La ragazza era bionda e carina. Occhi chiari, capelli raccolti a coda di cavallo, Jimmy Choo ai piedi. Si chiamava Alyson. “Era visibilmente alterato.”, dichiarò. “Si comportava in modo strano.”
L’agente dell’FBI Patrick Grant sorseggiò il caffè.
“Più che strano!”, intervenne Catherine, la cameriera. “Alla terza birra ha scaraventato il boccale per terra. Volevo sbatterlo fuori, ma lui mi ha mostrato il distintivo. Inaudito!”
Grant rimase in silenzio per qualche attimo. Ancora una volta indicò la foto sul giornale. “E siete sicure che era lui?”
Alyson annuì.
“Sicura al cento per cento.”, confermò Catherine.
“Noi abbiamo riso di lui, e forse abbiamo fatto male. Si sarà schiantato contro un albero. Poveretto.” Alyson arrossì leggermente.
“L’importante è che non abbia messo sotto qualche persona anziana.”, sentenziò indignata Catherine.
“Nient’altro?”, domandò Grant.
“No.”, rispose la cameriera, sistemandosi il grembiule. “Ha chiesto altro caffè e poi finalmente se n’è andato.”
Grant fece per alzarsi.
“Parlava da solo.”, aggiunse Alyson. “Più che altro bofonchiava.”
Grant la fissò. “Non ricorda nulla di ciò che disse?”
Alyson scosse la testa. “No. Mi dispiace.”
Davvero una gran bella figliola, pensò Grant lasciando alcune monete sul tavolo. Lucy Stevens finì di mangiare la sua ciambella. “Grazie per la collaborazione.” Guardò il collega ed entrambi si alzarono.
“Una strana frase, forse. Mi è tornata alla mente adesso.”
Grant e Stevens puntarono gli occhi sulla biondina. “Che genere di frase?”, volle sapere Grant.
Alyson si concentrò. “Non rammento le parole esatte, ma il senso era: Steve Miller è un vecchio imbecille e Monica Squire è più stupida di lui. Più o meno.”
“Steve Miller?” Grant era diventato improvvisamente molto attento.
“Sì. Il nome era quello.”
“Monica Squire?”, interloquì Lucy Stevens.
Alyson assentì con il capo. “Non credo di sbagliare.”
“Ancora grazie.”, disse Lucy.
I due federali uscirono dal locale.
Né Lucy né Patrick conoscevano Monica Squire, ma ambedue sapevano benissimo chi era Steve Miller. Un veterano dell’FBI. Un agente solido, esperto, preparato… che era scomparso nel nulla, esattamente come Paul Bradley.
Una coincidenza sospetta. Bradley era un alcolizzato, fuori di testa, e ciò che avevano riferito Alyson e Catherine lo confermava; ma Miller era un altro tipo d’uomo. Aveva lasciato in tutta fretta El Paso dopo aver visto un certo Larsen, un norvegese che a quanto risultava si trovava negli Stati Uniti per svago.
Poi era svanito.
La telefonata di Alyson aveva allarmato i vertici dell’FBI. Regnavano confusione e sconcerto. Grant pensava che Miller e Bradley fossero stati uccisi. Lucy condivideva tale opinione. Ma perché? Da chi? E cosa significavano le parole di Bradley?
Il Bureau si mise in moto.
A Quantico, il direttore dell’FBI ordinò che si procedesse a un’indagine a tutto campo.
Matrioska aveva deciso di fermarsi per tre o quattro giorni nel cottage.
Fu il più grave errore della sua vita.
Era stato spinto a ciò da due motivi: il primo, che si calmassero le acque; il secondo, quello più importante, riguardava Monica.
Aveva esitato a lungo prima di rispondere alla sua domanda, e questo per svariate ragioni. Aleksandr non amava Tamara. Gli piaceva fisicamente, le voleva bene nei limiti di quanto gli permetteva la sua indole. Ma non la amava. Non aveva mai amato nessuno, non ne sentiva il bisogno e non pensava che si sarebbe mai verificato. Voleva fare bene il suo lavoro, portare a termine con successo ogni missione – cosa che non era accaduta in Afghanistan, a causa di John Lodge -, soddisfare le aspettative di Putin, finché un giorno non si sarebbe ritirato nella casa sopra la baia a guardare il mare e a trascorrere intere giornate sul suo vecchio dragone. Non aveva altre aspettative.
