Come molti suoi colleghi Steve Miller non amava la CIA.
Quelli di Langley avrebbero dovuto proteggere gli Stati Uniti dalle spie russe e cinesi e svolgere il proprio lavoro all’estero. Da sempre, invece, trovavano irresistibile ficcare il naso in faccende che non li riguardavano minimamente: ordivano complotti, tramavano e condizionavano pesantemente la politica interna. Perciò, Miller non aveva informato nessuno di loro della sua iniziativa personale. Questo, però, non significava che avesse deciso di agire all’insaputa di tutti.
Paul Bradley era un alcolizzato ormai vicino alla pensione. Aveva cominciato a bere quando era morta sua moglie, Jill, e da allora si era reso sempre meno utile. A Quantico avevano chiuso entrambi gli occhi in considerazione dei suoi meriti passati e nella speranza che non commettesse infrazioni gravi. Era stata una decisione presa personalmente dal direttore dell’FBI.
Un tempo Bradley era stato un ottimo agente, perspicace, intelligente e dotato di vasto intuito. Ed era un vecchio amico di Miller. Si parlarono attraverso due cellulari ultra sicuri. Paul cercò di dissuadere Steve. Quel giorno non aveva ancora cominciato a bere ed era lucidamente consapevole che, laddove Milller avesse visto giusto, sarebbe andato incontro a un’impresa molto rischiosa. Pretese di ricevere una telefonata ogni ventiquattro ore; se Steve Miller non lo avesse chiamato, Bradley non avrebbe esitato a informare i superiori.
La telefonata non giunse. Bradley era chiuso a chiave nel suo ufficio a tracannare di nascosto del pessimo bourbon. Aveva la mente vaga e al momento non prestò attenzione al fatto. Tuttavia, sebbene fosse ubriaco, dopo un paio d’ore si ricordò di quell’accordo e prese nota del mancato collegamento. Ciò poteva significare una sola cosa.
Bradley si alzò, si infilò la camicia nei pantaloni, guardò con disgusto la sua pancia strabordante e andò in bagno a vomitare. Dopo quattro caffè dal sapore disgustoso, inventò una scusa e scomparve.
Suonarono al citofono cinque volte con intervalli di cinque secondi.
Aglaja sbirciò fuori da una finestra e aprì la porta.
Accolse con fastidio Larsen. Lo considerava un usurpatore: lei aveva scoperto dove abitava Squire, lei l’aveva messa fuori combattimento costringendola a rivelare dove viveva Lodge; per giungere a tanto aveva individuato, sedotto e ucciso un funzionario dell’Office of Security. E ora Larsen, o come diavolo si chiamava, veniva a prendersi tutti i meriti. Sapeva che Vladimir Putin stravedeva per lui e questo aveva il potere di acuire il suo risentimento. Lo salutò con freddezza, quindi lo condusse in camera da letto e gli mostrò la patetica figura rannicchiata in un angolo della stanza. Monica Squire era bianca come uno straccio, visibilmente terrorizzata e incapace della minima reazione. Gemeva sommessamente ed era scossa da continui brividi. Aveva pagato a caro prezzo il suo maldestro tentativo di ricorrere al pc. Era stata una lunga notte.
Per Aglaja infliggere dolore rappresentava uno degli aspetti più gratificanti del suo lavoro. Larsen contemplò la donna. “Ci servirà da esca.”, disse in russo.
Che scoperta!, pensò Aglaja, sarcastica. La sua avversione nei confronti di Larsen crebbe. E con essa il risentimento. Lei era giovane e brillante, una vincente nata; che bisogno aveva di un collega che le impartiva ordini scontati?
Larsen si voltò verso di lei. Suo malgrado, Aglaja distolse lo sguardo. Gli occhi di quell’uomo erano gelidi. Benché fosse risoluta e coraggiosa, Aglaja si sentì fortemente a disagio. Larsen le raccontò quanto era accaduto poco prima. Era necessario far sparire la macchina del federale, poi sarebbero andati da John Lodge. “Hai esagerato.”, dichiarò, indicandole Monica Squire.
“E’ una serva dell’imperialismo americano!”, ribatté Aglaja alzando le spalle.
Larsen si avvicinò a Monica, si chinò su di lei e le fece una specie di carezza.
Aglaja lo guardò, allibita.
