Qualcuno la approvava, ma i più le erano contrari.
Se fosse stata una cantante amata e seguita da un pubblico giovane, come Avril Lavigne, Ashlee Simpson o Miley Cyrus, probabilmente avrebbe incrementato la sua popolarità. Ma Sarah Taverner si rivolgeva a un genere diverso di ascoltatori. La musica che proponeva era un singolare quanto affascinante cocktail di jazz, canzoni francesi e reminiscenze del folk inglese, dunque adatta a persone non più giovanissime. Perciò la maggior parte dei suoi estimatori le aveva voltato le spalle, e il suo terzo album, I love Janine, aveva venduto meno della metà dei due precedenti.
Il titolo del disco non era stato scelto a caso. Le dieci canzoni di cui si componeva erano tutte dedicate alla donna bionda che figurava in copertina. E i testi risultavano molto diversi da quelli degli esordi: erano espliciti e diretti, come quelli di Alanis Morissette, anche se non rivolti a un uomo, bensì alla sua amante.
Quando il cd era uscito, in molti avevano pensato a un’operazione di marketing, arditamente studiata dalla casa discografica; avevano storto il naso, dimostrando comunque una certa indulgenza, malgrado il dubbio gusto di tale operazione.
Poi, però, Sarah Taverner aveva fatto outing.
In un’intervista rilasciata a un settimanale aveva dichiarato senza mezzi termini che lei e Janine si amavano, e che presto avrebbero vissuto insieme nella grande casa di Mayfair, che Sarah aveva ereditato dal padre. Inoltre, nella stessa intervista, si era spinta oltre, spiegando con dovizia di particolari il significato del primo brano del cd. “In amore tutto è lecito.”, aveva affermato. “E vi posso assicurare che assumere cocaina non nei modi canonici ma direttamente dal pube della propria donna è quanto di più eccitante esista in natura.”
A seguito di quelle parole avventate, il disco era stato stroncato dalla critica e le vendite erano crollate. Il lato ironico della situazione stava nel fatto che I love Janine era indubbiamente il miglior album che lei avesse inciso. Sarah cantava in modo superbo e la musica raggiungeva una purezza e un’intensità tali da toccare l’animo di chiunque vi si fosse accostato senza pregiudizi.
Sarah finì di leggere l’ennesima stroncatura, piegò accuratamente il giornale e lo ripose sulla scrivania.
“Non avresti dovuto farlo.”, osservò pacatamente Janine Leblanc. Sarah la guardò, pensando a quanto fosse bella. Di origine francese – i nonni paterni erano di Parigi e la nonna materna di Lione – Janine era tuttavia canadese. Era molto alta, sul metro e ottanta, con grandi occhi espressivi e un corpo stupendo. Sarah non ricordava di aver mai visto delle gambe così belle. Janine aveva lavorato nel mondo del cinema. I registi ricorrevano a lei quando era previsto un primo piano delle gambe della protagonista di un film, soprattutto se l’attrice in questione compariva in pantaloncini corti, minigonna o costume da bagno. Janine era stata la controfigura di Julia Roberts, Demi Moore e Catherine Zeta Jones, fra le altre.
Sarah Taverner gareggiava con lei in avvenenza. Di pochi centimetri più bassa, aveva folti capelli castani e occhi del colore delle foglie autunnali che, a seconda degli stati d’animo, potevano virare al verde. Da ragazza aveva praticato varie discipline sportive, eccellendo in tutte: se non si fosse dedicata alla musica sarebbe diventata un’ottima atleta. Aveva le spalle larghe e le gambe muscolose, ma era estremamente femminile, con un seno invidiabile. Janine era pacata e riflessiva, Sarah vivace e impulsiva. Forse per quello formavano una coppia perfetta.
“E’ sciocco nascondere il proprio amore.”, replicò Sarah dopo un momento.
“Sono d’accordo. Ma perché sbandierarlo ai quattro venti?”
“Ho composto questo disco pensando a te. Pertanto era giusto che comparisse il tuo nome… il resto è venuto di conseguenza.”
Janine scosse il capo. “Potevi evitare la storia della cocaina.”
Sarah ridacchiò. “Mi sono limitata a rispondere a una domanda.”
“Calcando forte la mano!”
