Quando uscì dalla chiesa, Domenico Santarelli scansò con fastidio un mendicante. Il povero vecchio gli aveva chiesto due euro per comprarsi un panino imbottito, erano quasi tre giorni che non mangiava e stava morendo di fame. A Santarelli non interessavano minimamente i problemi degli altri; era un uomo realizzato, molto ricco, e aveva costruito la sua fortuna elargendo prestiti a tassi di interesse elevatissimi. Era duro e senza scrupoli, e alla soglia dei sessant’anni non intendeva modificare la sua linea di condotta, da sempre improntata sull’egoismo.
Sbrigò le ultime pratiche in ufficio, passò dall’agenzia di viaggi per prenotare il capodanno a Montecarlo e rincasò. Quella sera aspettava una visita importante ed era eccitato e compiaciuto. Gli avevano telefonato due giorni prima, informandolo che l’Ordine al Merito del Lavoro e l’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, congiuntamente, avevano stabilito di conferirgli un doppio cavalierato. Sarebbe passato da lui un funzionario per rivolgergli qualche domanda, ma solo a titolo di formalità, dato che la decisione era già stata presa. Santarelli pensava che quello era il grande coronamento della sua vita, un’onorificenza che lo avrebbe definitivamente elevato al di sopra della massa: al denaro si sarebbe aggiunto il prestigio.
Il citofono suonò alle otto in punto. “Bene.”, pensò Santarelli. Amava la puntualità. Pochi minuti dopo la cameriera introdusse il suo ospite nello studio. Era un uomo alto, vestito in modo elegante, e di modi raffinati e cortesi. Scuro di capelli, aveva un viso dai lineamenti fini e strani occhi dal colore indefinibile. Si strinsero la mano, e il funzionario si accomodò davanti alla scrivania, dove Santarelli aveva preso posto.
“Mi chiamo Marco Giudice”, esordì il nuovo venuto. “Non le farò perdere troppo tempo, perché immagino che lei debba ancora cenare. Solo alcune domande di prammatica.” Santarelli annuì. Voleva controllare ancora alcuni conti, e perciò era lieto che quell’incontro non si protraesse troppo a lungo. Il signor Giudice tirò fuori da una cartelletta un foglio, inforcò gli occhiali e disse: “Per quanto riguarda il primo cavalierato non ho nulla da chiederle, conosciamo la sua situazione patrimoniale e abbiamo valutato con attenzione il corso della sua carriera. Venendo all’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, vorrei solo sapere se lei ha fatto della benificenza, se ha aiutato delle persone in difficoltà, se ha chiuso un occhio su qualche rata pagata in ritardo; penso di conoscere già le risposte ma, come le avevo anticipato al telefono, questa è da sempre la nostra prassi.”
Santarelli sorrise con aria condiscendente. “Sono un benefattore nato.”, rispose sorridendo fra sé per quell’evidente menzogna.
“Lo immaginavo!”, esclamò Giudice con espressione soddisfatta.
“Ho soccorso moltissime persone in difficoltà.”, proseguì Santarelli, pensando a quante volte aveva rifiutato anche il più piccolo aiuto a gente disperata che aveva pianto davanti a lui. Quelle suppliche, quella mancanza di orgoglio, lo avevano sempre disgustato.
“Bene!”, disse Giudice. “E per le insolvenze?”
“Se fossi un pescecane, oggi sarei molto più ricco.”, rispose Santarelli. “A causa della mia generosità ho perso moltissimi soldi, ma mi creda, ne sono orgoglioso.” Aveva mandato sul lastrico numerose famiglie, ignorando lacrime e preghiere.
Giudice si alzò dalla sedia. “Allora abbiamo finito!”, annunciò giovialmente avviandosi verso la porta. Poi si fermò. “Che sbadato che sono!”, disse, riavvicinandosi alla scrivania. “Dimenticavo due cose. Come avrà notato non ho preso appunti, perché sapevo che non era necessario. Ho già con me gli attestati, le avevo pur detto che si trattava solo di una formalità.” Gli consegnò una busta sigillata. “La seconda cosa… è che questa mattina io ero davanti alla chiesa.”
