A tarda sera Aleksandr entrò in un grande locale che si affacciava su un parcheggio pieno di macchine e di camion. Si sedette a un tavolo d’angolo e ordinò bistecca e patatine. Mentre consumava la cena, insolitamente buona, scrutava i volti delle persone che gli stavano attorno.
Rubare un’automobile è la cosa più facile del mondo, ma anche la più stupida senza le adeguate precauzioni. Il proprietario avrebbe denunciato il furto, la CIA e l’FBI avrebbero pensato subito a lui: tanto valeva tenersi quella che aveva prima.
Individuò l’uomo che cercava dopo circa un’ora. Fu un colpo di fortuna. D’altra parte, Matrioska era sempre stato fortunato. L’uomo indossava un completo grigio, camicia bianca, cravatta blu. Gli indumenti erano poco costosi, la giacca gli cadeva male sulle spalle, la qualità del tessuto era scadente; però erano puliti e stirati alla perfezione. Aleksandr valutò che quello fosse l’abbigliamento di un commesso viaggiatore. Notò l’anello al dito: l’uomo era sposato.
Ora, le possibilità erano due, una favorevole, l’altra sfavorevole. Il vestito era stato stirato quella mattina o dalla moglie, nel caso di una trasferta non particolarmente lunga, oppure dal personale di un albergo, nell’ipotesi di un viaggio di alcuni giorni.
L’uomo non forniva l’impressione di essere molto agiato, a causa sia dell’abito dozzinale sia del ristorante che aveva scelto, un posto frequentato soprattutto da camionisti. Ciò portava a pensare che d’abitudine non si fermasse in alberghi dispendiosi, ma in qualche modesto motel dove non gli avrebbero stirato con così tanta cura il suo completo grigio. Quindi era stata la moglie. Si trattava di scoprire se era in procinto di assentarsi per un certo periodo di tempo o se la donna lo stava aspettando a casa quella sera stessa. La prima era la possibilità favorevole, la seconda la possibilità sfavorevole.
C’era un modo piuttosto semplice per appurarlo.
Aleksandr si alzò dal tavolo e andò a sedersi vicino allo sconosciuto. Questi lo guardò con aria interrogativa. Matrioska sorrise. “Mi chiamo Larsen.”, dichiarò. “E’ tutto il giorno che guido senza parlare con nessuno. Posso offrirle una birra?”
Sebbene fosse un po’ stupito, l’uomo ricambiò il sorriso. “Grazie.”, disse. “Ma il prossimo giro è mio.” Gli tese la mano. “Adams. Ralph Adams. Di cosa si occupa?”
“Lavoro per conto di una società norvegese.”, rispose Aleksandr un po’ evasivamente. “E lei?”
Adams scosse la testa disgustato. “Vendo oggetti religiosi. Purtroppo, questo non è un periodo felice. Adesso dovrò stare fuori per cinque o sei giorni, sulle spese, e non so nemmeno se guadagnerò abbastanza per pagarmi il viaggio.”
Aleksandr annuì. “Capisco. Mi dispiace.”
In realtà, quello che Adams non sapeva era che sarebbe morto di lì a un’ora.
Il mattino dopo, Matrioska si fermò in un centro commerciale e acquistò il cellulare più sofisticato che avevano. Pagò in contanti. Percorse non meno di cinquanta miglia, quindi accostò la macchina di Adams in uno spiazzo ed effettuò la telefonata. Gli passarono immediatamente la persona richiesta. “Sono andato in meta.”, annunciò. “Ma la donna ha lasciato la tribuna prima che la partita finisse. Baba Yaga non giocherà mai più.”
Ascoltò con attenzione la risposta e ripartì. Sapeva benissimo che la chiamata era stata rintracciata, ma tutto sommato, date le circostanze, questo significava poco. Guidò per oltre un’ora, poi gettò il telefonino in una discarica.
Il cielo era luminoso e la neve incominciava a sciogliersi.
