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IL PUPAZZO DI NEVE

4 settembre 2012 di Alessandra Bianchi

La neve scendeva, ammantando il grande parco di bianco. Era una notte fredda. Spirava il vento di settentrione, che trascinava i fiocchi ricoprendo gli alberi dai grandi fusti, le panchine consumate dal tempo, il prato che, con il suo verde brillante, d’estate rappresentava la meraviglia di quel luogo. A tratti la luna faceva capolino; ma le stelle brillavano lontane, di una luce spettrale, simili a gioielli gelidi e irraggiungibili. Un cane si aggirava infreddolito, in cerca di un riparo che peraltro non esisteva.
Era la notte di Natale, ma questo non importava assolutamente a Katia. La giovane si era addentrata nel bosco, situato oltre al parco,  protetta dai vestiti pesanti e dagli stivali felpati. Non aveva freddo, né fame, sebbene avesse saltato la cena. Non era la prima volta che succedeva; negli ultimi mesi non aveva mai voglia di mangiare, e neppure di scrivere. C’era stato un tempo in cui il suo vasto talento era emerso prepotentemente: aveva incominciato a pubblicare un romanzo fantasy su WordPress, riscuotendo un immediato successo. Fin da bambina possedeva il dono della scrittura. Quando pigiava i tasti del pc non aveva bisogno di pensare: le parole uscivano da sole, trasformandosi in frasi, e le frasi diventavano un racconto. Lo stile era superbo, e la storia da lei narrata avvincente. Fu fatale che un editore la contattasse. Il libro sarebbe diventato un best seller, l’aveva incoraggiata, e la sua originalità, quella di unire una vicenda magica all’introspezione dei personaggi, avrebbe rappresentato la chiave della sua affermazione letteraria.
Katia firmò il contratto.
Ma poi… smise di scrivere.
Era un’ottima giocatrice di tennis, ma rinunciò al campionato societario che avrebbe agevolmente vinto. Aveva la media del ventisette, tuttavia non si presentò più agli esami universitari. Frequentava senza particolare entusiasmo un giovane che si chiamava Dario; però lo lasciò comunicandogli freddamente la sua decisione in un grigio pomeriggio di ottobre.
Dato che non riceveva nuovo materiale, l’editore la sollecitò. Katia ignorò le sue missive.
Ma tutto questo era successo prima, in un tempo che ormai le sembrava remoto, benché fosse trascorso soltanto un mese da quando il contratto di edizione era stato rescisso.
Katia si addentrò nel folto del bosco. Era agile e procedeva spedita, malgrado lo spesso strato di neve che si accumulava con il passare dei minuti.
Non si era interrogata sui motivi del suo comportamento, poiché non era necessario. Conosceva già la risposta, e le andava bene così.
Raggiunse uno spiazzo circolare e si sedette per terra. Fu raggiunta da un senso di pace. Tutto era silenzioso; il vento era cessato, ma la neve continuava a scendere. I fiocchi si depositavano uno sull’altro, creando uno scenario di incomparabile suggestione. Era bello il bosco di notte; era bella la neve che, quasi danzando, la accarezzava.
Da bambina aveva costruito uno splendido pupazzo, e per qualche ragione pensava che quello fosse stato l’atto più importante della sua vita. Un culmine mai più raggiunto, né tanto meno superato. Distolse lo sguardo dal passato per rivolgerlo al presente.
Il futuro non esisteva.
Quel senso di tranquillità interiore, di serena accettazione di se stessa, riusciva perfino a non farla pensare a lei. L’aveva conosciuta in un bar. Non era stato Dario a parlargliene, ma un certo Francesco, un giovane spavaldo e attraente che la sapeva lunga. All’inizio non le piacque. Tuttavia, dopo la seconda volta, capì che lei era più importante del libro, degli studi, del tennis. Non avrebbe mai conosciuto un ragazzo così affascinante; nessuno sarebbe riuscito a coinvolgerla in un modo tanto intenso. Lei era decisamente al di sopra di tutte le persone che aveva frequentato, uomini o donne che fossero. Certo, costava molto. Non si concedeva gratuitamente. Ma Katia sarebbe stata disposta a pagare qualsiasi cifra pur di averla sempre con sé. Era una nuova vita, estremamente eccitante. Niente a che vedere con la sua passata esistenza. Era il coinvolgimento totale, assoluto. L’amore?
Sì, era l’amore. Katia viveva per lei, malgrado a volte l’attesa fosse insopportabile. Ma quando, finalmente, poteva entrare nella calda e accogliente stanza da bagno della sua casa e, dopo essersi chiusa dentro a chiave, osservare quella meravigliosa striscia bianca, raggiungeva l’unica estasi che avesse mai sperimentato.
Seduta nella neve, alzò gli occhi al cielo. Le parve di sentire il rumore di un aereo che volava molto in alto. Forse ne scorse anche le luci, sebbene non ne fosse certa.
Portami lontano, pensò.
Portami in un nuovo mondo.
Fu colta da una profonda irritazione: quei pensieri non le appartenevano; si erano presentati all’improvviso, contro il suo volere.
A lei andava bene così.
Ma essi tornarono, avvolgendola in una spirale.
Portami al mare. Voglio camminare scalza sulla sabbia, entrare nell’acqua limpida, avvertire il calore del sole sulla pelle. Voglio addentrarmi fra le onde, nuotare, spingermi al largo fino alla barriera corallina. Giocare con i delfini. Guardare un cielo diverso, e provare emozioni più sincere.
Portami lontano, in terre calde e sconosciute.
Ora nevicava più forte. Katia rinunciò a lottare. Lasciò che il nuovo flusso di pensieri entrasse in lei.
Portami lontano.
Regalami solo un minuto di serenità.
Si accoccolò per terra e chiuse gli occhi. Non aveva freddo; piuttosto avvertiva come una sensazione di torpore. La sua mente vagava, e lei ignorava se ciò che vedeva esisteva veramente, oppure se si trattava soltanto di un sogno.
Portami lontano.
Tanto lontano.
Poi, con gli occhi delle fate, rivide se stessa bambina.
Stava costruendo un magnifico pupazzo di neve.
Per la prima volta dopo molto tempo Katia sorrise.
Al resto avrebbe provveduto il freddo, trasformando le sue lacrime in cristalli.