Monica Squire era un’avversaria, una nemica, una donna che probabilmente lo odiava. Al pari di Aglaja si lasciava guidare dai sentimenti. Entrambe erano molto dotate, ma non possedevano la necessaria freddezza. Monica si era invaghita di Lodge – ad Aleksandr non interessava sapere se corrisposta o meno – e nella loro professione questo non era ammesso. Aglaja… avrebbe fatto carte false per andare a letto con lui, presumibilmente non per il suo aspetto ma perché nel KGB lui era un mito. Erano solo elementi di distrazione, che Aleksandr disapprovava.
Però, non voleva che Squire morisse.
Lo aveva colpito fin dal primo momento e, benché si fosse imposto di escludere qualsiasi genere di rapporto o di coinvolgimento emotivo, aveva provato un forte senso di pena quando Aglaja gli aveva raccontato nei minimi dettagli quello che le aveva fatto.
Si era detto che la sua collega aveva esagerato, ma poi aveva concluso che tutto sommato era stato giusto torturarla: Monica aveva cercato di usare il pc per avvisare Lodge. Perciò andava punita. Una lezione severa sarebbe servita da monito.
Ma, quella sera, vedendola tesa e ansiosa, dopo il litigio in macchina, il senso di pena si era ripresentato. Più forte. Monica era una bellissima donna e, sebbene fosse un’agente della CIA, aveva avvertito il desiderio di proteggerla. Di rassicurarla.
Di stringerla fra le braccia.
Si irritò per quei pensieri e, invece di rispondere all’ultima domanda, si limitò a dirle che aveva ucciso Lodge perché così gli avevano ordinato di fare. Il che era la verità.
Monica non ribatté. Ma dopo qualche minuto gli chiese ancora perché non voleva che lei morisse.
Aleksandr pensò a sua sorella. Monica per certi versi le assomigliava. Quindi, scavò nei suoi ricordi. Affiorarono sensazioni lontane, che ormai credeva di aver dimenticato. Un tempo lui era stato molto diverso. Se era cambiato, questo era dovuto in parte a Sonja. Il poliziotto… e prima ancora, la violenza nel bosco dopo la morte del siberiano. Non rimpiangeva niente di ciò che aveva fatto in seguito, non covava rimorsi né rimpianti. E adesso, con l’esecuzione di Lodge, aveva trionfato di nuovo.
Ma, attraverso quello spiraglio, fu come se una luce fosse comparsa dal passato, portando con sé emozioni che credeva sopite.
Aprì la bocca per risponderle.
Poi cambiò idea.
Si sentì libero. Autorizzato a cercare un qualcosa di non ben definito. La felicità, forse? Non lo sapeva e non gli importava saperlo.
Monica lo stava guardando con una strana espressione negli occhi.
Aleksandr Stavrogin si chinò su di lei e la baciò.
E alla fine Dan Capshaw cedette.
Che lo mettessero in prigione, che gli facessero tutto quello che volevano, purché quell’indicibile tormento cessasse.
“Dopo ti accompagneremo in ospedale.”, disse Yarbes. “Prima, però, devi parlarci di questa Janice. Lavora per il KGB?”
“Sì.”, mormorò “Danny”.
“E’ russa?”
“Credo di sì, anche se parla un inglese perfetto.”
“Qual è il suo vero nome?”
“Lo ignoro. Per me è Janice Williams.”
Yarbes si rivolse a Thompson. “Temo che dovremo ricominciare.”
“No! Lo giuro! Si è presentata come Janice Williams.” Capshaw iniziò a piangere.
Yarbes ignorò le sue lacrime. “Cosa voleva da te?”
“Desiderava sapere dove abita Monica Squire.”
“E tu l’hai indirizzata da Cooper, esatto?”
“Sì.”
“Che altro?”
“Cooper aveva un vizio. Lo avevo scoperto per caso, frugando in un suo cassetto.”
“Quale vizio?”
