarla in meno di cinquanta secondi. Aveva addestrato almeno dieci ragazze più brave di lei. Visto che non si stava dimostrando neppure molto intelligente, si chiese come fosse riuscita a farsi strada nella CIA.
Evidentemente, non aveva mai sentito parlare di un agente sovietico il cui nome in codice era Matrioska.
Cenò da sola, rimuginando sulla vanità della collega. Poi si aggirò per la hall dell’albergo, colma di risentimento. D’accordo, Squire le era superiore in grado, ma la sua presenza, lì, era stata voluta da Keynes che saggiamente non aveva ritenuto Monica in grado di difendersi da sola. Tuttavia questo non relegava Susan al ruolo di semplice gorilla.
Stava per salire in camera, quando vide arrivare il portiere di notte.
L’uomo le rivolse una strana occhiata, poi – come pentito – distolse lo sguardo.
Perplessa, Susan gli si avvicinò.
Il russo sembrava palesemente a disagio.
Si voltò e finse di consultare un registro.
Susan Cooper non era stupida. Un pensiero le balenò nella mente. “Non riesco a trovare la mia amica.”, disse in inglese.
Il portiere si girò verso di lei. “L’hanno portata via quei porci.”, replicò nella stessa lingua.
“Quali porci? E dove?”, gli domandò Susan.
Il portiere si guardò intorno, ma in quel momento nella hall non c’era nessuno.
“I cekisti. E l’hanno condotta alla Lubjanka.”
Susan lo scrutò per un attimo in silenzio. “E quando tornerà?”
L’uomo scosse tristemente la testa. “Mai.”, disse. “Non si torna mai da lì.”
Esattamente ventiquattro ore prima, Leonid Tarasov aveva aperto la porta di casa.
Sebbene ci fosse stato una volta sola, Martin ricordava ancora perfettamente l’ubicazione dei locali, che erano disposti su due piani. Arredata in modo confortevole, però non certo lussuosa, era comunque un’abitazione eccessiva per un semplice ufficiale: questo dimostrava l’accortezza e i probabili agganci di cui disponeva Tarasov.
Il maggiore del GRU accolse freddamente Yarbes. Era un uomo di media statura con le spalle larghe e le braccia muscolose. Gli occhi erano celesti ma non slavati, i capelli – tagliati corti – castano chiari.
“Lei non è il benvenuto.”, disse.
Yarbes annuì.
“Lo so.”, rispose. “Ma non sono qui per raccogliere informazioni, bensì per fornire notizie. Notizie importanti.”
“Che genere di notizie?”, gli chiese Tarasov con aria sospettosa.
Yarbes indicò il corridoio illuminato, alle spalle del russo. “Posso entrare?”
Il maggiore rifletté per qualche istante. “Va bene.”, disse. “Ma solo per pochi minuti.”
Lo condusse in un piccolo studio e versò due vodka. Porse un bicchiere a Yarbes. “Mia moglie e mio figlio stanno dormendo. E non è il caso di svegliarli, perciò parli a bassa voce.”
In tutta risposta, Martin tirò fuori da una tasca il duplicato del documento che aveva consegnato a Nadiya e glielo diede. Tarasov sorseggiò la vodka, quindi lo scorse rapidamente.
“Propaganda!”, commentò. “Disinformazione. La CIA è maestra in questo.”
Yarbes sospirò. “Eppure, Leonid, lei dovrebbe conoscermi bene. Abbiamo svolto un buon lavoro assieme, e al momento opportuno io non l’ho tradita. Secondo lei, sarei venuto in Unione Sovietica, a mio rischio e pericolo, per il gusto di compiere un atto di banale disinformazione? E’ tutto vero. Il KGB agirà molto presto. Fra qualche settimana o fra qualche giorno, forse. Hanno preparato ogni cosa con estremo scrupolo, secondo il loro stile. E non si fermeranno, mi creda.”
Tarasov si lasciò cadere su una poltrona e ne indicò una a Martin. Finì la sua vodka, rilesse con attenzione il dossier, poi alzò gli occhi sull’americano. “Come fate a saperlo?”
Yarbes si limitò a fissarlo, senza rispondere.
Tarasov comprese di aver fatto una domanda sciocca, dal momento che lui stesso, in passato, era stato una talpa, seppure per un breve periodo di tempo.
“Cosa vuole da me?”