Monica aprì gli occhi. Per un lungo momento non diede segno di riconoscere l’uomo alto e imponente che le stava vicino.
Poi trasalì.
“Matrioska!”
Tamara non aveva avuto più notizie di Aleksandr. E nemmeno Sonja sapeva dove ora si trovasse. Non era un fatto insolito. Succedeva spesso che lui si assentasse per lunghi periodi. Inoltre, adesso Tamara aveva appreso che lavorava per il KGB. Questo spiegava molte cose.
Una sera ripensò al racconto di Sonja.
Lei e Aleksandr erano rimasti a lungo in silenzio, nel bosco. Sonja continuava a pensare al siberiano, Sashenka osservava le piante. Sicuramente anche lui era ancora scosso.
Una folata di vento mosse le fronde degli alberi, coprendo ogni altro rumore.
I tre uomini comparvero all’improvviso.
Uno dei tre sembrava sbronzo, un altro era alto quasi due metri, il terzo cingeva fra le mani un grosso pugnale. Ciò che li accomunava era l’aria spietata e brutale. Sonja intuì che in qualche modo erano responsabili della morte del siberiano. Li avevano notati e seguiti nel bosco: i due ragazzi avevano visto qualcosa che non avrebbero dovuto vedere. Sonja capì che sarebbero stati ammazzati. Si chiese chi fossero. Spacciatori di droga, contrabbandieri, ladri, in ogni caso malviventi; ma era una domanda inutile. Non avrebbe mai scoperto il motivo per cui il siberiano era morto, dato che era attesa dalla sua stessa sorte.
Il gigante si mosse molto velocemente. Si avventò su Sashenka e gli sferrò un calcio in pieno viso. Aleksandr perse i sensi.
Poi i tre circondarono Sonja. Lei capì che, prima di eliminarla, l’avrebbero violentata. In seguito, avrebbe affrontato situazioni analoghe, fino ad arrivare a uccidere per difendersi; quel giorno, però, era paralizzata dal panico, incapace di muoversi. Avrebbe voluto scappare, ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscita… e poi non poteva abbandonare Sashenka, il suo fratellino minore, il ragazzo buono e sensibile che lei adorava.
I tre se la presero comoda. Apparve una bottiglia di vodka. Se la passavano trangugiando lunghe sorsate, ogni tanto la molestavano ma non avevano fretta: godevano della sua paura.
Il primo ad abbassarsi i pantaloni fu quello armato di pugnale.
Sonja gridò disperata, ma nessuno avrebbe potuto sentirla.
E all’improvviso vide Sashenka balzare in piedi.
Poi tutto si svolse troppo rapidamente perché lei ne avesse una chiara visione. Rammentava urla, grugniti di dolore, corpi che cadevano per terra… e lo sguardo di Sashenka: freddo, implacabile.
Molti anni dopo si sarebbe ricordata di quel giorno, quando Aleksandr cessò di esistere.
Quando nacque Matrioska.
Poi ci sarebbe stata l’uccisione del poliziotto, e tutto il resto; però ogni cosa nasceva da lì.
Tamara bevve un sorso di the e scosse la testa. Sonja era intelligente, ma ingenua.
In realtà, a livello di embrione, Matrioska era sempre esistito. Aspettava soltanto l’occasione propizia per manifestarsi in modo compiuto.
Sashenka era stato solo una crisalide.
Appassioni ed incuriosisci col solito ritmo incalzante.
Baciodomenicale.
grazia
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@ GRAZIAGARDENIA grazie, cara!
Un bacione a te ^^
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Ecco il “rientro”, in grande stile, dell’apertura del Vostro racconto, verso ulteriori strade.
La chiave di volta:
“Rammentava urla, grugniti di dolore, corpi che cadevano per terra… e lo sguardo di Sashenka: freddo, implacabile.
Molti anni dopo si sarebbe ricordata di quel giorno, quando Aleksandr cessò di esistere.
Quando nacque Matrioska“.
Ecco, attendiamo di conoscere, oltre le volte in cui l’avete descritto, “l’esistenza” (quella vera) di Aleksandr.
Di Matrioska (Mатрёшка), conosciamo i primi due volti (e mezzo, quasi tre).
Mатрёшка, però, ha nove volti. Nove sistemi per accettarsi e accettare. Uno soltanto e soltanto uno, il nono, è l’unico volto che rimarrà nascosto a quelli che non avranno la pazienza o il coraggio infernale, di conoscere o conoscerlo.