“Beh, è sufficiente ascoltare con attenzione la canzone. Ho solo precisato alcuni dettagli. La verità è che sono degli ipocriti e dei falsi moralisti.”
Benché fosse seriamente preoccupata per il futuro di Sarah, Janine rise. “Taverner, sei incorreggibile!”
“Certo.”, ribatté prontamente l’altra. Le porse la mano. “E ora te lo dimostrerò.”
La condusse in camera da letto. Il loro era un rapporto assolutamente paritario, sotto tutti gli aspetti; a differenza di altre coppie omosessuali, non c’erano un “maschio” e una “femmina”: ciascuna delle due donava e riceveva piacere in egual misura. La loro intesa sessuale era magica. Ogni volta che facevano l’amore Janine pensava che avessero raggiunto il culmine, ma la volta successiva lo superavano, lasciandola sbalordita.
Per principio, Janine era contraria all’assunzione di droghe: ciò nonostante, quando Sarah riuscì a convincerla a mettere in atto quello che poi sarebbe diventato il tema dominante di una canzone del nuovo album, provò sensazioni talmente intense da risultare quasi insostenibili. Era come trovarsi su una incredibile giostra incantata che girava sempre più vorticosamente. Adesso si sarebbe finalmente fermata, pensava lei; ma, anziché esaurire gradatamente la sua spinta, aumentava continuamente la velocità, finché, stravolta, Janine si abbandonò sul letto, pregando Sarah di arrestarsi.
In certi casi erano calme e rilassate, e il tutto si svolgeva languidamente; in altre circostanze erano avide di passione, a tratti addirittura selvagge. Entrambe erano giovani, forti e vigorose: ciò permetteva loro di sperimentare acrobazie audaci che per molti sarebbero state impensabili. Era una scoperta continua.
Raggiunsero l’orgasmo insieme. Poi rimasero a lungo abbracciate, guardandosi negli occhi e scambiandosi carezze.
Marcus stava ascoltando per la decima volta consecutiva I love Janine. Nel frattempo, si era già masturbato e ora era pronto per una nuova sessione. Riprese a toccarsi con lo sguardo fisso sulla copertina del cd.
Ciò che rendeva eccitante quella foto era la voluta mancanza di qualsiasi forma di erotismo con cui la donna si era posta davanti all’obiettivo. Questo contrastava con le sfrontate dichiarazioni di intenti dei testi delle canzoni.
La donna non era in bikini, né vestiva in maniera succinta. Indossava dei pantaloni verdi di fustagno, un maglione da pescatore e calzava alti stivali neri. Era seduta su uno scoglio e guardava il mare. I capelli biondi le cadevano morbidamente sulle spalle, teneva le lunghe mani sulle ginocchia.
Non poteva esistere un’immagine più intrigante, perché lasciava spazio alla sua fantasia, e infatti Marcus immaginava la cantante – sul retro del cd c’era anche una sua foto, una semplice inquadratura del viso – mentre la spogliava lentamente. Dapprima le avrebbe tolto gli stivali, poi i pantaloni, quindi il maglione, lasciandole infine soltanto i ridottissimi slip. Si sarebbero baciate e, come nella canzone, anche gli slip sarebbero finiti nel mucchio con gli altri indumenti. A quel punto, l’avrebbe cosparsa di cocaina e l’avrebbe leccata.
Marcus venne con un grugnito quasi animalesco. Avrebbe dato la vita per farsele tutte e due, sullo stesso letto e nel medesimo tempo.
Gli amici al pub lo deridevano per quelle fantasticherie; ma erano solo degli idioti.
Contrariamente a quanto si potesse pensare, era Janine a mantenere Sarah.
Nel cinema si guadagnava bene e, a parte quello, Janine Leblanc aveva giocato per otto anni in una lega professionistica di basket (come play-maker, dato che per la pallacanestro era “piccola”). Aveva smesso quando era stata notata da un produttore: chiaramente non avrebbe potuto presentarsi sul set con le gambe piene di lividi. Successivamente aveva saputo far fruttare i suoi soldi, investendoli con notevole fiuto nelle azioni di alcune società destinate a prosperare. Quando si era trasferita a Londra per seguire Sarah, aveva comprato un negozio di vestiti, affidandolo a una commessa esperta e capace.
