Quando Yarbes bussò nuovamente alla porta del francese, questi lo accolse con un gran sorriso.
“Il fucile è pronto, monsieur.”, dichiarò mentre lo precedeva nel laboratorio. “Ed è esattamente ciò che voleva: estrema precisione, cento metri di portata di tiro, mirino laser, munizioni del tipo a punta cava.”
Gli consegnò una sacca da golf con una serie di mazze. Il manico di una di esse conteneva la canna, nella testa più grossa di un’altra c’era il calcio, in una terza il sistema di scatto. Tutti i pezzi dell’arma erano stati approntati con estrema cura e sistemati in modo perfetto. Era il classico lavoro realizzato a regola d’arte. Yarbes esaminò attentamente le varie componenti, poi fece una prova. Impiegò dieci secondi ad assemblare il tutto. Annuì, soddisfatto.
Il francese lo guardava con ammirazione. “Parbleu!”, esclamò. Non aveva mai visto nessuno più rapido di lui, nonostante annoverasse fra i suoi clienti killer professionisti, guardie del corpo marsigliesi e sicari provenienti dalla Corsica.
Yarbes gli diede il resto della somma dovuta e gli strinse la mano. “Davvero un ottimo lavoro.”, disse.
Il francese sorrise compiaciuto. Poi gli indicò un posto isolato a pochi chilometri di distanza, nell’entroterra, dove avrebbe potuto sperimentare il bijoux. Yarbes decise di andarci subito in modo da essere di ritorno al massimo per le undici. La prova superò le sue più ottimistiche previsioni.
Quando tornò in città con la vecchia Citroen presa a nolo, posteggiò nei pressi del Martinez e attese. Aveva impiegato più tempo del previsto, a causa del traffico. Malgrado fosse mattino un camionista era già ubriaco e aveva tamponato un furgoncino del latte. In compenso, la località che gli aveva suggerito l’armaiolo era perfetta e il fucile aveva mantenuto tutte le promesse: era un ordigno micidiale. Rientrando in città, Yarbes si augurò che Matrioska non cambiasse abitudini proprio quel giorno.
Fu fortunato.
Quaranta minuti più tardi, Matrioska uscì dall’albergo e prese la solita direzione. Camminava piano, godendosi la passeggiata.
Yarbes aspettò che si allontanasse.
Poi si incamminò lungo la Croisette.
Passò davanti al Martinez, al Carlton, al Majestic. Si teneva dall’altro lato della strada, sulla passeggiata a mare, confuso fra decine di turisti. La sua tenuta da giocatore di golf non dava affatto nell’occhio, anche perché non si era messo addosso nulla di stravagante. Era stata Monica a scegliere e ad acquistare gli indumenti adatti in un negozio sportivo di Rue d’Antibes, durante un raro momento di libertà. E, in ogni caso, a meno di dieci chilometri di distanza dall’hotel Martinez, alla Napoule, c’è un bellissimo campo di golf, circondato da suggestivi filari di pini. E’ lungo 5676 metri, cioè poco più della metà del percorso che Yarbes avrebbe dovuto seguire. L’americano poteva essere un patito del moto oppure avere la macchina parcheggiata lì nei dintorni. Il campo è aperto tutti i giorni.
Yarbes si fermò per qualche istante a osservare un clown capace di restare immobile dal mattino fino alla sera e lasciò cadere una banconota nel suo cappello. Conteneva già un discreto gruzzolo, segno che la gente era stata generosa (perlopiù si trattava di turisti inglesi).
Notò una ragazza bionda che indossava calzoncini corti e scarpe da ginnastica; prese atto che aveva delle belle gambe, ma le dedicò soltanto una rapida occhiata. Le gambe di quella francese che stava facendo jogging avrebbero potuto ricordargli Leila, dato che erano slanciate come le sue, e la sua maniera di correre, sulla punta dei piedi, era simile; perfino il viso aveva dei tratti in comune: ma non era il momento adatto per lasciarsi prendere dalla nostalgia. Aveva già sofferto anche troppo per quello che era successo in quel giorno ormai lontano. Se fosse stato un uomo diverso forse le avrebbe dedicato un pensiero, ma nel corso degli anni si era costruito una corazza, probabilmente non pari a quella di Matrioska, però sufficientemente robusta.