Ed è lì che Vi attendo, mia Signora, nei pressi della nona anima!
(Матрешка, однако, состоит из девяти лиц. Девять систем принимать и принимать. Только один, девятый, является единственным лицом, которое будет скрыта только для тех, кто не имеет терпения и мужества в ад, вы знаете, и знать его. Сообщение Александр)
Abbiate le nostre Cordialità domenicali, da estendere ai Vostri lettori.
Приятного дня
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@ NINNI RAIMONDI Milord, il Vostro commento è profondo e sottile, nonché assai gradito. Aleksandr è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, assieme a Phil Weir, Alex Alliston, Carrick e pochi altri (Sam Richards, forse, se avesse avuto maggiore spazio). Al momento, anzi, forse è addirittura in testa, anche se poi io cambio spesso idea.
Il nono volto di Sashenka. La nona anima. Forse sarà svelata alla fine.
Vi ringrazio e Vi auguro una radiosa domenica.
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Che suspance!
Attendo il seguito.
Buona domenica.
Giovanna
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@ ROSAOSCURA cara Giovanna, il seguito arriverà, puntuale, domenica prossima.
Grazie e felice serata 🙂
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Ho avuto l’impressione di navigare nei meandri dei servizi segreti menzionati, sempre descrittivamente capace. Un saluto dal vecchio Sar.
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@ SAR il guaio è che, a differenza di quelli italiani (peraltro, secondo me, colpevoli di vari atti nefasti), i servizi segreti americani in linea di massima sono molto efficienti. Essi sono responsabili di crisi interne e internazionali. Io cerco di darne un’idea.
Grazie, “vecchio” Salvatore.
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Lasci i tuoi lettori sempre sul più bello. E così aspettano con impazienza la prossima puntata. Due episodi ben costruiti e ben modellati. Uno al presente e uno al passato ma che si completano e integrano molto bene.
Soltio ritmo, solite analisi come piacciono a me.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR io tengo molto a questo racconto. Di conseguenza mi sforzo di scrivere al massimo delle mie relative possibilità, cosa che comunque faccio sempre. Ma qui ancora di più.
Ti ringrazio e ricambio l’abbraccio!
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Bello il racconto della genesi di Matrioska. Più che verosimile, infatti, che dopo un grande dolore si sia portati ad indossare una corazza, e divenire freddi ed insensibili.
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Il ritmo narrativo avvince e non lascia spazio a distrazioni. Il ricordo di Sonja che in un flashback ci spiega la nascita di Matrioska, nonché la parte introduttiva su Bradley e la seconda parte dedicata ad Aglaja, tutti personaggi interessanti che tu fai muovere sulla scena con competenza spionistica. Bravissima!
Buon inizio settimana
un abbraccio
annamaria
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Letto tutto d’un fiato, sempre più coinvolgente!!!
(ripasso)
****
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@ BRUM in qualche modo oscuro, ho in mente questa storia, no: questo personaggio, almeno da dieci anni.
Era tuttavia abbandonato in qualche solaio della mia mente, poi un giorno – forse al momento giusto – è venuto finalmente fuori.
Concordo con la tua analisi. Tamara, però, la pensa diversamente da te.
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Ti ha ispirato qualcuno?
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@ BRUM direi di no. Pensavo a un uomo solitario, che ama il mare del nord e la sua barca a vela; un russo facente parte del KGB; un individuo freddo, gelido, duro… ma con altri tratti caratteriali nascosti. Però, non avevo idee concrete su ciò che avrebbe fatto.
Domanda molto gradita!
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@ ANNAMARIA grazie, cara Annamaria.
Ai fini narrativi credo che tutte e tre le parti abbiano la stessa importanza. Certo è che l’ultima, a mio giudizio, è fondamentale.
Un sorriso*
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@ CLE REVERIES ti ringrazio e ti rivedrò con grandissimo piacere 🙂
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Sei semplicemente brava….ciao…..
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@ SAR grazie di cuore.
Ciao ^^
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Un abbraccio paterno, ciao….
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@ SAR ricambio da brava figlia 😉
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Buona notte…ciao e a presto…
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@ SAR mi raccomando: niente incubi!
Sogni d’oro * _______________ *
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Finisce sempre troppo presto!