Sarah Taverner non era mai entrata nelle top-ten; la casa dove abitava, benché fosse di proprietà, costava parecchio: era vecchia e necessitava di continue manutenzioni; e infine I love Janine si era rivelato un fiasco, con l’aggravante che diverse date della imminente tournée erano state cancellate dagli impresari più conservatori e bigotti.
Sarah era praticamente al verde e si vergognava moltissimo di dover dipendere dalla donna che amava. Ma Janine l’aveva rassicurata. “Sei la mia compagna. E ogni cosa deve essere in comune.” Al contrario di Sarah, Janine in precedenza non aveva avuto esperienze lesbiche, respingendo le avanche di Jodie Foster e di Anne Heche: ma quando aveva conosciuto la cantante in un locale di Los Angeles aveva perso la testa per lei.
“Pensa a Kate Moss.”, le disse quella sera, stuzzicandole un capezzolo. “Dopo la faccenda della droga sembrava finita e invece… E poi con il prossimo album andrai dritta prima in classifica!” Sebbene la considerasse un’artista straordinaria, cionondimeno nutriva molti dubbi in proposito, però si sforzò di risultare convincente. Poi, scherzando, aggiunse: “Oppure potresti incidere un disco con Shakira.”
Sarah le mostrò la lingua. “E perché non con Lady Gaga?”
Tre sere dopo Janine Leblanc sedeva in prima fila in un teatro di Milano, dove era stata programmato il primo dei dodici concerti della tournée di Sarah Taverner. Gli italiani erano smaliziati e amanti della buona musica, perciò la sala era gremita di gente. Alle dieci in punto, Sarah fece il suo ingresso sul palco, illuminata dai riflettori. Si produsse in un grazioso inchino e voltò le spalle alla platea, curvandosi leggermente in avanti, mentre il pianista introduceva le note di Seasons of love, il brano incriminato del nuovo album. Sarah dapprima sussurrò le parole iniziali della canzone, quindi la sua voce si levò alta e chiara, limpida e potente. Si girò verso il pubblico, mimando quello che stava cantando.
Era un gesto osceno, più che trasgressivo, e Janine sobbalzò sulla sedia. Non era nello stile di Sarah. Lei si era sempre posta in modo elegante e raffinato, da autentica signora della canzone qual era: adesso sembrava una punk, ma la musica, una cascata di melodia scintillante, e la sua voce, un’affilata lama di ghiaccio, stonavano incongruamente con quella stravagante pantomima. La gonna lunga che le arrivava ai piedi, la camicia bianca, la cravatta nera e le scarpe senza tacco accentuavano quella discrepanza. Come se le avesse letto nel pensiero, Sarah si liberò con un calcio delle ballerine, si tolse la cravatta e la fece volteggiare in aria per poi lanciarla verso le prime file, dove avide mani si protesero per afferrarla.
Risuonarono fischi ed esclamazioni indignate, e qualche coppia anziana abbandonò precipitosamente la sala. Altri, tuttavia, applaudivano entusiasti, ma, sospettava Janine, non per la bellezza di ciò che ascoltavano, bensì a causa dell’eccitazione suscitata dalle movenze sensuali e provocanti di Sarah.
Janine aggrottò la fronte. Se Sarah intendeva atteggiarsi così, allora avrebbe dovuto cambiare completamente genere. Il fisico non le mancava, pensò, però sarebbe stato un vero peccato se avesse sciupato il suo talento per trasformarsi in una Britney Spears.
Sarah attaccò il secondo brano, avvicinandosi al bordo del palco. Suo malgrado, Janine dovette convenire che era dotata di una sensualità magnetica. Chi era venuto per sentire del buon jazz e rifuggiva dalle stravaganze tipiche del pop aveva abbandonato il teatro o assisteva accigliato a quell’esibizione indecorosa; ma il resto del pubblico era letteralmente stregato. Mentre la osservava attentamente, Janine per un attimo notò che Sarah aveva le pupille dilatate; anche l’espressione del viso era strana. Provò un moto d’ira: Sarah Taverner le aveva tenuto nascosto un aspetto della sua vita. Non che fosse obbligata a dirle tutto, però in questo caso le aveva mentito, e ne era amareggiata. Quando l’aveva persuasa a prestarsi a quel giochetto, infatti, le aveva garantito che sarebbe stata la prima e l’ultima volta. Rammentava ancora le esatte parole: “Preferisco una buona birra. Con la droga sai come cominci, ma non sai come finisci.”