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Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag racconti | 54 commenti

54 Risposte

  1. su 4 settembre 2012 a 20:48 newwhitebear

    Racconto delicato e triste ma intenso nelle parole. Costruito con sottile maestria ci porta per mano a sondare l’animo di Katia, di leggere della sua catarsi fino a raggiungere la pace interiore a lungo cercata.
    Complimenti, perché dimostri, ma era il caso che lo scrivessi, la tua bravura nel diversificare le storie, nell’usare le immagini corrette e coerenti al tuo pensiero.
    Un grande abbraccio

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  2. su 4 settembre 2012 a 21:00 fausta68

    Sei bravissima! Un racconto che avvolge e prende il cuore…..

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  3. su 4 settembre 2012 a 21:10 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR in effetti, credo che questo sia uno dei racconti più tristi che io abbia mai scritto. Spero che serva da monito.
    Grazie di cuore e un caldo abbraccio.

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  4. su 4 settembre 2012 a 21:13 Alessandra Bianchi

    @ FAUSTA68 ti ringrazio, carissima!

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  5. su 4 settembre 2012 a 22:16 cesare

    Eccoti, Alessandra, in un racconto che sa di tanta tenerezza, in quella tristezza che lo pervade e che fa pensare, meditare. Quante situazioni ci riserva la vita! Ogni persona ha la sua storia, e la vive più o meno profondamente, riandando al passato, all’infanzia, in questo caso a un pupazzo di neve, in cui Katia, forse, aveva chiuso un po’ della sua vita, dei suoi sogni, inconsciamente. Poi il contatto con la realtà, nel desiderio di evadere, di andare lontano, risvegliatio in lei dal rumore di un aereo. In mezzo tante altre considerazioni.
    Sei brava, lo stile scorrevole, sei esperta di stati d’animo, forse ci metti pure qualcosa di te.
    Quella Katia scrittrice potresti essere anche tu … chissà!