Intrigante questo risvolto delle nove vite. La nona porta come in Polanski?
Ciao, brava come sempre 🙂
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@ URIEL il tuo è davvero un grande complimento!
“La nona porta” è un film magnifco, splendidamente interpretato da Johnny Depp; qui, però, ci troviamo di fronte a un killer, a un uomo duro e spietato, che non usa arti magiche. Non penso che creda in Dio, perciò nemmeno a Satana. Crede solo in se stesso.
Grazie, caro amico!
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un passaggio d’affetto mattutino
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Mi è molto piaciuto il comm. di Lord Ninni che condivido e quoto.
La narrazione ed i personaggi sono molto interessanti ed avvincenti che con la tua bravura sai far muovere teatralmente.
Applauso;)
Buongiorno a te ed a tutti!!
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Intenso e sorprendente sempre di più…
Un racconto alternato di passato e presente
che apre vecchi ricordi e momenti di condivisione…
Più ti leggo e più mi appassiono, sei di una bravura
costante e molto competente… ogni volta riesci a dare al lettore
la giusta “suspence” in attesa del prossimo episodio….
Complimenti di cuore!
Bonne Journèe ma chère amie, un gros bisou
Michelle
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Fino ad ora ho letto senza commentare…ma ora devo veramente dire che sei bravissima e che mi intriga tantissimo. COMPLIMENTI di tutto cuore
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@ GRAZIAGARDENIA un sorriso pomeridiano*
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Ciao Alessandra, a volte, quando ti leggo, ti immagino un’ abile
spia che per arrotondare e soprattutto per diletto si dedica a descriverci le
sue e altrui spy story. Brava, ti seguo con piacere
Baci baci
Mistral
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@ ROMANTICAVANY sì, è un bellissimo commento, cara, dato che scava a fondo nella psicologia del personaggio.
Grazie, stellina ^^
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@ VENTIDIPRIMAVERA cara Michelle, costante – nella scrittura – lo sono di certo, per la “bravura” ti ringrazio. Quello che è sicuro è che non invento mai niente – a parte la storia, naturalmente – e che mi documento sempre. Non mi piace ingannare chi mi legge.
Bisous, chou*
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@ OROFIORENTINO ecco un’altra amica di Splinder 🙂
Grazie, cara!
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@ OMBREFLESSUOSE beh, è magnifico ciò che scrivi 😛
Lo prendo come un enorme complimento.
Bacioni, Mistral ^^
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Ritmo narrativo da vendere e una puntata che trabocca di interesse, di certo fosse per me cambierei qualcosina in alcuni tratti dei personaggi in scena (tipo Bradley). Ma so anche che è il tuo stile e sono le tue scelte. Baci.
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C’é da dire che allo stupore non c’é mai fine.
Non solo per i rientri sorprendenti dei personaggi, che danno sostanza al racconto e sono supportati, nel loro apparire da corposi flashback.
C’é da sottolineare il fatto che hanno assonanza con precedenti figure, quasi che per esse ci sia una sorta d’innamoramento per comportamento, psicologia, modo d’azione.
La conferma che un buon scrittore si accorge dell’affezione del lettore a determinate figure, che vengono riproposte. Non fotocopie, ma arricchite da tratti originali che tornano a solleticare il lettore, anche il più smaliziato.
La bontà della scrittura é sotto gli occhi di tutti.
Null’altro da aggiungere se non … a domenica prossima!
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@ UNIVERS mi conosci bene, “vecchio” amico!
Bradley io non lo cambierei mai. Posso, comunque, capire il motivo di altre scelte. Ciascuno di noi ha una “sua” visione dei personaggi, e un proprio modo per descriverli.
“Ritmo narrativo da vendere” è una frase che mi lusinga moltissimo, e della quale ti sono molto grata.
Baci a te^^
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@ CAPEHORN confermo quanto ho scritto in una o più risposte precedenti. “Matrioska” è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto. Può tranquillamente competere con Phil Weir, Carrick e Alex Alliston. Come ho detto a Brum, io lo avevo in mente da anni: un uomo solitario, innamorato dei venti gelidi del mare del nord e del suo dragone. Un agente del KGB, duro e freddo, imperscrutabile, però con alcuni lati nascosti. Mi mancava una storia. Poi la storia all’improvviso è nata, non ricordo perché né come.
Grazie, Carlo!
