A tratti Agia era spiritoso, a tratti caustico; ma spesso Desi non capiva se stesse scherzando o provocando: forse entrambe le cose. Saint-Tropez era illuminata dal sole di luglio, il mare sembrava splendere: una distesa di acqua azzurra su cui il vento giocava, creando barbagli di luce simili a cristalli scintillanti.
“Brigitte Bardot non era bella.”, affermò Agia. “Affascinante, ma non bella. Con quei denti da cavallo… Anna Tatangelo sì che è un’autentica bellezza.”
Desi non sapeva chi fosse Anna Tatangelo.
Il viaggio da Cannes a Saint-Tropez era stato molto piacevole; Agia guidava con sicurezza, né troppo forte, né troppo piano, affrontava le curve con prudenza per poi accelerare sul rettilineo seguente. Desi era in jeans, una maglia da marinaio e portava allacciato in vita un golf di cotone blu. Calzava scarpe da ginnastica. “Mangiamo qualcosa?”, propose. Agia si guardò attorno e le indicò un ristorantino dall’aspetto accogliente. “Benissimo.”, disse lei. Aveva scoperto altre cose sul conto di Agia. Il suo “vocabolario” era limitato ma sufficiente per parlare di tutto e, chiacchierando con lei, migliorava, dato che apprendeva termini nuovi. Desi era una maestra paziente. Si diressero verso il ristorante. La moto, una MV Brutale 910 S, era parcheggiata lì vicino, negli appositi spazi. Desi aveva notato che Agia era pignolo. “Sono del segno della Vergine.”, le aveva spiegato. “Io Ariete.”, disse la ragazza.
Agia lasciò scegliere a lei. “So leggere in francese, anche se lentamente.”, disse. “Ma spesso i nomi dei cibi sono incomprensibili per uno straniero e ciò naturalmente vale anche per l’Italia: pensa solo alle orecchiette con cime di rapa.”
Desi ordinò loup de mere e insalata mista. Quando finirono di mangiare lo condusse al porto. Vide che si poteva noleggiare una vecchia star. Era uno scafo elegante e slanciato, rigorosamente bianco. Agia la guardò allarmato. “Non sono mai salito su una barca a vela!”
Desi rise. “Fidati di me. Vedrai che ti divertirai.” Isabelle possedeva una “stella” e le due donne spesso andavano in mare assieme, anche se era Isabelle a stare al timone, non perché l’imbarcazione fosse sua ma perché era più brava ed esperta di Desi. Peraltro, anche Desi se la cavava bene. Armò da sola la star, mise Agia al fiocco, gli spiegò le due o tre cose essenziali che doveva fare, e uscì in mare aperto. Il primo tratto fu di bolina. Man mano che si spingevano al largo il Mistral rafforzava e la star si inclinava sempre di più. “Non preoccuparti.”, disse notando che Agia sembrava spaventato. “Questa barca non si può rovesciare. Cazza un po’ quel fiocco.” Agia obbedì prontamente.
Ormai Saint-Tropez era un punticino lontano. Desi virò e passò all’andatura di poppa, cioè con il vento a favore. A un tratto il Mistral calò, sino a trasformarsi in un lieve refolo; poi raggiunsero un punto dove la bonaccia regnava assoluta. Desi si spogliò, rimanendo in costume da bagno, quindi senza dire una parola si tuffò in mare. Agia la osservò ammirato: nuotava con uno stile perfetto, fluido e armonioso; si capiva che si trovava nel suo elemento. La ragazza si allontanò di un centinaio di metri, poi tornò alla barca e si issò a bordo con la forza delle braccia. Aveva gli occhi che brillavano di entusiasmo. Agia la fissò. Era giovane, bella, piena di vitalità. Provò un moto di autocommiserazione, ma fu solo questione di un istante. La star galleggiava pigramente, il sole splendeva alto nel cielo, erano soli in mezzo al mare: all’improvviso si sentì felice, ed era da molto tempo che questo non accadeva. Se ne stupì un poco, poi scrollò le spalle. Sapeva che non avrebbe mai dimenticato quella giornata: la corsa in moto, il caffè bevuto a Saint-Raphael, il pranzo squisito e la gita in barca… ma soprattutto Desi. Era bella, pulita dentro, affamata di vita, radiosa e solare. Agia aveva colto delle ombre in lei, attribuendole a qualche oscuro fatto che in passato l’aveva segnata, e certamente la vita l’avrebbe colpita ancora, poiché questo è il destino ineluttabile degli uomini; tuttavia Desi era provvista di una grande forza interiore che le avrebbe permesso di superare indenne i momenti tristi. Le ferite si sarebbero rimarginate, le lacrime asciugate e lei avrebbe proseguito il suo cammino, avida di vita, di emozioni, di felicità.
