Alle otto di quella stessa mattina, Monica Squire rifletteva su quanto era accaduto nei due giorni precedenti.
Riguardo ad Aglaja era stata fortunata, dato che Matrioska non le aveva mai lasciate sole tranne che per un breve momento. Aglaja ne aveva approfittato per insultarla e minacciarla; le mancava il tempo per passare alle vie di fatto. Forse, però, Monica avrebbe preferito uno scontro fisico, anche se quasi certamente ne sarebbe uscita male. Meglio, comunque, che ascoltare la descrizione della propria morte, sapendo che quelle parole velenose non erano le farneticazioni di una donna violenta e gelosa ma con ogni probabilità l’anticipazione del suo destino.
Aglaja le annunciò che l’avrebbe strangolata lentamente, guardandola negli occhi mentre agonizzava. Poi usò un termine russo che Monica non conosceva. Quindi aggiunse che prima l’avrebbe tormentata a lungo.
L’americana represse un brivido, trasse un profondo respiro e disse: “Se io fossi semplicemente un’agente della CIA, mi spareresti, vero? Ma non ti basta, non perché io sia una nemica ma per via di Matrioska.” Poi non riuscì a trattenersi e aggiunse con tutta la perfidia di cui era capace: “Lui ha scelto me e non te. Devi rassegnarti. E per inciso è stato stupendo!” Era un comportamento sciocco che peggiorava la sua situazione, ne era pienamente consapevole, ma era stanca di subire.
Aglaja la schiaffeggiò, poi vedendo che la rivale non reagiva la colpì al plesso solare con un potente destro. Monica cadde in ginocchio, boccheggiando. In quel momento, provvidenziale, ricomparve Matrioska. Aleksandr ignorò la collega che stava accusando Monica di aver tentato di fuggire, aiutò Squire a rialzarsi, e l’incidente si chiuse senza ulteriori danni.
Monica si alzò dal divano e guardò fuori dei vetri della finestra. Il clima era rigido, ma si preannunciava una giornata limpida: il sole era già sorto e la luce cresceva rapidamente d’intensità.
Per l’ennesima volta pensò a un modo per salvarsi, concludendo amaramente che non ce n’erano. Lei era disarmata e loro erano in due. E, in ogni caso, anche se avesse dovuto affrontare la sola Aglaja, non avrebbe avuto possibilità: non poteva competere con lei. Era frustrante ma, se avesse nutrito delle illusioni in merito, sarebbe stato sufficiente ricordare il pugno che l’aveva stesa oppure osservare le sue braccia muscolose. Si chiese oziosamente se era una prerogativa delle russe quella di abbinare la forza fisica all’avvenenza.
Con un sospiro si allontanò dalla finestra. Preparò il caffè e lo servì, respingendo la tentazione di gettare la bevanda bollente in faccia ad Aglaja. Tornò a sedersi e, visto che la russa si era sdraiata scompostamente sul divano, preferì occupare una poltrona per evitare un contatto che le ripugnava.
Aveva un’unica certezza: sarebbe morta con dignità, senza supplicare né piangere.
La seconda notte, dopo aver fatto ancora l’amore, aveva acceso la luce per fissare Matrioska. “Ti chiedo una sola cosa.”, aveva detto in tono pacato. “Non mentirmi, per favore.”
Lui le aveva restituito lo sguardo. “A che proposito?”
“Quando mi ucciderete? E, soprattutto, sarai tu a farlo o lei? Se morirò per mano di Aglaja so già che mi farà soffrire in maniera indicibile; se, invece, fossi tu…” Le tremò per un attimo la voce, ma trovò la forza per concludere. “Se fossi tu, sono certa che saresti più umano. Ti prego, dimmi la verita! Come vedi, non ti imploro di risparmiarmi. Sappiamo entrambi che non è possibile.”
Aleksandr la scrutò per qualche istante in silenzio. “Avevo un amico.”, poi dichiarò. “Si chiamava Klavdij. L’unico vero amico che io abbia mai avuto. Era un uomo solare, che amava la vita. Era anche un agente formidabile, ma a differenza mia sapeva cogliere il lato bello di ogni cosa. Gli piaceva mangiare bene, bere buona vodka, adorava le macchine veloci. Coltivava una quantità di interessi: il gioco degli scacchi, i libri, i quadri. Io ho soltanto un vecchio dragone e una casa che sovrasta una baia. Gli hanno sparato a Berlino. Ho reagito alla sua morte con violenza. C’è stato un periodo in cui uccidevo senza ragione, come se in quel modo potessi ridargli la vita.”