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Non sono proprio incubi, però sogno le vicissitudini della mia vita legate al lavoro. Tu mi conosci troppo…come mai? Ciao.
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@ SAR già lo dissi.
Sono una strega 😛
Ciao ^^
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Solo che io non credo alle streghe, alle persone pensanti…invece…sì! Ciaoooo…
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mannaggia … al tuo solito ci fai intravedere sprazzi verso il futuro e poi ci ributti indietro nel passato dei personaggi … attendiamo attendiamo che tutti i pezzi del puzzle vadono con calma al loro posto.
!! 🙂
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Buona sera (o buona notte, anche se in Italia dovremmo già dire Buon giorno) mia Signora.
Spero di non averVi svegliata (cammineremo piano), ma ci trovammo – nel frangente – in pausa “relax” tra la (nostra) scrittura di una sciocchezza e l’altra.
Rileggemmo la Vostra puntata e … (perdonateci l’enormità) riflettemmo!
Tutto nacque durante la lettura, interessantissima, dei commenti ed esattamente ad una risposta, che daste, al Preg.le Sig. Brum:
[ … ]@ BRUM direi di no. Pensavo a un uomo solitario, che ama il mare del nord e la sua barca a vela; un russo facente parte del KGB; un individuo freddo, gelido, duro… ma con altri tratti caratteriali nascosti. Però, non avevo idee concrete su ciò che avrebbe fatto. [ … ]”
Ecco, allora, cosa ci chiedemmo: Avete, per caso, letto il (bellissimo) romanzo Il Cerchio Celtico, del bravissimo scrittore Svedese Björn Larsson? Perché il protagonista, Ulf, skipper che vive a bordo del suo Dragone in legno (ne da una descrizione così perfetta che, quasi, si sente il profumo del fasciame e il rumore delle sartie), ama il Mare del Nord e lo attraversa per giungere in Scozia. E’ un uomo solitario, abbastanza silenzioso, a volte gelido ….
Il romanzo, è un romanzo d’avventura, un thriller …
E questo, se permettete ci “orienterebbe su una Vostra, probabile, “Ispirazione.
Però, sarà l’orario e dovremmo riprendere a lavorare, anche questo non quadra; almeno personalmente.
Voi affermate, inoltre: “ … ma con altri tratti caratteriali nascosti“.
Ecco il punto!
Ci facemmo convincimento che il rude Aleksandr sia “omosessuale” e che Voi, stiate scrivendo un romanzo, dai tratti bellissimi e con un finale che comporterà suicidi di massa e stupore al limite della aberrazione mentale. In pratica, Voi, mia Signora, state pilotando e ci state pilotando (grazie alla Vostra arte scriptoria) verso lidi lontani, ma basati su ampie concretezze, per scavare nell’Id profondo di un uomo che vive proprio dramma (in una società ottusa) con una reazione, peraltro, comprensibile.
Un po’ come nel pregevole film, diretto da Alejandro Amenàbar e interpretato dall’Attrice Nicole Kidman, The Others, “… nessuna porta deve essere aperta, prima che l’ultima sia stata chiusa … “, dove accade che durante lo svolgimento del Film assistiamo ad una ambientazione, un po’ gotica per la verità (e molto gradita) e con una vita domestica assolutamente usuale per una vedova con due bambini, alti e bassi, fobie e quant’altro. Tranne che, il finale (da qui il genio di Alejandro Amenàbar ) in poche battute e a pochi minuti dalla fine, insiste un colpo di scena che ti proietta oltre lo schermo, ribaltando tutto quello che fin lì si era visto. Tutto cambia e si trasforma. Nella genialità del regista è compreso, pure che, lo spettatore è “irrefrenabilmente” risoluto a rivedere il film per “confutarlo alla luce del finale” (cosa che noi facemmo immediatamente).
Ma torniamo al nostro Uomo.
Il nome: Aleksandr (dite la verita ….. )
Il suo diminuitivo, in russo, che Voi gli date è Sashenka (che poi è un diminuitivo vezzeggiativo; il diminuitivo è Sasha).
Ecco: Sasha = Ale (in italiano)
Sashenka= Sandrino, questo, però (o tuttavia), è un particolare assolutamente da non trascurare: Sia Sasha, sia Sashenka, in russo, sono due diminuitivi maschili/femminili. Nella terra del Piccolo Padre, vengono usati indifferentemente per uomoni e donne; sono nomi propri di genere “neutro”.