Fu in quel momento che capì che poteva farlo. Le avrebbe regalato un dolore, che però presto si sarebbe trasformato in un ricordo importante, venato di malinconia certo ma anche legato a un giorno per entrambi indimenticabile. Muovendosi goffamente la raggiunse a poppa. Non servirono parole. Desi comprese che ora lui voleva e provò lo stesso desiderio. Per vari versi Agia era un uomo strano, enigmatico, ma in lui c’era qualcosa che la attraeva in modo irresistibile, come non era mai successo con Bernard, né con i ragazzi che aveva frequentato prima.
Fu bello. Molto bello. Quando lo sentì dentro di sé, Desi provò una gioia talmente intensa che quasi si sentì soffocare. Poi rimasero a lungo abbracciati, senza parlare, gli occhi fissi sul mare che scintillava al sole.
Desi ricondusse la star al porto. Agia, tornato al fiocco, spesso si voltava a guardarla e nel suo sguardo c’era un’intensità così forte che la ragazza si sentì commossa. Era certa di amarlo, benché lo conoscesse soltanto da pochi giorni; ed era certa, assolutamente certa, che anche lui l’amava. Quegli occhi non potevano mentire. Desi si rivestì, ormeggiò la barca, la disarmò e saltò agilmente sul molo. Agia la seguì con qualche impaccio.
Quella sera cenarono all’Auberge Provencale, il più antico ristorante di Cannes. Quando arrivarono al dolce, Agia le prese una mano e disse: “E’ stata la più bella giornata della mia vita.” Non sorrideva, mentre parlava. “Forse mi sono comportato da egoista.”, aggiunse dopo un momento. “Però non me ne pento. Perché credo che ti resterà un ricordo di me, e una volta superato il dolore, nel tuo cuore rimarrà qualcosa di importante: un amore fugace ma che avrebbe potuto essere eterno… e la consapevolezza di avermi dato una felicità che non credevo fosse più possibile. Quando penserai a me, non disprezzarmi. Non penso di meritarlo.”
Pagò il conto e la riportò a casa.
Lei si sentiva inquieta, a causa di quelle strane parole.
Ma lui la abbracciò, stringendola forte a sé. “Ti resta la tua amica Isabelle.”, disse. “E un domani un altro amore.” Sorrise, lanciò un’occhiata al mare illuminato dalla luce delle stelle, e aggiunse a voce molto bassa: “Ma tu per me sei l’amore eterno.”
Risalì in moto, la guardò per un’ultima volta, come per imprimersi per sempre il suo viso nella memoria, quindi partì rombando, allontanandosi nella notte.
Desi sapeva che non l’avrebbe più rivisto.
Né si stupì quando un mese dopo ricevette una lettera da un dottore italiano. Lo aveva già capito e non le serviva quella conferma.
Esistono varie gradazioni di oscurità, ma quella notte sembrava che il buio fosse assoluto, anche se probabilmente non era vero. Desi indugiò per qualche minuto, poi si alzò dal letto e, camminando a piedi nudi, andò alla finestra.
E, lentamente, sorse il sole.
LA STORIA DI DESI 2 DI 2
30 settembre 2012 di Alessandra Bianchi
52 Risposte
Finale triste ma solamente che una vita se ne è andata. Analisi perfette delle sensazioni provate, delle emozioni che ribollivano dentro Desi e Agia.
Con la consueta maestria ci hai portato al finale guidandoci con mano ferma.
Un grande abbraccio
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Bello, bello. Sapessi quante volte sono stata da quelle parti….Mi hai fatto venir voglia di tornarci e anche di mare, sole e gite in barca.
Ti abbraccio.
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…
Quando penserai a me, non disprezzarmi.
Non penso di meritarlo.
Adieu
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@ NEWWHITEBEAR lui ha riflettuto prima di decidersi. Quando ha capito che Desi era una ragazza forte allora l’ha cercata sapendo – o immaginando – che avrebbe superato il dolore.
Grazie!
Un caro abbraccio.
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@ SUZIEQ11 non dirlo a me, chèrie!
Ti ringrazio e ti mando due grandi bacioni**
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@ AGIA non mi convinci. Il “vero” Agia non è MAI on-line durante il fine settimana.
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TEMPI DELLA MIA GIOVENTù, DA TE MOLTO BEN ELENCATI, IN QUELL’AMBITO….RAMMENTO, DI AVER DETTO COSE ,TEMPO ADDIETRO…MI PARE….CIAOO…
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@ SALVATORE RIZZI mi sembra di ricordare, caro Sar.
Ciao!
