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MATRIOSKA 40

22 luglio 2012 di Alessandra Bianchi

L’aereo della Air-France sorvolò il mare per poi atterrare con una manovra perfetta che venne ricompensata dal consueto applauso.
Aleksandr pensò con soddisfazione che entro un’ora avrebbe finalmente fatto un bagno caldo e che quella sera avrebbe consumato una cena squisita.
Prima non era stato possibile. L’auto del venditore di oggetti religiosi gli era servita per spostarsi e per nascondersi; ma non aveva mai dormito in un albergo e aveva mangiato di rado, scegliendo gli orari più inconsueti e i locali più squallidi. Era “bruciato”. E il passaporto che gli era servito per entrare negli Stati Uniti costituiva un succulento richiamo per chi lo stava cercando. Con i documenti di Julien Delpech aveva preso l’aereo che lo avrebbe portato a Parigi, senza problemi… tranne uno.
Si mise gli occhiali da sole per proteggersi dal forte riverbero della luce – era una giornata radiosa, quasi primaverile – e salì sul primo taxi libero. “Cannes.”, disse. “Hotel Martinez”.
C’erano due ragioni che lo conducevano lì. La prima che avrebbe ricevuto le informazioni riguardanti la prossima missione da un’agente dell’Mfs, che a sua volta le aveva avute dal KGB; la seconda che si sarebbe preso una settimana di vacanza. Putin si era dichiarato soddisfatto. L’uccisione di John Lodge era stata un grosso successo; in quanto a Monica Squire, la sua vita non valeva quella di Matrioska: da qui l’ordine di rientrare. Squire era una persona speciale, considerò fra sé Aleksandr, ripensando a quando avevano fatto l’amore assieme. Non era abituato a lasciare le cose in sospeso, e se gli avessero ordinato di rimanere in America finché non fosse riuscito a eliminarla, avrebbe obbedito senza battere ciglio. Il pensiero che fosse ancora viva, però, gli dava un vago senso di piacere.
Quando arrivò a Cannes, salì nella camera che aveva prenotato da Parigi, si lavò accuratamente e indossò gli indumenti nuovi che aveva acquistato mentre aspettava il volo per Nizza.
Poi scese nella hall.
Si guardò intorno e vide una bella donna bionda che gli si faceva incontro.
“Mi chiamo Elke Shurer, compagno tenente generale.”, disse in russo, stringendogli la mano con forza.
Aleksandr la fissò stupito. Tenente generale? Lei notò che era perplesso. Sorrise e aggiunse: “Mi avevano avvisata che questa sarebbe stata una sorpresa per lei. Un cadeau da Mosca. E non ci sarà nessuna nuova missione, Aleksandr Sergeivic. Dopo un meritato periodo di riposo, prenderà il posto di Dmitriy. Volente o nolente.”, commentò maliziosamente. Evidentemente era bene informata. Gli porse un plico, che Aleksandr infilò in una tasca e lo guidò verso il bar.
Matrioska non sapeva se essere soddisfatto o meno. Decise di pensarci più tardi. Adesso era concentrato sul seno della tedesca, messo generosamente in evidenza dall’abito che si era scelta.

