Quella sera Sarah Taverner era in forma smagliante.
Durante il giorno lei e Janine avevano avuto appena il tempo di fare un breve giro della città, poi Sarah si era dovuta occupare del soundcheck. Sarebbero uscite a cena più tardi, dopo il concerto.
A differenza di molti altri artisti, Sarah amava la puntualità, e alle dieci come sempre era sul palco. Aveva parlato con Janine di ciò che era successo a Milano, convenendo sebbene a malincuore che forse era il caso di “raffreddare” l’esibizione e di concentrarsi soltanto sulla musica: era quello che la gente voleva da lei.
Tuttavia, giornali, radio e perfino i canali televisivi avevano dato ampio risalto a quanto era accaduto. Nella pagina degli spettacoli di diversi quotidiani, fra i quali quelli romani, era stata pubblicata una foto che la coglieva nell’attimo esatto in cui lanciava la cravatta al pubblico; in alternativa, il momento in cui si liberava delle scarpe. Tutto questo ebbe una conseguenza: in larga maggioranza, gli appassionati di jazz e di folk preferirono restarsene a casa – senza voler fare paragoni indebiti, in piccolo ricordava la reazione del pubblico americano quando negli anni sessanta Bob Dylan aveva abbandonato il country per il rock.
Il teatro, però, era pieno… pieno di giovani che non conoscevano i suoi dischi e che apprezzavano generi totalmente differenti di musica: non si trovavano lì per ascoltarla, ma per vederla, con la speranza che questa volta la cantante non si sarebbe limitata a mimare un amplesso, a togliersi la cravatta o a rimanere scalza. Volevano molto di più. Si erano sparse strane voci. Sarah Taverner avrebbe invitato sul palcoscenico la bella Janine Leblanc e l’avrebbe baciata sulla bocca: non un bacio falso alla Britney Spears, bensì qualcosa di estremamente erotico e passionale. Qualcuno si era spinto oltre. Sarah si sarebbe spogliata. E, considerato che era una donna stupenda, valeva la pena di investire una quantità di euro altrimenti destinata ad altri svaghi.
Ma Sarah cominciò volutamente con le canzoni dei primi due album. Era vestita come a Milano, tuttavia non si levò la cravatta, non restò a piedi nudi e, naturalmente, non si spogliò. In quanto a Janine, la seguiva dalla platea.
Risuonarono i primi fischi, seguiti da cori da stadio che la incitavano a darci dentro. Persa nel suo universo musicale, lei li ignorava. Era consapevole di essere in stato di grazia, cantava come forse non aveva mai cantato, con il cuore, con l’anima e con una tecnica eccezionale. Raggiunse il culmine, quando intonò i versi di un brano del cd d’esordio:
Mille volte ho sentito i tuoi passi dietro me
mille volte ho visto i tuoi occhi nei miei,
e quante volte ho sorriso scoprendomi sola…
Mille volte ho asciugato lacrime di solitudine,
di abbracci vuoti…
Mille volte ho cercato le tue mani nelle mie…
Questa volta no,
questa volta il nostro tempo è qui
questa volta il nostro tempo siamo noi
Questa volta no,
i tuoi pensieri saranno anche i miei
Questa volta no!
Janine Leblanc l’ascoltava con le lacrime agli occhi, conscia di assistere a una di quelle serate miracolose nelle quali un artista supera i suoi limiti, volando altissimo e raggiungendo i vertici delle proprie capacità.
Pieni di birra, di fumo scadente e di speranze frustrate, i presenti si scatenarono, dapprima limitandosi a raddoppiare i fischi e a esortarla a cambiare registro, poi man mano incattivendosi. Il biglietto non costava poco e lei li stava deliberatamente truffando. Il frastuono si fece insostenibile. Invano Janine cercava di zittire quelli che stavano vicini a lei; litigò aspramente con una compagnia più rumorosa delle altre, ma senza ottenere risultati.