Tuttavia, quando tornarono in albergo, Sarah rispose alle sue rimostranze negando con decisione. Janine insistette con il risultato di farla scoppiare in lacrime. Si pentì subito e pensò di essersi ingannata.
Il secondo concerto, che si tenne a Roma, fu un disastro.
Questo me lo ricordo pari pari, modestamente. Addirittura ricordavo il titolo, pensa… 😉
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Quello che mi sfugge è l’autore… ahahahah
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Ciao Alessandra, i tuoi racconti sono quasi sempre un po’ “eccitanti” e non si muore affatto di noia.
Brava brava
Baci baci
Mistral
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Ps scusa, ma non ancora ho capito se sono racconti ad episodi o terminano al massimo con due parti
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Non so come andrà a finire, ma so che i sentimenti vanno custoditi e gestiti con rispetto per sè e per tutti quelli che ci amano. Le conseguenze sono tante e molto difficili da gestire. Fanno sempre molto male.
Questo non mi sembra ipocrisia, ma solo delicatezza dei nostri rapporti con chi ci ama e ci rispetta.
Un abbraccio
Cle
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@ BRUM l’ho ricevuto ieri sera dal “Conservatore”, l’ho riletto, mi è piaciuto (scusa l’immodestia) e ho deciso di riproporlo su WordPress.
Io, invece, non lo ricordavo… se non in minima parte.
Soprattutto il finale.
Per me è stato un colpo di scena, e ciò mi fa sorridere 😛
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@ OMBREFLESSUOSE grazie, cara Mistral!
“I love Janine” durerà diverse puntate.
Bacioni ^^
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@ CLE REVERIES il tuo commento mi ha lasciata di stucco: sembra quasi che tu conosca già la storia! Sei una maga 🙂
Molto belle le tue parole, cara!
Un grande abbraccio a te*
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Ne hai di talento! Io invece non l’avevo mai letto e l’ho fatto tutto d’un fiato. Scorre come la musica di Sarah, perché scrivere è anche quello: tempi, ritmi, saliscendi. Ma non scopro niente. Mi piace questa frase: Ciò che rendeva eccitante quella foto era la voluta mancanza di qualsiasi forma di erotismo.
Ciao!
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Ullallà Alessandra. Questo tuo racconto (io non so mai se chiamarli racconti, romanzi o in altro modo) si preannuncia stupendo. Prima di tutto tratti temi molto delicati, omosessualità e droga… ma come sempre lo fai con molto tatto, eleganza e indubbia bravura. Ovviamente sono dalla parte di Janine che è contraria all’uso di stupefacenti ed infatti appena capisce che la sua amata si è presentata in pubblico praticamente “fatta” , si sente molto delusa ( e ovviamente preoccupata). Penso lo senta come un tradimento, perché la fiducia riposta nell’amata può anche arrivare a vacillare quando si scopre che sotto ci sono menzogne… Ma a parte questa mia divagazione, mi piace moltissimo come hai trattato il tema omosessualità, che è ben risaputo come a tutt’oggi da moltissimi sia visto con il fumo negli occhi e considerata depravazione o addirittura ancora “malattia”. Altro personaggio interessante io reputo sia Marcus…. ma mi fermo qui perché siamo solo all’inizio e sicuramente ci riserverai delle sorprese di volta in volta…
Ottimo, complimenti
Ciao, Pat
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Certamente lo ricordo anch’io e ricordo i commenti che ho postato sulla varie puntate. Ma i tuoi racconti meritano di essere riletti più volte, perché sono sempre affascinati.
A più tardi
Un grande abbraccio.
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@ KRIS mi fai arrossire, amica mia!