Yarbes ebbe un colpo di fortuna.
La ricostruzione dei fatti occorse un notevole impegno, e fu coronata da successo, ma senza quella scoperta iniziale l’agente della Cia non avrebbe avuto nulla su cui lavorare. Il direttore gli aveva detto di procedere da solo, però questo naturalmente non andava inteso alla lettera: solo nell’azione, ma con dei punti di riferimento per quanto concerneva la ricerca di Matrioska. Altrimenti sarebbe stato come trovare il classico ago nel pagliaio… gli Stati Uniti erano immensi!
Monica Squire aveva sentito i due sovietici parlare del Canada, però non era certa che, se avesse deciso di tornare in patria (a quel punto, pensava Yarbes, soltanto uno sciocco non lo avrebbe fatto, e questo non era il caso di Matrioska), avrebbe scelto proprio tale destinazione. E le vie di uscita erano infinite: porti, posti di frontiera, imbarcazioni clandestine, magari un sommergibile che stazionava al largo, in una zona imprecisata dell’Atlantico o del Pacifico.
Yarbes tendenzialmente escludeva gli aeroporti. Ciò, tuttavia, non gli aveva impedito di stabilire vari collegamenti.
Poi la polizia trovò un cadavere.
Sebbene fosse stato un uomo aitante, qualcuno più forte di lui lo aveva strangolato.
Inizialmente risultò privo di documenti, ma un esame più attento portò gli investigatori a trovare la tessera di una biblioteca francese. La tessera riportava nome, cognome, indirizzo.
L’assassino lo aveva perquisito minuziosamente, sottraendogli tutto il denaro che possedeva, le carte di credito, il passaporto. Era chiaro che lo aveva ucciso per derubarlo. Gli aveva lasciato il fazzoletto e una confezione di mentine. La tessera della biblioteca gli era sfuggita perché era incollata fra due fotografie, entrambe raffiguranti una donna dai capelli scuri. Era una donna giovane, e le foto erano molto vecchie. Erano conservate in una tasca posteriore dei pantaloni, e all’inizio anche i poliziotti non si erano accorti che in mezzo era celata la tessera. Se il criminale lo aveva ammazzato di sera, come poi venne appurato, era più che spiegabile che a causa del buio non l’avesse notato.
La tesi dell’omicidio per furto non resse a lungo.
Poche ore dopo, un computer gli informò che il “cadavere” era salito su un volo diretto a Parigi, la città da dove era appena arrivato. Era una scoperta strana e singolare, e l’informazione fu passata a Yarbes, che si recò subito all’aeroporto LaGuardia. Dove apprese qualcosa di molto interessante.
Il “morto” aveva presentato il passaporto a un addetto che conosceva alla perfezione il francese, dato che era sposato con una parigina. Inoltre, trascorreva sempre le proprie ferie in Francia. L’uomo, che si chiamava Lake, aveva scambiato quattro chiacchiere con il “morto”. Era risultato che Julien Delpech, “la sua metà viva”, si esprimeva con una lieve traccia di accento straniero. Lake lo aveva pregato di aspettare ed era andato a consultarsi con un superiore. Il passaporto di Delpech era stato controllato con estrema attenzione ed era risultato assolutamente autentico. Lake e il suo capo avevano studiato Delpech da un vetro. L’altezza corrispondeva, gli occhi, i capelli – nei limiti di una foto scattata in qualche macchinetta di una stazione ferroviaria – la barba, corta e ben curata, anche.
Alla fine, Lake gli aveva augurato buon viaggio. L’aereo stava per decollare, e non c’erano motivi sufficientemente validi per fargli perdere il volo. Solo un’impressione, che però non era sufficiente per trattenerlo. Il territorio francese è vasto, e Delpech forse era abituato a parlare un dialetto locale della Provenza, che Lake non conosceva (anche se non ne era affatto convinto). Delpech, con calma, aveva minacciato di rivolgersi alla sua ambasciata. Lake aveva guardato il superiore e, a un suo cenno affermativo, gli aveva restituito il passaporto. I francesi erano notoriamente suscettibili e non era il caso di creare un incidente diplomatico.
Delpech era salito sull’aereo.
Yarbes ascoltò attentamente il resoconto di Lake.
Gli rivolse un’unica domanda. “L’accento di Delpech poteva ricordare quello di un russo?”
Lake annuì.
Tornato a Langley, Yarbes si mise in contatto con la SDECE, l’Agenzia di controspionaggio francese. Gli passarono al telefono un uomo scorbutico che si presentò come Hanault. Dal tono della voce si intuiva che era un individuo massiccio, dotato di un ampio torace. Prese nota della richiesta di Yarbes e promise di richiamarlo al più presto, non prima di aver manifestato il suo rimpianto per il generale Charles de Gaulle e i suoi giustificati sentimenti antiamericani.