Altro argomento.
La Matrioska è femminile, ma con altra caratteristica: solitamente, nella terra di Tolstoij, La Matrioska è formata da nove “bambolotti”, di cui l’ultimo (il seme) ne è l’anima “reale” (simboleggia la generazione, ma a partire dalla “bambolotta esterna”, la nonna).
Anche qui abbiamo un’altro “ma”.
La Matrioska, iniziando dall’esterno (non è vero che sono tutte donne) ci da: La nonna, la figlia, il figlio, una ragazza, un ragazzo, il loro figlio, la loro figlia, la nipote e … il seme. Nella sua composizione “femminile”, ha quattro elementi maschili e uno “neutro”, il seme appunto. Bella come immagine Milady?
E per concludere (dovremo, proprio, riprendere il nostro lavoro): la durezza e il machismo di “Sashenka”.
Né “L’Ebreo antisemita” di Dagoberto Husayn Bellucci si cita:
Il più fanatico antisemita è Ebreo lui stesso … per paura…
Beh, se Aleksandr fosse omosessuale, come ritenemmo, ne avrebbe ben tante di ragioni per essere duro, freddo, quasi l’icona della morte che, passando tra la gente, vuole il silenzio assoluto. Nella società russa, infatti (il fenomeno si è attenuato, ma non è scomparso) l’Uomo omosessuale non è assolutamente ben visto.
Fino al secolo scorso li ammazzavano senza tanti complimenti (anche adesso, ma con qualche complimento in più).
Ecco la reazione, immediata del nostro Aleksandr, corroborata da una Vostra affermazione: “Il nono volto di Sashenka. La nona anima. Forse sarà svelata alla fine.”.
Volete cambiare La Matrioska usuale di nove pezzi, con quella di San Pietroburgo a 51 pezzi? Attenderemo, Milady, attenderemo!
Vi chiedemmo perdono per la lunghezza di tali sperequazioni e per l’ora tarda, ma la porta era aperta e allora …
Adesso dobbiamo proprio andare: “Carta e penna” ci attendono alla stessa guisa di come noi, mia Signora, attendiamo una Vostra opportuna smentita, oppure un più “consono silenzio diplomatico. 🙂
Abbiate le nostre, sussurrate, cordialità da estendere – rigorosamente domani, dopo il caffè – ai Vostri lettori.
Buon giorno
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@ SAR beh, certo!
Buona giornata.
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@ POCHEPRETESE speriamo che tutto funzioni bene, mio caro amico.
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@ NINNI RAIMONDI leggemmo con vivo interesse il Vostro mirabile intervento, Milord, così ricco di preziosi riferimenti, consigli di lettura – che intendiamo seguire – e osservazioni di ampio spessore.
Conoscemmo la differenza fra diminutivo e vezzeggiativo, date molte letture russe. Piuttosto ci accorgemmo solo adesso di una fatto singolare che fino a oggi ci era sfuggito: Alex Alliston (Alexander), Aleksandr… Alessandra? Forse, a livello inconscio; però ciò non fa di “Matrioska” un omosessuale. Con Tamara non c’è amore, c’è un po’ d’affetto, relativa stima, tuttavia… “Tamara amava Aleksandr, però non lo capiva.
Facevano l’amore in modo splendido: Aleksandr sembrava conoscere il suo corpo meglio di lei, capiva sempre ciò che desiderava in quel momento e, a seconda delle circostanze, poteva essere impetuoso e rude oppure tenero e dolce.”
Vi ringraziammo Milord per l’arricchimento che il Vostro commento diede alla nostra umile storia.
Radiosità!
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Una puntata davvero eccezionale, cara Alessandra! 😉 Si parte da una Aglaja che fa raggelare il sangue al punto di non temere Aleksandr come vicino di casa 😛 e si arriva ad essere contenti, per una volta, che lo stesso Aleksandr sia fatto così.
Brava Alessandra, una lettura coinvolgente 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST lupo carissimo, grazie mille!
Però, attenzione ad Aleksandr 😛
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oh, non ho dubbi che sia spietato, ma insomma… in quel caso è venuto bene, direi, e Aglaja è cattiva e crudele, oltre il limite che il suo compito le impone 😐
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST su Aglaja hai perfettamente ragione!
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