Riguardo alla frase che ti è piaciuta, io penso che rispecchi il vero. Quante donne nude o seminude vediamo sui giornali? Secondo me, non fanno più effetto. Un’immagine discreta, invece…
Buona serata ^^
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@ PATRIZIA M. elogi a parte – dei quali ti ringrazio con tutto il cuore -, condivido ogni parte del tuo commento, e non potrebbe essere diversamente. Tutti dovrebbero ragionare come te, ma invece purtroppo sono pochi, molto pochi: esiste ancora una maggioranza retrograda, ancorata a vecchi pregiudizi che poi sono il frutto dell’ipocrisia.
Grazie, Pat!
Un sorriso per te*
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Talmente ancorata che pare sia impossibile da smuovere purtroppo, mah…
Sorriso a te cara
Ciao 🙂
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@ PATRIZIA M. è vero, e questo è molto triste!
Ciao, cara.
Adesso scappo perché mi si scuoce la pasta 😛
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@ NEWWHITEBEAR in effetti, questo lungo racconto è dedicato soprattutto ai nuovi amici di WordPress (e a me che in parte l’avevo scordato). Ciò, tuttavia, non significa che io non sia felice nel vedere che anche chi lo ha già letto (quando? Ho rimosso anche questo) provi piacere a rileggerlo una seconda volta. In tal modo, a volte si scoprono particolari che forse all’inizio erano sfuggiti.
Ti ringrazio e ricambio il grande abbraccio.
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Il tuo modo di scrivere mi tiene incollata allo schermo del pc!
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Il tempo vola e noi con esso ma se non ricordo male ha preceduto la pubblicazione di Alex Alliston.
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@ ELENA grazie, carissima!
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@ NEWWHITEBEAR ah, ecco. E’ un mistero che io avessi rimosso quasi completamente questa storia dalla mia mente. Davvero: ieri sera l’ho letta come se non l’avessi scritta io. Ricordavo soltanto i primi tre o quattro capitoli, poi qualche flash; ma quando è comparso “l’uomo alto”, Dieter Haller, mi sono chiesta: e chi è costui?
(E io non scrivo da ubriaca come faceva Stephen King 😛 Fra l’altro, di norma, scrivo al mattino, dopo un paio di caffè).
Ti ringrazio per la delucidazione.
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E ora il commento dopo le chiacchiere. Ricordo bene la trama e rileggendolo ho avuto le stesse sensazioni di allora. Passaggi fluidi, descrizioni accurate, competenze musicali non indifferenti.I tre personaggi attorno al quale ruota il racconto, Janine, Sarah e Marcus sono appena abbozzati ma lasciano già intravedere come saranno. Marcus un pervertito, Janine fragile e dolce, Sarah forte e trasgressiva.
Un bel mix che predispone il lettore a seguirti in questa nuova avventura.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR ottima analisi, la tua, caro amico: “Marcus un pervertito, Janine fragile e dolce, Sarah forte e trasgressiva.” Direi che li hai descritti in modo perfetto. E mi fa molto piacere che tu mi segua anche in questa “nuova” avventura.
Un caro abbraccio!
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Dal Tuo scritto , dai commenti e dalla Tua bravura, ho percepito stima e amicizia dai Tuoi tanti lettori.
Ti auguro tanta Fortuna
Felice giorno a Te
Sentimental
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Due temi scottanti, quello dell’omosessualità e della droga, e per giunta attualissimi. Vi sono molti preconcetti sull’omosessualità, ma in fondo essa è sempre amore, capace di smuovere sentimenti e passioni, a volte dolci, a volte violente. Sta nel piacere di chi le vive, la soddisfazione ed il piacere del conttatto, dell’amplesso. Janine e Sarah coinvolte in un rapporto comune, con due personalità diverse. Sarah forte e trasgressiva, Janine fragile e dolce. Ma quando la forza della passione assale, tutto travolge, ed anche Janine rimane travolta, pregando inavano Sarah di calmarsi.
Marcus mi dà l’idea di un ragazzotto un po’ guardone, che, in solitaria, cerca emozioni diverse, in lui create dalla fantasia erotica. Vede la foto della donna bionda di copertina e l’immagina nuda, anziché vestita. Poi si tocca, si masturba, sogna di spogliarla, per poi fare un’ammucchiata a tre, leccando il corpo di Sarah cosparso di cocaina da cima a piedi, soffermandosi magari sul pube della donna, come già avevano fatto le due protagoniste, e assumendola meglio da lì, eccitandosi, così, ancora di più.