Ciò nonostante, fu di parola.
Richiamò un’ora dopo.
Julien Delpech attualmente trascorreva le sue vacanze a Cannes, all’hotel Martinez.
Hanault fu esplicito. Delpech era un cittadino francese e, sebbene fosse sospettato di avere dei legami con il KGB, risultava incensurato e alle spalle aveva un passato degno di rispetto: aveva combattuto per il generale de Gaulle! In ogni caso, qualsiasi fosse il motivo della richiesta di Yarbes, la CIA era pregata di non interferire. Gli aveva trasmesso quell’informazione soltanto per un gesto di cortesia.
Yarbes ribatté che con ogni probabilità Delpech era morto. L’uomo che ora si spacciava per lui era quasi certamente un agente sovietico.
Hanault accolse quelle parole con scetticismo. Prima di riattaccare, ribadì che non avrebbe tollerato intromissioni. “Maledetti cow-boy!”, esclamò quando depose il ricevitore sulla forcella.
Accese una Gauloise, aspirò una boccata di fumo e si fece passare Jacques Mercier del DST (Direction de la Surveillance du Territoire). Gli spiegò ciò che voleva da lui, ascoltò la risposta e sorrise soddisfatto. “Bien.”
Yarbes prenotò il primo volo per la Francia.
Si era consultato con il direttore della CIA: avrebbe dovuto collaborare con Hanault, posto che fosse riuscito a convincerlo, o agire da solo? L’uomo che reggeva le sorti di Langley come un feudo personale rifletté per alcuni istanti. “Se Matrioska si trova davvero a Cannes”, disse infine, “per te sarà semplice ucciderlo. Poi troveremo il modo per scusarci con i francesi.”
Quindi gli fornì un indirizzo. Lì avrebbe trovato l’arma adatta.
Yarbes era dello stesso avviso. Meglio muoversi in fretta e da solo. O quasi.
Cenò sull’aereo, limitandosi a spiluccare il cibo; in compenso, ordinò due bourbon doppi.
Durante la notte, mentre gli altri passeggeri dormivano, gli tornò alla mente la ragione per cui disprezzava i deboli.
Non fu un pensiero confortante.
Al suo fianco, la donna con i capelli tinti di biondo, era profondamente immersa in altri pensieri, colmi di risentimento. Viaggiava a proprie spese, senza esserne autorizzata.
Era stanca di sentirsi definire una codarda.
La voce si era sparsa, seppur circoscritta all’interno di Langley. Quando incrociava qualche collega in un corridoio, notava l’ironia e la falsa commiserazione con cui veniva osservata, specie da parte delle ragazze più giovani. Le avrebbe volute vedere alle prese con Aglaja. Nessuna di loro possedeva la forza fisica e mentale della russa. Erano vanitose e avevano la lingua tagliente: quella lingua sarebbe servita per implorare pietà, alla faccia dell’orgoglio e dell’amor proprio. Erano preparate, aggressive e competenti, tuttavia non avevano mai affrontato un nemico in carne e ossa. Per il momento il loro addestramento si fondava solamente sulla teoria. Un giorno le meno fortunate avrebbero urlato, contorcendosi, mentre la corrente elettrica attraversava i loro corpi martoriati, magari privati di una gamba, di un braccio, di un occhio o della lingua tagliente, sconvolgendole e conducendole sull’orlo della follia. Ma intanto, entro certi limiti, Monica era riuscita a conservare una parvenza di dignità, e riteneva di non meritare il loro disprezzo.
Trasse un lungo respiro, cercando di calmarsi, lanciò un’occhiata al suo collega e gli sorrise.
Yarbes non aveva sollevato obiezioni quando lei gli aveva espresso il suo desiderio di seguirlo. In un primo momento aveva esitato. Monica non gli serviva. Poi, però, aveva cambiato idea. All’interno della CIA, Monica Squire conosceva Matrioska meglio di chiunque altro; a conti fatti, la sua presenza avrebbe potuto rivelarsi utile. C’era un ulteriore aspetto da considerare: Monica si stava dimostrando coraggiosa. Per Yarbes era un motivo di soddisfazione. In base all’esperienza personale, al di là dei dossier che lo riguardavano, sapeva che Matrioska era probabilmente il miglior agente segreto del mondo. Aveva ucciso John Lodge, era sfuggito alla cattura; era freddo e spietato, e l’ottimismo del direttore gli sembrava quanto meno prematuro. Eppure Monica non aveva paura. Ufficialmente, era in permesso, quindi aveva il diritto di andare dove preferiva. In ogni caso, nessuno sarebbe stato informato della sua presenza a Cannes.
In realtà, le cose sarebbero andate diversamente.
Ma questo Yarbes non poteva prevederlo.

