Prima di entrare a far parte della CIA come agente operativo, Yarbes aveva lavorato per un’altra struttura di intelligence. Il suo compito consisteva nel colpire con potenti virus, che faceva rimbalzare per il mondo, i siti considerati pericolosi. Pedofilia, attività antigovernative, propaganda dannosa. In seguito, si era dedicato a individuare i siti terroristici, che all’epoca cominciavano a moltiplicarsi.
Poi si era stancato di quell’attività.
Dopo l’addestramento a Langley, aveva affrontato un breve tirocinio sotto la supervisione di Sandra Palmer. Era una veterana che pesava oltre settanta chili, tutti di muscoli; sfoggiava sorrisi luminosi e gioviali, ma aveva anche un carattere di ferro. Successivamente, per un certo periodo aveva fatto coppia fissa con la graziosa Nicole Parker.
Era rimasto deluso da lei.
A differenza di Lodge, che si era impietosito per le sevizie che aveva subito in Cina, Yarbes l’aveva biasimata: avrebbe dovuto uccidersi e non tradire la sua patria. Quello che non avrebbe esitato a fare Matrioska.
Yarbes aveva studiato attentamente il fascicolo che lo riguardava. Era molto lacunoso, pieno di “si pensa”, “si suppone”, “parrebbe”. Da quelle scarse informazioni si era fatto comunque un quadro abbastanza attendibile dell’uomo.
Era il numero uno del KGB. Yarbes calcolava che avesse ucciso non meno di cinquanta persone. Strano che non fosse stato ancora promosso ai vertici dell’organizzazione; ma i russi erano contorti. Poteva anche darsi che Matrioska non fosse interessato a lasciare il campo per un incarico sostanzialmente burocratico, dove la politica prendeva il sopravvento sulla meritocrazia. Se così fosse stato, Yarbes non avrebbe trovato nulla da eccepire.
Controllò l’orologio. Si sentiva calmo e sicuro; non era mai stato un uomo emotivo, al contrario di Thompson.
Yarbes giudicava il collega inadeguato al compito che gli aveva assegnato, ma non sarebbe stato lui a mettere la parola ‘fine’ alla carriera di Matrioska.
Alle otto e quarantanove minuti scese dalla BMW, munito di un giubbotto antiproiettile livello di protezione NIJ IIIa, sopra al quale infilò il cappotto, di una granata e della pistola d’ordinanza (che aveva in parte modificato). A malincuore rinunciò a servirsi di fumogeni. D’altro canto, avrebbe danneggiato Thompson e Squire, oltre ai sovietici.
Aggirò il cottage, camminando agile sulla neve, e raggiunse l’ingresso secondario. In effetti, non vide fili di nailon o altri sistemi di allarme. Restò immobile ad aspettare il segnale convenuto: Thompson non doveva far altro che premere un piccolo pulsante e Yarbes sarebbe intervenuto immediatamente.
Invece udì due colpi di pistola, sparati in rapida successione.
A tradirla fu il lampo di felicità che non riuscì a mascherare.
In altre circostanze sarebbe rimasta impassibile. Ma sapeva che proprio quel giorno Matrioska l’avrebbe uccisa, e la vista del collega le ridiede la speranza.
Mentre Thompson spiegava che si trovava lì per un controllo, dato che erano stati segnalati guasti nella zona, il suo viso si illuminò di gioia.
Solo per un attimo.
Ad Aleksandr quell’attimo fu sufficiente.
“Si accomodi.”, disse a Thompson in tono cordiale.
Aglaja si scostò per lasciarlo passare.
Thompson guardò Monica. E la guardò per un istante di troppo.
Matrioska decise di non rischiare. C’erano dieci possibilità su cento che quell’uomo fosse veramente ciò che dichiarava di essere, ma contavano di più le novanta possibilità contrarie.
Aglaja si era dimostrata alquanto imprudente. Se li avevano rintracciati, significava che non aveva preso tutte le precauzioni necessarie. E se “il tecnico della centrale elettrica” apparteneva all’FBI, alla CIA, alla SWAT o a qualche altra organizzazione, questo voleva dire che non era lì da solo.