Yarbes annuì. “Bisogna che questo documento arrivi sulla scrivania del segretario generale, e al più presto. Desidero essere franco con lei. Prima di venire qui, ho informato Vladimir Putin. Però, è un uomo strano. Penso che non abbia dato seguito alla cosa. Leonid, mi stanno cercando, devo tornare subito in America: lei rappresenta la mia ultima carta.”
Tarasov si alzò per un secondo giro di vodka. Scosse lentamente la testa. “Io non ho la facoltà di avvicinarmi al segretario generale.”
Martin Yarbes era un uomo freddo e controllato; pertanto la sua reazione fu una semplice messinscena. “Molto bene. Allora si prepari: la sua glanost, la sua perestroika… se le scordi!”
Scattò in piedi e si diresse verso l’uscita.
Si chiama “tecnica dell’abbandono” e, per quanto possa sembrare curioso, la CIA l’aveva appresa da un venditore porta a porta, in seguito diventato miliardario oltre che autore di innumerevoli pubblicazioni di enorme successo.
Yarbes ottenne l’effetto voluto.
Tarasov lo fermò.
Martin si voltò a guardarlo.
“Qualcosa posso fare.”, dichiarò il maggiore. “Posso parlare con il mio superiore diretto o magari con il primo vicedirettore del GRU. E fare in modo che queste notizie siano trasmesse a Dmitry Yazov, il ministro della Difesa. Lui si consulterà con Gorbaciov. E, comunque, Yazov è in grado di fermare il KGB e di neutralizzare il traditore Janaev.”
Fece una pausa e proseguì. “Noi non abbiamo mai amato i cekisti della Lubjanka e se stanno progettando una simile infamia saranno distrutti.”
Il GRU (Direttorato principale per l’informazione) è il servizio segreto delle forze armate russe e, in effetti, da sempre era in contrasto con il KGB.
Oggi, il KGB non esiste più, sostituito da SVR e FSB che svolgono i compiti un tempo affidati alla prima e alla seconda direzione centrale ma con molto meno potere. Il GRU, invece, mantiene intatto lo stesso potere.
A parte questo, il ministro della Difesa controllava l’Armata Rossa.
In linea teorica, perciò, quanto aveva detto Leonid Tarasov era sensato… tranne che per un particolare.
La donna che avrebbe potuto svelare quel particolare era morta fra atroci tormenti, prima di riuscire a comunicare alla CIA tutto quello che aveva saputo.
L’intreccio dei servizi segreti è ammirevole, da te descritto, come sempre con capacità. Un piccolo dire mio, la democrazia possibile, nell’ex URSS, cozzava contro il percorso storico, il quale non aveva incontrato l’illuminismo e non solo esso, come dicasi col sistema liberale occidentale…etc. Salutoni dal vecchio Salvatore…
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Huum, mi sembra uno dei mgliori capitoli scritti da te!
Qui tutto è stato curato alla perfezione, la descrizione dei personaggi è completa e in armonia con i loro ruoli, anche i sentimenti sono delineati con gusto e senza esager
azioni. …e poi la storia cosi densa di aspettative! Quasi,quasi ti chiedo di anticiparmi il prossimo capitolo ,sono proprio
tentata!
Buona serata! :-*
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Deduco dalle righe finali che il racconto si è chiuso. Non mi stanco di ripeterlo, leggerti è un vero piacere per come riesci a confezionare le storie e renderle credibili e godibili.come in questa.
Un grande abbraccio
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@ SALVATORE RIZZI concordo appieno con la tua analisi storica, secondo me perfetta.
Ciò detto, ti ringrazio per le belle parole e ricambio i salutoni!
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@ CLE REVERIES il tuo è un grande complimento, cara.
Non è semplice scrivere questa storia, ma io mi sto applicando al massimo delle mie possibilità.
(Il prossimo capitolo non è ancora stato scritto, a causa di un forte mal di schiena che, infatti, negli ultimi giorni ha diradato la mia presenza su WP).
Un bacio*
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@ NEWWHITEBEAR chiuso? No, amico mio: siamo solo all’inizio.
E che chiusura sarebbe, poi? 😦
A parte questo, grazie e un grande abbraccio a te.
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Sempre molto attenta ai particolari, la descrizione dei personaggi, dei luoghi, delle situazioni… tutto così ben concatenato da tenere senza difficoltà il lettore legato alle parole… La storia si fa sempre più intrigata, una storia che ti impegnerà tantissimo Alessandra, ma che tu sicuramente saprai affrontare con la tua bravura. Uhh sono sempre più curiosa, soprattutto dopo questo finale…
Bravissima come sempre.