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Pubblicato su matrioska | Contrassegnato da tag matrioska | 54 commenti

54 Risposte

  1. su 22 luglio 2012 a 12:25 salvatore rizzi

    Scateni immensi spazi occupati da Stati, ormai alla berlina, e fai vedere aspetti tipici del nascosto agli occhi di tanti…però…verità! Un vero saluto da Salvatore…

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  2. su 22 luglio 2012 a 14:16 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI ogni ricerca è effettuata con il massimo scrupolo, e sono lieta che tu l’abbia notato.
    Ti ringrazio e ti auguro un buon pomeriggio.

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  3. su 22 luglio 2012 a 16:09 RosaOscura

    Cara Alessandra,
    mi piace come descrivi luoghi e situazioni con estrema precisione…
    Mi sembra di esserci anch’io nella tua storia!

    Buona domenica

    Giò

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  4. su 22 luglio 2012 a 16:58 newwhitebear

    Il romanzo prende fiato e corpo ma in particolare decolla come l’aereo per Parigi.
    La storia si ingarbuglia ma riesci a tenere ben dritta la barra del timone. Matrioska si riposa ma ci riuscirà?
    Yarbes commette un errore: Monica ma si sa gli americani sono pasticcioni e presuntuosi.
    Il luogo scelto è emblematico: Cannes. Chissà cosa ci riserverai.
    Aspetto fiducioso.
    Un grande abbraccio

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  5. su 22 luglio 2012 a 17:54 Alessandra Bianchi

    @ ROSAOSCURA cara Giovanna, ti sono davvero grata per le tue parole!
    Attenta, però: trovarsi lì potrebbe essere molto pericoloso 😛
    Felice serata*

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  6. su 22 luglio 2012 a 17:59 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR spero di poter ricambiare la tua fiducia.
    Effettivamente, Cannes è un luogo emblematico; e finalmente potrò procedere senza molte altre ricerche, dato che la conosco alla perfezione. Gli americani sono indubbiamente presuntuosi, è vero, però Monica…
    Grazie e un caro abbraccio!

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  7. su 22 luglio 2012 a 19:30 salvatore rizzi

    RICAMBIO….SERALMENTE…SAR…

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  8. su 22 luglio 2012 a 19:41 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI ciao!

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  9. su 22 luglio 2012 a 22:40 Cle Reveries

    E’ stata una bella lettura, appassionante e coinvolgente. Mi sono “divorato” il capitolo tutto d’un fiato!
    Come è nel tuo stile, è scritto con garbo con descrizioni minuziose solo dei fatti essenziali utili allo sviluppo della storia
    Grazie!!!

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  10. su 23 luglio 2012 a 07:30 brum

    Un bel capitolo anche questo. Bella la riflessione sul fatto che la gente sia sempre pronta a criticare.. .senza aver mai vissuto però in prima persona le situazioni reali della vita. Troppo facile, così. Nelle cose bisogna trovarcisi…

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  11. su 23 luglio 2012 a 07:31 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES sono contenta che questo capitolo ti sia piaciuto!
    In pratica, è l’inizio della quarta parte di “Matrioska”.
    Grazie a te… e lots of love*

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  12. su 23 luglio 2012 a 07:36 Alessandra Bianchi

    @ BRUM credo proprio che la riflessione a cui ti riferisci riguardi la vita di tutti i giorni, e non solo questo romanzo. E’ un classico, direi.
    La tua approvazione mi rende felice.
    Buona giornata.

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  13. su 23 luglio 2012 a 12:28 pochepretese

    Monica sembrava nel dimenticatoio ma verso la fine … zac! alla riscossa!
    Nuovo cambio di scena e di rapporti di forza … vedremo vedremo…
    ciao ciao 🙂

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  14. su 23 luglio 2012 a 16:22 brum

    Si, ma cosa c’è di meglio… che mettere la vita di tutti i giorni in un romanzo? Gli dà molta più veridicità.

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  15. su 23 luglio 2012 a 16:44 capehorn

    “Promoveatur sed amoveatur”, così parrebbe terminare la storia di Matrioska. E’ riuscito a sfuggire alla cattura, si é trasformato in un altro e quest’altro ha avuto anche la sfacciataggine, prima di sfuggire definitivamente, di mostrarsi seccato per la troppa attenzione mostrata nei sui riguardi. Un genio !!
    O per lo meno una trovata che considero geniale, in quanto fa capire come non é solo un freddo killer, il nostro uomo, ma anche un raffinato attore
    Gli americano pasticcioni? Se non lo fossero non sarebbero … americani. A volte hanno comportamenti fanciulleschi, eppure sanno trasformarsi anche loro in rozzi e brutali. Forse perché é nella loro natura essere eccessivi, in tutto.
    Anche nel rimettere in pista chi avrebbe dovuto neppure rientrare nei ranghi,
    Apprezzata e molto la catena logica delle indagini, ogni cosa al suo posto, degno di Sunset Blv.
    La caccia continua e in un territorio, che qualcuno potrebbe pensare di libera caccia, visto i precedenti storici, ma bisogna tener conto dell’incrollabile senso della nazionalità dei nostri vicini transalpini.
    Assaporo un finale scoppiettante, soprattutto perché guidato in luoghi ben conosciuti, quindi sarà ricco di particolari, che arricchiranno lo scritto e lo faranno gustare di più.