La bolgia era infernale: volavano lattine di birre, arrivavano insulti e ululati, le bordate di fischi si moltiplicavano. Sarah Taverner tornò alla realtà, scrutò sgomenta il pubblico, quindi smise di cantare. Per un attimo pensò di passare a Seasons of love e di accennare a qualche movenza sensuale, ma sarebbe stato avvilente; erano cose che doveva decidere lei e non un gruppo di scalmanati. Consapevole che avrebbe dovuto pagare una penale, fece un gesto secco ai musicisti, dopodiché abbandonò il palco.
Sarah non aveva mai avuto paura del pubblico, e infatti aveva interrotto lo spettacolo perché era impossibile proseguire, non certo per timore. Tuttavia, mentre faceva la doccia in albergo, rifletté sulla reazione di quegli energumeni, giungendo alla conclusione che non avevano tutti i torti. Da lei si aspettavano trasgressione ed erotismo, e invece avevano ricevuto un’esibizione pressoché perfetta, ma algida. Ed era stata lei stessa a illuderli, con il concerto di Milano e con i testi dell’ultimo album.
Sarah e Janine cenarono all’ Hostaria dell’Orso, in via dei soldati, entrambe elegantissime. Janine era indignata e scura in volto. “Mi prudevano le mani.”, disse, sorseggiando l’aperitivo della casa. “Se non fossi stata sola contro venti, probabilmente avrei fatto a botte!”
“Mmm… una barbara canadese.”, rise Sarah.
“Non scherzare, per favore!”, esclamò risentita Janine. “Questa sera cantavi come una dea e quegli idioti hanno rovinato tutto! Italiani incivili, ecco cosa sono.”
Sarah la guardò. “Forse avevano ragione. E forse mi hanno letta dentro.”
Janine la osservò perplessa. “Non ti seguo.”
“E’ semplice.”, disse Sarah. “Finché ho potuto cantare, credo di aver dato il meglio di me. Però, lo capisco adesso, il mio era il classico canto del cigno.”
Janine la fissava in silenzio, sconcertata.
“Vedi”, continuò Sarah, “ho esaurito una parentesi. Bella, appagante, emozionante, tutto quello che vuoi: ma adesso è arrivato il momento di voltare pagina. L’avevo già intuito a Milano e stasera ne ho avuto la conferma. Janine, sono stanca di cantare per la gloria, di avere il conto in banca in rosso e di farmi mantenere da te.”
Janine cercò di intervenire, ma lei la zittò con un cenno della mano. “L’altra sera, scherzando, hai parlato di Shakira, ricordi?”
“Si trattava appunto di uno scherzo.”, ribatté acida Janine.
“Beh, a questo punto, per me non lo è. Non lo è più. Voglio andare prima in classifica, e con il jazz non ci riuscirò mai. Ma non è solo quello: voglio ballare, scatenarmi, sentire sulla pelle il desiderio fisico del pubblico.”
“Fra due giorni ti esibirai a Parigi. Pensi di poter cambiare repertorio in quarantotto ore?”
“Per gradi. Sarà un processo graduale, ma inarrestabile.”
Janine era alterata. “Sarie, non abbiamo mai litigato seriamente, io e te.”
“Io non desidero litigare.”
Janine allontanò il piatto da sé. Era rossa in viso a causa della collera. “Tu non puoi gettare al vento il tuo talento! Ridicolo! Vorresti dimenarti, sculettando su un palco e sciorinando frasi volgari? Magari mezza nuda! E chi ti dice che ne saresti capace?”
Sarah le lanciò un’occhiata gelida. “Sei l’unica persona al mondo che può parlarmi in questo modo, però a tutto c’è un limite. Con quale diritto pensi di potermi imporre la tua volontà? Siamo nel 2011, e tu comunque non sei mio marito!”
Janine distolse lo sguardo. “Hai ragione.”, disse dopo un lungo silenzio. “Non posso importi proprio nulla. E chi sono io, poi, per farlo?” Sembrava un’offerta di pace, peraltro smentita dal tono della voce. Si alzò di scatto. “Pago il conto.”, disse. “Tanto nessuna delle due ha fame.”