In quanti potevano essere? Gli americani erano imprevedibili. Aleksandr non si sarebbe stupito se si fossero presentati soltanto in due, il che sarebbe stato positivo, e non si sarebbe sorpreso se fossero stati invece dieci o venti, e in tal caso le probabilità di sopravvivenza avrebbero superato di poco lo zero.
Scrutò in volto l’uomo.
Thompson non resse all’esame di quegli occhi gelidi e distolse lo sguardo.
Malgrado fosse arrogante, egocentrica e talvolta supponente, Aglaja era provvista di un buon intuito, che in passato le era tornato utile in diverse occasioni. All’inizio aveva ascoltato annoiata la storia delle segnalazioni dei guasti, poi però si era allarmata.
C’era qualcosa che non andava. Il tecnico non le sembrava affatto un tecnico, Monica Squire all’improvviso pareva quasi euforica, benché fino a pochi minuti prima fosse stata impaurita e ansiosa; e Matrioska aveva assunto un’espressione dura e fredda. E c’era un altro particolare piuttosto strano. Il tecnico la ignorava. Per una donna vanitosa come lei era un fatto inconcepibile. Cercò di dare un senso a quanto stava succedendo, ma le mancò il tempo per farlo.
Una pistola si materializzò nelle mani di Aleksandr.
Il nome in codice di Aglaja Ivanovna Myskina era Baba Yaga. Per qualche motivo le piaceva molto. Erano parecchie le cose che le piacevano. Il sesso. Il cibo. Uccidere. Diventare un’icona del KGB. Si riteneva eccezionale, e per vari versi lo era, ma quando Aleksandr estrasse la pistola e fece fuoco, capì di aver sbagliato a confidare nel silenzio di Dan Capshaw. Il cottage non era più una “casa sicura”.
Poi ci fu l’esplosione.
Seguì un momento di stordimento generale.
Monica le sgusciò dalle mani e corse nella stanza adiacente. Conteneva un assortimento di armi. Senza indugiare, l’americana prese un fucile dalla rastrelliera, controllò che fosse carico, e tornò nel soggiorno.
Dalla cucina irruppe un uomo.
Aglaja tirò fuori la pistola e la puntò su di lui. Poi, in preda al panico, spostò l’arma in direzione di Monica.
Se avesse potuto affrontarla in una lotta corpo a corpo, l’avrebbe distrutta; adesso, invece, erano alla pari.
Spararono entrambe ma, a causa dell’indecisione, Aglaja sparò per seconda. Mancò il bersaglio e fu scaraventata all’indietro, contro la parete. Con un gemito si portò le mani al ventre, quindi si accasciò al suolo. Una cupa nebbia invase la sua mente.
Più del dolore ciò che la terrorizzava era l’idea di non esserci più, di svanire nel nulla. Non avrebbe avuto Aleksandr, né Putin; non sarebbe divenuta un’icona.
Una volta, nel corso di un interrogatorio, aveva stritolato le articolazioni delle dita a un’agente israeliana; le sarebbe piaciuto farlo a Monica Squire, ma non era possibile.
Non più.
Comprese che stava per morire, e quello fu il suo ultimo pensiero.
Aleksandr anticipò Yarbes di una frazione di secondo.
Tuttavia commise un errore. Non mirò alla testa. La pallottola fu fermata dal giubbotto antiproiettile. Diversamente da quanto si vede in molti film, questo non comporta alcuno spostamento del corpo, e Yarbes premette subito il grilletto.
Era un ottimo tiratore, però Matrioska si mosse lateralmente, e lui mancò parzialmente il colpo. Lo prese a un braccio, per fortuna il destro. La pistola sfuggì dalle mani di Aleksandr.
Disarmato, il russo vide Monica prendere la mira e lo sconosciuto fare altrettanto.
Si trovava fra due fuochi.
Non era nuovo a situazioni analoghe. Aveva sempre reagito in modo diverso, a seconda delle circostanze e degli avversari. Monica Squire non avrebbe avuto il coraggio di ucciderlo. Lo sconosciuto, sì.
Se fossero stati vicini, si sarebbe gettato a terra e avrebbe preso la pistola con la sinistra. Li avrebbe eliminati entrambi. Purtroppo erano distanti fra loro e, se avesse ucciso lo sconosciuto, non poteva escludere che Monica avrebbe trovato la forza per ammazzarlo. A sangue freddo non ci sarebbe mai riuscita, ma vedendo il collega morto si sarebbe ricordata di essere un’agente della CIA.