Ecco l’ultima bambola, pensò Monica.
“Ma per te soffrirò di più.”
Aleksandr si alzò dal letto. Il suo viso era una maschera di pietra. “Domani.”, disse. “E non sarà Aglaja. Questo te lo prometto.”
“Grazie.” Monica gli sorrise. Una morte rapida, indolore. Certo, avrebbe preferito vivere, voleva disperatamente vivere, ma quello era il suo destino, e quando era entrata a far parte della CIA era stata più che consapevole che sarebbe potuto succedere. Lodge non c’era più, ora toccava a lei.
Gli tese le braccia. “Rendimi felice per l’ultima volta.”
“Sei una donna straordinaria.”, disse Aleksandr mentre si chinava per stringerla forte a sé.
Alle otto e venti minuti, il direttore dell’FBI ricevette una telefonata. La linea era ultra sicura. L’uomo che lo stava chiamando in quel momento si trovava a Langley, chiuso in un bagno.
La conversazione fu breve. In realtà, parlò quasi sempre l’uomo della CIA.
Dopo aver riattaccato, il direttore compose un numero che solo cinque persone al mondo conoscevano. Quando risposero, disse: “Voglio parlare con il presidente degli Stati Uniti. E subito!”
Dieci minuti più tardi, Yarbes accostò e spense il motore della BMW.
“Gli ordini sono chiari.”, disse rivolto al suo compagno. “Niente fuochi di artificio. Un’operazione pulita. Lui deve scomparire; in quanto alla donna, Janice o come diavolo si chiama, la consegneremo ai federali. Prima, però, la porteremo a Langley dove sarà condizionata in modo che creda di essere stata lei a uccidere quell’ubriacone.”
Thompson scosse il capo, scontento. “Con una bomba sarebbe stato molto più facile.”
“E se Squire fosse viva?”, ribatté Yarbes. “Coraggio, muoviti.”
Thompson si tolse i vestiti e indossò una tuta da tecnico della centrale elettrica, quindi scese dall’automobile dirigendosi verso il cottage.
Il sole illuminava la casa e traeva bagliori scintillanti dalle fredde acque del piccolo lago.
Alle otto e trentadue minuti – ora locale -, Vladimir Putin entrò nel suo ufficio, sollevò il ricevitore e convocò Dmitriy. Mentre lo aspettava prese un bicchiere e lo riempì d’acqua.
“Notizie di Matrioska?”, gli domandò quando questi fu al suo cospetto.
“Nessuna.”
Ciò ovviamente non significava nulla. Aleksandr Sergeivic Stavrogin non avrebbe mai tentato di stabilire un contatto prima di aver lasciato gli Stati Uniti.
Putin contemplò pensieroso il bicchiere. Si rimise in tasca la moneta. “Presto ne avremo. Lui non può fallire.”
Dmitriy biascicò qualcosa e Putin capì che era già ubriaco: non era un segreto che in un cassetto della scrivania conservava sempre una bottiglia di vodka.
Lo congedò e chiamò la segretaria.
“L’imprenditore italiano ha confermato la sua presenza per questa sera.”, annunciò la donna.
Putin assunse un’espressione divertita. “E canterà ancora quelle canzoni napoletane!” Sorrise e, sebbene lavorasse con lui da anni, la segretaria rabbrividì. Non si era mai abituata al suo sorriso gelido.
Vladimir avrebbe dovuto rinunciare a un torneo di judo che avrebbe sicuramente vinto. “D’altra parte ne vale la pena.”, considerò fra sé il dirigente del KGB.
All’italiano piacevano le belle donne: gli avrebbe fatto conoscere Dobrava.
Tirò fuori nuovamente dalla tasca la moneta. La mise nel bicchiere e la recuperò con i denti.
Alle otto e quarantaquattro minuti, il presidente degli Stati Uniti si stava massaggiando delicatamente le tempie. Non poteva sbraitare, come avrebbe voluto, contro i direttori dell’FBI e della CIA. Poteva cacciarli, certo; ma il momento internazionale era delicato e non era il caso di provocare anche una crisi interna. Aveva appena finito di parlare al telefono con entrambi. L’uno aveva lanciato pesanti accuse che l’altro aveva respinto con sdegno. Li aveva convocati per le cinque di quel pomeriggio, esortandoli a non muovere un passo finché non si fossero incontrati di persona.