In albergo, l’atmosfera si mantenne ostile e, come per un tacito accordo, non ci furono altre parole.
La camera aveva due letti. Parve naturale che dormissero separate.
Marcus trafficò con il computer finché non rintracciò le notizie che cercava: i resoconti delle prime due date del tour di Sarah Taverner. Poi cliccò su “Immagini”. Apparvero numerose foto. Erano quasi tutte della cantante, ma in un paio di esse compariva anche Janine Leblanc. Era una coppia magnifica. Se Marcus avesse dovuto scegliere fra l’una e l’altra, si sarebbe trovato in grande imbarazzo. Entrambe sprigionavano energia, una sensualità prorompente, avvenenza.
Al pub c’era chi considerava disgustose le lesbiche, altri erano indifferenti, ma lui sognava a occhi aperti un rapporto a tre. Intanto si poneva delle domande. Quale delle due era la più capace a letto? Mentalmente, votò per Sarah. E la più emotiva? Janine, si disse. Era lei che si scaldava per prima e che raggiungeva più rapidamente l’orgasmo. Erano solo supposizioni, ma Marcus si divertiva ad azzardare ipotesi. Adoperavano unicamente le mani e la lingua oppure in qualche cassetto nascosto celavano un dildo? E, in caso affermativo, si trattava di uno strap-on? Compiaciuto, si disse che era assai probabile.
Marcus aveva conosciuto Sarah Taverner. Quando l’aveva incontrata, si era comportata in modo freddo e altezzoso, però Marcus sospettava che fosse tutta apparenza; era possibile che si sentisse a disagio perché era la prima volta che si rivolgeva a lui. O forse, meditò, quella era la sua maniera naturale di porsi. In ogni caso, se fosse riuscito a possederla, avrebbe cambiato atteggiamento. La immaginava contorcersi sotto di lui, madida di sudore e fremente di passione. In quanto a Janine, era pronto a scommettere che si sarebbe dimostrata più cordiale.
Ciò che comunque contava era il suo sogno. Un sogno che si era trasformato in una vera e propria ossessione. Naturalmente era a conoscenza di altre famose coppie lesbiche: in passato, Anne Heche e Ellen DeGeneres, e forse Madonna e Alanis Morissette; in tempi più recenti, si vociferava a proposito di una relazione tra un’attrice italiana e una sua amica. Però erano figure lontane e irraggiungibili, mentre invece Sarah e Janine erano reali e presenti, e presto sarebbero tornate a Londra.
Se avesse saputo che a Roma avevano dormito in letti separati, sarebbe rimasto profondamente deluso. Ma, se fosse dipeso da lui, avrebbe escogitato certamente un rimedio.
Il testo della canzone è di Mari.
e chi non sarebbe rimasto deluso al sapere che Sarah e Janine avevano dormito in letti separati?
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Maestra, come sempre, discreta e precisa nella descrizione dei personaggi “scomodi”, con eleganza e buon gusto ci hai delineato tre personalità molto decise, tre “characters” fermi nel sostenere le loro aspettative. Sei stata impareggiabile con Marcus, sempre con la tua oculata riservatezza , ci hai reso la sua meschinità e la sua perversione!
Aspetto la prossima !
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Si preparano scenari imprevedibili con sequenze che sarano interessanti. La separazione dei letti delle due, certamente è solo episodica. Intanto Marcus muove le sue fantasie!
A bientot, Alessandra!
Cesare
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E’ con grande emozione che rileggo questa storia, con grande emozione rileggo il testo della canzone…i ricordi riaffiorano e il piacere è immenso…
Grazie ancora per avermi dato questa opportunità e queste emozioni…sempre brava!
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Decisamente la storia sta prendendo risvolti imprevisti, o per meglio dire risvolti che porteranno a chissà quali conseguenze. Janine consapevole delle capacità dell’amata non accetta che lei si lasci andare alla “volgarità” per avere successo, eppure pare proprio che sarà così… E Marcus,,, beh che dire, è il terzo personaggio che rende ancora più piccante questa storia…
Ho idea che ne leggeremo delle belle, che ci saranno altri risvolti alquanto interessanti…
Alla grande come sempre Alessandra. Sei bravissima e io curiosissima di sapere come continua la storia… 🙂
Ciao, Pat
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Ho sempre ribadito che la descrizione adeguata dei personaggi, difficili o stereotipati che siano, è quantomeno un tassello fondamentale. Tu spesso hai anche la raffinatezza nel farlo. Un abbraccio.