Serena notte, Pat
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@ PATRIZIA M. nel finale viene pronunciato un nome, che peraltro era stato già citato in uno dei precedenti capitoli. Quel nome significa che il maggiore del GRU sta per prendere un granchio… di più, naturalmente non dirò.
Ti ringrazio moltissimo e sono lusingata dal tuo commento!
Sogni d’oro, cara Pat*
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Birichina, così mi fai incuriosire ancora di più ahahha
Sogni d’oro a te 🙂
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@ PATRIZIA MEZZOGORI lo so: sono proprio una birichina 😛
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Povera Susan! Avrà imparato quanto pericoloso sia saltare alle conclusioni? 😐
Davvero interessanti e coinvolgenti i tuoi richiami storici, quello della “tecnica dell’abbandono”, appresa dalla CIA da un venditore porta a porta (cosa che sono certo esser vera ;-)), è davvero soprendente! Ma anche la spiegazione sui servizi russi è molto interessante! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST caro lupo, credo proprio che Susan adesso sia pentita. E immagino che farà di tutto per liberare Monica; purtroppo, però, non conosce il russo 😦
Per quanto riguarda i richiami storici, devo dire che mi impegnano più della scrittura. Altrimenti il tutto sarebbe più facile 😛
Grazie e baci lupeschi ^^
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Eh, ma non sarebbe altrettanto interessante! Almeno per me! 😉 Ti dirò, credo che un romanzo guadagni molto se contiene anche elmenti di verità o richiami storici. Anche un film lo apprezzo di più se so esser tratto – almeno parzialmente – da una storia vera 🙂 Anche se possono piacermi, e molto, pure racconti di pura fantasia.
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sono d’accordissimo, caro lupo!
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Che abbiano commesso un errore nel sottovalutare Susan, non prendendo anche lei? Aspettiamo…
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@ BRUM è possibile, caro Brum, è possibile…
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Buona giornata….Sar…..
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@ SALVATORE RIZZI ricambio, Sar ^^
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O.T.
Alessandra ho scoperto che il tuo libro Lesbo non è un’isola dell’Egeo è in formato ebook edito quest’anno da Borelli. Lo sapevi?
L’ho scoperto su Bookrepublic
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Scorrevole, bellissimo racconto che evidenzia
la parte storica nei suoi intrecci e che viene narrata
alla perfezione con la sceneggiatura di ogni personaggio…
Ogni puntata descrive la bravura e l’impegno che ci metti e
si sente moltissimo!!
Un abbraccio cara e buon inizio di settimana!
Michelle
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@ NEWWHITEBEAR in effetti, l’editore mi aveva informata, poi però non si è fatto più sentire.
Grazie per l’informazione!
(Lesbo è un’isola).
Un abbraccio.
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@ VENTIDIPRIMAVERA ti ringrazio di cuore Michelle.
Sulla bravura non posso pronunciarmi, ma sull’impegno certamente sì.
Bisous, chèrie*
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Questa puntata non la ricordavo bene,,,,ma riesci, con la tua bravura, a sorprendere sempre!
Un bacione
Mari
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@ MARI stellina, in nessun caso potevi ricordarla perché, al contrario di “I love Janine”, questa storia è nuova e assolutamente inedita.
Grazie e un bacione a te.
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Intrecci e avvenimenti incalzanti descritti con sapiente bravura. Lo spionaggio è nelle tue corde e i personaggi prendono vita come in un film. Tanti complimenti per una storia sempre più interessante.
Buona giornata, un forte abbraccio.
annamaria
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OT: Ho visto che la Mondadori ha pubblicato, in formato ebook: Cronache da Cincischia, Notizie da Cincischia, I Cincischiadores, La cuentra Revoluciòn des Los Cincischiadores e l’antologia Los Cincischiadores della brava Licia Troisi. Per te sono tutti gratis come ” introduzione” alla scrittura creativa. (Anche Stephen King ha preso lezioni, in tal senso, dalla bravissima Troisi).
Approfittane!
Bye
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volevo dire, ovviamente, OldBlackMonkey (Vecchia Scimmia Nera).
Bye
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Lettura encomiabile: intrigo, gusto per l’avventura, narrazione a tratti serrata, personaggi gradevoli e aderenti a certe realtà, manifesto storico preciso di sottofondo. Attendo il seguito. Un abbraccio.
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@ ANNAMARIA49 e pensare che prima di scrivere “Matrioska” non avrei mai immaginato di affrontare tali argomenti.
Buona serata e un bacione*
E naturalmente grazie per le tue parole lusinghiere.