Noto la descrizione del libero sesso fra le due donne, languido a volte, ma altre sfrenato. Questo potrà, nel proseguio, portare a descrizioni erotiche senza inibizioni di termini, esplicite e chiare, animandole quasi, come fossero vere, nelle essudazioni dei vari orgasmi. E qui si noterà la tua maestria descrittiva, Alessandra, la tua capacità di rappresentare situazioni altamente erotiche, sì da farle quasi vivere dai tuoi lettori, tenuti sempre sulla corda dal tuo stile avvincente. E tutto questo risulta ancor più stimolante, sapendo che chi scrive sei tu, vale a dire una donna!
Potremmo definire questo tuo racconto a puntate come “Droga, sesso e rock and roll”, ricordi il brano? Credo proprio di sì.
Alle prossime volte, allora, e mi raccomando, giù gli slip! … 🙂
Cesare
Un gran baiser a te, ed un saluto a Silvia ed a Pat.
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Di certo per i nuovi lettori di WP, questo racconto presenterà sorprese a non finire. C’é tutto o quasi quello che potrebbe accadere nella vita di un artista. Luci, ombre, delusioni, disperazione ma anche tanto amore.
Lo consiglio vivamente perrché come sempre ci ritroverete tutta la mano dell’autrice in una veste insolita forse, ma in gran forma.
ps: Questa volta il bonifico, per il lavoro di press-agent sul mio conto alle Cayman. Grazie.
🙂 😛 😀
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@ SENTIMENTAL ne ho proprio bisogno!
Sì, ne convengo (e ciò mi scalda il cuore): molti amici mi vogliono bene e mi stimano, anche troppo forse.
Grazie, cara!
Ti auguro una serata piena di stelle*
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@ CESARE niet!
(Come direbbe Matrioska).
Se cerchi erotismo, lo puoi trovare nelle pagine di “Lesbo è un’isola del Mar Egeo”, che a quanto pare è ancora reperibile e, forse, non solo in formato cartaceo.
Io, da tempo, ho abbandonato quella strada. Peraltro, anche nel romanzo che ho citato le scene saffiche, di sadomasochismo, etc,. mi furono in pratica commissionate. Di quel libro io salvo altri passaggi: quelli relativi alla natura e quelli introspettivi.
Questo è un racconto che contempla anche un po’ di erotismo, ma solo in minima parte. Le finalità sono altre.
(Comunque, attento a Marcus!)
Un caro saluto.
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Je suis désolé, je me suis trompé! …
César
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@ CAPEHORN il bonifico dovrebbe essere già giunto, Maestro.
Sarà debitamente raddoppiato, quando il Vostro lavoro sarà finito 😛
(O forse avete già scordato?)
Per il resto, grazie!
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Io ho già inviato e intempi non sospetti, quanto mi fu richiesto con la gentilezza di sempre.
Se la mia memoria ha fallito e sto naufragando inn mare tempestoso, Vi prego … lanciatemi una ciambella.
Provvederò a non affogare
🙂
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@ CAPEHORN Maestro, vi rammentai che alla fine un vincitore c’era. Non Yarbes e neppure la Squire. Il vero demiurgo aveva l’ufficio che si affacciava sul fiume Potomac…
Da lì, ingannò il presidente degli Stati Uniti, fece uccidere un agente federale, prese in giro i francesi, e infine ottenne lo scalpo che voleva.
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Ecco. Appunto. Il mio stordimento é aumentato in questo periodo. Non riesco più ad avere la visione dell’insieme.
Che sia un problema di …. controllo ?
😛
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@ CAPEHORN forse è colpa mia. Anzi, sicuramente è così. E’ probabile che non riesca a spiegarmi con chiarezza 😛
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Mettiamola così. Ti mi hai parlato bene, ma consio.
Io ho capito male … per esteso.
😛
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@ CAPEHORN “ti mando la prefazione del libro, anche se non é ancora terminato”
Risposta mia: splendidissima! Meglio ancora di quella di A.A. Manca una sola cosa: il vero vincitore. Cioè il direttore della CIA.