Si voltò e uscì dallo studio, mormorando un “A presto!”, di cui Santarelli non comprese il senso.
Ma non era importante. Aprì la busta con impazienza. Mentre estraeva la lettera, capì all’improvviso il motivo per cui aveva trovato strani gli occhi di Giudice. Uno era verde, l’altro marrone. Ripensò a quella curiosa frase: “Questa mattina io ero davanti alla chiesa”. Scrollò le spalle e incominciò a leggere.
Subito sbiancò in viso.
La missiva diceva: “Sono lieto di annunciarle che lei morirà questa notte. La aspetto.”
Al posto della firma c’era una sigla.
Lcf
UNA VISITA IMPORTANTE
16 Maggio 2012 di Alessandra Bianchi
52 Risposte
Semplicemente “Divino”, se mi passate il termine; soddisfacente e a tutto tondo e soprattutto, attualissimo.
Posto che esista, Mr. Lcf (il più luminoso) dovrebbe avere un carnet pieno di “visite” a domicilio e forse senza alcun preavviso di sorta, in considerazione dei tempi correnti. In mancanza di “Quel” prezioso elemento di giustizia equilibratrice, ci delizieremo con questa lettura affascinante e molto auspicabile.
Se, infatti, l’aldiqua non riesce – anzi peggiora – situazioni di “signoraggio” sui propri simili, sarebbe auspicabile, almeno (considerata l’iconografia classica), che l’aldilà possa provvedere immantinente e senza sconti.
Gradevolissimo e corroborante.
Probabilmente, nei prossimi giorni, ci apposteremo all’ombra del Sagrato di qualche tempio di Dio, per raccogliere “testimonianze et similia”. Lcf potrebbe divenire un nostro interlocutore privilegiato!
Ma questo è un racconto, non una speranza …. né una promessa.
(Il Vostro link per il Libro mia Signora).
Cordialità
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@ NINNI RAIMONDI il signor LCF svolge correttamente il suo lavoro, come da accordi presi a suo tempo. Giustamente, di questi tempi il “luminoso” è assai indaffarato…
Vi ringraziammo di cuore, augurandoVi una fine di giornata radiosa!
(Il link… non è che sia molto considerato, e lo stesso posso affermare della copertina sulla destra del template…)
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Cara Ale, una volta mi capitò che un ragazzo mi chiedesse un obolo, gli chiesi: “cosa ne devi fare?” Mi rispose, devo mangiare, allora gli dissi: “ti compro un panino io?” Il giovane era in stato di confusione evidente, credo fosse drogato, al che mi rispose, nò, voglio i soldi, lasciai perdere, non potevo aiutarlo a drogarsi. Comunque, rifuggo l’obolo, sono per una società dei diritti, come sai. Ciao. “Bello il racconto!”
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@ SAR e bellissimo ciò che hai fatto!
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ahah me lo ricordo! Bellissimo! Ricorda il bellissimo Angel Heart, ascensore per l’inferno 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST che magnifico complimento, carissimo lupo 🙂
Grazie!
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Lcf = Lurido cornuto fottuto?
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Ciao….non esagerare, altrimenti mi confondo.
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Un racconto bellissimo, di grande attualità ( ma anche nei tempi andati non c’era grande differenza).
Io odio chi non porge un piccolo aiuto. Non la chiamo elemosina perchè è degradante.
Se qualcuno chiede, allungando la mano, credo sia nel vero bisogno. Non sta a me giudicare che ne farà poi.
Porgo ciò che posso, lascio un saluto e un sorriso. In quella persona potrebbe celarsi chiunque…Un re o un disperato. io li rispetto entrambe.
Ciao cara, un saluto affettuoso
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@ BRUM a libera interpretazione 😛
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@ SAR quando è giusto è giusto…
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@ OROFIORENTINO le tue parole sono molto belle, cara!
Ti ringrazio e ti abbraccio ^^
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Bel racconto da leggere e poi raccontare.