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  16. su 23 luglio 2012 a 17:19 Alessandra Bianchi

    @ POCHEPRETESE sì: il riscatto di Monica!
    E molta strada ancora da percorrere.
    Ciao 🙂

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  17. su 23 luglio 2012 a 17:21 Alessandra Bianchi

    @ BRUM esatto, amico Brumbrus ^^

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  18. su 23 luglio 2012 a 17:28 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN analisi lucidissima, la tua.
    Beh, per scrivere i capitoli ambientati in Afghanistan ho dovuto documentarmi a lungo (non che la cosa poi mi dispiaccia); ma Cannes, in effetti, è territorio mio.
    Riguardo ai francesi, hai ragione. E Hanault… ma qui mi fermo 😛
    Matrioska è speciale, il mio personaggio preferito – ogni epoca – assieme al solo Carrick. Da anni pensavo a lui, al suo dragone, alla sua freddezza. E finalmente lo sto mettendo “su carta”. Vorrei che questa storia non finisse mai…
    Grazie, Carlo!

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    • su 24 luglio 2012 a 11:18 capehorn

      Bhè … siamo al 40° capitolo … ne bastano ancora una trentina e poi …
      Visto … Si stampi !!!!

      Altri soldini ben spesi. 🙂

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      • su 24 luglio 2012 a 17:25 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN ne bastano molto meno per gli standard italiani. In Italia, il libro perfetto consiste di 100 pagine.
        Grazie!

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      • su 24 luglio 2012 a 17:56 capehorn

        Ma non ci vogliamo sprovincializzare un po’?
        No! pare brutto?
        Va bhè … continuiamo così, con le piccole cose di un certo gusto … anzi gustino
        😛

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      • su 24 luglio 2012 a 18:15 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN preparati: la prefazione è tua.

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      • su 25 luglio 2012 a 14:46 capehorn

        Comandi !!!!
        🙂

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      • su 25 luglio 2012 a 15:02 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN 🙂

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      • su 25 luglio 2012 a 15:31 capehorn

        Il solito ragazzaccio … lo so ! 😛

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      • su 25 luglio 2012 a 15:33 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN i “Ragazzi”, per conto loro, offrono birra!

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      • su 25 luglio 2012 a 15:48 capehorn

        Con gli … enta e più gradi che ci sono …. biretta benedetta !!
        🙂

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      • su 25 luglio 2012 a 17:11 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN direi proprio di sì 😛

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      • su 25 luglio 2012 a 17:35 capehorn

        🙂

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      • su 25 luglio 2012 a 17:47 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN l’importante è che non si ubriachino ^^

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      • su 26 luglio 2012 a 15:22 capehorn

        Difficile

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    • su 26 luglio 2012 a 17:49 Alessandra Bianchi

      @ CAPEHORN molto difficile!

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  19. su 23 luglio 2012 a 18:58 salvatore rizzi

    Un sentito saluto….Sar….

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  20. su 23 luglio 2012 a 19:28 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI ricambio, Sar… e acqua in bocca, mi raccomando…

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  21. su 24 luglio 2012 a 13:18 Abdurrazag Tazer Dazen

    Come sarebbe, dolce figlia della gioia e di ogni benedizione che Allah, l’Unico e ineffabile può dispensarti: ” … non vorrei finisse mai … “?
    Tutto “deve” avere una fine per poi iniziare con maggior slancio!

    È nell’azione stessa, di questo splendido racconto, che potrebbe diventare un romanzo se solo tu volessi ( ma tu non vuoi, vero?), che si vede lo spessore do una storia complessa, ma che Sí rivolge al popolo di Dio e ai suoi luoghi e ai bravi ” difensori “.
    Hai scritto bene, ma lascia all’Ineffabile la parola sugli avvenimenti e sulle tue fortune.
    Sei brava a scrivere e questo lo abbiamo capito tutti, lascia che la mano misericordiosa di Allah, tuttavia , possa poggiarsi sulla tua anima, rasserenandola e … rasserenandoci.

    Copiose e radiose benedizioni.

    da Homs( SYR)
    Abdurrazag Tazer Dazen

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  22. su 24 luglio 2012 a 13:35 salvatore rizzi

    Scusa la mia ignoranza, in che senso? Ciao…..

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  23. su 24 luglio 2012 a 16:29 Univers

    Racconto interlocutorio, nel senso che prepara e ottimizza un gran finale delle varie vicende intrecciate, con la solita dovizia premurosa di particolari. Cannes come luogo ti ritorna sempre, eh? Baci, cara.