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L’intreccio dice tutta la capacità che hai di dispiegare cose che impegnano molti, anche per i personaggi citati e l’amore insito nel merito….etc…etc…saluti da Sar….”Dimenticavo, io sono legato a personaggi, un pò più in là col tempo!”
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@ MAIPISENSA e come darti torto, caro amico?
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@ CLE REVERIES sono lusingata!
Marcus è un personaggio fondamentale di questa storia, quasi alla pari con le due donne.
E di lui si scoprirà anche di peggio…
Un sorriso per te*
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@ CESARE molte cose dovranno accadere, e non tutte belle. Però non voglio anticipare nulla. Ti ringrazio per l’attenzione che mi dedichi e per le parole che hai scritto.
Bisous ^^
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@ MARI sono io che ringrazio te, cara amica!
Purtroppo se torno con la mente al passato, a “quel” passato, provo una grande sensazione di tristezza: allora ero felice, c’era il bosco, c’era…
Va beh, tiriamo avanti.
Un abbraccio ^^
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@ PATRIZIA M. grazie di cuore per l’analisi assai accurata e per gli elogi!
Ho la netta impressione (ci vuol poco a capirlo) che “I love Janine” stia surclassando “Il crepuscolo della Lubjanka”. Considerato l’enorme impegno con il quale sto scrivendo di Yarbes e company, non so se la cosa mi entusiasma.
Però così è 😛
E allora ne prendo atto. D’altra parte, anche “I love Janine” è una creatura mia ^^
Buon pomeriggio, cara Patrizia!
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@ UNIVERS tu sei sempre molto attento alle sfumature, perciò quanto scrivi mi rallegra molto.
Abbraccio naturalmente ricambiato * _____________ *
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@ SALVATORE RIZZI ed ecco un mio amico che mi legge sempre! E che sempre è molto generoso con me.
Grazie, “vecchio” Sar.
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Bello scherzo mi hai fatto ieri sera. Posti la seconda puntata e poi cancelli tutto, compreso un commento lusinghiero che ovviamente non sono in grado di riscrivere.
Passo direttamente alla terza.
Un abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR mi dispiace molto!
Si è trattato di un errore: volevo cliccare “anteprima”, però ho sbagliato.
Mi scuso molto e ricambio l’abbraccio.
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Ti ringrazio…..ciaooooo….Ale, da Sar…
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@ SALVATORE RIZZI 🙂
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Il principio di azione e reazione (chiamalo pure karma :-P) esiste, e Sarah non poteva aspettarsi molto di più dal suo “nuovo” pubblico 😐
Marcus (che poi è il nome di un vampiro in un noto film eheheh :-D) me lo ricordo bene… davvero inquietante 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST non ho visto il film in questione, però ti credo sulla parola.
Concordo in pieno sul tema del karma. E questo lo sai 😛
Dolce notte, caro lupo!
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BBé, in effetti “noto”… ma nemmeno tanto! 😀 Si intitola “La regina dei dannati”, di una decina di anni fa’ 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST carcherò di vederlo, lupo!
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Stò Marcus mi sta antipatico come la prima volta… 😉
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@ BRUMBRU anche a me 🙂
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Sono contenta di rileggere questa storia: è avvincente ed emozionante. Ma sai che non mi ricordo cosa accade dopo, è solo nella rilettura che si riaprono i cassettini della memoria.
Ciao, cara e bravissima Ale, alla prossima.
un bacio
annamaria
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Magistrale.
Stefano
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Ciao Alessandra, il pubblico pagante ha sempre ragione specialmente se
pregusta qualcosa di “forte”
Il personaggio di Marcus è ingannevole, non mi sembra uno che vive di fantasia, anzi, a mio avviso, è un pericoloso vizioso.