Il tuo modo di scrivere ormai mi ha già conquistata.:-)
Ma la limpidezza della narrazione di questa storia, priva di sbavature, solo particolari accurati e caratterizzanti che mettono in luce la malvagità e l’avidità del protagonista, a mio parere, la distinguono dalle altre. Ha una morale finale che è un esempio da raccontare. La giustizia sull’uomo arriva sempre, anche se sussurrata e senza che nessuno se ne accorga.
BRAVO, BRAVO !!!
CLAP, CLAP CLAP !
Just a kiss with a hug!!!
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@ CLE REVERIES grazie, mia cara amica!
A parte i complimenti, che ovviamente mi fanno molto contenta, ho apprezzato la tua analisi “morale” che condivido appieno.
Lots of love*
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Ci vorrebbero tanti signor Santarelli, fuori dalle chiese, all’interno dei vari enti, insomma sparsi come giustizieri per riportare l’equità ormai perduta. Ma non sarebbe giusto augurare la morte, piuttosto un ravvedimento, se fosse possibile. Il tuo racconto è bellissimo sia per scorrevolezza sia per il testo dal contenuto moralistico.
Bravissima!
un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA essendo questo un racconto, c’è anche la morte (benché io da sempre sia contraria alle esecuzioni, specie quelle terribili in uso negli Stati Uniti, dove il condannato aspetta anche dodici anni).
Ci vorrebbero uomini migliori, ecco.
Grazie di cuore e un abbraccio a te!
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Perdonate l’intrusione, mia Signora.
Dodici anni, asserite?
Spiace dover deludere la Vostra proverbiale delicatezza, sensibilità e benevolenza, di fronte “al Fato” e al mondo sociale in generale.
La più antica Democrazia dei tempi moderni, batté – proprio su questo, doloroso, tema – se stessa.
A tal fine Vi depositammo un lancio ANSA, in data 16 Febbraio 2012.
“ (ANSA) – WASHINGTON, 16 FEB – Un condannato a morte sessantenne è stato giustiziato ieri notte in Florida per lo stupro e l’omicidio di una giovane donna, oltre trent’anni dopo i fatti. Lo hanno annunciato fonti del penitenziario di stato.
La morte di Robert Waterhouse, ucciso con una iniezione letale, è stata pronunciata alle 20:22 locali (le 2:22 di oggi in Italia), ha annunciato un portavoce. La Corte suprema aveva respinto l’ultimo ricorso del condannato mercoledì sera“.
Trent’anni sono, proprio, tanti, non trovate?
Viene da chiedersi da quale parte insiste il “Crimine più orrendo” (posto che si possa fare riferimento ad una “scala” qualitativa del crimine).
Buona giornata e radiosità.
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@ NINNI RAIMONDI Milord, l’America è un Paese strano. Di fatto, è la più antica democrazia del mondo – lasciamo perdere l’Inghilterra, per carita!
Sconfigge i nemici e poi li soccorre (Germania, Italia, Giappone).
Ha un sistema giudiziario apparentemente perfetto… la presunzione di innocenza, i diritti, etc. Poi, però, partorisce ignominose nefandezze, fra cui quella da Voi denunciata. E, inoltre, per godere di un processo veramente equo, bisogna essere ricchi. Ricordo il sostituto procuratore Harrison Ford che per assumere un degno avvocato fu costretto a impegnare la casa. Un sostituto procuratore! Non un povero operaio.
Radiosità!
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Se lo dici tu! Ciaoooo…
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Che bellissima pagina!!
Sono sicura che non farai morire il signor Santarelli…perchè il giudice finalmente gli insegnerà cos’è la paura e la tribolazione e diciamola tutta un pò di giustizia per le persone aride ed egoiste ci vuole.
Dolce notte!!!!
♥ vany
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Dickensiana!
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hehe, è sempre bello leggerti, quando poi c’è anche quel tocco di giustizia a cui tutti si anela è anche divertente 😉
P.S.
Un paio di mesi fa mi ha fermato un africano, bello in carne, mi ha guardata e mi ha detto “ho fame, ho tanta fame”, io lo so la fame dei grassi è terribile, così gli ho comprato un panino e lui mi ha ringraziata e da quel giorno non ha più smesso di bazzicare per la zona.