La commissione disciplinare era composta da tre uomini, tutti anziani e generalmente maldisposti nei confronti di chi dovevano giudicare. Non avevano il potere di emettere condanne. Potevano prosciogliere la persona che avevano di fronte, stilare una nota di biasimo, proporre provvedimenti disciplinari che una seconda commissione avrebbe valutato, oppure passare il caso a un tribunale federale. In quest’ultima ipotesi, Monica Squire avrebbe rischiato una condanna a morte per alto tradimento.
La commissione si era riunita sollecitamente, a soli tre giorni dalla scomparsa di Thompson e di Aglaja.
Monica aveva scelto con cura l’abbigliamento, optando per capi eleganti ma sobri. Scarpe senza tacco. Solo un’ombra di trucco.
Il presidente della commissione si chiamava Ford. Fu quasi sempre lui a parlare. Sedeva al centro di un banco rialzato da terra. I colleghi stavano ai suoi lati. Davanti aveva l’incartamento relativo a Squire, che conteneva, fra l’altro, la deposizione di Yarbes, che era favorevole alla donna, e una breve nota del direttore della CIA, del tutto positiva: elencava i molteplici successi ottenuti da Squire, con particolare riferimento alla missione afghana. Stephen Ford aveva fama di essere un uomo inflessibile. In passato era stato un agente operativo, quindi era entrato a far parte dei quadri dirigenziali e adesso era ormai prossimo alla pensione. Questo non lo aveva minimamente raddolcito.
Guardò Squire e disse: “Lei ha svelato a una terrorista il recapito dell’agente Lodge. A causa di ciò, l’agente Lodge è stato ucciso.”
Monica ignorava i motivi che avevano indotto la CIA a fingere che Matrioska non esistesse e che Aglaja non fosse un’agente del KGB. Li avrebbe scoperti in seguito.
Ricambiò con fermezza lo sguardo di Ford. “Sono stata torturata.”, replicò in tono pacato.
Ford assunse un’espressione severa.
“Non è una ragione valida per tradire.”
Monica continuò: “Ripetute scosse elettriche, il supplizio dell’acqua. Quella donna era una belva feroce.”
Ford fece un gesto sprezzante con la mano. “Sono giustificazioni molto pallide, agente Squire.” Si consultò per un attimo, a bassa voce, con gli altri due membri della commissione. Monica lesse negli occhi di tutti e tre il disprezzo che provavano per lei. Realisticamente, escluse sia una semplice nota di biasimo, sia il deferimento: si immaginò nell’aula di un tribunale mentre il giudice decretava la sua condanna alla pena capitale. L’alternativa sarebbe stata la prigione a vita, il che era forse anche peggio.
“Inoltre”, riprese Ford dopo un momento, “eravate due donne. Trovo singolare, e anche francamente imbarazzante, che un’agente della CIA, dotata di una solida preparazione, si sia lasciata sopraffare da una terrorista.”
“Mi ha colta di sorpresa. Ed era più forte di me.”
“Le hanno insegnato lo judo?”, le domandò Ford con sarcasmo.
Monica cominciò a odiarlo. “Certo.”, rispose a denti stretti. “Ma anche l’altra era un’esperta.”
Ford la fissò per alcuni istanti in silenzio. “Accantoniamo questo argomento.”, disse poi. “Resta il fatto principale: il tradimento.”
Monica ripensò al consiglio che le aveva dato Yarbes. Raccontare che era stata drogata. Il problema era che detestava mentire. Inoltre era scettica: dubitava che le sarebbe servito. Possibile che la sofferenza fisica non costituisse un’attenuante? Nicole Parker non era stata condannata. Perché lei sì?
“Volevo bene a John Lodge.”, mormorò un po’ ingenuamente. “Io… non volevo!”
“Non voleva! Ciò nonostante, la sua debolezza e la sua codardia hanno decretato la morte di uno dei migliori agenti della CIA! Non possiamo, e soprattutto non desideriamo, essere indulgenti con lei.”
Ford si consultò nuovamente con i colleghi.
Monica capì che era la fine.
Affrontò una breve lotta interiore. Le restavano pochi secondi. Poi l’avrebbero invitata a uscire. E, quando fosse rientrata, l’avrebbero dichiata colpevole.
