Jacques Mercier sapeva svolgere molto bene il suo lavoro. In caso contrario, non avrebbe raggiunto la posizione che occupava all’interno del DST. Non appena gli fu comunicata la notizia, la trasmise subito ad Hanault.
Il capo dello SDECE si mise in contatto con il Servizio d’azione, il quinto dipartimento di cui si componeva il servizio segreto francese (in tutto erano sette).
“Malgrado i miei ammonimenti”, disse, “tale Martin Yarbes, agente della CIA, si trova ora in territorio francese. E’ qui per uno scopo preciso: rapire o, forse, uccidere un cittadino francese. Su quest’ultimo poi dovremo indagare, dato che esiste la possibilità che non sia chi dichiara di essere; ma, al momento, la priorità principale è un’altra: impedire all’americano di portare a termine la sua azione delittuosa.”
“Con quali mezzi?”, gli domandò il responsabile del Servizio d’azione. Gli uomini che guidava non erano nuovi a sistemi spesso brutali, tanto che erano detestati dalla polizia francese.
“Leciti.”, affermò con decisione Hanault. “Finché si limita a soggiornare tranquillamente in Francia, come un turista qualsiasi, non va toccato. Ma, qualora dovesse attentare alla vita di Julien Delpech o tentare di sequestrarlo, andrà bloccato immediatamente.”
“Con un colpo di pistola?”
“Merde! Assolutamente no.”, sbraitò Hanault. “Lo fermerete e lo imbarcherete sul primo aereo diretto negli Stati Uniti. Seguirà una nota di protesta ufficiale, però questo dopo. Prima, voglio che sia impacchettato a dovere e spedito via.”
“Bien.”
Hanault spense la ventesima Gauloise della giornata. “Mandate a Cannes due elementi che siano assolutamente fidati, gente che non si faccia prendere la mano. L’ultima cosa che desidero è provocare un incidente diplomatico, anche perché in tal caso saremmo noi a passare dalla parte del torto.”
“Ça va sans dire”, replicò il suo interlocutore. Rifletté per alcuni istanti, quindi aggiunse: “Bernard Leblanc e Antoine Guimard.”
“Perfetto.”, commentò Hanault, poi chiuse la comunicazione.
Accese la ventunesima Gauloise. E il cow-boy è sistemato!, pensò con maligna soddisfazione.
Due settimane di vacanza! Aleksandr temeva di annoiarsi. Una settimana gli sembrava più che sufficiente. Se almeno fosse stata estate, avrebbe potuto nuotare e prendere il sole. Ma questo era il volere di Putin. Tuttavia c’era un modo per rendere più vivaci quei giorni; lo soppesò mentre si radeva. Fece una doccia bollente, si vestì con cura e chiamò il centralino. “Madame Shurer, s’il vous plait.” Quando la donna rispose, la invitò a cena.
Prima di uscire, si informò presso il portiere. Dov’era possibile mangiare bene? L’uomo fece il nome di tre o quattro ristoranti, spiegando la loro ubicazione con chiarezza e specificando qual era, a suo giudizio, il migliore di tutti.
Aleksandr lo ricompensò con una mancia adeguata.
Per muoversi a Cannes non occorrono automobili; sarebbero solo d’intralcio. Senza contare che passeggiare sulla Croisette, l’ampio viale che congiunge il porto vecchio al porto nuovo, è un’esperienza che merita di essere vissuta: da un lato il mare, dall’altro boutique, alberghi di lusso, deliziosi ristorantini. Alla sera le palme illuminate dai lampioni danno un tocco di magia al panorama. Una serie di vie congiunge la Croisette a Rue d’Antibes, la strada centrale, dove ci sono bistrot, cinema, farmacie e negozi più abbordabili.
Aleksandr e Elke si incamminarono verso il locale suggerito dal portiere. Era una bella serata. Le stelle brillavano luminose nel cielo, spirava una lieve brezza. Elke si mise a braccetto del suo cavaliere.
A differenza di quanto avviene in altri Paesi, fra i quali brilla l’Italia, in tutti i ristoranti di Cannes, compresi quelli più esclusivi, vige una regola eccellente: i menu sono esposti fuori, e ce n’è sempre uno alla portata di tutti; perciò ancor prima di entrare si sa con esattezza quanto si spenderà, senza sgradite sorprese. (Non che questo facesse differenza per Aleksandr. Il KGB non era solito lesinare il denaro ai suoi agenti, e certamente non a Matrioska).
Ciò valeva anche per l’Auberge Provencale, il più antico ristorante di Cannes, situato nella città vecchia al numero dieci di Rue Saint-Antoine.
Consumarono una cena squisita e, sebbene Aleksandr non fosse solito bere alcolici, si concesse un bicchiere di Beaujolais.