Qualche giorno fa mia mamma tornando dalla spesa è quasi scivolata, ma due braccia forti l’hanno sorretta “sorella, devi stare attenta” gli ha detto lui.
I favori tornano sempre anche se a volte chi li fa tornare non sa di essersi sdebitato 😉
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@ SAR sì, lo dico io!
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@ ROMANTICAVANY il racconto finisce qui, ma mi piace molto la tua interpretazione.
Kiss ^^
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@ LILLOPERCASO certo, cara Dani! E’ uno dei miei autori preferiti e l’ho citato anche nel mio libro “Alex Alliston”.
Besos*
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@ TARTARUGOLA mi hai commossa! Veramente.
Che bell’episodio ^^
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Concordo con BOCCA, ciao Ale.
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@ SAR non ne dubitavo 🙂
Ciao, “vecchio” Salvatore!
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Apprezzo questa pagina, è scritta con quell’onestà che rifugge al sotterfugio delle mezze parole. La realtà si rispecchia nelle diverse esperienze che ci possono coinvolgere ogni giorno … credo che qui, in questo racconto di Vita, l’Anima riservi un piccolo Canto di rivalsa nei confronti di quella cattiveria che vive e respira di altre vite.
Ale, il tuo modo di scrivere è semplicemente Vero, come sei vera Tu, l’ho già detto e lo ripeto, hai un Dono che ci regala tesori e riflessioni da custodire.
Ti Auguro un sereno fine settimana
I Miei Rispetti
Ni’Ghail
Slàn
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Il paradosso è che invecchiando è migliorato, come il vino! Baci….
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Ehm, non ha preso il commento?
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Ah, ecco, dicevo giust’appunto …
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Ringrazio per lo spaccato di “una delle mie tante” giornate lavorative.
Grazie, grazie, mi sento illuminato da codesta attenzione.
La prossima volta, assumerò un’altra identità: “Marco Stretto“.
Alcune volte funziona meglio del “Giudice”.
Radiosi saluti da quaggiù (Ma giù parecchio …)
Lucio Fero
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Leggerti è sempre splendido di qualsiasi cosa si tratti…
Racconto trascinante e piacevolissimo, ottima morale!
Je te souhaite ma chère amie une très belle fin di semaine.
Bisous!
Michelle
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@ Ni’Ghail
i tuoi commenti sono sempre poesia! Ti ringrazio di cuore per le tue magnifiche parole e ti abbraccio!
Slàn*
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@ SAR data la mia età, questo non lo so: però mi fido di te!
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@ LUCIFERO buon giorno, Messere.
Io ho avuto modo di conoscervi anche come Woland e pure in quell’occasione vi apprezzai molto 😛
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie, Michelle ^^
Bisous, chou * __________ *
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ricordavo questo racconto, ma è stato bello rileggerlo.
un saluto e un abbraccio
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@ FANTASIA che bello rivederti, cara amica 🙂
Grazie e un bacione!
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Se digiti GIORGIO BOCCA, in GOOGLE, vedi il perchè. Ciao da Sar.
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@ SAR ok: obbedisco.
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Mica siamo al militare!!!!!!!!!!!!!!!!! Ciaoo…..
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@ SAR comunque ho appreso!
Ciao ^^
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Non si può mai stare tranquilli.
Buona notte, Anne.
Qpl
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@ QUOU è vero 😛
Buona domenica ^^
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Commento in ritardo: sono a cannes per seguire il festival del cinema.
Per chi volesse sposorizzare la mia vacanza, questa mattina sarò sui gradini della chiesa di Notre-dame de bon voyage in rue Buttura
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@ MAIPISENSA beato te, amico mio!
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Bravissima, un racconto molto bello , dalla prima all’ultima parola
Anche se avevo visto giusto “guardando quegli occhi da seduttore di anime”
Baci
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE è molto bella la tua immagine: “guardando quegli occhi da seduttore di anime”!
Grazie e baci a te, Mistral ^^
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C’è attualità e realismo in questo pezzo che proponi. E’ sempre difficile capire come comportarsi con giustezza e naturalezza in certe situazioni. Bacio.
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@ UNIVERS condivido il tuo pensiero: c’è sicuramente attualità.
Kiss*
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