Se un tempo Yarbes aveva nutrito dei sentimenti, adesso quel tempo era finito. Desiderava solo compiere il proprio dovere e compiacere il direttore della CIA, a cui doveva tutto e che stimava immensamente. Sebbene le decisioni che prendeva a volte potessero sembrare incomprensibili, alla loro base c’era sempre una logica inappuntabile, che a posteriori gli avrebbe dato ragione. Lo paragonava a un giocatore di scacchi, capace di ingannare l’avversario al punto da fargli credere di aver quasi vinto, tranne poi riservargli lo scacco matto. Yarbes sapeva che, grazie a lui, sarebbe salito molto in alto. Naturalmente, a patto di non fallire.
Guardò il parco giochi situato di fronte all’hotel Majestic, raggiunse il porto vecchio e infine imboccò Boulevard Jean Hibert.
Si era levato lo scirocco e faceva insolitamente caldo per un giorno invernale. D’altro canto, il clima della Costa Azzurra è assai diverso da quello di Londra, di Langley o di Mosca. Il cielo era limpido, solcato da pochissime nubi.
Yarbes scese sulla spiaggia, mantenendosi vicino al mare. Al largo, c’era ancora la nave da guerra americana.
Quando giunse davanti al ristorante vide subito Matrioska. Stava mangiando al solito tavolo e come d’abitudine era solo.
Yarbes si guardò attorno. In quel punto non c’era nessuno. Scorse due o tre figure molto distanti, che si stavano allontanando. Si spostò di circa una quarantina di metri, calcolò che lì l’angolo di tiro sarebbe stato più che soddisfacente, poi con calma depose a terra la sacca da golf.
Estrasse le mazze e mise insieme i vari pezzi.
Impiegò dieci secondi per completare l’operazione.
Si inginocchiò e prese accuratamente la mira.
Poteva vedere gli occhi del russo: freddi, grigi, privi di espressione. Avrebbe sparato tre centimenti al di sopra. E sarebbe stato sufficiente un colpo solo.
Appoggiò delicatamente il dito sul grilletto.
Cominciò a premerlo.
MATRIOSKA 44
2 settembre 2012 di Alessandra Bianchi
36 Risposte
Ottima puntata domenicale con la consueta perizia nel descrivere particolari e stati d’animo. Ma sul più bello hai chiuso la saracinesca. Spara o non spara. Muore o non muore? Questo è il dilemma per la prossima puntata.
Un grande abbraccio
Newwhitebear
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Non vale lasciarci così sul più bello!
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@ NUOVOORSOBIANCO questo è il dilemma per la prossima puntata… e se fosse quella dopo ancora? 😛
Ti ringrazio per l’attenzione che sempre mi riservi e per le belle parole!
Un caro abbraccio ^^
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@ VALENTINA se “Matrioska” fosse un libro, non ci sarebbero problemi: basterebbe continuare a leggere. Ma questo è un blog, e ha meccanismi diversi.
Buona serata e grazie!
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BUM!
Cara Alessandra,
sempre precise e dettagliate le tue descrizioni.
Ottima come sempre la tua narrazione!
A presto carissima1
Giò
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@ ROSAOSCURA carissima Giò: grazie!
Io mi impegno sempre al massimo delle mie possibilità. I risultati, poi, possono essere positivi o negativi, ma questo non dipende dalla mia volontà.
Un bacione*
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…no! non farlo morire! non so perchè, ma mi dispiacerebbe, è uno dei personaggi principali della storia, se morisse forse sarebbe un finale troppo scontato…chissà se riuscirà a cavarsela all’ultimo momento?
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@ NUNZIADAQUALE c’è chi lo vorrebbe morto… e chi lo vorrebbe vivo.
Ormai manca poco e poi sapremo.
Ti ringrazio ^^
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Splendida la dovizia di particolari sulla scelta dell’abbigliamento da golf… e ciò che ne segue. Un professionista avrebbe pensato ed agito proprio come hai descritto. Chissà se hanno tralasciato qualcosa…
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@ BRUM sono felice del tuo apprezzamento e davvero molto contenta per il fatto che tu abbia letto tutti gli “arretrati”!
In quanto alla tua frase finale… mah… vedremo…
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Forse mi ripeto, m’è parso di vedere un film d’azione. Ciao da Salvatore…..
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@ SALVATORE RIZZI grazie mille, caro Salvatore!
Buona giornata.