Non esitò.
Con un balzo si lanciò verso la finestra, sfondò il vetro e atterrò sul terreno innevato. Si rialzò di scatto, montò in macchina, accese il motore e partì a tutta velocità, derapando. Quando scorse la BMW, rallentò. Aprì il vano portaoggetti, prese una pistola e sparò alle due gomme anteriori.
Quindi, accelerò nuovamente e scomparve.
L’inizio di “Matrioska” è stato pubblicato sul Corriere della Sera come miglior incipit di un romanzo inedito.
cara la nostra Anneheche,
ti considero una brava scrittrice fin da quando ho letto “Lesbo è un’isola …”, quindi non mi stupiscono gli onori del Corriere della Sera.
Per la gioia della tua epidermide, ti segnalo che fa molto caldo anche in Costa Azzurra.
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non sono un anonimo, ma Maipisensa
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Sei veramente brava! Buona Domenica Alessandra 🙂
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@ SIMONA perché non riesco a commentarti?
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Non lo so! Ciao Alessandra SERENA SERATA! 🙂
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@ SIMONA spero di riuscirci in seguito.
Serena serata a te, cara ^^
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Complimenti!!!
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Ale, stai attenta che loro leggono…scherzo! Sempre brava e capace. Ciao…dal vecchio Salvatore…per dire…
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Eccellente. Mi piace davvero molto il tuo stile. E speravo proprio che Monica in qualche modo alla fine la spuntasse su Aglaja. A dire il vero preferisco gli scontri fisici, a mani nude, ma è evidente che in quel caso la nostra eroina, decisamente più fragile, sarebbe stata facilmente sconfitta. E chissà, forse proprio la troppa voglia di Aglaja di mettere le mani adosso a Monica, di farle fisicamente del male, la sua sicurezza e malvagità, alla fine le hanno fatto perdere l’attimo e le sono costate la vita. Un solo, ma amichevole, appunto: come mai un’arma carica era così facilmente alla portata della prigioniera?
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@ MAIPISENSA ti ringrazio molto e spero di raggiungerti al più presto 😛
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@ SIMONA felice domenica a te, e grazie!
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@ ELENAUSA2009 benvenuta nel mio blog.
Ti ringrazio.
Un sorriso*
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@ SALVATORE RIZZI lo so che leggono 🙂
Ringraziamenti sinceri e un saluto accaldato, “vecchio” Sar ^^
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@ KRIS cara amica, in effetti avrei anche potuto inscenare una lotta fisica e, in qualche modo, farla vincere a Monica; tuttavia – come giustamente osservi – sarebbe risultata poco credibile. Sulla malvagità di Aglaja concordo in pieno. Aleksandr è freddo, determinato, privo di compassione, come Yarbes del resto, però non “cattivo”. Aglaja, invece, lo era. Riguardo al tuo appunto, considera che Monica era sorvegliata giorno e notte. E’ riuscita a impossessarsi del fucile, grazie all’arrivo di Yarbes e alla confusione provocata dall’esplosione.
Grazie di cuore!
Un bacione * ____________________ *
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Sicuramente una gran bella puntata coi soliti fuochi d’artificio Aglaja muore, e non c’è da stupirsi, Matrioska come un gatto cade sempre in piedi anche dopo un volo dal 16° piano. Ormai non fa più notizia ma si cerca di capire come è in grado di salvare la pelle, mentre gli americani fanno la parte degli sfigati.
Chissà come andrà a finire e quante vite gli restano ..
Battute a parte, puntata tosta e caliente come Caronte, il traghettatore di calore.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR Matrioska si trovava al pian terreno.
A parte questo, la storia continua. Devo solo capire se è possibile finirla in luglio o se è meglio riprendere il tutto a settembre. Il fatto è che non ho ancora idea di quante puntate manchino.
Grazie, e un caro abbraccio!
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Se non riuscissi a commentare da me, non farci caso, cerco di escludere un anonimo -rompa-marroni-! Ciao…
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@ SALVATORE RIZZI infatti, non ci sono riuscita.
Essi purtroppo abbondano in ogni luogo.
Ciao!
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Buon mattino Alessandra, leggerti, specialmente nelle ore meno calde, riesco ad assaporare molto di più e meglio la tua innata bravura.