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  24. su 24 luglio 2012 a 17:29 Alessandra Bianchi

    @ Abdurrazag Tazer Dazen
    che Allah ti protegga!
    Questo “è” un romanzo, lo è già, almeno per quanto riguarda la consuetudine italiana: meno pagine, meno costi, più lettori. Fosse per me, scriverei solo libri di 1000 pagine.
    Ciò detto, invoco su di te la benedizione di Allah.

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  25. su 24 luglio 2012 a 17:31 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI forse fui criptica io.
    Mi riferivo alle “prove” su FB.
    Ciao ^^

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  26. su 24 luglio 2012 a 17:33 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS Cannes… my love!
    Grazie, carissimo, e tanti bacioni * _____________ *

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  27. su 24 luglio 2012 a 18:47 salvatore rizzi

    Se mi mandi un messagio privato, esaudiente, forse….ciao…

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  28. su 24 luglio 2012 a 23:15 Uriel

    Il cerchio si stringe e il racconto diventa sempre più intrigante. Giusto quello che occorre per fronteggiare l’afa di queste notti.
    Un saluto in attesa della prossima puntata 🙂

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  29. su 25 luglio 2012 a 11:58 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI non è poi una cosa così importante 🙂
    Ciao!

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  30. su 25 luglio 2012 a 12:01 Alessandra Bianchi

    @ URIEL il cerchio si stringe, è vero. E la resa dei conti – in un senso o nell’altro – si avvicina.
    Grazie!
    E un salutone a te ^^

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  31. su 25 luglio 2012 a 12:13 Abdurrazag Tazer Dazen

    E va bene, bionda e “procace” ( 😀 Ahahahahahah) figlia di Allah. Acquisteremo, anche questo romanzo. Solo una domanda, dolce fiore della terra: accetterai Lire Siriane?
    Che Allah ti protegga sotto io suo sguardo benevolo, misericordioso e sereno.
    Con un radioso inchino

    Abdurrazag Tazer Dazen

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  32. su 25 luglio 2012 a 12:15 salvatore rizzi

    Spero, tu abbia ragione….ciao…

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  33. su 25 luglio 2012 a 12:24 Alessandra Bianchi

    @ Abdurrazag Tazer Dazen
    accetterò fiori, figlio prediletto di Allah!
    La pace sia con te.
    E con essa un sorriso da parte della bionda procace!

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  34. su 25 luglio 2012 a 12:26 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI sì, tranquillo.
    Buon pomeriggio di sole.

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  35. su 25 luglio 2012 a 15:45 ombreflessuose

    Ciao Alessandra, tutto sembra girare al meglio (grazie a te) Matrioska che si dedica ad una “vacanza”, Monica che non vede l’ora di rivederlo ( una mia sensazione) e Yarbes, è il solito “imbecille” che pensa già a come manovrarla
    Continua, tanto ti seguo…
    Baci
    Mistral

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  36. su 25 luglio 2012 a 17:15 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE ciao, bella!
    Mmm… interessante la tua sensazione riguardo a Monica…
    Yarbes imbecille? Forse, sei un po’ eccessiva 😛
    Grazie e bacioni ^^

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  37. su 27 luglio 2012 a 20:15 ventidiprimavera

    Un altra appassionante lettura, interessante, scorrevole
    e dannatamente piacevole, che sembra nascondere
    altri colpi di scena…

    Un pò in ritardo sulla mia tabella di marcia cara, questo periodo
    è cosi, un pò troppe cose da fare e non vedo l’ora di finire..
    un bacione e dolce sera!
    Michelle

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  38. su 27 luglio 2012 a 20:40 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA capisco bene, chèrie: ormai è tempo di vacanze e di preparativi.
    “Dannatamente piacevole”: quanto mi piace!
    Bisous ^^

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  39. su 28 luglio 2012 a 18:15 wolfghost

    ahahah anche per Aleksandr la vita è fatta di… priorità, in fondo! 😀

    … però Monica, seppure tinta, è ben conosciuta (molto bene! :-P) da Matrioska… chissà se è stata la scelta giusta? 😐

    http://www.wolfghost.com

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  40. su 28 luglio 2012 a 18:33 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST in realtà, Monica era tinta anche prima 😛
    Non so se sia stata la scelta giusta, caro lupo, ma Yarbes ha apprezzato il suo desiderio di riscatto.
    In quanto ad Aleksandr, è pur sempre un uomo 🙂

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  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
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    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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