Lacrime di frustrazione apparvero all’improvviso nei suoi occhi.
Ford disse: “Ha qualcosa da aggiungere, prima della delibera?”
Monica chinò il capo.
Immediato, preciso, un vero piacere il tuo modo di scrivere!
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@ ELENA ti ringrazio moltissimo!
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Il romanzo prosegue e anche bene. Due eccellenti episodi ben strutturati e sviluppati con la solita minuziosa analisi delle sensazioni dei personaggi.
Aspettiamo il prossimo.
Un grande abbraccio
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Uccidere un venditore di oggetti religiosi? Matrioska merita un premio! Quanto a Monica ribadisco: ci provino loro a fronteggiare Aglaja. Ha ammesso i suoi errori, l’altra era più forte di lei in tutti i sensi, mentalmente e fisicamente. Ci sta. Non esageriamo con la punizione…
Grande capitolo ancora, complimenti.
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Grazie per la bellissima lettura, l’ho gradita moltissimo!
Un capitolo dallo stile sempre più accurato. L’analisi dei personaggi è perfetta, decisi e determinati, ormai li conosciamo bene, ora magistralmente vengono anche ben sviluppati con tratti precisi le dinamiche interiori ricche di emozioni, tutte rivolte all’attuazione di vere e proprie strategie per risolvere le loro ingarbugliate avventure, sempre in linea con l’intero romanzo. Sono spietate nel primo episodio e di attesa nel secondo.
XXXX
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Un incessante crogiolo di situazioni, pertinenti, col tuo dire e fare, molto intrigante…come sempre. Saluti da Sar…
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Bel capitolo anche questo… molto bello.
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Capitolo incentrto sulla fuga.
Quella di Matrioska, che lascia piccole mollichine e solo un abile segugio riuscirà a trovarle. Anche perché il russo é un predatore abile e astuto. Sceglie con cura le prede, le analizza scoprendone velocemente la storia, le debolezze e la realitva forza. Ha lanciato una sommessa richiesta d’aiuto.
Quale cavalleria arriverà per prima?
Quella di Monica, che non é una fuga irresponsabile, da un passato che non può cancellae, ma piuttosto da quella che le sembra una condanna annunciata.
In fondo l’apparato non ha ne cuore, ne anima. L’apparato vuole e pretende risultati, sempre e in ogni caso. A volte basta un nonnulla per bloccarne gli ingranaggi, però e una donna di nonnulla nelle tasche ne ha sempre un po’.
Ogni fuga, però, ad un certo punto dovrà finire e a dirla tutta, caldo o non caldo i brividi continuano.
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@ NEWWHITEBEAR è da una settimana che medito e ancora non ho preso una decisione: proseguire sino a fino luglio o rimandare il tutto a settembre? Perciò non so dirti con esattezza quando ci sarà il prossimo capitolo.
Grazie e un abbraccio grande!
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@ KRIS ti ringrazio di cuore*
Dunque: esistono anche angeli, che in realtà sono demoni – e non mi sto riferendo a Matrioska – i quali, per motivi che poi saranno spiegati, potrebbero decidere che…
Ma qui mi fermo.
Un sorriso, cara ^^
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@ CLE REVERIES “Sono spietate nel primo episodio e di attesa nel secondo”: mi piace molto questo passaggio!
Riflette la struttura del capitolo, che io considero importante per una serie di ragioni che nel prosieguo della storia verranno alla luce.
Lots of love 🙂
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@ SALVATORE RIZZI e con questo caldo non è facile scrivere 😛
Grazie, caro Sar!
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@ BRUM sono lietissima che tu lo abbia apprezzato, dato che – come ho già scritto – lo considero assai importante.
Buona serata.
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@ CAPEHORN Aleksandr era incerto se continuare nella sua caccia per uccidere – malvolentieri – anche Monica oppure lasciare gli States per fare ritorno in patria. Di qui la telefonata. A chi? Forse a Putin?
In quanto a Squire, è colpevole. Non sussistono dubbi.
Ma come ho detto a Kris…
Buon aperitivo ^^
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Ci credo….non nel senso metafisico….ciaooo….