“Ho trovato del materiale pornografico. Era tutto incentrato sul masochismo: donne che frustavano uomini, questo genere di cose. L’ho comunicato a Janice. Lei mi è sembrata molto soddisfatta.”
“Siete proprio fantastici voi dell’OS.”, commentò Yarbes sarcastico.
“Io ho una moglie e non l’ho mai tradita.”, replicò Capshaw in un soprassalto di dignità.
Yarbes gli rivolse un sorriso gelido.
“Già. Ma hai tradito la tua patria.”
Vi ricordo il mio nuovo romanzo, “Alex Alliston”, reperibile su Ibs.
Perché comprarlo? Per leggerlo. Per regalarlo. Per il caminetto d’inverno 🙂
I primi tasselli del puzzle iniziano a combaciare.
La morte di Lodge ricade sotto la voce: lavoro. Nulla di personale.
Ma il giusto distacco non c’é più.
Due donne, due problemi.
Quale affrontare e risolvere per primo?
Quello di Monica , la nemica, viene affrontato male. Mai mescolare dovere e piacere, anche se per una qual forma di compassione.
Quello con Aglaja? A quanto pare alla domanda Alek ha già dato una risposta: é solo per il potere e per ciò che ne potrà conseguire.
La mossa del cottage in effetti é sbagliata. Più miglia si mettono tra loro e l’Agenzia, meglio é, ma non tutte le ciambelle escono con il buco.
Invece di buchi, le ciambelle dei ragazzi di Hoover, sembra che inizino a trovarne.Come pure i sistemi di mr. Yarbes pare diano frutti.
E’ una sporca faccenda e sarà diffiicle rimanere con le mani pulite.
Nessuno sarà escluso.
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Tre episodi distinti ma legati tra loro da un filo invisibile. Tutto ruota intorno a Monica, gli altri sono i fondali. Tre episodi diversi come taglio e stile ma tutti accomunati dal quello scrivere fluido e scorrevole che ti caratterizza.
Aspettiamo il seguito.
Un abbraccio
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Il sentimento represso esplode ed era ciò che si attendeva, Monica è il perno di questa storia, oltre Aleksandr. Le vicende s’intrecciano, corrono insieme e fanno parte dello stesso filo conduttore. Una storia fatta di spionaggio e di sentimenti, una storia sempre più bella perché è la tua scrittura scorrevole a renderla tale, una scrittura di qualità.
Brava!
un abbraccio domenicale
annamaria
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Un intreccio intenso ed emozionante. Un saluto da Salvatore.
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@ CAPEHORN per una volta ho letto tutti i commenti fin qui pervenuti. (Intendo tutti insieme, uno dopo l’altro. D’abitudine mi soffermo su un commento alla volta). Beh, è bello ricevere simili attenzioni!
Aleksandr ha ucciso Lodge su ordine di Putin (il dialogo in questione appare in uno dei capitoli precedenti). Perciò, giustamente, non vi è nulla di personale. Mai per Matrioska… tranne Monica Squire.
Yarbes da un lato, l’FBI dall’altro – idea dei “Ragazzi dell’Officina”- e Aleksandr nel mezzo. Ma come reagirà Monica al bacio?
A domenica prossima.
E grazie!
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@ NEWWHITEBEAR il filo, in effetti, c’è. A questo punto, lo scenario vede CIA e FBI contrapposti. Ma soprattutto vede Monica Squire baciata dal suo “peggior nemico”. Nel prossimo capitolo, scopriremo cosa succederà fra loro due. E Aglaja? Un altro punto interrogativo.
Ti ringrazio ^^
Un caro abbraccio*
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@ ANNAMARIA dopo la scomparsa di Lodge, Aleksandr e Monica occupano la scena… in attesa di Yarbes, che sarà protagonista sino alla fine.
Grazie per le tue belle parole!
Un bacio grande * ______________ *
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@ SAR ti ringrazio di cuore, “vecchio” Salvatore.
Felice serata!
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Molte domande ma ancora poche risposte..
Intrecci su intrecci che fluiscono per ora su Aleks e Monica
sempre più interessanti, ma che sembra non essere sempre cosi..
Che ruolo avrà in tutto questo Yarbes…
Sa tenerci sulla corda come sempre!
Bravissima cara!