    Cesare

    (kiss)

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  6. su 4 settembre 2012 a 22:37 Alessandra Bianchi

    @ CESARE grazie, caro!
    Io potrei essere Katia e in un certo senso lo sono, però non ho mai assunto droghe di alcun tipo.
    Tuttavia esistono vari livelli di tristezza…
    Kiss*

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  7. su 5 settembre 2012 a 06:35 maipisensa

    un tenero racconto che mi ha fatto passare, come per incanto, dal caldo estivo al freddo invernale: ho deciso, lascio Cannes e mi trasferisco a Courmayeur …

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  8. su 5 settembre 2012 a 07:24 Alessandra Bianchi

    @ MAIPISENSA caro amico mio, è meglio Cannes 🙂

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  9. su 5 settembre 2012 a 07:45 Patrizia M.

    Un incontro che ha sconvolto totalmente la sua vita fino a farle perdere interesse per ogni cosa, per tutto ciò che aveva sempre creduto importante. Talmente sconvolgente da ritrovarsi vuota, io la vedo così, senza un punto di riferimento se non quell’attimo nel quale chiedeva di essere portata via, lontano, per una vita nuova probabilmente. Si è lasciata andare, forse inconsapevolmente oppure con la consapevolezza che “lei” l’aveva totalmente distrutta.
    E’ una racconto molto triste, ma scritto con tanta delicatezza e che si addentra nella mente della protagonista, che ci fa partecipi dei sui pensieri, anche l’ultimo, l’ultimo barlume che l’aveva portata a pensare di poter ricominciare.
    L’ho letto tutto d’un fiato, impossibile fermarsi anche solo un attimo, troppo coinvolgente per fermarsi anche un solo secondo.
    Bravissima
    Ciao e buona giornata
    Pat

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  10. su 5 settembre 2012 a 07:56 brum

    Non c’è cosa al mondo che possa valere tanto da perdercisi dentro. Bisogna impedirlo in tutti i modi. Anche se la cosa è l’amore. Specie se l’amore è per la coca… non lo si deve permettere.
    Molto bello il racconto, però.

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  11. su 5 settembre 2012 a 08:03 stefano re

    Non so se fermarmi al tuo stile (che affascina) o alla tristezza che avvolge il racconto, ma certo voglio dirti di non mollare… ultimamente mandi segnali molto preoccupanti, come se stessi smettendo di lottare (anche se non so niente di te) per qualcosa di importante. Un caro saluto
    Stefano

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  12. su 5 settembre 2012 a 08:19 annamaria49

    Buongiorno, cara, sono stata lontana dal blog, dapprima per la pausa poi per motivi imprescindibili dalla mia volontà: una drammatica storia familiare, è venuto a mancare un giovane conoscente a me caro. Spero di recuperare pian piano.
    La tua scrittura mi mancava, questo racconto è triste, ma rispecchia una realtà dolorosa. Bisogna reagire e coltivare con gioia i propri interessi.
    Buon tutto, un abbraccio
    annamaria

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  13. su 5 settembre 2012 a 12:01 salvatore rizzi

    A volte, come spesso capita al sottoscritto, i sogni e viceversa…superano la realtà….anzi: “si compenetrano!” Una capacità descrittiva indiscutibile..Sar…

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  14. su 5 settembre 2012 a 21:05 Alessandra Bianchi

    @ PATRIZIA M. Pat, i tuoi commenti sono sempre straordinari. L’ho notato da tempo. Grazie infinite, amica cara*

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  15. su 5 settembre 2012 a 21:08 Alessandra Bianchi

    @ BRUM è vero ciò che scrivi (non che il racconto è molto bello).

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  16. su 5 settembre 2012 a 21:10 Alessandra Bianchi

    @ STEFANO RE ti ringrazio, però guarda che io non mi sono mai drogata.
    Un caro saluto a te!

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    • su 6 settembre 2012 a 07:41 stefano re

      Ma ci mancherebbe. Non intendevo quello. Comunque brava.
      Stefano

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    • su 6 settembre 2012 a 16:03 Alessandra Bianchi

      @ STEFANO RE certo: era solo per precisare.
      Ciao ^^

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  17. su 5 settembre 2012 a 21:12 Alessandra Bianchi

    @ ANNAMARIA49 ti abbraccio forte forte*

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  18. su 5 settembre 2012 a 21:14 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI grazie, caro Sar!