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Ops! 😦
🙂
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@ CAPEHORN 😛
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SCELGO DI ESSERE BREVE, SONO DELL’AVVISO CHE SEI SEMPRE CAPACE E BRAVA….E DI PIU’….Sar…..
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@ SALVATORE RIZZI troppo buono, caro Sar!
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Un altro bellissimo romanzo, un tema molto incalzante
che merita di essere seguito..
e che (ri)leggerò con molta attenzione, perchè a parte i primi
episodi persi, sarà una bellissima, scorrevole e avvincente
ripassata…
Un bisou ma chère et je te souhaite une très douce nuit!
Michelle
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Complimenti per questa nuova fatica letteraria! Seguirò con interesse l’evolversi della vicenda.
Buona giornata
Giò
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@ CESARE no problem, caro 🙂
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie, Michelle*
Beh… qui ci sono anche i primi capitoli. Ed è assai curioso – come peraltro ho già scritto – che siano gli unici che io ricordassi.
Una singolare forma di amnesia ^^
Bisous, chèrie!
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@ ROSAOSCURA ti ringrazio, Giò.
Felice serata.
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Anch’io ricordavo questo racconto, appena ho letto il titolo l’ho rammentato; ovvio che non potrei ricordare bene tutta la narrazione, passo passo, e poi quando uno scritto è bello, come il tuo, è un piacere rileggerlo.
Ciao cara, buon weekend.
un bacio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 su Splinder ho scritto talmente tanto che nemmeno io ricordo tutti i miei racconti 😛
Le tue parole mi sono molto care!
Un bacione grande, amica mia * _______________ *
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Have a nice and happy weekend!
:-*
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Buon fine settimana….da Salvatore….
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@ CLE REVERIES lots of love * ____________________ *
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@ SALVATORE RIZZI ricambio, amico Sar ^^
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E’ un piacere rileggerti e ritrovarti….in questa storia, poi, ancor di più!
Un abbraccio stretto
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L’anonimo sono io!!!! Mari
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@ MARI un grandissimo abbraccio! In seguito, qui, troverai le tue poesie… “cantate” da Sarah Taverner 🙂
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O.T. Caffè letterario
Penna bianca ha chiesto le dimissioni e l’ho accontentata. Non mi piacciono le persone che fanno troppo le preziose. Chiuso e basta.
Rimangono scoperte delle date. In ottobre il 28, che ti avrei assegnato perché ho già surrogato Mauri53 che non si è presentato.
In novembre il 4, 21 e 28 non sono coperte. Io posso coprirne una. La data non ha importanza. Tu potresti coprirne un’altra? Scegli a piacere. La terza, eventualmente la più lontana, la lascerei libera se Mauri53 o Pappina, che adesso usa il nick Kuifuro si fanno vivi.
La risposta la può mettere in un commento del mio blog.
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Poi c’è da portare i bambini a scuola domani mattina.
La spesa, mi raccomando: prendianche dei wurstel e un po’ di frutta.
Butta l’insalata di tua madre che è andata a male.
Ah, dimenticavo: ha telefonato mia madre e ti chiede se puoi passare da lei e le porti il pane (visto che ci sei prendi anche il cane e portalo un po’ a spasso).
Io questa sera faccio tardi, non ti preoccupare.
Ci dovrebbe essere qualche filetto carino, oppure mettiti un DVD.
Torno tardi.
Non dimenticare che domani è il compleanno di mia madre: vedi di essere un po’ gentile, povera donna. Mi parla sempre bene di te. Domattina non svegliarmi vorrei dormire un po’.
Dopo che hai preparato la colazione ai bimbi (ma fate piano o non riesco a dormire) puoi stirermi quelle due camicie?
Ok, per questa sera dormi pure.
A domani, bacino!
Ah, le donne, sempre indaffarate nei loro pensieri!
:->
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@ OLDBLACKBULL secondo me, delle due l’una: Pappina o Intesomale 😛
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?
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@ INTESOMALE scusami, caro!
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ma figurati, bionda… credevi l’amico fosse un mio alias? O capisco male?
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@ INTESOMALE hai capito bene 😛
Anche se lo stile di scrittura mi ricordava soprattutto Pappina.
Ma in entrambi i casi ho sbagliato.