Questo non valeva per Yarbes, decise il capo della CIA.
Alle otto e quarantasei minuti, Thompson completò il giro del cottage, dal quale non aveva ricavato informazioni particolarmente utili. Le finestre erano tutte chiuse, anche se quella del soggiorno aveva le tende scostate; sul retro c’era un ingresso secondario che immetteva nella cucina. Pur tenendosi a debita distanza, era comunque riuscito a individuare tre persone, un uomo e due donne. Monica Squire in effetti era viva, la riconobbe subito benché ignorasse che si fosse tinta i capelli di biondo. Sedeva su una poltrona. Gli altri due erano in piedi e gli parve che stessero litigando. La donna era agitata e paonazza in volto, l’uomo manteneva un’espressione impassibile. Gli tornò alla mente quello che gli aveva risposto Yarbes, quando lui gli aveva domandato se non sarebbe stato meglio catturarlo invece di ucciderlo.
“Non conosci la sua storia. Non parlerebbe mai. Ed è probabile che abbia con sé una capsula di cianuro.”
Thompson stimava il collega, malgrado a volte lo trovasse inquietante. Aveva sospettato di Dan Capshaw analizzando il suo stile di vita: Capshaw si era dimostrato cauto, ma non abbastanza. Certi acquisti natalizi non erano in linea con il suo salario. Yarbes, però, gli aveva mentito promettendogli una prigione federale. Aveva obbedito agli ordini, naturalmente, ma non aveva esitato a sparargli a sangue freddo.
Thompson gli indicò la porta della cucina, segnalandogli che non c’erano fili di nailon tesi sopra la neve.
Poi suonò al campanello e attese che venissero ad aprire.
Con piglio narrativo ci fai entrare dove di solito entrano in pochi e ne escono sani…pochissimi….un saluto dal solito Salvatore…
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Anche in MATRIOSKA riesci bene. Ho letto un po’, ed il tuo stile è perfettamente in linea con la vicenda: è stringato, asciutto, essenziale. Hai il dono di adattare il tuo scrivere ad ogni situazione, rispettando la diversità di temi. Sembri quasi Sephen King, di cui in passato ho letto un paio di libri.
Dimmi un po’ di te. Cosa ti ha portato a scrivere? Da quando hai iniziato? Sei autodidatta? Che studi hai fatto?
Scusami per le domande, ma mi sono utili per inquadrarti meglio da scrittrice.
La tua foto è solare, luminosa, ed emana un fascino che definirei più da donna dell’est, che mediterranea, della quale, però, devi possedere abbondante passione.
Devi essere gioiosa, proprio come palesi nel tuo profilo, con una gran voglia di vivere, che trasmetti in chi, sempre in foto, ti guarda.
A bientot, … per stare sempre con i francesi!
Un baiser.
Cesare
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@ SALVATORE RIZZI mi trovi concorde sul fatto che sia estremamente difficile uscire indenni da certe situazioni.
Ciò che è sicuro è che, se avevo una possibilità su un milione (o un miliardo) di essere pubblicata dalla Mondadori, dopo questo capitolo con l’incontro fra Putin e “l’imprenditore italiano” che ama le belle donne, essa è svanita 😛
Grazie, “vecchio” Sar, e buona domenica!
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@ CESARE troppo buono.
Scrivo da quando era ragazzina: dapprima romanzi horror, in seguito – su Splinder – racconti e poi altri romanzi, “Lesbo è un’isola del Mar Egeo”, “Un sogno americano” e “Alex Alliston”. Ora mi sono data allo spionaggio e sono contenta che la tua impressione sia positiva.
Un caro saluto.
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Ale, grazie per la premura. Per motivi vari sono stato assente dalla rete per un po’ di tempo e oggi ho fatto una scorpacciata dei tuoi ultimi post. Bravissima, come sempre!
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@ URIEL meno male che non hai fatto un’indigestione 😛
Grazie a te, amico mio ^^
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Un ulteriore capitolo bellissimo in perfetto stile AnneHeche. Ci stai tenendo sulle spine per riservarci il colpo d’effetto finale. Nessuna ipotesi su come andrà a finire.
Micidiale l’accenno all’imprenditore italiano che canta canzoni napoletane ..