Elke Shurer era radiosa, e Matrioska comprese che lo desiderava con un’intensità ancora maggiore della sua. Indossava un vestito elegante e non aveva trascurato di porre in evidenza il seno.
Quando finirono di mangiare, esplorarono i dintorni.
Poi tornarono all’hotel Martinez, consapevoli che quella notte si sarebbe dimostrata incantata.
Nessuno dei due notò l’ombra che li seguiva a circa venti metri di distanza.
Il francese fissò Yarbes. “Quattro giorni?” Scosse vigorosamente la testa. “Ce n’est pas possible!”
“E’ il limite massimo.”, dichiarò con calma l’americano. “E sono disposto a pagare il doppio del prezzo di mercato.”
Una luce avida comparve per un attimo negli occhi dell’altro. “Beh, questo cambia le cose. Mi segua.”
Lo guidò in un’altra stanza, una specie di laboratorio. Si trovavano in una vecchia casa dall’aspetto rispettabile, nei pressi di una serie di campi di bocce, frequentati soprattutto da anziani. L’unica finestra del locale dava su un piccolo giardino interno, che nei mesi più caldi sarebbe stato sicuramente rigoglioso.
Il francese versò due Pastis e porse un bicchiere a Yarbes.
“I requisiti?”, domandò.
Yarbes fu conciso. “Estrema precisione. Cento metri, come minimo, di portata di tiro. Mirino laser. Munizioni del tipo a punta cava. Dev’essere un’arma leggera, assolutamente maneggevole. E non ingombrante, dato che la userò in pieno giorno e dovrò sistemarla da qualche parte.”
“E’ sempre possibile assemblarla sul luogo.”, osservò il francese. “Lei è pratico?”
Yarbes annuì.
“Bersaglio fisso o in movimento?”
Yarbes rifletté per qualche secondo, ponderando la questione. “Fisso”.
“Bien. Il cinquanta per cento come anticipo, il saldo alla consegna.”
“Naturalmente.”, disse Yarbes.
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Grazie!
Nuova puntata di Matrioska e le pedine si dispongono sul terreno. I francesi con la loro spocchia, il russo con la sua tranquillità e l’americano al solito guascone.
Come andrà a finire? Un bel rebus di non facile soluzione. Però basta avere pazienza e qualche elemento in più si conoscerà.
Un grande abbraccio
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Bel capitolo, seppur “rilassato”. Temevo che il francese, Mercier, fosse al soldo dei russi. Ma pare che non sia così… sembra neutrale. Bene. (si è capito che faccio il tifo per gli americani?)
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Votato!!!
Un saluto 🙂
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@ NEWWHITEBEAR in modo sintetico hai caratterizzato assai bene i personaggi – e le nazioni da cui provengono.
Ti ringrazio per l’attenzione che mi dedichi e ti abbraccio.
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@ BRUM eccome, se si è capito 😛
No, no: i francesi – per tradizione – amano la loro patria. A parte pochi. Molto più di noi, comunque.
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@ URIEL grazie!
Un saluto a te*
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Questa quarta parte m piace di più, forse per il ritmo e gli intrecci raccontati con più partecipazione per i luoghi che sono tuoi. (Non so spiegarmi meglio, come la penso l’ho detto qui http://clereveries.blogspot.it/2012/01/il-respiro-della-citta.html non so se lo hai letto). Per me è evidente: i personaggi vivono e si muovono in un luogo che tu ami. Segno evidente che quando scrivi sei presente con i vari protagonisti e gli dai la tua anima.
…e poi la trama è sempre più avvincente!!!
Un caldo saluto!
XXX
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Mi hai fatto venire alla mente, il viaggio di MONTI, da Putin, per distrarre l’opinione pubblica, solo che il tizio non ha il reggiseno. Sempre brava e capace. Ciao.
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Ho votato anch’io, ma no ho ancora ricevuto la mail di riscontro. Sarà valido?
XXX
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@ CLE REVERIES l’ho letto ed è molto bello. Anche a me questa quarta parte piace di più e, almeno da come la vedo io, è un segnale incoraggiante. Quanto meno, significa che non peggioro.
Un bacione*
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@ SALVATORE RIZZI caro Sar, non voglio che mi chiudano il blog, altrimenti direi a chiare lettere ciò che penso di quell’uomo. E’ intelligente, estremamente preparato… e dunque?
Quali sono gli obiettivi che si pone, gli interessi di chi persegue?
Banche? Usa?
Ciao!
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@ CLE REVERIES temo di no, darling 😦
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Cara Ale, mi troveresti dalla tua parte….nel caso…ciaoooo….
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Ennesimo intreccio con i francesi a far da incomodo … insomma le sorprese non possono che fioccare!
ciao ciao
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@ SALVATORE RIZZI ne ero sicura, caro Sar!
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@ POCHEPRETESE mi auguro che le sorprese siano gradite!
Da parte mia, è garantito il massimo impegno.