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Mi aspettavo un finale triste, lo ammetto, diciamo che è stata una sensazione avuta quasi subito nel leggere la prima parte. Ma le emozioni che Agia ha regalato a Desi tu le hai regalate a me con questo racconto. Sono arrivata alla fine con il batticuore…
Agia egoista?? Si, forse un pochino, ma perché negare ad entrambi un attimo così forte e così indelebile… no, non poteva farlo.
Ciao, Pat
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@ PATRIZIA M. i tuoi commenti sono sempre bellissimi, a prescindere dagli elogi, e infatti vorrei scoprire l’url del tuo secondo blog, quello dedicato alla scrittura.
Il finale triste è in effetti una mia prerogativa…
Agia egoista? Sì, ma nel senso indicato da te.
Un abbraccio, Pat, e grazie di cuore!
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Il mio secondo blog è questo, qui io inserisco quelle che io chiamo le mie “parole imbrattate”….
http://melodiadelsilenzio.wordpress.com/
Grazie a te Alessandra, ricambio di cuore l’abbraccio
Pat
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@ PATRIZIA M. molto bene 🙂
Sogni d’oro.
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Altrettanto a te Alessandra 🙂
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Allora comincio col dire che il finale, come al tuo solito, è impeccabile. (tutte le volte, lo confesso, rosico perché io con i finali non mi ci prendo mai mai mai 🙂 …). la storia prende tanto per la tua abilità nel descrivere ogni cosa, compresi i moti del cuore. e poi leggendo questa seconda parte ho sorriso, perché mi sembra di conoscere Agia…. e ho collegato il tuo primo commento alla prima puntata e insomma forse non sono poi così tonta e tardona come credo. Ad ogni modo… brava bravissima!
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Prima la battuta: azz, che bella moto ha, agia… complimenti!
Poi il discorso serio: come al solito, fai volutamente accenno a temi che richiederebbero giorni di discussione (senza approdare a nulla di certo, probabilmente)… lasciando al lettore la libertà di pensiero. E’ stato egoismo, quello di Agia? Ha solo seguito il suo cuore? Forse doveva dirglielo prima. Ma forse questo le avrebbe fatto ancora più male… e lei non si sarebbe goduta nemmeno quei bei momenti. Di certo ha scelto di non dirle nulla della sua malattia, facendosi passare per stronzo…. E questo denota il fatto che tutto sommato amasse Desi.
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P.s.: naturalmente l’Agia che ha commentato prima era falso… secondo me. Ahahahah.
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Questo racconto lo ricordo, mi aveva colpito la prima volta, e l’ho riletto molto volentieri. E’ scritto con maestria e anche se si limita a due puntate non hai tralasciato nulla (cosa difficilissima-issima). Il finale appare triste ma è realistico, quante volte la vita dona piccoli attimi indimenticabili ma irripetibili?
Bisogna lasciar fare al destino!
ciao 😀
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Bellissima storia, mi spiace tanto per lei che conserverà un doloroso e, al tempo stesso, speciale ricordo proprio per la fugacità e per l’inevitabile uscita di scena di lui.
Bravissima, come sempre, ho letto con molto interesse entrambe le puntate.
un abbraccio e buon inizio settimanale.
annamaria
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Descrizioni perfette e impeccabile (come sempre), complimenti!
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@ FANTASIA972 partiamo dalla tua osservazione finale: Agia fu uno dei miei primi tre amici sulla piattaforma Splinder, assieme a Martita e Univers. In seguito – molto presto, a dire il vero – egli scomparve tranne poi riapparire, dapprima come anonimo e poi con il suo attuale nome, che qui non intendo svelare. Lui ama le moto e le donne 😛
E naturalmente è pugliese.
Per quanto riguarda i finali, non devi rosicare: spesso è questione di fortuna.
Grazie, cara!
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l’ho sempre detto: sei crudele e spietata! Secondo te non è crudeltà non rivelare, e dirlo così a chiare lettere, il nome attuale? a una scimmia involuta della mia specie, poi…. crudele, crudele, crudele! 🙂 baciotto, scherzo eh!
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@ FANTASIA972 che io sia crudele e spietata è vero; però è altrettanto vero che tu sai benissimo chi è Agia 😛
Magari lo conosci anche meglio di me…
Baciotto a te ^^
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@ BRUM a volte Brum… a volte Brumbru (?)
Il tuo commento è molto profondo e mi trova d’accordo, sebbene – come giustamente osservi – nei miei racconti io non offra quasi mai soluzioni, lasciando al lettore la facoltà di interpretarli come meglio crede.
(L’Agia di ieri sera è un fake, certo).
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@ BLANCA MACKENZIE cara Blanquita, ti ringrazio e concordo sul fatto che la vita è misteriosa e a volte inspiegabile, perciò è giusto – in taluni casi – “lasciarsi vivere”.