Ti seguo, fantastica” fatica”
Baci baci
Mistral
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@ ANNAMARIA49 anch’io, prima di rileggerla, non ricordavo quasi nulla. Soprattutto non sapevo minimamente chi fosse l’uomo alto, Dieter Haller 😛
Grazie, cara!
Un bacio grande a te*
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@ STEFANO RE sono lusingata e ti ringrazio moltissimo.
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@ OMBREFLESSUOSE direi che ci hai preso in pieno, dolce Mistral! E più avanti vedremo il perché.
Il pubblico pagante, già… non a caso, su Splinder c’era chi mi chiamava “panettiera” 🙂
Un abbraccio ^^
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Non metterli in competizione. Janine e Lubianka. Competi solo e sempre con te stessa. Se mi posso permettere un consiglio. Oh beh, certo che me lo posso permettere! Poi fai quello che ti piace e ti va, naturalmente.
Un tenero bacio in fronte (non so poi perché lì, m’è venuto così…ahahah!!!)
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Carissima leggo con ammirazione gli episodi che
mi ero persa, lieta di aver seguito le Tue orme,
prima di conoscere il magnifico talento, arte in Te
che mette in evidenza l’innata bravura.
Descrizione elegantissima e raffinata “dans son ensemble ”
Molto bella la canzone di Mari che canta l’amore…
Un gros bisou ma chère amie à bientôt!
Michelle
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❤
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ah ah ah ah ah ah ah “innata bravura” … ah ah ah ah ah ah
Questa è bellissima!
Ah ah ah ah ah ah ah
Vedrai che risate ti farai appena arrivi quaggiù!
Ah ah ah ah ah aha ah ah ah e … io, fidati, so aspettare!!!
Ah ah ah ah ah ah ah
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@ KRIS in fronte? Mah… 🙂
Per il resto ti do ragione, cara.
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@ VENTIDIPRIMAVERA Mari meritava di essere citata, chèrie!
Riguardo a me… mi lasci sempre senza parole.
Ti abbraccio, Michelle * ______________ *
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Un bacione!
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@ MARI e due a te**
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@ LUCIFERO a me hanno detto che l’inferno è più divertente del paradiso 🙂
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Puoi scommeterci … ehm … l’anima!
Iniziamo a riscaldare l’aria!
🙂
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@ LUCIFERO e prepara anche perversione e lussuria 😛
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A proposito dell’ Inferno, trovo che sia un posto pieno di attrattive, poi ci fa sempre caldo e non ci piove mai. Si mangia e si beve e ci si diverte. Io ci andrò senz’altro, anche perchè, a differenza del Paradiso, là ci sono un sacco di persone che conosco benissimo.
A proposito di Marcus, dalle mie parti si dice che un uomo tra due dame fa la parte del salame….
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E poi dicono anche che all’Inferno ci siano le donne più belle! … E ti pare poco?
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Sono in attesa d’altro…scritto….Sar….
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speriamo fortemente che ora non ti salti in mente di lamentarti che i commenti sono troppi ….
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@ SUZIEQ allora ci ritroveremo, Suzie 🙂
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@ CESARE è verissimo ciò che affermi ^^
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@ SALVATORE domani, caro Salvatore.
Di norma, posto alla domenica.
Grazie per l’interessamento!
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@ MAIPISENSA eh eh eh 😛
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Alessandra, scusami, non ho capito bene se questo racconto l’hai già scritto in precedenza in altro blog, come mi è parso di intuire da alcuni commenti, e adesso lo riproponi. Se fosse così, gli potresti aggiungere, per rinfrescarlo e dargli come una ventata nuova, un po’ di sana lussuria, che non guasterebbe. O forse ce ne sarà già abbastanza.
A la folie!
Bisous très chauds.
Cesare
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@ CESARE “Il crepuscolo della Lubjanka” è assolutamente inedito; invece “I love Janine” è una serie che postai su Splinder e che ripropongo qui, con alcune correzioni. Credo che un po’ di lussuria ci sia…
Se poi non sarai contento, potrei proporre un paio di capitoli di “Lesbo è un’isola del Mar Egeo”.