Ciao ^^
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Vero. Noi siamo un pò menefreghisti anche in quello. Però se andiamo fuori….
Pensa, proprio un’oretta fa ho visto una punto, rossa… targa tedesca. Mi son detto: sono italiani emigranti tornati in paese per le ferie. Infatti, appena mi sono avvicinato: Asciugamani con la scritta ITALIA enorme… e gadget simili. A parte le personali considerazioni sul buon gusto… quelli si che son fieri di essere italiani. E se ne vantano a costo di subire discriminazioni nella terra ospite.
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@ BRUM proprio perché vivono all’estero.
Noi siamo fin troppo critici verso l’Italia, francesi e inglesi assolutamente no nei confronti dei loro Paesi (al limite dello sciovinismo).
Buona serata, e votami 😛
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Magnifique ma chère, l’adore comme tu racontes
Cannes et la Croisette, et cette fois, j’ai eu l’impression de la
voir à travers tes yeux….
Un episode à l’apparence un peu plus relax, mais il cache….
Je te souhaite une très belle soirèe! gros bisous
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA merci de coeur, mon amie magnifique!
Bisous, Michelle*
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Ormai il romanzo sta toccando mezzo mondo… e come poteva mancare la tua amata Costa Azzurra? 😉
Sì, i servizi segreti francesi non hanno una bella fama… ne sanno qualcosa gli algerini, che pure non stavano a guardare!
… ehm… non so perché ma Matrioska che si lamenta perché non è un periodo buono per prendere il sole… proprio non ce lo vedo! 😛
P.S.: normalmente non eseguo consigli tipo “votami”, ma il tuo libro l’ho votato senza alcuna difficoltà: merita proprio! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST ne sanno qualcosa gli algerini e pure gli assassini dell’OAS. E neppure loro stavano a guardare! Matrioska, più che altro, non è abituato all’inazione: per questo teme di annoiarsi… ma così non sarà 😛
P.S. grazie, caro lupo!
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Avevi ragione, ti ho rivotata. Ora e’ tutto o. k!
BUONA DOMENICA!
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Ciao Alessandra vado a votare BUONA DOMENICA! 🙂
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@ CLE REVERIES grazie, cara.
Felice domenica a te!
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@ SIMONA ciao 🙂
Ti ringrazio e ti auguro una bellissima giornata.
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Eccomi, scusa il ritardo vacanziero. Bene bene, Cannes è terra da intreccio. E tra un po’ forse anche da azione. Ah, se non s’è capito: a me di americani russi francesi filippini cosacchi austroungarici…me ne frega. Io sono con Monica. Till the end.
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Nuova puntata, ma vecchi personaggi, nel senso che in molti di loro hai consolidato le caratteristiche per cui si distinguono. Attendiamo i colpi conclusivi e ce ne saranno, li pronostico. Sui francesi come popolo, circolano da sempre stereotipi, alcuni anche troppo ingiusti. Baci, cara.
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@ KRIS spero che tu abbia trascorso delle bellissime vacanze.
In quanto a Monica, si era capito che ti piaceva 😛
Kiss*
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@ UNIVERS credo che gli stereotipi colpiscano un po’ tutti, indistintamente. Penso anche agli italiani: spaghetti, mandolini e mafia.
I colpi conclusivi non mancheranno, caro.
Un bacione!
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Malgrado l’assenza momentanea non ho perso la puntata e ti anticipo che per la prossima non ci sarò subito, ma arriverò con comodo a metà settimana. Sì, si continua a viaggiare.
Il viaggio di Marioska continua sulla Cote e in una delle città più cosmopolite. Bel luogo per mimetizzarsi e trascorrere un po’ di tempo. Sotto lo sguardo vigile e discreto dei Servizi Francesi, che ignorano con chi hanno a che fare.
Cosa ben diversa per il nostro cowboy.
Che vogliono impacchettare immediatamente e senza tanti indugi.
I giochi sono aperti e l’intrigo si fa più fitto e più gustoso. Non so perché ma il colloquio Yarbes e il francese mi riocrda quello dello “Sciaccallo” con l’artigiano genovese … giusto per ricoprdare l’O.A.S. e i Pieds Noir e i “ragazzi” del generale Salan. Tempi di ferocia, che si ripetono costantemente.
ps: Anche in Francia c’é aria di crisi e non ho visto poi motissimi bagnani in giro.
Comunque a votare ci vado tosto
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@ CAPEHORN a saperlo (che quasi tutti i miei amici sono ancora qui e mi seguono) sarei andata avanti. Ma non importa: lavorerò con calma, augurandomi di preparare un bel finale. Vorrei che questa quarta parte fosse la migliore, e farò di tutto per riuscirci.
Tanto, le mie vacanze saranno assai brevi.
Grazie e divertiti ^^
P.S. Ginevrino, forse? No, credo belga, se la memoria non mi inganna.
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