Gros bisous ma chère amie et bonne soirèe
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA Yarbes avrà un ruolo assai importante, cara Michelle. Per il momento, invece, non so quanto spazio occuperanno le indagini dell’FBI. E poi, chiaramente, su tutto, ci sono loro due: Aleksandr e Monica.
Ti ringrazio moltissimo.
Bisous, chèrie ^^
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Molto bello, avvincente; stile piano, scorrevole. Narrativa decisamente da leggere d’un fiato.
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La parte che personalmente continuo a trovare più appassionante è quella tra Aleksandr e Monica, immagino sia inevitabile 😉 Ma costruisci molto bene anche le altre parti, si capisce che porteranno a sviluppi importanti…
http://www.wolfghost.com
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@ PAOLO SECONDINI benvenuto nel mio blog, e grazie!
(Sulla destra del template, alla voce “Categorie”, ci sono i riassunti: entrambi dedicati a questa vicenda).
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@ WOLFGHOST caro lupo, penso anch’io che sia inevitabile: è la struttura stessa della storia che porta a questo. Come è vero che le altre parti sono destinate comunque a lasciare un segno, più di un segno, direi.
Ti ringrazio per la tua attenzione e per le gentili parole che mi dedichi 🙂
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Son dovuto andare a vedere nel web cosa fossero le jimmy choo. Sallo.
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Dopo Lodge, incespica in Monica anche Matrioska….
Uhm. Non ci sono più le spie di una volta…. quelle fredde e calcolatrici per davvero. 😉
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Saluti da Salvatore, detto….Sar…
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Non ci sono alternative, per saperne di più e appagare i dubbi ed avere più certezze devo aspettare domenica. Aspettero’!^-^
Un abbraccio
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@ BRUMBRU non si può conoscere ogni cosa…
E comunque informarsi non fa mai male 🙂
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@ SAR ciao!
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@ CLE REVERIES spero che l’attesa porti a qualcosa di positivo.
Due abbracci ^^
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Ti seguo come un segugio, e sperando una liaison (sono romantica e sognatice)
tra Aleksandr e Monica, ti rinnovo i miei complimenti.
Brava brava
Baci
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE un segugio affascinante, cara Mistral 😛
Vedremo come andrà a finire fra Aleksandr e Monica, ma ci sono molti fattori in gioco, CIA, FBI, Aglaja… e Monica stessa!
Grazie e bacioni ^^
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Il gioco si complica. Complimenti come sempre 🙂
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@ URIEL verissimo: si complica molto!
Ti ringrazio, amico mio 🙂
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Tutto bene?
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Si è ingarbugliata (ma con una certa linearità) la situazione di alcuni personaggi, soprattutto per Monica. Ma la vicenda continua a scorrere con fluidità e una certa mirabile precisione nel registrare gli eventi. Vedremo cosa succederà nelle prossime puntate ma ci sorprenderai ancora. Baci, cara.
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@ SAR sei molto gentile.
Diciamo: inscì…
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@ UNIVERS nella prossima puntata ci sarà ampio spazio dedicato ai pensieri – e alle pulsioni nascoste – di Monica. Mai ingannare i lettori: questo è il mio primo “comandamento”!
Bacioni e grazie ^^
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Bene: credo che gli amici ai quali interessa “Matrioska” siano passati tutti, eccetto forse uno.
Quindi, adesso un racconto.
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Mi piace! Monica è ormai l’eroina della storia, ma come se la caverà? Avrà un altro scontro fisico con la rivale? In quel caso avrebbe poche possibilità di spuntarla, forse solo un intervento esterno, ed è chiaro di chi, potrebbe salvarla.
Attendo con ansia. Ciao!
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@ KRIS devo ancora scrivere la puntata di domenica, comunque le tue deduzioni sono esatte.
Ciao e grazie!
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eccoci finalmente, tutto di complica di nuovo, FBI, CIA, amore, morte, dovere, paura, sospetto, ….e matrioska che cede ….si salvi chi puo?
ora volo all’episodio odierno …. vado vado … e vediamo casa farà monica ..e la sua contentente russa … ciaooooo
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@ POCHEPRETESE hai recuperato tutto, caro amico 🙂
Ti ringrazio!
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