Tanto sono una panettiera 🙂
Bisous*
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Credo che a prescidere da “I love Janine” la riproposta di due capitoli di “Lesbo è un’isola del Mar Egeo” sarebbe bene accolta da me, ma sicuramente da molti altri tuoi affezionati lettori e lettrici.
D’accordo allora, a prescindere da Janine.
Tu non sei una panettiera, ma la nostra fonte di sogni, e un’abile scrittrice.
Affections a toi!
César
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@ CESARE grazie di cuore!
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Sì sì, credo che saremo in buona compagnia. Oltretutto tieni presente cge con la temperatura che c’è meno ci si veste e meglio si sta, quindi non occorrono bagagli pesanti e ingombranti. Basta lo spazzolino da denti, una bottiglia del profumo preferito e via…
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Una storia sempre più intrigante!
Sei bravissima a descrivere l’animo femminile.
Un bacione
Giò
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@ ROSAOSCURA grazie, cara Giò!
Un bacione grande a te.
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HAH! Chissà cosa combinerà, se misurerà gli ingredienti per la miscela esplosiva e di successo…
Che musica ci mettiamo?
Se fossi in uno di quei cine di una volta, mi alzerei dalla poltroncina di legno per gridare “Attente a Marcus!!!”
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E ridaje “Attente a Marcus”! 😦
Ve la do io la “miscela esplosiva”!
E basta con Marcus: la colpa è di quella che scrive!
Io non c’entro nulla con le sue trame losche!
Giuro, tuttavia, che se l’acchiappo ….
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@ LILLOPERCASO qui la scelta è più difficile: sotto avevo scritto Diana Krall.
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@ MARCUS però io ti ho dato il libero arbitrio 😛
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Lei va benissimo!!!!
MARCUS: l’uso di quel ‘tuttavia’ già mi ti fa più simpatico!
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@ LILLOPERCASO temo che cambierai presto idea…
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Ecco, lo sapevo.
Tutti i Creatori e in questo caso la Creatrice, appena sono in difficoltà, t’inventano quella del “libero arbitrio”.
Senti, Crearice, ma dove me lo vedi il libero arbitrio? Tu mi crei, mi muovi come un burattino e poi dici che mi dai il “tuo” libero arbitrio? Tutti uguali Creatori e Creatrici.
A proposito, dov’é nella prossima puntata che diventi “Una e Trina?”, generata e non creata?
Bah!
LILLO ECC. ECC.: grazie. Tuttavia, “Lei” è già in odore di minacce! Con quel fare da “Onnipotente” ti avverte (manco fosse una capo mafia .. o no? 😦 )…
“… cambierai presto idea, … o ci sarà una Lillopercaso in meno!”
Me ne torno all’inferno che sto meglio!
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@ MARCUS ihihihih 😛
(Sai bene che, una volta da me creati, i miei personaggi agiscono praticamente a mia insaputa).
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Già.
A tua insaputa, ma con la “Tua” supervisione!
Com’era la storiella del ‘Burattinaio ….. ‘?
Mi ci mando da solo! 😦
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@ MARCUS ecco 😛
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@ Alessandra
Tu sei unica, dalla penna facile, dall’espressione avvolgente, calda e appassionata. Hai il potere di far immedesimare il lettore nei tuoi personaggi, di coinvolgerlo, quasi a vivere lui stesso la vicenda, a renderlo protagonista. Non è da tutti, diciamo un dono naturale, che tu hai affinato, con l’arte della seduzione, che trasuda dal tuo saper raccontare. Unisci, al tutto, quel pizzico di pepe che odora di erotismo, che trasuda dalla pelle dei protagonisti delle vicende. Ci tieni tutti sulla corda, in attesa degli imprevisti delle prossime puntate.
Grazie.
Besous, toujours!
Cesare
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@ CESARE grazie a te, carissimo!
Sono davvero lusingata.
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IDDIO
😦
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