Come sempre Matrioscka è riuscito a farla franca (non ne dubitavo, visto che è il Pratagonista del racconto), e si prepara alla sua rivincita.
Meno male che hai “eliminato” quella Belva di Aglaja, provavo tanta antipatia nei
suoi confronti.
Un abbraccio, continuo a seguirti con piacere
Mistral
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Capitolo molto, molto bello. Complimenti.
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@ OMBREFLESSUOSE cara Mistral, indubbiamente con il fresco si legge meglio. Sei contenta per l’eliminazione di Aglaja? Beh, anch’io!
Grazie e un bacione ^^
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@ BRUMBRU il tuo apprezzamento mi fa davvero molto piacere perché questo è il mio capitolo preferito in assoluto.
Buona giornata!
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azz… allora ci ho azzeccato… ahahaha
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@ BRUMBRU direi proprio di sì.
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ma che scrivo a fare? Mi piace, mi piace, eccome se mi piace. Sennò non sarei qui, no? Cmq brava, come sempre, nemmeno il caldo infernale riesce a scalfire la tua bravura.
Bacione.
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ahah 😛 Matrioska dalle 7 – e più – vite! 😉 Molto coinvolgente, l’ho letto d’un fiato! Brava come sempre, Alessandra! 🙂
http://www.wolfghost.com
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Aglaja è fuori gioco, molto meglio: non avevo simpatia per lei, una donna viscida che non svolgeva il suo ruolo con correttezza. Matrioska ce l’ha fatta, del resto è il personaggio chiave, come anche Monica. Puntata avvincente, sul filo del rasoio, è la tua perizia eccelsa di scrittrice a rendere il tutto molto intrigante.
Buon proseguimento di giornata super torrida, a presto.
un abbraccio
annamaria
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Ottimo capitolo. Non solo per il ritmo incalzante dello scontro Russia – U.S.A., ma anche per il quadro sintetico della figura di Yarbes. Uomo di pochissimi fronzoli, sintetico, molto “spirito della frontiera” dove il nemcio buono era solo il nemico morto.(Parafrasando il Generale Cook).
Ancora una volta Alekcs sfugge alla morte e parrebbe proprio un “Arhangelsk”, così caro agli Czar.
Sarà interessante seguire come il gatto, trasformato in topo, riuscirà a sfuggire al nuovo predatore, perché Yarbes ha quell’animo. Si é preparato bene, ha studiato a fondo, fin dove é stato possibile l’agente Matrioska.
Non disdegnando anche qualche personale commento sulle scelte di campo fatte dal russo, che avrebbe potuto diventare un comodo “apparatnik” del KGB, ma la sua scelta di campo lo rende avversario di tutto rispetto.
La lotta tra Monica e la Zarina doveva finire in quel modo.
La forza di spravvivere é più forte di ogni boria, ancorché travestita e gli errori si pagano normalmente tutti.
A dispetto di Caronte e di altri demoniaci infuocati sodali, attendo di rinfrescarmi con la prossima puntata.
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@ SUZIEQ11 sono contenta che questo racconto (ormai direi romanzo) ti piaccia. Io mi impegno sempre molto a scrivere, e soprattutto nelle storie a puntate leggo e rileggo e correggo finché non sono soddisfatta. Temo sempre di deludere. Riguardo al caldo, per me è fonte di gioia 🙂
(E casa mia è fresca).
Super bacione!
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@ WOLFGHOST lietissima, caro lupo 😛
Sono felice di annoverarti fra i miei lettori, e da tanto tempo, vero?
Aleksandr è duro a morire, però…
Grazie ^^
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@ ANNAMARIA49 già, Aglaja era piuttosto odiosa, sebbene poi fosse indubbiamente abile. Ma ha vinto Monica.
Per il resto, si vedrà.
Ti ringrazio tanto tanto e ti abbraccio forte*
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@ CAPEHORN caro Carlo, la tua analisi di Yarbes è perfetta! (Perché stupirmene, poi?)
Ora, sorge un problema. La storia mi ha preso la mano. (Forse la preferisco ad “Alex Alliston”). I “Ragazzi” propongono un altro paio di puntate – violenza, sparatorie, etc.