Besos dalla bionda ^^
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Non ho alias. Senti, perché non raccogli l’invito nel mio ultimo post e non scrivi di una tua città, o un tuo paese?
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Yes. A te non so resistere 🙂
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Acqua!
🙂
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@ OLDBLACKBULL strano: l’inizio in particolare ricorda molto, molto Pappina.
“Poi c’è da portare i bambini a scuola domani mattina.”
Allora direi il “Conservatore” ^^
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Ok ok fuoco!
Ma adesso scappo che devo proprio spegnere “il piccolo”.
(Mi raccomando il cane!)
😀
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@ THE TRAVELLER CONSERVATOR baci*
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Oh! E’ molto bello questo racconto, mi era piaciuto un sacco! 🙂 Consiglio davvero a tutti i “nuovi” che se lo sono persi su Splinder di seguirlo! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST grazie, carissimo lupo!
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Ho riletto con più attenzione questo nuovo sempre accattivante racconto e
mi preparo per la prossima uscita.
Personaggi che non annoiano mai, i tuoi
Baciotti
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE ti ringrazio, Mistral ^^
A prestissimo, allora 🙂
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Le ricordo, eccome, queste ‘avventure’ narrate… le prime cose tue che ho letto, vero? Un abbraccio.
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@ UNIVERS no, caro. Tu arrivasti molto, molto prima! All’inizio della mia avventura su Splinder, praticamente.
Bacioni ^^
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rieccomi immerso nelle tue storie “lussureggianti”, intense, provocatorie, piene di fascino….
🙂
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@ IOVIRACCONTO sono felicissima di vederti qui, grande scrittore!
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Umpf!! Non amo leggere i romanzi a puntate! e pensavo che questo ne avesse solo due. Ma ora che ho iniziato -soprattutto dopo i commenti di Cape e Wolf-non posso più smettere… magari devo spolverare lo schermo del mio pc 😉
Janine è un po’ scema: dichiarare al mondo che lecca la coca dal pube vabbè ; ma metterla fra le cose in natura la rende ridicola. E’ un’artista coraggiosa e una persona fragile sotto altri aspetti, mi pare, e chissà se si rivelerà un perfetto personaggio tragico?
Naturalmente mi piace Sara, invece già detesto Marcus .
Mi sbaglio? Lo scopriremo solo leggendo 😉
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Avrai certo capito il mio sbaglio: Sara x Janine.
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@ LILLOPERCASO perciò devo ringraziare doppiamente i miei due amici per la buona pubblicità che mi hanno fatto 🙂
In quanto a Sarah, non è l’unica ad aver fatto questo tipo di esternazioni; se non era la coca sul pube, erano comunque provocazioni di altro genere.
Se ti sbagli su Marcus?
Posso anticiparlo: no.
Ciao, Daniela!
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E’ quel ‘in natura’ che fa ridere. Comunque, so che non è l’unica, ma ha mischiato l’outing con dichiarazioni mirate a far scalpore e pubblicità, e non mi piace. E si caccia nei casini.
Una cosa che mi piace sempre molto, sono i riferimenti musicali. Potresti corredare i racconti con un videuccio sonoro…
Ora mi leggo la 2° puntata!
A dopo 🙂
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E perché l’avete tutti con me?
Sempre con me?
In fin dei conti il mio parere e quello che sono sei tu!
Sei tu che mi fai comportare così!
Tu che mi fai fare tutte queste brutte figuracce con i tuoi amici.
Tu e sempre tu!
Io sarei per la pace, la comprensione.
No, arrivi tu e disfi tutto! Non ci si può fidare più di nessuno!
Che mondo!
(Facile buttare la colpa a me: non posso difendermi!).
Bah!
(Ma se torna “baffone” te lo do io …)
E non ti saluto!
😦
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@ LILLOPERCASO non male l’idea del videuccio sonoro 😛
Diana Krall sarebbe adatta, credo.
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@ MARCUS a causa di ciò che accadde in Unione Sovietica nell’agosto del 1991, “Baffone” non tornerà 🙂
(Vedi “Il crepuscolo della Lubjanka”… beh, un po’ di promozione ci vuole ^^)
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Non è il mio genere, ma questa mi pare bella e adatta, che ne dici?
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@ LILLOPERCASO è perfetta, cara Dani!
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