Buona giornata 😛
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@ ANNAMARIA49 questo non è esattamente un racconto allegro (e quando mai i miei lo sono? :-)), però l’ultima frase è un segnale di speranza, di un nuovo inizio.
Grazie e felice settimana a te!
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@ ELENA ti ringrazio molto, amica mia!
Un grande abbraccio ^^
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Ricambio….Salvatore….
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@ SALVATORE RIZZI 🙂
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Ci sono temi che non hanno soluzione. Nemmeno soggettiva (ma quali ne hanno di oggettive?). A volte non sai proprio cosa pensare… ed ogni medaglia ha il suo rovescio… e tutte sembrano perfettamente uguali.
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Anch’io sono del segno della Vergine, e forse mi sarei comportato come Agia. La vita è fatta di episodi, che occorre cogliere per poterli pienamente vivere, e per non dover dire un giorno … “avrei potuto”! Un amore fugace, come una gita in barca. La barca ha lasciato dietro sè una scia, che l’onda ha cancellato. Quell’amore ha lasciato pure una scia, che il ricordo non riuscirà però a cancellare.
Semplice ma bel racconto, dal profumo di mare e di vacanza.
Complimenti!
Cesare
______
Merci beaucoup, Alesandra!
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Spiace che sia finito, ma piace molto com’è condotto il racconto con la consueta finezza psicologica e capacità di far balzare i personaggi fuori dal pc, veri, vivi, pur nei dolorosi esiti affettivi.
Brava sempre.
g*
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@ BRUM questa è filosofia!
(Non scherzo).
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@ CESARE e anch’io sono della Vergine.
Cogli l’attimo: forse è il modo migliore per affrontare la vita.
Grazie e felice serata.
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@ GRAZIAGARDENIA detto da te mi fa un immenso piacere!
Ti ringrazio di cuore e ti abbraccio ^^
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Buona notte da Sar….
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@ SALVATORE RIZZI good night.
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…attendo la continuazione di questa triste storia…
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Lo sai che sono un appassionato della filosofia da quattro soldi… si… 🙂
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@ NUNZIADAQUALE è finita, cara.
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@ BRUM 😛
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La storia la sorreggi soprattutto con una narrativa speciale di pensieri, interpretazioni dei personaggi che assumono subito una loro identità esplicita… colpi da maestro. Finale un po’ che induce malinconia. Baci, alla prossima lettura.
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@ UNIVERS cogli sempre il senso di ciò che scrivo, amico mio!
Il finale in effetti è un po’ malinconico, concordo con te.
Grazie e tanti baci * _____________ *
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Bella storia!
Bella barrazione!
Ottime le descrizioni come sempre è evidente lo studio psicologico e lessicale che c’è dietro e la tua passione per ol mare.
Soprattutto anche qui il tiuo sano e ammirevole senso morale e il tuo garbo nel parlare della morte
Ora mi vado a leggere ol tuo nuovo post e di che mi piacera’ anche quello.
Un bacio e BUONA NOTTE!
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Una storia riletta volentierissimo (si può dire?). Con un unco neo. Non ricordarsi assolutamente di cosa si era scritto nel commnetarla precedentemente. Così da capire come si é cresciuti, se ci sono altre risposte da dare. Perché da una parte ho letto un sottile, ma triste egoismo in Agia. La vita gli si sta consumando tra le dita. Quei giorni sono l’ultima estate per lui e vuole che sia una grande estate, eppure vuole lasciare un dono importante. Se stesso. Parrebbe una contraddizione. Desi … già Desi. Quest’incontro, che sembra notturno o sul finir della notte. Foriero di una nuova alba di n futuro tutto da vivere e inentarsi, contrario invece ad una fine oramai stabilita.
Racconto interessante, su cui macinare pensieri e riflessioni anche sulla propria di esistenza.
Come sempre la banalità non é di casa qui.
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@ CLE REVERIES grazie infinite!
Lots of love*
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@ CAPEHORN “Come sempre la banalità non è di casa qui”: ecco un motivo per scrivere con impegno ancora maggiore.
Ti ringrazio molto, Carlo.
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🙂
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@ CAPEHORN 😛
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Non mi rattrista la fine del racconto perché l’ amore è stato per un interminabile
attimo il sovrano.
Baci
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE è vero ciò che scrivi, cara Mistral.
Bisous.
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Sentivo già dall’inizio che sarebbe stato triste,
anche se è stato bellissimo come ogni racconto letto.
Ti abbraccio Alessandra, ci leggiamo e leggo il resto con calma
e senza fretta al mio ritorno!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA ti aspetto, chou ^^
Un abbraccio grande grande.
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