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Un altro notevole capitolo….
letto con il solito entusiasmo, entrando totalmente nella
storia sia di Matrioska che nel racconto su Monica..
Adesso chissà cosa succederà a Monica, ma sento che
per qualche ragione malgrado il tradimento verrà salvata…
Un bisou ma chère et bonne soirèe!
MIchelle
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@ SALVATORE RIZZI eh eh, no: proprio fisico ^^
Ciao!
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@ VENTIDIPRIMAVERA ma chère Michelle, riguardo a Monica, naturalmente non posso anticipare nulla. Tuttavia, qualche speranza c’è. Per quanto concerne Matrioska, invece, ci sono ancora molte cose da appurare, la principale delle quali è: andrà in Canada per poi tornare in Russia, oppure cercherà di uccidere la “povera” Monica. Dipende da ciò che gli è stato detto al telefono.
Grazie!
Bisous * _____________ *
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saresti capace di lasciarmi col fiato sospeso fino a settembre? almeno un anticipo su come va a finire per Monica, ti pregoooo!!!
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Ciao Alessandra, la fortuna è quasi indispensabile per alcune categorie di persone.
Figuriamoci per il “lavoro” di Matrioska.
Monica che non vuole dire bugie, non mi convince, Una di quel “livello” è
abituata a tutto, anche e sopratutto a mentire.(opinione personale)
Per il resto, fai sempre i fuochi pirotecnici
Baci
Mistral
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…beh, se anche Monica venisse condannata, prima della sua fine sicuramente interverrà un colpo di scena che la salverà, anche perchè ci saranno altre puntate, i protagonisti riescono sempre a salvare la pelle e accampano diritti per nuove storie! Bravissima, come sempre…
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@ FAUSTA68 ti accontenterò al più presto, mia cara!
Forse, già domani.
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@ OMBREFLESSUOSE è vero tutto quello che dici, però – per quanto riguarda Monica – c’è anche da considerare il fatto che non era molto convinta dell’utilità di quel suggerimento.
Grazie e kiss, Mistral*
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@ NUNZIADAQUALE uhm… da me non funziona sempre così: Lodge, infatti, è morto, e in un’altra mia storia – “Alex Alliston” – morì il beniamino di tutti, e cioè Carrick.
In genere, sono molto cattiva con i miei personaggi 😛
Ciò detto, ti ringrazio moltissimo!
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Un saluto dal solito vecchio Salvatore….
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@ SALVATORE RIZZI salutoni a te 🙂
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Ed eccoci qua. Tutti a tifare per Monica. Ste esili biondine fanno sempre stragi di cuori. Beh, quasi sempre…
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@ KRIS io sono una esile biondina, ma ultimamente…
In ogni caso, domani ci sarà la nuova puntata.
Forse l’ultima, prima di settembre.
Bacioni ^^
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hai una creatività senza limiti! —lasciala sempre scorrere!!!
complimenti.
ciao!
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@ CLAUDIO io mi impegno sempre, sperando di non deludere chi ha la bontà di leggermi.
Grazie!
Buona giornata.
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Un buon capitolo. Scritto con la solita sapienza e dovizia di alcuni particolari vincenti. Baci, cara e tieniti stretta quello stuzzicante personaggio di Monica.
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@ UNIVERS Monica piace a molti , lo so.
Dovrò combattere contro la mia perfidia 😛
Kiss*
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Mah… saranno davvero così stupidi e spietati questi della commissione? Se sì… bé, meglio sarebbe stato per Monica tradire davvero…
La logica di Aleksandr è ineccepibile 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST Aleksandr è sempre molto lucido e presente. Altrimenti non sarebbe un’icona 😛
Sì: sono stupidi e spietati, caro lupo.
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No! dai! mi fai incarcerare Monica! E MAtrioska, e Yarbes, è il triangolo fra i tre!
Il bello di leggere le cose a blocchi è che ora salgo e vedo – forse – come va a finire !! 🙂
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@ POCHEPRETESE non ancora, caro 😛
La vicenda è ancora lunga!
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