Un grandissimo abbraccio
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Allora ci siamo. resta da stabilire se siamo ad Alamo e i buoni questa volta hanno la giubba del geeneralissimo Sant’ Ana. Insomma bisogna decidere chi lasciamo sul terreno, perché giunti a quasto punto temo che il finale sia di quelli che lasciano l’amaro in bocca.
In un mondo come quello dello spionaggio il più pulito ha la rogna e dunque ciascuno porterà le proprie motivazioni nel momento che inizieranno le danze. Quelle dure.
Aleks si é già assunto una grande responsabilità, la più grave e dolorosa. Eliminare chi gli ha dato un momento d’umanità, un momento in cui si é risentito uomo, al di la di ruolo e personaggio.
Monica tesse e disfa il bilancio della propria vita come Penelope. Rimpiange il suo Ulisse, che questa volta non vorrà salvarla, ma ha ricevuto un ultimo atto compassionevole.
L’altra é solo é solo Atropo, che gusta solo il momento di tagliere il filo non solo della vita di Monica, ma anche delle residue illusioni di Aleks. Sempre che glene siano rimaste.
Yarbes dovrà gettare la sua eventuale bontà, dimenticare la pietà, anche per chi la merita eventalmente.
E’ chiamato anche lui a una dura prova e già sa che non si tratta solo di affari.
L’orologio gira e il tempo ha vestito i panni dell’assassino.
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@ NEWWHITEBEAR ti confesso che mi sono messa a ridere quando ho scritto quella frase. Beh, ogni tanto un guizzo di (perfido) umorismo non guasta.
La puntata di domenica prossima scioglierà molti nodi.
Ti ringrazio infinitamente e ti abbraccio.
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@ CAPEHORN non so quanto Yarbes sia buono…
D’altronde lo hai detto tu: è difficile trovare un agente segreto provvisto di nobili sentimenti. Forse, Lodge costituiva un’eccezione, dato che alla bravura professionale univa un animo compassionevole – entro certi limiti.
Aleksandr non può risparmiare Monica, anche se ucciderla gli costerebbe molto: da sempre, è abituato a obbedire agli ordini e a portare a termine con successo le sue missioni.
Vedremo se sarà lui a prevalere, o Yarbes, o invece…
Grazie di cuore, Carlo.
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Mi pare…tu abbia ragione…salutoni….
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@ SALVATORE RIZZI desidero aprire una parentesi: al di là del racconto che è naturalmente una storia di fantasia, io cerco di essere obiettiva nei confronti delle potenze in gioco. Dove sta scritto che gli USA erano sempre i buoni e i sovietici sempre i malvagi?
Ciò detto, sogni d’oro, Sar*
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Si sta per arrivare all’apice della storia. forse… conoscendo la tua imprevedibilità è meglio non esporsi! 😛 Racconto avvincente 🙂 Per me il russo non cascherà in un trabocchetto così classico come il tecnico che suona per controllare… Staremo a vedere 🙂
http://www.wolfghost.com
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Monica sta vivendo un momento difficile: le rivalità fra donne, a volte, sono più insidiose delle ripercussioni di tipo spionistico. Matrioska sarà la chiave per la salvezza? Ma Monica è ricercata dalle alte sfere, la puntata termina con quest’indizio.
Avvincente, intrigante, una lettura che non lascia spazio ad interruzioni, uno stile sempre più accattivante, bravissima!
un caro abbraccio
annamaria
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Peccato essere arrivato solo al finale! Le puntate andavano centellinate un po’ alla volta, per gustarle ed approfondirle meglio! 😦
Cesare
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Buon mattino Alessandra, ti seguo sempre con passione e curiosità, ma non
penso affatto che la tua mirabile penna scriverà la “fine “di Monica.
Sono certa che il bel ed enigmatico Aleksandr troverà un escamotage per salvarla.
In guerra e in amore tutto è concesso
Baci baci
Mistral
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…Complimenti, ci vuole un bel coraggio per affrontare un genere come questo e non cadere in certi stereotipi che rimandano ad una sorta di 007! Io non credo che ne sarei capace, mi piacciono le storie di spionaggio, ma per me sono ad un altro livello…Sarebbe bello che la protagonista riuscisse a salvarsi dalla sua sorte e che vivesse liberamente la sua storia d’amore…ma sarebbe troppo scontato. Chissà come finirà…
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Non credevo che avresti mai messo in mezzo la politica. Sono sorpreso.