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@ OLDBLACKMONKEY nella vita, nell’universo, negli abissi degli oceano, si celano grandi segreti.
Il più grande di tutti, però, è qui in Italia: perché PERMETTONO a Licia Troisi di scrivere?
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@ UNIVERS sono più che lusingata!
Ti ringrazio e ti abbraccio.
Il seguito cì sarà domani: ogni tanto bisogna rompere gli schemi.
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A perte la bellezza del capito, che da solo può essere benissimo preso come un solitario da tot carati. Uno di quegli sberlucciconi che lasciano senza fiato.
Complimenti.
Il mondo dello spionaggio é veramente un luogo dove ogni stranezza é ammessa e dove ogni realtà é svuotata del suo significato. Anzi la parola stessa lo é. E’ un continuo far credere all’altro ciò che crede che possa succedere. Poi agire in tutt’altro modo. Rafforzare gli altrui convincimenti e poi agire da tutta un’altra parte.
Monica é stata catturata? Sarà vero oppure con abilità, lei stessa é divenuta un’ombra per agire meglio e libera da sguardi indiscreti?
Susan sarà veramente il Settimo Cavalleria di Monica?
La presenza di Yarbes, attualmente é l’unica voce fuori dal coro, ma soprattutto: qual’é il “Coro”?
Ora vi lascio con una domanda inquietante: siamo sicuri che ciò che leggiamo, non provenga da un oscuro server sito nelle steppe della Ingushezjia, ovvero tra le foreste montagnose del Vermont?
Siete sicuri dell’identità di tale Alessandra Bianchi?
Guardatevi le spalle e non dite poi che nessuno vi aveva avvisato.
😛
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@ CAPEHORN in tal caso, il suo vero nome sarebbe Alexandra White 😛
Io, invece, temo di essere controllata dai nuovi servizi segreti della Russia, dal Mossad e dalla CIA 🙂
“Cosa racconta questa italiana? Cosa sa di VERO? E se si azzardasse a parlare del sottomarino Kursk?”
E’ vero, il mondo dello spionaggio è esattamente come lo hai descritto tu.
Aggiungerei la notevole quantità di talpe, che nel corso degli anni hanno arrecato danni assai gravi, alla Gran Bretagna, in primis, poi alla CIA e certamente anche al KGB. Diverso risultò solo il trattamento rivolto a esse.
Grazie mille, Carlo!
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В связи с тем, что Вы пишете, нашей любимой родины России, мы информируем Вас, что мы наблюдаем и с осторожным и к сведению все, что его “плодородной” воображение описанием.
Я надеюсь, сильно, что его знания не останавливается на “обычных выступлений”.
Я надеюсь, сильно, что она знает, что он пишет.
Я надеюсь, сильно, она может рассматриваться и имеют долгий, очень долгий действительно, здорово.
Здесь нет сумерек Лубянке.
Действительно, наш дом находится в отличной форме.
Кроме сумерек.
Я хотел бы напомнить тем, кто перед ней – к сожалению – был самым неудачным:
Александр Литвиненко и Анны Политковской (они были так хороши).
Забудьте о Курске или ее жизнь может стать более трудным.
Мы все надеемся на его добрую волю, послушай меня.
Будьте осторожны и добрый вечер
Александр Бортников Васильевич
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Я забыл:
Приезжайте к нам на наш сайт!
http://www.fsb.ru/
Там будет “великим” удовольствие!
Александр Бортников
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@ Rossijskoj Federacii
purtroppo non conosco il russo 😦
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הנה, אתה חשבת?
מוסד, מוסד!
זה נראה שאנחנו יכולים להישאר מחוץ לזה?
רק לדבר מוסד!
(זו הזמנה)
זה לא לרוץ הלילה אוויר טוב, כאן.
תמיר פרדו
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ehm… boh 😛
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http://translate.google.it/?hl=it&tab=wT#ru/it/
Licia Troisi сто раз лучше!
Ба!
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ecco bene: ho visto un “Licia Troisi… bah!” 🙂
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brava davvero
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@ GRAZIA BRUSCHI grazie mille!
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:)) Brrrrr! Attenti al lupo !
Ci tengono tutti sotto stretta sorveglianza!
Fai attenzione a cosa dici, misura le parole!…. e stai attenta a chi bussa alla porta: non sempre sono le piccole pesti di Halloween! 🙂
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@ CLE REVERIES hai proprio ragione, amica cara 😛
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Che pasticciona! Non so bene che confusione ho potuto creare! Perdonami!
So bene che la storia é inedita…..
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@ MARI kiss!
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