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  19. su 5 settembre 2012 a 23:17 cesare

    Mi pare che questo “Pupazzo di neve” stia raccogliendo molti consensi. E’ la miglior risposta e risoluzione per tutti i tuoi precedenti dubbi di continuare, ormai superati. Se lo hai postato per saggio, sappi che è pienamente riuscito, nel comune consenso che ti è stato esternato.
    Quindi, intingi ancora la penna (si fa romanticamente per dire), e continua più convinta che mai!

    Un abbraccio.

    Cesare

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  20. su 6 settembre 2012 a 15:22 brum

    Allora dà un calcio in cu.. a Katia da parte mia…

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  21. su 6 settembre 2012 a 16:06 Alessandra Bianchi

    @ CESARE ti ringrazio molto e ti abbraccio!

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  22. su 6 settembre 2012 a 16:08 Alessandra Bianchi

    @ BRUM sarà fatto 😛

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  23. su 6 settembre 2012 a 19:17 wolfghost

    Toccante… Sai, capisco molto di più chi prende decisioni apparentemente autolesioniste adesso di quanto non facessi un po’ di anni fa’… E’ vero che tanto la morte arriva comunque e, dunque, a che pro’ anticiparla, perlomeno se non si soffre fisicamente troppo? Ma… il punto è che anche chi ha perso la speranza soffre, e, almeno così, crede, senza speranza e senza costrutto, una sofferenza fine a sé stessa…

    http://www.wolfghost.com

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  24. su 6 settembre 2012 a 19:29 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST parole molto belle, le tue!
    Chi ha perso la speranza (ultima dea) vede soltanto un baratro nero.
    Baci lupeschi.

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    • su 7 settembre 2012 a 20:28 wolfghost

      Già, è proprio così. Molto spesso si tratta di false percezioni, finché c’è vita si puo’ sempre ripartire, ma… non sempre è così, ci sono casi in cui purtroppo la speranza non c’è e anzi diviene addirittura una nemica…

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      • su 8 settembre 2012 a 18:24 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST anche questo è vero.

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  25. su 6 settembre 2012 a 20:50 Claudia

    Splendido… sono un po’ Katia anch’io… soprattutto per quanto riguarda la scrittura, ormai da tempo abbandonata.
    Un sorriso.
    Claudia

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  26. su 6 settembre 2012 a 20:56 Alessandra Bianchi

    @ CLAUDIA no, cara, non fare così!
    Katia è un esempio comunque negativo.
    Non devi seguirlo, in nessun modo.
    Grazie e un sorriso a te*

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  27. su 7 settembre 2012 a 06:58 brum

    Concordo con l’ultimo commento: vedete… c’è un altro aspetto da non sottovalutare: la speranza non determina necessariamente la realtà (anche se agevola ed incrementa gli avvenimenti positivi, certamente…). Il fatto è che, speranza o no, l’essere umano è portato a cambiare idea (giustamente, direi, perchè si adegua al contesto). In parole povere, come dice giustamente la nostra ospite, anche quando davanti a noi c’è solo un baratro nero, prima o poi ci capita qualcosa di talmente bello che ci fa dire: “meno male che non ho compiuto quella sciocchezza”. E questa è una certezza. Anzi, a volte il destino è beffardo… e le cose migliori ci capitano proprio quando tutto sembra perduto. O forse a noi paiono migliori perchè non ci aspettavamo niente. Ma questo non importa.

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    • su 7 settembre 2012 a 16:42 Alessandra Bianchi

      @ BRUM è molto bello ciò che scrivi!

      Mi piaceMi piace


      • su 7 settembre 2012 a 17:08 brum

        seeeee, ho trovato un ottimo libro da cui copiare….

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    • su 7 settembre 2012 a 17:48 Alessandra Bianchi

      @ BRUM ihihihihih 😛

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  28. su 7 settembre 2012 a 11:49 salvatore rizzi

    Ricambio con simpatia estrema….

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  29. su 7 settembre 2012 a 16:44 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI …e reciproca.