Però, io non sono d’accordo. E a questo punto il dilemma è: postare solo un nuovo capitolo e poi riprendere a settembre con un doveroso riassunto, oppure andare avanti anche d’estate. Deciderò a giorni.
Ti ringrazio. Ma molto!
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mhmmmm …. Muble…muble. Vien da dire che i “Ragazzi”, sarà questo sole più che giaguaro, son diventati delle piccole grandi pesti, certo che un po’ di sparatorie con morti e ammazzamenti sono un bell’aumento … di calore.
Però un bel capitoletto, giusto per ingolosire … che ti lasci quel gustino di buono in bocca e la voglia di mangiarne ancora … Non è da sottovalutare.
Credo che il riassuntone sia obbligatorio a settembre.
Giusto per non proseguire impreparati e cominciare bene l’anno scolastico (?)
😛
Come sempre la tua sensibilità ti saprà dare la risposta più giusta.
Soddisfacente per noi … e anche per i “Ragazzi” ai quali un “birrino” fresco non si può negare. Assolutamente.
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@ CAPEHORN forse non mi sono spiegata bene: loro volevano “chiudere” in due puntate, ma io mi sono opposta. Perché non arrivare a cento? 😛
Scherzo.
Comunque, sto ancora riflettendo 🙂
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Opposizione accolta …. e niente birrini ai “Ragazzi”
😛
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@ CAPEHORN beh, poverini 😦
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Debbono portare rispetto a chi le ha allevati con tanta cura, impegno e dedizione.
Sarò abbastanza buono … uno spumino allora.
🙂
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@ CAPEHORN ehm… preferiscono la birretta 😛
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Golosonaaaaaa
😛
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@ CAPEHORN loro!
Non io 😛
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😀
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@ CAPEHORN avevano proclamato addirittura un mezzo sciopero ^^
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In tempi di recessione … giustamente … solo mezzo
😛
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Bello, fila via veloce e si legge senza esitazioni. Brava!
Ora tutto ricomincia, il nostro si è salvato e vedremo … e vedremo se il rapporto fra monica e matrioska inciderà ancora nella storia …. vedremo
Ciao ciao
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Carissima non c’è molto da dire, ho letto questo episodio
con lo stesso entusiasmo di sempre, se non di più,
felice per Te per la parte pubblicata sul corriere della sera,
La Tua bravura merita questo omaggio come quello di essere
conosciuta ed apprezzata…. Bravissima!!
Un gros bisou ma chère et bonne journèe
Michelle
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Puntata tosta, davvero importante nel proseguo della storia, con ricchi colpi di scena e descrizioni di azione molto incisive. Matrioska è quasi invincibile, non mi ero sbagliato sul personaggio. Baci e a presto.
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@ POCHEPRETESE grazie! Ci sono ancora molti interrogativi da sciogliere, fra i quali naturalmente quello da te accennato.
Ti auguro una bella serata ^^
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@ VENTIDIPRIMAVERA sei sempre carinissima con me, cara Michelle ^^
A te l’augurio di sogni fatati e di una notte splendida 🙂
Bisous.
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@ UNIVERS no che non ti eri sbagliato! Anche se…
Ti ringrazio molto per la tua attenzione e mi auguro che questa storia prosegua senza procurarti delusioni.
Kiss ^^
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Che catturare mai non si possa questa dannata tempesta rossa?
Ah! Ah! 🙂
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@ URIEL mai dire mai! 😛
Sogni d’oro*
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Chiudere in due puntate? Non scherziamo…
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@ KRIS non preoccuparti, cara: non se ne parla nemmeno!
Intanto domenica ci sarà la prossima, poi deciderò se riprendere a settembre oppure continuare anche d’estate.
Ma il tuo blog dov’è, amica mia?
Baci.
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Il mio blog? Non se ne parla nemmeno! Tra i miei numerosi pregi la pigrizia è in prima fila.
Baci ricambiati!
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@ KRIS sei davvero molto simpatica, oltre che competente 😛
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Davvero molto dinamico questo capitolo! Sempre coinvolgente, ricco di sequenze avventurose piene di riflessioni che riprendendo gli avvenimenti dei precedenti capitoli danno una chiara svolta anticipando la narrazione che seguirà.
Ormai non ho dubbi: S E I B R A V I S S I M A ! ! !
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@ CLE REVERIES sono lusingatissima, darling!
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