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Capitolo muy muy gustoso. Monica è fantastica. Ma davvero nelle alte sfere si preoccupano della sua vita? Splendido come ha reagito alla violenza della rivale. Non avendo la forza fisica per contrastarla, le ha sparato in faccia la più classica delle frasi femminili: “lui mi ha scopato alla grande”. Pronta a pagarne le conseguenze, ma era una soddisfazione che andava tolta. Fisicamente sarà anche la più esile delle due, ma che temperamento! Alla prossima, con un pizzico d’ansia…
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Capitolo che ho letto e riletto con intensita…
Bellissimo e sempre più avvincente, curiosa di sapere ora cosa
succederà….
hai una vena Alessandra nel raccontare, nel narrare che ogni volta sorprende
e affascina…
Un abbraccio cara e buon inizio di settimana!
Michelle
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Sono del medesimo avviso…..a presto….Sar….
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@ WOLFGHOST caro lupo, bisogna anche considerare che nel frattempo Yarbes non se ne starà in macchina…
Grazie 🙂
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oooh, per una volta ti sei sbilanciata in anticipo! 😛 Bene, bene, e vediamo cosa combinerà il nostro Yarbes! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST per una volta sì. Mi sono un po’ tradita 😛
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@ ANNAMARIA ti ringrazio molto e mi auguro che questa storia continui a piacerti.
Un abbraccio sudato 😛
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@ CESARE ma un libro non è meglio leggerlo tutto di seguito?
(O scagliarlo nel caminetto se non piace).
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@ OMBREFLESSUOSE non posso anticipare nulla. Ricorda, però, che Aleksandr è un uomo ligio al dovere. Poi… esistono anche altre strade.
Bacioni, Mistral ^^
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@ NUNZIADAQUALE quando ero su Splinder, fui ancora più coraggiosa (o incosciente?)
Infatti postai “Mille anni dopo”, il seguito del “Signore degli Anelli”. Modestia a parte, devo dire che agli amanti del fantasy piacque.
Comunque, io pubblico “Matrioska” alla domenica e un racconto al mercoledì: in questo modo chi non ama le storie a puntate trova qualcos’altro da leggere.
In luglio, tuttavia, credo che cambierò metodo in modo da finire “Matrioska” prima delle vacanze.
Grazie e un sorriso*
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@ BRUMBRU in che senso? Per lo scontro fra CIA e FBI? In ogni caso, in Afghanistan misi in bocca a Monica Squire dei pensieri miei, e quelli erano molto più “politici”. O intendi l’imprenditore italiano?
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@ KRIS è vero: sebbene sia più minuta di Aglaja, Monica ha coraggio e grinta da vendere. E poi è abituata a prenderle 😛
In Afghanistan fu bastonata per aver fatto il bagno in slip e reggiseno.
Besos e grazie!
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@ VENTIDIPRIMAVERA un abbraccio a te, cara Michelle.
E un sentito grazie per le tue care parole.
Spero di non deluderti in futuro.
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@ SALVATORE RIZZI bene.
Buon pomeriggio, “vecchio” Sar ^^
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Per risponderti, è che io faccio un po’ di fatica adesso, a leggere tanto, sia sul pc. che in libro, a causa, purtroppo, di problemi di vista. Invece, leggendo un po’ per volta, per me, è meglio.
Comunque, complimenti, per la varietà dei personaggi, la diversità delle loro personalità, l’aver inserito anche persone reali (leggi ad es, Putin).
Mi interessa la figura femminile di Monica, forte poi in quella sua risposta : “lui mi ha scopato alla grande” …
E poi la parte descrittiva, ripeto, essenziale e stringata, ma esauriente ed efficace, che ricorre in tutti i tuoi lavori letti finora! Almeno io la penso così!
Buona continuazione! 🙂
Cesare
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@ CESARE capisco e ti chiedo scusa!
Sono d’accordo, la frase di KRIS è formidabile!
Ti ringrazio ancora e ti auguro una felice giornata ^^
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i due ormai fanno coppia fissa!! … ci stai tenendo sulle spine assai … perfetto!
e poi ora Matrioska sembra il buono e yarbes il cattivone …. ma sarà poi così? … vedremo vedremo ….
a presto
ciao ciao
PP
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Ciao Alessandra,
sai che voglio sapere sempre un qualcosa di più di te. E’ utile per conoscere meglio la tua persona, ma soprattutto la scrittrice. Sono domande un po’ particolari, qualcuna anche un po’ intima, per cui se ti senti, ma io penso di sì, puoi rispondere.