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  30. su 7 settembre 2012 a 17:20 graziagardenia

    Brava a tutto tondo. Qualsiasi argomento tratti la tua penna sa penetrare in mente e cuore, dotata di un lessico ricco e fluente.
    Malinconia a parte, mi hai tenuta incollata alla pagina, una bella fra le belle.
    Abbraccio.
    grazia

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  31. su 7 settembre 2012 a 17:50 Alessandra Bianchi

    @ GRAZIAGARDENIA ti ringrazio di cuore!
    Bacione.
    Ale

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  32. su 7 settembre 2012 a 19:06 salvatore rizzi

    Non avevo dubbi…..Sar…

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  33. su 8 settembre 2012 a 16:29 ventidiprimavera

    Breve quanto intenso
    triste quanto avvolgente
    bellissimo quanto coinvolgente
    complimenti quanto grande!

    Mi sono scese le lacrime…
    Je t’embrasse
    Michelle

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  34. su 8 settembre 2012 a 18:20 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI 🙂

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  35. su 8 settembre 2012 a 18:22 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA la tua è una poesia, Michelle!
    Grazie, chèrie*

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  36. su 9 settembre 2012 a 15:30 ombreflessuose

    Quando l’apparenza inganna.
    Sembrava una vincente, ma era sola, con la sua paura di vivere
    Con la sua anima persa, dietro un ricordo d’innocenza.
    Delicatamente amara
    Mi piace
    Mistral

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  37. su 9 settembre 2012 a 16:10 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE il tuo è un commento bello e profondo.
    Ti ringrazio molto, Mistral!

    Mi piaceMi piace


  38. su 10 settembre 2012 a 11:48 intesomale

    il tennis sembra un simbolo forte per te, Ale… come mai?

    Mi piaceMi piace


  39. su 10 settembre 2012 a 13:59 RosaOscura

    La protagonista… anima errante che ha perso la gioia di vivere…

    Un testo delicato e triste.

    Sempre coinvolgenti e scritti benissimo i tuoi racconti!

    baci

    Giò

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  40. su 10 settembre 2012 a 15:49 Alessandra Bianchi

    @ INTESOMALE forse perché gioco (giocavo) abbastanza bene?
    (Modestia a parte).

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    • su 10 settembre 2012 a 21:44 intesomale

      sono contento quando riconosco i pezzettini di pelle vera nel ricamo della narrazione 😉

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      • su 10 settembre 2012 a 21:52 Alessandra Bianchi

        @ INTESOMALE in tutti i miei racconti ci sono “pezzettini di pelle vera”. Correvo forte, giocavo bene a tennis, ho sofferto molto, non mi sono mai drogata. E amo Dostoevskij.
        Un bacio, mio geniale amico.

        Mi piaceMi piace


  41. su 10 settembre 2012 a 15:52 Alessandra Bianchi

    ROSAOSCURA un grazie di cuore, Giò!
    Baci ricambiati ^^

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  42. su 18 settembre 2012 a 22:16 lillopercaso

    Carissima Ale, prendi con le pinze quello che dico, perché sono l’ultima in grado di criticare; ma per me questo racconto, scritto benissimo e anche tenero (tecnicamente, si vede che viene da una professionista) suona fasullo; probabilmente hai voluto ingentilire una realtà tragica; dato che, pur dicendoci di esserne fuori, non puoi non sapere che queste storie sono molto, ma molto, ma molto, ma molto, ma molto più sporche di così. E anche più spesse…
    Ma l’intento di ‘mettere in guardia’ è da premiare!

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  43. su 18 settembre 2012 a 22:47 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO carissima amica mia, usi un metodo classico per stroncare, alternando critiche ad elogi: non ricordo se era un’abitudine greca oppure romana.
    Posso solo dire che questo è un racconto, che naturalmente può piacere o meno – e questo peraltro è ovvio.
    Poi posso aggiungere che rifletterò sulle tue parole, dato che conoscendoti e stimandoti molto ritengo assai importante il tuo commento.
    Un sorriso per una notte serena*

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  44. su 19 settembre 2012 a 01:16 Univers

    Pezzo poetico, intriso di un lirismo di valore, ci porta e ci dona sensibilità. Baci.

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  45. su 19 settembre 2012 a 05:43 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS grazie, amico mio.
    Baci a te!

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

  • Il mio primo libro

  • Il mio secondo libro

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