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Il riferimento alle gambe, posizionato in quel punto della narrazione, dà risvolti importanti al personaggio e ai suoi piani… questa è la mia impressione…
Stefano
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@ STEFANO RE naturalmente, non posso fare alcuna anticipazione.
Grazie e buon pomeriggio!
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Sono di frettissimissima e ripasso con calma nei prossimi giorni.
In ogni caso “liked” di fiducia.
A presto
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E’ veramente avvincente… devo riuscire a leggere bene tutto o potrebbe sfuggirmi qualche cosa nonostante il tuo riassunto che mi ha aiutata fino ad ora 🙂
Ciao, Pat
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@ CAPEHORN grazie per la fiducia*
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@ PATRIZIA M. Pat, sei una vera stellina!
Felice serata 🙂
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Letto due volte cara, splendida la descrizione,
e devo dire che mi sembrava di essere sur la Croisette..
lo sai sono quasi in ansia, adesso in cuor mio
vorrei e spero che Yarbes sbagli bersaglio…
Rinnovo con sincero affetto i più belli Auguri
che da questo Compleanno i Tuoi traguardi siano
dolci, lievi e luminosi…
Un immenso abbraccio
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA certo che quel ragazzo vestito da clown è davvero incredibile: rimane (o rimaneva, almeno fino a qualche tempo fa) immobile come una statua per ore e ore!
Yarbes che sbaglia bersaglio. Mmm… credo che sia difficile con quel fucile. Però, chissà…
Ti ringrazio con tutto il cuore, carissima Michelle ^^
Un bacione, chèrie * __________________ *
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Sei sempre all’altezza…Sar….
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@ SALVATORE RIZZI il tuo giudizio mi onora.
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Ciao Alessandra, a forza di scrivere (benissimo) di spie, spionaggi e segreti, sei diventata bravissima nel tenerci in trepida attesa.
Matrioska non mi piace…vorrei la sua fine.
Baci baci
Mistral
Ps Ottimo capitolo (come sempre)
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Non capisco il tuo stupore. Dovresti conoscermi….
Uhm. “vedremo” significa che si… qualcosa andrà storto…
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@ OMBREFLESSUOSE cara Mistral, lo so che non ami il russo.
Chissà se morirà o se invece si salverà.
Grazie e tanti bacioni ^^
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@ BRUM contentezza, non necessariamente stupore.
Bah: a volte ho la lingua troppo lunga 😛
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Ed io …RICAMBIO…………………………..
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Precisione e affidabilità in questa nuova puntata, ovviamente ci lasci tutti in sospeso ma credo di intuire qualcosa e spero di non essere smentito dai (tuoi) fatti. Un bacio e arrivederci tra una decina di giorni… vado a spuntare la seconda parte delle mie vacanze…
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@ SALVATORE RIZZI allora ricambiamo in due 😛
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@ UNIVERS ti auguro di tutto cuore delle bellissime vacanze!
Forse hai intuito bene…
Un bacione e un grande grazie ^^
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Dì la verità. A me non sai mentire… ahahaha….
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@ BRUM tutto è possibile 😛
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Adesso, che le bocce si sono quasi fermate, riprendo il capitolo con più calma.
A questo punto parrebbe la resa dei conti. Yarbes ha ottenuto e provato il suo nuovo mortale giocattolo. Ha avuto il tempo anche di ricordarsi di un’ epoca lontana, durnate la quale era un giovane di belle speranze e non certo il freddo killer di oggi.
Matrioska si é messo sulla sua linea di tiro e il fatto che compia gli stessi gesti ogni giorno, vorrà significare che é in corso, anche per lui una trasformazione. Deve lentamente abituarsi alla nuova vita che oramai lo attende sulle rive della Moscova.
Ha abbassato naturalmente la guardia e psicologicamente non é lontano dalla sua realtà futura.
Dunque tutto é pronto.
Eppure …. eppure spira un inopportuno scirocco, la spiaggia é stranamente vuota intorno a mezzogiorno e tutto pare congiurare simultaneamente contro uno, a favore dell’altro.
Eppure … non c’é che da attendere il 45° capitolo
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@ CAPEHORN bellissimo commento, Carlo!
Eppure… spira lo scirocco…
Grazie!
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ahahah punto perfetto per interrompere la puntata!! Cattivaaaaaa! 😀 Comunque secondo me… non ce la fa’! 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST da sempre sono cattiva, caro lupo 🙂
Secondo te… beh appuntamento a domenica ^^
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