Ed allora:
– Quando preferisci e ti riesce meglio scrivere? Penso di notte. Di notte c’è più concentrazione, nel silenzio che ti circonda.
-Il tuo spaziare fra horror, eros, spionaggio ecc. ecc, dice che sei dotata di molta fantasia. Questa la metti anche nella tua vita reale?
-Che tipo di rapporto hai con le donne e con gli uomini? Ti immagino molto caliente, come temperamento.
-Nelle tue note hai scritto che ami scrivere a piedi nudi. Forse vuoi stare direttamente coi piedi per terra per un fatto sensoriale?
– Riallacciandomi alla precedente domanda, qualche altra cosa di nudo deve esserci spesso in te? E che rapporto hai, in questo argomento, con te stessa? (Tosta questa!).
Ti impegno forse un po’, come se fossi davanti ad uno specchio, e ti ringrazio per le risposte.
Besitos!
Cesare
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@ POCHEPRETESE solo un po’ di pazienza e poi domenica il quadro risulterà molto più chiaro.
Grazie e ciao!
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@ CESARE dunque:
– Quando preferisci e ti riesce meglio scrivere? Penso di notte. Di notte c’è più concentrazione, nel silenzio che ti circonda.
R No. Scrivo al mattino o nelle prime ore del pomeriggio, poi sono stanca. Di notte magari incomincio una frase lasciandola volutamente incompiuta o correggo qualcosa.
-Il tuo spaziare fra horror, eros, spionaggio ecc. ecc, dice che sei dotata di molta fantasia. Questa la metti anche nella tua vita reale?
R Riservo la fantasia solo alla scrittura. Nella vita reale non sono particolarmente fantasiosa. Forse perché appartengo al segno della Vergine.
-Che tipo di rapporto hai con le donne e con gli uomini? Ti immagino molto caliente, come temperamento.
R Dipende. A volte calda, a volte gelida.
-Nelle tue note hai scritto che ami scrivere a piedi nudi. Forse vuoi stare direttamente coi piedi per terra per un fatto sensoriale?
R Mah… è un vezzo.
Diciamo che i miei piedi e le mie gambe sono il mio punto di forza, al contrario di seno e sedere ^^
– Riallacciandomi alla precedente domanda, qualche altra cosa di nudo deve esserci spesso in te? E che rapporto hai, in questo argomento, con te stessa? (Tosta questa!).
R In questo momento, pessimo!
Spero di averti accontentato.
Ciao.
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Perfetto, anche se hai, con abilità, detto e non detto, riservandoti su alcune cose: nel tuo pieno diritto!
Così il tuo punto di forza sono i piedi e le gambe, mentre seno e sedere no. Io mi permetto di dubitare un po’, perché in genere le donne sono molto esigenti con loro stesse, e non hanno l’occhio dell’uomo per giudicare.
Anch’io sono del segno della Vergine, un segno di cui non mi lamento, in sostanza. Siamo un pochino pignoli forse, ma amiamo, almeno per quanto mi riguarda, l’arte in genere e la musica.
Il rapporto con te stessa (pessimo), penso sia solo momentaneo, almeno che tu non sia troppo esigente verso di te.
A volte calda, a volte gelida, qui non ti sbilanci. Mi piace, naturalmente, pensarti più nel primo aspetto!
Grazie comunque, sei stata gentile. 😉
A bientot!
Cesare
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@ CESARE non è la prima volta che rispondo a un’intervista dicendo e non dicendo. Alcuni mi biasimarono per questo.
Ma sono fatta così…
Concordo su quanto hai detto della Vergine.
Besos * ____________ *
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Io non ti biasimo affatto. Ognuno ha il suo spazio di riservatezza. E poi, lasciare nell’incertezza su certe cose, può essere più interessante, per non dire intrigante!
Ricambio i BESOS! * ___________ *
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@ CESARE condivido la tua opinione.
Buon proseguimento di giornata.
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Un capitolo delizioso, predominante del tuo stile che incolla alla lettura, come sempre. Baci.
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@ UNIVERS un bacio e un sentito grazie.
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